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Autore: Crilu_98    26/11/2018    1 recensioni
Marcus è un alfa senza un branco.
Molti secoli fa ha deciso che governare come un re sui licantropi non valeva la sua libertà; ma un lupo solitario, senza la protezione di un branco, è una facile preda per i Cacciatori di Immortali, perciò Marcus viene catturato. Solo grazie all'intervento di una strega, Lucy, riesce a riottenere la libertà e le promette che tornerà a salvarla.
Judith ha sempre rifiutato l'eredità della sua famiglia perché l'avrebbe allontanata ancora di più dalla sua gemella Meredith, una strega incapace di fare incantesimi. Dopo essere sopravvissuta alla ribellione delle Streghe, la ragazza è stata chiusa in isolamento e non ha avuto più notizie della sorella o della sua amica Lucy, strega potente ma ancora inesperta.
Nel caos della liberazione del Castillo des Brujas le strade di Judith e Marcus si incontrano e i due decidono - nonostante la reciproca diffidenza e le diversità dei loro caratteri - di unire le forze nella ricerca delle ragazze scomparse; braccati dai Cacciatori il licantropo e la strega iniziano un viaggio attraverso l'Europa che li porterà a conoscere le comunità di Immortali che cercano di sopravvivere nell'incertezza del mondo moderno.
#I SPIN-OFF DI 'THE WITCHING HOUR'
Genere: Avventura, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Witching Hour'
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I PARTE : REX IMMORTALIUM ANIMARUM
 
"Un uomo pieno di superbia è solitamente
fiero della cosa sbagliata"
(Henry Ford)

"Nessuno è più superbo di colui
che si crede immune dai pericoli del mondo"
(Dan Brown) 

 

So di star sognando.
So che questa non è la realtà e che in questo momento sono distesa in una gabbia oscura e puzzolente che nei mesi precedenti ha ospitato un licantropo.
So che è la droga che mi hanno iniettato a confinarmi in questo limbo ai limiti estremi della mia coscienza.
Però, per tutti gli Spiriti, come è bello questo sogno! 
Innanzitutto, sembra proprio reale, ma a questo sono abituata: nella mia famiglia i sogni sono qualcosa di più che uno scherzo della mente e di volta in volta possono assumere il valore di visioni, premonizioni o passaggi tra i mondi. È un'eredità sgradita che ho sempre represso, ma drogata come sono, con il bracciale di contenimento che mi impedisce di usare la magia ben stretto attorno al polso... Beh, posso fare ben poco.
Perciò mi lascio trascinare placidamente lungo il corso della visione, in cui vedo me stessa e Meredith giocare in un prato.
Siamo ancora bambine e mia sorella non ha l'espressione contrita che ha assunto una volta superata l'adolescenza; ancora non sappiamo che crescendo la magia, il nostro grande orgoglio segreto, ci avrebbe divise.Siamo ancora troppo piccole per comprendere il dolore e le responsabilità legate ai Marchi: per noi la magia è gioco e meraviglia e fantastichiamo di curare il giardino di nostra madre, o danzare a mezz'aria durante i Solstizi. In questo momento stiamo fingendo di essere due principesse contese ad un ballo dagli esponenti di altre famiglie di streghe; e andiamo poco lontano dalla realtà, perché se è vero che nostra madre non è a capo della Congrega - e perciò non siamo di sangue reale nel modo in cui lo intendono le streghe - è anche vero che la nostra è una tra le più antiche famiglie magiche ancora in circolazione.
Mi si stringe il cuore, perché so cosa succederà tra poco: il primo corvo è già atterrato poco distante da noi e zampetta tra l'erba, fissandoci con inespressivi occhi scuri.Vorrei gridare e metterlo in fuga, ma mi limito ad osservare i suoi simili che si appollaiano sugli alberi, tra i cespugli, sul bordo della fontana che gorgoglia lì vicino.
Ci sono poche regole sull'uso della magia, tra le streghe, ma vanno rispettate senza eccezione, senza badare al prezzo da pagare per tale obbedienza.
Mai farsi scoprire dagli umani. 
Mai praticare la negromanzia per riportare in vita i morti. 
E mai, mai tentare di cambiare il passato o il futuro: ciò che è stato e ciò che deve essere sono pagine di un stesso libro ed ogni cosa accade per un motivo.
Perciò faccio un passo indietro mentre i corvi avanzano, aprendo i loro becchi ed intonando un rauco canto che solo io sembro comprendere, sempre più vicini e numerosi. Meredith grida e salta all'indietro, inciampando nella fontana e ferendosi alla testa.Il graffio poi guarirà, ma l'episodio le rimarrà impresso per sempre, suscitandole un'istintiva repulsione per gli uccelli.
E in una famiglia che si vanta di discendere dal dio Corvo non ci sarebbe voluto molto tempo prima che questa cosa diventasse un serio problema.
     

