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Autore: ohmyrose    03/12/2018    3 recensioni
Gli occhi della ragazza, stancamente, si sollevarono verso le figure che stavano urlando, o forse stavano addirittura litigando, proprio dinnanzi a sé. L'algamatolite che le stringeva i polsi e le caviglie la stava privando delle forze e questo non faceva altro che renderla sempre più debole, però, davanti a tutta quella gente giunta li per lei, non riuscì proprio a non esprimersi.
«E voi che diamine volete da me? »
Fu l'unica domanda che Lyra rivolse guardando uno ad uno i presenti nella sua cella. Alcuni sembravano sorpresi, altri sembravano ammaliati, altri ancora confusi, ma a parlare fu solamente uno, il tipo che aveva inquadrato come Mugiwara no Rufy.
«Siamo qui per salvarti, alleata. »
«Non è la tua alleata.» ringhiò Eustass Kidd.
«E non sarete voi a salvarla, imbecilli.» aggiunse il ragazzo con i capelli blu.
Adesso la storia si stava complicando più del previsto.
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FF ambientata post saga di WCI con protagonisti i Mugiwara ed ovviamente i loro alleati, parte delle Supernove, la Germa 66 e l'armata rivoluzionaria. La protagonista è Lyra Rowan, ricercata, ladra e tanto altro da scoprire su di lei. [oc]
All'interno presenti varie ed eventuali ship.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eustass Kidd, Famiglia Vinsmoke, Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5.
Un mix esplosivo

Sale interne del Blue Moon

Ancora stentava a credere alla stupidità di tutte quelle guardie imbecilli che, senza fare troppe domande e decisi ad assecondare la curiosità di due principi viziati, avevano portato Niji e Yonji nella sala di controllo che si trovava oltre la porta sicura del Blue Moon. Oltre quella pesante lastra di metallo, che si apriva semplicemente con le impronte digitali di qualcuno degli addetti alla sicurezza, vi erano bianchi corridoi asettici, che si snodavano quasi come un immenso labirinto. Ma Niji e Yonji, fingendosi ubriachi, avevano cercato di carpire più informazioni possibili riguardo la collocazione delle prigioni, che una delle guardie indicò loro. Se sulla destra s’accedeva alla sala monitor che serviva per controllare ogni angolo del casinò, compresi anche i caveau, andando verso l’ala sinistra s’andava, grazie ad una scala, alle prigioni sicure, e quello era il loro obiettivo attuale.
Ormai la strada era spianata, od almeno così aveva sussurrato il fratello dai capelli verdi una volta che si erano aperte per lasciarli passare, ma Niji sapeva bene che quella storia era ancora agli inizi.
Una parte di sé avrebbe davvero voluto rimanere al piano di sopra a bere, senza pensare a niente, mentre l’altra non vedeva l’ora di poter picchiare qualcuno lasciando che ancora una volta l’adrenalina scorresse nelle proprie vene, animandolo.
Ma lui e Yonji, a conti fatti, erano quelli che avrebbero potuto davvero mettere in atto un’evasione simile, anche se il piano generale rimaneva di Ichiji, che ci aveva riflettuto a lungo prima di proporlo ad i fratelli. Se Ichiji era la mente Niji era il braccio, od almeno era sempre così che loro due agivano in coppia quando lavoravano insieme.
E questo era sempre stato il segreto del successo della Germa 66.
Quella volta, però, stavano rischiando per seguire una fruttuosa missione e stranamente sembrava un buon punto d’inizio per i loro futuri piani. Qualche volta poteva sembrare che Niji fosse del tutto distratto ed assente, forse perché con le sue cuffie prferiva di gran lunga perdersi ad ascoltare la musica ad alto volume, ma aveva approvato fin dal primo istante l’idea di prendere in mano le redini di un regno che era stato bistrattato.
Avevano provato ad ucciderli ma avevano fallito ed adesso sarebbero tornati più forti, cattivi e vendicativi di prima. 
Le due guardie che li stavano scortando, spiegando loro quel che vi era da sapere riguardo la sicurezza del posto, erano proprio due scemi, od almeno questo fu ciò che pensò il principe da capelli blu, forse perché non potevano immaginare quel che stava per accadere. Infatti, una volta giunti alla sala monitor, un’ampia stanza piena di enormi schermi sui quali le lumacamere proiettavano ciò che stavano registrando all’esterno, notarono con loro immensa sorpresa che c’era solamente un uomo intento ad osservare quel che accadeva.
«E quindi, come potete vedere, principi Vinsmoke, questa è la sala di controllo dove il nostro addetto alla sicurezza si preoccupa di controllare ogni centimetro del Blue Moon. Il suo frutto del Diavolo gli permette di poter avere una visione più estesa di quella di un normale essere umano, quindi riesce a controllare ogni singolo schermo in contemporanea, come se fosse un camaleonte. Lui è i nostri occhi. »
Spiegò la guardia, con enorme entusiasmo allargando entrambe le braccia ad indicare il ragazzo seduto dietro un enorme banco pieno di monitor. 
