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Autore: _fioredineve_    29/11/2018    2 recensioni
[...] Fred non le aveva dato neanche il tempo di dirgli ciò che provava, ciò che lei sentiva per lui.
Fred era la causa di tutto quel freddo e non l'avrebbe perdonato tanto facilmente.
Fred se ne era andato e lei non l'avrebbe più rivisto. [...]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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XII - il giorno tanto temuto
XII - Il giorno tanto temuto

L'ansia le attanagliava lo stomaco, sentiva il corpo muoversi non per volontà sua ma come se fosse inevitabile farlo.
"Tutto bene?" guardò Fred, sorridendogli. Avrebbe voluto dirgli che no, non andava affatto bene, che sentiva la sua forza affievolirsi mentre lo scoccare dell'ora si avvicinava. Sentiva le gambe farsi molli e il cuore le faceva male, era troppo per lei e per il corpo minuto.
"Hermione, so che per te sarà devastante rivivere questo giorno, ma ricordati: andrà tutto bene" e le sorrise, di nuovo.
Era lui a dare - per l'ennesima volta - forza a lei, e non il contrario. Sarebbe dovuta essere lei quella a dare forza a lui, a sostenerlo. Era lui quello che stava per andare a combattere con il rischio di poter morire - di nuovo - e lei doveva essere lì per evitare che ciò accadesse.
"Fred..." pronunciò, senza sapere realmente cosa dire. 
"Cosa?"
"Niente, niente" dubbioso Fred la guardò, per poi fermarsi e poggiarle la mano sul capo smuovendole i ricci disordinati.
"Te lo ripeto, Hermione, andrà tutto bene" e lei annuì stringendo la stringa della borsetta che, anche quella volta, era lì  con lei.
"Hai preso tutto?"
"Sì, se vuoi ricontrollo" rispose subito aprendo la borsa e guardandoci dentro, non aveva lasciato niente in quell'appartamento, si era anche appropriata dei vestiti che i due le avevano prestato.
"No, tranquilla, mi fido, mi fido" rispose ridendo chiudendole la borsa e poggiandole un braccio sulle spalle. Si comportava in modo giocoso solo per non farle pensare a ciò che stava per succedere?
"Hermione, ti ricordi cosa ti dissi l'altra volta? Prima che tutto abbia inizio devo dirti una cos..."
"Ehi, ragazzi, andiamo? Mamma ci ha mandato un Patronus, Harry è ad Hogwarts" l'espressione sul viso dei due gemelli era identica, seria e preoccupata.
"Te la dirò dopo questa cosa, ora dobbiamo andare, metti il mantello e tieniti a me" proferì lanciandole il mantello con cui lei si coprì con premura.
Prese un respiro profondo per poi aggrapparsi alla mano del mago, stringendogliela - per una volta - senza vergogna. Solo perché era nascosta sotto a quel mantello che le celava completamente il viso da sguardi altrui.
"Andiamo" un risucchio, lo stomaco in subbuglio, e poi il vento gelido di Hogsmeade che la colpiva facendo ondeggiare lievemente il mantello che indossava.
"Dobbiamo passare per la locanda di Aberforth, seguitemi, attenti a non farvi vedere" la presa di Fred si fece più ferrea.
"Gli allarmi, ci sono gli allarmi" proferì Hermione poco prima che un suono estremamente sordo e rimbombante coprisse ogni rumore, a stento riusciva a percepire il battito del suo cuore.
Si sentì strattonare, finendo con il nascondersi alle spalle di una vecchia casa in via di demolizione. Si sentì del tutto inutile, come aveva potuto dimenticare una cosa simile?
Il mantello venne sollevato da Fred che, con uno sguardo serio, le fece capire che l'unico modo di nascondersi era utilizzare il mantello.
Avrebbe voluto domandare di George, ma sapeva che i due se la sarebbero cavata.
Fred parlò, ma il fischio prolungato copriva anche la sua voce. Probabilmente fu a causa della confusione negli occhi di Hermione che Fred decise di fare tutto da solo.
Si infilò sotto al mantello, abbracciandola da dietro, facendo rannicchiare entrambi pur di riuscire a coprire tutti e due con quel pezzo di stoffa.
Pensare che al primo anno erano in tre ad entrarci, ora a stento ne entravano due. Come cambiavano in fretta le cose, nella vita?
Non aveva mai pensato che in un futuro non molto lontano si sarebbe ritrovata in una situazione simile.
Eppure eccola là, mentre si sta nascondendo nuovamente per lottare contro la vita e la morte. Tutto per poter salvare lui e poter rivedere i sorrisi di quella famiglia. Tutto solo per puro egoismo.
Il fischio cessò ed entrambi tirarono un sospiro di sollievo.
"Vieni, ci attendono da Aberforth"
"Sì"

