Sì, lo
so…
Non ci sono
scuse, sono imperdonabile.
Tuttavia ho
avuto la faccia tosta di postare il quarantaseiesimo capitolo di una storia che
sembra non finire mai. E se poi ci aggiungiamo pure il tempo praticamente
insufficiente che ho a disposizione per scriverla, causa studio,
allora…
In ogni caso,
chiedo umilmente perdono a tutti coloro che sono rimasti mesi e mesi in attesa
di un possibile seguito.
Ringrazio
soprattutto coloro che hanno commentato lo scorso capitolo e ribadisco che, se
oggi avrete modo di leggerne uno nuovo, è solo merito vostro e del vostro
sostegno.
Grazie
veramente a tutti.
Buona lettura
^^
N.B.
Volevo solo avvisarvi che le parti in corsivo alla fine
del capitolo sono una sorta di flashback.
:P
Capitolo
46
Taste of
Life
È
successo di nuovo. E stavolta il sogno è durato molto di
più.
Ok,
se proprio devo dirla tutta, ci sono stati anche più
particolari.
Adesso la cosa sta diventando frequente e mi preoccupa.
Sono privo di incontrarla senza saltarle addosso? Sono un
pervertito…
“E
con questo fanno venticinque”.
Guardo Lily posarmi davanti a una serie di elmi
appartenenti a qualche armatura del castello. Ciò che è strano è che non capisco
cosa stiamo…
“Buon lavoro”.
Perché mi sta dicendo buon lavoro?
Sposto lo sguardo dagli elmi allo strofinaccio che,
suppongo, serva per lucidarli e così collego tutto.
È
spiacevole dovere ammettere che sono in punizione. Sarà la milionesima volta e
spero sia anche l’ultima. Mi ero quasi dimenticato cosa si prova ad essere
sbattuto in punizione, ma adesso penso fosse stato meglio restare
nell’ignoranza.
“Lily, sii magnanima”, le dico con occhi lacrimosi, “Fra
un mese usciremo da questa scuola, avresti potuto anche evitare di mandarmi in
punizione”.
“So
che per te è degradante, ma mi ci hai costretto”.
“Ma
non ho fatto niente!”.
“Ti
sembra niente scrivere alla lavagna:
“È
stato Pix”.
“Pix ha detto che sei stato tu”.
“E
tu credi a quel poltergeist piuttosto che a me? Io sono il tuo ragazzo, Lily, non
puoi trattarmi in questo modo!”.
“Il
mio ragazzo dovrebbe cercare di comportarsi in maniera più
dignitosa”.
“Ma
ti ripeto che non sono stato io”.
“James, la tua grafia la conosco”.
Sbuffo, “E va bene, ho fatto una scommessa con Sirius e
chi perdeva, doveva scrivere una frase sulla McGranitt alla
lavagna”.
“Ringrazia che non l’abbia letta. Adesso mettiti a
lavoro”.
“Mi
puoi fare uno sconto?”.
“No!”.
Emetto un sospiro di
rassegnazione.
Penso proprio che dovrò impugnare quello strofinaccio e
mettermi a lucidare.
“Tecnicamente, i Capiscuola non dovrebbero finire in
punizione”, brontolo, mentre prendo tra le mani un elmo e mi ci specchio
sopra.
“Certo che sì, sono studenti come tutti gli altri”, mi
risponde lei, “I poliziotti possono comunque essere arrestati se commettono un
crimine”.
“I
Dissennatori possono fare quello che vogliono, invece”.
E
adesso perché ho tirato in ballo i Dissennatori?
Lily non emette parola a riguardo e lascia che io
continui a lucidare l’elmo.
Però devo dire che i capelli così mi stanno
veramente…
“James!”, mi richiama lei, accorgendosi del mio breve
momento di narcisismo puro.
Sbuffo ancora.
Mi
è appena balenato in testa l’insano pensiero che, dopotutto, potrei cercare di
corromperla. Voglio dire, io sono James Potter e corrompere la gente mi risulta
piuttosto semplice.
Mi
preparo a sfoggiare tutte le mie arti da seduttore e…
“Sai, James, stavo pensando ad una
cosa…”.
La
voce di Lily mi lascia sgomento per uno strano motivo.
Deglutisco.
Rimango in silenzio, aspettando che lei
continui.
“Stavo pensando, dicevo, che uno sconto potrei anche
fartelo…”.
Sììì! Sì, sì, sì! Lily si sta addolcendo e tutto torna a
mio favore, sì!
“…nel senso che potrei aiutarti a lucidare questi
venticinque elmi…”.
Che
gioia, che gioia! Non sto nella pelle!
“…così finiamo prima e posso aiutarti a svolgere il tema
di Pozioni che il professore ti ha detto di riscrivere”.
Sogni infranti!
Nooo, quale triste sorte è toccata a
me!
Ed
io che pensavo che avremmo potuto…
Avremmo potuto cosa, esattamente? Qualsiasi pensiero mi
venga in mente, lo devo subito rimuovere! Che figura ci farei???
