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Autore: MonicaX1974    26/11/2018    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Harry's POV

È come un film che si proietta in ripetizione continua nella mia testa. Tutto quello che è successo in questi pochi giorni che abbiamo trascorso a Londra mi si ripresenta sotto forma di immagini, di fotogrammi, di piccoli flash che mi tormentano con insistenza.

Sono sdraiato a pancia in su, con gli occhi fissi al soffitto e un braccio piegato dietro la testa. Chloe sta dormendo accanto a me, e non riesco ad evitare di tenerle la mano. È come se da questo contatto riuscissi a trarre la forza di cui ho bisogno per affrontare questa giornata.

Non ho chiuso occhio, e non so nemmeno come mi sento. Non ho cenato, non ho fatto colazione, non ho pranzato e non ho cenato di nuovo. Sono pieno di incertezze, di dubbi, ma ringrazio di avere qui Chloe e Jordan nella stanza accanto alla nostra. È partito per Londra il giorno dopo la mia video chiamata.

*

«Harry, ma che cazzo stai dicendo? Hai bevuto? Dov'è Chloe?» Grace ride nel vedere la sua reazione, e la sua risata è incredibilmente simile a quella di Jordan.

«Non ho bevuto. Avrei dovuto chiamarti ieri, ma non ne ho avuto il coraggio...» L'espressione di mio fratello cambia, da confusa diventa ancora più confusa. «Mary Thompson era venuta a Boston per dirci di lei.» Indico la ragazza seduta alla mia destra e lui ora ha l'espressione confusa alla seconda, anzi no, alla terza. «Lei è Grace Thompson ed è nostra sorella...»

«Harry hai fumato?» Grace ride ancora e la sua risata riesce a toccarmi il cuore, in che modo ci riesca non lo so, ma il suo buonumore è contagioso.

«Ciao Jordan...» È lei a prendere in mano la situazione, e in poche parole riesce a spiegargli cosa sta succedendo. Adesso lui è confuso all'ennesima potenza, credo anche un po' preoccupato. «... io ho intenzione di stare vicino alla mamma fino alla fine. Sono arrabbiata con lei, è vero, ma ho avuto sempre e solo lei nella vita, le voglio bene e non potrei mai lasciarla sola...» Finiscono di parlare e solo ora mi rendo conto che mio fratello ha indossato una maglia.

«Parto domani!» afferma deciso, e conosco bene lo sguardo che ha in questo momento. Ero certo che appena avrebbe appreso la notizia sarebbe partito per raggiungermi, in questo caso per raggiungerci.

*

Il giorno dopo in aeroporto credo di aver visto l'abbraccio più emozionante a cui abbia mai assistito in tutta la mia vita. Anche Chloe si è commossa nel vedere Jordan e Grace stretti l'un l'altra tra le persone che passavano loro accanto. Dopo quella video chiamata siamo tornati in ospedale, e io ho avuto il mio dannatissimo confronto con lei. Per fortuna papà e Grace ne sono rimasti fuori, e io sono riuscito a dirle tutto ciò che pensavo. So che quella sera Jordan e Grace si sono sentiti per telefono, lei mi ha chiesto il numero di lui e hanno fatto una lunga chiacchierata. E io, la lunga chiacchierata l'ho fatta con mia madre.

*

Al ritorno dalla nostra passeggiata al parco entro nella stanza da solo, Grace ha deciso di aspettare di sotto al bar. Mio padre è seduto accanto a lei, le sta tenendo la mano e la guarda con gli occhi di chi è sinceramente innamorato, mentre Chloe è appoggiata con un fianco alla finestra. Si volta verso di me appena nota la mia presenza, mi viene incontro e mi abbraccia, poi mi parla all'orecchio, in modo che solo io possa sentirla.

«Stai bene Harry?» so che è preoccupata, le sto facendo vivere un periodo non troppo tranquillo, spero solo di non combinare danni come sono solito fare.

«Sto bene, non preoccuparti. Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto.» Ho perso la cognizione del tempo insieme a Grace. «Ho trascurato la mia ragazza, ma mi farò perdonare.» Mi sorride, io sorrido a lei, poi sospiro perché è davvero arrivato il momento. «Adesso devo parlare con lei...»

«D'accordo...»

«Giù al bar c'è Grace, ti farà piacere parlare con lei...» Annuisce, mi lascia un bacio veloce sulle labbra, poi mi supera ed esce dalla stanza.

