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Autore: Recchan8    27/11/2018    0 recensioni
Questa è la storia di un primo amore adolescenziale, di un'estate trascorsa tra amicizie e incomprensioni.
Questa è la storia di Fabiola, Silvia, Flavia, Tiberio e Virgilio: cinque ragazzi, un unico filo conduttore.
Questa è la storia dell'Estate dell'Imperatore.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi rigirai impazientemente il cellulare tra le mani. A un certo punto mi scivolò e cadde sul pavimento della pista da ballo; la cover e la batteria partirono dalle loro posizioni e si sparpagliarono al suolo.
-"Benissimo..."- borbottai.
Dopo aver discusso per messaggio con Alessandra, la mattina seguente avevo stabilito che prima di prendere decisioni drastiche del tipo "lascio le cose come stanno" o "mi butto a capofitto nella situazione", dovevo sentire le opinioni di altre persone, persone più vicine al cosiddetto circolo vizioso. Avevo così chiamato Silvia e Virgilio (svegliando quest'ultimo) e chiesto loro di vederci alla pista da ballo prima di pranzo.
Mi alzai dalla panchina e mi chinai a raccogliere i pezzi del mio cellulare, accorgendomi poi di quale cover stessi utilizzando: quella verde, regalatami da quel ragazzo che l'estate scorsa mi piaceva ma che non ricambiava i miei sentimenti. Mi scappò un sorriso ripensando alle cretinate fatte per trovare un modo per conoscerlo, per parlarci, per uscirci e per poi scoprire cosa pensava di me.
Una nuvola transitò per qualche secondo davanti al sole, oscurando il cielo e proiettando sulla pista la sua ombra. Pensai con drammaticità che si dovesse trattare per forza di un avvertimento: "Qualsiasi cosa farai, andrà male anche questa volta".
C'è da dire che l'ottimismo è sempre stato uno dei miei pregi migliori.
Ricomposi il cellulare e, nel momento in cui stavo per fare uno squillo ai due ritardatari, li sentii arrivare dalla stradicciola. Con sollievo constatai che Virgilio si era un po' ripreso dalla batosta del giorno precedente, anche se non del tutto.
-"Buongiorno!"- li salutai. -"Siete in ritardo. Come sempre"- aggiunsi alzando gli occhi al cielo.
-"Stavo dormendo, sai com'è..."- mi rispose Virgilio.
-"Mi hai appena lanciato una frecciatina?"- gli domandai alzando un sopracciglio.
-"Molto probabile"- ammise incrociando le braccia.
-"...Comunque sì, proprio una bella giornata!"- ci interruppe Silvia sarcastica.
Silvia si sedette accanto a me, stese le gambe e si stiracchiò, crogiolandosi al sole delle dieci del mattino. Virgilio invece rimase in piedi di fronte a noi, sempre con le braccia incrociate.
-"Virgo?"- disse Silvia.
-"Sì?"-.
-"Siediti con noi"-.
Virgilio ci pensò su per qualche secondo, poi abbandonò le braccia lungo i fianchi e si sedette tra me e Silvia.
-"Guarda che siamo nella stessa barca"- gli dissi tirandogli una spallata amichevole.
I due si girarono improvvisamente verso di me mostrando entrambi un'espressione interrogativa; giustamente, visto che non avevo specificato a nessuno dei due il motivo preciso dell'uscita di quel giorno.
-"In che senso?"- mi domandò Silvia.
Mi passai una mano tra i capelli e pensai a un modo non troppo ambiguo per spiegare la bellissima e meravigliosa situazione in cui mi ero ficcata involontariamente.
-"No, volevo dire..."-. Mi fermai. Stavo iniziando ad avere dei ripensamenti, ma poi mi tornò in mente il messaggio di Alessandra: "Sì ma fai in fretta; il tempo non aspetta nessuno". -"Dico..."-.
"Dai Fabiola, ce la puoi fare!".
Silvia e Virgilio mi incitarono a proseguire con un'occhiata.
-"Cioè, insomma... Mi piace un tipo..."-.
-"Ah sì?"- disse Silvia sorpresa. -"Perché non me l'hai detto subito? Di solito..."-.
