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Autore: Redferne    29/11/2018    7 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 54

 

 

 

 

HELL'S FANGS (TERZA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non riusciva a smettere di ridere.

“Ah ah ah ah ah...”

Non gli riusciva proprio di smettere, nonostante gli evidenti cenni da parte della sua vice di piantarla. E subito anche. Che vista la situazione a dir poco disperata in cui versavano entrambi non pareva proprio il caso.

No. Per quanto si potesse sforzare, Maggie non capiva proprio cosa cavolo ci si potesse trovare da sghignazzare in una simile situazione. E stava cercando in tutti i modi di darlo da intendere pure a lui.

Il quarto strattone ottenne finalmente il tanto agognato e sperato effetto, quando ormai la volpe era preda ormai dei crampi alla pancia causati dall'attacco improvviso DE FOU – RIRE.

Dalla gran ridarella, per chi odia i francofoni, i francesismi e per chi si ostina ad idolatrarli e ad impiegarli.

“Eh eh...ah, ah...”

Si asciugò una lacrima con il dorso del dito indice destro, mentre si decideva finalmente a smetterla con quel suo riso incontrollato, irrefrenabile nonché totalmente fuori luogo.

Alzò di nuovo il proprio smartphone verso il muso e guardò la chiamata a schermo, che nel frattempo si era chiusa per eccesso di attesa, secondo i parametri impostati nei confronti dell'apparecchio. O di norma pre – impostati, se uno dovesse risultare troppo pigro per mettersi a cambiare parametri per allinearli secondo i gusti e le esigenze di ognuno. E al nostra cara volpe non dava proprio l'aria di chi stava a pasticciare di continuo con quei diavolo di apparecchi, a differenza di molta altra gente. Anzi...della quasi totalità del resto delle altre persone. Anche se sarebbe senz'altro buona abitudine regolarli ed uniformarli alle proprie necessità e tempistiche. Dovrebbe essere la PRIMA COSA da dover fare, non appena li si acquista e li si scarta dalla confezione e dall'involucro protettivo.

In realtà era una patetica scusa come un'altra per giustificare il fatto di non aver risposto subito. E' una cosa che può variare in base ai tipi e ai modelli, senza alcun dubbio. Ma...nessun cellulare chiude una chiamata in entrata dopo una manciata di secondi dal suo arrivo.

NESSUNO. E' abbastanza chiaro, gente?

Aveva avuto tutto il tempo per poter alzare virtualmente la cornetta e rispondere, cliccando o strusciando verso l'alto il polpastrello del pollice contro la tipica icona verde in fondo a destra. Il tanto decantato cerchietto dello stesso colore dei suoi occhi, anche se in tonalità sicuramente più spenta e meno scintillante. E con la figura stilizzata della cornetta di cui si parlava in precedenza.

E lo avrebbe fatto sicuramente, se non avesse speso e sprecato il tempo in questione a ghignare come un emerito idiota.

Poco male. Un'altra rapida cliccata sul nome o sul numero della chiamata appena interrotta ed il gioco era bello che fatto. Ma ciò non toglieva che la sua partner avesse ragione in pieno.

Aveva sprecato un'ulteriore manciata di secondi preziosi. Ed in un frangente simile anche un solo secondo, un semplice misero istante poteva risultare ORO.

Meglio non rischiare di comprometterne altri. Anche perché...vista la situazione ognuno dei prossimi avrebbe potuto essere davvero L' ULTIMO.

Premette lo schermo e si portò il ricevitore all'orecchio destro.

Alcuni squilli...

“...Tuut...tuut...”

 

E dai, Finn. Datti una mossa una buona volta, pensò con una certa quanto giustificata apprensione.

 

Con tutta probabilità il suo compare aveva deciso di ripagarlo con la stessa moneta, per il puro e semplice gusto di volersi vendicare del fatto che non gli aveva risposto subito. E all'istante.

Non era la prima volta che lo faceva. Ed alle volte l'infame, puerile quanto estenuante giochetto si protraeva per decine di minuti, con la volpe che tentava disperatamente di contattarlo. E sempre quando c'era in ballo un grosso affare, una trattativa determinante oppure vi era da reperire un'informazione o qualunque altra cosa di vitale importanza.. Ma, ora come ora, non era proprio il momento giusto per mettersi a fare scherzi e ripicche infantili.

No. Proprio non lo era.

“Tuut...tuut...”

Ancora niente.

“Allora?!” Gli gridò contro Maggie, alquanto alterata. “Ma si può sapere dove cavolo si é andato a cacciare, quel DANNATO GNOMO?”

“Non ne ho idea” Buttò lì Nick, con noncuranza.

“C – cosa?!” Esclamò lei, incredula e con gli occhi spalancati.

Già. Non riusciva davvero a credere a ciò che aveva appena udito. Non ci credeva proprio.

“C – che cosa...che cosa hai detto?” Ribadì la daina, sempre più allibita da quel modo di fare assolutamente fuori contesto.

Possibile...possibile che non si rendesse...che non si rendessero conto in che razza di guaio si stavano trovando?

“Quel che che ho detto, Maggie” rincarò lui. “Hai capito bene. Sinceramente non ne ho la più PALLIDA IDEA. Davvero.”

“Tsk...incredibile. Veramente incredibile” commentò sconsolata la sua partner. “Per quanto ne so...potrebbe essersela già DATA A GAMBE.”

“...Tu dici, mia cara vice?”

“Sarei pronta a giurarci, capo. Conoscendolo...magari era anche giunto fin qui con le migliori intenzioni, ma non appena ha visto lo spettacolo ha capito al volo che era il caso di fare DIETRO – FRONT seduta stante, e di andare a svernare altrove.”

“Come dargli torto, del resto...” aggiunse, divaricando leggermente le gambe e tirando un calcio destro di tutta forza ad un sassolino invisibile lì vicino. Così, giusto per sfogarsi.

“Uhm. Potrebbe anche essere” constatò la volpe, facendo spallucce. “Non lo escludo. Non mi sento affatto di escluderlo. Con lui non si può mai essere veramente sicuri di nulla.”

“Ah...” fece Maggie. “Ottimo. Davvero ottimo. Devo dire che mi consola molto, questa osservazione da parte tua...”

“Cosa vuoi farci...ognuno hai i suoi difetti, tesoro. Persino Finn. Anzi...SOPRATTUTTO FINN.”

Si riportò all'orecchio il cellulare.

“Ora...ti spiace se riprovo?” Le chiese. “Sai com'é...mi sa che non c'é rimasto molto tempo. Ed ogni prossimo tentativo, da come la posso vedere io...potrebbe essere l'ultimo.”

“Ma prego” gli rispose lei con un sorrisetto sarcastico,e facendo pure una sorta di mezzo inchino. “Fà pure. Fa pure...FATE pure come se non ci fossi. Tanto, messi peggio di così...”

Si rimise in posizione eretta, sistemandosi quasi sull'attenti, con le braccia stese e dritte lungo i propri fianchi.

“Maledizione...” esclamò, stringendo i pugni chiusi fino a farli tremare. “Maledizione! Giuro che quando mi ricapita a tiro...LO STROZZO. LO STROZZO CON LE MIE MANI, QUEL DANNATO NANEROTTOLO!!”

“Affare fatto” disse lo sceriffo, mentre cliccava l'icona di chiamata. “Se ne usciamo fuori tutti INTERI...vorrà dire che ti autorizzerò a far di lui ciò che più ti pare e piace. Hai la mia parola. Ma prima, come ti ho detto un istante fa, bisognerà cercare di uscirne fuori VIVI...”

Si rimise all'ascolto, con l'orecchio bene incollato al ricevitore. Aveva appena fatto partire un'altra chiamata. L'ennesima. E forse anche l'ultima, come annunciato dai suoi peggiori timori.

Se il suo compare non si decideva a darsi una mossa...

“...Tuut...tuut...”

 

E dai, Finn! Pensò nuovamente. E nuovamente sbuffando Per quanto tempo pensi di dover andare ancora avanti con questa ridicola sceneggiata?

Non ho idea se tu lo abbia notato o meno, ma...se non ci hai fatto caso, qui siamo entrambi LEGGERMENTE NELLA CAC...

 

Si. Lo erano proprio. Ma occorre opportunamente correggersi, prima.

NON leggermente. Ne erano immersi FINO AL COLLO, in quel momento.

Stavano per andare letteralmente A FONDO, da un istante all'altro.

E comunque, non gli riuscì di terminare QUELLA PAROLA.

E MENO MALE, verrebbe da aggiungere. Le volgarità gratuite ed il linguaggio scurrile non avevano mai fatto per lui, al contrario di qualcun altro di sua conoscenza. NON ERANO DA LUI.

Non rientravano in linea COL PERSONAGGIO.

Tsk. PERSONAGGIO. Manco si trovassero per davvero dentro ad uno STUPIDO FILM, o in un ANCOR PIU' STUPIDO CARTONE ANIMATO PER MOCCIOSI.

“...Tuut...tuut...CLICK.”

Aveva alzato la cornetta. Grazie al cielo.

Nick sbuffò ancora. Questa volta di sollievo, mentre socchiudeva gli occhi e reclinava il capo.

“Dio ti ringrazio” mormorò.

“Lascialo perdere, a chillo. Che ha già i fatti suoi a cui pensare” berciò una vocetta alterata dall'altro capo. “Que se aspetti que te risolva lui la SITUESCION...tu stas bello que fresco. Con tutti i casini que ha combinato dalla creazione fino ad ahora. Fossi in lui, se decidessi de organizzarme un REFRESH muy bonito...insomma, se decidessi davero de darme una rinfrescata y una ripulita all'immagine, per rilanciarme en vista de una nuova campagna de abbonamenti y reclutamientos...partirei da quella grossissima fesseria della sua presunta ONNEPOTENZA. Me sa que, lontano dal su TRONO DELL'ETERNIDAD su en paraiso...el SENOR DEL PIANO DE SOPRA no es accussì potente y enfallibile como ce la vuol dare a bere. Anzi...ho el dubbio che a parte dar vita alle cose, non sia en grado del fare molto altro. Y credo que non abbia alcun tipo de controllo su todo quel che produce. Almeno mettice una GARANZIA DE SODDISFATTI O REMBORSATI, NO? Ahr, ahr!! Y comunque, dato que gli ultimi dos, due que me hanno bussato a la porta de lo mio furgone li ho ciappati a nerbate, visto que viaggiano siempre en coppia como due biglie racchiuse en un SACCHETTO DE PELLE NATURALE PURA AL CIENTO PE' CIENTO DISPOSTA SOTTOPANZA...ah, lo SCROTUS, per dirla como disevano i latini...lo SCRIGNO que racchiude todo el nuestro SAVER, tutto el nostro sapere e l'essienza più intima de noi MASCULI...en ogne caso, de cossa l'é que stavo blaterando? Ah, si...seccome gli ultimi due li ho gonfiati como due CIARAMELLE DE' ZAMPOGNARI AL DIA DE L'ANUNCIACION, al giorno dell'annunciazione ce tenevo a dirte de starme debitamiente a la larga, por que al momiento nun me servono dos testimoni de qualche gruppo apocrifo que fa su i miliardi sienza pagare manco uno SGHELLO de' tasse...a proposito: sai cosa disevano al sior Giuseppe d'Arimatea e dintorni, quando diceva en giro ad amici y parenti che con la sua muer, la sua mugghiera era stato EL SIGNORE? Glie rispondevano SEE, CERTO. COMO NO. EL SIGNORE DEL TU PIANO DE SOPRA!! AHR, AHR, AHR!!”

