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Autore: _Blanca_    03/12/2018    2 recensioni
| Contesto → Pacifist Route | ● | Deviant!Connor + Human!OC ♡ | ● | Reporter/Detective relationship tropes |
Nova Barton è una reporter freelance nella Detroit del 2038. La metropoli sa essere un’arena ostile e Nova si arrangia come può per sbarcare il lunario. Non era certo nei suoi piani finire invischiata nelle indagini di un tenente di polizia perennemente di cattivo umore e del suo improbabile collega: un avanzatissimo modello di androide, programmato per dare la caccia ai cosiddetti devianti. Che Nova lo voglia o meno, anche lei dovrà fare i conti con le conseguenze delle proprie scelte.
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{ 06.20 capitoli revisionati » 1 – 21 }
Genere: Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor/RK800, Hank Anderson, Kara/AX400, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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 016. FOURTEEN MINUTES







DATA: 7 NOVEMBRE 2038
ORA: 04:13

NORTH END, ELMHURST STREET

Nova interrompe il contatto per prima, sottraendo la mano alla presa di Connor. Aggancia i pollici alle tasche del trench. «Si trovano in un multisala abbandonato su Winder Street» spiega senza giri di parole. «Il deviante che mi ha aggredita è un modello femminile. L’ho colpita, per scappare.» Un crampo strizza gli intestini: la sente ancora lì, contro lo stomaco, la semiautomatica carica. «Era già danneggiata. Non credo di averle provocato altri guasti.»
«Quando è successo?» indaga Connor, assottigliando lo sguardo.
«Poco dopo la mezzanotte.»
Le labbra dell’androide si tendono rapide verso l’alto, mostrando i denti serrati. Il movimento è fin troppo simile a un tic nervoso, tanto che Nova viene sfiorata dal mezzo sospetto che l’RK800 si sia appena sforzato di trattenere un’imprecazione.
Un attimo dopo, lei sta fissando una porta chiusa. Connor è entrato in casa, lanciandola lì sul portico, in preda a un muto senso di disorientamento; ma nemmeno il tempo di raccapezzarsi che la porta viene di nuovo aperta.
Nova si aspetta la celestiale apparizione di un tenente Anderson in egual misura insonnolito e incazzato. Invece, è di nuovo Connor. Di nuovo solo.
L’androide chiude la porta, supera Nova e scende sul vialetto. Punta dritto all’automobile parcheggiata sul prato. 
Nova gli corre dietro. «Dove stai andando?» esclama, in un sibilo.
Connor si ferma davanti alla portiera dell'automobile, dal lato del guidatore. Un intonso dito di neve copre la carrozzeria scura.
«Winder Street.»
«Non dovresti avvertire qualcuno? O almeno svegliare il tenente?»
«Non c’è tempo.»
«Oh... ehi, fermo!» Nova si piazza tra Connor e la portiera. «Va dove ti pare, ma io e te abbiamo un patto. Adesso devi dirmi—»
«Parleremo, quando avrò concluso questo caso.»
Connor afferra Nova per le braccia, se la toglie da davanti, spingendola di lato, ed entra in macchina. Per tutta risposta, lei aggira il muso dell’automobile e si getta sulla maniglia della portiera. Sguscia dentro, tirandosi dietro lo sportello. Fa freddo nell'abitacolo e la pelle del sedile scricchiola legnosa; il deodorante per automobili scelto dal tenente Anderson par essere una fragranza di birra con una nota di take-away cinese.
Connor fissa Nova, sul sedile del passeggero, e il LED lampeggia due volte. Di giallo.
«Scenda dalla macchina.»
«Sei un miracolo della tecnologia. Sono sicura che sai guidare e parlare allo stesso tempo» espone Nova, cercando la cintura di sicurezza sopra la spalla.
«Per favore—»
«In più, durante il viaggio, posso darti altre informazioni sul deviante.»
Un altro flash giallo. 
Nova vede lo sguardo di Connor passare dal suo viso alle proprie mani, serrate sul volante. Lei aggancia la cintura di sicurezza alla fibbia e, un attimo dopo, sente la chiave girare nel blocchetto di accensione. 

