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Autore: Marchet    06/12/2018    1 recensioni
Dal testo:
Sono nato in un'epoca dove sono successe molte cose, il mondo ha iniziato a cambiare, e anche l'umanità ha iniziato a farlo. Anni fa nacque un bambino che brillava, letteralmente, e da lì a pochi anni l'80% della popolazione mondiale sviluppò un'unicità, un mutamento genetico che conferiva un... superpotere, e non scherzo. Ma non tutti avevano un unicità, un ramo di umani era ancora puro, e diciamo che non venivano considerati allo stesso livello degli altri. Mia madre era senza unicità, mio padre riusciva a cambiare la consistenza dell'acqua. Io invece...non venni considerato allo stesso livello degli altri, ero nato...
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Svegliati stagista» disse Kamui muovendomi un braccio. Mi alzai e mi misi a sedere, Kamui uscì dalla stanza e si diresse verso la cucina.

«Che ore sono?» chiesi mezzo addormentato. Presi in mano il telefono e guardai l'ora.

«Le cinque?!» chiesi sbalordito. Mi alzai e andai nella cucina, il ragazzo aveva in mano una tazza di caffè e stava prendendo dei biscotti dentro una mensola. Si sedette e mi indicò una tazza piena di un liquido nero. Lo presi e mi sedetti di fronte a lui.

«Ti svegli sempre a quest'ora?» chiesi bevendo un po' di caffè caldo.

«Dipende dai giorni e da quanto lavoro ho da fare, sono un eroe indipendente ma mi metto d'accordo con gli altri nella zona per fare dei turni più accettabili. Ma dato che ho uno stagista mi hanno dato i turni più stupidi e inutili, come la prima mattina e il primo pomeriggio» rispose.

«Non ci considerano all'altezza?» chiesi prendendo un biscotto.

«Ti confesso che tu sei anche più in gamba di molti altri eroi, ma l'esperienza gioca tutto in questo campo»

«Ho capito» dissi finendo di bere la tazza. La appoggiai sul lavandino e mi andai a cambiare.

«Metti direttamente il tuo costume» mi disse passando davanti alla mia camera «e prendi queste». Mi porse due tubi di ferro, le bombole che mi aveva detto Edgeshot, contenevano 10 litri ciascuna.

«Oh...grazie» dissi prendendo i recipienti. Erano molto più pesanti a quelli a cui ero abituato, pesavano quasi cinque chili da vuote. Si chiuse lo stomaco pensando che dovevo portare quel peso praticamente per tutto il giorno. Mi infilai i pantaloni e poi la giacca, riempii le nuove bombole e le assicurai al retro del giubbotto.

"Dio mio quanto pesano" pensai. Presi la maschera e andai verso la porta, Kamui era già pronto e mi stava aspettando.

«Usciamo dalla finestra» mi disse chiudendo la porta a chiave dietro a lui.

«Ah...ok» dissi spaesato. Il ragazzo aprì una finestra e si lanciò, giro il busto e un ramo apparse sulla finestra dirigendosi verso l'ultimo piano, Kamui venne trascinato verso l'alto ripassando davanti alla finestra. Lo imitai e un disco si formò sotto i miei piedi portandomi sul tetto. L'acqua tornò dentro alle mie bombole facendomi gravare il peso sulla schiena. Mi dovevo abituare quei dieci chili in più.

«Andiamo verso il centro» disse Kamui dirigendosi verso il bordo opposto del tetto. Si lanciò e iniziò a lanciare i suoi rami verso appigli e dandosi lo slancio per andare più lontano. Schiacciai un bottone e una bombola si svuotò.

«Andiamo allora» dissi saltando giù. L'acqua circondò un mio braccio e si aggrappò al tetto di un edificio a fianco lanciandomi più avanti. Continuai così seguendo il ragazzo davanti e arrivammo in poco tempo al centro della città, atterrammo in un parco e ci dirigemmo verso una strada.