Hermione ricordava perfettamente ogni particolare di quel locale - catapecchia. Soprattutto ricordava perfettamente il dipinto di Arianna, la sorella minore dei fratelli Silente. Ricordava perfettamente l'arrivo di Neville attraverso quel dipinto, così come il modo in cui si introdussero all'interno della scuola.
"Harry è già lì" aveva brontolato Aberforth Silente, stirandosi la lunga barba bianca - proprio come quella di suo fratello.
Erano tutti riuniti in cerchio, ma mancava qualcuno.
"Allora dobbiamo andare anche noi" la voce di Remus Lupin fece capolino all'interno della stanza, accompagnato dal cigolio della porta che si chiudeva.
Nel vederlo i sensi di colpa di Hermione tornarono a galla, investendola in pieno come una secchiata d'acqua gelida.
Cercò di trattenere i singhiozzi, era così egoista da parte sua non aiutare Lupin e Tonks, non aiutare il piccolo Teddy ad avere un famiglia.
La cosa peggiore era che l'unica a conoscere le sorti di tutti i presenti in quella stanza era solo lei. Non lo aveva detto neanche a Fred, per paura di essere giudicata da lui. Per paura di sentire pronunciare a voce alta ciò che la sua mente le gridava in quel momento "Egoista".
"Andrà tutto bene finché saremo insieme" quella semplice frase, pronunciata per lei da Fred, la fece aggrappare disperatamente a lui. Quel calore la faceva sentire meno colpevole di quanto stava per fare.
Annuì, consapevole di non poter essere vista, e asciugò le lacrime che - inconsapevolmente - avevano preso a scorrere giù per il suo viso.
"Forza, andiamo, quel ragazzo ha bisogno di noi"