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DATA7 NOVEMBRE 2038
ORA: 04:28

MIDTOWN

Ha ripreso a nevicare. Fiocchi grossi come falene corrono in contro al parabrezza, mentre l’automobile rallenta a un incrocio per poi svoltare a sinistra. Due bottiglie di birra vuote rotolano sotto i sedili e Nova, in distratta contemplazione della bambolina che balla la hula sul cruscotto, tenta di fare il punto.
«Quindi rA9 è una specie di figura salvifica, ma non sapete da dove abbia avuto origine e nemmeno come l'idea si diffonda tra i devianti.»
«Non ancora» puntualizza Connor. Tiene entrambe le mani sul volante, in posizione nove e quindici, e non distoglie mai lo sguardo dalla strada. Sotto la sua guida la Brougham marcia veloce e costante, mai una frenata brusca, un acceleramento improvviso o una curve affrontata male. Non fosse per l'insolito brontolio del motore antiquato, sarebbe esattamente come viaggiare a bordo di un’automobile automatizzata.
Nova aveva quindici anni l’ultima volta che ha viaggiato a bordo di un’automobile senza pilota automatico: il minivan di famiglia era una quota del rimborso emotivo preteso da Susan Roberts per un matrimonio mandato a picco dagli impegni di lavoro del signor Barton. Impegni che si svolgevano puntualmente in una stanza di motel, in compagnia di un'istruttrice di yoga di nome Savannah Russo.
Nova getta un'occhiata al profilo sottile e proporzionato di Connor. Lui, coinciso e distaccato, come ci si aspetta da una macchina, le ha descritto quattro casi finiti sulla scrivania del tenente Anderson nelle ultime quarantotto ore. Prima c'è stato l'omicidio a North Corktown, poi il caso di Kara; poi, ancora, un androide delle fattorie urbane, che è riuscito a scappare dopo essersi rifugiato in un appartamento abbandonato; infine, un omicidio in un sex club, dove una Traci ha strangolato uno dei clienti ed è fuggita con l'aiuto di un secondo deviante. Fin ad ora riferimenti a rA9 sono strati trovati soltanto nell'abitazione di Ortiz e nel rifugio del WB200, ma Connor si è detto convinto che il collegamento debba essere più ampio. In quanto alle cause delle devianza lui, e i suoi programmatori, sostengono sempre l’ipotesi di una mutazione nel software di alcuni androidi. «Istruzioni irrazionali che sembrano generarsi in una situazione di stress» ha detto.
Dal canto suo, Nova è scesa nei dettagli del Gold Theater: la cassa di munizioni vuota, la semiautomatica, l'aspetto del deviante, le minacce, un accenno delirante a un luogo nel quale nessuno sarebbe in grado di trovarla. Ma non ha fatto parola della mail. Si fida più di sé stessa che degli sbirri perché, se Connor ha detto la verità, la polizia di Detroit sta brancolando nel buio.
«Confidare nell'aiuto di un essere superiore» sospira Nova, «è un comportamento molto umano.»
«Si tratta di semplice imitazione di un comportamento umano» chiosa l'androide.
«Imitazioni straordinariamente convincenti...»
Nova guarda fuori dal finestrino. L'alba è lontana ma Detroit, sotto la neve, si sta già svegliando. Anche se sarebbe più esatto dire che non si è mai davvero addormentata. Centinaia di vite si agitano instancabili nel sottobosco di quella sconfinata foresta di acciaio e asfalto, di vetro e di neon, di indifferenza e di freddezza. Nova pensa a Kara e alla sua disperata risolutezza nel difendere Alice, pensa ad Alice e alla spaventata tristezza nei suoi occhi di bambina meccanica, e ha di nuovo la sensazione di non riuscire a respirare bene.
Scuote la testa e prende a trafficare con la borsa. Cerca il datapad ma le dita sfiorano la canna della Glock: altro particolare sul quale ha deliberatamente sorvolato. Sfila il datapad dalla borsa. «Quando sono tornata nel mio appartamento, ho fatto qualche ricerca.» Il display si illumina. «Considerata la stazza dell'androide e il fatto che fosse ancora funzionante, nonostante un braccio in meno...» Nova scorre la cronologia delle ultime ricerche, «ho pensato che potesse trattarsi di un androide militare.»
Gira il datapad verso Connor.
Ma Connor non si volta.
Sul display una serie di fotografie mostrano, da diverse angolazioni, il volto e il busto di un fiero soldato in tuta mimetica: è la versione intatta e tirata a lucido del deviante del Gold Theater.
Nova appoggia il datapad sulle ginocchia. «Il che credo che spieghi anche l'attrezzatura militare» conclude. «Dio solo sa come ha fatto l'esercito a farsi scappare uno dei suoi androidi, ma secondo me quel deviante soffre di stress post traumatico.»
«Lo so.»
«Sai cosa?»
«Che il deviante appartiene alla serie SR700. Il suo resoconto conteneva sufficienti elementi per giungere a questa conclusione.»
«Oh. Potevi interrompermi prima.»
«Sarebbe stato maleducato.»
«Che altro hai dedotto?»
«I danni ai biocomponenti devono essere gravi. La resistenza fisica degli SR700 è superiore a quella degli androidi destinati all'uso civile ciò non toglie che, per evitare una disattivazione definitiva, debbano essere riparati entro un determinato periodo di tempo. Sospetto che il deviante sia prossimo alla disattivazione. In caso contrario qualcuno come lei, signorina Barton, non sarebbe riuscito ad avere la meglio su di un androide militare.»
«Dovresti fare il motivatore.»
«Non intendevo offenderla.»
Nova scuote la testa, disimulando un sorriso. Guarda l'adesivo a forma di balloon, appiccicato sullo sportello del vano portaoggetti: remember when sex was safe and driving was risky. 
«Sei sicuro di aver fatto bene a non svegliare il tenente? Non mi ha dato l'impressione di essere un campione di pazienza.»
«Non gradirà» ammette candidamente Connor.
«Oh, perfetto. Mi farà sbattere dentro per coercizione di androide» borbotta Nova.
«Un reato simile non esiste.»
«Come il tuo senso dell'umorismo.»
«Cercavo soltanto di rassicurarla. La decisione di raggiungere Winder Street è stata mia. Non permetterò che i comportamenti del tenente rallentino costantemente la missione.»
«Che tipo è Anderson?»
«Un uomo... dalla personalità complessa. Ha un carattere problematico. Ma stando al suo fascicolo, in passato è stato un ottimo agente.»
«In passato? E poi che è successo?»
Connor tace.
Il borboglio del vecchio motore a combustione interna riempie l'abitacolo.
«Ha perso il figlio.»
Nova non commenta. L'ha punta il senso di colpa, forse per la prima volta dopo troppo tempo, nei confronti di sua madre. Sarà pure una donnetta infantile e dal carattere debole ma l'egoismo di sua madre non può, non deve, giustificare il proprio. Promette a sé stessa che farà presto quella telefonata. Magari si scuserà anche per aver ignorato le chiamate. Se le ultime ventiquattro ore fossero andate diversamente, una telefonata alla fine sua madre l'avrebbe ricevuta, sì. Da un obitorio.
Nova guarda Connor. Mordicchia la labbra. «Senti, ecco... so che l'hai fatto per il bene delle indagini, però ieri pomeriggio tu mi hai salvato la vita. Ti sono riconoscente. Anche se probabilmente non mi sono comportata da persona riconoscente, fino ad ora.»
Connor continua a guardare la strada.
E il motore continua a borbottare.
I tergicristalli spazzano il parabrezza.
«Devo confessare che» principia Connor, e se gli androidi fossero in grado di tentennare, Nova potrebbe persino credere che quello al suo fianco stia avendo problemi a scegliere le parole, «a prescindere dalle indagini, sono convinto che aiutarla fosse l'unica scelta possibile.»
Nova abbozza un sorriso che Connor non può vedere.
Poi, la Brougham imbocca John Street e il sorriso svanisce.

