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Autore: Sognatrice Realista    30/11/2018    1 recensioni
Spin-off di "Storie di Fisis", incentrato su un personaggio un po' particolare.
La storia si ambienta molto prima delle vicende di Aidra e gli altri; il periodo delle "Leggende", dove gli Ela sono reali per tutti.
Solo – non gli dispiaceva quella parola. Non stava male, Rassvet. Le persone potevano ferirlo, con i loro sguardi d’odio, la solitudine no. Poteva restare ore nel bosco ad ascoltare il vento sussurrare tra gli alberi senza stancarsene.
Il suo arrivo aveva cambiato tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Fisis'
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Rassvet e Maerin

“Abominio”.

Aveva sentito spesso quella parola, gli abitanti la sussurravano sempre alle sue spalle – mai guardandolo negli occhi.

Quando passava lo fissavano in silenzio, gli sguardi pieni d’orrore e odio.

Era diverso, Rassvet, lo sapeva: lo dicevano tutti. Da piccolo non ne aveva mai compreso il perché.

Era per i suoi capelli, così chiari da ricordare l’astro notturno? Per i suoi occhi viola, che non aveva mai incontrato in nessun altro?

Non lo sapeva, Rassvet, il perché. Aveva smesso di chiederselo. Da che avesse memoria, l’avevano sempre apostrofato così – persino sua madre gli si era sempre rivolta con uno strano brillio nello sguardo.

Se n’era andata anche lei, alla fine. L’aveva lasciato solo; lo era sempre stato, in fondo.

Solo – non gli dispiaceva quella parola. Non stava male, Rassvet. Le persone potevano ferirlo, con i loro sguardi d’odio, la solitudine no. Poteva restare ore nel bosco ad ascoltare il vento sussurrare tra gli alberi senza stancarsene.

Il suo arrivo aveva cambiato tutto.

Era un pomeriggio di metà Vimana quando una folata gli portò il suo profumo per la prima volta. Sapeva di fresco, e di loto. Rassvet non vi prestò attenzione, in quel momento; i forestieri erano rari nel suo villaggio troppo vicino al confine, ma quei pochi che vi arrivavano si rivelavano uguali agli abitanti. Lo adocchiavano con disprezzo e terrore e mormoravano alle sue spalle, interrogandosi sulla sua natura.

Non andò così, non quella volta. Quando vide la ragazza del loto la prima volta, lei ricambiò il suo sguardo e gli rivolse un gran sorriso. Congelò sul posto, allora; nessuno aveva mai reagito così, scorgendolo.

Non curandosi dell’incredulità dipinta sui volti degli adulti presenti, gli si era avvicinata; aveva un’andatura graziosa, leggera.

«Yan sia con te oggi» aveva sussurrato, a due passi di distanza. Rassvet era rimasto immobile – gli aveva parlato? Cos’avrebbe dovuto rispondere?

Realizzò, turbato, che era la prima volta che qualcuno lo salutava spontaneamente. Chi era quella ragazza? Perché non reagiva come tutti gli altri?

Rassvet non rispose al suo saluto, si limitò a fissarla, inebriato dal suo odore, reso inoffensivo dai suoi occhi blu – occhi che si posavano su di lui senza accigliarsi e senza baluginii misteriosi, l’osservavano semplicemente, senza aspettarsi nulla da lui. Lo comprese, e pensò che sarebbe stato bello darle tutto.

~

«Rassvet». Lo pronunciò pensosamente, assaporandone attentamente il suono. Lo ripeté tra sé un paio di volte; infine gli sorrise, forse per rassicurarlo. Temeva che non le piacesse. «È un bel nome», disse invece lei. «Anche se ha un suono un po’ aspro. Vediamo…» proseguì, puntandogli addosso il blu indagatore dei suoi occhi. L’esaminò per qualche secondo, o forse erano minuti – Rassvet non avrebbe saputo dirlo, avrebbero potuto persino essere ore, per lui. «Trovato!» esclamò lei alla fine, battendo le mani esultante. Lui la fissò confuso; cos’aveva cercato?

«Asve», scandì lei con il suo buffo modo di pronunciare la sibilante. Lo fissò, e gli parve che i suoi occhi ridessero. «Che dici, ti piace? Posso chiamarti così?»

Impiegò qualche secondo di tempo a processare la domanda. «Asve», mormorò a sé stesso. Sorrise; non suonava male.

«Sì» rispose, rendendola felice con quella concessione insignificante.

Gliene avrebbe fatte volentieri altre mille.

~

Dopo un lungo inverno, Maerin aveva segnato l’inizio della sua primavera. Rassvet la vedeva così. Era entrata nella sua vita e l’aveva stravolta.

