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Autore: kouprey    02/12/2018    0 recensioni
Sakuma riuscirà mai a superare i propri timori così da riuscire ad esprimersi a cuore aperto al rastato? e Kidou, invece, come reagirà?
one shot di 1262 parole dedicata alla Kidou x Sakuma e a tutti coloro che apprezzano la ship!
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: David/Jiro, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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         “ 𝒐𝒏𝒆 𝒔𝒉𝒐𝒕 „
          𝙨𝙝𝙞𝙥 : 𝐾𝑖𝑑𝑜𝑢 𝑥 𝑆𝑎𝑘𝑢𝑚𝑎 
          𝙥𝙖𝙧𝙤𝙡𝙚 : 1276           
        ➛ by Lia.                                                                                       
 
non capiva cosa stesse accadendo, Kidou. non comprendeva, la motivazione che stesse spingendo Sakuma a comportarsi in una inverosimile maniera. « Sakuma... » circondato dal silenzio tombale della stanza del medesimo, il regista esprime con seria preoccupazione stampata sul proprio viso. non aveva mai visto, prima d'ora, il chiaro tanto giù di morale per qualcosa che, stranamente, non era riguardante Kageyama Reiji. in realtà, Yuuto, non sapeva bene come muoversi; cosa dire, o cosa fare, nel tentativo di far comparire il solito sorriso sul volto dell'amico. ma lo dovete ammettere a se stesso — non gli piacque, gettare lo sguardo su di una persona a lui tanto cara, sofferente in questa maniera. cosa stesse affrontando il turchese era ancora ignoto al rastato. sapeva solo, in cuor suo, che non sarebbe rimasto lì a lungo con le mani in mano: non se lo potrebbe mai perdonare. fece un paio di flebili passi in avanti, addentrandosi nel buio pece della camera dell'altro, per ritrovarsi alle spalle del ragazzo che, silente, si limitava a dar lui le spalle. « confortare, non è il mio forte, » constatò Yuuto, soffocando tale asserizione fra le proprie labbra, sottovoce. e non era una burla: no, non era proprio il suo forte. ma d'altra parte, non lo era neanche guardare i propri amici sofferenti. « — lo so. però... vorrei aiutarti, Sakuma. ti va di parlarmi di ciò che ti è successo? » - s'avvicinò ad egli, posandone sinceramente risebtito una mano sulla spalla destra. l'unica cosa che riuscì a percepire, tuttavia, fu niente di più che un sospiro rancuoroso da parte del membro della Inazuma Japan. Jirou, racchiuso in un momento di puro sconforto, strinse in una presa effimera il lembo della propria divisa, con il mero tentativo di scaricare almeno in parte quel forte stress. sospirò nuovamente, a tal punto, per la seconda volta nell'arco di una manciata di secondi. « niente, Kidou. solo un momento no. adesso passa! » proferì Sakuma, dopo interminabili attimi di ripensamenti. affossò un sorriso malinconico a tal punto, Kidou. « sai; mentirmi non ti riesce bene, Jirou. » e fu una osservazione oggettiva accurata, la sua: Sakuma era in grado di fare di tutto, qualunque cosa volesse... fuor ché mentire al rastato. no – quest'ultimo, lo conosceva eccessivamente bene, sotto questo punto di vista. « hai ragione, Kidou-san.» con quel poco di tono scherzoso che riuscì a tirar fuori, asserì. a tal punto si tirò su, il turchese. ancora, senza voltarsi verso il rastato. « stavo ripensando a ciò che accadde con Kageyama e Demonio Strada. » e si portò un dito sotto all'occhio destro, intento ad asciugare la palpebra inferiore lievemente inumidita. mentre, a contrario, il rastato spalancò lievemente la bocca, sorpreso. « perché ci stai ripensando proprio adesso? è passato molto tempo, Sakuma. come mai questa vicenda ti causa ancora uno stato d'animo simile? » domandò, il regista, non poco perplesso. sapeva come l'altro ha vissuto l'accaduto; esattamente come toccò viverlo a Fudou e Yuuto stesso. ma era ormai trascorso un quantitativo di tempo non irrilevante: possibile che l'accaduto venisse ancora tanto bruscamente rammentato dal giovane? si voltò verso Kidou a tal punto, il turchese. con il cuore in mano ed un battito rapido a scolpirgli il petto. sguardo basso, ed un filo di indecisione su quanto avesse da dire lui. « n – non è questo. . . » mormorò, sottovoce. con il cuore in mano, deglutì rigidamente, in seguito. con la perplessità dell'altro che aumentava a passo spedito. insomma, detestava quando David non andava dritto al punto facendo inutili giri di parole. « mh? » sollevò un sopracciglio