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Autore: elfin emrys    04/12/2018    2 recensioni
{Merthur, Reincarnation!AU, 5/5}
Arthur non si era mai definito un uomo emotivamente intelligente, capace di intendere le proprie sensazioni e comprendere da dove derivassero, ma quando aveva davanti Merlin si credeva veramente inetto.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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4/12/20XX – 10/12/20XX
 
Pensieri del 4/12/20XX
-Qui?
Merlin inclinò il capo e fece il giro dell’albero, osservando le decorazioni con aria critica. Arthur rimase in punta di piedi e con il braccio teso, attendendo il responso del fidanzato.
-Sì, là va bene.
Il biondo diede un sospiro di sollievo. Era un quarto d’ora che stava cercando di piazzare quell’ultima pallina in modo convincente.
Da quando avevano iniziato a vivere insieme, lui e Merlin avevano deciso di mischiare le tradizioni familiari. Se l’albero a casa Pendragon si era sempre fatto molto tardi, ma con decorazioni tradizionali ben stabilite, sempre le stesse di anno in anno, a casa Emrys l’abete lo si preparava entro i primi cinque giorni di Dicembre, lasciandolo praticamente spoglio all’inizio e ornandolo man mano con nuove decorazioni, alcune regalate, altre fatte in casa. Così, i due fidanzatini si erano ritrovati a decidere di fare l’albero in netto anticipo (come Merlin voleva), con ornamenti in rosso e oro fin da subito (come desiderio di Arthur) e aggiungere, ogni Natale, una sola decorazione in più, su cui scrivevano, nascondendolo, l’anno in cui era stata acquisita.
Merlin corse a prendere il cellulare per registrare l’evento.
-Arthur, prendi le scale e il puntale!
Il biondo scostò delle buste da vicino l’abete, portandoci vicino degli scalini in legno, salendoci tenendo ben stretto il puntale in mano.
-Aspetta aspetta aspetta…
Merlin tornò con il mano il telefono e, messa la fotocamera su modalità video, inquadrò il fidanzato facendogli un “Vai” sottovoce come cenno. Arthur si schiarì la voce con aria solenne.
-Questo è stato un anno importante e faticoso per entrambi. Il nostro nuovo lavoro ci ha preso energie e tempo in abbondanza, ma il sostegno che ci siamo dati l’un l’altro ha fatto in modo che nessuno di noi due mancasse ai propri doveri, né che ci scarseggiasse l’amore e la serenità. Con la speranza che ogni anno sia come questo, cioè sempre migliore, dichiaro ufficialmente aperto il Natale a casa Pendragon-Emrys 20XX!
Merlin iniziò a interpretare un pubblico molto affiatato, mentre Arthur sistemava il puntale in cima all’abete e applaudiva per qualche secondo. Dopo che fu sceso dalle scalette, diede il cambio al fidanzato dietro il telefono, inquadrando il moro.
-E ora, il gran finale.
Merlin prese una bustina, da cui tirò fuori una scatoletta che conteneva una piccola calza rossa, decorata con un disegno a squama dorato. Sorrise alla telecamera.
-Questo è il simbolo dell’anno passato, perché sia sempre ricordato con affetto.
Andò verso l’albero, mettendoci quell’ultima decorazione facendo attenzione a non coprirne la visuale e applaudì, poi andò a scambiarsi un bacio con Arthur, come da tradizione che quest’ultimo aveva assolutamente preteso di avere. Chiusero il video, dopo aver lanciato un ultimo sguardo allegro verso l’obiettivo e aver augurato un “Buon Natale” forse anche un po’ troppo entusiasta.
Una volta poggiato il telefono, Merlin cinse il collo dell’uomo con le braccia, dandogli un bacio più profondo.