«Ah—… molto interessante. » mormorò, in risposta, Yonji fingendo di essere davvero interessato alla cosa, quando in realtà Niji era certo che non avesse neanche compreso quel che avevano appena detto.
«Un camaleonte—… » gli fece eco Niji sinceramente disgustato dal potere che quel tipo aveva ottenuto.
Personalmente, il principe dai capelli blu, non era mai stato un vero fan di quei poteri, preferiva la tecnologia per incrementare la propria forza che si basava sull’elettricità, anche perché ci teneva ancora a saper nuotare. Era disposto a mangiare uno di quei frutti se e solo se fossero stati davvero utili, come quello di Reiju, in caso contrario Niji stava bene così. 
«Esatto, è lui che tiene tutto sotto controllo e se qualcosa dovesse andare storto informa direttamente Taylor e fa scattare l’allarme di sicurezza in tutta questa zona ed ovviamente, da li, partono i vari provvedimenti. » concluse la seconda guardia, mostrando un sorriso soddisfatto, come se quella fosse la cosa migliore di sempre. 
In tutta risposta Niji e Yonji, del tutto seri in viso, si scambiarono una lunga occhiata d’intesa, anche perché non ne potevano più di sentir parlare quei tipi che avevano illustrato per filo e per segno una serie di cose assolutamente poco interessanti, quindi era giunto il momento di mettere in atto il loro piano, ovvero stendere le guardie e procedere. Yonji ghignò divertito, mentre s’avvicinava al tizio camaleonte che controllava i monitor, mentre Niji, rabbuiato in viso, andò in prossimità delle due guardie, soddisfatte. 
Il metterli al tappeto con un pugno elettrificato fu più semplice del previsto, perché quegli uomini non avevano di certo potuto immaginare che il nemico venisse proprio dall’interno, tradendo così la fiducia di Taylor. Così, Niji, fulminando e lasciando cadere le guardie, si voltò in direzione del fratello, che con un singolo colpo aveva messo KO anche il camaleonte e soprattutto lo aveva furbamente allontanato dal segnale d’allarme che si trovava su quel bancone, e solamente allora i due fratelli si scambiarono l’ennesimo sguardo d’approvazione. 
«Finalmente, questi due non finivano mai di parlare. » borbottò Yonji mentre legava con dello scotch il tipo camaleonte, cosa decisamente appropriata vista la situazione. 
«Già, ma almeno hai ascoltato qualcosa di quello che hanno detto? » provò a domandare Niji, che invece si sedette sulla poltrona centrale e studiò attentamente i monitor da dietro le lenti dei suoi occhiali. Doveva cercare il giusto monitor per capire quanto e come fosse sorvegliato l’ingresso e quando finalmente lo individuò puntò un dito verso di esso.  «Ecco la nostra entrata, Yonji, ci sono solamente quattro guardie, possiamo metterle immediatamente fuori gioco e poi da li le prigioni. »
«Non vedevo l’ora di iniziare a giocare, anche perché Ichiji ha detto di non perdere tempo. »
«Ed avevi bisogno che te lo dicesse Ichiji per capirlo? Appena sapranno che cosa stiamo facendo verranno a fermarci e la sicurezza sarà triplicata, quindi, genio, era ovvio che ci saremmo dovuti sbrigare. »
«Ehi!!! » urlò Yonji decisamente molto poco contento del tono saccente usato da Niji. «Non trattarmi come uno stupido. »
«E tu non fare affermazioni stupide, Yonji. »
«E tu non comportarti come se fossi il capo, anche perché non sei il capo, Niji. »
Ed ecco che in quel momento Niji serrò il proprio pugno, mentre l’ennesima scarica elettrica blu iniziò ad addensarsi fra le sue dita, pronto a colpire il proprio fratello in pieno viso semplicemente per farlo smettere di parlare. Non sarebbe stato il primo litigio di quel tipo, anzi, quando loro due andavano in missione insieme erano all’ordine del giorno, ecco perché solamente Reiju poteva sorbirsi Yonji senza ucciderlo, ma ovviamente quello era un caso particolare e suo fratello gli serviva vivo, quindi si limitò ad afferrarlo per il colletto della camicia e strattonarlo brutalmente. 
«Piantala ed adesso andiamo, anche perché siamo in ritardo. »
In tutta risposta Yonji si divincolò immediatamente, digrignando i denti e sistemandosi ancora una volta la giacca verde e la camicia, prima di annuire in maniera impercettibile, segno che doveva aver capito il concetto in quel momento, anche perché più tempo perdevano li a litigare più le cose diventavano sospette al piano di sopra. 
Scavalcarono i corpi svenuti delle guardie di sicurezza, accatastati di lato, presero loro le armi che avevano con sé, ovvero delle pistole ed un paio di fucili, comprese le munizioni, e poi uscirono all’esterno della sala monistor, ritornando negli ampi corridoi bianchi. In quel momento nessuno sembrava passare da quelle parti, cosa piuttosto ottimale dato che dovevano andare nella direzione opposta per raggiungere l’ingresso delle prigioni, ed allora procedettero a passo spedito. 
