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Autore: cabin13    30/11/2018    1 recensioni
|Tematiche delicate|
Fanno male queste frasi, perché non so cosa significhi tutto questo, non lo capisco. Ma è quello che la fa piangere ogni notte, quando nessuno la vede e si accascia su se stessa, quando è libera di sfogare la propria rabbiosa umiliazione senza che qualcuno le si accanisca contro come se lei fosse la colpevole.
Sono quelle voci i mostri.
Sono altri i veri criminali.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quiero verte sonreir

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Da quando ho iniziato a esistere, l’unico ricordo che ho sono state solo lacrime e urla.

È strano, le ho percepite chiare e vivide, ma non le ho udite davvero – nemmeno ce le ho, le orecchie per ascoltare.

La sensazione, però, è stata fortissima e da quando si è annidata in me non se n’è mai andata. Ritorna a ondate improvvise e violente, mi sommerge ed è come se stessi annegando in un mare in tempesta.

Qualche volta ci provo, a rallegrarla, ma è difficile non farsi portare via da tutta questa paura mista a rabbia e tristezza.

In un primo momento ho temuto per la mia vita; lei voleva sbarazzarsi di me, non voleva averci niente a che fare. Mi sono spaventato, mi trovo così bene con lei, ma all’inizio la cosa non era reciproca. L’empatia che c’è sempre stata tra di noi mi ha fatto intuire perché: era persa e spaesata e sola. Non so cosa sia scattato poi, forse è riuscita a sentirmi davvero per la prima volta, forse ha capito quanto siamo legati, forse non ha avuto il coraggio di mandarmi via realmente.

Fatto sta che sono riuscito a rimanere con lei per mesi e mesi.

Man mano che il tempo è trascorso, sono entrato sempre più in contatto con le sue emozioni e le sue memorie. Immagini ricorrenti sfilano davanti ai miei occhi chiusi, vuote parole rimbombano nella mia piccola mente.

 “Se l’è andata a cercare, eh.”

“Non puoi andare in giro vestita così e poi pretendere che non facciano nulla.”

“Chi è così stupido da tornare in metro alle due di notte?”

Fanno male queste frasi, perché non so cosa significhi tutto questo, non lo capisco. Ma è quello che la fa piangere ogni notte, quando nessuno la vede e si accascia su se stessa, quando è libera di sfogare la propria rabbiosa umiliazione senza che qualcuno le si accanisca contro come se lei fosse la colpevole.

Sono quelle voci i mostri.

Sono altri i veri criminali.

La sua sofferenza è la mia. È una tortura non poter effettivamente fare qualcosa quando sento le sue mani posarsi su di me, regalarmi il loro calore, mentre io non posso contraccambiare.

Voglio vederla felice. Voglio che finisca il periodo della gente che la squadra – ci squadra – e schiocca la lingua con aria di disapprovazione mentre scuote la testa implacabile e giudica senza nemmeno sapere, il periodo delle cicatrici di cosce e schiena coperte dai vestiti pesanti per la vergogna, il periodo dei “Certo che le gambe poteva tenerle chiuse, a quest’età.”

Adesso basta.

Tutto quello che ha vissuto non dovrebbe portare a questo, io non dovrei portare a questo.

Dovrebbero esservi sorrisi, e aspettative, e gioia, e serenità. Invece le onde maligne coprono anche i più piccolissimi spiragli di luce, soffocano me e lei, e le sue speranze; tutto viene inghiottito e si cancella in un vortice fatto di singhiozzi e vergogna.

Voglio nascere.

Forse non mi ricorderò di queste ondate, di come ha sofferto in questi mesi, di come questi umani le abbiano voltato le spalle, ma io voglio venire al mondo.

Solo per vederla sorridere di nuovo.

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Hola gente

Il titolo in spagnolo significa "Voglio vederti sorridere", come mio solito non penso sia molto azzeccato ma io non sono proprio capace di darli, i titoli.

Questa storia nasce in realtà per un compito di spagnolo sul femminismo, sul movimento #metoo e sul lessico femminista che si sta diffondendo anche sul web. A darmi lo spunto è stata la "cultura de la violaciòn", ovvero l'assumere che sia normale che una donna venga stuprata e che se abbia subito la violenza sia comunque anche colpa sua perché se l'è cercata. Ancora adesso si possono sentire (non sempre) commenti del genere, quando si riporta la notizia di una violenza.

Dal punto di vista del bambino (dato che si dice che madre e figlio sono legati quando il bambino è ancora nel grembo), ho cercato di focalizzarmi sulla sofferenza e l'umiliazione che una donna vittima di questa "cultura" potrebbe provare. Spero di non aver fatto una cagata o di risultare rindondante.

Ringrazio chi mi farà sapere la propria su questa piccola shot e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

   
 
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