Pensieri del 5/12/20XX
Non capiva bene cosa lo circondasse.
Dov’era?
Vedeva le proprie mani tenere qualcosa di cui riconosceva a malapena la forma (era… una balestra?) e sentiva il proprio corpo chinarsi di fronte a un ramo (ramo?!) un po’ troppo basso.
Poi c’era emozione, calore al petto e freddo dentro la testa. C’era un cinghiale, un cinghiale bellissimo che avrebbe fatto il vanto di ogni cacciatore. Si sentì stringere la balestra e fare dei cenni dietro di sé, come se fossero normali, come se fossero di tutti i giorni.
Fece un passo avanti. Lui era immobile, lì, fermo, ed era un cinghiale enorme, da esserne orgogliosi e sentì già un sorriso vittorioso sul volto, i suoi canini nel labbro inferiore, l’istinto di scattare (prendilo! Prendilo!) che doveva essere frenato dalla tattica (era troppo presto, ancora un secondo…), dal pensiero gelido della prudenza, del metodo…
Poi, Arthur iniziò a non capire più cosa stesse accadendo. Era correre in eterno, in eterno a inseguire il cinghiale, per sempre con la balestra in mano dentro la foresta e Merlin poco lontano che gli diceva di non colpirlo e il cinghiale che non sembrava più tanto un cinghiale, il suo pelo che si schiariva, la sua figura che, felce dopo felce, sembrava farsi più allungata ed elegante.
“Prendilo!”
“No, Arthur, non toccarlo!”
La risata, una risata trionfante da cacciatore (da conquistatore) e la freccia conficcata nell’unicorno… la foresta rallentata… il verde meno sfocato… il bosco fermo…
“Non dovevi farlo.”
“Perché?”
“Non è più il tempo, Arthur.”
C’era solo Merlin, in quel momento, di fronte a lui. Non sentiva più alcuna frenesia, alcuna vittoria, alcun orgoglio. Il servitore –cosa?- gli diede una carezza sulla fronte –non è mai successo- e lo guardò con una sorta di malinconia, di silenziosa dolcezza.
“Non è più il tempo, Arthur.”
“Non è più il tempo, Arthur.”
“Non è più il tempo, Arthur.”
Si svegliò con un forte mal di testa.

Pensieri del 6/12/20XX
Non aveva mai imparato ad annodare la cravatta. Era sempre stato Merlin a sistemargliela, fin dal suo primo completo. 
E nel gesto di sistemargli il colletto, lasciar scivolare la mano sulla giacca, all’altezza del cuore, così nostalgico, così esclusivo, Arthur vedeva sovrapposto qualcosa di non ben definibile, che lo costringeva sia ad allontanarsi che a stringerlo a sé intimamente.
 
Pensieri del 7/12/20XX
Se avesse dovuto nascere ancora, tanti e tanti anni dopo, Arthur pensò che l’unica cosa che avrebbe voluto mantenere era Merlin. Per gli altri, avrebbe trovato un modo per andare avanti.
 
Pensieri dell’8/12/20XX
-Non ho mai dubitato di te, lo sai, vero?
Arthur guardò Merlin, mollemente sdraiato sul loro letto a pancia in giù, il corpo nudo totalmente esposto. Era diventata una loro usanza, dalla prima volta in cui avevano fatto l’amore insieme, che Merlin dicesse quella frase ogni tanto. La prima volta era sembrato lui stesso stupito di averla detta, come se non avesse avuto un senso preciso. Ancora non avevano trovato una ragione logica soddisfacente della sua esistenza, tuttavia, Arthur percepì un brivido nel cuore a sentire quelle parole, una sorta di senso di rassicurazione e di felicità.
Si avvicinò per baciargli con dolcezza una spalla, le labbra, accarezzandogli la nuca, poi Merlin si girò sulla schiena, la gamba sinistra leggermente piegata. Arthur si tolse le lenzuola per coprirlo col proprio corpo, baciando il ragazzo sul mento e sul collo.
-Lo so.
Gli accarezzò piano un fianco, inspirando il profumo di Merlin.
-Lo so…
 
Pensieri del 9/12/20XX
Quando aveva detto a Merlin “Dobbiamo parlare” tanto tempo prima, non aveva pensato sarebbe finita in quella maniera. Aveva sinceramente creduto che l’altro lo avrebbe rifiutato, oppure avrebbe semplicemente scelto di lasciarlo andare perché, forse, sarebbe stato troppo difficile per loro mantenere una relazione.
Invece non era stato così.
Arthur poteva anche ammettere dentro di sé che anche lui aveva avuto dei dubbi all’epoca. Se Merlin fosse stato, non sapeva, diverso, forse non si sarebbero trovati in quella situazione scomoda. Forse Arthur non avrebbe davvero avuto alcuna incertezza. In realtà, non era sicuro neppure di cosa volesse precisamente da lui e quindi aveva deciso di ignorare la sua insoddisfazione adolescenziale, in nome di quell’allora ipotetico nuovo rapporto.
Arthur gli aveva dato appuntamento subito dopo pranzo nel parchetto vicino casa, una zona dove non veniva mai nessuno se non qualche individuo un po’ losco la sera tarda. Aveva iniziato parlando di alcuni sogni che aveva fatto (quelli tristi, gli incubi che ogni tanto tornavano a perseguitarlo la notte) ed era stato assurdo scoprire che Merlin aveva avuto sogni coincidenti. Quella condivisione aveva dato loro il coraggio per continuare la conversazione e avevano parlato e parlato e parlato per ore, fino a che il sole non era tramontato. Un paio di volte avevano persino alzato la voce, scoprendo che quando ci si apre totalmente, o almeno si tenta, è ancora più difficile dire le parole giuste.
Poi, Merlin gli aveva sorriso, con la luce del tramonto che gli accarezzava i lineamenti appuntiti, e gli aveva messo gli arti intorno al collo in un abbraccio imbarazzato e dolce e falsamente virile.
“Guardate cosa abbiamo.”
E, alla fine, Arthur aveva deciso che poteva, doveva baciarlo. Perché in quel momento aveva capito che non l’avrebbe fatto per nessun altro motivo che il Merlin che aveva fra le braccia, in quel momento, in quel luogo, quel Merlin. E aveva cominciato a sentire tante frasi, tante sensazioni diverse nel corpo, mentre le labbra dolci del ragazzo si chiudevano lentamente contro le proprie perché “Mio, eternamente mio”, “Qui e ora”, “Dio, ti amo, ti amo”, “Tuo, sempre stato tuo”, “Ti ho voluto così tanto”, “Ora posso”…
“Tienimi… Tienimi così.”
“Merlin…”
Aveva sentito come un singhiozzo nel petto mentre diceva il suo nome, col suo corpo caldo stretto al proprio e il cuore che batteva, batteva forte.
In quel momento, in quel preciso istante, Arthur aveva pensato che, quella volta, avrebbe anche potuto morire davvero.