“Finn, chiudi quel becco e ascoltami, per cortesia!!” Lo zittì di colpo Nick.

“Ma que...SOCIO!!” Esclamò la voce dal lato opposto, come se non si stesse capacitando della cosa. “Sei davvero tu?!”

“No, guarda” Fece la volpe, con un ulteriore sbuffo a guarnire. “MIO NONNO. Chi diavolo pensassi che fossi, eh?”

“Piantala!!” Gli intimò Finn, con un grido perentorio. “Dove ve trovate, de preciso?”

“Mah...SECONDO TE? No, dico...visto che ci hai chiamato tu, per primo...dove dovremmo essere, di grazia? Su, vecchio mio...piantala con la recita, che non mi pare proprio il momento.”

Era davvero incredibile. Considerata soprattutto la situazione in cui si trovavano Proprio non si riusciva a capire se ci fossero o ci facessero. Nonostante l'evidente emergenza in atto, avevano trovato lo stesso la maniera di far partire l'ennesimo DUETTO DA SKETCH DEMENZIALE.

Non vi era proprio nulla che si potesse fare. Quella stravagante procedura costituiva il loro MODUS OPERANDI, giusto per ritirare in ballo i latini ancora una volta. Il loro modo di affrontare le avversità della vita e di approcciarsi ad esse. Considerando che nei loro casi, e date le loro fattezze di VOLPI, dovevano essere state DI GRAN LUNGA superiori a quelle di una persona comune. O di un altro qualunque mammifero in generale.

Non voler prendere mai nulla sul serio. Di puro principio e puntiglio. E riuscire a ridere sempre di tutto. Anche quando sei con L'ACQUA ALLA GOLA.

Ma qualcuno che non era dotato del medesimo, graffiante senso dell'umorismo, decise subito dopo d averne avuto abbastanza di quella comicità avulsa ed insulsa e decise anche che era giunto il momento di farglielo capire. E di farglielo capire BENE, anche. Dando fondo al proprio fiato e facendosi sentire.

“EHI!! VOI DUE!!” Intervenne una terza voce nelle vicinanze. Ovviamente di genere e stampo femminile, visto che era alquanto facile intuire a chi doveva appartenere. E visto e considerato che era l'unica presente in scena, oltre ai due interlocutori. Chi diavolo avrebbe dovuto essere altrimenti?

Nick si girò in direzione del richiamo, abbassando e distanziando leggermente l'apparecchio.

“Si, dico proprio a voi” chiarì meglio il concetto Maggie, ormai esasperata. “Non voglio certo rovinare questo MOMENTO IDILLIACO tra voi due, ci mancherebbe. Così come non é nemmeno mia intenzione guastare il vostro bel QUADRETTO FAMILIARE. Ma...A VOI SEMBRA PROPRIO IL CASO DI PIANTARE IN PIEDI UNO DEI VOSTRI SQUALLIDI SIPARIETTI? IN UN MOMENTO SIMILE? Nel caso non ci abbiate fato caso...no, dico: NEL CASO NON VE NE SIATE ACCORTI, QUI SI MUORE!! TRA POCO CE NE FINIREMO ARROSTO, SE IL TUO AMICO NON SI DECIDE A MUOVERE IL SEDERE E A FARE QUALCOSA PER TIRARCI FUORI DAGLI IMPICCI!!”

“Sentito la MIA AMICA, qui?” Disse Nick. “Forse é proprio meglio che tu te la dia, questa benedetta mossa. Lo dico per il tuo bene, credimi.”

“Right” ripose l'amico. “I LISTENED. J' AI ENTENDU. YO ESCUCHE.”

“Fi – inn...non c'é bisogno che tu mi faccia tutte quante LE TRASLITTERAZIONI ogni volta, sul serio.”

“Trés bien. ICH ABE GEHORT. JAWOHL. Piuttosto...me dici que glie rode, a QUELLA?”

“Quella...quella chi?” Gli domandò. “Di chi...di chi stai parlando, Finn?”

“Mò della tua FRAULEIN, caro el mio socio. OBIOUVSLY!!” Fu la risposta, tra una risata sgangherata e l'altra. “ Ahr, ahr!! E' ovvio, no? Tu me lo dise que problema tienes, con migo?”

“Finn...per tua informazione e cronaca, lei NON E'...”

Si interruppe di botto. E, giusto un attimo prima di proseguire col resto della frase, la volpe ritenne opportuno appiccicare il microfono alla bocca per poi occultarla col palmo dell'altra mano. Dopo aver abbassato adeguatamente il tono della voce.

“...Non é la mia FRAULEIN, o come cavolo ti garba dirlo” gli sussurrò, con un filo di fiato. “NON E' NIENTE, CHIARO? Non c'é ASSOLUTAMENTE NIENTE, tra di noi. Siamo solo...COLLEGHI DI LAVORO, tutto qui.”

Maggie aveva guardato di sottecchi la sua strana e singolare operazione, senza perdersene un solo passaggio. Probabilmente stava pensando se era proprio il caso di mettersi a fare tali pagliacciate quando un intero edificio in fiamme e in procinto di CROLLARTI SULLA TESTA DA UN MOMENTO ALL'ALTRO. Ma del resto...

In un rifugio o in un bunker, sotto e nel bel mezzo del più fitto dei bombardamenti...tra la gente che si accalca, spintona e fugge in preda al terrore più cieco c'é chi rimane immobile sul posto a proteggere le proprie piantine nei vasi. Oppure chi perde tempo ad infilarsi la giacca e finisce col mettersela al contrario, davanti – didietro.

Chissà perché aveva preferito non farsi sentire da lei, poi. Dopotutto...NON VI ERA NULLA TRA DI LORO, NO?

E allora cosa c'era mai da nascondere? O di cui doversi vergognare?

Ma forse lui la sapeva benissimo, la ragione per si stava comportando a quel modo. E purtroppo...

Doveva averla intuita anche il suo compare.

“See...come no.” replicò accondiscendente quest'ultimo. “Se vuoi il mio umile parere, te la dovresti SC...”

“FINN!!” Urlò Nick.

“No dicevo, caro el mio socio...por migo non te la SPUPAZZI A SUFFICIENZA. Eh andiamo...lo sai como sono fatte le HEMBRAS, le care femminuccie...DAGLIE UN POCO DE TARELLO E VEDRAI QUE SE NE STARANNO BUONE E ZITTE. Como dise siempre el caro zietto Finn...POR FARLE TACERE E CALMARE NON C'E' NADA DE MEJO, NON C'E' NIENTE DE MEGLIO POR LORO DE UNA SANA, ROBUSTA Y CORROBORANTE DOSE DE C...”

“Finn, per favore...”

Il tono della volpe stava leggermente cambiando. Si poteva azzardare dicendo che da finto -sarcastico si fosse tramutato in AUTENTICO – SUPPLICHEVOLE.

Peccato che il suo contributo in proposito risultò pari ad uno ZERO TONDO, o giù di lì. L' altro, dalla parte opposta del ricevitore, non si scompose minimamente. E nemmeno si impietosì.

“Eh no, bello mio” lo avvertì. “Sappi que non te la caverai così a buon mercato, con el sottoscritto. Facciamo così...giunti ad esto punto, te propongo un patt. O me dici una buona volta la VERDAD, la verità, e metti in chiaro como stanno veramiente las cosas, le cose tra voi, oppure...”

“Finn, ti prego...” lo supplicò. “Adesso come adesso non mi pare proprio il caso di...”

Era evidentemente disperato. Poco ci mancava che si buttasse in ginocchio ad implorarlo, pur non avendolo nemmeno di fronte. Ma il suo compare seguitò a non fare la benché minima piega. Anzi...non gli diede nemmeno il tempo di terminare l'accorato appello.

“...Oppure poteri anche pensare de applicare la più drastica delle soluzioni. Podaria anca pensar, potrei anche pensare de LASCIARVE LI', ahr ahr!! Voi que ne dite, mh? Ve gusta, como idea?”

“FINN!!” Urlarono i due agenti, ormai al limite della pazienza e al colmo dell'ira. Quel giochetto stupido forse stava facendo divertire un mondo il piccolo mammifero, ma per quel che concerneva loro...si era fato fin troppo pesante, per il loro gusti. Si era ormai esteso oltre misura. Ed oltre a ciò...non vi era davvero più tempo.

Era decisamente ora di chiuderla, una volta per tutte. Se davvero MISTER GRANDI ORECCHIE era venuto fin lì con l'intento di fare qualcosa per risolvere la situazione e di rendersi finalmente utile, beh...CHE LO FACESSE, dannazione. In caso contrario...la prossima esitazione da parte sua avrebbe potuto essere DAVVERO L' ULTIMA, con ogni probabilità. Non ci sarebbe rimasta davvero più l'opportunità di poter fare nulla.

La daina, in particolare, strepitò talmente forte che Finnick ebbe l'impressione che avesse poggiato la bocca al ricevitore proprio vicino a quella del suo socio. APPICCICCATA, avresti detto.

Beh, in un modo o nell'altro che fosse...magari era la volta buona che si decidevano ad UNIRE QUALCOSA L' UNO ALL' ALTRA. E le bocche, con TANTO DI LINGUA...rappresentavano da sempre un ottimo punto di partenza.

Del resto...com'é che aveva detto un tale morto pazzo e felice di qualche rara malattia venerea moltissimo tempo addietro? E quindi, vista la fine che aveva fatto...da considerarsi suo esimio e legittimo COLLEGA DI BAGORDI E NOTTI BRAVE?

