Fanfic su artisti musicali > Shawn Mendes
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Autore: Rebelle Fleur 93    26/11/2018    0 recensioni
Avete mai amato un cantante talmente tanto da immaginare come sarebbe stato se lui si fosse innamorato di voi? Io si. Ed è così che è nata la mia FanFiction. E' così che Julia e Shawn sono nati nella mia testa: amici da una vita e pazzamente innamorati l'uno dell'altra. Il successo e la fama scombussoleranno le loro vite, ma riusciranno a fermare il loro amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

LIGHTS ON


Non so che fare.
Non so che aspettarmi, ma nonostante tutto quello che la mia testa non smette di ripetermi, tutti quei discorsi e quei problemi che in fin dei conti sono futili cazzate da ragazzina paranoica, ho deciso nelle ore insonni passate a pensare che la devo piantare di piangermi addosso. Devo accettare le cose come stanno e andare avanti.
Questa mattina ce l’ho fatta. E’ strano ma oggi mi sento bene. Mi sento felice senza un motivo preciso, ed è bellissimo. 
Fuori c’è uno splendido sole che illumina i prati verdi del vicinato, l’aria è fresca e il cinguettio degli uccelli echeggia per la città. E’ proprio un'ottima giornata per passare un pò di tempo all’aria aperta. E’ da un bel pò che non lo faccio. 
Il telefono, dopo un lungo periodo di inutilizzo, riprende a squillare disturbando i miei pensieri. E’ Zoey.
“Ciao” rispondo.
“Julia?!” dice, sorpresa di sentire che sono ancora viva.
“In persona” rispondo ironica.
“Come stai?” chiede, quasi spaventata dalla mia risposta.
“Stranamente sto bene, grazie” dico sincera, con un pizzico di malinconia.
“Ne sono felice, davvero. Sono stati i mesi più sofferti della mia vita” confessa, con un tocco di tristezza nella voce.
“Sto bene” mi limito a dire, cercando di non riaprire il fascicolo “Shawn”.
“Senti, ti andrebbe di andare a fare un giro al parco? Devo parlarti” mi propone, seriamente.
“Devo preoccuparmi?” le chiedo, davvero preoccupata.
“Nah! Ci vediamo al Rotary Park tra mezz’ora” afferma entusiasta, come se aspettasse con ansia questo momento.
“D’accordo. A dopo!” esclamo, posizionandomi davanti all’armadio aperto e scegliendo con gli occhi cosa mettermi.
“A dopo!” riattacca.
Poggio il telefono sulla sedia della scrivania e ed entro in bagno con i vestiti.
Dopo essermi fatta la doccia, mi trucco leggermente e mi vesto.
Ho optato per un maglione oversize grigio a maniche lunghe, un paio di leggins di pelle bucati sulle ginocchia e delle Dr. Martens nere opache. Prendo la mia Michael Kors nera, ci infilo il cellulare e scendo al piano di sotto.
“Buongiorno” saluto i miei, trovandoli in cucina a fare colazione.
“Buongiorno tesoro” mi salutano come se avessero visto la Madonna.
“Già in piedi?” mi domanda mamma, incredula nel vedermi già sveglia.
“Si, vado a fare un giro al Rotary con Zoey” affermo atona, addentando un toast.
“Fai bene, è proprio una bella giornata” dice, guardando sorridente mio padre.
“Beh, io vado” biascico con la bocca piena, avviandomi verso la porta d’ingresso.
“Va bene, non fare tardi per pranzo!” grida, mentre mi chiudo la porta alle spalle.
Respiro a pieni polmoni l’aria fresca e, per un istante, mi sento di nuovo viva. Sorrido e mi incammino verso il parco.
Il sole splende gentile nel cielo, una tenera brezza mi scompiglia i capelli e il suono delle urla giocose dei bambini mi riempie le orecchie.
Chiudo gli occhi per qualche secondo, godendomi questa lieve carezza per poi riaprirli e ammirare le rare nuvole che compaiono sulla mia testa. Sembrano dei soffici batuffoli di cotone.
Una volta arrivata nel nostro posto “segreto”, noto con piacere che la mia migliore amica è già arrivata. Se ne sta lì, seduta sulla stessa altalena che da anni ci fa compagnia quando abbiamo bisogno l’una dell’altra. Significa molto per noi, per me.
Sembra tesa, fissa i suoi piedi come un automa tanto che non mi vede arrivare.
“Posso?” domando, mettendomi lentamente vicino a lei, facendola trasalire.