A Niji non importava la discrezione in quel momento, voleva semplicemente raggiungere il suo scopo ad ogni costo, e la determinazione gliela si poteva leggere in viso mentre camminava rapidamente restando però radente al muro. Quella ragazza che dovevano portare via doveva valere davvero tutti quei berry e forse, l’associazione fra la montagna di soldi e Lyra Rowan, aveva suscitato in Niji un discreto interesse in una ragazza che aveva visto solamente in foto, fra l’altro fatta di sfuggita.
Era raro che una donna potesse interessarlo per qualcosa che andava oltre l’aspetto fisico, ovviamente, ma c’era sempre una prima volta e questo, in parte, lo incuriosiva al punto da aver abbassato la guardia, perché quando svoltò l’angolo rischiò di colpire qualcuno. 
Ovviamente l’urto non lo scalfì minimamente, anche perché a sua volta Yonji era andato a sbattere dietro di lui, mormorando qualche parolaccia ed imprecazione a denti stretti, e quando Niji sollevò lo sguardo si preparò a mettere fuori gioco l’ennesima guardia vestita di nero, usando semplicemente il calcio del fucile, ma si ritrovò dinnanzi ad un tipo che aveva appena sfoderato una spada, e le altre due erano appese alla sua cintura. I capelli verdi, erano dello stesso colore di quelli di Yonji, ed una cicatrice gli deturpava il viso giovane, nonostante il ghigno divertito apparso sulle labbra di quello spadaccino, che però cambiò immediatamente espressione dopo averli visti in faccia. 
«E tu chi cazzo sei? » fu tutto ciò che Niji riuscì a dire, anche perché era certo che quel tipo non facesse parte della sicurezza interna del casinò. 
«Ma tu—… come hai fatto a cambiare travestimento così velocemente, Sanji? E quei capelli?» gli domandò lo spadaccino, ancora visibilmente confuso. 
Nel sentire quel fottutissimo nome Niji si mostrò disgustato e Yonji, al suo fianco emise un semplice suono soffocato.
«Eh???? Come lo hai chiamato? » domandò il principe verde facendosi avanti, superando entrambi con la sua statura.
«Aspetta, un altro Sanji? Ma da quando sei così alto? » fu tutto ciò che l’intruso stava urlando, sempre più preoccupato. 
Ma ciò che davvero spaventava Niji era l’idea che quel tipo conoscesse il vero fallimento, ed infatti, in un moto di puro orgoglio, dettato dal suo ego, strinse i pugni e ringhiò. 
«Non paragonarmi a quell’imbecille, idiota. »
E lo spadaccino parve sempre più stordito, tanto da abbassare le proprie spade, anche se il peggior presentimento di Niji sembrò diventare reale quando dal fondo di quel corridoio la voce conosciuta del fratello perduto si fece sentire, ed infatti qualche secondo dopo Sanji il fallimento, vestito come un vero idiota, svoltò l’angolo immobilizzandosi proprio come era accaduto agli altri Vinsmoke. 
«CHE. CAZZO. CI. FATE. VOI. DUE. QUI. » urlò, senza mezze misure, il biondo, che ovviamente non aveva preso bene quell’improvvisata, proprio come non lo aveva fatto Niji, che in tutta risposta strinse i denti e gli sparò col fucile che aveva appena sequestrato alle guardie. 
Non ci poteva credere.
Avevano da poco abbandonato quell’imbecille ed adesso eccolo nuovamente fra i piedi a mettergli i bastoni fra le ruote, perché questo Sanji lo sapeva fare fin troppo bene. Al Tea Party gli avevano dato l’unica sicura via d’uscita e Niji, quando lo aveva calciato via col sorriso sulle labbra, prima di tornare agli scontri, gli aveva chiaramente detto “Addio, imbecille!” e forse qualche altro insulto coperto dal frastuono della battaglia.
Ed allora perché adesso era di nuovo li?
Però era altrettanto vero che gli aveva anche consegnato la sua tuta, il tutto perché non avrebbero più dovuto averlo fra i piedi ad intralciarli, anche se era loro fratello, e Niji non era paziente come talvolta poteva esserlo Ichiji. Quindi, il ritrovarlo ancora li in circolazione, ad interferire con i loro piani, lo aveva fatto infuriare. 
«Niji!! Così attireremo le guardie! » lo rimproverò Yonji che gli aveva già tolto di mano il fucile per evitare di sparare ancora ed ancora in direzione del biondo, che purtroppo aveva evitato perfettamente il colpo con la tonalità dell'osservazione e si stava dirigendo verso di loro. 
«Non m’interessa, piuttosto che cosa ci fa lui qui!!! » inveì Niji indicando Sanji, che lo aveva appena raggiunto e come sempre non avevano saputo mantenere la calma loro due insieme. 