 

Il bacio con SLINGUAZZATA ANNESSA é la CITOFONATA al PADRONE DI CASA RESIDENTE ALL'ATTICO per sapere se L'APPARTAMENTO AL PIAN TERRENO E' LIBERO ED IN AFFITTO.

NONCHE' OCCUPABILE.

 

Davvero magistrale, gente. Una sintesi perfetta. Meglio di così non si poteva.

Ora, però, era meglio non divagare. Anche se il tappetto avrebbe PAGATO ORO, per andarsene come aveva fatto quel tizio. Con tutto il FIOR FIORE DI SQUINZIE che si era RIPASSATO nel corso della sua breve ma intensa esistenza.

Davanti ai suoi occhi e per le sue zampe erano passati i più bei FONDOSCHIENA della BELL'EPOQUE.

Si, si. Da prendere ad esempio, assolutamente.

O forse no.

Morto così giovane...che SCAMORZA. Peggio di una MOZZARELLA RANCIDA.

Gran pensatore, ma...difettava di RESISTENZA.

E lui aveva sempre preferito la PRATICA alla teoria.

Tsk. Meno chiacchiere e più GIOCO E SPINTE DI LOMBI, gente. Ci si diverte senz'altro di più.

E comunque...anche Nick aveva avuto l'impressione che lei gli si fosse avvicinata tutto ad un tratto. Al punto che si era girato, sia di scatto che d'istinto, per verificare se davvero le cose stessero così.

Anche se lo sapeva più che bene, anzi BENISSIMO, che le cose non stavano affatto così.

Ce l'aveva a breve distanza, e proprio vicino. E non si era minimamente mossa, da dove si trovava.

La voce dal capo opposto della cornetta riportò tutto alla normalità. Se di normalità si poteva parlare. E, in ogni caso, rifocalizzò l'attenzione di tutti quanti sul presente.

“Ok, ok...esta bién” li rassicurò Finn, spazientito a sua volta. Evidentemente, il giochetto aveva finito con l'annoiare anche lui. O forse, aveva semplicemente compreso che non era il caso di forzare oltre la mano. “TRANQUILOS, ragazzi. Non ve lascio certo lì en mezzo a todo quel macello!! Ma por chi me avete preso? Daaai...ve pare que ve posso lasciarvi lì a ROSOLARE USO PORCHETTA VEGATAL DE SEITAN senza muovere el dito de una sola zampa? E andiamo...”

“Ti dirò, vecchio mio...non per voler essere in malafede” si giustificò Nick. “E nemmeno per voler fare il maligno nei tuoi riguardi. E lungi da me dal ritenere che a PENSARE MALE OGNI TANTO CI SI AZZECCA, specie con le persone. Ma...non ti offendere, ma l'impressione che mi avevi...no, che ci avevi dato era proprio QUELLA. Senza offesa.”

“DAMN!! HOLY SHIT!!” Imprecò il fennec. “Ecco quale es el guaio, con voi PISCHELLI...non tenete EL SIENSO DE L'UMORISMO. Men que meno quello de lo PATHOS y de la DRAMATICITA'. Al diavolo...uno no se puede più nemmeno mettere ad intavolare un poco de trattativa...o mettere su una bella SCIENA MADRE coi fiocchi e i controfiocchi. Proprio come quelle que c'erano nei bei filmoni de una volta. Esto de poco fa era un confronto como Dio comanda!! Me siembrava davvero de aver assistito ad un bel MEXICAN STAND – OFF realizado con TODOS LOS CRISMAS, con tutti i crismi. E non nel senso de CRANIO! Ahr, ahr. Davvero. Un'entepretatiòn magistral, una enterpretazione a dir poco magistrale. Anche se non eravamo nemmeno de fronte. Ce mancavano giusto LE PISTOLE por completare el tutto! Ahr, ahr!!”

“Sei sempre il solito” osservò Nick affranto, muovendo la testa con fare sconsolato. “Proprio non riesci a fare a meno dell' ENTRATA AD EFFETTO, eh? Neanche in un'occasione del genere. Non cambierai mai...”

“Es el PUBLICO QUE LO RECHIEDE, socio.”

“P – PUBBLICO, hai detto?!” disse la volpe, con voce esterrefatta. “M – ma che...”

“Si, MI ZORRITO. Hai comprendido à la perfectiòn. EL PUBLICO. Esto es ciò QUE VOGLIONO, Y Ciò' QUE AMANO DE MAS, PIU' DE OGNE ALTRA COHOSE, DE ALTRA COSA AL MUNDO. Ed es ESTO, QUE VOLLIONO DA NOS OSTROS, da noi. Y noi...GLIELO DOBBIAMO DARE, SEMPRE!! TU ME CAPISH?!”

“Ma...ma si può sapere di che...DI CHE DIAVOLO STAI PARLANDO, FINN?! SI PUO' SAPERE DI ACCIDENTE STAI PARLANDO, PER LA MISERIA?!”

“Ma nun ce arrivi, socio? YO STOY HABLANDO, sto parlando DE LOS SPETADORES!! DEGLI SPETTATORI!! DE QUELLI QUE CE STANNO GUARDANDO DALL' ALTRA PARTE DEELO SCHERMO, NO?! Es la GRANDE FAIDA que se svolgie da siempre tra I PERSONAGGI DE UN' OPERA Y CHI NE FRUISCE!! SIAMO NOI CONTRO DE LORO!!”

“Tu stai dando i numeri, Finn” fu la glaciale e secca risposta da parte dell'interlocutore, con un sospiron particolarmente greve. “Mi duole dirlo, ma...TU STAI DANDO POROPRIO I NUMERI.”

L'aveva pensata uguale. Il suo ex – collega, nonché mentore, l'aveva pensata proprio uguale.

Di nuovo con quell'assurda storia della METAREFERENZIALITA'.

Ma allora doveva essere proprio UNA MANIA, quel giorno.

“E' UFFICIALE, SIGNORI” Proclamò poi a voce alta, aiutandosi con l'altra mano rimasta libera per farsi maggior eco. “FERMATE LE ROTATIVE, BLOCCATE LE PRESSE E SOSPENDETE LE STAMPE!! IL MIO PIU' CARO AMICO HA DATO I NUMERI!! LO HANNO TOCCATO GLI ANGELI!! FINALMENTE E' AMMATTITO!! Proprio così, caro mio. Lasciatelo dire, di tutto cuore e senza offesa. Tu sei COMPLETAMENTE USCITO DI SENNO, CAPITO? Sei ANDATO, vecchio mio. ANDATO DEL TUTTO.”

“Può darse que, por el momiento, tu non capisca quel que te sto a dì, te sto diciendo” fu l'altrettanto secca controrisposta da parte del suo ex – compare di bravate. “Ma un DIA, un giorno...LO ENTIENDERAI, lo capirai ANCA TI. ANCHE TU, Nickybello.”

“Certo, certo. Come no. Questa mi mancava, da parte tua. Pure LO SFONDAMENTO DELLA QUARTA PARETE, come quel FAMOSO TALE CON SPADE E PISTOLE, E PER DI PIU' MASCHERATO IN MANIERA ASSURDA...mi mancava proprio, guarda.”

“Braaavo. Y miei COMPLIKATZ, socio. I miei più sincieri complimenti. Vedo que ce sei arrivato da solo. Cominci ad essere sulla BUENA PISTA, sulla buona strada pure tu. Siempre lì se re retorna, por quelli como noi. SFONDARE Y DARLO SIEMPRE. Sta todo lì, tutto li EL SUCCO DELLA QUESTIONE. Y la parola SUCCO...NON L'HO DITA CIERTO POR CASO, AHR AHR AHR!!”

“Puoi ben dirlo, Finn. Puoi dirlo proprio forte, infatti. SEMPRE LI' SI VA A PARARE, QUANDO SI PARLA CON TE.”

“Eeeehh...” puntualizzò dolente il fennec. “Me desculpe. Dolente, ma es più forte de me. Che ce vuoi fare...es el meu CLAVO, il mio chiodo fisso. No puede farce niente. Non posso farci niente. Nada.”

“ADESSO BASTA, VOI DUE!! MI AVETE SENTITO?! BASTA!!””

Nick, a quella minaccia si zittì e ruotò il capo di colpo, come fulminato, con un'espressione sorpresa. Persino Finn non aveva emesso più un singolo fiato. E c'era da giurare che si fosse girato pure lui in qualche direzione.

Anche se non si poteva intuire quale fosse. Anche se non lo si poteva certo vedere, da dove si trovava.

Era stato fin troppo semplice riconoscere dalla voce, se pur alterata dall'ira, chi fosse stato l'ideatore ed il responsabile della breve ma piuttosto efficace invettiva. O meglio...chi fosse STATA.

Bella scoperta. C'era solo lei, oltre a lui.

Proprio una gran, bella scoperta.

“LA VOLETE SAPERE UNA COSA?” Gridò di nuovo Maggie, in preda alla rabbia più cieca. E anche ad una ragguardevole dose di impazienza. “LO VOLETE SAPERE CHE C'E' DI NUOVO? C'E' CHE MI AVETE PROPRIO STUFATO, CADAUNO E CADADUE!!”

Indicò a dito il suo collega. E poi il telefonino. Anche in quel frangente...era fin troppo facile capire chi fosse il CADADUE con il quale ce la stava avendo su così tanto.

“CHE COSA HA DETTO DI GRAZIA, QUEL BOTOLO INFAME?” Continuò furibonda. “CHE HA UN CHIODO FISSO, DICE? BEH, DIGLI CHIARO E TONDO CHE SE NON SI SBRIGA A PORTARE LE SUE CHIAPPE STRETTE, BASSE E STITICHE QUI A SALVARE LE NOSTRE...GIURO CHE GLIELO PIANTO IO UN CHIODO! NEL BEL MEZZO DELLA FRONTE!! GLIELO INFILO FINO A TRAPASSARGLI DA PARTE A PARTE QUELLA ZUCCACCIA COMPLETAMENTE MARCIA E VUOTA CHE SI RITROVA E CON CUI IO HO LA DISGRAZIA DI DOVERCI AVER A CHE FARE, LO GIURO SU DIO!! E CHE LO STRAMALEDICA IN ETERNO, A QUELL' INGRATO D'UNO SCANNAPAGNOTTE A UFO E A TRADIMENTO!! PIU' INUTILE E FASTIDIOSO DI UN' EMORROIDE A GRAPPOLO, ECCO COS'E'!! RAZZA DI UN RINCITRULLITO E D' UN BUONO A NIENTE SCIROCCATO CHE ALTRO NON SEI!!”

“Wow...” esclamò Finnick riprendendo la parola, e rivolgendosi di nuovo al suo amico. “La CHICA es davvero INCAPPERATA DE BRUTTO, a quanto siento.”