“Dio Juls, da dove sei sbucata? Non ti ho sentita arrivare!” esclama ridendo, portandosi una mano al petto per lo spavento.
“Me ne sono accorta” affermo, ridendo a mia volta.
Lei si alza, e corre subito ad abbracciarmi. Mi stringe forte, e questo mi basta per capire quanto le sono mancata. Quanto mi è stata vicina, anche se da lontano, in questo assurdo momento della mia vita.
“Mi sei mancata” sussurra, stringendomi ancora di più.
“Anche tu” confesso, con il viso coperto dai suoi bellissimi ricci neri. Profumano sempre di cocco, ed è una delle cose che più mi piace di lei.
“Ok, adesso basta con le smancerie sennò mi viene il diabete” dice, tornando a fare la parte della dura.
Immaginavo. I suoi momenti dolci non durano mai più di qualche minuto. 
Si siede di nuovo sull’altalena, ed io la seguo a ruota.
“Allora…di cosa devi parlarmi?” vado dritta al sodo.
Anche se la sua pelle è nocciola, riesco quasi a vederla sbiancare in viso.
Si gira lentamente, come se davvero fino a questo momento non si fosse accorta della mia presenza.
I suoi occhi neri trasudano paura da tutti i pori. Mi sto seriamente inquietando.
“Juls, ti prego di ascoltarmi senza interrompermi. Non è facile quello che ti devo chiedere, e non so nemmeno se riesco a dirtelo senza impappinarmi. Sai che le parole non sono il mio forte” 
La guardo attonita, sentendo il cuore battermi forte nel petto. Sono agitata, ho una brutta sensazione. E il mio istinto non sbaglia mai.
"Ma non avevi detto che non dovevo preoccuparmi?" le domando allarmata, riferedomi alla telefonata di qualche ora fa.
"Vuoi lasciarmi finire?!" dice disperata.
Mi limito a fare un cenno con il capo, e la lascio parlare.
“Beh ecco…Brian mi ha chiesto…si…di…andare con lui, questo venerdì, al…al primo concerto del nuovo tour di…” capendo cosa sta per chiedermi, la blocco immediatamente.
“No Zoey, non se e parla. Come…come diavolo ti è venuto in mente?!” alzo i decibel, non credendo alle mie orecchie.
“Oh andiamo Juls! Lo so che per te è difficile, ma non potresti fare uno sforzo per la tua cara, carissima amica?” mi supplica, ottenendo un “no” con la testa da parte mia. Non se ne parla.
“Dai, Brian mi piace! Ci sarà anche Matt, non sarai il terzo incomodo"
"Ah no? Lo sai che tra me e Matt la situazione non è delle migliori" affermo, mettendomi a braccia conserte. Da quando gli ho detto che per me la nostra "notte di fuoco" non ha significato nulla, non è più lo stesso e mi evita come se avessi la peste bubbonica. 
"Per favore” insiste, guardandomi con occhi languidi mentre io la fisso inespressiva.
“Ti compro un paio di tappi per le orecchie e una mascherina da notte…ma ti prego, accompagnami” ed il tono con cui lo dice, mi fa scappare un sorriso.
Andare al concerto di Shawn? Sarebbe troppo doloroso per me. Ma non me la sento di ferire Zoey, lei c’è sempre stata. Non posso fare l’egoista e rifiutare la sua richiesta, che amica sarei?!
“E va bene” affermo sbuffando, pentendomene subito.
“Lo sapevo! Grazie, sei l’amica migliore del mondo!” grida felice, saltellando come una matta.
“Ad una condizione però” smette di saltare e torna a guardarmi seria.
“Spara” dice, incuriosita.
“Devo essere un fantasma, non voglio incontrarlo. E non voglio che sappia che vengo” affermo duramente.
“Agli ordini!” improvvisa il saluto militare e mi da un bacio sulla guancia. Ruffiana.
“Come devo fare con te?! Dai, andiamo a farci una passeggiata” prendiamo le nostre cose e ci avviamo verso il laghetto delle papere.


Venerdì...

“Juls, muoviti!” urla Zoey dalla mia stanza. 
“Sono quasi pronta!” rispondo, finendo di ritoccarmi il trucco.
“Arriveremo in ritardo, l’auto è già arrivata!” 
“Ok ok, eccomi. Basta che la smetti di gridare” sbuffo, tornando in camera da lei.
Non faccio mai tardi per le cose veramente importanti. Ma questo concerto non lo è proprio. Ci vado solo per farle un favore. 