«No, la vera domanda è che cosa ci fa qui la Germa 66? E dove sono gli altri? Dov’è Reiju? Ditemi che non l’avete coinvolta in qualche folle piano. »  sibilò Sanji afferrando per la camicia Niji, che fece altrettanto. 
«Ricordi che cosa ti ho detto prima di calciarti via quella volta, buono a nulla? Addio! Quale parte di questa parola non ti è chiara? E poi questo è il nostro piano, siete voi che lo state intralciando—… »
«Oh mio dio—… questo è un incubo. » mormorò allora lo spadaccino che indietreggiò lentamente, allontanandosi dai tre fratelli. «Ci sono tre Sanji. Questo deve essere il mio peggiore incubo, ne sono sicuro. »
«E tu sai un po’ zitto, Marimo. » lo rimproverò il principe biondo, urlando. 
«Siete tre—…? » domandò, allora, il ragazzo sempre più preoccupato. 
«In realtà siamo quattro, ma mia sorella Reiju ed Ichiji sono al piano di sopra e si può sapere tu chi diamine sei? » gli domandò Yonji che forse era quello che stava riuscendo a mantenere di più la calma.
«E’ Zoro Roronoa, Yonji, fanno tutti parte della ciurma di Mugiwara. Quindi, se voi siete qui, devo supporre che ci siano anche i vostri compagni, giusto Sanji? »
Ma quella domanda dettata dal nervosismo di Niji risuonò ben più preoccupata di quanto in realtà il principe voleva ammettere di essere. 
«E secondo te sono affari che ti riguardano, Niji? Adesso sì che è proprio una giornataccia—… »
«Questo lo devo dire io, Sanji! »
«No, lo dico io, Niji! »
«Ohhhhhi, Sanji, Zoro!!! Dove siete? »
Altre urla, che s’aggiungevano nel rendere quel momento il crollo delle certezze sul piano dei Vinsmoke, furono accompagnate dal rumore di passi, perché sempre da quel maledettissimo angolo di corridoio sbucarono in successione: Mugiwara con il suo alleato e scioccato Trafalgar Law, un travestito col nasone, un mezzo robot, uno con la maschera, ed un tipo con i capelli rossi, mezzo incazzato, che aveva un tic nervoso all’occhio sinistro. E Niji non poteva neanche biasimarlo, anche se quelli davvero sotto shock dovevano essere loro e non quegli imbecilli di Mugiwara ed amici. 
«MA SIETE VIVIIIII!!!! » urlò Rufy Mugiwara che nel vederli allungò le proprie braccia di gomma e li stritolò come se fossero stati conoscenti di vecchia data. Così, Niji, oltre al danno, si ritrovò in un abbraccio di gruppo con i suoi due fratelli, che si agitavano tanto quanto stava facendo lui.
Era la giornata peggiore della sua vita, probabilmente. E dire che tutto stava andando così bene all’inizio. 
«Lasciami subito andare, idiota!!! Non devi toccarmi, capito? » sibilò Niji. 
«Rufy, mettici subito giù! »  aggiunse Sanji. 
«Mugirara se non mi lasci ti faccio vedere io—… mi stai soffocando! » continuò Yonji, che non smetteva di scalciare, proprio come gli altri due fratelli. 
E finalmente, nonostante le imprecazioni, le parolacce e gli insulti da parte dei tre fratelli Vinsmoke, Rufy li lasciò andare facendoli cadere a terra senza mezze misure, il tutto sotto gli occhi confusi e persi della restante parte della sua ciurma. Eppure, Niji, guardando i loro compagni, riuscì a riconoscerne alcuni che non facevano decisamente parte dei Mugiwara, infatti vide con chiarezza Trafalgar Law che si stava mettendo le mani nei capelli ed andava dicendo cose del tipo “Non ci posso credere—… certo, come se Niji potesse davvero credere alla sfortuna che li stava perseguitando. Accanto a lui, che cercava di trattenersi dalle risate nervose c’era quel tipo dai capelli rossi sparati in aria, Eustass Kidd, anche lui uno della Peggiore Generazione, che da quel che sapeva le aveva prese da Kaido. 
«Pensavo che la mia giornata non potesse andarmi peggio di così, ma a quanto pare mi sbagliavo! » sbottò, infatti, Kidd che diede un colpo al muro con il suo braccio in metallo. 
Era rozzo e primitivo, frutto di una tecnologia non esattamente all’avanguardia, mentre alla Germa possedevano molto di meglio. 
«Perché dici così, Capelli a Punta? Siamo tutti qui insieme, anche se non so perché voi Sanji Due e Quattro siete qui! » e Mugiwara no Rufy si voltò verso di loro con un sorriso che avrebbe volentieri preso a calci. 
Peccato che quel moccioso era stato in grado di combattere contro Charlotte Katakuri, quindi questo voleva dire che sapeva combattere e non era il caso di scontrarsi con loro, almeno per adesso, anche perché più perdevano tempo più il loro piano stava iniziando a sfumare. 
