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Autore: redRon    15/07/2009    15 recensioni
CAPITOLO 46
“Lily, sii magnanima”, le dico con occhi lacrimosi, “Fra un mese usciremo da questa scuola, avresti potuto anche evitare di mandarmi in punizione”.
“So che per te è degradante, ma mi ci hai costretto”.
“Ma non ho fatto niente!”.
“Ti sembra niente scrivere alla lavagna: La McGranitt ha le gambe pelose?”.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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46

Sì, lo so…

Non ci sono scuse, sono imperdonabile.

Tuttavia ho avuto la faccia tosta di postare il quarantaseiesimo capitolo di una storia che sembra non finire mai. E se poi ci aggiungiamo pure il tempo praticamente insufficiente che ho a disposizione per scriverla, causa studio, allora…

In ogni caso, chiedo umilmente perdono a tutti coloro che sono rimasti mesi e mesi in attesa di un possibile seguito.

Ringrazio soprattutto coloro che hanno commentato lo scorso capitolo e ribadisco che, se oggi avrete modo di leggerne uno nuovo, è solo merito vostro e del vostro sostegno.

Grazie veramente a tutti.

Buona lettura ^^

 

 

 

N.B. Volevo solo avvisarvi che le parti in corsivo alla fine del capitolo sono una sorta di flashback.  :P

 

 

 

 

 

Capitolo 46

Taste of Life

 

 

 

 

 

 

 

È successo di nuovo. E stavolta il sogno è durato molto di più.

Ok, se proprio devo dirla tutta, ci sono stati anche più particolari.

Adesso la cosa sta diventando frequente e mi preoccupa. Sono privo di incontrarla senza saltarle addosso? Sono un pervertito…

“E con questo fanno venticinque”.

Guardo Lily posarmi davanti a una serie di elmi appartenenti a qualche armatura del castello. Ciò che è strano è che non capisco cosa stiamo…

“Buon lavoro”.

Perché mi sta dicendo buon lavoro?

Sposto lo sguardo dagli elmi allo strofinaccio che, suppongo, serva per lucidarli e così collego tutto.

È spiacevole dovere ammettere che sono in punizione. Sarà la milionesima volta e spero sia anche l’ultima. Mi ero quasi dimenticato cosa si prova ad essere sbattuto in punizione, ma adesso penso fosse stato meglio restare nell’ignoranza.

“Lily, sii magnanima”, le dico con occhi lacrimosi, “Fra un mese usciremo da questa scuola, avresti potuto anche evitare di mandarmi in punizione”.

“So che per te è degradante, ma mi ci hai costretto”.

“Ma non ho fatto niente!”.

“Ti sembra niente scrivere alla lavagna: La McGranitt ha le gambe pelose?”.

“È stato Pix”.

“Pix ha detto che sei stato tu”.

“E tu credi a quel poltergeist piuttosto che a me? Io sono il tuo ragazzo, Lily, non puoi trattarmi in questo modo!”.

“Il mio ragazzo dovrebbe cercare di comportarsi in maniera più dignitosa”.

“Ma ti ripeto che non sono stato io”.

“James, la tua grafia la conosco”.

Sbuffo, “E va bene, ho fatto una scommessa con Sirius e chi perdeva, doveva scrivere una frase sulla McGranitt alla lavagna”.

“Ringrazia che non l’abbia letta. Adesso mettiti a lavoro”.

“Mi puoi fare uno sconto?”.

“No!”.

Emetto un sospiro di rassegnazione.

Penso proprio che dovrò impugnare quello strofinaccio e mettermi a lucidare.

“Tecnicamente, i Capiscuola non dovrebbero finire in punizione”, brontolo, mentre prendo tra le mani un elmo e mi ci specchio sopra.

“Certo che sì, sono studenti come tutti gli altri”, mi risponde lei, “I poliziotti possono comunque essere arrestati se commettono un crimine”.

