Margaret Eleanor Powell
Christie sbuffò
mesta, ritirando con aria depressa le pergamene e le piume dal banco «Non sono psicologicamente pronta a tornare a casa»
borbottò «Non posso stare da te anche questa notte?» chiese poi guardando con i
suoi occhioni grandi supplicanti il povero Mike che deglutì.
Per quanto mi
riguarda puoi anche trasferirtici.
«Non puoi ignorare
tua madre per sempre Chris» si sforzò di rispondere il ragazzo «Avete molte
cose da dirvi e non ha senso rimandare ulteriormente»
«Ma cosa posso
dirle?!»
Mike sospirò «Falla
parlare e ascoltala…sai ogni tanto puoi anche lasciar parlare gli altri stando
zitta per dieci secondi» il ragazzo rise dell’occhiata velenosa dell’amica
«Scherzi a parte, davvero prova semplicemente ad ascoltarla, tua madre non è
una stupida, dubito che faccia qualcosa senza averci riflettuto molto prima»
«Ma se avesse…paura
di me?»
Mike strabuzzò gli
occhi «Insomma io sto studiando
per diventare indicibile…categoria che sembra averle dato svariati problemi…»
«Non pensare
assolutamente una cosa del genere, capito?!» Mike posò una mano sulla spalla
dell’amica, stringendola con decisione «Vedrai che sistemerete tutto»
«Spero solo che
nessun Fawley o Nott finisca male questa volta…»
«Facciamo anche
Torrance, che dici? Sai com’è, ci tengo alla mia pellaccia» Mike cercò di
metterla sul ride.
«Mike?» Christie lo
guardò accennando ad un piccolo sorriso «Grazie»
Senza neanche
provare a trattenersi, il ragazzo la abbracciò di slancio, lasciandole un
piccolo bacio tra i capelli «Qualsiasi
cosa per te, Chris» mormorò poi con il naso tra i capelli rossi della ex
serpeverde, la quale sentì chiaramente il cuore farle una capriola.
*
«Cosa fate voi a…»
«Se dici capodanno ti
schianto sul posto» Camila sventolò minacciosa la bacchetta sotto il naso di
Sebastian «I miei colleghi parlano dei programmi per capodanno da settembre e
sento ancora parlare di chalet di montagna o gite a Monte Carlo potrei non
rispondere delle mie azioni» avvertì la catalana con aria terribilmente seria
«Io stavo per dire Natale a dire il vero» si giustificò Sebastian, alzando le
mani in segno di resa.
«Manca ancora un po’
a Natale, due settimane di sicuro…penso…che giorno è oggi?» chiese Rafael
grattandosi il capo decisamente perplesso mentre Blaise scuoteva il capo
sconsolata «Oggi è il 6 dicembre e sono terribilmente indietro con i regali di
Natale, non so cosa riuscirò a farmi venire in mente nei prossimi 19 giorni»
Andriy fece un
grande sorriso «Io invece ho tempo
fino al 7 gennaio» commentò allegro, guadagnandosi sette occhiate decisamente
perplesse «Il Natale ortodosso cade tredici giorni dopo il venticinque
dicembre»
«Questa mi
mancava…non so voi ma io sto diventando molto più acculturata da quando vi ho
conosciuti» la battuta di Hele fece scoppiare a ridere tutti, tranne Åke, che
ci tenne a specificare di come lui fosse già a conoscenza di quel dettaglio,
essendo stato a scuola con molti ragazzi provenienti dall’Europa dell’est.
Mentre stavano
tutti parlando allegramente, lo sguardo di JB cadde su una figura minuta e
imbronciata, leggermente in disparte rispetto all’allegra brigata «Tutto bene?» le chiese gentilmente avvicinandosi
e Margaret si limitò a stringersi le spalle «Più o meno» borbottò, evitando il
suo sguardo.
«Hai voglia di fare
due passi?» le propose il ragazzo.
Gli occhi chiari
della ragazza finalmente si illuminarono «Solo
se andiamo nella riserva» propose sorridendo poi entusiasta quando il ragazzo
annuì.