Mio padre mi guarda e capisce dalla mia espressione che ho bisogno di restare solo con lei. Le si avvicina, le dà un bacio sulla fronte, le sorride e le bisbiglia qualcosa che non riesco a sentire. Lei non risponde. Papà l'aiuta a mettersi seduta, poi la guarda per un attimo, quando mi affianca posa una mano sulla mia spalla e mi osserva. Probabilmente vorrebbe dirmi qualcosa, ma sono contento che si sia trattenuto dal farlo, non so se ho abbastanza energie per discutere con entrambi.

Anche lui mi supera e si reca verso l'uscita, il mio sguardo si ferma in quello di mia madre che mi sta guardando. Sento il rumore della porta chiudersi. Ora siamo soli e non ho più intenzione di rimandare, chiuderò questa cosa adesso.

«Hai parlato con Grace?» mi domanda con filo di voce dopo aver tolto la maschera dell'ossigeno.

«Sì, ho parlato con Grace...» le confermo avvicinandomi al suo letto. «Non la pensiamo allo stesso modo su di te, ma questo credo che tu lo sappia già.» Si sta preparando ad incassare il colpo, e non c'è niente che possa fermarmi adesso.

«L'unica cosa di cui m'importa siete voi, e se resterete insieme per me sarà una gioia immensa.» Ha un sorriso spento, ancora più di ieri. Non credo le resti molto, ma la cosa non mi tocca.

«Ed è l'unica che avrai da parte mia e di Jordan. Hai distrutto la nostra famiglia. Non starò a ripeterti le cose che ti ho già detto ieri, non ho più voglia di sprecare altro fiato con te, non meriti niente. Sei solo un'egoista, hai sempre deciso tu per gli altri, mi ha rubato diciotto anni, l'hai fatto anche con Jordan, e hai fatto in modo di avere Grace solo per te. Questa è l'ultima volta che parlerò con te. D'ora in poi, se mi vedrai qui dentro sarà unicamente per mio padre e per Grace, io per te non esisto più.» Continua a sorridere come se le stessi dicendo qualcosa di bello, e nemmeno il suo sorriso mi tocca.

«D'accordo Harry, farò come vuoi tu.» Nessuna protesta, nessun commento. Accetta ogni cosa che dico senza ribattere in alcun modo.

«Domani arriva Jordan qui a Londra, ma non aspettarti di vederlo. Viene qui solo per Grace Lei sorride ancora di più alle mie parole, e non importa se le sto dando la soddisfazione che si aspettava, io e mio fratello non rinunceremo a nostra sorella a causa sua.

*

Questi giorni sono stati difficili per tutti. Per fortuna ho convinto Chloe a farsi mandare tramite mail una parte del suo lavoro di traduzione da sua sorella, almeno ha potuto tenersi impegnata quando io ho dato di matto. So bene che le ho fatto del male, lei insiste nel dire che non importa, ma so di averla ferita. In qualche modo dovrò rimediare e mi servirà più di un semplice ciondolo per farlo.

*

«Harry?» La voce di Chloe arriva alle mie spalle. Il suo tono è incerto, e so bene di essere io la causa della sua preoccupazione. «Hai voglia di parlarne?»

«No» rispondo secco senza voltarmi verso di lei.

Dopo aver parlato con mia madre sono passato dal bar al piano terra dell'ospedale, ho a malapena salutato Grace, poi ho voluto tornare in albergo perché non volevo né vedere, né parlare con nessuno. Quando siamo arrivati mi sono messo a fissare un punto fuori dalla finestra e non mi sono più mosso. Non ho idea di quanto tempo sia passato in questo modo, e nemmeno m'interessa.

«Harry... Ti ho detto che non me ne vado...»

«Forse dovresti...» Non volevo realmente dirlo, ma la mia bocca è stata più veloce del mio cervello che sembra essere andato in completo black out.

«Harry...» Pronuncia solo il mio nome, sento le sue mani posarsi sui miei fianchi per poi avvicinarsi e abbracciarmi da dietro, ma ho paura di questo contatto adesso, e mi allontano da lei di scatto, quasi mi avesse bruciato. «Harry...»

«Lasciami in pace Chloe.» Non voglio essere lasciato in pace, non so perché l'ho detto e non so perché non riesco a confessarlo.

«Scordatelo!» Fa un passo verso di me, io uno indietro.

«Ti ho detto che voglio essere lasciato in pace, è tanto difficile da capire!?» Alzo la voce, e continuo a dire il contrario di ciò che penso.

«Non è quello che vuoi» afferma lei con certezza.

«Che cosa ne sai di quello che voglio!?» Urlo ancora, senza motivo, mentre sfogo su di lei la mia rabbia.

«Harry...»

