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Autore: deminamylove    25/11/2018    0 recensioni
In ogni liceo esiste una piramide sociale, grazie alla quale molti giovani credono di avere successo, ma per Lauren non è quello ciò che conta. Lei ama la sua vita, non perchè è considerata la ragazza più adorata della scuola, ma perchè ha tutto ciò che un adolescente può desiderare: degli amici fantastici, un'ottima media scolastica, una famiglia agiata.
Cosa succederà quando il suo mondo calmo e perfetto verrà turbato dall'arrivo della ragazza, invece, più problematica dell'istituto? Quali saranno le sue scelte quando inizierà a provare sulla propria pelle la realtà infernale di Camila?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Altri, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fu da quell'episodio nel bagno che Lauren non rivide più Camila a scuola, né per quel giorno né per i due seguenti. Non ne conosceva il motivo, ma era quasi sollevata da ciò. Incontrare i suoi occhi e rischiare di immaginare la scena all'interno di essi la spaventava, come se non fosse pronta a vivere un'esperienza del genere sapendo che la rabbia avrebbe preso possesso del suo corpo. Perché? Non lo sapeva. Non aveva mai nemmeno parlato con quella ragazza, allora perché farsi tanti problemi per lei? Eppure, da quando l'aveva vista insieme a quell'individuo davvero poco raccomandabile, un senso di protezione nei suoi confronti era nato in lei, un senso di protezione che era stato enormemente deluso in quel bagno.

Al quarto giorno Camila continuava a non farsi vedere e la cosa iniziava a turbare Lauren. Non aveva corsi in comune con lei quella mattina, ma le pareva strano non averla mai incrociata nemmeno in corridoio.

Che fine ha fatto?

Non pensò ad altro durante le prime tre ore di lezione e alla pausa pranzo decise di evitare la mensa, con il suo ammasso caotico di gente, e andare a prendere aria fuori, in cortile, e riflettere.

Fu lì che la vide.

Sotto un albero, con la solita felpa con 30 gradi all'ombra, la vedeva di spalle. Il cuore aumentò lievemente il battito, non si aspettava di incontrarla per davvero.

E ora che faccio? Vado da lei? Sarebbe strano. Merda.

Non riusciva a prendere una decisione, non riusciva nemmeno a spiegarsi perché volesse andare così tanto a salutarla. Voleva sapere se stesse bene, tutto qui, cosa c'era di male? Nulla. Allora perché tanta agitazione? Decise di spegnere il cervello per un secondo ed azionare direttamente le gambe. Fu così che si ritrovò ad avvicinarsi alla ragazza sotto l'albero.

Nell'arco di una quindicina di secondi si ritrovò in piedi, di fronte a lei, senza sapere esattamente come attaccare discorso. La osservò per qualche istante dato che la sua presenza era ancora ignota a Camila. Aveva le cuffie alle orecchie mentre prestava la propria attenzione ad un libro che aveva poggiato sulle gambe piegate, probabilmente un libro di matematica. Aveva l'espressione talmente assorta che a Lauren quasi dispiacque disturbarla.

"Ciao" disse Lauren finalmente, cercando di far arrivare la propria voce oltre la musica che proveniva dalle cuffie. Al saluto la ragazza seduta quasi si risvegliò di soprassalto, alzando rapidamente lo sguardo leggermente spaventata.

"Scusa, non volevo spaventarti. Non so se ti ricordi di me, seguiamo lo stesso corso di matematica. Mi chiamo Lauren" disse sorridendo, porgendo una mano a Camila, la quale, ormai tranquillizzatasi, non faceva altro che guardare con fare curioso il volto di Lauren, quasi non vedendo la sua mano sospesa a mezzaria. Dopo qualche secondo, la ragazza corvina capì che non le avrebbe stretto la mano, così la abbassò.

