Complicazioni
Ciao
a tutti! Allora, mi duole tanto tanto informarvi che ci
stiamo avvicinando alla fine…
(EVVAI!
NdTutti - hem hem, io sarei ancora qui… NdClarisse -
ooops…
NdTutti - ç_ç!!! NdClarisse)
Norine:
ma cara amica mia ciao! Uffi, io praticamente sto continuando la
storia solo per te, sai? Pochissime letture e pochissime
recensioni… uffa! Ma ci
sei tu, quindi non posso certo cancellare la storia!!! Mike detesta i
Volturi,
ma non ha altro posto dove andare e il potere di Chelsea, anche se
debole su
di lui, è sufficiente a tenerlo lì.
Chissà se le cose cambieranno… Mi
raccomando lasciami un commentino, TI PREGO TI IMPLORO!!!
Ora vi lascio al chappy,
focalizzato su Gabrielle!
-Allora,
hai ancora il giudizio sospeso su di me?-
Gabrielle
non seppe davvero cosa rispondergli. D’accordo che lui
era un nemico, che le aveva fatto ricordare momenti spiacevoli e tutto,
però
mica era completamente colpa sua. E poi le stava simpatico.
“E
te ne stai innamorando.” aggiunse una vocetta dentro di
sé
che decise di ignorare.
-Sospeso ma tendente al positivo.- gli rispose.
Accidenti, ma che situazione! Come mai quel maledettissimo vampiro in mantella sapeva sempre quale fosse la domanda giusta da farle per metterla in difficoltà???
-“Sospeso
ma tendente al positivo”…- ripetè
Michael. -Beh non
suona così male mia piccola Dannie!-
“Quasi quasi mi rimangio tutto!” si disse la ragazza.
L'articolo possessivo proprio non le andava giù... lei non era assolutamente di nessuno! Faceva parte dei Cullen, ma per scelta. Non era loro. Non era stata nemmeno di quel ragazzo che l'aveva avuta con la violenza. E, soprattutto, non apparteneva al suo carceriere!
"Anche se...", disse di nuovo la vocina interiore che identificò come quella che non mente a sé stessa, "è l'unico a cui vorresti appartenere."
Eh già, la vocetta aveva colpito in pieno: Gabrielle, la Gelida, la Vampira dal Cuore di Ghiaccio, Colei Che Non Crede nell'Amore (e molti altri nomignoli con cui Emmett la soprannominava durante i loro duelli), si era infine innamorata. Innamorata del suo nemico...
Con uno sforzo colossale imbottigliò l'amarezza e tirò fuori la sua faccia di bronzo.
E poi quello stupido soprannome!
-Allora,
prima di tutto io non sono tua. Secondo, non ti entra
proprio in zucca che io non mi chiamo Dannie, vero???-
-Uffa,
ma tu non mi hai detto il tuo nome! Dai non me lo dici
neanche ora che siamo qualcosa tipo amici? Ti prego?? Ti prego ti prego
ti
prego???-
Gabrielle
scoppiò a ridere: aveva il potere di riportarle il
buonumore. Oh, ma quanto faceva lo scemo? E
quanto era dolce con quegli occhioni da cucciolo! (*ç*
NdClarisse)
-Non
finchè sono considerata prigioniera.-
Michael
fece per risponderle, ma dei passi in corridoio lo
misero in guardia. Dovette riconoscerli perché si
alzò di scatto.
-Alzati.-
le disse.
Ma
lei non apprezzò per niente il suo tono di comando. Come si
permetteva di darle orini?
-Senti, saremo pure quasi amici ma questo non vuol dire che faccio quello che mi dici tu!
Orgoglio... la sua caratteristica.
-Cullen,
per l’amor del cielo! Non ho tempo per spiegarti…
fidati di me.-
E, per qualche strano motivo, si fidò. Si alzò in piedi, e le mancò il fiato quando lui legò le loro mani insieme e la sbattè contro il muro. L'aveva ingannata... voleva solo giocare con lei...
"Ecco cosa succede a innamorarti del tuo carceriere, stupida!" si disse.
La frustrazione e l'ira le montarono dentro, ma prima che potesse darle voce la porta si aprì e la figura di Chelsea si delineò sulla soglia.
Seppe in quell'istante che, se avesse avuto un cuore, quello avrebbe saltato un battito e lei sarebbe arrossita. Non l'aveva tradita: l'aveva praticamente salvata! Allora un po' di bene le voleva...