«Gli eroi fanno le ronde anche per far vedere la loro presenza, per rassicurare i cittadini e per tenere a bada i criminali. Capito?» chiese appena arrivammo in strada.

«Ricevuto» dissi sistemando la maschera che mi copriva il volto, tirai su il capuccio blu e seguii il mio mentore. Caminammo per la strada principale e Kamui venne frequentamente fermato da ragazzi ma soprattutto da ragazze che volevano una foto con l'eroe. Io venivo scansato a destra e a sinistra mentre la folla continuava ad ammassarsi intorno a lui. L'eroe mi guardò e mi fece cenno di andarcene. Prolungò una mano in alto e un ramo scattò verso un palazzo. Io premetti un bottone e l'acqua mi sollevò da terra, poi un tentacolo mi circondò il braccio e si attaccò allo stesso palazzo. Atterando sopra e vidi la folla sotto scattare foto con i flash accesi.

«Ogni tanto si soffoca» mi disse il ragazzo allontanandosi dal bordo «Alcune volte vorrei essere come Endeavor, rispettato perché fa paura e nessuno lo disturba».

«In effetti lui non è mai circondato da una folla» notai. Mi voltai verso Kamui e lo vidi guardare qualcosa dal bordo opposto del tetto. Mi avvicinai e vidi che c'era un ragazzo che stava litigando con una ragazza.

«Intervieni tu appena alza le mani» mi disse l'eroe. Il ragazzo continuava ad urlare e avvicinarsi alla ragazza che sembrava terrorizzata e indifesa. Lei inciampò cadendo sulla schiena, il ragazzo allungò la mano per rialzarla ma le afferrò i capelli strattonandola verso l'alto. Kamui mi spinse giù e caddi fino a bloccarmi grazie all'acqua davanti al ragazzo e alle spalle della ragazza. Lui alzò lo sguardo e mollò la presa, sembrava sorpreso e un po' intimorito. La ragazza strisciò verso un muro coprendosi il volto e piangendo impaurita, forse anche da me. Mi avvicinai al ragazzo, lui fece qualche passo indietro.

«E tu chi sei?!» urlò facendo un altro passo indietro. Continuai ad avvicinarmi senza rispondere, il ragazzo alzò un braccio per colpirmi ma l'acqua lo bloccò e lo alzò sbattendolo contro un muro. Lo presi per il colletto e lo alzai.

«Se lo fai di nuovo...non ci sarà una terza volta» lo mollai e cadde per terra. Si rialzò terrorizzato e scappò fuori dal vicolo. Mi girai e guardai la ragazza.

«Gr...grazie» disse trattenendo le lacrime. Mi voltai e prolungai la mano verso il tetto del palazzo, l'acqua mi trascinò verso l'alto e tornai al fianco di Kamui.

«Complimenti, sei stato bravo» mi disse l'eroe. Passammo il resto della mattinata a saltare da un edificio all'altro senza alcun intervento. Alla fine tornammo nell'appartamento di Kamui e ci cambiammo.

«Una giornata come le altre» disse lui prendendo una birra dal frigo «Vuoi?».

«No grazie, non bevo» dissi togliendomi la maschera.

«Ma hai quasi 17 anni, non ne vuoi neanche un goccio?» chiese nuovamente porgendomi la lattina.

«No tranquillo, sto bene» risposi sorridendo. Lui ritrasse la mano e bevve un sorso.

«D'accordo» disse. Mi andai a cambiare e misi una semplice tuta. Kamui mi chiamò e andai in soggiorno.

«Io tra un po' ho una visita, vai ad allenarti come preferisci» mi disse finché stava riordinando la cucina.

«Sta arrivando Mount...»

«Vai ad allenarti» mi ordinò. Feci dietrofront e tornai nella mia camera. Presi il mio zaino e infilai dentro le due bombole piene d'acqua. Le assicurai e lo misi in spalle. Tornai in soggiorno e mi diressi verso la porta.

«Allora vado» dissi guardando il ragazzo.