I due si
allontanarono silenziosamente, lasciando il resto della compagnia a
chiacchierare nel salotto di Hele, e si ritrovarono nella riserva dove viveva
la famiglia Akili. Margaret rabbrividì leggermente, e
JB appellò immediatamente una delle sue felpe dalla capanna «Grazie, mi ero dimenticata di quanto facesse
freddo qui di notte» la ragazza la indossò rise quando vide che praticamente il
bordo azzurro della felpa le arrivava alle caviglie «Certo che sono proprio
alta come un Umpa Lumpa»
fece notare scuotendo il capo e arrotolando le maniche decisamente troppo
lunghe.
«Guarda il lato
positivo, se la situazione fosse stata al contrario, io non avrei mai potuto
mettere una tua felpa…comunque se ti è scomoda puoi sistemarla, sei brava in
trasfigurazione, giusto?»
Margaret scosse la
testa dondolandosi allegra sui talloni «Tranquillo,
è comodissima proprio perché è morbida e un
pochino abbondante»
I due camminarono
per un po’ in silenzio nella terra rossastra, circondati dal silenzio più
assoluto «Grazie di avermi
portata qui» disse dopo un po’ Margaret e il ragazzo si strinse le spalle «Mi
sembrava ne avessi bisogno»
«Già…non è che non
ami il Natale, non sono certo il Grinch, ma non amo
parlare delle tradizioni famigliari più che altro» spiegò gesticolando
animatamente, mentre Jamal rimaneva in silenzio, non volendola interrompere
«Non ho un grande rapporto con la mia famiglia»
Jamal annuì «Avevo intuito qualcosa del genere»
Margaret lo guardò
«Non sono esattamente delle
persone simpatiche, sai appartengo a quella categoria di persone che credono ancora
che coloro che non siano purosangue siano feccia e vorrebbero vedermi con un
bel maritino di buona famiglia a sfornare bambini, possibilmente maschi» Jamal
la guardò un po’ stupito: non era abituato a quel genere di mentalità, in
famiglia e anche a scuola gli avevano sempre insegnato a vivere in modo da
rispettare e conoscere sia la magia che il mondo babbano «E immagino che non
sopportino di avere una figlia schietta e decisa come te» concluse per lei il
ragazzo
«Non sono certa di
essere poi così tanto decisa, ma sì, non gli vado molto a genio» mormorò
stringendosi le spalle «Ogni volta che mi vedono sottolineano come le mie manie
anarchiche mi abbiano solo procurato un lavoretto come commessa»
«Sempre meglio che
starsene a casa a farsi pulire il culo, pardon,
il deretano, dagli elfi» commentò Jamal facendola scoppiare a ridere di gusto
«Vuoi accompagnarmi alla visita natalizia quest’anno? Magari con te riuscirei
anche a divertirmi»
JB le rivolse un
grande sorriso «Penso che ai tuoi verrebbe un infarto, ma se sono davvero come
dici, non dovrebbe essere poi tanto tremenda come prospettiva, no?»
Margaret lo guardò
grata, prima di portare gli occhi chiari sul cielo stellato «Sai, potrei sempre decidere di saltarmi la cena
a casa Powell e venire a fare un giro qui»
«Ti terrò da parte un
po’ del pollo di Baba Magia, ti assicuro che è a dir
poco leggendario»
«Andata!»
*
Margaux appoggiò
la mano sulla maniglia incerta sul da farsi «Tesoro,
non indugiare, stai facendo la scelta corretta» le ricordò incoraggiante
Emilia, affiancandola «Ho paura di spaventarla» mormorò Margaux, guardandosi
intorno, preoccupata che qualcuno potesse sentirla parlare da sola «Ricordi
com’eravamo spauriti noi appena abbiamo iniziato a comunicare»
«Io mi ricordo solo
che Emilia ci prendeva a parole la metà del tempo perché non la lasciamo
studiare» commentò con allegria Adil, l’uomo indiano,
trascinandosi gli altri sensate «E poi questo cluster sembra essersi messo in
contatto più tardi rispetto a noi: hanno venticinque anni, non sono dei
bambini, vedrai che saranno ragionevoli»
«Altrimenti
attaccheremo noi per primi» commentò stringendosi le spalle con tranquillità
l’uomo con i rasta, guadagnandosi un’occhiata gelida da Emilia «Trevor sei un
villano!» gli sibilò, guadagnandosi un occhiolino impertinente.