-"Come si chiama?"- la interruppe Virgilio.
Spostai lo sguardo dalle mie ginocchia al viso del ragazzo accanto a me. Mi stava guardando fisso negli occhi, e il suo sguardo aveva una traccia di preoccupazione. Gli sorrisi, ma lui non fece altrettanto. Forse aveva già capito di chi stavo parlando.
-"Ma dai! Che domande sono?"- esclamai con un tono di voce stridulo. -"Comunque il nome non importa! Cioè, importa, ma non in questo momento"- scoppiai a ridere in preda all'agitazione.
Silvia guardò Virgilio, perplessa, mentre lui non accennava a togliermi lo sguardo di dosso. Mi mossi a disagio sulla panchina, sorridendo forzatamente.
-"Va bene, va bene. Allora andiamo al punto della situazione!"- propose Silvia.
-"Il nome"- ripeté Virgo.
-"Be'..."- mi ricomposi. -"Diciamo che da voi volevo solo un'opinione"- ignorai il ragazzo. -"Mi sono resa conto che questo ragazzo mi piace solo l'altro ieri, e sinceramente non so se dichiararmi o meno. Cioè, forse sto correndo troppo..."- spiegai.
Silvia annuì, incrociò le braccia e iniziò a riflettere. Virgilio si appoggiò coi gomiti sulle ginocchia e sbuffò. Era chiaro come il sole che non aveva voglia di sentire discorsi sull'argomento.
-"Mi dici come si chiama?"- insistette.
-"Non è importante, davvero..."-.
-"Intanto"- mi interruppe Silvia. -"Bisogna vedere quanto tempo hai a disposizione da passare con lui. Da quanto lo conosci?"-.
-"Non..."-.
-"Poco, eh? Probabilmente stavi cominciando a conoscerlo quando i tuoi ti hanno portata a Serò, sì. Quindi l'hai conosciuto quest'estate. E' un tuo compagno di scuola? Amico di amici? Piuttosto, c'è interesse nei tuoi confronti da parte sua?"-.
-"Silvia, mi sono persa nelle tue domande..."-.
-"Ma fammi il piacere"- sbottò Virgilio. Si alzò improvvisamente in piedi. Stringeva i pugni. Mi lanciò un'occhiata sprezzante e si incamminò verso l'arco di pietra.
-"Virgo! Dove vai?"- gli domandò Silvia alzando la voce.
C'era arrivato. Aveva capito di chi stavo parlando.
Mi alzai a mia volta e gli corsi dietro. Lui si girò e con un'occhiataccia mi fermò.
-"Stai lì"- mi ordinò.
-"Virgo, ma che succede?"- chiese Silvia raggiungendomi.
-"Che succede? Mi stai davvero chiedendo che succede?! Silvia, non l'hai capito di chi sta parlando Fabiola?"-.
Mi guardò spaesata e scosse la testa. Virgilio storse la bocca ed espirò rumorosamente.
-"La ragazza che amo e la persona di cui mi fidavo di più..."-.
-"Virgilio, lasciamelo dire, forse stai correndo troppo"- dissi piano.
-"Sto correndo troppo? Mi stai dicendo che mi sto scaldando per niente? Senti un po', allora dimmi cosa devo fare se mi vedo portare via le persone più care da una terza persona a cui tengo. E' sempre andata a finire così. Cosa devo fare?!"-.
Sentii Silvia che mi stringeva il braccio, ma non la guardai: avevo gli occhi puntati su Virgilio.
-"Ascoltami. Seriamente, sei..."-.
-"Hai almeno la minima idea di come mi stia sentendo?"- mi domandò sprezzante.
Mi zittii subito. Un lieve venticello cominciò a soffiare e smosse le foglie degli alberi. I fili d'erba sembravano appesantiti dalla tensione nell'aria.
-"Stai esagerando. Non mi sembra una cosa così grave come la stai descrivendo..."- dissi.
-"Hai ragione. Hai perfettamente ragione"-.
Ci volse le spalle e riprese a camminare.
-"Virgilio!"- gli urlai dietro.
Silvia si staccò dal mio braccio e con la coda dell'occhio la vidi abbassare lo sguardo e scuotere la testa.
-"Virgilio!"-.
-"Ehi..."-.
Mi girai a guardare Silvia.
-”Cosa c'è?”-.
-"Tu non ci stai con la testa"- mi disse. -"Ti avevo avvertita..."-.
-"Silvia, ti prego, non ti ci mettere anche tu! Credi che mi stia divertendo?"- sbottai.
-"Ti piace Tiberio!"- quasi gridò. -"Sei completamente pazza!"- esclamò sconvolta.