«Grazie» disse senza togliere lo sguardo dal lavandino. Uscii dalla porta, la richiusi alle mie spalle, scesi le scale e uscii in strada. Iniziai a correre verso un parco a circa sei chilometri di distanza. Lo zaino pesava sulle mie spalle ma dovevo abituarmi, erano solo dieci chili in più dopotutto. Pensai alla giornata che avevo trascorso, la ragazza che avevo salvato da quel molestatore. Quando mi aveva ringraziato in lacrime, il suo sguardo terrorizzato e la rabbia che avevo provato nel vedere quel ragazzo trattarla così. Ripensando a quel momento mi venne in mente un particolare: non avevo controllato il mio potere. Mi ero lasciato andare e la mia unicità aveva fatto esattamente quello che sentivo, che volevo fare senza dare ordini. Mi ero sentito libero, senza freni. Forse il mio potere seguiva le mie emozioni. Non lo sapevo e finché non ne avessi avuto la certezza non avrei indagato oltre. Arrivai al parco e mi fermai per riprendere fiato, notai un gruppetto di ragazze che mi stava fissando e le ignorai andando verso la strada. Presi in mano il telefono e aprendolo notai una notifica, una notizia su internet. La aprii e vidi un pezzetto scritto con in calce una foto. Lessi il piccolo testo.

"Nuovo eroe in circolazione, oggi ha aiutato una ragazza che stava venendo maltrattata dal suo ragazzo, l'eroe ha intimorito l'aggressore solo con lo sguardo. La ragazza vuole ringraziarlo e chiedi a chiunque se conosca il nome dell'interessato". Guardai la foto in fondo al sito, era stata scattata nel vicolo in cui avevo affrontato quel ragazzo, la foto ritraeva me che saltavo verso il tetto, si vedeva solo la mia schiena con le bombole e un pezzo di maschera.

«Alla faccia di passare innoservato» dissi uscendo dal parco e ricominciando a correre.

"Edgeshot mi ucciderà" pensai finché passavo davanti al dojo in cui avevo combattuto contro l'eroe. Arrivai nei pressi dell'appartamento e vidi due ragazze salire su una macchina e andarsene. Kamui era lì fuori e quando mi vide alzò la mano per salutarmi. Lo raggiunsi e mi fermai.

«Sono arrivato giusto» notai.

«Sì sono appena andate via» mi disse «anche lei ha una stagista».

«Bè siete giovani eroi...ovvio che vi ammiriamo» risposi seguendolo dentro l'edificio. Le altre settimane proseguirono monotone, senza grandi cambiamenti o qualcosa di entusiasmante. Almeno per me non ci fu niente di incredibile, ma sentendo i telegiornali, erano successe alcune cose con un supercriminale di nome Stain l'Ammazza Eroi e problemi con altri Noumu. Appena tornato a scuola andai a chiedere alla 1A, la zona colpita da questo criminale era appunto molto vicino a quella in cui alcuni studenti stavano facendo i loro stage. Durante la pausa pranzo mi diressi insieme a Rachel nella classe, volevamo entrambi spiegazioni.

«Cos'è successo?!» urlò Rachel vedendo la classe uscire «vi è successo qualcosa?».

«Rachel calmati» dissi.

«Stiamo tutti bene» rispose Iida muovendo la mano, notai che era fasciata. Guardai il resto dei ragazzi ma alcuni di loro distolsero lo sguardo. Capii che stavano nascondendo qualcosa.

«Levatevi di mezzo» disse Bakugo superandomi «siete in mezzo alla mia strada». Si diresse verso la mensa senza aspettare i propri compagni.

«Non cambierà mai» disse Kirishima seguendolo. Guardai un'ultima volta i ragazzi, Midoriya abbassò lo sguardo. Decisi di andare, non ci avrebbero detto niente.

«Ma dove vai?» mi chiese Rachel.

«Non ci diranno nulla che già non sappiamo, è tempo sprecato» risposi.