Lo
guardò negli occhi, cercando di esprimergli gratitudine.
Ma quegli occhi la catturarono… quelle iridi rosse di un
rosso sangue, rosso
carminio, rosso rubino. Se ne sentì risucchiata…
-Cosa
vuoi, Chelsea? Sto lavorando.- disse alla vampira
voltandosi.
Gabrielle
di accorse di non averlo mai guardato per bene, era
sempre stata troppo occupata a tenergli il broncio. Aveva il viso dai
lineamenti forti e marcati, i capelli neri e lucenti in disordine. Le
labbra
tirate sopra i denti aguzzi, scoperti in un ringhio ostile dedicato
all’intrusa. Poteva vedere la tensione per lo scampato
pericolo scintillare nei
suoi occhi.
Sentiva
la sua presa sui propri polsi, ferma ma gentile. Non
voleva farle del male.
Represse
un sorriso. Ma che le stava succedendo? Dannazione, si
era cotta di Michael! E cotta anche per bene!!! E ora poteva anche
ammetterlo con sé stessa.
-Scusa
il disturbo. Ti sta bene lavorare anche chiuso a chiave
qui dentro oppure vieni fuori?.-
La
voce di Chelsea le arrivava lontana, come se fosse immersa
sott’acqua. Non aveva coscienza di niente, se non i propri
pensieri e il corpo
di quel vampiro premuto contro il proprio.
-Chiudi
pure. Come mai, se posso chiedere?-
La
voce di lui invece le arrivava perfettamente. Era bassa ma
limpida, leggermente roca, costantemente sarcastica.
-Pare
che abbiamo ospiti e Caius non vuole grane.-
Gabrielle
tornò bruscamente alla realtà. Ospiti? Che i
Cullen
fossero venuti a salvarla?
-E
chi sarebbero?- domandò ancora Michael, la voce
più lenta e
carezzevole. Sul suo viso si dipinse un sorriso ammaliante, gli occhi
affilarono lo sguardo.
Lei per un momento pensò che fosse rincretinito, ma poi guardò Chelsea e capì: era il potere del seduttore.
Gelosia... la gelosia le montò dentro. Se quel rincretinito osava usare certi mezzi per andare a donne gliel'avrebbe fatta vedere lei!
-Io…
non so, mi è sembrato di capire che fossero i
Cullen…- mormorò Chelsea con sguardo perso.
Poi
la vampira tornò bruscamente in sé e
sbattè la porta,
chiudendo a chiave.
-I Cullen… Michael, tornerò a casa!- esultò Gabrielle staccandosi da lui.
Sarebbe tornata a casa... sarebbe stata libera! Libera di correre per i boschi di Forks, invisibile agli umani, sentendo il vento selvaggio spettinarle i capelli. Libera di cacciare i puma che le piacevano tanto (da quanto era che non si nutriva? Non si ricordava...). Libera di ridere senza temere di essere torturata di più, senza che la sua felicità fosse una cosa da punire. Libera...
Mike
rimase pensieroso. Come mai i Cullen erano venuti
a Volterra, tra le braccia del nemico? No, qualcosa in quella storia
non
quadrava… a meno che…
In
effetti gli era sembrato strano che Caius avesse chiesto
esplicitamente di riportare solo a lui. Di solito i rapporti venivano
fatti
davanti a tutti i fratelli… e se fosse che gli attacchi ai
Cullen fossero stati
organizzati esclusivamente da Caius, senza il consenso degli altri?
Tutti
i pezzi andarono da soli al loro posto. Doveva portarla
via da lì. Subito.
-Piccola,
piccola ascoltami!- disse scuotendola per le spalle in modo che gli
prestasse attenzione nonostante l'euforia di cui era preda. -Dobbiamo
andarcene da qui,
assolutamente. Caius sta agendo da solo, i suoi fratelli non sanno
nulla. Quando vedrà i Cullen vorrà evitare guai e
verrà
ad ucciderti!-
Gabrielle percepì il sorriso appassire e lo guardò con gli occhi sgranati. Poteva davvero essere? Sentì la paura crescere dentro di sé, ma non si lasciò dominare. Se era vero quello che diceva Michael, dovevano andarsene immediatamente. Ma come?! La porta era chiusa a chiave…
-Scusami se non l'ho capito prima...- le mormorò il vampiro all'orecchio.
