Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: RobLucciswife    30/11/2018    1 recensioni
Ciao a tutti e grazie per essere qui. Sono appena arrivata su questo favoloso portale ed ho deciso di diventarne parte attiva pubblicando la mia prima storia. Come si evince dal mio nick amo parlare di Rob Lucci, il mio mito assoluto ma anche, di tutti i personaggi che abbiano condiviso parte della propria esistenza con lui.
Da qui la scelta di iniziare con Pauly, dedicandogli un momento in cui potrete conoscerlo non solo come carpentiere ma come uomo.
Ho cercato di fare suoi, i miei pensieri riguardo l’accaduto della notte dell’incendio di Water Seven.
Dopo una festa in suo onore in quanto nuovo presidente di Water Seven, eccolo nelle vesti di un uomo tradito con l’unico confidente al corrente delle sue pene: Il suo grande maestro Iceburg.
Grazie dell’attenzione, buona lettura.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Iceburg, Kaku, Kalifa, Paulie, Rob Lucci
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il soffio del vento s'era fatto più forte, increspava l'acqua nei canali ed alzava le onde all'orizzonte. La temperatura era scesa di molto dopo il tramonto, come spesso accadeva mentre la città si preparava ad accogliere l'inverno e le prime nevicate, tanto da spingere i mercanti a ritirare ciascun il proprio banco in anticipo rispetto la consueta chiusura dell'area.
I ragazzini giocavano per le strade sospese nei canali scaldandosi le manine infreddolite, i vecchi innalzavano il capo canuto al cielo mormorando “sta per arrivare la neve, speriamo non imbianchi eccessivamente le vie impedendoci il passaggio. Alla nostra età i bull non sono consigliati.”
Qualche negoziante stava già apponendo le luci natalizie alle pareti della propria vetrina per non dover occuparsene nei giorni di futuro shopping sfrenato.
Kaku osservava tutto ciò dalla terrazza dell'attico, affondando il mento nell'alto collo della tuta da lavoro, il berretto bianco con la scritta “Galley” abbassato sul volto, gli occhi persi verso un punto indefinito.

“Kaku cosa ci fai qui a quest'ora? Non dovreste aver terminato il turno due ore fa voi altri?”

Il ragazzo assorto riconobbe la voce di Califa che sostava in piedi alle sue spalle, premendo la stanghetta degli occhiali verso la propria tempia.

“Non avevo molta voglia di tornare a casa stasera, volevo prendere una boccata d'aria in santa pace. Ho pensato che sarebbe stato meglio evitare il molo visto l'innalzamento delle onde. Tu piuttosto? Come mai ancora in ufficio?”

“Il signor Iceburg è uscito prima oggi per una riunione a Pucci, io ne approfitto della sua assenza per smaltire un po' di scartoffie. Con l'avvicinarsi del periodo natalizio e di quello di fine anno devo affrettarmi a stilare il bilancio della Galley-la.”

“Capisco..”

La bionda si avvicinò al collega e guardandolo in volto, preoccupata disse:

“Kaku ma cos'hai? Qualcuno ti ha fatto delle molestie?”

Il giovane assunse un'espressione irritata:

“Ma va. Non ho niente, forse solo una leggera costipazione.”

“Perchè non entri dentro?Ho appena preparato un the caldo, vuoi unirti a me?”

“Non credo che Lucci la prenderebbe bene se ci vedesse parlare da soli..”

Califa sorridendo rispose:

“Beh, non è necessario che lo sappia. Non ci può mica controllare ventiquattro ore al giorno. Dai, entra!Ci sono solo io qui in sede, ormai sono già andati via tutti ed il capo mi ha espressamente chiesto di prenotargli un hotel a Pucci: non sarà qui prima di domattina. Ho bisogno di una pausa anche io, mi si stanno incrociando gli occhi.”

Kaku le sorrise e ringraziandola, decise di accettare l'invito: l'idea di un the caldo fumante e due chiacchiere non gli dispiacquero visto il morale particolarmente basso, nonostante con Califa non avesse chissà che rapporti al di fuori del CP9.
Il tepore all'interno della stanza era assai gradevole, come anche il profumo d'incenso emanato da una bacchetta poggiata nel vaso sulla credenza.Già gli parve di sentirsi più rilassato.
La collega posò un vassoio d'argento sul tavolino che divideva due poltrone di fronte alla scrivania, e gli porse una tazza riempita sin all'orlo di liquido profumato e rovente.

