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Autore: Caterpillarkable    29/11/2018    0 recensioni
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Questa è una raccolta di fanfiction sull'opera CTRL-Z di Alessandra Alyah Patanè, ognuna è a se stante. Non ci sono scene tratte dai volumi dell'opera, al massimo qualche approfondimento su ragionamenti dei personaggi, bensì sono principalmente momenti di vita quoditiana o dei missing moments che non sono stati citati. L'Angst e il divertimento (sì, sono in contrasto, lo so) sono garantiti.
I pairing sono i più disparati, sia in ambito di coppia, ma anche di amicizia e qualsiasi altro legame!
Genere: Angst, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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La ricognizione era avvenuta nei giorni precedenti. Tutti i negozi erano stati controllati minuziosamente, con un programma a tappeto, gli articoli segnati nell’agenda del telefono come una lista di cose da spuntare. Quando voleva, Eliantho sapeva usare il suo ingegno in maniera molto fruttuosa.
Non si scherzava con il Black Friday. 
I preparativi erano tanti, come le cose a cui pensare. La ragazzina stava mettendoci davvero molto impegno per arrivare organizzata per quel giorno dagli sconti pazzeschi – talmente tanto, che il pranzo del Ringraziamento lo passò elaborando una strategia ottimale per impiegare il meno tempo possibile in ogni negozio, un percorso che le avrebbe garantito il 100% del successo.
Le mancava ancora una cosa però: qualcuno da trascinarsi dietro che le tenesse i sacchetti. Sua madre Lilian era, ovviamente, fuori discussione. Greyl era stato categorico , mentre suo padre sicuramente non le avrebbe permesso di comprare ciò che voleva. Doveva ampliare i suoi orizzonti.
Quale occasione migliore per passare del tempo con Hugo?
Era stato piuttosto facile convincere il ragazzo – chissà come mai teneva così tanto ad un giochino con un omino vestito di verde. Peccato, però, che in quel momento in fila davanti all’entrata del centro commerciale – si era svegliata alle cinque e mezzo del mattino per essere lì – non era sola con Hugo: c’erano anche Etan e Nakita. Il perché proprio non lo capiva. Mise il broncio, Eliantho, quando vide il moro arrivare con gli altri due.
Non durò molto quella situazione, forse perché le porte stavano per aprirsi. Fu a quel punto che la rossa iniziò a spiegare il suo piano di battaglia: Hugo la stava guardando come se fosse un mostro a tre teste, Nakita sorrideva di circostanza, solo Etan era eccitato di entrare in battaglia.
«Tutto chiaro?»
Chiese alla fine Eliantho. Solo il biondo rispose con un “sì” molto sentito; gli altri due non sapevano che dire, annuendo solo con il capo.
La rossa non ebbe il tempo di dire null’altro: le guardie di sicurezza interne al centro commerciale si avvicinarono alle porte, aprendole al pubblico. Solo per i primi istanti la fila sembrava procedere tranquilla, ma appena qualcuno poggiava piede sul suolo di quell’edificio, correva a destra e a sinistra, come una biglia.
Eliantho riuscì solo a prendere Etan per il polso, l’altra mano si chiuse sul vuoto, mentre gli altri due se la svignarono da qualche parte. Di questo, la più piccola non se ne rese conto finanche non fu nel primo negozio di una lunga lista. Per fortuna, il biondino sembrava esagitato, molto più dell’altra.
Ella decise, quindi, di usare questa cosa a proprio vantaggio. Perché non si trattava null’altro che di una gara a chi arrivava prima al capo super scontato. 
Mandò Etan in avanscoperta, descrivendogli per bene ogni vestito che doveva prendere, oltre alla taglia. La maggior parte delle volte, però, tornava con qualcosa di non richiesto o della taglia sbagliata. E così per tutta la giornata, mentre di Hugo e Nakita nemmeno una notizia. Solo dopo un pranzo velocissimo – non c’era tempo per mangiare! – li videro dentro una fumetteria. Un inutile spreco di tempo per Eliantho, che in quelle pagine di carta e nelle statuette di plastica non ci vedeva nulla. E poi, non c’erano nemmeno gli sconti!
Da quel momento, il suo entusiasmo scemò un poco per dare spazio al fastidio sottopelle di vede Hugo con un’altra.
Per sua immensa fortuna, Etan e i suoi portachiavi strambi erano lì con lei, a portarle tutti i pacchi e sacchetti che aveva comprato. Solo quando si furono fatte le cinque del pomeriggio i due si concessero un gelato.
Eliantho era soddisfatta dei suoi acquisti. Mancava solo un’ultima cosa: provare tutte quelle cose che avevano alleggerito il conto bancario del padre. E quale momento migliore se non sfruttare Etan?
Trovare un posto che fungesse da camerino non fu semplice. Optarono perciò, per il bagno femminile. Etan sarebbe rimasto ad aspettare fuori, in quel corridoio laterale del tutto isolato, per loro immensa fortuna. 
Ad ogni outfit che Eliantho mostrava al biondo, quest’ultimo aveva sempre qualcosa da ridire, prima di mettersi ad esultare. La guardava con occhio critico, lo sguardo un poco socchiuso e la mano sul mento: aveva preso quel ruolo da giudice in modo forse troppo letterale, fingendo quasi un blogger di moda. Come ad esempio abbottonarle vestiti e camicette fino al collo – suo padre avrebbe sicuramente apprezzato.
Alla fine, fu con su una gonna, scalza ma con delle parigine alte a coprirle le belle gambe e un reggiseno che uscì dal bagno, indicando proprio quest’ultimo indumento.
«Mi spieghi che cosa ci fa questo nei miei acquisti di oggi?!»
«A tutti piacciono le pokéball! Era un reggiseno così carino…»
Esasperata, Eliantho fece uscire dalle sue labbra un verso che somigliava ad un grugnito, prima di ritornare in bagno e indossare un top con la chiusura sulla schiena. Quando nuovamente si mostrò al biondo – che nel mentre aveva iniziato una partita sul cellulare –, senza batter ciglio andò ad aiutarla, spostandole i lunghi capelli rossi su una spalla.
«Stai benissimo, Eli! Questo verde ti fa risaltare gli occhi e crea un bellissimo contrasto con i tuoi capelli.»
Cinguettò il ragazzo, battendo anche due volte le mani.
«Però non si vedono le pokéball
Quel bel momento del complimento, andò ad infrangersi. Se le guance di Eliantho si erano per un attimo tinte d’un rosso imbarazzato, ora era per la stizza all’udire l’ultimo “consiglio”. Entrò nuovamente nel bagno, per cambiarsi nuovamente con ciò che aveva indossato quella mattina stessa.
«Te lo regalo questo reggiseno. Ora andiamo a casa.»
Così esordì la rossa, con un borbottio unico. Al suo fianco, Etan sembrava saltellare dalla felicità con ancora tutti i sacchetti dell’altra in mano per quell’ultima notizia – come se un reggiseno con su delle pokéball fosse il regalo che da sempre aveva atteso.
Fu con un sospiro rassegnato che Eliantho terminò quel Black Friday. 

  
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