Roteando gli
occhi, Margaux spinse la porta della libreria e, con suo sommo sollievo, notò
che era l’unica avventrice in quel momento; effettivamente mancavano nemmeno
cinque minuti all’ora di chiusura.
«Non fatevi vedere
subito» mormorò poi ai suoi compagni di cluster che annuirono «Preferisco
parlarle io prima»
«Tra cinque minuti
chiudiamo…oh, signora Nott, che piacere rivederla» sul volto di Margaret si
aprì un grande sorriso «Le serve qualcosa?»
Margaux ricambiò il
sorriso, prendendo poi un profondo respiro «Avrei bisogno di parlare con te,
cara»
Margaret rimase un
attimo interdetta «Io ve l’avevo
detto che quella tizia sapeva qualcosa» borbottò ansioso Åke, che insieme agli
altri l’aveva raggiunta.
La signora Nott,
spostando lo sguardo dal volto della ragazza a quello di Åke guardò lo svedese
dritto negli occhi «Il tuo amico ha
ragione, Margaret» i nove ragazzi sobbalzarono e Jamal si fece avanti,
affiancando l’inglese «Chi è lei e cosa vuole da noi?» sibilò con gli occhi
ridotti a due fessure.
«Modera i toni
ragazzo» un uomo alto dal forte accento australiano gli lanciò un’occhiata
severa mentre, sotto lo sguardo esterrefatto dei venticinquenni, comparvero
altre quattro figure vicino alla signora Nott.
Mentre i quindici
si scrutavano con diffidenza, un uomo mingherlino con dei rasta lunghissimi
scoppiò a ridere, rompendo il silenzio «Non
avrete seriamente pensato di essere gli unici ad avere questo potere, vero
pivellini?»
Blaise incrociò le
braccia offesa «E’ da solo un mese
che abbiamo questi poteri» sbottò piccata «E’ già tanto se sappiamo cosa sta
succedendo a noi nove» improvvisamente i nove ragazzi più giovani cominciarono
a parlare tutti uno sopra l’altro, confusi e preoccupati.
«Okay cerchiamo di
fare tutti un bel respiro profondo, che sono davvero troppo stanca per
litigare» una donna molto bella, con un lieve accento italiano prese la parola
«Come credo ormai abbiano capito anche i muri, anche noi costituiamo un
cluster»
«Il leggendario
cluster del 2 febbraio 1970» precisò Trevor con un gran sorriso, improvvisando
un inchino mentre Emilia roteava gli occhi «Non vogliamo farvi nulla di male,
ragazzi, vogliamo solo aiutarvi» spiegò Margaux, guardando con aria materna i
nove giovani.
Hele guardò
preoccupata i sei, facendosi più vicina ad Andriy, che non esitò a prenderle la
mano, vedendola spaventata «Ce
la stiamo cavando egregiamente da soli» Sebastian guardò diffidente gli
sconosciuti mentre Åke al suo fianco batteva nervoso un piede a terra.
Emilia alzò gli
occhi al cielo «Mon dieu, non bastano le due adolescenti
isteriche che ho a casa, pure qui mi ritrovo con dei ragazzini ribelli» sibilò
facendo ridere i membri del suo cluster «Fai la brava dottoressa, tu a
vent’anni eri ben peggio» le ricordò l’uomo con i rasta beccandosi un’occhiata
velenosa «Non sapevo che ti fossi sposata» aggiunse poi con finta leggerezza.
«Divorziata» ribattè
piccata la donna «Finisco sempre con dei perfetti deficienti, sai com’è»
aggiunse poi sarcastica mentre l’uomo le faceva l’occhiolino e l’altro membro
del cluster dai tratti asiatici emetteva un verso spazientito «Potreste
piantarla di amoreggiare per dieci minuti, non è il momento!»