 

 

Tornai in veranda, impilai le stoviglie del pranzo e sbattei con forza le tazze sul tavolo; un po' di tè traboccò da entrambe.
-"Fabiola cara, dov'è finita la grazia?"- mi domandò mia nonna da dentro casa.
-"E' andata a farsi fottere, ecco dov'è finita!"- ringhiai sedendomi e cominciando a girare il cucchiaino nella tazza.
-"Fabiola, questi termini!"-.
La ignorai e bevvi un sorso di tè alla pesca. Silvia allungò riluttante la mano e prese la sua tazza. Se la rigirava tra le mani, ma il suo sguardo era fisso su mia nonna. Capii a cosa stava pensando e provvedetti con una scusa a spedire i nonni in paese; tanto in un modo o in un altro sarebbero rimasti in piazza fino a tardi.
-"Da quanto tempo va avanti questa storia?"- mi domandò Silvia.
-"Dall'altro ieri sera"- risposi. -"Non capisco perché tu ti sia arrabbiata tanto"- sbottai.
-"Io non sono arrabbiata! Mi sto solo preoccupando per te! Porca miseria, ma proprio Tiberio doveva piacerti?!"-.
-"Abbassa la voce!"- esclamai.
-"No, non abbasso la voce! Hai idea della situazione in cui ti sei cacciata? Te l'avevo detto di non immischiarti...!"-.
-"Vuoi abbassare la voce?!"- quasi urlai.
Silvia rimase a bocca aperta per una manciata di secondi, poi si riappoggiò allo schienale della sedia di paglia e cominciò a rigirare il tè guardandomi malissimo.
-"Cosa avete tutti quanti? Che problema c'è se mi piace, forse, un tipo come lui? E' inutile che mi guardi così, sono io che dovrei essere incazzata. Incazzata con te perché t'incazzi senza motivo, incazzata con Virgilio perché pure lui s'è incazzato, incazzata con Tiberio perché è Tiberio..."- ripresi.
-"Insomma, un'incazzatura generale"- biascicò Silvia.
Alzammo entrambe gli occhi dalla tazza, ci guardammo e scoppiammo a ridere.
-"Dai, io ero seria!"-.
-"Si vede, non riesci a smettere di ridere!"-.
Con dei respiri profondi riuscimmo a calmarci.
Come sempre mi ero dimenticata di far raffreddare il tè, così il suo calore contribuiva ad aumentare l'afa del dopo mezzogiorno.
-"Comunque... Ascolta, faresti meglio a lasciar perdere. Vedi di dimenticarti di Tiberio"- mi consigliò Silvia.
Il sorriso che poco prima stava sulle mie labbra svanì lentamente; sospirai e posai la tazza sul tavolo.
-"In questo momento stai facendo del male a te stessa. E a Virgilio"- riprese. -"Virgo, come hai potuto vedere, si è sentito estremamente tradito da te. Ti conviene levarti dalla testa Tiberio..."-.
Mi dispiaceva tantissimo per Virgilio. Non avevo pensato alle eventuali conseguenze quando gli avevo chiesto di venire alla pista quella mattina. In qualche modo riuscivo a capire come si sentiva: la ragazza di cui era innamorato andava dietro al suo migliore amico, e io... Lo stesso. Era ovvio che si sentisse tradito da me, colei che per giorni lo aveva sostenuto e aiutato nella sua "impresa di conquista". Sì, ero dispiaciuta per lui. Però... Non riuscivo a sopprimere del tutto quel qualcosa che provavo per Tiberio. Ormai mi risultava difficile non andare nel pallone quando mi rivolgeva la parola.
-"Lo chiamerò e gli chiederò scusa"- dissi.
-"Non so se servirà a qualcosa"-.
-"Non so che altro fare. Di certo non rinuncerò a..."-.
Silvia perse la presa sul cucchiaino, che finì per terra con un tintinnio metallico.
-"Fabiola... Dimmi che non l'hai detto sul serio"- disse con un fil di voce.
-"Ascoltami"- dissi chinandomi a prendere il cucchiaino. -"E' estate e d'estate si può far tutto. Non ho niente da perdere. Se poi andasse a finir male, pace, se l'anno prossimo tornerò è probabile che Tiberio si sia dimenticato di tutto"-.
Le restituii il cucchiaino. Lei lo prese senza distogliere lo sguardo dai miei occhi.
-"Stai dicendo sul serio? Mi stai dicendo che hai intenzione di provarci?"-.
-"Non esattamente"-.
Lanciai un'occhiata alla mia tazza, la presi e finii il tè. Senza chiedere il permesso a Silvia, presi anche la sua e la portai in cucina. Tornai in veranda e mi risedetti.
-"Glielo dirò"-.
Silvia non si mosse di un centimetro e sbatté due o tre volte le ciglia.
-"...Dirai cosa a chi?"- riuscì infine a chiedere.
-"Dirò a Tiberio che mi piace"-.
Silvia spalancò gli occhi e boccheggiò per qualche secondo. Scosse la testa con veemenza.
-"Tu sei... Sei completamente pazza! Ti odierà a morte, non ti parlerà mai più, ti ignorerà...! E' davvero questo quello che vuoi?"-.
-"Ehi"- dissi stizzita. -"Come faccio a sapere se farà davvero così? Magari..."-.
-"Non lo conosci"- tagliò corto lei. -"Io e lui frequentiamo lo stesso liceo, credi che non abbia assistito ad altre scene del genere? So già come andrà a finire!"-.
-"Oh, ma piantala. Tanto tra una settimana mi vengono a prendere, quindi se la cosa andasse a finire male non avrei nulla di cui preoccuparmi"-.
-"Quindi non ti piace veramente. Se ti piacesse davvero ti staresti facendo moltissime più paranoie"-.
Mi alzai in piedi e cominciai a camminare per la veranda.
-"O forse mi piace così tanto che voglio rischiare il tutto per tutto"-.
Mi fermai, con lo sguardo a terra.
Cosa avevo appena detto?
Guardai Silvia.
-"Che ho detto?"- le domandai sgranando gli occhi.
-"Vedi? Non ci stai con la testa"- mormorò.
Si alzò, ma non ricordo precisamente quando, e se ne andò; la mia mente era altrove.