“I Dissennatori possono fare quello che vogliono, invece”.

E adesso perché ho tirato in ballo i Dissennatori?

Lily non emette parola a riguardo e lascia che io continui a lucidare l’elmo.

Però devo dire che i capelli così mi stanno veramente…

“James!”, mi richiama lei, accorgendosi del mio breve momento di narcisismo puro.

Sbuffo ancora.

Mi è appena balenato in testa l’insano pensiero che, dopotutto, potrei cercare di corromperla. Voglio dire, io sono James Potter e corrompere la gente mi risulta piuttosto semplice.

Mi preparo a sfoggiare tutte le mie arti da seduttore e…

“Sai, James, stavo pensando ad una cosa…”.

La voce di Lily mi lascia sgomento per uno strano motivo.

Deglutisco.

Rimango in silenzio, aspettando che lei continui.

“Stavo pensando, dicevo, che uno sconto potrei anche fartelo…”.

Sììì! Sì, sì, sì! Lily si sta addolcendo e tutto torna a mio favore, sì!

“…nel senso che potrei aiutarti a lucidare questi venticinque elmi…”.

Che gioia, che gioia! Non sto nella pelle!

“…così finiamo prima e posso aiutarti a svolgere il tema di Pozioni che il professore ti ha detto di riscrivere”.

Sogni infranti!

Nooo, quale triste sorte è toccata a me!

Ed io che pensavo che avremmo potuto…

Avremmo potuto cosa, esattamente? Qualsiasi pensiero mi venga in mente, lo devo subito rimuovere! Che figura ci farei??? Eppure…

Eppure ho un insano desiderio di morderla…

 

 

***

 

 

“Capite, dunque, la mia situazione?”, conclude Codaliscia in tono alquanto disperato, “Mi sono cullato sugli allori per tutto questo tempo e adesso che i M.A.G.O. si avvicinano…”.

“…ti sei reso conto che una certa persona, ovvero il sottoscritto, aveva ragione”, interviene Lunastorta.

“Già…e sono disperato, non so più che fare! Miliardi di domande mi assalgono ma non riesco a trovare una risposta…”.

“Anch’io sono tormentato da tanti interrogativi”, annuncia solenne Sirius, mentre Remus lo guarda col sopracciglio alzato, “Per esempio, perché non abbiamo inserito la Stanza delle Necessità nella Mappa del Malandrino?”.

“Perché è indisegnabile, troglodita di un cane! Dovresti saperlo!”, sbotta Remus, alterato.

“Invoco il tuo perdono!”, fa Sirius quasi noncurante, “Qualcun altro ha qualcosa da dichiarare, già che ci siamo?”.

Tutti guardano me, perché sono l’unico che non ha osato proferir parola.

“James, per esempio?”.

“Ehm…”, è l’unica cosa che riesco a dire.

“Com’è andata la punizione?”, mi domanda Remus, mentre Sirius sorride sotto i baffi e a me vien voglia di affogarlo nel brodo di pollo.

“La smetti di sorridere in quel modo?”, gli dico infine, “Mi dà fastidio!”.

“Beh, scusa!”, fa lui, “Ma tanto so benissimo che anche gli altri, qui, hanno voglia di sapere tante cose…”.

“Solo che, qui, l’unico cretino che lo dà a vedere sei tu”, dice Remus.

Sirius gli fa il verso, ma Remus lo ignora e si rivolge a me, “Ebbene?”.

Sbaglio o il nostro tenero lupacchiotto quest’oggi è un tantino impertinente?

“Allooora?”, incalza Sirius, mentre Peter tende ancora di più l’orecchio.

Io li guardo a uno a uno e oserei dire che non mi vengono le parole.

“Beh…”, faccio io, mentre vedo i miei tre ami pendere dalle mie labbra, “Beh…”, ma non riesco a parlare, “Beh…ma pane e cavoli vostri mai, eh?”, dico infine, alzandomi e facendo per andarmene.

