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Autore: elfin emrys    27/11/2018    3 recensioni
{Merthur, Reincarnation!AU, 5/5}
Arthur non si era mai definito un uomo emotivamente intelligente, capace di intendere le proprie sensazioni e comprendere da dove derivassero, ma quando aveva davanti Merlin si credeva veramente inetto.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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27/11/20XX- 3/12/20XX
 
Pensieri del 27/11/20XX
Arthur non si era mai definito un uomo emotivamente intelligente, capace di intendere le proprie sensazioni e comprendere da dove derivassero, ma quando aveva davanti Merlin si credeva veramente inetto. Era un pensiero costante, quello, perché non capiva, semplicemente non riusciva a capire, eppure conosceva Merlin da tanti, tanti anni.
Si erano conosciuti all’ultimo anno di asilo perché lui aveva rubato una palla a un bambino e, ovviamente, Merlin non aveva potuto fare finta di nulla. Avevano iniziato a giocare insieme e già a quel punto Arthur aveva perso totalmente cognizione di cosa stesse facendo e perché. Sua madre in particolare sembrava molto divertita dalla cosa (“Ho giocato ancora con quel bambino con le orecchie grandi ed è proprio antipatico!”), mentre suo padre pareva “leggermente turbato” dal profondo fossato che divideva quello che diceva da quello che faceva.
Ora, Arthur si doveva costringere ad ammettere che forse era già da allora che doveva capire che nessuna donna sarebbe stata importante per lui come invece lo era Merlin.
-Cosa stai disegnando, tesoro?
-Il mio matrimonio.
Igraine aveva sorriso, alzando lievemente le sopracciglia.
-E come mai?
Arthur aveva alzato le spallucce e aveva imbronciato le labbra in un’espressione concentrata, mentre cercava di colorarsi l’abito.
-Abbiamo visto quel film dove quei due si sposavano e la maestra ha detto che si fa il matrimonio con una persona che vuoi avere per tutta la vita.
Il bambino guardò la madre negli occhi, mormorando seriamente.
-È un sacco di tempo, sai.
Igraine rise, accarezzando la testa del figlio.
-Quindi hai deciso di disegnare il tuo, di matrimonio?
Arthur annuì e indicò il foglio.
-Questo sono io. Questo è il tizio che ci sposa. E questo è Merlin.
La donna alzò le sopracciglia, pregustandosi l’espressione di Uther quando avrebbe visto il disegno.
-Ti vuoi sposare con Merlin?
-Sì, ma solo se diventa più simpatico.
Arthur si passò una mano sul viso, ricordandosi tutte le cose che aveva detto alla madre o, non sapeva con quale coraggio, al padre in tutti quegli anni. Quindi, sì, in realtà dentro di sé lo sapeva da tempo che non avrebbe mai funzionato con nessuna (e con nessuno) se non con Merlin, ma lui era stato lento e ci era veramente arrivato, prendendo pienamente consapevolezza della cosa, solo quando ormai avevano diciassette anni, quando aveva visto coso-lì-Gwaine spalmarsi sopra il suo migliore amico senza la sua regale autorizzazione (“Ma come si permette?”) e Merlin che (“Si lascia toccare così?!”) sembrava non farci troppo caso (“Cos’ha quello che io non ho?”). Si ricordava bene l’espressione perplessa di Gwen, la ragazza per cui aveva creduto di avere una cotta per tanto tempo, mentre lo guardava arrovellarsi e dire quelle cose. Poi, beh… Poi…
Arthur rallentò il passo, scontrandosi anche con un passante, ritornando di fronte alla vetrina che aveva appena oltrepassato. Lasciò vagare lo sguardo sui numerosi gioielli, finché non trovò quello che aveva attirato la sua attenzione.
Deglutì.
…Poi eccolo lì, fermo a scoprire che Merlin gli sarebbe piaciuto sposarlo davvero.
 