“Amo il the al limone e zenzero, spero tu non possa reputarlo molesto.”

“Aridaje” pensò Kaku poggiando le labbra alla tazza di ceramica finemente decorata da una rosa il cui gambo intrecciato formava un ampio motivo su tutta la superficie.
Finalmente un po' di calore.

“Allora..”disse d'un tratto la segretaria prendendo posto sulla poltrona di fronte alla sua

“Che ti succede?Hai un'aria molto triste questa sera, ci sono stati problemi in cantiere?”

“No..no non sono affatto triste. Sono solo un po' stanco e come ti dissi poco fa, forse anche non al top in quanto a forma fisica.”

Nel risponderle i suoi occhi seguivano la scia di fumo che si levava dall'elegante servizio fino a scomparire formando molteplici anelli.

“Hai litigato con Lucci?” chiese la donna spostandosi una ciocca di capelli ormai già piuttosto lunghi dietro l'orecchio.

La sensazione del the bollente andato per traverso e a cagion di ciò spruzzato sull'elegante vassoio fu particolarmente ostica per il ragazzo che si contorse preda della tosse.

“Ho indovinato?” Califa gli rivolse un sorriso molto dolce che lo fece divenir paonazzo sin alla punta del naso quadrato e chiudersi simile ad un porcospino.

“Co-come? N-no. No che non ho litigato con Lucci e...non ho voglia di parlarne.Non sono affari tuoi”

“D'accordo. Perdona la mia invadenza, mi spiace esserti sembrata molesta.”

“Se lo dice ancora una volta giuro che faccio finta di rovesciarle il the addosso” pensò tra sé e sé il giovane carpentiere con le guance ancor arrossate.

Califa, non preoccupandosi della sgarbata risposta datale (era abituata ormai, con soli colleghi uomini) sorseggiando il suo the emise un profondo sospiro.
“Purtroppo qui non si muove nulla. Il capo non lascia trasparire niente di compromettente.Speriamo che domani Coogy riesca a convincerlo in un modo o nell'altro.”

“Ho i miei seri dubbi. Quel tizio è insopportabile anche nelle modalità di porsi.”

“Sì, hai ragione. Anche una persona elegante e raffinata come il signor Iceburg non lo sopporta. Pensare che lui riesce a trovar sempre un lato buono in ognuno, ma con Coogy proprio non gli riesce.”

Kaku notò che lo sguardo della collega s'era fatto improvvisamente spento.
“Dici a me che qualcosa non va ma nemmeno tu mi sembri particolarmente di buon umore. Ti sei affezionata ad Iceburg?”

La donna, contrariamente a lui non fu infastidita in modo alcuno da quella domanda, a cui annuendo rispose:

“Moltissimo.E' un ottimo titolare. Il primo maschio che mi tratta da donna e non da soldato al proprio pari. E' gentile e pacato, con sempre una buona parola per tutti. Lo stimo molto e vivo con rammarico il momento in cui dovrò tradirlo, ma so che per noi è la regola.”

Il ragazzo con empatia, vuoi per stato d'animo particolarmente fragile, vuoi per una sensibilità maggiore rispetto a tutti gli altri membri dell'organizzazione, le rivolse uno sguardo carico di comprensione.
“Perchè fai questo lavoro? Se posso, ovviamente chiederti.. non deve essere semplice per una donna.”

“Intendi dire che noi siamo inferiori?”

“NO!Però più sensibili sì..”

Califa sospirò e gli disse:

“Non ho avuto molta scelta. Conosci mio padre..”

“Lo ricordo e ne ho sentite narrare le imprese. Lui era nel grado più alto: il CP0 se non sbaglio”

“E' corretto. Quando nasci femmina da un padre di quel rango non sei proprio ben accetta. Così devi farti– passami il termine – il mazzo doppio: cercare di eguagliare la forza fisica di un maschio, cosa non semplice dal momento che per natura non è così, e sacrificare la parte più emotiva per non risentirne ogni volta.”

Kaku assunse un'aria triste, non aveva mai pensato quanto fosse stato difficile per la collega essere degna di quel ruolo. L'aveva sempre reputata la classica biondona stupida. Si vergognò profondamente per questo.
“Se avessi potuto scegliere, cosa avresti fatto?”