“Già” fu il laconico commento da parte dell'altro. “E direi che te la sei cavata ancora con poco, vecchio mio. Mi puoi credere sulla parola se ti dico che si é pure trattenuta. Avresti dovuto sentirla prima.”

“REALLY, socio? Davvero? Tu dise sul serio?”

“E come no. Dovevi deciderti a tirare su la cornetta e ad aprire la chiamata qualche istante prima. Ti posso garantire che era un vero spettacolo. Non sai proprio che ti sei perso.”

“Oh, ma me lo emmagino, Nickybello. Seguro. Me lo puede bien immaginare. Yo stesso non avrei saputo esprimermi MEJO DE INSCI', meglio de accussì. De così.”

Era davvero da non credere. A sentirlo...sembrava persino SODDISFATTO.

Contento di essere stato insultato a quel modo.

Le sue ultime parole lasciavano trasparire addirittura una certa soddisfazione. Lo stesso orgoglio che potrebbe provare un padre che dalle tribune di un palazzetto sportivo sta facendo un tifo a dir poco sfegatato per il proprio figlio. O LA FIGLIA, in questo caso. E che l'appena vista fare un canestro da tre punti durante una partita di Basket. O un Home – run a Softball. O un goal a Soccer.

E' sempre bello quando i nostri pargoli dimostrano di aver imparato i nostri insegnamenti, e di poter essere finalmente in grado di camminare sulle loro zampe. Ma, in questo caso...

Eppure doveva esserne proprio fiero del risultato ottenuto, perché a giudicare dalla cadenza della voce...il piccolo fennec stava RIDENDO. Dentro di sé, molto probabilmente. Ma stava ridendo. Questo era più che garantito. C'era da scommetterci. E da vincere, pure.

A che cosa rideva? Ma al frutto del suo SPORCO LAVORO, era fin troppo ovvio. E delle sue CANAGLIATE.

“Ok, ok” fece Nick, distogliendolo da quel suo distorto senso di ammirazione “Non c'é bisogno che mi continui a ripetere le stesse cose IN OGNI LINGUA CONOSCIUTA, mi sembra di avertelo già detto.”

Strano a dirsi, ma gli stava venendo da ridere. Stava per venir da ridere anche a lui.

Infatti. Meglio vederla a quel modo. Molto, ma molto meglio, volerla buttare sul ridere a tutti i costi.

Anche perché non c'era proprio un bel niente di cui andare orgogliosi. Finché si tratta di risultati sportivi o scolastici siamo tutti d'amore e d'accordo, ma...andiamo, quale genitore potrebbe mai apprezzare il proprio figlio per il fatto di trionfare ad una GARA DI BESTEMMIE O DI RUTTI? O magari di PETI COL FISCHIO? OPPURE A CHI SPUTA O MINGE PIU' LONTANO?

Siamo seri, per favore.

“Aah, la mia cara figliola...” disse Finnick. “...ormai sta diventando GRANDE. Tra un poco non avrà più bisogno de me. Ormai ha imparato todo quel che c'é da emparare, e non le servirà altro. Non avrà bisogno d'altro, nella vida. Ha tutto quel che le occorre per fare strada.”

“E cioé l'aver appreso a parlare come uno SCARICATORE DI PORTO?” Buttò lì maliziosamente la volpe. “E' questo ciò che intenderesti, mh? Oh, scusa...forse avrei fatto meglio a dire DI PORCO...sai, ritengo che possa SUONARE MEGLIO.”

“EEEEXACTLY, socio. Tu que ne dise, eh? What do you think?”

“Cosa ne penso, dici? Beh...che una cosa é certa. Che é senza dubbio MERITO TUO. Questo é POCO ma SICURO. Su questo non ci piove.”

“Oh, beh...de seguro l'argomiento es fuori de discussione. Sin falsa modestia...senza volerme vantare a sproposito, socio, ma...ho fatto davvero UN GRAN BEL MESTIERE CON LEI, DAAAAVVERO. Un'opera d'artista! E ce ho messo un niente. En un mois, in un mese ha fatto quello que tu non hai mai voluto applicare en vent'anni que te conosco. Todo merito del mio CORSO ACCELERATO DE BORGATARO. La mia ultima allieva, nonché la tua sottoposta...te HA SUPERATO, BELLO MIO!! TE HA SORPASADO, TI HA SORPASSATO A DESTRA A TRECIENTO MIGLIA ORARIE!! Y LA VIAGGIA COMO UN DANNATO TRENO MERCI!! E a proprosito de SOTTOPORLA...yo volevà savuar, yo volvevo seulement saver quando te deciderai a METTERTELA DE SOTTO Y A MONTART...”

“Ascolta, Finn...” lo bloccò lo sceriffo. “Adesso come adesso non mi pare sia né il momento né il luogo per mettersi a parlare di questo genere di cose.”

“E vabbuò...PADRONISSIMO, socio. TU FAS COMO MEJO TU CREES...fai como meglio credi. Ma nel caso tu non te ne sia accorto, y me sa taaanto que tu NON TE NE SIA ANCORA ACCORTO...la tu muchacha es lì QUE NON ASPETTA ALTRO.”

“E io ti ripeto che NON E' IL MOMENTO, CHIARO? Possiamo parlare d'altro, se non ti dispiace?”

“Piuttosto” aggiunse poi sibillino, “tornando al discorso di prima...credo proprio che alla nostra prossima RIUNIONE DI FAMIGLIA dovremo discutere seriamente su ciò che riguarda L' EDUCAZIONE DELLA PROLE. E ti posso assicurare già da ora che credo ne verranno fuori delle belle.”

“No te preocupe, compadre” lo rassicurò il tappo. “Da parte mia...ninguno problema. Ce tenevo giusto a chiederte una cosa...”

“Spara.”

“No, giusto por stare seguri y ribadir la cosas...a la PROCHAINE FOIS, alla pruessima volta a chi de nos dos, a chi tra de noi due tocca de fare LA FEMMINA?”

“Finn...”

“Tu lo sas fin trueppo bien, socio. I patti sono siempre stati CLARI, chiari sin dall'enizio. LA GONNA CE LA PORTIAMO UNA VOLTA PER UNO, Y A TURNO!! Solo que non me recuredo più chi é che l'ha indossata l'ultima volta...ah, forse eri TU. Quella sera al NIGHT CLUB, quando hai abbordato quel ricco TIGRONE FIGLIO DE PAPA' BEVUTO PERSO Y FUMATO MARCIO, MA COL PORTAFOGLI PIENO ZEPPO DE SOLDI. Per poi scappare con toda quanta la grana y con le carte de credito. Con QUEL FILO DE OMBRETTO Y QUELLA PENNELLATA DE MASCARA QUE TE ERI MESSO, por NO HABLAR, por non parlare del TUBINO ACCUSSI' ATTILATO Y SEXY QUE INDOSSAVI, Y DELL'ORCHIDEA ROSSA QUE TE ERI MESSO DE DRIO A LA TU OREJA, DIETRO AL TUO ORECCHIO...eri UN AUTENTICO SCHIANTO, SOCIO!! Te giuro que se non sapevo per certo que ERES TU, que eri tu te sarei SALTATO ADDOSSO ALLA PRIMA OCCASIONE, NON APPENA ME AVRESTI VOLTATO LE SPALLE!! AHR, AHR!! E devi rengraziare que non ero troppo ubriaco, quella volta. Altrimenti...RISCHIAVO DE FAR CONFUSIONE!! Chissà...magari a spegnere la luce nel furgone e rimanere todalmiente al buio, soli soletti...forse me sarebbe venuta l'ispirazione giusta. Dopotutto, com amo dire siempre...in certe situazioni A HOLE IS A HOLE. UN BUCO ES PUR SIEMPRE UN BUCO, NON IMPORTA POI MOLTO QUELLO QUE CE STA ENTORNO!! AHR, AHR!! Tu que ne dici, CARA LA MIA...aspeeetta, QUE NOMBRE...che nome te eri scelto, por quella sierata? Que nome te scieglievi por quando TE TRAVESTIVI?!”

Silenzio, dall'altra parte della cornetta. Il più assoluto ed indifferente silenzio.

Ed ovviamente l'altra metà coinvolta nel dialogo, che ormai si stava protraendo da FIN TROPPO TEMPO, lo interpretò secondo la sua natura arrogante e prepotente al massimo. E cioé come un segnale ed un invito ad ANDARE AVANTI IMPERTERRITO, era più che ovvio.

“Aaaspetta, que ce l'ho proprio sulla punta della lingua, assieme AL PELO RESIDUO DE QUALCHE MIA AMIGA QUE USO DA SCALDALETTO PROVVISORIO...aaah, si. Adesso ce sono. NICHOLE, si nun me sbaglio! Si, ma cierrrrto que si! ERA PROPRIO NICHOLE!! Tra tutti era quello QUE PREFERIVO.”

A quel punto era più che chiaro il motivo per cui stava sciorinando tutte quelle vecchie storie ritrite, morte e sepolte da tempo.

Voleva metterlo in imbarazzo, a tutti i costi. Oltre che provocarlo, naturalmente.

Doveva tenerci proprio un sacco, a quanto sembrava.

E comunque, a scanso di equivoci, non c'era nulla da obiettare in tal proposito. Poiché era TUTTO VERO.

LA VERITA' SACROSANTA.

Sia sui travestimenti che sul nome.

NICHOLE.

Nick non aveva alcun problema ad ammetterlo. E non se ne vergognava di certo. Quei travestimenti femminili erano una truffa come un'altra, dopotutto. E al momento giusto sapevano tornare molto, ma di molto utili. Tipo quando non quadravano del tutto i conti a fine mese, con particolare riferimento alle tangenti o al pizzo da versare ai boss locali per ottenere lo spazio o il permesso necessari ad esercitare la propria attività. Oppure tutti e due insieme.

Bastava solo stare attenti. A non farsi palpare nei posti sbagliati. Oppure a farsi offrire qualche drink e quattro salti sulla pista per poi darsela a gambe prima di arrivare in qualche camera da letto oppure sul retro di una macchina. Oppure di un vicolo adiacente al locale, per quelli che prediligevano le sveltine o le posizioni in piedi. Dopo aver fregato il malloppo, s'intende. L'importante era non arrivare al punto di doversi o farsi levare i vestiti di dosso, col rischio di scoprire che qualcosa non c'era dove avrebbe dovuto esserci. Tipo le curve sinuose, ottenute tramite una serie di imbottiture piazzate e sistemate nei punti giusti sotto al vestito. Oppure che c'era dove NON avrebbe dovuto esserci. Tipo IN MEZZO ALLE SUE ZAMPE INFERIORI.