L’automobile accosta il marciapiede, fermandosi a un garage di distanza dal Gold Theater. Winder Street è ancora deserta. Mentre Connor spegne il motore e solleva il freno a mano, Nova scruta il vecchio cinema attraverso il finestrino. La neve, che ha completamento imbiancato l'asfalto e riempito le pozzanghere, si è ammucchiata sulla pensilina e tra le lettere dell'insegna.
«Una volante della polizia sarà qui tra quattordici minuti» annuncia Connor.
Nova si gira di scatto.
«E quando li hai avvertiti?»
«Adesso.»
La donna sospira. Fa per sganciare la cintura di sicurezza.
Ma Connor mette una mano sulla sua.
«Lei resti in macchina.»
Nova non protesta: per questa notte, un giro di giostra nel cinema degli orrori può bastare; in più, è sicura che un'avanzata intelligenza artificiale in un corpo addestrato al combattimento non abbia un gran bisogno della sua assistenza per svolgere il proprio lavoro.
Sgancia la cintura e torna a guardare il multisala, attraverso il vetro leggermente appannato.
«Credi che il deviante sia ancora là dentro?»
«Sono trascorse quattro ore. Se la SR700 era nelle condizioni di allontanarsi, potrebbe averlo fatto. Se così fosse, io devo raccogliere ogni possibile indizio prima che la pista si raffreddi.»
«Mmh, okay. Ma cerca di―»
Il tonfo della portiera cade sulla frase.
Connor è uscito dalla macchina.
«Di stare attento» mormora Nova.

   
 
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