"Okay... beh volevo solo chiederti come stavi, ho notato che manchi da scuola da qualche giorno e volevo accertarmi che non fosse per colpa mia"

"...colpa tua?" quando finalmente la ragazza minuta proferì parola, un altro sorriso comparve sul viso di Lauren, incantata dalla sua voce che sentiva per la prima volta.

"Sì, voglio dire... la prima immagine che ho avuto di te è stata te che hai avuto un attacco di panico per colpa mia, credo" Camila continuava a guardarla confusa "il primo giorno di scuola... durante l'ora della prof Lovato... quando ti ho toccato la spalla con la mano" finalmente un lampo di consapevolezza attraversò gli occhi della ragazza seduta ancora per terra.

"Ah, okay" Lauren non riusciva a tenere il filo del discorso, più guardava gli occhi scuri di Camila, più vi leggeva la confusione e lo sbandamento, più ne rimaneva incantata. Tuttavia, quella situazione iniziava a diventare imbarazzante, ma soprattutto strana. Non capiva l'atteggiamento che stava avendo la ragazza nei suoi confronti, così iniziò ad indagare con lo sguardo su di lei e fu allora che notò un particolare, un leggero tremore alle mani che sembrava andare avanti da quando avevano iniziato a parlare.

La preoccupazione nel cuore di Lauren aumentò improvvisamente, di nuovo quell'idea di quattro giorni prima le passò per la mente e cercò velocemente altri fattori che potessero confermare la sua tesi.

La felpa, maledizione.

Perché indossare un indumento del genere con questo caldo, se non per nascondere qualcosa, come le braccia?

"Camila, ti senti bene?" Lauren si avvicinò leggermente, piegandosi per arrivare all'altezza di Camila.

"... cosa?" era come se il suo cervello fosse quasi spento e questo fece capire a Lauren che la ragazza non era lucida.

"Okay, è tutto okay Camila" Lauren si sedette con estrema calma accanto a lei e con ancora più calma cercò la mano di lei, trovandola senza opposizione. Aveva una pelle così morbida e delicata, che il toccarla la mise quasi a disagio. La strinse leggermente, forzando un sorriso quando la ragazza minuta spostò lo sguardo prima sulle loro mani intrecciate e poi sul volto della corvina. Stava per sollevare la manica della felpa ora che poteva verificare senza ostacolo alcuno la propria preoccupazione, ma fu allora che la campanella della fine pausa pranzo suonò e, come se ripresa da uno stato di trans, Camila si ridestò sfilando velocemente la mano da quella di Lauren, per poi alzarsi con un po' di fatica ed andare in direzione dell'edificio scolastico, senza proferire parola.

La corvina impiegò più tempo per riprendersi, per metabolizzare ciò che aveva appena realizzato.

Maledizione!

Pensò frustrata, coprendosi il volto con una mano. Cosa avrebbe dovuto fare? Dirlo a qualcuno? Cercare aiuto per lei? Non la conosceva nemmeno, non sapeva con chi parlarne. Voleva aiutarla, con tutta se stessa, ma ne era davvero capace? Non aveva mai avuto a che fare direttamente col mondo della droga, non sapeva come gestire determinate situazioni.

Calmati un secondo, magari stai solo esagerando. Probabilmente era solo stanca o assonnata.

E con questo pensiero si rialzò per dirigersi verso la lezione successiva, cercando di scrollarsi di dosso quell'angoscia che aveva creato senza effettive prove. A tutti capita di avere delle giornate no, magari quella era la giornata no di Camila, e più cercava di convincersi più iniziava a pensare, di contro, a quanto fossero evidenti i suoi tremori alle mani, gli occhi scavati e la totale incapacità di sostenere un discorso tanto semplice. No, Camila non era solo stanca, e questa presa di consapevolezza fece vibrare il cuore di Lauren, spaventandola.

E ora?

Salve a tutti! Ecco il secondo capitolo, lasciate un commento per farmi sapere se la storia vi sta piacendo.

A presto,

Mary

 

  
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