A dirla tutta...uno dei pretendenti, nella fattispecie un orso bruno, era talmente infoiato che era riuscito a strapparglieli di dosso pochi metri dopo essere usciti dalla discoteca. E lo aveva smascherato, scoprendo l'inghippo.

Inutile dire com'era finita. O forse...si. Visto che, a quel punto...

Se ne era FOLLEMENTE INVAGHITO.

Di più. Se ne era PERDUTAMENTE INNAMORATO.

DI TUTTI E DUE.

Al punto che se lo voleva SPOSARE. O, meglio...

SE LA VOLEVA SPOSARE.

Lo voleva come MOGLIE ED ACCOMPAGNATRICE UFFICIALE, almeno per ciò che riguardava le MENTITE SPOGLIE.

Per quanto concerneva quelle GENUINE ED AUTENTICHE, invece...

Il tizio era pronto ad offrirgli il posto di BOY – FRIEND ED AMANTE NON UFFICIALE, con tanto di lussuoso ed elegante appartamento bilocale in centro. Pagato a sue spese, naturalmente. Ed un corposo assegno di mantenimento mensile.

In cambio...voleva sia NICHOLE CHE NICHOLAS.

Voleva e desiderava ENTRAMBI. La prima in pubblico ed il secondo in privato. E disporre di entrambi a proprio piacimento a seconda del proprio capriccio e del momento.

Era proprio come pensava. Lo aveva sempre detto lui che con un poco di trucco ed una tutina attillata non stava DAVVERO NIENTE MALE. In ogni caso...

Naturalmente aveva rifiutato, nonostante le insistenze.

Da parte di chi? Beh, per prima cosa da parte del plantigrado infatuato di giovani ed aitanti virgulti.

E poi...non era così tanto difficile immaginarlo.

Da parte di FINNICK, ovviamente.

E DI CHI ALTRI, SE NO?

Il suo compare non riusciva proprio a capacitarsene, di quella scelta. E continuava a ripetergli che stava dando fuori di matto, a lasciarsi sfuggire una simile occasione.

 

DAMN!! HOLY SHIT AND BLOODY HELL!! Te lo giuro, socio...si esistessero ancora, te direi che stai TIRANDO EL COLLO ALLA GALLINA DALLE UOVA D'ORO. Facciamo allora ALL' ORNITORINCO, que es mejo. Tu es LOCO!! MATTO DA LEGARE!! Ma como se fa, dico yo, a rinunciare ad una cosa simile?! MA ROBA DA PAZZI!! Potresti fare la vida da NABABBO por el resto dei tuoi giorni. Ma a ti que COGNJA TE IMPORTA? Ma que te frega, scusa?! Fai un po' EL GUAPO, el carino con lui quando te viene a trovare, e in cambio...te ritrovi nel lusso più sfrenato!! Dame retta, MUCHACHO...ascolta lo zio Finn. Cierte volte...PRENDERLO EN QUEL POSTO NO ES LA COSA MAS PEGIORE QUE TE PUO' CAPITARE NEL CORSO DE LA GIORNATA. YO NE SO QUALCOSA. CIO' QUE CONTA DAVVERO...es FARSE PAGARE EL PREZZO GIUSTO, OK? Figurate que ho sientito de ggente che sarebbe disposta a farselo fare por UN MILIONE DE COCUZZE TONDE TONDE!! E lo sono andate persino a dire EN MONDOVISIONE!! Y allora...se puede saver que problema te fai?!”

Mah, Finn...non so. Vedi tu. Forse perché il posto in questione E' IL MIO, tu che dici? Se gli altri sono tanto contenti di perdere la faccia davanti a tutti...che posso dire, BUON PER LORO.”

E daaai, socio. FA UN PO' MALE ALL'INIZIO, esto lo ammetto. Y poi, en seguito. LE TUE PUZZE NON SARANNO PIU' BELLE SQUILLANTI COMO QUELLE DE UNA VOLTA. MA NO ES LA MUERTE DE NINGUNO, no es la morte de nessuno. Mica fai l'artista da circo o de strada, que se guadagna de vivere facendo I SOLFEGGI Y I MOTIVETTI COL C...”

Finn...”

Oook, socio. COL FONDOSCHIENA, vabbuò? TU SI CUNTENT', ADESS'? L' unica cosa é stare bene attenti alle PERDITE IMPROVVISE, fintanto que NUN TE SE ALLARGA A DOVERE Y TE SE SPANA BEN BENE. Ma te basta fare come fanno le feminne quando sono a le prese cò LE LORO COSE...UN BELL' ASSORBENTE E VIA, LE JEUX SONS FAITS!! NIGUNO PROBLEMA, AHR AHR AHR!!”

Ascolta tu me, piuttosto...se i tieni così tanto sia ai soldi che all'appartamento, perché NON CI VAI TU AL MIO POSTO?”

Eeehi, socio...guarda que es POR TI, que quel tale ha pierso LA CABEZA, la testa. Non per me.”

Questo lo ammetto, Finn. Resta il fatto che LA MATERIA PRIMA CE LA DEVO METTERE IO.”

Yesss. Però...LA SCIELTA ES TUA. Y SOLO TUA. SEI TU QUE DECIDI DOVE METTERLO, ALLA FIN DELLA FIERA. Esto es il punto.”

Ecco, infatti. E quindi...SCORDATELO. TE LO PUOI LEVARE DALLA TESTA, MI SONO SPIEGATO?!”

 

Fine del discorso, dunque. Anche se il discorso in questione era andato avanti ancora per un altro bel pezzo.

Ci aveva provato in ogni modo e con ogni argomento, a fargli cambiare idea. Ma poi aveva rinunciato.

Del resto...conosceva abbastanza bene il suo socio dal rosso manto da sapere con assoluta certezza che, quando una diatriba tra loro prendeva una certa piega ed in particolar modo QUELLA PIEGA...non c'era più niente da poter fare o aggiungere.

Faccenda chiusa, punto e basta. Non avrebbe mai accettato, ne sarebbe mai riuscito a convincerlo ad accettare. E nemmeno a cambiare idea.

Il dado era ormai bello che tratto. E le bocce ferme. E la linea di difesa era ormai stata tracciata. E al mondo intero non restava che spostarsi. Cascasse pure, Nick non avrebbe mai ceduto. E parlando di frasi fatte, senza scadere nel volgare gratuito e con la giusta dose di rispetto per l'intera categoria...

SONO SEMPRE TUTTI INVERTITI COL FONDOSCHIENA DEGLI ALTRI.

Pura verità, gente. Amen.

Ed infatti la volpe non si mosse di un solo millimetro nemmeno stavolta, a quelle basse e subdole insinuazioni.

Se davvero il fennec avesse avuto l'intenzione di farlo arrossire o di fargli girare le scatole...beh, aveva fallito miseramente. Il suo tentativo aveva ottenuto il medesimo effetto di quello precedente dello sceriffo, atto a farlo impietosire.

E cioé uno ZERO TONDO O GIU' DI LI' anche in questo caso.

E comunque...era davvero giunta l'ora di dire basta, con tutto quel mucchio di fesserie.

Per quanto potesse sembrare assurdo ed improbabile...erano riusciti ad intavolare uno dei loro rinomati duetti demenziali per cui andavano tanto famosi, almeno nelle loro teste e fantasie. Nonostante la situazione a dir poco sul filo del rasoio che stavano attraversando. Ma adesso...bisognava darci un TAGLIO. Netto e deciso.

Ci sono momenti in cui non si possono proprio intavolare cose simili, pur con tutto il bene possibile di questo mondo. Specialmente quando, come stava forsennatamente cercando di fargli comprendere da un bel pezzo e senza riuscirci appieno...L' INTERA BARACCA E' IN PROCINTO DI ACCARTORCIARSI E DI PRECIPITARTI ADDOSSO. E non certo in senso metaforico.

Magari é lì giusto giusto che sta attendendo il prossimo istante, per farlo e ridurti ad una schiacciatina decisamente molto al sangue. Con tanto di interiora e cervella sparse tute intorno, a degna guarnizione.

C'era da DARSI UNA SVEGLIATA, senza se e senza ma. Ma...

Ma come fare, e si perdoni il gioco di parole?

Poi, l'occhio gli cadde di nuovo sulla vice, mentre la guardava osservare con una certa e sempre più crescente apprensione il fumo e le fiamme che stavano avanzando sempre più, in modo inesorabile, minacciando di inghiottire tutto quanto fino a ridurlo in cenere di cenere.

Trovato. LEI.

Maggie poteva essere l'ago della bilancia. La leggera spintarella necessaria a dare il giusto scossone e a risolvere definitivamente la situazione. Nonché a convincere il suo minuscolo e una volta degno compare a muovere il sedere e a entrare in azione, finalmente. Però...

Però era strano. Molto strano.

Prima di riaprire bocca, mentre era intento a soppesare con attenzione le parole da pronunciare...per un attimo, un solo attimo...ebbe come l'impressione di sentirsi una starna sensazione addosso.

Si sentiva come...SOLLEVATO.

Ebbene, si. Sollevato. Non avrebbe saputo definirlo in altro modo.

Sollevato che la propria partner non avesse potuto, vuoi un po' per la distanza e un po' per il semplice fatto che aveva la sua attenzione concentrata su altro, udire il suo discorso precedente.

Quello riguardante il suo passato. Quello sui suoi travestimenti. Ma, soprattutto...

SU NICHOLE.

Ma perché?

Se non gliene importava nulla di quegli episodi, perché allora doveva ritenere tanto importante il fatto che lei non fosse riuscita a sentire?

Cosa aveva da nasconderle, dopotutto?

Tanto. Tante cose. A partire da una certa coniglietta...

Meglio non occuparsene, per ora. E pensare ad altro.

Riavvicinò lo smartphone all'orecchio.

“Basta così, Finn” annunciò, col tono perentorio di chi ha smesso tutto ad un tratto di giocare. E che, da quel momento in poi, non ammetterà più alcuna replica di sorta. “Facciamola finita con queste scemenze, una volta per tutte. TIRACI FUORI DI QUI, MI HAI SENTITO? Altrimenti...non so cosa potrebbe farti la mia vice.”

“Tsk” replicò sprezzante il fennec. “Prima me deve PRENDERE...”

Per tutta risposta, Nick allungò il ricevitore in direzione della daina.

“Permetti, mia cara?” Le disse con voce melliflua. “Dì al gentile signore qui presente cosa rischia, se non si decide ad arrivare subito.”