Margaux sorrise «Come stavamo dicendo noi vorremmo solo darvi una
mano…venticinque anni fa sarebbe piaciuto anche a noi avere l’aiuto di un altro
cluster. Essere dei sensate è una gran bella cosa, ma
non è sempre facile» fece una pausa cercando le parole giuste «Ci sono persone
che sono…smaniose di studiare i casi particolari come noi»
Camila spalancò
gli occhi spaventata «Studiare?»
chiese lentamente, mentre i nove ragazzi si guardavano a vicenda stupiti.
«Utilizzare come
cavie da laboratorio per la verità» disse senza troppi giri di parole l’indiano
«Un potere come il nostro è molto utile e sono parecchie le persone a cui
farebbe comodo»
«Credevo fosse un
qualcosa di innato» ribattè Åke inarcando le sopracciglia chiare.
«E lo è, ma spesso
alcune persone assetate di potere non accettano di arrendersi all’evidenza»
«E sono sempre gli
innocenti a pagarne le conseguenze» concluse la signora Nott con un filo di
voce, mentre Emilia le posava una mano sulla spalla «Non vogliamo che vi
succeda nulla di male e, modestia a parte, siamo convinti che il nostro aiuto
potrebbe esservi utile» concluse per lei l’australiano, che poi aggiunse
«Venticinque anni fa un indicibile privo di scrupoli ci diede non poche grane
e, se non avessimo avuto la fortuna di avere qualcuno all’interno del ministero
che si sacrificò per noi non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto
succederci» Margaux abbassò lo
sguardo «Abbiamo motivo di
credere che il degno erede, in tutti i sensi, di quell’indicibile che ci diede
problemi, stia seguendo le orme del suo predecessore»
L’asiatico lanciò ai
ragazzi più giovani uno sguardo penetrante «Noi possiamo aiutarvi, Margaux
lavora al Ministero della Magia qui a Londra»
I nove ragazzi si
scambiarono lo sguardo d’intesa e, dando le spalle al cluster più anziano si
misero in cerchio «Dite che
dovremmo fidarci?» sussurrò Camila lanciando uno sguardo incerto al gruppo,
oltre la spalla di Blaise «La signora Nott è una brava persona» Margaret si
strinse le spalle «E se fossero in combutta con il ministero?» incalzò
Sebastian guadagnandosi degli sguardi perplessi «Magari hanno stretto un patto
per il quale, consegnandoci, verranno lasciati in pace» spiegò con sguardo
preoccupato.
«Dio, quanto si vede
che sei americano» Rafael scosse il capo sconsolato, mentre gli altri fecero
del loro meglio per trattenere una risatina, escluse Hele e Blaise, che guardarono
il brasiliano leggermente offese «Io sinceramente sarei d’accordo a
collaborare» disse Andriy «Anche io…ho accidentalmente
scrutato le menti di un paio di loro» Camila fece un sorrisino colpevole
facendo ridere i suoi compagni «E mi sembravano davvero armati delle migliori
intenzioni»
«Sentito Signor
complotto?» Margaret si rivolse a Sebastian che le fece la linguaccia, prima di
sospirare convinto «Va bene mi fido di voi»
I nove ragazzi si
voltarono verso i più anziani, che per tutto il tempo erano rimasti a guardare
la loro piccola riunione di gruppo con un sorrisino «Accettiamo» disse Margaret mentre i suoi amici
annuivano «E ora diteci tutto quello che sapete»
La donna mora si
rivolse ad uno dei suoi compagni «Adil, vuoi parlare tu che sei l’avvocato?» gli chiese con
un sorriso e l’indiano annuì.