«Non ho niente da dire, e poi non capiresti!» È come se fossi tornato ad essere lo stesso Harry di qualche anno fa, quello rancoroso e carico di odio.

«Perché non capirei? Devi solo...»

«Perché tu hai una famiglia fottutamente perfetta!» Le mie urla le provocano dolore, glielo leggo negli occhi. Non ho idea di come io la stia guardando, ma non è niente di buono. «Tu non hai la minima idea di cosa vuol dire crescere senza un genitore mentre l'altro ti ignora!» parlo ancora con rabbia rincarando la dose. «Non puoi capire come ci si sente a scoprire di avere una sorella di cui ignoravi l'esistenza! Come diavolo potresti capirlo!? Tua sorella ha vissuto per te! Tutti l'hanno fatto! Persino il tuo migliore amico si è annullato per te! Nessuno ti ha mai abbandonato, cos'è che potresti capire!?» Ho urlato talmente tanto che mi brucia la gola, sento pulsare le tempie e sento un calore espandersi nel mio corpo, che continua ad aumentare sempre di più.

Le mie grida vengono sostituite dal silenzio, che per assurdo fa ancora più rumore della mia voce. Mi sta guardando con gli occhi sbarrati e gli occhi lucidi. Chloe non piange quasi mai, le ho fatto decisamente male.

«Hai ragione Harry, io non lo so cosa vuol dire vivere in una famiglia complicata e sono sempre stata circondata da persone che mi hanno sostenuto, ma non azzardarti a dirmi che non so cosa sia l'abbandono! Non sei l'unico ad aver perso qualcuno! Quindi adesso ti dai una cazzo di calmata e mi spieghi come ti senti, perché è vero che non lo so, ma è anche vero che voglio saperlo!» Una lacrima scivola via sulla sua guancia, l'asciuga in fretta con le dita e mi guarda con una grinta che mi fa tremare le ginocchia. «Mi hai sentito Harry?» Vorrei parlare, vorrei dirle che non penso nemmeno una parola di quello che ho detto, vorrei spiegarle cosa mi tormenta, ma ho un enorme groppo alla gola che mi impedisce di far uscire la voce.

Fa un altro passo verso di me, ma stavolta non mi sposto. Ho bisogno di lei, ne ho bisogno più che mai, e mi riempirei la faccia di schiaffi se solo riuscissi a muovermi.

«Insieme Harry...» Fa un altro passo, si posiziona di fronte a me, posa la mano sul mio petto, all'altezza del cuore, che solo ora mi rendo conto di quanto sia accelerato. «Insieme...» Lo ripete con voce più bassa, quasi tremante. Il mio cervello mi dice di prendere le sue mani nelle mie e stringerla a me, ma il corpo non risponde ai segnali che provo ad inviare. «Vieni qui razza di testone!» Le sue braccia mi cingono la schiena e il contatto con il suo corpo mi fa tornare lentamente in me. Le mie braccia si muovono senza che me ne renda conto, poso le mani sulla sua schiena e la stringo per un tempo che sembra infinito, fino a quando riesco a trovare il conforto necessario per tornare a respirare.

*

I giorni che sono venuti dopo quella discussione sono stati costellati da alti e bassi. Gliel'avevo detto che avrei potuto diventare uno stronzo, e alla fine l'ho fatto davvero. Non voglio farla soffrire, non lo merita, ma non sono stato in grado di gestire tutti gli avvenimenti che mi hanno letteralmente travolto.

Non ho più parlato con mia madre, ma ho abbracciato spesso mio padre - siamo anche stati a cena un paio di volte - e ho approfondito la conoscenza con mia sorella. Io e Jordan abbiamo legato in fretta con Grace, riusciamo a dialogare con una facilità impressionante nonostante non riusciamo a trovare un punto d'incontro sull'argomento che riesce sempre a farci discutere: nostra madre.

Non è stato affatto facile convincerla a venire con noi a Boston perché non vuole rassegnarsi al fatto che presto sarà sola qui a Londra. È stata Mary a convincerla che fosse la scelta migliore, e in un breve attimo di tranquillità, Grace è riuscita a strapparmi la promessa che le avrei lasciato la mia camera a casa di mio padre.

Per quanto lo volessi, non è stato facile troncare con mia madre, e comunque non mi ha fatto sentire meglio. Non ho provato alcuna soddisfazione, o realizzazione, nell'essere io a voltarle le spalle, ma non tornerei indietro sulla mia scelta per nessun motivo.

Un piccolo movimento tra le mie dita mi porta a voltarmi verso di lei. Si sta svegliando, e io mi giro su un fianco per osservarla meglio.