Maggie fece un sospiro, e poi rispose con quanto fiato le era rimasto nella gola.

“ULTIMO AVVERTIMENTO, TAPPO!!” Urlò, minacciosa. “SE NON TI DECIDI A VENIRE A SALVARCI...GIURO CHE MI BUTTO FUORI IO DALLA FINESTRA. E CI TENGO A DIRTI CHE NON MI IMPORTA DI FINIRE ABBRUSTOLITA, ASSALITA O COS' ALTRO. POI, NON APPENA TI TROVO...TI AMMAZZO CON LE MIE STESSE ZAMPE, E CHIARO?!”

“Har har har!!” Disse lui dalla parte opposta, con una gran risata. “Ok, ok, OCCHIDOLCI. Esta bien. Nun ce bisogno que te scaldi così tanto. EL TU CALOR Y LA TU PASION tienile bien strette por qualcuno que es VIERAMENTE INTERESSATO A TI. And i know...yo so mucho bien QUIEN ES QUEL QUALCUNO. Tu as comprendido? Hai capito de chi te sto HABLANDO, de chi te sto parlando? Credo proprio de si. Y en ogne caso...tu stas muy tranquila, querida. No te preocupe. Nun te angustiar. Tra poco arrivo yo, a raccattarve su. Me se spezzerebbe el corazòn, a lasciarve lì a farve redurre come dù ZOLFANELLI. Ve VENGO A PRENDERE, entendido? State sereni.”

“SARA' MEGLIO, TAPPO” fu il commento di lei. “OPPURE...SARO IO CHE TI VERRO' A PRENDERE, SAPPILO. E TI ASSICURO CHE NON SARA' BELLO. PER NIENTE. MI PUOI CREDERE SULLA PAROLA.”

“Te credo, te credo. Ben fatto, NUTS. Sono muy ORGOLLIOSO DE TI, ragazza mia. Ora repassame el tu NOVIO, por favor.”

Maggie, senza aggiungere ulteriori parole, fece un cenno a Nick che si rimise all'ascolto.

“Sentito?” Domandò quest'ultimo.

“Altroché” ribadì il fennec. “Eccome. Dame UN SEGUNDO, un secondo, y arrivo. Piuttosto...dimme'n'po: dové que ve trovate de preciso, tu y BAMBI? Sul retro, como nel più classico de li FILM CATASTROFICI?”

La volpe abbassò il telefono e si mise a guardarsi intorno, sbirciando sia alla sua destra che alla sua sinistra, come a volersi orientare meglio. Poi si riappiccicò il ricevitore per l'ennesima volta al padiglione auricolare ed informò l'amico.

“Mmh...direi di no” osservò. “Dovrebbe essere la parete EST, a occhio e croce.”

“DOVREBBE o E', socio?” disse Finnick, dando ad intendere che era lui quello più scocciato del terzetto. “Cerca di essere più preciso, maldiciòn!!”

“E' quella est” Si affrettò a confermare l'altro. “Vai pure tranquillo.”

“Muy bien. Allora...se ve trovate a ridosso de quel punto, tu y BELLEGAMBE fareste mejo a LLEVARVE DA LI'. SUBITO. AHORA.”

“Stà tranquillo, Finn. Io e Maggie ci troviamo dalla parte opposta. Quando vuoi.”

“Trés bien. Teneteve pronti. E' TEMPO DI DISTRUZIONE!!” Annunciò un grido dall'altro capo della cornetta.

Nick rimise giù il telefono. E questa volta per sempre, chiudendo la chiamata mentre se lo poggiava sulla parte anteriore della coscia destra insieme a parte dell'avambraccio corrispondente.

Dal viso gli traspariva un'aria alquanto compiaciuta.

Era fatta. Avevano raggiunto un accordo, finalmente.

Era stata una totale perdita di tempo che avrebbe potuto dare vita a conseguenze nefaste. Ma era necessaria.

Non c'é niente di peggio al mondo di due TRUFFATORI che si incrociano per dare vita ad un affare, di qualunque genere esso sia. Anche se arriva al punto di riguardare LA VITA E L'INCOLUMITA' di uno dei due. O magari di entrambi.

Non c'era proprio niente da fare. Anche in una condizione di pericolo, per loro natura devono mettersi a fare i difficili e a tirare sul prezzo.

Del resto...ogni truffatore é in fondo un venditore. E viceversa. Perché, alla medesima maniera, ogni negoziante nasconde in sé l'anima e i germi dell'imbonitore. Già se si parte dal fatto che compera la merce all'ingrosso ad un costo irrisorio per poi rivenderla ai clienti al triplo di ciò che ha speso...

Certo, lo va per mangiare. Fin qui siamo tutti d'accordo. Ma anche un ciarlatano lo fa, alla fine della fiera. E allora...

E allora dove diavolo sta, la dannatissima differenza tra i due?

Forse perché il bottegaio può disporre di regolari licenze e deleghe e paga le tasse, a differenza del malandrino?

Va bene, ammettiamolo pure. Ma se la si vuole mettere su questo piano...

Per lo stato CHIUNQUE E' ONESTO. Basta che PAGHI LE IMPOSTE.

E comunque...una trattativa rapida NON E' BEN RIUSCITA, secondo l'ottica degli affaristi più incalliti.

Al contrario. E' NOIOSA.

Una volta terminato, si potrà notare senza alcun dubbio una certa tristezza, nei loro sguardi.

Naturale. Più che naturale. Se potessero parlare...ma più che altro SE VOLESSERO...

E si può stare più che sicuri che NON LO VOGLIONO ASSOLUTAMENTE, almeno nella quasi totalità dei casi, visto che ad affare concluso sono troppo impegnati a contare i soldi poiché la loro principale preoccupazione é di vedere e di capire quanto ci hanno ricavato e guadagnato...

Si può stare più che certi che non li sentirà mai dire la seguente frase:

 

“GUARDA CHE BELL' ACCORDO CHE ABBIAMO FATTO, IO E TE!! E' ANDATO TUTTO SVELTO E LISCIO LISCIO COME L' OLIO!!”

 

Piuttosto li si vedrà allontanarsi a testa bassa e mormorare, con fare e gesti alquanto cinici e disillusi e con tono di voce dolente e rassegnato:

 

“ACCIDENTI!! DOPPIO, TRIPLO ACCIDENTI!! MILLE ACCIDENTI A TE, E PURE A ME!! MA PERCHE' MAI ABBIAMO DOVUTO FARE COSI' IN FRETTA? STAVAMO MERCANTEGGIANDO COSI' BENE, DANNAZIONE!!”

 

E' inutile. Con certe tipologie di persone...COSI' E' SE VI PARE, GENTE. E anche se non vi pare affatto.

Vanno prese per QUELLO CHE SONO. Non si può agire altrimenti.

Ma quel che CONTAVA DAVVERO, a di là di BAZZECOLE, QUISQUILIE E PINZILLACCHERE, era...che era andato TUTTO QUANTO PER IL MEGLIO.

La trattativa era andata a buon fine. Dopo una lunga ed estenuante trattativa erano riusciti a trovare un PUNTO DI INTESA, e a giungere ad una RISOLUZIONE SODDISFACENTE PER AMBO LE PARTI IN CAUSA.

Certo, ci era voluto parecchio tempo. Anzi...PIU' TEMPO DEL DOVUTO. E DEL SOLITO. Ma...quel che conta sul serio, come abitualmente si afferma in questi casi...é IL RISULTATO, no?

E lui...anzi, LORO...se l'erano appena PORTATI A CASA.

Ma, al di là di tutto quanto...vi era solamente da fare TANTO DI CAPPELLO. A TUTTI E DUE.

Indipendentemente dall'esito della trattativa in questione ci era voluto senza alcun dubbio UN BEL FEGATO GUARNITO AD UN BEL PAIO DI ATTRIBUTI a condurla, visto il genere. E senza contare la situazione di estremo pericolo in cui versavano.

Fegato e attributi, già. Nonché una ragguardevole dose di FOLLIA. Per essersi mesi a sparare tutta quella PLETORA DI INSULSE SCEMPIAGGINI tra un'offerta e la valutazione di un'offerta.

“Di un po', Nick...” intervenne Maggie.

Lui la guardò.

“Hm?” Le fece.

“Tu ti fidi davvero di quel MATTO?” Gli chiese lei.

“Sai come si dice” replicò la volpe facendo ancora spallucce. “Si dice da sempre che I PAZZI VIVANO IN UN MONDO TUTTO LORO. E, di conseguenza...VANNO ASSECONDATI, se si vuole ottenere qualcosa. D'altronde...se hai intenzione di recarti a ROMA e di restarci, per prima impara subito a fare COME FANNO I ROMANI, no? E, nel caso del buon vecchio Finn, la cosa principale é di sapere LA GIUSTA MANIERA IN CUI TRATTARLO. Una volta che sei conoscenza di quali fili tirare, beh...IL RESTO E' FACILE. Anche se ti garantisco che se c'é una cosa che ho imparato dalla vita, é...che NULLA E' FACILE. Specialmente quando si a che fare con uno come LUI.”

“Ecco, per l'appunto” si corresse la daina, subito dopo. “In realtà volevo dirti un'altra cosa. E cioé...MA COME DIAVOLO FAI A FIDARTI A QUEL MODO DI UN PAZZOIDE SCRITERIATO COME QUELLO? Ti giuro che io proprio non capisco.”

“Vedi, mia cara vice...” spiegò la volpe, “...la FIDUCIA non é qualcosa che si può basare su freddi calcoli mentali od opportunistici. E' una cosa che va a puro istinto. A PELLICCIA, si potrebbe dire. Se non addirittura A PELLE. Non puoi concedere la fiducia ad un altro se tiri in ballo i tuoi interessi o i tuoi ricavi personali. Non puoi farlo per davvero se la prima cosa a cui pensi é...SE NE VARRA' LA PENA, o meno. Non funziona così. La fiducia...é una cosa SPECIALE. E' MERCE RARA. RARSSIMA, oggigiorno. O LA SI DA O NON LA SI DA, punto e basta. E nel caso si decida di darla...LA SI DA, senza starci tanto a riflettere. E da quel momento...NON SI TORNA PIU' INDIETRO.”

“Stai...stai parlando sempre della FIDUCIA, vero Nick?”

“Certo che si” si affrettò a dire lo sceriffo. “Perché, tu...tu COSA AVEVI CAPITO, scusa?”

“Non...non ci sono DOPPI SENSI o qualcosa del genere, vero?” Domandò la sua partner.

“Assolutamente” ribadì lui.