«Aspettate» disse Mina bloccandoci «stavamo pensando di organizzare una cena di classe, e ci chiedevamo se potevate venire anche voi, ormai vi siete integrati bene con la classe». Io e la mia compagna ci guardammo, stavo per rifiutare l'offerta ma Rachel mi precedette.

«Ovvio che ci saremo» disse prima di me.

"La faccio affogare o le faccio uscire il sangue dalle vene?" pensai.

«Evvai» disse la ragazza abbracciandoci. Si staccò e sorrise. In fondo mi ero veramente affezionato a quella classe, soprattutto a Midoriya e Todoroki. Avevo con loro in comune qualcosa, con il primo il fatto di venire preso in giro da qualcun'altro ed essere timido, con l'altro il fatto di avere avuto problemi in famiglia e con il proprio potere...poi avevamo entrambi una cicatrice da bruciatura sul corpo. Sorrisi alla ragazza e mi girai per andare verso la mensa ma un'altra ragazza mi affiancò.

«Sei tu vero?» chiese mostrandomi una foto, era quella di quell'articolo che raccontava di come avevo aiutato quella ragazza.

«Dove l'hai presa, Yaoyorozu?» chiesi alla mora.

«Su internet c'era un articolo con questa foto, e il costume di questo eroe è molto simile al tuo, quindi...sei tu vero?» chiese avvicinandosi.

«Sì sono io» mi rassegnai.

«Hai già salvato una ragazza, vuoi scalare la classifica degli eroi in poco tempo giusto?» mi chiese.

«Voglio solo diventare più forte, voglio che il mio potere...» mi bloccai, non potevo continuare quella frase, avrei solamente rimesso in giro le voci che giravano nel mio istituto.

«Che il tuo potere?» chiese lei.

«No...niente» dissi chiudendo la discussione con un tono che non ammetteva ribattiti. Lei mi guardò un po' confusa.

«D'accordo se non ne vuoi parlare» disse sorridendo, quel sorriso mi colpì in pieno volto, tanto che il mio occhio sinistro tornò rosso.

«Ancora? Hai spesso l'occhio sinistro rosso» disse avvicinando la mano al mio viso per guardare meglio. Le afferrai la mano con  delicatezza e la spostai.

«Sto bene tranquilla» dissi cercando di sorridere. Lei divenne rossa e allontanò la mano.

«Sì...ok» disse. Arrivati in mensa ci sedemmo, Kakashi mi aveva tenuto un posto in un tavolo con gli altri compagni e mi sedetti.

«Ancora con quella primina?» mi chiese.

«La pianti?»

«Ho notato anche io che sembra ci sia connessione fra voi due» disse Ben dal tavolo dietro. Lo guardai e lo fulminai.

«È buona la zuppa, Ben?» chiesi.

«Ma non ho preso zuppa» disse lui. Il mio piatto si svuotò e entrò nel corpo di Ben, facendolo cadere a terra. Tutti i suoi compagni lo guardarono e scoppiarono a ridere.

«Sei un...» provò a dire ma finché si rialzava lo feci cadere nuovamente. Vidi che anche altri tavoli stavano ridendo nel vedere il ragazzo cadere, notai che alcune ragazze mi stavano fissando sghignazzando e sorridendo fra di loro. Guardai Ben e sorrisi.

«Posso il tuo pranzo? Bullet?» chiesi (era il suo nome da eroe per chi non l'avesse capito).

«Fai pure» disse rimettendosi a sedere. Tornai nel mio tavolo e mi sedetti.

«Ti sembra il modo di trattare un tuo amico?» chiese Megan guardandomi severa.

«Ringrazia che non abbia lo stomaco perforato in vari punti» dissi sorridendo.

«Il potere da alla testa» disse Kakashi bevendo dell'acqua. Lo guardai, lui girò gli occhi verso di me e sputò l'acqua dentro il bicchiere.

«Bravo hai capito» dissi ridendo.


 
   
 
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