Non impazzisco dalla gioia di andare a questo maledetto concerto. E al solo pensiero, il mio cuore inizia già a battere forte. Perchè? Mi sento come se fossi impaziente di vederlo. 
Mi manca, lo ammetto. Ma mi ha ferita profondamente, non dovrei neanche pensarci. Negli ultimi due mesi è stato così difficile dimenticarlo, e adesso che ci ero quasi riuscita Zoey mi costringe a fare questo. Ora che me lo ha ricordato, è difficile non essere nervosa. 
Sono curiosa di sapere se anche lui si sente così. Cosa poco probabile, dato che quel giorno mi ha ferita con così tanta facilità. Ho paura di rivederlo. Ho paura di sentire di nuovo le stesse sensazioni che, in questo periodo, ho cercato di cancellare. Potrei sopportarlo? 
Devo stare calma. Zoey mi ha promesso di non dirgli nulla, e molto probabilmente neanche lo vedremo dai posti che abbiamo.
Devo essere forte. Non è poi così difficile, giusto? 
Faccio il nodo alle Vans e prendo la borsa, pronta per andare. 
Ho scelto un semplice maglione oversize nero da infilare nei jeans, e un paio di Levi’s strappati sulle ginocchia sorretti da una mini cinta nera.
“Hallelujah!” esclama. 
“Non siamo in ritardo” dico, guardando l’ora sul mio iPhone. 
“Lo so, ma se vogliamo stare in prima fila dobbiamo essere lì in anticipo” annuncia sorridendo, tronfia come un pavone. 
“Come? In prima fila? Cristo Zoey, dovevo essere un fantasma ricordi?!” mi infurio, guardandola in canesco.
“Ricordo bene, ma Sha…tu sai chi, ci ha dato i pass per il parterre. Non è colpa mia!” piagnucola. 
“D’accordo andiamo” pronuncio sbuffando. 
La serata non è neanche cominciata e già non vedo l’ora che finisca.
“Non avrai caldo con quella addosso?” mi domanda, guardando il mio maglione.
“Sai, lì dentro sarà pieno di ragazze accaldate…non so se mi spiego” alza le sopracciglia ripetutamente, facendomi ridere e ingelosire allo stesso tempo.
“Andiamo cretina, prima che cambio idea” affermo, spintonandola giocosamente.
Una volta uscite di casa, davanti al mio vialetto troviamo una fottuta limousine nera che ci aspetta.
“Forza ragazze, si va!” grida Matt dal tettuccio apribile della vettura, mentre Brian ci accoglie aprendoci la portiera.
Entro, seguita poi da Zoey e Brian. I miei occhi non credono a quello che vedono: sedili in pelle chiara ondulati, frigo bar pieno zeppo di bevande di ogni tipo, luci al neon che cambiano colore, soffitto stellato e casse enormi.
Mi sembra di essere in un sogno. E mentre guardo fuori dai piccoli finestrini oscurati, penso che, infondo, questa serata non sarà poi così male.
Dopo ben quarantadue minuti di viaggio, finalmente siamo arrivati al Rogers Centre di Toronto.
Un uomo, alto e muscoloso, ci mette al collo i pass e ci scorta all’interno dello stadio facendoci spazio tra la folla. Questo stadio è davvero enorme, non ho mai visto una struttura così grande. Mi metto al mio posto e osservo la situazione. Sono sotto il palco. Una transenna ed un pò di spazio mi dividono dal mio migliore amico. Quando salirà sul palco lo vedrò benissimo, ma spero con tutto il cuore che lui non vedrà me. 
L’atmosfera che c’è è spettacolare; l’arena pullula di ragazze con maglie, sciarpe e oggetti di ogni tipo raffiguranti il viso di Shawn. Gridano, piangono, si agitano sulle sedie e intonano i pezzi dell’album con tutto il fiato che hanno in gola. E’ più affollato di quanto mi aspettassi, il che è notevole dato che il concerto non è ancora iniziato. Noto con piacere che sono presenti persone di ogni tipo di età e sesso, e questo non può far altro che farmi sorridere.
Controllo l'orologio, sono solo le nove. Il concerto non inizierà prima di trenta minuti. 
“Bello vero?” mi domanda Zoey, vedendomi incantata.
“Da morire” quasi sussurro, ancora incredula.