“Fiiuuu...meno male” osservò l'altra, tirando un gran sospiro di sollievo. “Sai com'é...ho già il TUO COMPARE che ci si mette ogni due per tre a sparare BATTUTACCE DA OSTERIA ad ogni pié sospinto...ed essendo AMICO TUO, NONCHE' IL TUO MAESTRO DI VITA...credevo che ti avesse trasmesso la tendenza. Che tu avessi PRESO IL VIZIO, insomma. Si dice che certe abitudini siano oltremodo DURE A MORIRE, una volta apprese...”

“Questa volta no” chiarì Nick. “Come ti dissi tempo fa...da lui ho preso SOLO IL MEGLIO, e ho rigettato tutto il resto. Può darsi che anch'io dica la mia generosa dose di CRETINATE, talvolta...ma ti assicuro che quando c'é da FARE E DA PARLARE SUL SERIO, lo faccio. Così come quando devo decidere di CHI MI POSSO FIDARE, E DI CHI NO.”

“D – davvero?!”

“Si. Davvero. Guarda TE, ad esempio. Non appena ti ho vista, ho capito subito che...”

“Si?” Disse lei con voce speranzosa, facendosi quasi avanti nella sua direzione.

“Wow, wow!! Ehi, quanto entusiasmo!” Disse lui, mettendo entrambe le zampe anteriori in avanti come a volerla stoppare nel caso si fosse fatta troppo avanti. “Ti stavo dicendo...non appena ti ho vista, ho capito subito che AVREI POTUTO CONTARE SU DI TE.”

“Ah. Capisco...”

Dal tono, e dalla cadenza delle parole...sembrava alquanto DELUSA, dalla risposta. Ma il suo superiore proseguì con il discorso.

“Lo avevo capito subito che ERI IN GAMBA” aggiunse. “Ti occorreva solo un po' di tempo. E direi che il tuo operato...mi sta RIPAGANDO APPIENO della fiducia che ho deciso di donarti. I MIEI COMPLIMENTI, davvero.”

“Beh...non so davvero che dire” replicò Maggie con evidente imbarazzo, e mentre era intenta a grattarsi la nuca con il palmo della mano sinistra nell'evidente tentativo di smascherarlo. “Solo che...”

“Solo che?”

“E' solo che...ancora non capisco cosa ci hai trovato, in una COME ME. Insomma, GUARDAMI...ti sembro EROICA, forse? Non ho davvero nulla di speciale, in fondo.”

“Ti sbagli, tesoro” la corresse la volpe. “Ti sbagli. E di grosso, anche. Te lo posso assicurare.”

“E' proprio questo quel che intendevo, Nick. Tu come fai ad esserne così sicuro?”

“Allora quando io parlo tu non ascolti, Maggie. Te l'ho detto prima. LO SO E BASTA. E almeno su questo...NON HO IL BENCHE' MINIMO DUBBIO. Non ne ho perché...a me é ACCADUTA LA STESSA COSA.”

“Come...come sarebbe a dire, scusa?”

“No, aspetta” rettificò l'attimo successivo, come se avesse dimenticato qualcosa di estremamente importante. Di IMPORTANTISSIMO. “Aspetta un secondo. Solo un secondo. Voglio ricordarti che non sei...non s – sei obbligato a...”

“Mph. Stà tranquilla” la bloccò. “Nessun problema. Ho DECISO IO di parlartene. E' stato...é stato proprio prima che decidessi di arruolarmi in polizia. Ho deciso di farlo perché...una CERTA PERSONCINA HA DECISO DI RIPORRE LA SUA TOTALE ED ASSOLUTA FIDUCIA IN ME. E mi puoi credere sulla parola se ti dico che la personcina in questione...ISPIRAVA TUTTO TRANNE CHE FIDUCIA, almeno all'inizio.”

“I – in che senso?”

“No, no. Intendiamoci, per carità. Non volevo dire che si trattasse di un soggetto POCO RACCOMANDABILE, o qualcosa del genere...mi riferivo al fatto che, alla persona in questione, a prima vista, NON GLI AVRESTI DATO UN SOLDO BUCATO CHE FOSSE UNO. E invece, una volta che ho iniziato a vederla IN AZIONE...Beh, ne sono rimasto a dir poco AFFASCINATO. Mi ha CONQUISTATO, davvero. Al punto di decidere che, da quel giorno, l'avrei appoggiata sempre e comunque., non facendole mai mancare il mio aiuto. E che sarei rimasto sempre al suo fianco, qualunque cosa accadesse. Tu pensa, io! PROPRIO IO!! Che nella mia vita, almeno fino a quel momento, non avevo pensato ad altri che a me stesso. CI CREDERESTI?”

“Mmh...lasciami indovinare un po'...” fece Maggie, con atteggiamento pensoso.”...Sono pronta a scommetterci, sull'identità della persona in questione. Credo di aver ben capito di chi tu stia parlando...”

“Lo credo anch'io” confermò Nick. “Immagino che che tu sappia chi sia, la persona a cui mi sto riferendo. Dopotutto...ormai LA CONOSCI, anche se in modo...ALQUANTO INDIRETTO.”

“Già” asserì lei. “Comunque...so che non é di sicuro il momento più indicato per dire certe cose, ma...sai, alle volte ti trovo, come dire...BUFFO.”

“B – buffo, dici?”

“Si. Mi hai fatto venire da sorridere persino in questa situazione. Tu sei davvero...INCREDIBILE, Nick.”

“Oh, beh...” si schermì a sua volta la volpe, col medesimo gesto a base di grattatina dietro all'orecchio. Il sinistro, questa volta. “Ricordo che LA PERSONA IN QUESTIONE era solita dirmi che C'E' SEMPRE UNA VIA DI USCITA. IN OGNI CASO.”

“Sarà...” disse la daina, poco convinta. “Ma io la vedo difficile...”

“E non solo” aggiunse lui. “Diceva anche che, se proprio ti accorgi che non c'é PROPRIO PIU' NIENTE DA FARE...almeno SORRIDI. SFORZATI DI SORRIDERE.”

“Beh...alquanto NOBILE ed EPICO, direi. Proprio una roba EDIFICANTE. Ma non cambia certo la realtà delle cose. Resta il fatto che abbiamo messo le nostre vite nelle ZAMPETTE di un SEMI – DEFICIENTE RESIDUATO DI MANICOMIO...”

“Per favore!” Obiettò Nick. “Diciamo le cose come stanno. E togli pure quel SEMI...vediamo di essere più precisi. La prossima volta. Detesto I GIUDIZI APPROSSIMATIVI.”

Maggie si portò una mano alla bocca, trattenendo una risata.

Una scena a dir poco paradossale.

“Visto?” Fece lui. “Sei entrata subito nell'ottica. Questo é lo spirito giusto! E' PROPRIO COSI', CHE TI VOGLIO!!”

“E comunque...” aggiunse, “...non ti devi preoccupare minimamente. Vedrai che il vecchio Finn ci tirerà fuori di qui, tra poco. Ci ha dato la sua parola e la manterrà. Penserà a tutto l...”

Si bloccò di colpo, assumendo un espressione seria.

“Uh – oh...” disse.

Diede ancora una rapida occhiata panoramica in giro. Sembrava parecchio agitato. Come se avesse notato qualcosa di decisamente FUORI POSTO. Ma anche FUORI FUOCO, al punto che ancora non riusciva a capire di che cosa si trattasse. E di cosa gli avesse generato quell'improvviso quanto profondo senso di inquietudine.

Persino Maggie se ne accorse. E non poté fare a meno di dirglielo.

“Ehi!” Gli fece. “Ma cosa...”

“Sssh – ssshhhh!!” Le fece lui, portandosi il dito indice sulla punta delle labbra per farle intendere di tacere.

“Ma si può sapere cosa ti prend...”

“Silenzio, ho detto!”

No, non riusciva a capire cosa fosse. Non ancora. Ma sapeva che c'era. Sapeva che c'era qualcosa che decisamente NON QUADRAVA. Solo questo. Come la scoperta di una nota stonata sopra ad un pentagramma, che al momento cruciale rischia di mandare a monte l'intera sinfonia.

Continuava a spostare lo sguardo a destra e a manca, come in preda ad un attacco febbrile di quelli belli tosti, con delirio incorporato. Poi...

“Oh, cavolo...” esclamò.

“Nick! Ma che...”

“Oh cavolo cavolo cavolo cavolo...”

La sua faccia da seria era diventata allarmata. DECISAMENTE ALLARMATA. L'espressione tipica di chi si é appena reso conto di aver appena combinato UNA BOIATA COI FIOCCHI. E di quelle BELLE GROSSE, per giunta. E di avere pochissimo tempo a disposizione per sistemare le cose prima che esse diventino IRRIMEDIABILI.

Ci era arrivato. Ecco cosa non quadrava. Ecco cosa, dannazione.

Finn. Aveva sbagliato a fornirgli le indicazioni.

Colpa sua, ovviamente. Sua nel senso di QUELL' ALTRO, si intende. A furia di dargli retta, sia a lui che a tutte quante le sue FESSERIE e SCEMENZE...quel mix a dir poco LETALE aveva finito col MANDARLO LETTERALMENTE IN CONFUSIONE.

Ma una parte di responsabilità gli toccava di prendersela, volente o nolente che fosse.

Si diceva in precedenza dei maneggi tra imbonitori incalliti. Incalliti perché si parte dal presupposto che entrambi gli interessati dispongano di sufficienze adeguatezza e competenza. Nonché di lucidità. Ma se per qualche disgraziato motivo le cose non stessero proprio così...

Beh...che altro dire, gente. DAGLI IMBECILLI CI SALVI DIO.

Anche se, a detta di qualcuno...a giudicare da quel che si vedeva c'era da pensare che non dovesse essere così PRESENTE ED ONNIPOTENTE come pensava di essere. E come ci teneva così tanto a dimostrare al prossimo.

Corse verso Maggie.

“Spostiamoci!!” Le urlò. “Andiamo via!!”

Lei lo fissò.

“Ma...”

“Non c'é più tempo!! Via di qua!! VIA VIA VIA VIA VIA VIA VIA !!”

E mantenendo fede a quanto aveva appena pronunciato, la afferrò all'altezza dell'incavo del gomito destro e la trascinò con sé, tirandola via da lì senza nemmeno darle un'ombra o parvenza di spiegazione e senza neanche darle l'opportunità di poter replicare o di dire la sua.

Non ve n'era alcun bisogno.

Tra poco avrebbe capito tutto quanto. E da sola. Se i suoi calcoli erano esatti, ed era più che si curo che LO FOSSERO...ciò che avrebbe visto avrebbe valso più di mille parole inutili.