Pensieri del 28/11/20XX
L’aveva fatto.
Arthur respirò lentamente, girando per casa nel tentativo di trovare un nascondiglio soddisfacente.
Il giorno prima era riuscito a fermarsi, ma quella mattina non ce l’aveva fatta. Era entrato nella gioielleria e l’aveva preso.
Aveva preso l’anello di fidanzamento per Merlin.
Sbatté le palpebre e strinse le labbra, accarezzando con il pollice la chiusura della scatolina che aveva in mano. Si sedette e la poggiò sopra il tavolinetto davanti a sé, guardandola intensamente. Il fatto era (e non credeva di poterlo pensare) che… Non era sicuro fosse la cosa corretta da fare, ecco.
Intendeva dire che nel momento in cui l’aveva preso, gli era sembrata la cosa più geniale e naturale del mondo, ma durante la camminata dalla gioielleria a casa, invece, qualcosa gli aveva messo il seme del dubbio. Non che credesse che il matrimonio con Merlin non avrebbe funzionato, anzi, ma Arthur aveva scoperto di avere una sorta di ansia, una sensazione di “non star facendo le cose come andavano fatte”.
Prese nuovamente la scatolina e la aprì, sorridendo dolcemente al pensiero di vedere l’anello al dito di Merlin.
Forse… Forse erano quei sentimenti strani, quella vaga sorta di nostalgia che ogni tanto incupiva la quotidianità dei gesti fra lui e il fidanzato che gli stavano facendo avere mille pensieri e un’agitazione in corpo come non ne aveva da anni. Forse erano quei sogni che gli lasciavano il mal di testa e una grandissima stanchezza addosso, forse quell’aleggiante senso di sorpresa ogni volta che si soffermava a pensare che –diamine!- lui e Merlin stavano davvero insieme (e intendeva dire insieme-insieme) o quei momentanei, ma profondi, attimi di totale estraneità (come se non potesse riconoscere il proprio corpo, la propria vita), di “Io sono qui?”.
Arthur si alzò di scatto, dirigendosi verso la loro camera da letto per infilare la scatolina dentro il suo comò, dietro un libro sulla scherma storica che, in un lampo di follia, aveva comprato a un mercatino e che sapeva Merlin non avrebbe mai spostato.
Gliel’avrebbe chiesto entro la fine dell’anno, di quello era certo, solo che… Solo che Arthur, per la prima volta, si stava chiedendo perché.
 
Pensieri del 29/11/20XX
La vita per lui era stato quello. Era stato stare al buio, come sommerso da acqua scura e fredda, e cercare, cercare fra i flutti da dove provenisse quella voce –la voce di Merlin- che lo chiamava ancor prima che sapesse che “Arthur” era il suo nome.
Era stato come stare sommersi, senza riuscire a vedere la luce del sole, e solo dopo che Merlin lo aveva guardato, lo aveva chiamato, allora aveva ricominciato a esistere.
 
Pensieri del 30/11/20XX
Merlin, da quando avevano cominciato a dividere la casa e il letto, gli si accoccolava con la testa sul petto, come se sentire il battito del suo cuore fosse confortante. Arthur non poteva fare a meno di accarezzargli piano i capelli neri, distrattamente.
In quel momento, l’uomo girò lo sguardo verso il cassetto del comodino, stringendo le labbra al pensiero di cosa vi aveva nascosto.
Sperava che l’anello gli sarebbe piaciuto.
 
Pensieri dell’1/12/20XX
-Buongiorno, pigro fiorellino!
Merlin aprì le tende, sorridendo con sincero entusiasmo.
Arthur sbuffò qualcosa di incomprensibile, tentando di continuare la sua dormita. Si girò in modo da nascondere il viso dalla luce del sole, ma Merlin gli gattonò sul letto per cominciare a pizzicargli la guancia e stuzzicargli la pelle dell’avambraccio.
-Arthur, sono già le 10 e dobbiamo andare da Percival!
Gli si avvicinò all’orecchio, posandovi un bacio leggero per sussurrare un “Ed è pronta la colazione…” molto invitante. Arthur aprì subito gli occhi, chiedendosi, con la mente annebbiata, come mai Merlin non lo avesse già letteralmente gettato fuori dal letto e ficcato un toast e un frutto in bocca. Si alzò con una certa velocità, mentre cominciava a registrare e capire la frase “sono le 10” (e per andare da Percival sarebbero dovuti partire alle 10, non alzarsi!) e, ficcandosi velocemente le ciabatte, quasi corse verso la cucina. Si sedette velocemente, facendo quasi cappottare la seggiola e addentò con furia il cornetto ripieno che si era trovato davanti.
Alzò lo sguardo, vedendo Merlin sorseggiare con calma il suo succo ai frutti rossi e melograno. Arthur quasi si irritò a vederlo così lento e così… pacifico.
-Merlin?
-Mh?
Il moro alzò lo sguardo dalla scelta dei biscotti (aveva posato la mano su quelli al grano saraceno) e lo fissò con un sorriso che Arthur avrebbe potuto definire quasi ebete sulla faccia.
-Sono le 10, Merlin.
Arthur lo disse calcando bene sull’orario e sul nome del fidanzato, cercando di essere il più chiaro possibile. L’altro scosse lievemente il capo, continuando a sorseggiare il succo.
-No, asino, sono le 8:45.
Arthur smise di mangiare, guardandolo attentamente sbattendo le palpebre con aria perplessa.
-…Come?
Merlin fece un cenno con la testa all’orologio della cucina.
-Ti ho detto che erano le 10 perché altrimenti non ti saresti mai alzato in tempo.
Lo guardò da dietro il bicchiere con un lieve sorriso compiaciuto, mentre Arthur induriva la mascella e metteva i pugni sul tavolo.
-Ricordami un attimo perché ho pensato fosse una buona idea vivere con te.
Merlin gli fece cenno di un bacio con le labbra (segno che era molto di buon umore, lui) e guardò con aria eloquente la colazione dell’altro.
-Perché ti porto tutti i giorni il cornetto al cioccolato.
Beh, era vero. Quello e perché era difficile vederlo spesso quanto era necessario senza vivere nella stessa casa.
Arthur ringhiò qualcosa, dando un morso notevolmente più calmo al suddetto cornetto (quello per cui, a quanto pare, si era venduto l’anima).
 