«Siamo qui in missione perché dobbiamo recuperare una persona. Ci hanno pagato per farlo e quindi, voi, ci state intralciando. » rispose secco Niji, anche se temeva di sentire perché loro fossero da quelle parti, casualmente in un’area riservata e di nascosto.
«Fatemi indovinare: qualcuno vi ha pagato per avere il Ladro. » commentò il chirurgo della morte che si era intromesso fra Niji e Sanji, nella speranza, forse, di incutere ad entrambi i Vinsmoke il timore necessario per farli smettere di ringhiare: però il chirurgo non aveva messo in conto che i Vinsmoke non avevano paura di niente e nessuno. 
Ovviamente, quando pronunziò quel nome Niji si voltò rapidamente verso Yonji che parve particolarmente confuso tanto da grattarsi la testa e scrollare le spalle. 
«Come fate a sapere che siamo qui per quella ragazza? » non poté che domandare il fratello dai capelli verdi. 
«Perché il mondo intero vuole avere quella maledettissima Lyra Rowan non si capisce per quale assurdo motivo. » s’intromise Eustass Kidd dando una spallata a Law, come per volerlo allontanare dalla discussione. «E sentiamo, chi avrebbe pagato voi mercenari della Germa 66 per venire fin qui a sottrarre una ricercata mondiale dalle grinfie del Governo? »
«Sono affari riservati. » sibilò Niji cercando di mantenere la calma, anche se la situazione stava sfuggendo di mano. 
«Beh—… affari riservati o meno, imbecille, la stiamo cercando anche noi per liberarla. » aggiunse Sanji, fermo dall’altro lato del corridoio, che come sempre s’era acceso una delle sue sigarette, ed allora Niji ebbe l’impeto di spegnergliela in testa solo per farlo stare un po’ zitto. 
«E perché volete liberarla? E’ davvero così importante per i pirati? »
La domanda di Yonji, che sembrava davvero molto interessato nel capire le dinamiche della situazione, fu quasi provvidenziale, perché tanto ormai anche loro avevano appena svelato le loro carte e quindi questo voleva dire che la loro missione doveva diventare ancora più complessa se l’avrebbero dovuta soffiare non solo alla marina ma anche a quel gruppo di pirati. 
«Un attimo!!!! » s’intromise di nuovo Mugiwara no Rufy allargando entrambe le mani e sorridendo quasi come un bambino. «Visto che con Capelli a Punta abbiamo un patto, che ne dite se non ci aiutiamo a vicenda per tirarla fuori? Come ad i vecchi tempi. »
Niji, probabilmente, se non avesse avuto i propri occhiali, avrebbe mostrato il nervoso tic all’occhio che gli era venuto dopo quella proposta indecente. 
“Come ad i vecchi tempi?” Insomma, avrebbe voluto urlargli che non c’erano dei vecchi tempi, ma semplicemente una serie di sfortunate evenienze che li avevano visti combattere insieme e per quanto divertente fosse stato la questione era finita. Ma suo fratello Yonji, che ghignò e gli cinse le spalle con un braccio, sogghignando. 
«Certo che ad i tempi del tea party ce la siamo proprio spassata a fare a botte con tutti quegli stupidi figli di Big Mom. »
«Esatto, è stato esilarante, almeno fino a quando non ho dovuto fare a botte con Katacoso!!!
» urlò di rimando il capitano dal cappello di paglia, che rideva sotto gli occhi confusi dei suoi compagni. 
«Come sempre tu hai un concetto del “divertente” tutto tuo, Mugiwara-ya. » commentò Law prima di sollevare lo sguardo e puntare un dito contro di loro. «Ad ogni modo continuare a parlare in questi corridoi non farà altro che farci perdere tempo, quindi, Germa 66, ve lo domando piuttosto rapidamente: siete con noi o contro di noi? Ho bisogno di una risposta certa. » 
Quella domanda, neanche tanto inaspettata giunti a quel punto, mise Niji in tensione, proprio come suo fratello Yonji, che si fermò accanto a lui mentre entrambi si scambiarono uno sguardo alla ricerca di risposte. 
Adesso che cosa dovevano fare? Collaborare e poi portarsi via il Ladro oppure scatenare una guerriglia in quel corridoio che presto si sarebbe riempito di guardie? 
Ovviamente Niji era sul punto di fare la guerra a suo fratello scemo, proprio come tutti gli altri, quando improvvisamente un rumore proveniente dal proprio polso fu quasi la mano dal cielo.
Birubirubiru.
Era il chiaro rumore del piccolo lumacofono da polso, che sembrava giungere al momento più opportuno, infatti molto lentamente Niji lo sollevò e rispose.
«Abbiamo un problema—… » 
“Lo so, Niji. Immagino che vi siate già imbattuti in Sanji ed i suoi amici.” 
La voce melodiosa di Reiju giunse alle orecchie di tutti quanti, intenti ad ascoltare quella conversazione fra fratelli. 