Ognuno era nella propria postazione, poche ore prima erano riusciti a liberarsi dei Mangiamorte presenti nel castello.
Ora erano lì, su una delle torri mentre veniva innalzato uno scudo protettivo magico e uno degli Horcrux veniva debellato mentre un altro ancora doveva essere trovato.
"Dove lo troverete?"
"Nella stanza delle necessità" soffiò Hermione poggiandosi contro a quel muro di mattoni completamente gelido, nonostante la giacca ed il mantello che la coprivano. Il ricordo delle fiamme che demolivano tutto, mangiando ogni cosa, risucchiando ogni singolo oggetto presente in quella stanza... fu veramente fortuna quella che li aveva accompagnati nel riuscire ad uscire da quella stanza. Ma, ovviamente, la sfortuna maggiore l'ebbero dopo qualche minuto mentre scendevano quelle scale e percorrevano i corridoi distrutti del castello. Scocciò ogni pensiero scuotendo la testa, non doveva pensarci.
"Ehi, Freddie, tutto okay?" George affiancò il fratello, poggiandosi contro il balcone di mattoni e marmo del castello.
"Sì, tutto okay Georgie, e a te?" un sorriso di sghembo sul volto di entrambi, la dolcezza che trasmettevano quelle parole, tutto ciò che celavano quelle due semplici battute neanche lei sapeva spiegarsele. Sapeva, però, che per entrambi era un modo particolare per fare forza all'altro. In tutto ciò lei era una completa estranea.
Un boato, un leggero tremolio del pavimento, li fece scattare sull'attenti.
"Sono entrati" fu la constatazione di George, la presa di entrambi si fece più salda sulle bacchette, Hermione lo notò dalle nocche che sbiancavano per la stretta ferrea.
"Dividiamoci, è l'unico modo per coprire più punti" ecco, allora, chi aveva proposto ai due gemelli di dividersi. Era stato Fred.
George si limitò ad annuire, passando poi accanto ad Hermione; le sorrise, quasi intristito e impaurito "Prenditi cura di lui, questa volta puoi salvarlo"  e George aveva capito, aveva capito il motivo per cui lei era tornata lì. Sorrise amara, porgendogli il mignolo della mano destra "Lo farò, promesso" senza chiedere altro George le afferrò la mano abbracciandola, gesto che la lasciò completamente sorpresa. Non era solito fare e porre dimostrazioni d'affetto simili, soprattutto a lei che era quasi un'estranea. Era solo la migliore amica del fratello minore, niente di più.
"Grazie, Hermione" e si dileguò, seguendo gli altri ragazzi e componenti dell'ordine che cercavano di coprire i punti vuoti e ciechi.
"Andiamo anche noi" Hermione si coprì nuovamente con il mantello celando, per l'ennesima volta, la sua presenza. Sarebbe andato tutto bene.
"No aspetta" Fred la bloccò, scoprendole nuovamente il viso per guardala. Cosa voleva?
"Non so quando ti rivedrò, né se ti rivedrò, Hermione. Devo dirti quella cosa prima che tu possa andartene per sempre dalla mia vita, io..." un'esplosione alle sue spalle, un suono talmente forte da coprire le parole pronunciate da Fred. 
"Hai capito, Hermione?"
Hermione scosse la testa, confusa, non aveva capito. Aveva il cuore che batteva veloce mentre il mago le sorrideva, lasciandole un bacio sulla fronte, leggero come un soffio di vento estivo.
"Grazie, Hermione" la ragazza non rispose, totalmente sorpresa da ciò che Fred aveva fatto. Cosa avrebbe dovuto dire, o fare, in una situazione simile?
Tali gesti... non erano da lui.
Era felice, eppure sentiva di non meritarselo tutto quell'affetto. Lei non meritava la felicità, questo ormai lo aveva capito.
Anche lei gli sorrise, triste, perché su una cosa Fred aveva ragione: lei sarebbe andata via dalla sua vita, lasciandolo dopo quella sera.
"Ora... andiamo" entrambi presero un respiro profondo prima di gettarsi in quella battaglia. Le scale sembravano infinite mentre con vari colpi di bacchetta il mago parava o colpiva qualche mangiamorte.
E lei non poteva fare niente: sferrare un solo colpo avrebbe segnato un altro enorme cambiamento temporale.
Triste strinse la presa sulla mano di Fred mentre quella libera si stringeva sul petto, accanto al cuore, dove un dolore incredibilmente forte - causato dalla paura e dalla tristezza - le toglieva quasi il respiro.
E poi ecco quel muro, Percy che lottava e Fred che si univa a lui. Fece in tempo a lasciargli la pozione per poi allontanarsi e rimanere al riparo, fin quando sarebbe stato necessario.
Dei colpi, altri passi, delle urla. La risata inconfondibile di lui e la battuta di Percy: era il momento.
Si girò notando la sua figura allegra e sorrise sfoderando la bacchetta.
Un incantesimo non verbale, più silenziosa di un battito di ciglia, ed una barriera a proteggerlo.
Si avvicinò, veloce, mentre la polvere causata dall'esplosione e dal crollo del muro li circondava ancora.
"Fred..." sussurrò sorridendo, stava bene, tossicchiava un po', ma stava bene.
Alcune lacrime scesero dal viso di lei, ora poteva andarsene tranquilla.
Abbassò di poco il mantello, scoprendo il viso sporco di terra e macchiato dalle lacrime.
"Hermione, dovresti andare"
"Sì, lo so, solo un attimo, ti prego" qualche scheggia era riuscita a ferirlo in viso, ma niente di grave. Gli accarezzò dolcemente i capelli rossi, sporchi per poi prendere la pozione dalla tasca del giubbotto di lui.
"Pri-prima di and-andarmene, devo fare una cosa, s-sì" si asciugò il viso per poi avvicinarlo a quello di Fred "Grazie di tutto" sussurrò prima di lasciargli un bacio a fior di labbra e fargli stringere il distillato della morte vivente tra le mani.
"Hermione, devi andare, ora?" lei annuì, nonostante la domanda di Fred avesse un qualcosa di enormemente triste per lei.
"Sì" gli sorrise un'ultima volta prima di smaterializzarsi, e mentre lo faceva lo intravide bere quella pozione mentre con sguardo triste la guardava andar via.

"Perdonami Fred, non potrò stare al tuo fianco, dopo questo"


Mi sento tremendamente colpevole.
H
anno fatto tutto loro, in realtà. Io ho solo seguito le loro indicazioni. Ultimamente mi faccio comandare troppo dai miei personaggi e mi lascio coinvolgere facilmente.
Dovrei smetterla.
Ma bando alle ciance, ormai siamo quasi giunti alla fine. Due capitoli, al massimo tre, e la storia potrà dirsi conclusa.
Questo capitolo è stato un parto, più che altro perché c'erano tante cose da dire e la paura di renderlo pesante, scontato o noioso era tanta.
Così com'è tanta la paura di sapere come andrà a finire.
Non dico niente, perché nella mia mente l'epilogo già c'è, fin da quando l'ho iniziata a scrivere. Sta a loro decidere se sarà quello giusto per loro o il futuro avrà in serbo altro.
Come avrete visto, è un misto tra i libri e i film, ho inserito un po' da ambo le parti.
Spero possa piacervi.

ps. se lo trovate estremamente triste è colpa di una delle ost che sto ascoltando in questo momento. L'intero capitolo l'ho scritto sulle note di Xion's theme di Kingdom Hearts.

Vera







   
 
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