 

 

-"Sto cenando"-.
Rimasi zitta per qualche secondo e mi resi conto che stava mentendo: non sentivo nessun rumore di stoviglie.
-"Non dire cavolate. Possiamo fare due chiacchiere?"-.
Virgo sbuffò dall'altro capo del telefono e fece schioccare la lingua.
-"Non mi rompere i coglioni, non sono in vena di ascoltare cazzate stasera"- mi rispose secco.
Strinsi con forza la cornetta del telefono e lanciai un'occhiata a mia nonna seduta al tavolo in veranda a giocare a carte con la nonna di Silvia. Erano solo le sei del pomeriggio, era ovvio che Virgo non stesse cenando. E aveva tutto il tempo per sentire le mie cazzate.
-"Invece io lo sono. Ho voglia di sentirmi parlare"- ribattei acida.
-"Parla da sola allora, io chiudo qui"-.
-"Virgo!"- mi affrettai a dire. -"Ti prego!"-.
Dopo qualche attimo di silenzio sentii un sospiro.
-"Mi hai davvero deluso, sai?"-.
-"...Lo so"-.
-"Non sei stata corretta nei miei confronti..."-.
-"Corretta nei tuoi confronti?"- persi improvvisamente la calma. -"Che stai dicendo?! Tu non sei stato corretto nei miei confronti! Sei venuto a chiedermi dopo nemmeno due giorni che ci conoscevamo di far finta di provare qualcosa per te...!"-.
-"Fammi finire"- disse.
-"...E poi ti sembra il caso di scaldarsi tanto per una cosa del genere? Continuerò ad aiutarti, cosa credi?"-.
-"Fammi finire!"- ringhiò. -"Così è come se tu mi stessi dicendo che mi hai retto il gioco solo per un tuo tornaconto personale! La storia si ripete, la storia si ripete! Non ne posso davvero più! Mi hai fatto una testa così dicendo che sono cento volte meglio io di Tiberio, e poi cosa fai? Vai dietro a Tiberio! Sei una ragazza incoerente!"-.
-"Non ho mai detto che sei cento volte meglio di Tiberio! Ho solo detto che..."- urlai.
Mi accorsi troppo tardi di quello che avevo appena detto. Seguì infatti un silenzio tombale. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena e le mie mani diventarono improvvisamente fredde.
-"Virgo, non volevo..."- mi affrettai a dire.
-"Fabiola"-.
Non mi piacque per niente come pronunciò il mio nome.
-"Ti prego, aspetta, fammi spiegare..."- dissi in fretta.
-"No, non ti faccio spiegare un bel niente. Ho capito come stanno le cose, ci siamo usati a vicenda"-.
-"Ma... Io non ti ho usato!"- esclamai.
-"Fabiola..."-.
-"Virgilio, non ti azzardare...!"-.
-"Con me hai chiuso"-.
Le mie mani erano quasi gelate; la gola mi bruciava; le orecchie sentivano solo il suono della linea caduta; i miei occhi vedevano dietro un muro di lacrime di rabbia il camino spento.

 

 

   
 
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