“Ma dai!”, mi dice Sirius, “Sono solo confidenze tra amici”.

“Le ragazze si confidano!”.

E così dicendo, vado via, sentendo Sirius borbottare tra sé, “In effetti…”.

 

 

***

 

 

A dire il vero non so il perché io abbia reagito in quel modo.

Non che sia grave, ma non sono stato in grado di dire nulla riguardo alla punizione con Lily…forse perché, in effetti, non c’era nulla di così eclatante da raccontare.

E poi, diciamocelo, non vado mica a dire a quei tre quello che mi frulla per la testa! Già sento Sirius dirmi di dar sfogo ai miei istinti e Remus dirmi che farei meglio a reprimerli. Quando sono in mezzo alle loro due contrastanti e assolutamente opposte opinioni, mi viene il mal di testa…

Eccomi passare davanti alla bacheca degli annunci della Sala Comune. Che c’è di nuovo? La partita, che sicuramente vincerò; esercitazioni di Difesa Contro le Arti Oscure, di cui non ho certo bisogno; visita a Hogsmeade questo sabato…

Visita a Hogsmeade questo sabato? Questa mi era sfuggita.

Devo dirlo a Lily, sperando che non mi dica di no solo perché sono indietro con gli studi, almeno una pausa ci deve essere concessa.

Ma certo! Io sono James Potter e se dico che si andrà a Hogsmeade, si andrà a Hogsmeade! Non posso ottenere rifiuti!

 

 

***

 

 

“No!”.

“Ma come sarebbe a dire no???”.

Lily ed io andiamo di fretta a Pozioni e in questo frangente sto cercando in tutti i modi di convincerla ad andare a Hogsmeade sabato, ma starle dietro è una vera impresa.

“Per favore Lily…”, continuo a supplicarla, evitando per un pelo di andare a sbattere contro un primino che non avevo neppure visto talmente era basso, “Che ti costa, è solo per un sabato!”.

“Un sabato che può benissimo essere sfruttato per qualcosa di più proficuo per i tuoi studi”.

“Cattiva!”.

“Io voglio solo il tuo bene”.

“Se davvero volessi il mio bene, non mi costringeresti a sudare sette camicie sopra i libri!”.

E, a proposito di camicie, ho come l’impressione che la sua sia un tantino stretta…

Lei si ferma – finalmente – e si volta verso di me.

Io scuoto la testa come per cacciare via il pensiero di poco prima e resto lì a guardarla. Se non riesco a convincerla dovrò usare il mio asso nella manica: lo sguardo da cerbiatto cui nessuno può resistere!

“James”, mi dice in tono grave, “Siamo a…”.

“…maggio, il sole splende alto nel cielo, gli uccellini cinguettano, il lago zampilla allegramente, tu sei talmente bella da togliermi il fiato e tutto quello che ti sto chiedendo è di trascorrere una giornata lontana da tutto questo…con me. Ti prego”.

Lei continua a fissarmi così intensamente che credo riesca a vedere oltre. Ed io attendo trepidante il suo verdetto.

Mi sorride.

Un sorriso che dice tutto.

 

 

***

 

 

“James?”.

Sento la voce di Lily così vicina che mi sembra sia reale.

Eppure stanotte non l’ho sognata.

“James?”, continua la sua voce.

Apro un occhio e vedo la stanza illuminata. Il letto di Sirius è vuoto e ho come la sensazione che anche gli altri siano vuoti.

Un momento, ma che ore…?

Di scatto mi metto a mezzo busto, gli occhi spalancati e il terrore dipinto in volto.

“Merlino, è tardi!!!”, esclamo a gran voce, mettendomi letteralmente le mani ai capelli.

“Già”, fa la voce di Lily.

Al che impallidisco, quasi a confondermi col lenzuolo.