Questo è il primo concerto di Shawn a cui assisto, ed è così assurdo che lui non sappia neanche che sono qui. Io, la sua migliore amica. Quella che non si è mai persa niente e lo ha sempre sostenuto. Sono cambiate tantissime cose, sembra ieri che eravamo in camera sua e mi diceva del contratto. Sospiro frustrata e torno alla realtà quando Zoey mi da una pacca sulla spalla.
“Tutto ok?” mi guarda con compassione.
“Tutto bene” rispondo, abbozzando un sorriso.
Passano dieci minuti. Poi venti. Il prato si è riempito così tanto, che adesso mi è quasi difficile vedere le uscite. Sento delle urla, mi giro verso il palco e lo intravedo, intento a parlare con due ragazzi della band. Incrocio i suoi occhi prima ancora di raggiungere quelli della mia amica. Sono gli stessi, identici, occhi dell'ultima volta. E come l'ultima volta, inevitabilmente, mi colpiscono in maniera spaventosa. 
Sento il cuore accelerare e i nervi tendersi come le corde di una chitarra. Speravo di non sentire più niente, di essere riuscita a cancellarlo...ma più guardo quegli occhi, e più credo di impazzire. Più li guardo, più sembrano perforarmi. 
Distolgo velocemente lo sguardo da quell'infinito che minaccia di inghiottirmi, e spero con tutta me stessa che non mi abbia visto. 
“Zoey, penso che mi abbia visto. Porca troia!” esclamo, coprendomi gli occhi con le mani.
“Juls rilassati, ho provato a salutarlo varie volte ma non mi ha vista. Le luci sul palco ci fanno sembrare al buio, perciò non preoccuparti. Andrà tutto bene” mi tranquillizza dandomi un bacio sulla guancia, per poi tornare a parlare con Brian e Matt piazzati accanto a lei.
Andrà tutto bene, mi ripeto. 
Quasi ci credo. 
Quasi. 
Le luci si spengono e le urla delle fans si diffondono in tutta l’arena. Qualche immagine di Shawn da bambino sullo schermo ed eccolo che entra. Un brivido mi attraversa la schiena, non riesco più a controllare il mio corpo; tremo come una foglia e le lacrime mi rigano il viso. E’ qui, davanti a me. Lo rivedo per la prima volta dopo due interminabili mesi. Sono paralizzata, non riesco a dire una parola.
Brian e Matt gridano e cantano come matti ogni canzone, mentre Zoey passa quasi tutto il tempo a guardarmi. La vedo con la coda dell’occhio, sembra preoccupata. Non si sta godendo lo spettacolo ed io mi sento terribilmente in colpa. Non voglio rovinarle l’appuntamento, ma non riesco a trattenere le emozioni. 
Ho la pelle d'oca. Fatico a respirare e il mio stomaco si sta contorcendo dal dolore.
Non ce la faccio.
"Zoey, non ce la faccio" dico, toccandole un braccio per richiamare la sua attenzione.
"Cosa?" grida, avvicinandosi con l'orecchio a me.
"Credevo di farcela, ma non ci riesco!" urlo anch'io, cercando di sovrastare la musica.
"No Juls, andiamo...è quasi finito!"
"Mi dispiace" quasi sussurro, con le lacrime agli occhi.
Inizio a farmi spazio tra la folla, voglio andarmene il più lontano possibile da qui.
Shawn inizia a parlare.
“Toronto! Come va? Siete belli caldi stasera!” grida, facendo scatenare i fans. 
Matt, Brian e Zoey mi chiamano, ma non gli do peso. Continuo a camminare, guardando di tanto in tanto il palco; Shawn cammina avanti e indietro, è di una bellezza sconfinata. Indossa i soliti pantaloni neri, i suoi affezionatissimi stivaletti e una t-shirt bianca semplicissima. Parla, tutto sudato e con la chitarra appesa al corpo.
“L’ultima canzone si chiama “Lights On”, l’ho scritta pensando ad una ragazza. Ho combinato un casino, e questa sera vorrei rimediare” afferma, facendomi perdere un battito.
I fans vanno in visibilio e, improvvisamente, tutto lo stadio inizia a guardarsi intorno in cerca di questa ragazza misteriosa. La band attacca, e la canzone inizia. Mi volto per osservare le reazioni delle persone, e noto con stupore che gli spalti sono illuminati da una scritta rossa: “Ti amo”.
Sono confusa, non sto capendo niente. In questo momento non riesco a pensare, così mi limito a guardare immobile il palco.
I miei amici sorridono e mi guardano, ed io continuo a non capire cosa succede.
Ascolto attentamente il testo, e penso che sia bellissimo. E' una dichiarazione vera e propria...e non so perchè penso di essere io la ragazza in questione.