il centrocampista; con risentito dubbio. il silenzio, sembrò inondare poi i due ragazzi, nel silenzio delle pareti circostanti. Samford, ancora alloggiante nei propri pensieri, non riusciva neanche a degnare il compagno di uno sguardo: prediligendo piuttosto, l'osservare la punta delle proprie scarpe — ancora sporche di terriccio. « non è questo, Kidou. » si decise ad elargire, in seguito. « e allora, cos'è?! » stavolta a tono alto e lievemente irritato, ribadì il rasta. ormai vivamente scocciato da quel comportamento co' tanto esitante. prese un profondo respiro che gli riempì il petto, poi, Sakuma. alzò le mani ad altezza del proprio petto, ponendo le mani lateralmente, per poi stringerle in una stretta malinconica che, tuttavia, sembrò dar lui coraggio, incitato dallo sguardo dell'altro. sollevò il capo, in fine, ricambiando quella occhiata. « ciò, mi ha fatto pensare a quanto tu sia importante per me! ho rischiato di perderti, in quei giorni, Kidou. ho rischiato di perderti più di una volta e — » quasi, glie lo gridò in volto, compiendo un ravvivato scatto col busto in avanti, verso l'altro. odiava, odiava quel maledettissimo accaduto. l'odiava con tutto se stesso. « e... » stavolta più pacato, celando nuovamente l'iride sinistra - quella non coperta dalla benda -, socchiudendola come se stesse riprendendo la dovuta grinta di cui in quel momento necessitava per continuare ad esporsi. nel frattempo, il regista si ritrovò con le spalle al muro. no, non letteralmente. ma emotivamente parlando, si sentì avvolgere dai sentimenti che l'altro gli stava rivelando. lui... lui non se lo aspettava proprio. non se le aspettava quelle parole: sapeva di valere molto per il suddetto, tanto che quest'ultimo lo volle a tutti i costi proteggere e supportare in quella occasione. ma non sapeva di valere, per egli, così /tanto/. « ed ho capito che non me lo posso permettere: non posso permettermi di farti andare via da me in quel modo. capisci? » e Sakuma, giudato dalle proprie emozioni, posò ambo le mani sulle spalle di Yuuto, fissandolo, mentre dal proprio sguardo vi si poteva leggere quanto per lui l'occhialuto fosse essenziale. « non potrei sopportarlo... potrei accettare qualunque cosa, ma ... non l'idea che ti possa accadere qualcosa. » proseguì il turchese, chiaramente turbato quanto scosso dalla propria constatazione. « quando ho tentato di farti rinsavire, fallendo — mi sono sentito così tanto impotente. se non fosse stato per Fudou, ora, chissà dove saresti, Jude. mi dispiace. » non appena udì queste ultime parole, sul volto di Yuuto, si espanse una smorfia di disappunto: davvero il turchese, non so rendeva conto dell'aiuto che gli diede e che gli ha sempre dato? sul serio? « sei sempre stato tu a riportarmi con i piedi per terra, in qualunque occasione. e, per una volta in cui ho avuto occasione di ricambiare, non sono stato in grado di farl— », « ora basta, Sakuma! » Kidou lo interruppe sul nascere, senza nemmeno dar lui possibilità di terminare quel discorso trito e ritrito di fandonie. non voleva più ascoltare un'altra sola parola, di quelle stronzate. Sakuma spalancò gli occhi, grignando i denti alla ripresa che l'altro i fece. per poi, tramutare quella espressione in una ben più sorpresa, incredula, non appena ritrovò il proprio capo poggiato sul petto di Kidou mentre si sentiva avvolto in un rassicurante abbraccio. sì; Jude lo strinse a sé, portandone le proprie mani sulla schiena dell'altro. « shh — smettila di riempirti la bocca di fandonie, Sakuma Jirou. » sottovoce, espose. con l'intento primo ed unico di rassicurare l'altro. « se sono riuscito a sopportare quella e tante altre situazioni, lo devo anche a te. senza la tua vicinanza, probabilmente sarei crollato molto prima. » Kidou posò con la sua solita delicatezza il mento sulla spalla di lui, mentre il sopracitato si godeva quel caloroso momento che mai si sarebbe aspettato di ricevere da parte dell'altro. una lacrima, ne solcò l'occhio, rugando il di lui viso, mentre a sua volta si faceva minuto avvolto da quell'abbraccio da cui tutto voleva fuor ché staccarsi. ne odorò il dolce profumo che Yuuto emanava, dalla vicinanza di quel corpo. profumava di sicurezza, Kidou. di quella sicurezza che Sakuma non voleva più togliersi di dosso. 
   
 
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