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Autore: blackwhite_swan    25/11/2018    6 recensioni
[Storia Interattiva - iscrizioni chiuse]
Si dice che il vero potere si trovi in una mente brillante.
Cosa accadrebbe se un alcuni brillanti giovani maghi, nati esattamente nello stesso momento in parti diverse del mondo, scoprissero di essere connessi mentalmente e di poter sfruttare liberamente le conoscenze degli altri ragazzi qualora ne avessero bisogno?
Il dono dei sensate, così gli chiamano, è raro, molto raro, e ci sono persone che darebbero qualsiasi cosa pur di carpirne i segreti.
[La storia prende ispirazione dalla serie tv Sense8]
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Margaret Eleanor Powell

 

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Christie sbuffò mesta, ritirando con aria depressa le pergamene e le piume dal banco «Non sono psicologicamente pronta a tornare a casa» borbottò «Non posso stare da te anche questa notte?» chiese poi guardando con i suoi occhioni grandi supplicanti il povero Mike che deglutì.

Per quanto mi riguarda puoi anche trasferirtici.

«Non puoi ignorare tua madre per sempre Chris» si sforzò di rispondere il ragazzo «Avete molte cose da dirvi e non ha senso rimandare ulteriormente»

«Ma cosa posso dirle?!»

Mike sospirò «Falla parlare e ascoltala…sai ogni tanto puoi anche lasciar parlare gli altri stando zitta per dieci secondi» il ragazzo rise dell’occhiata velenosa dell’amica «Scherzi a parte, davvero prova semplicemente ad ascoltarla, tua madre non è una stupida, dubito che faccia qualcosa senza averci riflettuto molto prima»

«Ma se avesse…paura di me?»

Mike strabuzzò gli occhi «Insomma io sto studiando per diventare indicibile…categoria che sembra averle dato svariati problemi…»

«Non pensare assolutamente una cosa del genere, capito?!» Mike posò una mano sulla spalla dell’amica, stringendola con decisione «Vedrai che sistemerete tutto»

«Spero solo che nessun Fawley o Nott finisca male questa volta…»

«Facciamo anche Torrance, che dici? Sai com’è, ci tengo alla mia pellaccia» Mike cercò di metterla sul ride.

«Mike?» Christie lo guardò accennando ad un piccolo sorriso «Grazie»

Senza neanche provare a trattenersi, il ragazzo la abbracciò di slancio, lasciandole un piccolo bacio tra i capelli «Qualsiasi cosa per te, Chris» mormorò poi con il naso tra i capelli rossi della ex serpeverde, la quale sentì chiaramente il cuore farle una capriola.

 

*

 

«Cosa fate voi a…»

«Se dici capodanno ti schianto sul posto» Camila sventolò minacciosa la bacchetta sotto il naso di Sebastian «I miei colleghi parlano dei programmi per capodanno da settembre e sento ancora parlare di chalet di montagna o gite a Monte Carlo potrei non rispondere delle mie azioni» avvertì la catalana con aria terribilmente seria «Io stavo per dire Natale a dire il vero» si giustificò Sebastian, alzando le mani in segno di resa.

«Manca ancora un po’ a Natale, due settimane di sicuro…penso…che giorno è oggi?» chiese Rafael grattandosi il capo decisamente perplesso mentre Blaise scuoteva il capo sconsolata «Oggi è il 6 dicembre e sono terribilmente indietro con i regali di Natale, non so cosa riuscirò a farmi venire in mente nei prossimi 19 giorni»

Andriy fece un grande sorriso «Io invece ho tempo fino al 7 gennaio» commentò allegro, guadagnandosi sette occhiate decisamente perplesse «Il Natale ortodosso cade tredici giorni dopo il venticinque dicembre»

«Questa mi mancava…non so voi ma io sto diventando molto più acculturata da quando vi ho conosciuti» la battuta di Hele fece scoppiare a ridere tutti, tranne Åke, che ci tenne a specificare di come lui fosse già a conoscenza di quel dettaglio, essendo stato a scuola con molti ragazzi provenienti dall’Europa dell’est.