Una piccola parte della mente della Cullen registrò l'informazione e se ne intenerì con compiacimento. Allora ci teneva davvero a lei... si chiese se l'avrebbe seguita, una volta fuori da lì. Ma prima dovevano trovare il modo di scappare!
“Voglio
uscire, voglio uscire, voglio uscire!” imprecò la
vampira tra sé e sé.
In quel momento uno scatto proveniente dalla porta li raggelò. Scatti felpati ma sonori, provenienti dalla serratura... che Caius fosse già arrivato? Non era giusto, assolutamente. E se avesse ucciso anche Michael?
Tac.
Tac. Tac.
La
porta scivolò aperta… e apparve la soglia vuota.
-Che
tu sappia Caius ha il gusto per il giochetti sadici?- gli
chiese perplessa.
-Non
quando si tratta di uccidere.- rispose l’altro aggrottando
le sopracciglia. Si avvicinò alla porta, controllando la
serratura. Nessun
segno di ruggine o di crepe. La serratura era scattata da
sé. Gli venne un
sospetto.
-Piccola,
a cosa stavi pensando poco fa?-
Lei lo guardò spaesata. Cioè, loro rischiavano la morte e lui se ne stava a fare domande?
Ma
comunque gli rispose: -Beh, volevo che la porta si
aprisse così potevam_ cioè, potevo
andarmene…-
Michael
allora le sorrise, uno sguardo fiero negli occhi. -Ma
non capisci?-
-Non
capisco cosa?-
Accidenti, ma non potevano parlarne più
tardi? Magari quando erano fuori pericolo…
-Sei stata tu.- disse lui con ammirazione.
Black out.
-EEH???-
Il cervello riprese a lavorare, a rilento.
-Sei
stata tu, piccola. La serratura è scatta ta quando
l’hai
voluto tu. Sei telecinetica, è il tuo potere!-
Le
parole affondarono una per una nella mente di Gabrielle. La
telecinesi… il suo potere? Beh la cosa effettivamente
filava. La sua forza di
volontà era così determinata da influenzare gli
oggetti attorno a sé. “Ma
allora perché non si era mai manifestata prima?”
si chiese. E la risposta
arrivò da sola: “Perché non ho mai
voluto così intensamente qualcosa.”
-Ho
un dono…- sussurrò, la voce tremante per
l'entusiasmo. -Ho un dono!- e gli saltò al collo, sorpresa e
felice.
Il vampiro ricambiò la stretta e le diede un leggero bacio a fior di labbra. -Sì piccola, un dono anche molto utile se posso permettermi!-
Prima che lei potesse reagire, il vampiro si strappò di dosso la mantella grigia. Una minima parte della sua mente di domandò se fosse un gesto simbolico che significasse le sue dimissioni dai Volturi, ma la stragrande maggioranza dei suoi pensieri era concentrata sul corpo appena liberatosi dalla mantella.
Il fisico asciutto ma muscoloso quanto basta, le spalle larghe che le suggerivano sicurezza, le braccia forti e protettive... i capelli lunghi quanto bastava per scompigliarli, neri, che facevano risaltare gli occhi rubini. Le labbra morbide che aveva appena assaggiato...
Solo allora se ne rese conto: l'aveva appena baciata. Con tanta tenerezza... Qualcosa battè distinatamente dentro di lei, proprio accanto al suo cuore morto.
"La mia... anima?" si chiese. Edward le aveva rivelato di aver avvertito una cosa del genere quando aveva baciato per la prima volta la sua Bella-vampira. Quindi aveva davvero trovato la sua metà, la sua stella gemella, quell'anima dimezzata che completava la propria? A giudicare da quel battito, sembrava di sì.
-Ora meglio scappare, sennò buttiamo via il vantaggio!-
Quelle parole la riportarono alla realtà, ma non riuscirono a cancellare la gioia e la merviglia che le vibrava nel petto.
Lo guardò incantata e sorrise, un sorriso dolce. Non aveva un dono, ne aveva due: la telecinesi e lui.
Michael.
ANGOLETTO!
Eccomi!!!
Oh, la situazione comincia a smuoversi finalmente! Vi informo
subito che il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di
un personaggio un po’…
particolare.
Me
lo lasciate un commentino?
Un bacio
Clarisse