«Perché sei già sveglio?» biascica a fatica con gli occhi semi chiusi.

«La domanda giusta è perché tu sei già sveglia?» Le sistemo i capelli a lato del viso.

«Perché gli ingranaggi del tuo cervello stanno facendo un rumore infernale.» Riesce a strapparmi una piccola risata con le sue parole.

«Non vale Stewart, questa battuta è mia.» Non smetto di accarezzarle i capelli mentre sulle sue labbra nasce un piccolo sorriso.

«Come ti senti?» I suoi occhi si aprono del tutto e mi studia con attenzione. Sono giorni che lo fa e io, tra momenti buoni e altri meno, gliel'ho permesso. Non le ho reso la vita facile, e aiutarmi è stata un'impresa non da poco, ma lei mi ha stupito ancora, non si è mai arresa e mi ha tenuto in riga quando stavo per uscire fuori strada.

«Al solito. So come dovrei sentirmi, ma non riesco ad essere triste.» Sono passati circa dieci giorni da quando siamo qui, e lei è peggiorata a vista d'occhio. Ogni volta che entravo nella sua stanza d'ospedale c'era qualche problema in più rispetto al precedente, poi sono iniziati i giorni dei sedativi e non era quasi più cosciente.

«Non sei una brutta persona per questo, lo sai vero?» Si alza leggermente, si appoggia su un gomito e non smette di tenere i suoi occhi nei miei.

«Non ne sono sicuro, ma non importa, non posso farci niente...» Restiamo per un attimo a guardarci e io mi rendo conto di quanto sono fortunato in realtà.

Ho Chloe, una famiglia allargata, e degli amici che mi hanno fatto sentire la loro presenza anche se mi trovo in un altro continente. Zayn ha chiamato tutti i giorni, Louis e gli altri si sono divertiti a fare qualche video chiamata su FaceTime. Tuttavia al momento ho un unico pensiero che mi preoccupa.

Grace.

*

Io e Jordan entriamo nell'appartamento dopo di lei, che poi chiude la porta alle nostre spalle. Ci guardiamo intorno e lo sguardo di entrambi cade sulle numerose foto riposte ordinatamente sul mobile accanto all'ingresso.

Tutte quante ritraggono lei e la mamma. Sul volto di mio fratello compare una piccola smorfia che sta trattenendo per non far notare il fastidio che sta provando, così cerco di trovare qualcosa da dire per deviare la sua attenzione.

«Sei molto più ordinata di me, su questo assomigli a Jordan.» Lui si volta verso di me, ed insieme iniziamo una piccola discussione sul mio proverbiale disordine. Mi lascio prendere in giro mentre sto al gioco e le teniamo compagnia intanto che lei inizia a sistemare le cose da portare via.

Grace sta soffrendo perché sua madre sta per lasciarla. Comprendo il loro rapporto, e i primi giorni ne ho sofferto parecchio, ma adesso so che non posso in alcun modo cambiare gli eventi passati. L'unica cosa che posso fare è accettarli e passare oltre, altrimenti non ne verrò mai fuori. Cosi mi limito a darle conforto, e nel frattempo mi concentro su di lei, per instaurare il rapporto che meritiamo di avere.

Stesso discorso vale per Jordan che però sembra essersi legato a lei molto più velocemente di quanto abbia fatto io. Credo che essere il fratello maggiore gli si addica alla perfezione.

«Vi chiederei di restare a cena, ma vorrei tornare in ospedale.» Grace ha terminato di svuotare il suo armadio e decidiamo che sarò io ad accompagnarla da lei, Jordan non vuole nemmeno ad avvicinarsi.

*

Passare del tempo con Grace mi ha fatto entrare un po' nella sua vita, e so che oggi ha davvero bisogno di qualcuno su cui poter contare.

«Hai già sentito Grace?» mi domanda dopo un po'.

«No, ma è ancora presto.» Allungo una mano sul comodino e prendo il mio iPhone per controllare l'orario. Sono appena le sei, forse sta ancora dormendo. «Magari le invio un messaggio» dico a bassa voce più rivolto a me stesso che a lei. Così digito qualche parola con la quale le chiedo come sta, poi invio e lo rimetto a posto.

«Forse dovrei prepararmi, tanto ormai sono sveglia» dice per poi alzarsi dal letto.

«Mi preparo anch'io, poi chiamo Jordan.» Il suono dell'arrivo di un messaggio mi fa fermare prima di allontanarmi dal letto. Grace mi ha risposto, e ora vorrei già essere da lei.

