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Autore: joellen    05/12/2018    0 recensioni
Cento anni orsono, la Terra è stata colpita da eventi misteriosi e devastanti che hanno decimato la sua popolazione tanto da risultare un pianeta deserto a chi lo vede attraverso i telescopi di altri mondi. E che la sta usando come discarica per liberarsi dell'immondizia metallurgica da cui è afflitto... O per cercare e procurarsi minerali preziosi per la propria sopravvivenza.....Ma non tutto è come sembra...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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PREPARAZIONE  AL CONTRATTACCO

 

 

 

Municipio, ufficio di Stefano, qualche ora dopo

 

"Lo sapevo! - sbraitò Hartmann, un massiccio cittadino teutonico, alto quasi quanto Stefano, biondo con gli occhi azzurri! - Non c'era da fidarsi! Dietro quella faccia da angelo, l'alieno stava preparando un piano per attaccare il nostro mondo, per invaderlo e conquistarlo! Altro che cercare solo l'uranio per scaldarsi!".

"Sentiamo, signor Hartmann, - lo apostrofò Stefano -  Secondo lei, cos'avrebbe la Terra di tanto interessante e appetibile da suscitare ad un extraterrestre la voglia di invadere e possedere un pianeta? Come il nostro, per giunta?".

"Non saprei. - rispose il tedesco smorzando un tantino l'alterigia iniziale - Ma è pur sempre un estraneo ...., uno straniero !! E poi, ... non dimentichiamoci che se lui e i suoi amichetti sono arrivati fin qui è perché loro sono molto più tecnologicamente avanzati di noi. Noi non siamo ancora riusciti neanche ad arrivare su Marte e forse non ci arriveremo mai!".

"Appunto per questo, mio caro Hartmann, - ribattè Stefano, sicuro - Cosa se ne farebbero di un pianeta retrogrado come il nostro? Lei cosa se ne farebbe? Personalmente io lo ignorerei, andando a cercare qualcosa di più ... sostanzioso!".

Gli altri concittadini del sindaco uscirono dalla stanza, mesti ed ansiosi.

Benché Stefano fosse stato in qualche modo in grado di tranquillizzare la sua gente, i Grindewaldesi erano ora informati e consapevoli di un grave pericolo imminente mai provato fino a quel momento.

 

 

 

 

 

Spazio

La flotta, composta da una ventina  di astronavi, procedeva solenne verso la Terra a velocità molto elevata, ma regolare.

Troppo regolare!

 

 

 

 

Grindewald, interno ospedale

 

Con lo sguardo incollato allo schermo, Heron se ne accorse.

Si accorse che qualcosa non stava andando come avrebbe dovuto.

Le astronavi si muovevano in gruppo, a cuneo, conservando la stessa distanza l' una dall' altra, come fossero telecomandate. Come se non fossero guidate da mente e mani umane.

Era successo qualcosa. A bordo dei veicoli, o della nave madre, era successo qualcosa di grave.

Forse un guasto. O era avvenuto un ammutinamento. In ogni caso quei velivoli non erano pilotati da umani. E ciò rendeva il pericolo in corso, altissimo.

Venti  proiettili inarrestabili stavano per colpire l'unico pianeta del Sistema solare dotato di requisiti atti alla vita.

 

 

 

 

Isole Svalbard, Groenlandia

 

L'immagine si materializzò anche sui monitors di quell'angolo gelato, sperduto fra i ghiacci polari.

"Ma che diamine... " esclamò Lasström seguendo il movimento dei veicoli.

"Ci stanno arrivando addosso!" esclamò  Jansen, sgomento,  dalla sua postazione, fissando il filmato.

"Sembra un attacco astronavale in piena regola!" commentò Nielsen, quasi ironica.

"Sono i cattivi?" domandò Jansen, con sarcasmo

"Certo  - confermò Lasström -  Quelli della spazzatura. - si stropicciò le mani - Fantastico! Finalmente ci divertiremo".

"Forse non è così divertente come sembra. - obiettò Jansen, un filo allarmato - Non si fermano. Paiono decisi a centrarci".

Lasström aumentò la concentrazione sul filmato.

E captò anche lui l' anomalia.

"Accidenti! - esclamò a mezza voce - Hai ragione! Non pare siano guidati dall' uomo. Sembra che viaggino con il pilota automatico".

"Questo non ci permette di comunicare con l' equipaggio" osservò Nielsen, costernata.

"Se c'è un equipaggio" aggiunse Jansen, amaro.

"Beh, - fece Lasström, rimanendo piuttosto freddo e controllato - Abbiamo di che fermarli noi. - posò gli occhiali sul tavolo di vetro, si alzò e sospirò - Ok. Tutti ai posti di combattimento. Almeno passeremo qualche ora in modo diverso".

"Capo .... " lo interpellò Jansen in tono calmo.

"Si?" fece Lasström mantenendo il suo atteggiamento rilassato e un tantino altezzoso.

"Si ricorda cosa abbiamo fatto?" proseguì Jansen.

"Certo, Jansen. - rispose Lasström, tranquillo - Ma evidentemente ora è arrivato il momento giusto per ripristinare le cose com'erano una volta".

Jansen annuì con la testa, senza profferire parola.

 

 

 

 

Area 51

 

"Le batterie sono a posto?" chiese Forrest a Edwards e Hardings.

"Si, capo. - rispose Hardings facendo il saluto militare - E' tutto a posto".

"Bene. - approvò Forrest, soddisfatto. - Vediamo chi la spunterà".

 

 

 

Base di Novosibirsk, Siberia

 

Anche Gregorj Wichinskji era stato avvertito ed aveva visto tutto.

Era rimasto solo ma non si perse d'animo.

Il sottosuolo dell'intera Siberia era un arsenale di ogni tipo di armi.

 Sarebbe stato sufficiente premere un tasto sul computer e di quei veicoli non sarebbe rimasto che polvere d'acciaio o di qualunque materiale con cui essi fossero stati fabbricati.

   
 
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