*
«È andata bene»
commentò quasi stupita Emilia «Sembrano dei bravi ragazzi e mi sembra che ci
abbiano ascoltati con attenzione»
Margaux annuì prima
di passarsi una mano sul volto «Già…ora mi aspetta una chiacchierata con mia
figlia»
«Vedrai che andrà
bene anche questa volta, sono certa che tua figlia sia una ragazza
intelligente»
«Se Emilia, la regina
del pessimismo, è positiva non può che andare bene» le rassicurò Trevor, il
giamaicano dai lunghi rasta «Non ti insulto solo perché ho scommesso con Chin
che sarei riuscita a stare buona per quattro ore»
«Hai scommesso con
Chin? Allora sappi che non ti mollerò un secondo per farti perdere»
«Non osare, devo
andare a casa a controllare le mie figlie, perché probabilmente non avranno
nemmeno iniziato a fare i compiti e non posso averti intorno che mi importuni»
i due continuarono a battibeccare e Margaux, dopo aver sorriso, interruppe il
contatto: aveva bisogno di parlare da sola con Christianna.
Con un sospiro si
smaterializzo direttamente nel salotto di casa e, prima ancora che potesse
appoggiare la borsa sul tavolo, un rumore di piedi che correvano sulle scale e
sorrise istintivamente: solo
Christianna saltellava in quel modo.
«Mamma» Margaux si
girò e non fu sorpresa di trovarsi davanti sua figlia, che si dondolava sui
talloni, mordicchiandosi il labbro; la donna aprì leggermente le braccia e in
men che non si dica Christie corse ad abbracciare la madre, stringendola forte
«Credo che stasera ci aspetti di diritto una serata tra donne, cosa ne dici?»
le sussurrò la donna e sentì la figlia annuire contro il suo petto «Abbiamo un
bel po’ di cose da dirci»
*
Rafael, che stava
servendo cocktail alla velocità della luce al bancone del bar, parlava
tranquillamente con gli altri sensate, che si trovavano nel salotto di Blaise
«Certo che quel Kincaid era veramente un pazzo» borbottava scuotendo il capo.
«Già…il fratello
della signora Nott è stato veramente coraggioso» Margaret annuì «Un grifondoro
fino in fondo»
Il brasiliano inarcò
un sopracciglio mentre continuava a shakerare chissà cosa «Fingerò di sapere
cosa voglia dire essere un grifondoro»
«E’ una delle case nelle
quali gli studenti vengono divisi a Hogwarts» spiegò l’inglese «Grifondoro è
quella dei coraggiosi e orgogliosi»
Hele fece
un’espressione imbronciata «A
Mahoutokoro non avevamo nulla di simile» brontolò «Tu di che casa fai parte?»
Margaret fece un
sorrisino furbo «Serpeverde, quelli
brutti e cattivi» rispose con ironia facendo ridere i compagni «Non ti ci vedo
proprio tra i malvagi» rise Blaise, accarezzando con delicatezza la schiena
nera e setosa di Balerion, il suo gatto.
«Spesso le
caratteristiche di una non corrispondono per filo e per segno ad una persona»
spiegò Sebastian, sdraiato sul tappeto che giocava un’avvincente partita a
scacchi con Åke «Figurati io ho scelto la casa degli intelligenti e sono una
delle persone meno studiose che avrete mai la possibilità di incontrare»
«Sì certo, infatti
sei diventato capo del tuo reparto nel laboratorio di pozioni perché hai
collezionato i bollini della spesa» commentò sarcastico Åke prima di sorridere
trionfante guardando la scacchiera «Scacco matto, comunque» Sebastian sbuffò,
guardando astioso i suoi pezzi venire spazzati via.
«Case a parte, non
sono certa che sia sicuro che Margaret rimanga in Inghilterra» mormorò Camila
guadagnandosi otto sguardi basiti «Insomma lei vive a pochi chilometri da un
potenziale pazzo con manie di potere mentre noi ce ne stiamo belli tranquilli
nelle nostre case a migliaia di chilometri di distanza»
Andriy soppesò le
parole prima di parlare «La
signora Nott ci ha detto che ai suoi tempi avevano progettato di catturarli
tutti contemporaneamente» fece notare.
«E poi non è nemmeno
detto che questo Kincaid sia davvero pazzo come il padre» aggiunse Margaret «In
ogni caso serve qualcuno sul posto…e poi non preoccupatevi, sono piccola ma con
i duelli me la cavo bene»
«Mal che vada mi
trasformo in un leone e sbrano chiunque ti importuni» commentò con leggerezza
Jamal e, sebbene gli altri sensate ridacchiarono, sapevano perfettamente che
non stava affatto scherzando.
