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Autore: DreamWanderer    15/07/2009    2 recensioni
"Lei, una dei Cullen. Lui, uno dei Volturi. E un’amore sbocciato tra le spire di una cella." Ambientato dopo Breaking Dawn.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Complicazioni

 

Ciao a tutti! Allora, mi duole tanto tanto informarvi che ci stiamo avvicinando alla fine…

(EVVAI! NdTutti - hem hem, io sarei ancora qui… NdClarisse - ooops… NdTutti - ç_ç!!! NdClarisse)

Norine: ma cara amica mia ciao! Uffi, io praticamente sto continuando la storia solo per te, sai? Pochissime letture e pochissime recensioni… uffa! Ma ci sei tu, quindi non posso certo cancellare la storia!!! Mike detesta i Volturi, ma non ha altro posto dove andare e il potere di Chelsea, anche se debole su di lui, è sufficiente a tenerlo lì. Chissà se le cose cambieranno… Mi raccomando lasciami un commentino, TI PREGO TI IMPLORO!!!

Ora vi lascio al chappy, focalizzato su Gabrielle!

 

-Allora, hai ancora il giudizio sospeso su di me?-

Gabrielle non seppe davvero cosa rispondergli. D’accordo che lui era un nemico, che le aveva fatto ricordare momenti spiacevoli e tutto, però mica era completamente colpa sua. E poi le stava simpatico.

“E te ne stai innamorando.” aggiunse una vocetta dentro di sé che decise di ignorare.

-Sospeso ma tendente al positivo.- gli rispose.

Accidenti, ma che situazione! Come mai quel maledettissimo vampiro in mantella sapeva sempre quale fosse la domanda giusta da farle per metterla in difficoltà???

-“Sospeso ma tendente al positivo”…- ripetè Michael. -Beh non suona così male mia piccola Dannie!-

“Quasi quasi mi rimangio tutto!” si disse la ragazza.

L'articolo possessivo proprio non le andava giù... lei non era assolutamente di nessuno! Faceva parte dei Cullen, ma per scelta. Non era loro. Non era stata nemmeno di quel ragazzo che l'aveva avuta con la violenza. E, soprattutto, non apparteneva al suo carceriere!

"Anche se...", disse di nuovo la vocina interiore che identificò come quella che non mente a sé stessa, "è l'unico a cui vorresti appartenere."

Eh già, la vocetta aveva colpito in pieno: Gabrielle, la Gelida, la Vampira dal Cuore di Ghiaccio, Colei Che Non Crede nell'Amore (e molti altri nomignoli con cui Emmett la soprannominava durante i loro duelli), si era infine innamorata. Innamorata del suo nemico...

Con uno sforzo colossale imbottigliò l'amarezza e tirò fuori la sua faccia di bronzo.

E poi quello stupido soprannome!

-Allora, prima di tutto io non sono tua. Secondo, non ti entra proprio in zucca che io non mi chiamo Dannie, vero???-

-Uffa, ma tu non mi hai detto il tuo nome! Dai non me lo dici neanche ora che siamo qualcosa tipo amici? Ti prego?? Ti prego ti prego ti prego???-

Gabrielle scoppiò a ridere: aveva il potere di riportarle il buonumore. Oh, ma quanto faceva lo scemo? E quanto era dolce con quegli occhioni da cucciolo! (*ç* NdClarisse)

-Non finchè sono considerata prigioniera.-

Michael fece per risponderle, ma dei passi in corridoio lo misero in guardia. Dovette riconoscerli perché si alzò di scatto.

-Alzati.- le disse.

Ma lei non apprezzò per niente il suo tono di comando. Come si permetteva di darle orini?

-Senti, saremo pure quasi amici ma questo non vuol dire che faccio quello che mi dici tu!

Orgoglio... la sua caratteristica.

-Cullen, per l’amor del cielo! Non ho tempo per spiegarti… fidati di me.-

E, per qualche strano motivo, si fidò. Si alzò in piedi, e le mancò il fiato quando lui legò le loro mani insieme e la sbattè contro il muro. L'aveva ingannata... voleva solo giocare con lei...

"Ecco cosa succede a innamorarti del tuo carceriere, stupida!" si disse.

La frustrazione e l'ira le montarono dentro, ma prima che potesse darle voce la porta si aprì e la figura di Chelsea si delineò sulla soglia.