Apro gli occhi di scatto e la prima cosa che vedo è la strega rinchiusa nella gabbia di fronte alla mia: è molto giovane e spaventata e sentirla piangere mi fa stringere il cuore. Mi ricorda Sabrina, che come me è stata separata dal resto delle streghe per essere marchiata dai Cacciatori: un macabro capovolgimento dei ruoli a cui temo la ragazza non sia sopravvissuta. Quando le hanno imposto il primo marchio — la fonte della magia delle streghe — la giovane ha perso il controllo, liberandoci tutte e dando il via ad una rivolta che i nostri carcerieri hanno affogato nel sangue: più della metà delle streghe prigioniere nel castello di Torquemada sono morte quel giorno.Secondo i miei calcoli devono essere passati più o meno due mesi, ma è difficile da dire quando si è chiusi in una stalla in cui la luce del sole filtra a malapena. L'odore dei licantropi che le hanno occupate prima di noi - e che io, insieme alla mia amica Lucy, ho aiutato a fuggire - è ancora molto forte e i primi giorni mi dava la nausea; sembra che la nuova sistemazione, invece, sia molto gradita dai Cacciatori, come se avessero avuto la conferma del fatto che tutti gli Immortali siano animali e non esseri umani. La rabbia sale di nuovo in me e come ogni giorno il bracciale di contenimento si stringe attorno al mio polso: il dolore è tale che devo subito lasciar perdere la magia. I Cacciatori di Immortali sono furbi e nel corso dei secoli hanno affinato le loro tecniche per renderci inoffensivi, per questo riescono a tenere così tanti di noi rinchiusi in questo castello; la Mano di Dio, l'organizzazione segreta che sta seminando il terrore tra gli Immortali di tutta Europa, non lascia niente al caso. Per potermi liberare servirebbe un miracolo, o un grande aiuto esterno.
Qualche giorno fa Magdalena, la strega più anziana tra quelle che ho incontrato durante la mia prigionia, ci ha inviato un messaggio tramite una lucertola: dice di tenerci pronte, che non siamo sole e che presto si scatenerà una nuova ribellione.
Personalmente ci credo poco, ma le altre ragazze sembrano rincuorate da questa speranza, perciò rimango zitta e rimugino sul nostro destino.
Ho paura, non per me stessa, ma per Meredith: ormai avranno capito che avevano preso la gemella sbagliata e che è lei quella priva di marchi; l'esperimento 380 consisteva proprio nel testare la resistenza delle streghe ai marchi, dato che non tutte abbiamo la forza di sopportare il peso di tutti e quattro. Il fatto che nessuno mi abbia punito non fa altro che accrescere il timore per la sua sorte.
Sono in pena anche per Lucy: giovane newyorkese del tutto ignora delle regole degli Immortali, rapita e costretta ad affrontare tante, pesanti verità tutte in una volta. Non so come avrei reagito al suo posto, scoprendo che i miei genitori avevano entrambi sangue di strega e che perciò ero destinata ad essere una cavia della Mano di Dio. Il messaggio di Magdalena mi ha rivelato che è rinchiusa nei sotterranei con i vampiri.
"Oh, Lucy!" penso, con le lacrime agli occhi "Chissà cosa ti staranno facendo adesso! E la piccola Noelia che fine avrà fatto?"
Troppe vite in pericolo, troppe persone che non posso salvare... Il mio pugno si abbatte contro le sbarre e un formicolio di dolore si propaga in tutto il braccio. Una strega, dalle gabbie più lontane, interrompe le sue preghiere:
"Pazienta, Judith!" mi dice "Il tempo è vicino."