Avrebbe dovuto capire subito che erano affini, ma non lo fece. Lei non gli nascose la sua natura, ma nemmeno l’esplicitò: intuì che avesse con l’acqua il rapporto che lui aveva con l’aria gradualmente, standole vicino e osservandola. Avrebbe voluto continuare a farlo per sempre.

Trascorse con Maerin quattro interi kamal; Rassvet avrebbe potuto, dovuto notare l’agitazione che si era impadronita del villaggio, ma non lo fece. Notò, tuttavia, gli effetti che questa ebbe nella ragazza. Gli capitò sempre più spesso di scorgere preoccupazione nel suo sguardo, prima che potesse tornare a celargliela. Era l’inizio di Lis quando al villaggio arrivarono due forestieri – tutto cambiò.

Rodos e Bess confermarono le voci che si erano sparse nell’ultimo periodo: la guerra con Bias era alle porte, il primo attacco non avrebbe tardato più di un altro maran, con ogni probabilità. Maerin annuì pensosa nell’apprenderlo.

Rassvet non capiva perché avesse importanza.

«Se arriveranno qui, li fermerò» confidò convinto all’amica. «Non serve che andiamo via».

Lei gli rivolse un sorriso triste. «E se prima di venire qui attaccassero altri villaggi?» replicò. «Dobbiamo fermarli – è il nostro compito, Asve».

«Il nostro compito?»

Maerin gli fece un discorso sulle loro responsabilità, sul fatto che il loro potere dovesse essere usato per proteggere gli abitanti di Fisis.

«Tocca a noi» concluse, prendendogli le mani tra le sue. «Verrai, Asve? Saremo sempre insieme».

Rassvet non rispose subito, lo sguardo puntato sull’intreccio delle loro mani. Non gli interessava degli abitanti di Fisis, perché avrebbe dovuto? Non l’avevano mai considerato uno di loro. Lei era l’unica ad averlo fatto; persino gli altri due Ela, Bess e Rodos, avevano sollevato un sopracciglio nel vederlo.

«Va bene» rispose però, tacendo le sue esitazioni. Che importanza avevano? L’avrebbe seguita, era solo ovvio. Alzò il volto e incrociò un blu gioioso.

«Ne ero certa», mormorò Maerin felice. Sciolse l’intreccio, mantenendo la stretta su una sola delle sue mani e mosse un passo indietro. «Vieni, andiamo a dirlo agli altri!» l’esortò.

Asve la seguì, muto.

~

«Ben fatto!»

Ricambiò il sorriso di Rodos. Lui e Bess si erano rivelati niente affatto malvagi; i quattro Ela avevano stretto un bel legame, imparando a supportarsi a vicenda negli scontri.

Maerin aveva avuto ragione, andava tutto bene. Iniziava a vedere anche la fine di quell’inutile conflitto. I Biadri erano testardi, pieni di risentimento verso Fisis, e per battersi utilizzavano armi di uno strano materiale, mai visto prima: per qualche motivo, quella sostanza nera danneggiava seriamente i suoi compagni. Sembrava non avere, tuttavia, alcun effetto su di lui.

«Tuo padre era uno di loro, vero?» gli domandò Bess una sera. «Hai i loro geni; l’olio nero non può farti male».

Asve la guardò pensoso, senza risponderle. Suo padre? Non l’aveva mai conosciuto, non gli aveva mai rivolto più di un pensiero fugace. Si fissò la mano pallida, riportò alla mente gli sguardi d’odio subiti dalle persone che l’avevano visto crescere. Era questo il motivo, suo padre?

«Va tutto bene?» la voce di Maerin arrivò, lenitiva, insieme a un tocco leggero sulla sua spalla. Asve annuì, dimenticando la questione. Si voltò verso di lei; andava tutto bene.













NdA
Se vi state chiedendo che significa tutto ciò, avete ragione! è presto detto: la storia di Rassvet (e Maerin) ha, diciamo così, legami con quel che Aidra e co. si troveranno a dover affrontare. Plus, amo questo personaggio alla follia e niente, dovevo buttar giù la sua storia - anche se solo parzialmente. Perché naturalmente, non finisce qui. C'è una seconda parte che non so se scriverò ora, ma in ogni caso non pubblicherò tanto presto, perché SPOILER.
Sì, lo so, odiatemi pure (please don't).
Il prossimo capitolo delle Storie, comunque, è pronto; arriverà i primi di dicembre :3
Spero, nonostante tutto, di avervi trasmesso un briciolo del mio amore per questi personaggi.
Mi dileguo ~ Buon proseguimento a tutti!
A presto!
   
 
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