Seppe in quell'istante che, se avesse avuto un cuore, quello avrebbe saltato un battito e lei sarebbe arrossita. Non l'aveva tradita: l'aveva praticamente salvata! Allora un po' di bene le voleva...

Lo guardò negli occhi, cercando di esprimergli gratitudine. Ma quegli occhi la catturarono… quelle iridi rosse di un rosso sangue, rosso carminio, rosso rubino. Se ne sentì risucchiata…

-Cosa vuoi, Chelsea? Sto lavorando.- disse alla vampira voltandosi.

Gabrielle di accorse di non averlo mai guardato per bene, era sempre stata troppo occupata a tenergli il broncio. Aveva il viso dai lineamenti forti e marcati, i capelli neri e lucenti in disordine. Le labbra tirate sopra i denti aguzzi, scoperti in un ringhio ostile dedicato all’intrusa. Poteva vedere la tensione per lo scampato pericolo scintillare nei suoi occhi.

Sentiva la sua presa sui propri polsi, ferma ma gentile. Non voleva farle del male.

Represse un sorriso. Ma che le stava succedendo? Dannazione, si era cotta di Michael! E cotta anche per bene!!! E ora poteva anche ammetterlo con sé stessa.

-Scusa il disturbo. Ti sta bene lavorare anche chiuso a chiave qui dentro oppure vieni fuori?.-

La voce di Chelsea le arrivava lontana, come se fosse immersa sott’acqua. Non aveva coscienza di niente, se non i propri pensieri e il corpo di quel vampiro premuto contro il proprio.

-Chiudi pure. Come mai, se posso chiedere?-

La voce di lui invece le arrivava perfettamente. Era bassa ma limpida, leggermente roca, costantemente sarcastica.

-Pare che abbiamo ospiti e Caius non vuole grane.-

Gabrielle tornò bruscamente alla realtà. Ospiti? Che i Cullen fossero venuti a salvarla?

-E chi sarebbero?- domandò ancora Michael, la voce più lenta e carezzevole. Sul suo viso si dipinse un sorriso ammaliante, gli occhi affilarono lo sguardo.

Lei per un momento pensò che fosse rincretinito, ma poi guardò Chelsea e capì: era il potere del seduttore.

Gelosia... la gelosia le montò dentro. Se quel rincretinito osava usare certi mezzi per andare a donne gliel'avrebbe fatta vedere lei!

-Io… non so, mi è sembrato di capire che fossero i Cullen…- mormorò Chelsea con sguardo perso.

Poi la vampira tornò bruscamente in sé e sbattè la porta, chiudendo a chiave.

-I Cullen… Michael, tornerò a casa!- esultò Gabrielle staccandosi da lui.

Sarebbe tornata a casa... sarebbe stata libera! Libera di correre per i boschi di Forks, invisibile agli umani, sentendo il vento selvaggio spettinarle i capelli. Libera di cacciare i puma che le piacevano tanto (da quanto era che non si nutriva? Non si ricordava...). Libera di ridere senza temere di essere torturata di più, senza che la sua felicità fosse una cosa da punire. Libera...


Mike rimase pensieroso. Come mai i Cullen erano venuti a Volterra, tra le braccia del nemico? No, qualcosa in quella storia non quadrava… a meno che…

In effetti gli era sembrato strano che Caius avesse chiesto esplicitamente di riportare solo a lui. Di solito i rapporti venivano fatti davanti a tutti i fratelli… e se fosse che gli attacchi ai Cullen fossero stati organizzati esclusivamente da Caius, senza il consenso degli altri?

Tutti i pezzi andarono da soli al loro posto. Doveva portarla via da lì. Subito.

-Piccola, piccola ascoltami!- disse scuotendola per le spalle in modo che gli prestasse attenzione nonostante l'euforia di cui era preda. -Dobbiamo andarcene da qui, assolutamente. Caius sta agendo da solo, i suoi fratelli non sanno nulla. Quando vedrà i Cullen vorrà evitare guai e verrà ad ucciderti!-

Gabrielle percepì il sorriso appassire e lo guardò con gli occhi sgranati. Poteva davvero essere? Sentì la paura crescere dentro di sé, ma non si lasciò dominare. Se era vero quello che diceva Michael, dovevano andarsene immediatamente. Ma come?! La porta era chiusa a chiave…

-Scusami se non l'ho capito prima...- le mormorò il vampiro all'orecchio.