«Io non rientro in questa fottuta cerchia di strambi, mettetevelo in testa.
» aggiunse piuttosto rapidamente il rosso dai capelli a punta.
«A quanto pare—… » continuò il principe zaffiro, senza perderli di vista neanche per un istante. 
“D’accordo. Da questo momento in poi dovrete collaborare. Io ed Ichiji abbiamo incontrato il resto della loro ciurma ed abbiamo appena capito di avere lo stesso obiettivo, quindi, per il bene della nostra missione, bisognava trovare la soluzione più pacifica per portarla avanti e collaborare con loro è l’unica alternativa. Ci siamo capiti, Niji? Intanto tiriamo fuori da li quella ragazza ed andiamocene da qui, al resto penseremo una volta lontani da Kuar. ”
Maledetti Reiju ed Ichiji che avevano deciso di fare un’alleanza prima ancora di farlo sapere a loro due, la prossima volta i lavori pesanti toccavano ad entrambi. 
«Di chi è questa voce sexy? » sibilò Eustass Kidd rivoltò un po’ a tutti. 
«Mia sorella—… » sbuffò Sanji, che si voltò a guardarlo. «E non osare avere pensieri strani su di lei. »
«Aspetta—… c’è anche una sorella femmina? » 
Quella volta era stato Zoro a porre quella domanda decisamente stupida, beccandosi un’occhiataccia da parte di tre quarti della compagnia attuale, mentre Niji stava contando mentalmente per non insultarli. 
«Chiaro, Reiju. »
“Ottimo, ci aggiorniamo appena la tirate fuori. Adesso devo tornare dagli altri e fate attenzione tutti quanti, a quanto pare la Marina sta per attraccare al porto, quindi sbrigatevi. ”
E con quelle ultime parole dette anche piuttosto rapidamente la conversazione al lumacofono con Reiju terminò perché la piccola lumaca tornò a dormire, segnando la fine di tutto e l’inizio del peggior incubo di Niji. 
«Quindi è deciso, d’ora in avanti collaboreremo con voi. »
Fu tutto ciò che il principe dai capelli blu riuscì a dire, anche perché se avesse dato fiato ad i propri pensieri, probabilmente, ne sarebbe scaturita una delle peggiori risse di sempre, che avrebbe coinvolto tutti quanti. Perché in quel momento Niji Vinsmoke voleva semplicemente insultarli tutti, dal primo all’ultimo, partendo da suo fratello Yonji, che non si era sbrigato, terminando con quello pseudorobot dai capelli indecenti. 
Insomma, quella non era decisamente la sua giornata fortunata, ed ogni secondo che passava a rimuginare su quanto avvenuto, probabilmente, era un secondo in più verso la loro disfatta, perché con tutti loro insieme dubitava che sarebbero riusciti a dare poco nell’occhio. 
Ormai già immaginava gli allarmi che risuonavano per le sale, le guardie armate e tutto ciò che un’evasione comportava. Ed ecco che si creava un mix decisamente interessante ed inaspettato col quale avrebbero dovuto collaborare. 
«Dunque, Germa 66, da adesso in poi saremo dalla stessa parte, quindi procedete con attenzione. » li rimbeccò Trafalgar Law che girò i tacchi ed iniziò ad incamminarsi lungo il corridoio, con aria decisamente estenuata. 
«Non darci ordini, chirurgo! » e Yonji sollevò il pugno come a volersi fare sentire, ma chiaramente non ebbe l’effetto desiderato. 
«Già, nessuno ti ha eletto capo della missione, Tragalfar! » s’aggiunse Eustass Kidd, che a sua volta iniziò a camminare, anche piuttosto rapidamente, per seguire il corvino ed a ruota andarono insieme a lui il resto dei Mugiwara, compreso il loro folle capitano. 
Per quale attimo rimasero fermi i tre Vinsmoke e lo spadaccino Roronoa, che continuava a studiarli con attenzione, quasi come se stesse per esplodergli il cervello vista l’espressione confusa chiaramente visibile sul suo volto. 
«Quindi siete cinque fratelli—… » mormorò il ragazzo studiando attentamente i fratelli. 
«Esatto, siamo cinque, problemi? » domandò uno Yonji altamente interessato. 
Dal suo canto, Niji, sbuffò profondamente e si sollevò le maniche della giacca e della camicia, riprendendo a camminare per seguire gli altri, e Sanji fece lo stesso, forse perché entrambi non avevano la forza di commentare. 
A pochi metri di distanza rimasero, così, Yonji e Zoro che nel giro di qualche secondo si erano dati ad una conversazione assurda fra le spade e le pistole, ed una volta tanto Niji e Sanji si scambiarono uno sguardo complice e di reciproca comprensione. 
«Fra imbecilli si sono ritrovati—… » fu il commento del biondo. 
«Forse è il colore dei capelli—… » aggiunse senza enfasi Niji, che non aveva più neanche la voglia e la forza di litigare, perché ormai era certo che le cose, peggio di così, non sarebbero potute andare. 