“Mi piaceva molto scrivere, e sui libri non me la cavavo male. Studiare lo reputavo interessante e l'ho sempre visto come un arricchimento. Nel tempo libero infatti tengo un diario su cui esprimo tutte le emozioni che sono costretta a reprimere ogni giorno, mi sento libera quando scrivo.
Tuttavia non mi sento di dire che il mio, sia stato un padre pessimo.Certo: un maschio sarebbe stato molto più gradito ma, mi ha amata molto a suo modo. Desiderava assicurarmi una carriera di un certo tipo e non fu semplice farmi entrare nelle giovani reclute della segretezza mondiale. I capi storgevano il naso quando pensavano ad una bambina anziché un promettente uomo muscoloso.
Non ho mai rinunciato però alla mia femminilità: ho bisogno di sentirmi donna almeno fuori dal lavoro. Non importa se agli occhi altrui risulto volgare, una donnaccia o un'oca. Serve a me stessa per riconoscermi.”

Quelle parole erano realmente piene di dignità e di amor proprio. Il ragazzo ne rimase molto colpito ed i sensi di colpa aumentavano man mano che il discorso proseguiva: era stato molto stolto a sottovalutare così una donna come Califa, facendosi condizionare dalle voci di corridoio non solo a Water Seven, ma anche -anzi soprattutto- ad Ennies Lobby.
Non era un'imbecille raccomandata con il cervello di un criceto – riportando ovviamente, i meno volgari dei commenti alle spalle che le venivano rivolti – bensì una figlia d'arte che s'era guadagnata quel posto con il sudore nonostante i pregiudizi.
“Hai mai pensato di mollare tutto e rimanere qui?”
Il giovane si stupì della domanda che il proprio inconscio aveva fatto formulare alle sue stesse labbra.

“Sì.”

Califa volse lo sguardo alla propria scrivania sulla destra.
“Ma quando mi viene la tentazione di cedere ripenso sempre a mio padre. Non voglio deluderlo.”

Kaku sussultò avvertendo un brivido lungo la spina dorsale.

“E tu? Come mai hai scelto questa vita...?”

Timidamente il rosso riuscì solo a dire:
“Per i tuoi stessi motivi.”

Lei gli sorrise nuovamente:
“Per Lucci non è vero..?”

Non ricevette risposta. Nella stanza illuminata piombò il totale silenzio interrotto solo dall'oscillare delle tende di seta spinte dal vento.

“Sì.”

“Perchè Lucci è tutto per te, giusto Kaku..?”

“Sì.. sì è cosi.”

Seppur nata e cresciuta in mezzo agli uomini, o forse proprio a cagion di ciò, Califa si rendeva conto quanto delicato e profondo fosse quel momento per il suo giovane collega. Per questo decise di non domandargli null'altro di così personale lasciando che fosse l'altro, qualora avesse voluto, a lasciar uscire spontaneamente le parole.

“Tu sei stata molto brava, ma sei fortunata: un padre l'hai adesso e lo hai avuto allora.Forse per te, venire al mondo con un destino già deciso da chi ti ha dato la vita, è stata una grande sofferenza.
Ma c'è anche chi: alla vita si è affacciato da solo. Senza nulla e nessuno, un essere indifferente persino a sè, e probabilmente con un futuro deciso non da qualcuno ma dal mondo stesso.”

Gli occhi del ragazzo si chiusero e le sopracciglia si aggrottarono per fargli assumere un'espressione di chi soffre un dolore molto profondo, ormai parte della propria persona, radicatosi già dai primi anni di vita per non abbandonarlo mai più.
Si rivide bambino, con la sua bandanina fiorita, degli zoccoli di legno ai piedi ed un nasino pronunciato di forma quadrata.
Una lacrima gli scese quando si rivide, sempre da infante: vestito con un completo di raso appariscente, il viso reso bianco perla dal trucco pesante, le guance rosse, del rossetto sulle piccole labbra ed una cravattina a pallini, con ai piedi delle scarpe di quattro misure più grandi.

 

 

 

“Ti piacciono le spade?”

 

“Moltissimo Signore...”

 

 

..............................................

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: RobLucciswife