Raggiunsero la parte opposta di ciò che rimaneva dell'edificio, zigzagando e dribblano i numerosi focolari che, nel frattempo, avevano proseguito la loro opera distruttrice e si erano già smangiati buona parte del pavimento. E che adesso stavano iniziando già ad intaccare i muri laterali, per poi da lì passare al soffitto.

Trascorsero alcuni secondi. Secondi impregnati di un silenzio a dir poco irreale. Talmente greve e pesante da avvolgere e coprire persino il crepitare insistito delle fiamme.

Poi, si iniziò ad udire qualcosa.

Un rombo sommesso. Sommesso e lontano. Che però iniziava a farsi sempre più forte e crescente, come se qualcosa si stesse avvicinando a gran velocità. Anzi...

Più che avvicinarsi...sembrava stesse SCENDENDO GIU' IN PICCHIATA.

Pareva proprio di udire un CESSNA, un PIPER o un qualunque altro a scelta tra l'ampia gamma di piccoli velivoli bi – motore privati, ad uso personale. Spesso acquistati da gente piena di soldi per farne unicamente sfoggio e vanto. Anche se i ricconi in questione, il più delle volte, non disponevano neppure di una patente o di un brevetto di volo. E nemmeno dell'abilitazione o dei rudimenti al controllo strumentale, col tragico risultato che spesso bastava un banco di nubi o di nebbia per cancellare l'orizzonte davanti a loro e la terra sotto di loro e trasformare così un'allegra gitarella per l'aere in una SCOMMESSA CONTRO LA MORTE. Oppure...

Sembrava un di quei BIPLANI o TRIPLANI di cui si narrava nei libri di storia, tra le pagine riguardanti le ultime grandi guerre. Con particolare riferimento agli assi e alle leggende del combattimento aereo.

D'improvviso era ricomparso dal nulla un FOKKER con tanto di BARONE ROSSO alla guida, pronto a piombare sui nidi delle mitragliatrici o sulle postazione e le roccaforti nemiche.

Ma qui, se i sospetti di Nick erano fondati, e c'era da star più che sicuri che LO FOSSERO, anche in questa occasione...più che del BARONE ROSSO si trattava del BARONE ROTTO. E quel che peggio...

Non ci sarebbe stato soltanto lui DI ROTTO, lì dentro, se loro due non si fossero messi immediatamente al riparo.

Il rumore aumentò di intensità. Doveva essere vicinissimo. E poi...

Di colpo e senza preavviso alcuno la parete di legno situata proprio di fronte al punto in cui stavano stazionando in attesa dei rinforzi e dei soccorsi, fino a qualche attimo prima...

VENNE GIU'.

Cedette DI SCHIANTO, come un castello di carte da gioco realizzato a dimensione e a grandezza di mammifero di grossa taglia a cui era stata appena sottratto un elemento che ne componeva la base portante.

Qualcosa o meglio, QUALCUNO l'aveva appena buttata giù. E Nick sapeva sia COSA ma soprattutto CHI era stato. In quanto a Maggie...dal canto suo ci mise ben poco a fare altrettanto.

Del resto, ciò che stava avvenendo lascia ben poco spazio all'immaginazione e alle interpretazioni personali.

Una figura nera e dai contorni vagamente quadrati si stagliò in mezzo alla povere, al fumo e al fuoco. E ci volle ben poco perché la misteriosa figura in questione prendesse le forme e i profili di qualcosa che ben conoscevano entrambi.

Il boato che lo accompagnò fu a dir poco terrificante.

Nel giro di una frazione di secondi il didietro del LOBOS Z – 1, il fido furgone di Finnick, fece piena irruzione nella scena e all'interno di ciò che ancora rimaneva della centrale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Beh, che dire...tanto per cominciare, é bello riuscire a pubblicare un po' prima del solito, ogni tanto!

Come avevo già annunciato, almeno fino al mese di Gennaio mi occuperò principalmente della mia long. Poi darò il via alla miniserie su KEN IL GUERRIERO. Ma, fino ad allora...scriverò principalmente di questa.

Almeno velocizzerò un po' la produzione. Infatti, sempre ammesso che ci riesca, ho intenzione di riuscire a postare un altro episodio prima delle ferie natalizie. Incrociamo le dita...

E veniamo a questo capitolo. Che sinceramente ho trovato...alquanto ATIPICO.

Si. ATIPICO. Non mi viene altro modo per riuscire a definirlo. E credo che, leggendo, in molti la penseranno sicuramente come me.

Vi confesso che, stando alla prima stesura, doveva venire piuttosto differente. E. almeno all'inizio, la tentazione era stata di pubblicarlo TALE E QUALE.

Avremmo quindi dovuto assistere all'irruzione di Finn e alla fuga dei protagonisti dalla stazione di polizia ormai ridotta in rovina. Ma se avessi dovuto aggiungere pure quello...saremmo arrivati ad OLTRE TRENTA PAINE.

E ritengo sia TROPPO. DAVVERO TROPPO. Avrebbe finito col fare DUE SCATOLE COSI'.

Una roba così lunga va bene per una storia auto – conclusiva, come quella su Brisby che ho pubblicato da poco. Ma non per una storia a puntate come questa.

E comunque...E ALLA FINE ARRIVA FINNICK, giusto per citare una frase famosa.

E a proposito, tirando in ballo la one – shot su Brisby...forse é stata quella faticaccia a prosciugarmi tutte le energie, col risultato che non mi sono ancora ripreso del tutto...o forse ero concentrato maggiormente su quella, chi lo sa.

Fatto sta...che questa puntata é venuta così, punto. E, a dirla tutta, non sono ancora molto convinto della sua bontà.

Anzi...vi dirò che per certi versi mi ha addirittura INDISPETTITO. Per non dire IRRITATO.

E non tanto per come é scritta, ma per quel che ACCADE. O, meglio...CHE NON ACCADE.

Alla fine, un bel botto c'é sicuramente stato. E alla fuga (con ovvio inseguimento) ci arriveremo, pazientate un poco.

Mi ha lasciato perplesso proprio l'atteggiamento di Nick e Finnick. La volpe e la sua vice stanno per lasciarci letteralmente LA PELLICCIA. Eppure...la volpe trova pure IL TEMPO DI PERDERE TEMPO, e mi si perdoni il gioco di parole.

E scusate la volgarità, ma...si mette persino A SPARARE STRONZATE al telefono col suo compare, come se niente fosse.

Avviene una dilatazione dei tempi che giunge quasi ad ESASPERARE, proprio come accade a Maggie. Che, per inciso, sembra davvero sul punto di GONFIARE DI BOTTE TUTTI QUANTI, da un momento all'altro.

GRINTOSA, CAZZUTA E AGGRESSIVA, si si. MI PIACE.

In quanto al piccoletto dalle lunghe orecchie...beh, c'é poco da aggiungere. Per il sottoscritto...CONTINUA AD ESSERE DIO.

Come ho detto prima...continuo a non essere troppo convinto. Ma l'ultima parola, come sempre, spetta A VOI.

Tenete conto che non avrei potuto scriverla in modo diverso da questo. Ormai sia la trama che i personaggi sono letteralmente DECOLLATI. E da parecchio tempo. Sto GIOCANDO CON LA MIA STORIA, tutto qui. E ormai mi sento di poter scrivere QUEL CHE PIU' MI VA.

In realtà...credo che sia LA MIA STORIA A GIOCARE CON ME. I miei personaggi FANNO QUELLO CHE VOGLIONO, e io...mi posso solo REGOLARE DI CONSEGUENZA. E limitarmi a SCRIVERE CIO' CHE VEDO.

Ho sul set degli autentici ATTORI FUORICLASSE: La cosa migliore che io possa fare, da regista...è di LASCIARLI FARE.

Io sono solo UN SEMPLICE NARRATORE.

Comunque é divertentissimo: le cose sembrano prendere una certa piega, e poi...BAM!! Avviene una BRUSCA STERZATA. Magari solo per TENERE ALTA L'ATTENZIONE. Oppure solo per SPIAZZARE E STUPIRE.

Tutti ad esaltarci per Finnick che stava venendo in soccorso dei nostri due eroi...per poi renderci conto che STANNO CORRENDO PIU' RISCHI CON LUI CHE CON CHIUNQUE ALTRO. Dopotutto...é quel che accade quando si chiede aiuto e ci si affida ad un PAZZO COMPLETO.

Insomma, per farla breve...questo capitolo non mi ha pienamente convinto. Ma mi é piaciuto.

Spero possa piacere anche a voi.

E visto che si parla di STUPIRE...in ultimo ci sarebbe quella SCOTTANTE RIVELAZIONE.

Avevamo giusto finito di parlare due capitoli fa del mio parere sull'orientamento sessuale di Nick e poi...mi salta fuori NICHOLE.

Non so che dirvi, ragazzi. Se non che...lo vedo PERFETTAMENTE IN LINEA COL TIPO DI PERSONAGGIO, al di là di possibili allusioni o doppi sensi.

Ho sempre detto di essermi ispirato a ROBIN HOOD, nel tratteggiare il mio Nick (così come hanno fatto i suoi veri autori, per loro spontanea ammissione). E se ben ricorderete...anche il nostro baldo e valente arciere si mascherava, in compagnia del gioviale Little John, da PROCACE FATTUCCHIERA pur di sottrarre il malloppo a quell'inetto di Re Giovanni!

TUTTO IN REGOLA, quindi. Più o meno.

In ogni caso, come avevo ribadito la volta scorsa...la cosa mi lascia indifferente.

Che ben venga una storia dove Nick é gay, se é bella da leggere.

Conta la storia, e basta. Ed in tal proposito...ne approfitto per ricordare uno dei racconti più belli (nonché meglio scritti) di tutto il fandom. E, tra le altre cose....tratta anche di una relazione a sfondo omosessuale.

Sto parlando di ZOOTROPOLIS – PACK OF ONE di YakerHenbane (che saluto).

E veniamo al consueto angolo dei ringraziamenti.

Un grazie di cuore ad Alicettina99, hera85, Devilangel476, Sir Joseph Conrard, DANYDHALIA e Plando per le recensioni all'ultimo capitolo.

E ad Enzo89 per la recensione al capitolo 52.

e visto che non potrò farlo in apposita sede...ne approfitto per ringraziare Plando e Devilangel476 per le stupende recensioni a I' LL WAIT FOR YOU FOREVER, la mia one - shot su Brisby.

Come dicevo...mi auguro di ritrovarci (sicuramente!) prima di Natale. Anche per gli auguri di rito.

Un grazie di cuore ancora a tutti quanti e alla prossima!

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

Roberto

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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