Mentre stavano tutti parlando allegramente, lo sguardo di JB cadde su una figura minuta e imbronciata, leggermente in disparte rispetto all’allegra brigata «Tutto bene?» le chiese gentilmente avvicinandosi e Margaret si limitò a stringersi le spalle «Più o meno» borbottò, evitando il suo sguardo.

«Hai voglia di fare due passi?» le propose il ragazzo.

Gli occhi chiari della ragazza finalmente si illuminarono «Solo se andiamo nella riserva» propose sorridendo poi entusiasta quando il ragazzo annuì.

I due si allontanarono silenziosamente, lasciando il resto della compagnia a chiacchierare nel salotto di Hele, e si ritrovarono nella riserva dove viveva la famiglia Akili. Margaret rabbrividì leggermente, e JB appellò immediatamente una delle sue felpe dalla capanna «Grazie, mi ero dimenticata di quanto facesse freddo qui di notte» la ragazza la indossò rise quando vide che praticamente il bordo azzurro della felpa le arrivava alle caviglie «Certo che sono proprio alta come un Umpa Lumpa» fece notare scuotendo il capo e arrotolando le maniche decisamente troppo lunghe.

«Guarda il lato positivo, se la situazione fosse stata al contrario, io non avrei mai potuto mettere una tua felpa…comunque se ti è scomoda puoi sistemarla, sei brava in trasfigurazione, giusto?»

Margaret scosse la testa dondolandosi allegra sui talloni «Tranquillo, è comodissima proprio perché è morbida e un pochino abbondante»

I due camminarono per un po’ in silenzio nella terra rossastra, circondati dal silenzio più assoluto «Grazie di avermi portata qui» disse dopo un po’ Margaret e il ragazzo si strinse le spalle «Mi sembrava ne avessi bisogno»

«Già…non è che non ami il Natale, non sono certo il Grinch, ma non amo parlare delle tradizioni famigliari più che altro» spiegò gesticolando animatamente, mentre Jamal rimaneva in silenzio, non volendola interrompere «Non ho un grande rapporto con la mia famiglia»

Jamal annuì «Avevo intuito qualcosa del genere»

Margaret lo guardò «Non sono esattamente delle persone simpatiche, sai appartengo a quella categoria di persone che credono ancora che coloro che non siano purosangue siano feccia e vorrebbero vedermi con un bel maritino di buona famiglia a sfornare bambini, possibilmente maschi» Jamal la guardò un po’ stupito: non era abituato a quel genere di mentalità, in famiglia e anche a scuola gli avevano sempre insegnato a vivere in modo da rispettare e conoscere sia la magia che il mondo babbano «E immagino che non sopportino di avere una figlia schietta e decisa come te» concluse per lei il ragazzo

«Non sono certa di essere poi così tanto decisa, ma sì, non gli vado molto a genio» mormorò stringendosi le spalle «Ogni volta che mi vedono sottolineano come le mie manie anarchiche mi abbiano solo procurato un lavoretto come commessa»

«Sempre meglio che starsene a casa a farsi pulire il culo, pardon, il deretano, dagli elfi» commentò Jamal facendola scoppiare a ridere di gusto «Vuoi accompagnarmi alla visita natalizia quest’anno? Magari con te riuscirei anche a divertirmi»

JB le rivolse un grande sorriso «Penso che ai tuoi verrebbe un infarto, ma se sono davvero come dici, non dovrebbe essere poi tanto tremenda come prospettiva, no?»

Margaret lo guardò grata, prima di portare gli occhi chiari sul cielo stellato «Sai, potrei sempre decidere di saltarmi la cena a casa Powell e venire a fare un giro qui»

«Ti terrò da parte un po’ del pollo di Baba Magia, ti assicuro che è a dir poco leggendario»

«Andata!»