Eppure…
Eppure ho un insano desiderio di
morderla…
***
“Capite, dunque, la mia situazione?”, conclude
Codaliscia in tono alquanto disperato, “Mi sono cullato sugli allori per tutto
questo tempo e adesso che i M.A.G.O. si avvicinano…”.
“…ti sei reso conto che una certa persona, ovvero il
sottoscritto, aveva ragione”, interviene Lunastorta.
“Già…e sono disperato, non so più che fare! Miliardi di
domande mi assalgono ma non riesco a trovare una
risposta…”.
“Anch’io sono tormentato da tanti interrogativi”,
annuncia solenne Sirius, mentre Remus lo guarda col sopracciglio alzato, “Per
esempio, perché non abbiamo inserito
“Perché è indisegnabile, troglodita di un cane! Dovresti
saperlo!”, sbotta Remus, alterato.
“Invoco il tuo perdono!”, fa Sirius quasi noncurante,
“Qualcun altro ha qualcosa da dichiarare, già che ci
siamo?”.
Tutti guardano me, perché sono l’unico che non ha osato
proferir parola.
“James, per esempio?”.
“Ehm…”, è l’unica cosa che riesco a
dire.
“Com’è andata la punizione?”, mi domanda Remus, mentre
Sirius sorride sotto i baffi e a me vien voglia di affogarlo nel brodo di
pollo.
“La
smetti di sorridere in quel modo?”, gli dico infine, “Mi dà
fastidio!”.
“Beh, scusa!”, fa lui, “Ma tanto so benissimo che anche
gli altri, qui, hanno voglia di sapere tante cose…”.
“Solo che, qui, l’unico cretino che lo dà a vedere
sei tu”, dice Remus.
Sirius gli fa il verso, ma Remus lo ignora e si rivolge
a me, “Ebbene?”.
Sbaglio o il nostro tenero lupacchiotto quest’oggi è un
tantino impertinente?
“Allooora?”, incalza Sirius, mentre Peter tende ancora
di più l’orecchio.
Io
li guardo a uno a uno e oserei dire che non mi vengono le
parole.
“Beh…”, faccio io, mentre vedo i miei tre ami pendere
dalle mie labbra, “Beh…”, ma non riesco a parlare, “Beh…ma pane e cavoli vostri
mai, eh?”, dico infine, alzandomi e facendo per andarmene.
“Ma
dai!”, mi dice Sirius, “Sono solo confidenze tra amici”.
“Le
ragazze si
confidano!”.
E
così dicendo, vado via, sentendo Sirius borbottare tra sé, “In
effetti…”.
***
A
dire il vero non so il perché io abbia reagito in quel
modo.
Non
che sia grave, ma non sono stato in grado di dire nulla riguardo alla punizione
con Lily…forse perché, in effetti, non c’era nulla di così eclatante da
raccontare.
E
poi, diciamocelo, non vado mica a dire a quei tre quello che mi frulla per la
testa! Già sento Sirius dirmi di dar sfogo ai miei istinti e Remus dirmi che
farei meglio a reprimerli. Quando sono in mezzo alle loro due contrastanti e
assolutamente opposte opinioni, mi viene il mal di testa…
Eccomi passare davanti alla bacheca degli annunci della
Sala Comune. Che c’è di nuovo? La partita, che sicuramente vincerò;
esercitazioni di Difesa Contro le Arti Oscure, di cui non ho certo bisogno;
visita a Hogsmeade questo sabato…
Visita a
Hogsmeade questo sabato? Questa mi era
sfuggita.
Devo dirlo a Lily, sperando che non mi dica di no solo
perché sono indietro con gli studi, almeno una pausa ci deve essere
concessa.
Ma
certo! Io sono James Potter e se dico che si andrà a Hogsmeade, si andrà a
Hogsmeade! Non posso ottenere rifiuti!
***
“No!”.
“Ma
come sarebbe a dire no???”.
Lily ed io andiamo di fretta a Pozioni e in questo
frangente sto cercando in tutti i modi di convincerla ad andare a Hogsmeade
sabato, ma starle dietro è una vera impresa.
“Per favore Lily…”, continuo a supplicarla, evitando per
un pelo di andare a sbattere contro un primino che non avevo neppure visto
talmente era basso, “Che ti costa, è solo per un sabato!”.
“Un
sabato che può benissimo essere sfruttato per qualcosa di più proficuo per i
tuoi studi”.
“Cattiva!”.
“Io
voglio solo il tuo bene”.
“Se
davvero volessi il mio bene, non mi costringeresti a sudare sette camicie sopra
i libri!”.
E,
a proposito di camicie, ho come l’impressione che la sua sia un tantino
stretta…
Lei
si ferma – finalmente – e si volta verso di me.
Io
scuoto la testa come per cacciare via il pensiero di poco prima e resto lì a
guardarla. Se non riesco a convincerla dovrò usare il mio asso nella manica: lo
sguardo da cerbiatto cui nessuno può resistere!
“James”, mi dice in tono grave, “Siamo
a…”.