«Probabilmente hai ragione. »
«Che schifo, non concordare con me, buono a nulla. »
«E tu impara a stare zitto, idiota. »
Ed in mezzo alle minacce, perché quelle non potevano mai mancare, anche gli ultimi quattro di quell’eterogeneo gruppo s’apprestarono ad arrivare fino al vero e proprio ingresso dalle prigioni alle quali si accedeva scendendo quell’enorme scalinata che avevano visto entrando in quel reparto segreto e nascosto. 
Così, finalmente, iniziava il vero e proprio salvataggio di Lyra Rowan.

Poco dopo nelle prigioni

Gli occhi socchiusi continuavano a riportare la mente della giovane ragazza a tempi più felici, forse perché al momento i ricordi erano l’unica cosa alla quale si poteva aggrappare, anche perché più il tempo passava più s’avvicinava il momento in cui la Marina sarebbe giunta a prenderla. Aveva addirittura smesso di pensarci, forse perché una parte di lei s’era arresa a quell’evenienza, nonostante avesse da temere quello che di li a poco sarebbe accaduto. 
Forse c’era rassegnazione in Lyra, la rassegnazione di chi, al momento, non ha più nulla da perdere, anche perché tutto ciò che le stava a cuore era andato perso tempo addietro. La speranza c’era stata un tempo, speranza di intimorire col proprio nome, la speranza di riprendersi ciò che le spettava, la speranza di dare giustizia laddove c’era stata solamente una cruda corruzione.
Ma come poteva, lei, una pirata della Peggiore Generazione, parlare di giustizia? Era una ricercata ad altissimi livelli, eppure Lyra aveva un proprio codice d’onore che si era imposta fin dai primi tempi, quando ancora non sapeva bene che cosa fare della propria vita. Si era ritrovata a dover scegliere che genere di persona diventare, ed alla fine aveva capito che c’erano diversi gradi di ingiustizie, quelle che potevano essere ancora tollerate e quelle che andavano vendicate. 
Rubare qualcosa, ecco, quello rientrava nel primo genere di ingiustizie, mentre uccidere la propria famiglia era parte della seconda categoria e l’Usurpatore aveva fatto proprio questo. Per tale motivo  le dispiaceva non potergliela fare pagare e sperava, che prima o poi, la sfortuna avrebbe iniziato a girare anche dalla sua parte, anche se era certa, in parte, che essendo baciato dal Governo Mondiale, difficilmente sarebbe incappato in qualcosa di terribile. Ecco perché quelli di Marijioia la volevano catturare ad ogni costo, perché era una persona scomoda e loro facevano sparire questo genere di persone. 
Inoltre, se proprio doveva essere sincera con sé stessa, non era neanche sicura che nua volta sulle navi della marina sarebbe riuscita a raggiungere Impel Down.
Quante probabilità c’erano che durante un’incidente lei sarebbe rimasta uccisa? Troppe, ne era consapevole, e lottare senza avere le proprie mani libere le dispiaceva parecchio. 
Le dispiaceva non poter camminare per le calde spiagge di Eos, come le dispiaceva non poter riprendere il mare insieme ad i suoi compagni. Sperava davvero che Jon, Abel e Damian avessero nuovamente trovato un posto dove stare, anche perché loro erano stati i primi a credere in lei quando l’avevano vista combattere in una di quelle stupide arene che c’erano sull’isola di Solaria. Un modo come un altro per sopravvivere visto e considerato che da piccola, l’unica concessione che suo nonno le aveva concesso in mezzo ad i momenti didattici era proprio il combattimento corpo a corpo. Era agile e veloce a colpire, ma sapeva anche incassare piuttosto bene, ed ecco che quello, unita alla propria abilità nel rubare dovuta anche al frutto, l’aveva fatta diventare il capo di una banda di ladri sgangherati che avevano preso il mare. Da li la vita da pirata era stata ovvia e per la prima volta, solcando il mare della rotta maggiore insieme agli altri, aveva capito che quella era la sua vera natura. 
Si sarebbe persa nel mondo dei sogni ad occhi aperti, anche perché la stanchezza si faceva sentire come sempre, quando ad un tratto il vociare generale iniziò a diventare sempre più forte, il tutto accompagnato da una serie di voci che Lyra era certa non appartenessero alle guardi che fino ad allora erano andate da lei. Probabilmente si trattava della marina, il che voleva dire che adesso il suo tempo era ufficialmente giunto al termine. Non aveva paura, ovvio, quindi nonostante tutto Lyra rimase immobile, attendendo quasi con impazienza che le cappe bianche l’andassero a prendere per portarla via. 
Ma più passavano i secondi più quelle voci, parecchie voci, diventavano sempre più vicine, e nella cella dinnanzi a sé il vecchio pazzo s’alzò in piedi ed iniziò ad aggrapparsi alle sbarre di quella stupida prigione. 
«La prigione è stata violata!!!! La prigione è stata violata per la prima volta in assoluto!!! » iniziò ad urlare insieme a tutti gli altri. 