«Piuttosto» si
intromise Hele «Se la situazione dovesse improvvisamente degenerare, potremmo
venire tutti a Londra»
Åke la guardò
stralunato «Eh?!»
Hele agitò le mani
«Rifletteteci bene, se fossimo
tutti nello stesso posto o comunque a poca distanza potremmo mandare in tilt
quella stanza di cui parlava la conoscente di Margaret…»
«O venire catturati
tutti in blocco come dei fessi» concluse per lei Åke con voce cupa «E gli
indicibili farebbero festa per non averci messo molto a trovarci»
«Londra è una città
grande, se ci sparpagliassimo non saprebbero più dove andare, la signora Nott
ha detto che i loro tracciati non erano molto precisi e soprattutto questa
volta sembra che non ci sia ancora nulla di pronto»
«Questo è quello che
crediamo…»
«Kincaid sta
lavorando da solo stavolta, per quanto sia intelligente non sarà mai veloce
come dieci uomini…è poi abbiamo anche questa volta un infiltrato»
«Sì, ma è solo una
studentessa…e poi siamo davvero certi che possiamo fidarci di quella
ragazzina?» Åke incrociò le braccia, come sfidando gli altri a contraddirlo
«Chi è adesso il complottista?» chiese Sebastian retorico generando uno
scroscio di risate
Margaret si mosse
leggermente, appollaiata sul bracciolo della poltrona dove era seduto Jamal
«Christianna è davvero carina, a scuola era bravissima, molto seria e
responsabile fin da bambina, io mi fido di lei»
«Se Margaret si fida
mi fido anch’io» disse con decisione Jamal, guadagnandosi un grande sorriso
dalla ragazza «Non è il caso di discutere tra di noi, se dovessero sorgere dei
problemi li affronteremo, ma non ha senso diventare paranoici» Margaret gli
fece l’occhiolino
Andriy annuì «Aspettiamo di avere notizie dai Nott» disse con
tono deciso «Poi ci regoleremo di conseguenza»
Camila batté un
paio di volte le mani per richiamare l’attenzione «Dato che per una volta, a quanto pare, abbiamo
una sottospecie di piano, proporrei di rilassarci adesso» appellò con la
bacchetta una serie di videocassette e dvd «Propongo un film tutti insieme,
poco conta che qui da me siano le quattro di notte, io non ho molto sonno»
«Mettete qualcosa che
ho già visto, per favore, non posso distrarmi troppo da lavoro» borbottò
Rafael, ancora impegnato al bar.
Hele si mise più
comoda sul divano «Io avrei delle
verifiche di matematica da correggere, ma posso anche farlo domani…che ne dite
di vedere una commedia?»
«Quattro matrimoni e
un funerale?»
«Ma che commedia è se
parla di un funerale?» chiese perplesso Andriy facendo ridacchiare gli altri
«E’ bellissima, fidati» Hele gli tirò una lieve gomitata e il ragazzo si limitò
a stringersi le spalle: non gli rimaneva che fidarsi degli altri membri del
cluster.
Margaret si
sistemò meglio sul bracciolo, appoggiando la testa sulla spalla di Jamal e
guardando con un gran sorriso gli altri sette ragazzi. Indicibili pazzi o meno,
per ora andava davvero tutto bene.
Il cluster del 2 febbraio. Da
sinistra a destra Daniel, Trevor, Margaux, Adil,
Emilia e Chin
Sono maledettamente in ritardo,
lo so e davvero non so come scusarmi. Spero davvero davvero
di riuscire a fare di meglio la prossima volta.
Vi chiedo ancora una volta di
votare il personaggio del prossimo capitolo: Margaret questa volta ha stravinto
ma gli altri nomi erano davvero molto diversi…mi chiedo chi la spunterà questa
volta, ho idea che sarà una sfida all’ultimo voto!
Em
Ps: ho finalmente trovato un’app decente per fare i collage mentre sono in treno,
piano piano sostituirò quelli bruttissimi di prima ahahah