Pensieri del 10/12/20XX
Prendere un regalo per Merlin si stava rivelando più difficile del previsto. Visto che ormai non dipendeva più economicamente dai propri genitori, che aveva dovuto acquistare delle buone bottiglie di vino che avrebbe portato alla Vigilia, che aveva dovuto fare una spesa piuttosto ingente per l’anello e che doveva mantenersi dei soldi per organizzare Capodanno, Arthur si era ritrovato con ben pochi spiccioli in tasca per la prima volta nella propria esistenza. Tuttavia non sentiva di potersi permettere di abbassare di troppo il tono dei suoi soliti regali, per non destare sospetti.
Si grattò il naso, cercando una soluzione al problema. Nel tempo, fra compleanni, Natali, anniversari e San Valentini, aveva usato qualsiasi idea possibile immaginabile per Merlin, da omaggi costosi a doni economici ma significativi, fino a regali scherzosi, fatti solo per prenderlo in giro.
Si sentiva messo con le spalle al muro.
Continuava a girare nel centro commerciale, sbirciando ogni genere di vetrina, senza trovare una soluzione adeguata.
Ridacchiò, passando di fronte alla libreria in cui, anni prima, aveva comprato come regalo “L’idiota” di Dostoevskij quando Merlin gli aveva detto, scherzando, che a Natale voleva una sua biografia. Non che lui l’avesse mai letto, ma aveva trovato che il titolo fosse abbastanza efficace ai fini del gioco.
Continuò a camminare, passando di fronte al negozio dove gli aveva preso un cellulare ultimo modello (perché quello che aveva allora era veramente indecente), poi davanti al posto dove gli aveva comprato quella sciarpa rossa che continuava a indossare anche dopo tanto tempo, poi a quell’enorme negozio di tè dove aveva trovato quella miscela speciale dal nome calzante che aveva creato la proprietaria all’epoca, per quel San Valentino in cui Merlin gli aveva chiesto “un po’ di Comprensione” e lui aveva deciso di prendere la cosa alla lettera.
Ora che ci pensava, aveva comprato veramente tanti regali in quell’enorme centro commerciale, quindi forse sarebbe stato meglio cambiare po- E quello?
Arthur si fermò all’istante, inclinando la testa di fronte alla vetrina. Guardò l’insegna.
Non aveva mai visto quel negozio… Probabilmente aveva aperto da poco. Riguardò l’interno, osservando le pareti in legno e le luci calde. Tutto pareva fatto apposta per sembrare un po’ più antico. Riabbassò lo sguardo, guardando l’oggetto che aveva attirato la sua attenzione. Costicchiava, ma se avesse speso un po’ meno per alcuni regali di circostanza ci sarebbe arrivato tranquillamente.
Più lo guardava e più si convinceva fosse il regalo adatto.
Entrò nel negozio con un grande e inconsapevole sorriso sulle labbra.


Note di Elfin
Ed eccoci arrivati al secondo martedì di questa ff :D Complimenti a tutti!
In questo capitolo si entra un po’ di più nello spirito natalizio, che a me parte sempre a palla appena finisce l’1 Novembre e, quindi, posso chiudere definitivamente con Halloween XD Sapete com’è, no, si vive una festa dopo l’altra ;D
Fra pochi giorni partirò per New York e a causa del fuso orario la pubblicazione del prossimo capitolo potrebbe sfalsare un po’… ma dubito che qualcuno se ne lamenterà XD
Visto che questo per gli universitari (come me D:) è periodo di esoneri e varie, auguro a tutti voi una buona fortuna!
Ringrazio tutti i lettori silenziosi e quei trottolini amorosi che hanno messo questa ff fra le seguite <3
Kiss
   
 
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