*****

Non ci sono più di dieci persone, le ho contate. Un mazzo di fiori bianchi è esattamente al centro della bara. Sono stati papà e Grace ad occuparsi di organizzare il funerale.

Mamma è mancata all'improvviso per un arresto cardiaco. Sapevamo tutti che non le restava molto, ma quella crisi ha accelerato le cose. Mio padre e mia sorella sono distrutti, Jordan è imperscrutabile, io credevo di sentirmi sollevato, e invece mi sento totalmente indifferente.

Non m'importa del prete che parla, non m'importa di quello che dice, non m'importa del colore dei fiori, non m'importa del luogo dove verrà seppellita, non m'importa della dannata foto e nemmeno della fottutissima frase incisa sulla lapide. Se n'è andata e non si è nemmeno portata via la mia rabbia.

Ecco, non sono indifferente, sono incazzato. È così che risponderei a Chloe se mi chiedesse adesso come mi sento. Lei è rimasta un paio di passi indietro, insieme a Jordan che alla fine ha deciso di venire solo per papà e Grace. Io sono ad un passo da quell'affare di legno che sta per essere calato sotto terra, accanto a me c'è Grace, poco più in là mio padre. Dalla parte opposta un paio di donne che so essere state loro vicine di casa. Non c'è nessun altro. Questo è tutto il bene che ha raccolto quella donna in tutta la sua vita.

***********

Chloe's POV

Sento una forte stretta allo stomaco, talmente violenta da dover trattenere un conato nascondendo il viso con una mano.

Ho cercato di guardare meno possibile quella cassa di legno, ma è come se una forza magnetica alla quale non riesco a resistere, tenesse il mio sguardo inchiodato lì sopra. Il mio corpo è scosso da alcuni brividi nonostante le temperature non siano affatto basse.

È il primo funerale a cui prendo parte dopo il suo, e riesco a mantenere la concentrazione solo quando il mio sguardo si ferma sulla schiena tesa di Harry. Jordan dev'essersi accorto del mio malessere dato che ha appena posato un braccio sulle mie spalle, e mi ha tirato a sé regalandomi un piccolo sorriso.

«Hazel ha detto che dovresti accendere il telefono.» Trattengo un sorriso nel sentirlo parlare a bassa voce mentre il prete fa la sua omelia.

«La chiamerò più tardi.» La verità è che sto evitando i miei migliori amici perché non volevo affrontare con nessuno questo argomento. Ne ho già parlato con mia madre, e non voglio più sentire la parola funerale per molto tempo, soprattutto perché non manca molto al primo anniversario della scomparsa di Dylan.

Ma adesso non è il momento di pensare a me. Sono qui per il ragazzo che amo esageratamente tanto, ora è lui ad avere bisogno di me e non gli negherò il mio sostegno.

In questi giorni è stata dura stargli accanto. Tutto il dolore e la sofferenza che ha provato negli anni sono venuti a galla, e ha faticato parecchio a gestire le emozioni - sempre se le emozioni si possono gestire. Tenere a bada la sua rabbia è stato altrettanto complicato, ma alla fine ci siamo riusciti perché l'abbiamo fatto insieme. Si sta lasciando aiutare, e so quanto sia difficile farlo, io stessa ho fatto decisamente fatica a permettergli di farlo con me, ma ci stiamo riuscendo.

Io e Harry torneremo domani a Boston perché la società ha bisogno di qualcuno che la guidi, mentre suo padre e suo fratello aiuteranno Grace con il trasferimento.

Hanno legato molto, ed è stato meraviglioso essere testimone di questo rapporto appena nato. Anche Grace ha sofferto molto nella sua vita, credo possano aiutarsi reciprocamente a vincere i propri demoni.

Nonostante tutto, la mia speranza nel futuro è più forte che mai. Ci saranno ancora ostacoli da affrontare, prove da superare, ma stiamo imparando a farlo insieme, e non solo come Chloe e Harry, ma lo stiamo facendo come una famiglia.

E il cuore mi si riempie di orgoglio e grande gioia quando lo sguardo mi cade sulla mano di Harry abbandonata lungo il fianco, perché la mano di Grace si sta intrecciando alla sua, lui la stringe a sua volta e io so che ora c'è una persona in più che lo sosterrà sempre, proprio come ho intenzione di fare io per il resto dei miei giorni.

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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

E con questo abbiamo chiuso questa complessa parte della loro storia. Hanno superato insieme un momento difficile e ne sono usciti più forti.

Vi ringrazio ancora per essere qui con me.

Eeeee niente, buona lettura 😍

 
   
 
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