Pensieri del 2/12/20XX
“Resta con me.”
Quella voce gli giungeva appannata, cupa e roca.
La vista era offuscata, le palpebre erano pesanti e Arthur scoprì di sentirsi stanco, tanto, tanto stanco.
Cercò di tenere gli occhi aperti e per un secondo sembrò riuscirci, ma poi si accorse che non poteva, semplicemente non poteva. Ricominciò a chiuderli, lentamente, continuando a sentire quella voce e, anche se ogni volta che la sentiva sembrava scaldargli il cuore, non poteva nulla contro quel freddo, quell’inesorabile gelo…
“Arthur…”
-Arthur!
L’uomo si risvegliò, scoprendosi madido di sudore. Sentì una mano sulla guancia girargli il viso e si trovò davanti due grossi occhi azzurri.
-Arthur, tutto bene?
-…Mh?
-Ti rigiravi nel letto, sembrava avessi un incubo.
Merlin allungò la mano verso il comodino per prendere un fazzoletto con cui tamponargli il sudore.
-Vuoi un bicchiere d’acqua?
-N… No, acqua no.
Arthur tentò di alzarsi, sentendo la testa pulsare.
-È sempre quel sogno?
Guardò l’espressione preoccupata del fidanzato, sentendo una sorta di malinconica dolcezza prendergli le viscere. Gli accarezzò i capelli corvini con delicatezza (gesto che in quel momento gli sembrò così doloroso) e tentò di sorridergli per rassicurarlo.
Si chiese se per smettere di fare quei sogni avrebbe dovuto andare loro incontro o dimenticarli.
Si appoggiò a Merlin, scoprendo che non aveva una soluzione.
 
Pensieri del 3/12/20XX
Si sentiva l’uomo più felice che avesse mai camminato sul pianeta.
E si sentì come se l’universo gli avesse regalato una seconda possibilità, anche se non sapeva ben definire quando era stata la prima.
 
 
Note di Elfin
L’ho tenuta fino a oggi, ma in realtà questa è la prima ff che ho scritto quando sono ricaduta in questo fandom a luglio (sì, anche prima di tutte quelle su Eleanor XD). Stavo morendo dall'attesa, vi giuro, sono rimasta sveglia apposta per attendere la mezzanotte, maledizione!
Vi appunto inizialmente una cosa. È una Reincarnation!AU e tutte le cose che sono successe nella puntata 5x13 sono accadute anche qui, tuttavia c’è un What if in quanto do per scontato che anche Merlin a un certo punto sia morto e che, quindi, il Merlin che vedete nella storia sia una reincarnazione.
In realtà originariamente erano pezzi di cose diverse. Mano a mano che mi veniva l’ispirazione, scrivevo un singolo pezzo. Per non occupare la cartella con tantissimi file diversi, che magari avevano anche una sola frase dentro, li avevo messi tutti in un unico documento. Leggendoli mentre ne cercavo uno da allungare per renderlo una ff vera e propria, ho pensato che tutto sommato stavano bene così. Quindi, è nata questa storia, con questo format un po’ strano, che dovrebbe ricordare anche un diario, ma non è :D
Saranno in tutto 5 capitoli. Mi spiace dirvi che non ci saranno colpi di scena. Tuttavia, ci saranno momenti anche molto diversi, alcuni più romantici, altri più domestici, altri ancora più divertenti. Purtroppo ci sono cose e personaggi che non sono riuscita a inserire nemmeno di sfuggita, avrei appesantito ulteriormente il tutto mettendoli, me li sto tenendo per altro…
Ditemi cosa ne pensate! Ci tengo molto ad avere qualche vostro commento, perché mi rendo conto che, a volte, con questo genere di ff introspettive, mi dilungo un po’ troppo. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto (ce ne sarà uno ogni martedì) <3
Alla prossima!
Kiss
   
 
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