“…maggio, il sole splende alto nel cielo, gli uccellini
cinguettano, il lago zampilla allegramente, tu sei talmente bella da togliermi
il fiato e tutto quello che ti sto chiedendo è di trascorrere una giornata
lontana da tutto questo…con me. Ti prego”.
Lei
continua a fissarmi così intensamente che credo riesca a vedere oltre. Ed io
attendo trepidante il suo verdetto.
Mi
sorride.
Un
sorriso che dice tutto.
***
“James?”.
Sento la voce di Lily così vicina che mi sembra sia
reale.
Eppure stanotte non l’ho sognata.
“James?”, continua la sua voce.
Apro un occhio e vedo la stanza illuminata. Il letto di
Sirius è vuoto e ho come la sensazione che anche gli altri siano
vuoti.
Un
momento, ma che ore…?
Di
scatto mi metto a mezzo busto, gli occhi spalancati e il terrore dipinto in
volto.
“Merlino, è tardi!!!”, esclamo a gran voce, mettendomi
letteralmente le mani ai capelli.
“Già”, fa la voce di Lily.
Al
che impallidisco, quasi a confondermi col lenzuolo.
Stringo gli occhi per mettere meglio a fuoco l’immagine
di Lily che sta sulla soglia della stanza.
Ma
che cavolo…???
“Mi
dispiace essere piombata qui così”, spiega lei, facendo per
entrare.
Io
rimango lì, seduto sul letto, con i capelli scompigliati peggio del solito,
senza occhiali…insomma, sarò pur figo, ma la mattina appena sveglio non credo di
essere al meglio presentabile.
“Che…che ci fai qui?”, le domando.
“Stavo ad aspettarti giù, in Sala Comune, quando ho
visto Remus e gli ho chiesto di te…lui mi ha detto che non ti eri svegliato e
che loro avevano tentato di tutto pur di buttarti giù dal
letto…”.
Non
è vero niente, l’hanno fatto apposta! Se li prendo…!
“…così Remus mi ha detto che sarei potuta salire e
svegliarti di persona. Ed eccomi qui”.
“Oh…”, è l’unica cosa che so dire.
Ancora non ho avuto le forze di fare mente locale, ma
soprattutto di uscire dal letto.
Cavolo, è inutile star qui imbambolato, devo
alzarmi!
“Ok, faccio in due minuti e andiamo”, dico, alzandomi
dal letto.
“Ehm, veramente sono quasi le nove. A quest’ora saranno
già tutti andati via”.
“Oh…”.
Mi
sento un completo idiota.
“Mi
dispiace”, dico, dopo qualche secondo di silenzio, “Ti avevo promesso che ci
saremmo andati, ti avevo persino distolta dal fare i
compiti”.
Lei
sorride e si avvicina a me, “Io voglio stare con te, non importa
dove”.
Mi
circonda il collo con le braccia e permette che io mi appoggi al suo petto, in
ascolto del suo cuore, del suo respiro…
***
“Sirius,
dimmi: esiste una ragazza cui io non piaccia?”.
“Che domande,
certo che no!”.
“Eppure devo
dirti che una ragazza cui io non piaccio esiste
davvero”.
“Non ci credo
nemmeno se la vedo”.
“È quella
laggiù”.
“
“Già”.
“Non piaci
alla Evans?”.
“Per
niente”.
“Beh, presto
cambierà idea”.
“Lo so, amico
mio. Lo so”.
***
“Allora,
Ramoso, ci sei riuscito?”.
“A fare
cosa?”.
“A portarti a
letto la Evans”.
“Non dire
stronzate!”.
“Calma, non
agitarti!”.
“Non mi piace
che parli di lei in questi termini, anzi, è una cosa che
detesto!”.
“Posso sapere
perché?”.
“Perché è
diverso…”.
“E
perché?”.
“Non
insistere”.
“Scusami”.
“E comunque
devo prima riuscire a parlarle senza che lei mi
aggredisca”.
“Bella
impresa”.
“Già”.
***
“Allora,
Ramoso, ci sei riuscito?”.
“A fare
cosa?”.
“A parlare
alla Evans senza che lei ti aggredisca”.
“Diciamo di sì…me la sono cavata con
cinque piccole dita stampate in faccia. Guarda”.
“Fooorte!”.
***
Credevo a me stesso quando dicevo che lei, un giorno,
forse, sarebbe stata mia?
Che
avrei potuto sentirne l’odore, il sapore, l’amore?
Che, nonostante le aggressioni, gli schiaffi, le
punizioni, gli insulti, io un giorno sarei stato suo?
Che
avrebbe potuto sentire di me l’odore, il sapore, l’amore?
Sorrido inconsciamente. La risposta è tra le mie
braccia.
To be
continued…
Giunta a questo punto non saprei cos’altro dire a parte
quello che ho già detto sopra.
Spero che il capitolo non sia risultato
noioso.
Mi
scuso per l’ennesima volta se la mia mancanza di ispirazione mi ha impedito di
produrre qualcosa di più prolifico.
A
presto, spero ^_^