 

A svegliarmi è un boato improvviso che fa sussultare anche le mie sventurate compagne di prigionia.
Mi alzo in piedi e con passo malfermo, ancora insonnolita, mi avvicino alle sbarre: dai lampi di luce che intravedo oltre le pareti di legno della stalla capisco che fuori c'è un gran casino. Uno di quelli che solo una banda di Immortali può creare. Il mio cuore inizia a battere più forte:
"Ci siamo!" penso, sorridendo "La seconda rivolta è iniziata!"
Una strega di mezza età, rinchiusa in una gabbia sull'altro lato del capannone, stringe le labbra:
"Rimane solo da sperare che non mandino tutto all'inferno come l'altra volta!"
Ha ragione e il mio entusiasmo viene bruscamente smorzato al ricordo dell'ultimo tentativo di riguadagnare la libertà.

     

Lucy aveva avuto la pazza idea di liberare i licantropi e io avevo provato a fermarla: come poteva lei, una strega inconsapevole che aveva ricevuto i marchi da poche settimane, riuscire a comunicare con creature che ormai erano più bestie che uomini? Ma Lucy, anche nei momenti peggiori, aveva una luce speciale negli occhi e una caparbietà fuori dal comune: si era avvicinata all'alpha, un terrificante lupo rosso e ringhiante, tranquillizzandolo come se fosse un innocuo chihuahua. Avevo visto i suoi capelli neri sparire in mezzo alle pellicce dei licantropi che correvano verso la libertà, insieme alla piccola Noelia. Ero convinta che sarebbe stato l'ultimo ricordo che avevo di lei e mi ero voltata per nascondere le lacrime: i Cacciatori, i nostri nemici instancabili che erano usciti dalle nebbie delle favole, non conoscevano pietà per gli Immortali. Però io dovevo trovare Meredith, accertarmi che fosse viva e tentare con ogni mezzo di riportarla a casa: nient'altro aveva importanza, in quel momento.
La cercai a lungo in mezzo alle streghe che combattevano una lotta senza quartiere in ogni angolo del castello di Torquemada; la cercai tra le stanze del torrione in cui ci avevano rinchiuse la prima volta e tra le pile di cadaveri.
Mia sorella era scomparsa.
Alla fine vidi con la coda dell'occhio Lucy, improvvisamente riappesa sulla scena, che perdeva il controllo sulla magia, riversando un torrente di fuoco sui Cacciatori... Adam, il Nephilim malvagio che le aveva imposto i marchi, non ci mise molto a soggiogarla.
Fui colpita alla testa ed il mondo divenne oscurità.

     