 

*

 

Margaux appoggiò la mano sulla maniglia incerta sul da farsi «Tesoro, non indugiare, stai facendo la scelta corretta» le ricordò incoraggiante Emilia, affiancandola «Ho paura di spaventarla» mormorò Margaux, guardandosi intorno, preoccupata che qualcuno potesse sentirla parlare da sola «Ricordi com’eravamo spauriti noi appena abbiamo iniziato a comunicare»

«Io mi ricordo solo che Emilia ci prendeva a parole la metà del tempo perché non la lasciamo studiare» commentò con allegria Adil, l’uomo indiano, trascinandosi gli altri sensate «E poi questo cluster sembra essersi messo in contatto più tardi rispetto a noi: hanno venticinque anni, non sono dei bambini, vedrai che saranno ragionevoli»

«Altrimenti attaccheremo noi per primi» commentò stringendosi le spalle con tranquillità l’uomo con i rasta, guadagnandosi un’occhiata gelida da Emilia «Trevor sei un villano!» gli sibilò, guadagnandosi un occhiolino impertinente.

Roteando gli occhi, Margaux spinse la porta della libreria e, con suo sommo sollievo, notò che era l’unica avventrice in quel momento; effettivamente mancavano nemmeno cinque minuti all’ora di chiusura.

«Non fatevi vedere subito» mormorò poi ai suoi compagni di cluster che annuirono «Preferisco parlarle io prima»

«Tra cinque minuti chiudiamo…oh, signora Nott, che piacere rivederla» sul volto di Margaret si aprì un grande sorriso «Le serve qualcosa?»

Margaux ricambiò il sorriso, prendendo poi un profondo respiro «Avrei bisogno di parlare con te, cara»

Margaret rimase un attimo interdetta «Io ve l’avevo detto che quella tizia sapeva qualcosa» borbottò ansioso Åke, che insieme agli altri l’aveva raggiunta.

La signora Nott, spostando lo sguardo dal volto della ragazza a quello di Åke guardò lo svedese dritto negli occhi «Il tuo amico ha ragione, Margaret» i nove ragazzi sobbalzarono e Jamal si fece avanti, affiancando l’inglese «Chi è lei e cosa vuole da noi?» sibilò con gli occhi ridotti a due fessure.

«Modera i toni ragazzo» un uomo alto dal forte accento australiano gli lanciò un’occhiata severa mentre, sotto lo sguardo esterrefatto dei venticinquenni, comparvero altre quattro figure vicino alla signora Nott.

Mentre i quindici si scrutavano con diffidenza, un uomo mingherlino con dei rasta lunghissimi scoppiò a ridere, rompendo il silenzio «Non avrete seriamente pensato di essere gli unici ad avere questo potere, vero pivellini?»

Blaise incrociò le braccia offesa «E’ da solo un mese che abbiamo questi poteri» sbottò piccata «E’ già tanto se sappiamo cosa sta succedendo a noi nove» improvvisamente i nove ragazzi più giovani cominciarono a parlare tutti uno sopra l’altro, confusi e preoccupati.

«Okay cerchiamo di fare tutti un bel respiro profondo, che sono davvero troppo stanca per litigare» una donna molto bella, con un lieve accento italiano prese la parola «Come credo ormai abbiano capito anche i muri, anche noi costituiamo un cluster»

«Il leggendario cluster del 2 febbraio 1970» precisò Trevor con un gran sorriso, improvvisando un inchino mentre Emilia roteava gli occhi «Non vogliamo farvi nulla di male, ragazzi, vogliamo solo aiutarvi» spiegò Margaux, guardando con aria materna i nove giovani.

Hele guardò preoccupata i sei, facendosi più vicina ad Andriy, che non esitò a prenderle la mano, vedendola spaventata «Ce la stiamo cavando egregiamente da soli» Sebastian guardò diffidente gli sconosciuti mentre Åke al suo fianco batteva nervoso un piede a terra.

Emilia alzò gli occhi al cielo «Mon dieu, non bastano le due adolescenti isteriche che ho a casa, pure qui mi ritrovo con dei ragazzini ribelli» sibilò facendo ridere i membri del suo cluster «Fai la brava dottoressa, tu a vent’anni eri ben peggio» le ricordò l’uomo con i rasta beccandosi un’occhiata velenosa «Non sapevo che ti fossi sposata» aggiunse poi con finta leggerezza.