Una volta terminata, Shawn saluta tutti con un assolo di chitarra e scompare dietro le quinte.
Matt, Zoey e Brian mi fissano sorridenti mentre io continuo a guardarmi in giro, cercando una spiegazione a quello che è appena successo.
“Juls” sento una voce fin troppo conosciuta alle mie spalle.
Mi giro e lo vedo in tutto il suo splendore mentre tenta di farsi spazio tra le persone, e i bodyguard che cercano di proteggerlo dai fans agitati.
“Shawn, sei impazzito? Che ci fai qui?” gli domando preoccupata, sentendomi leggermente osservata. Inaspettatamente cala il silenzio, tutto lo stadio ci sta guardando. Il led ci ritrae, e i microfoni addosso a lui fanno si che le persone sentano.
“Juls, quella scritta…quella canzone…erano per te! Ho praticamente obbligato Zoey a costringerti a venire, e ti ho dedicato “Lights On” per chiederti scusa...e per dirti che ti amo anch’io” confessa tutto d’un fiato davanti a circa cinquantamila persone, lasciando tutti senza parole. 
“Ti amo Julia, da sempre. E quando sei venuta da me non potevo dirti quello che provavo perché…beh…perchè anche Matt prova qualcosa per te, ed io non volevo ferirlo…così ho ferito te…mi dispiace” dice, guardandomi fisso negli occhi.
Mi giro verso Matt, quando lo sento parlare.
“Confermo tutto. Mi dispiace Julia” si limita a dire, abbassando lo sguardo.
Hanno tutti un espressione sognante in viso, Zoey soprattutto. Io invece, travolta dalle emozioni, scoppio a piangere.
Tutto lo stadio è in attesa di una mia risposta, con il fiato sospeso.
“Tu sei pazzo" rido in lacrime.
"Si, di te" mi regala uno dei suoi sorrisi più belli, e con la mano si tira indietro il suo ciuffo ribelle.
"Shawn…ti amo” affermo, guardando i suoi occhi diventare lucidi e le sue guance accaldarsi.
“Ti amo anch'io” sussurra con la voce leggermente rotta. Mi accorgo solo ora di averlo così vicino da poter sentire il suo respiro. Cattura le mie lacrime con le dita e mi accarezza la guancia.
Le facce attonite dei fans mi fanno capire che quello che è appena successo era del tutto inaspettato per loro. E, ad essere sincera, lo era anche per me. 
Non era previsto, ma è stato il momento più bello della mia vita. 
Non dovremo più mentire a noi stessi, niente più baci rubati e poi restituiti, niente più sbalzi d’umore irritanti e niente più paura di dover gridare al mondo quello che proviamo l’uno per l’altra. 
Siamo liberi, ed è la sensazione più bella che si possa provare.
C'è un momento di silenzio, poi sentiamo l’arena esplodere in applausi.
Si sentono urla indistinte in ogni parte dello stadio, che poi finiscono per unirsi in un unico grido: "bacio!". 
Con questo sottofondo prendo Shawn per la maglia e lo avvicino a me mentre le sue mani raggiungono i miei capelli. E ci baciamo. Ci baciamo con tutto l'amore possibile, con tutte le parole non dette, con tutta la paura di quel che succederà ma con la convinzione che non finirà, con la certezza che questo bacio sia solo il primo di una lunghissima serie e l'inizio di una nuova avventura.
Ci stacchiamo e ci guardiamo di nuovo negli occhi. E mentre lo guardo, finalmente realizzo quello è successo.
Non avrei mai pensato che Shawn fosse capace di fare un gesto del genere, durante un concerto, davanti a tutte queste persone. Ma certe cose, come l'amore, hanno bisogno a volte di gesti eclatanti come questi. Hanno bisogno di baci intensi alla luce del sole, di parole urlate e non più sussurrate, di emozioni forti vissute senza paura, di occhi lucidi come quelli che adesso ho di fronte. Gli stessi occhi che mi hanno fatto innamorare di lui. Gli stessi occhi che non mi stancherò mai di guardare. È questa la felicità. È questa la libertà. 

 

FINE


Eccoci giunte alla fine 😭
Spero vi sia piaciuta come è piaciuta a me 😁
Come sempre vi ringrazio, anche se non recensite...il solo sapere che l'avete letta mi rende felice 💗
Vi voglio bene ragazze, per me siete come una famiglia.
Alla prossima! Vi bacio 
😘
xoxo
G
  
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