Sbatto velocemente le palpebre per tornare alla realtà. 
"Dobbiamo uscire da qui!" dichiaro, ma è più facile a dirsi che a farsi.
L'argento con cui le gabbie sono state forgiate non è un problema per noi, come invece era per i licantropi: l'ostacolo sta nei bracciali che ci hanno imposto e che ci impediscono di usare la magia. Non appena cerchiamo di evocarla, infatti, queste terribili manette si stringono, facendoci perdere la concentrazione; un paio di streghe si sono anche rotte l'osso del polso nel tentativo di liberarsene. Penso di nuovo a Sabrina nel giro di poche ore: quando Adam e i Cacciatori hanno provato ad imporle il marchio ha riversato nel castello una tale quantità di magia che era stato facile, per noi streghe, disfarci dei bracciali.
Stringo i pugni al pensiero che la Mano di Dio abbia trasformato la cerimonia del marchio, un'occasione di festa ed allegria, in un'esperienza umiliante, spaventosa, potenzialmente mortale. Il fatto che Lucy ne fosse uscita più o meno indenne per ben due volte confermava ciò che i Cacciatori avevano pensato di lei: è una strega di sangue puro, potente come poche.
Abbasso lo sguardo sui tre marchi che decorano i miei avambracci, riflettendo se attivarli o meno:
"Magari quello che sta succedendo là fuori, qualsiasi cosa sia, provocherà un altro flusso magico e potrò rompere il bracciale!"
All'improvviso un corvo atterra starnazzando nel bel mezzo della stalla ed io grido, spaventata. La strega chiusa nella gabbia accanto alla mia si volta di scatto:
"Cosa c'è?"
"Il... Il corvo..." balbetto, incredula. L'uccello continua ad osservarmi con gli occhietti neri e tondi; il becco nero è socchiuso e le zampe raspano il terreno sporco con impazienza.
Ci metto qualche istante per capire che nessun'altra lo vede e nello stesso momento comprendo anche che non può essere reale: le porte delle stalle sono chiuse e non ci sono finestre.
Il corvo gracchia, come se fosse piacevolmente colpito dalla mia intuizione, e saltella verso di me.
Mi tiro indietro e posso percepire il biasimo della mia famiglia per tale codardia: il corvo è sul nostro sigillo e nei secoli passati veniva venerato come un dio!
"Io, però, lo trovo solo ripugnante! E spaventoso! È un presagio di morte..."
L'uccello pare offendersi, perché arruffa le penne scure come la notte in un vano tentativo di sembrare minaccioso. Poi svolazza sul lucchetto che chiude la mia gabbia, starnazzando e tirandolo con gli artigli affilati.
"Ehi, Judith, cosa stai facendo?"
La voce di una delle mie compagne mi riscuote: mi stanno tutte osservando, dato che ho fatto passare un braccio attraverso le sbarre ed ho afferrato il lucchetto.
Del corvo non c'è neanche l'ombra, ma attorno alla serratura ci sono profondi graffi.
"È questo il problema con le visioni!" penso, lievemente a disagio come tutte le volte in cui l'eredità del mio sangue si manifesta.
"Quando hanno termine non sai più distinguere cosa è reale e cosa invece non lo è."
Tiro il lucchetto con tutte le mie forze, ma senza troppe speranze: mi sono immaginata tutto, come al solito. Invece rimango a bocca aperta quando il pezzo di metallo mi rimane in mano.
La porta della gabbia si apre con un cigolio verso l'esterno ed io non perdo tempo: mi precipito fuori prima che il miracolo termini, ignorando i muscoli che protestano per la forzata inattività.
Un silenzio carico di stupore ed aspettativa è sceso nella stalla, ma non so davvero come aiutare le altre streghe. Il bracciale è ancora addosso a me e senza magia forzare più di trenta gabbie è un'impresa eccessiva per le mie forze.
"Aspettate qui!" esclamo quindi, tentando di apparire più decisa e fiduciosa di quanto sia in realtà "Vado a cercare qualcosa con cui liberarvi!"
Alzo con fatica la pesante sbarra di ferro che blocca il portone delle stalle, poi barcollo fuori, accecata dalla luce del sole dopo tanta penombra.


Angolo Autrice: 
Ecco qui il primo capitolo, in cui entriamo nella testa di Judith e abbiamo i primi esempi del suo potere, che sarà spiegato mooolto meglio più avanti xD per chi ha letto Captive i prossimi capitoli sembreranno una ripetizione, dato che si sobrapporrano parzialmente al finale della prima storia; e non vi preoccupate per Marcus, lo rivedremo presto! 
Alla prossima! 

  Crilu
 
 
 

 
   
 
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