Stringo gli occhi per mettere meglio a fuoco l’immagine di Lily che sta sulla soglia della stanza.

Ma che cavolo…???

“Mi dispiace essere piombata qui così”, spiega lei, facendo per entrare.

Io rimango lì, seduto sul letto, con i capelli scompigliati peggio del solito, senza occhiali…insomma, sarò pur figo, ma la mattina appena sveglio non credo di essere al meglio presentabile.

“Che…che ci fai qui?”, le domando.

“Stavo ad aspettarti giù, in Sala Comune, quando ho visto Remus e gli ho chiesto di te…lui mi ha detto che non ti eri svegliato e che loro avevano tentato di tutto pur di buttarti giù dal letto…”.

Non è vero niente, l’hanno fatto apposta! Se li prendo…!

“…così Remus mi ha detto che sarei potuta salire e svegliarti di persona. Ed eccomi qui”.

“Oh…”, è l’unica cosa che so dire.

Ancora non ho avuto le forze di fare mente locale, ma soprattutto di uscire dal letto.

Cavolo, è inutile star qui imbambolato, devo alzarmi!

“Ok, faccio in due minuti e andiamo”, dico, alzandomi dal letto.

“Ehm, veramente sono quasi le nove. A quest’ora saranno già tutti andati via”.

“Oh…”.

Mi sento un completo idiota.

“Mi dispiace”, dico, dopo qualche secondo di silenzio, “Ti avevo promesso che ci saremmo andati, ti avevo persino distolta dal fare i compiti”.

Lei sorride e si avvicina a me, “Io voglio stare con te, non importa dove”.

Mi circonda il collo con le braccia e permette che io mi appoggi al suo petto, in ascolto del suo cuore, del suo respiro…

 

 

***

 

 

“Sirius, dimmi: esiste una ragazza cui io non piaccia?”.

“Che domande, certo che no!”.

“Eppure devo dirti che una ragazza cui io non piaccio esiste davvero”.

“Non ci credo nemmeno se la vedo”.

“È quella laggiù”.

La Evans?”.

“Già”.

“Non piaci alla Evans?”.

“Per niente”.

“Beh, presto cambierà idea”.

“Lo so, amico mio. Lo so”.

 

 

***

 

 

“Allora, Ramoso, ci sei riuscito?”.

“A fare cosa?”.

“A portarti a letto la Evans”.

“Non dire stronzate!”.

“Calma, non agitarti!”.

“Non mi piace che parli di lei in questi termini, anzi, è una cosa che detesto!”.

“Posso sapere perché?”.

“Perché è diverso…”.

“E perché?”.

“Non insistere”.

“Scusami”.

“E comunque devo prima riuscire a parlarle senza che lei mi aggredisca”.

“Bella impresa”.

“Già”.

 

 

***

 

 

“Allora, Ramoso, ci sei riuscito?”.

“A fare cosa?”.

“A parlare alla Evans senza che lei ti aggredisca”.

 “Diciamo di sì…me la sono cavata con cinque piccole dita stampate in faccia. Guarda”.

“Fooorte!”.

 

 

***

 

 

Credevo a me stesso quando dicevo che lei, un giorno, forse, sarebbe stata mia?

Che avrei potuto sentirne l’odore, il sapore, l’amore?

Che, nonostante le aggressioni, gli schiaffi, le punizioni, gli insulti, io un giorno sarei stato suo?

Che avrebbe potuto sentire di me l’odore, il sapore, l’amore?

Sorrido inconsciamente. La risposta è tra le mie braccia.

 

 

 

 

To be continued…

 

 

 

 

 

 

 

Giunta a questo punto non saprei cos’altro dire a parte quello che ho già detto sopra.

Spero che il capitolo non sia risultato noioso.

Mi scuso per l’ennesima volta se la mia mancanza di ispirazione mi ha impedito di produrre qualcosa di più prolifico.

 

A presto, spero ^_^

 

  
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