«Divorziata» ribattè piccata la donna «Finisco sempre con dei perfetti deficienti, sai com’è» aggiunse poi sarcastica mentre l’uomo le faceva l’occhiolino e l’altro membro del cluster dai tratti asiatici emetteva un verso spazientito «Potreste piantarla di amoreggiare per dieci minuti, non è il momento!»

Margaux sorrise «Come stavamo dicendo noi vorremmo solo darvi una mano…venticinque anni fa sarebbe piaciuto anche a noi avere l’aiuto di un altro cluster. Essere dei sensate è una gran bella cosa, ma non è sempre facile» fece una pausa cercando le parole giuste «Ci sono persone che sono…smaniose di studiare i casi particolari come noi»

Camila spalancò gli occhi spaventata «Studiare?» chiese lentamente, mentre i nove ragazzi si guardavano a vicenda stupiti.

«Utilizzare come cavie da laboratorio per la verità» disse senza troppi giri di parole l’indiano «Un potere come il nostro è molto utile e sono parecchie le persone a cui farebbe comodo»

«Credevo fosse un qualcosa di innato» ribattè Åke inarcando le sopracciglia chiare.

«E lo è, ma spesso alcune persone assetate di potere non accettano di arrendersi all’evidenza»

«E sono sempre gli innocenti a pagarne le conseguenze» concluse la signora Nott con un filo di voce, mentre Emilia le posava una mano sulla spalla «Non vogliamo che vi succeda nulla di male e, modestia a parte, siamo convinti che il nostro aiuto potrebbe esservi utile» concluse per lei l’australiano, che poi aggiunse «Venticinque anni fa un indicibile privo di scrupoli ci diede non poche grane e, se non avessimo avuto la fortuna di avere qualcuno all’interno del ministero che si sacrificò per noi non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succederci» Margaux abbassò lo sguardo «Abbiamo motivo di credere che il degno erede, in tutti i sensi, di quell’indicibile che ci diede problemi, stia seguendo le orme del suo predecessore»

L’asiatico lanciò ai ragazzi più giovani uno sguardo penetrante «Noi possiamo aiutarvi, Margaux lavora al Ministero della Magia qui a Londra»

I nove ragazzi si scambiarono lo sguardo d’intesa e, dando le spalle al cluster più anziano si misero in cerchio «Dite che dovremmo fidarci?» sussurrò Camila lanciando uno sguardo incerto al gruppo, oltre la spalla di Blaise «La signora Nott è una brava persona» Margaret si strinse le spalle «E se fossero in combutta con il ministero?» incalzò Sebastian guadagnandosi degli sguardi perplessi «Magari hanno stretto un patto per il quale, consegnandoci, verranno lasciati in pace» spiegò con sguardo preoccupato.

«Dio, quanto si vede che sei americano» Rafael scosse il capo sconsolato, mentre gli altri fecero del loro meglio per trattenere una risatina, escluse Hele e Blaise, che guardarono il brasiliano leggermente offese «Io sinceramente sarei d’accordo a collaborare» disse Andriy «Anche io…ho accidentalmente scrutato le menti di un paio di loro» Camila fece un sorrisino colpevole facendo ridere i suoi compagni «E mi sembravano davvero armati delle migliori intenzioni»

«Sentito Signor complotto?» Margaret si rivolse a Sebastian che le fece la linguaccia, prima di sospirare convinto «Va bene mi fido di voi»

I nove ragazzi si voltarono verso i più anziani, che per tutto il tempo erano rimasti a guardare la loro piccola riunione di gruppo con un sorrisino «Accettiamo» disse Margaret mentre i suoi amici annuivano «E ora diteci tutto quello che sapete»

La donna mora si rivolse ad uno dei suoi compagni «Adil, vuoi parlare tu che sei l’avvocato?» gli chiese con un sorriso e l’indiano annuì.