Una piccola parte della mente della Cullen registrò l'informazione e se ne intenerì con compiacimento. Allora ci teneva davvero a lei... si chiese se l'avrebbe seguita, una volta fuori da lì. Ma prima dovevano trovare il modo di scappare!

“Voglio uscire, voglio uscire, voglio uscire!” imprecò la vampira tra sé e sé.

In quel momento uno scatto proveniente dalla porta li raggelò. Scatti felpati ma sonori, provenienti dalla serratura... che Caius fosse già arrivato? Non era giusto, assolutamente. E se avesse ucciso anche Michael?

Tac. Tac. Tac.

La porta scivolò aperta… e apparve la soglia vuota.

-Che tu sappia Caius ha il gusto per il giochetti sadici?- gli chiese perplessa.

-Non quando si tratta di uccidere.- rispose l’altro aggrottando le sopracciglia. Si avvicinò alla porta, controllando la serratura. Nessun segno di ruggine o di crepe. La serratura era scattata da sé. Gli venne un sospetto.

-Piccola, a cosa stavi pensando poco fa?-

Lei lo guardò spaesata. Cioè, loro rischiavano la morte e lui se ne stava a fare domande?

Ma comunque gli rispose: -Beh, volevo che la porta si aprisse così potevam_ cioè, potevo andarmene…-

Michael allora le sorrise, uno sguardo fiero negli occhi. -Ma non capisci?-

-Non capisco cosa?- Accidenti, ma non potevano parlarne più tardi? Magari quando erano fuori pericolo…

-Sei stata tu.- disse lui con ammirazione.

Black out.

-EEH???-

Il cervello riprese a lavorare, a rilento.

-Sei stata tu, piccola. La serratura è scatta ta quando l’hai voluto tu. Sei telecinetica, è il tuo potere!-

Le parole affondarono una per una nella mente di Gabrielle. La telecinesi… il suo potere? Beh la cosa effettivamente filava. La sua forza di volontà era così determinata da influenzare gli oggetti attorno a sé. “Ma allora perché non si era mai manifestata prima?” si chiese. E la risposta arrivò da sola: “Perché non ho mai voluto così intensamente qualcosa.”

-Ho un dono…- sussurrò, la voce tremante per l'entusiasmo. -Ho un dono!- e gli saltò al collo, sorpresa e felice.

Il vampiro ricambiò la stretta e le diede un leggero bacio a fior di labbra. -Sì piccola, un dono anche molto utile se posso permettermi!-

Prima che lei potesse reagire, il vampiro si strappò di dosso la mantella grigia. Una minima parte della sua mente di domandò se fosse un gesto simbolico che significasse le sue dimissioni dai Volturi, ma la stragrande maggioranza dei suoi pensieri era concentrata sul corpo appena liberatosi dalla mantella.

Il fisico asciutto ma muscoloso quanto basta, le spalle larghe che le suggerivano sicurezza, le braccia forti e protettive... i capelli lunghi quanto bastava per scompigliarli, neri, che facevano risaltare gli occhi rubini. Le labbra morbide che aveva appena assaggiato...

Solo allora se ne rese conto: l'aveva appena baciata. Con tanta tenerezza... Qualcosa battè distinatamente dentro di lei, proprio accanto al suo cuore morto.

"La mia... anima?" si chiese. Edward le aveva rivelato di aver avvertito una cosa del genere quando aveva baciato per la prima volta la sua Bella-vampira. Quindi aveva davvero trovato la sua metà, la sua stella gemella, quell'anima dimezzata che completava la propria? A giudicare da quel battito, sembrava di sì.

-Ora meglio scappare, sennò buttiamo via il vantaggio!-

Quelle parole la riportarono alla realtà, ma non riuscirono a cancellare la gioia e la merviglia che le vibrava nel petto.

Lo guardò incantata e sorrise, un sorriso dolce. Non aveva un dono, ne aveva due: la telecinesi e lui.

Michael.

 

ANGOLETTO!

Eccomi!!! Oh, la situazione comincia a smuoversi finalmente! Vi informo subito che il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di un personaggio un po’… particolare.

Me lo lasciate un commentino?

Un bacio

Clarisse

   
 
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