Insomma, ognuno urlava una cosa differente, ma il concetto chiave era sempre lo stesso: qualcuno che non era delle guardie, era entrato nelle prigioni. Non doveva trattarsi della marina, anche perché di solito i marines sono addestrati ad obbedire agli ordini e soprattutto si muovevano più in silenzio, quindi, evidentemente, fuori da quelle sbarre stava succedendo qualcosa di inaspettato che scombussolava i tetri piani della mente della supernova. 
«STATE ZITTI TUTTI QUANTI, TOPI DI FOGNA—… STIAMO CERCANDO, ED ANCHE PIUTTOSTO RAPIDAMENTE, UNA RAGAZZA DI NOME LYRA ROWAN, QUALCUNO LA CONOSCE? »
Qualcuno aveva iniziato ad urlare più forte di tutti gli altri nella speranza di farsi sentire, ed allora, nonostante la mancanza di forze, il cuore di Lyra iniziò a battere piuttosto rapidamente perché non si aspettava che qualcuno potesse davvero cercare lei.
Aveva paura? Decisamente sì. 
Era curiosa? Asssolutamente sì. 
Sperava per il meglio? No, non era ancora così tanto ottimista, ma era già un punto di partenza. 

In mezzo a quel vociare generale non era riuscita a riconoscere quella voce, magari si trattava dei suoi uomini, ma gli aveva chiaramente detto di starsene per un po’ al sicuro, ed i suoi ordini non si discutevano anche se la ciurma era sciolta, al momento. Quindi Lyra non aveva idea di chi potesse essere sulla soglia della prigione, giunto fin li a cercarla. 
«E’ quiiiii! Se cercate la ragazza ladra è qui davanti a me, egregi signori, da questa parte! » 
Si aggiunse, ovviamente, anche Amadeus che cercò di richiamare su di sé tutta l’attenzione, probabilmente riuscendoci in maniera piuttosto impellente, mentre Lyra si limitò a fulminarlo con uno sguardo. Non era fan di tutte queste attenzioni, anche perché chi le assicurava che non fosse qualcosa di peggiore della Marina? Insomma, non c’era niente da scartare, ed infatti gli attimi che la separarono dal vedere chi stava assaltando quelle prigioni, esclusivamente per lei, furono i più lunghi della propria vita, durante i quali Lyra tenne il fiato sospeso per la tensione. 
Uno, due, tre. 
I passi e le urla divennero sempre più vicini e forti. 
Quattro, cinque, sei. 
Il vecchio pazzo continuava ad agitare le braccia in maniera spasmodica. 
Sette, otto, nove. 
Il cuore di Lyra stava quasi per scoppiare dal petto. 
Dieci. 
Un gruppo di persone eterogenee, ed assolutamente impensabili, s’affacciò sulla soglia della propria prigione, occupandole tutta la visuale, e fu allora che vide le persone più improbabili di sempre nelle prigioni di Kuar. Aveva sentito parlare di un’alleanza fra Mugiwara no Rufy e Trafalgar Law, ma non si aspettava di vedere le due supernove in quel posto, ancor di più accompagnati dal tipo che doveva aver urlato poco prima e che Lyra inquadrò con Eustass Captain Kidd. Al loro fianco vi erano il tipo con le spade dei Mugiwara tre ragazzi, marchiati con il chiaro numero 66, identici in viso ma con capelli differenti che variavano dal blu, al verde ed al biondo, che fra l’altro stava fumando bellamente, come se quella fosse la cosa più normale di sempre. E poi, a completare il quadro improbabile di gente c’era un papabile robot, un tizio con la maschera che forse doveva essere il braccio destro di Kidd, e poi tizio che tremava e che forse sembrava quello meno a suo agio li dentro, e Lyra lo comprendeva benissimo. 
La ragazza si limitò a sospirare profondamente, cercando di richiamare a sé le proprie forze, anche perché aveva bisogno di riprendersi per capire se quello fosse un sogno oppure era la realtà.
Gli occhi della ragazza, stancamente, si sollevarono verso le figure che stavano urlando, o forse stavano addirittura litigando, proprio dinnanzi a sé. L'algamatolite che le stringeva i polsi e le caviglie la stava privando delle forze e questo non faceva altro che renderla sempre più debole, però, davanti a tutta quella gente giunta li per lei, non riuscì proprio a non esprimersi. 
«E voi che diamine volete da me? »
Fu l'unica domanda che Lyra rivolse guardando uno ad uno i presenti nella sua cella. Alcuni sembravano sorpresi, altri sembravano ammaliati, altri ancora confusi, ma a parlare fu solamente uno, il tipo che aveva inquadrato come Mugiwara no Rufy. 
«Siamo qui per salvarti, alleata. »
«Non è la tua alleata.» ringhiò Eustass Kidd.
«E non sarete voi a salvarla, imbecilli.» aggiunse il ragazzo con i capelli blu. 
Adesso la storia si stava complicando più del previsto.
   
 
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