 

*

 

«È andata bene» commentò quasi stupita Emilia «Sembrano dei bravi ragazzi e mi sembra che ci abbiano ascoltati con attenzione»

Margaux annuì prima di passarsi una mano sul volto «Già…ora mi aspetta una chiacchierata con mia figlia»

«Vedrai che andrà bene anche questa volta, sono certa che tua figlia sia una ragazza intelligente»

«Se Emilia, la regina del pessimismo, è positiva non può che andare bene» le rassicurò Trevor, il giamaicano dai lunghi rasta «Non ti insulto solo perché ho scommesso con Chin che sarei riuscita a stare buona per quattro ore»

«Hai scommesso con Chin? Allora sappi che non ti mollerò un secondo per farti perdere»

«Non osare, devo andare a casa a controllare le mie figlie, perché probabilmente non avranno nemmeno iniziato a fare i compiti e non posso averti intorno che mi importuni» i due continuarono a battibeccare e Margaux, dopo aver sorriso, interruppe il contatto: aveva bisogno di parlare da sola con Christianna.

Con un sospiro si smaterializzo direttamente nel salotto di casa e, prima ancora che potesse appoggiare la borsa sul tavolo, un rumore di piedi che correvano sulle scale e sorrise istintivamente: solo Christianna saltellava in quel modo.

«Mamma» Margaux si girò e non fu sorpresa di trovarsi davanti sua figlia, che si dondolava sui talloni, mordicchiandosi il labbro; la donna aprì leggermente le braccia e in men che non si dica Christie corse ad abbracciare la madre, stringendola forte «Credo che stasera ci aspetti di diritto una serata tra donne, cosa ne dici?» le sussurrò la donna e sentì la figlia annuire contro il suo petto «Abbiamo un bel po’ di cose da dirci»

 

*

 

Rafael, che stava servendo cocktail alla velocità della luce al bancone del bar, parlava tranquillamente con gli altri sensate, che si trovavano nel salotto di Blaise «Certo che quel Kincaid era veramente un pazzo» borbottava scuotendo il capo.

«Già…il fratello della signora Nott è stato veramente coraggioso» Margaret annuì «Un grifondoro fino in fondo»

Il brasiliano inarcò un sopracciglio mentre continuava a shakerare chissà cosa «Fingerò di sapere cosa voglia dire essere un grifondoro»

«E’ una delle case nelle quali gli studenti vengono divisi a Hogwarts» spiegò l’inglese «Grifondoro è quella dei coraggiosi e orgogliosi»

Hele fece un’espressione imbronciata «A Mahoutokoro non avevamo nulla di simile» brontolò «Tu di che casa fai parte?»

Margaret fece un sorrisino furbo «Serpeverde, quelli brutti e cattivi» rispose con ironia facendo ridere i compagni «Non ti ci vedo proprio tra i malvagi» rise Blaise, accarezzando con delicatezza la schiena nera e setosa di Balerion, il suo gatto.

«Spesso le caratteristiche di una non corrispondono per filo e per segno ad una persona» spiegò Sebastian, sdraiato sul tappeto che giocava un’avvincente partita a scacchi con Åke «Figurati io ho scelto la casa degli intelligenti e sono una delle persone meno studiose che avrete mai la possibilità di incontrare»

«Sì certo, infatti sei diventato capo del tuo reparto nel laboratorio di pozioni perché hai collezionato i bollini della spesa» commentò sarcastico Åke prima di sorridere trionfante guardando la scacchiera «Scacco matto, comunque» Sebastian sbuffò, guardando astioso i suoi pezzi venire spazzati via.

«Case a parte, non sono certa che sia sicuro che Margaret rimanga in Inghilterra» mormorò Camila guadagnandosi otto sguardi basiti «Insomma lei vive a pochi chilometri da un potenziale pazzo con manie di potere mentre noi ce ne stiamo belli tranquilli nelle nostre case a migliaia di chilometri di distanza»

Andriy soppesò le parole prima di parlare «La signora Nott ci ha detto che ai suoi tempi avevano progettato di catturarli tutti contemporaneamente» fece notare.

«E poi non è nemmeno detto che questo Kincaid sia davvero pazzo come il padre» aggiunse Margaret «In ogni caso serve qualcuno sul posto…e poi non preoccupatevi, sono piccola ma con i duelli me la cavo bene»

«Mal che vada mi trasformo in un leone e sbrano chiunque ti importuni» commentò con leggerezza Jamal e, sebbene gli altri sensate ridacchiarono, sapevano perfettamente che non stava affatto scherzando.

«Piuttosto» si intromise Hele «Se la situazione dovesse improvvisamente degenerare, potremmo venire tutti a Londra»

Åke la guardò stralunato «Eh?!»

Hele agitò le mani «Rifletteteci bene, se fossimo tutti nello stesso posto o comunque a poca distanza potremmo mandare in tilt quella stanza di cui parlava la conoscente di Margaret…»

«O venire catturati tutti in blocco come dei fessi» concluse per lei Åke con voce cupa «E gli indicibili farebbero festa per non averci messo molto a trovarci»

«Londra è una città grande, se ci sparpagliassimo non saprebbero più dove andare, la signora Nott ha detto che i loro tracciati non erano molto precisi e soprattutto questa volta sembra che non ci sia ancora nulla di pronto»

«Questo è quello che crediamo…»

«Kincaid sta lavorando da solo stavolta, per quanto sia intelligente non sarà mai veloce come dieci uomini…è poi abbiamo anche questa volta un infiltrato»

«Sì, ma è solo una studentessa…e poi siamo davvero certi che possiamo fidarci di quella ragazzina?» Åke incrociò le braccia, come sfidando gli altri a contraddirlo «Chi è adesso il complottista?» chiese Sebastian retorico generando uno scroscio di risate

Margaret si mosse leggermente, appollaiata sul bracciolo della poltrona dove era seduto Jamal «Christianna è davvero carina, a scuola era bravissima, molto seria e responsabile fin da bambina, io mi fido di lei»

«Se Margaret si fida mi fido anch’io» disse con decisione Jamal, guadagnandosi un grande sorriso dalla ragazza «Non è il caso di discutere tra di noi, se dovessero sorgere dei problemi li affronteremo, ma non ha senso diventare paranoici» Margaret gli fece l’occhiolino

Andriy annuì «Aspettiamo di avere notizie dai Nott» disse con tono deciso «Poi ci regoleremo di conseguenza»

Camila batté un paio di volte le mani per richiamare l’attenzione «Dato che per una volta, a quanto pare, abbiamo una sottospecie di piano, proporrei di rilassarci adesso» appellò con la bacchetta una serie di videocassette e dvd «Propongo un film tutti insieme, poco conta che qui da me siano le quattro di notte, io non ho molto sonno»

«Mettete qualcosa che ho già visto, per favore, non posso distrarmi troppo da lavoro» borbottò Rafael, ancora impegnato al bar.

Hele si mise più comoda sul divano «Io avrei delle verifiche di matematica da correggere, ma posso anche farlo domani…che ne dite di vedere una commedia?»

«Quattro matrimoni e un funerale?»

«Ma che commedia è se parla di un funerale?» chiese perplesso Andriy facendo ridacchiare gli altri «E’ bellissima, fidati» Hele gli tirò una lieve gomitata e il ragazzo si limitò a stringersi le spalle: non gli rimaneva che fidarsi degli altri membri del cluster.

Margaret si sistemò meglio sul bracciolo, appoggiando la testa sulla spalla di Jamal e guardando con un gran sorriso gli altri sette ragazzi. Indicibili pazzi o meno, per ora andava davvero tutto bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il cluster del 2 febbraio. Da sinistra a destra Daniel, Trevor, Margaux, Adil, Emilia e Chin

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Sono maledettamente in ritardo, lo so e davvero non so come scusarmi. Spero davvero davvero di riuscire a fare di meglio la prossima volta.

Vi chiedo ancora una volta di votare il personaggio del prossimo capitolo: Margaret questa volta ha stravinto ma gli altri nomi erano davvero molto diversi…mi chiedo chi la spunterà questa volta, ho idea che sarà una sfida all’ultimo voto!

 

Em

 

Ps: ho finalmente trovato un’app decente per fare i collage mentre sono in treno, piano piano sostituirò quelli bruttissimi di prima ahahah

 

 

 

   
 
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