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Autore: Blissedni    06/12/2018    0 recensioni
E se Voldemort non fosse mai morto? E se il signore oscuro avesse nascosto la sua anima in un altro Horcrux, un incantesimo potente, capace di tenerlo in vita per sempre.
E se avesse avuto un figlio? Una discendenza?
Questa FF è incentrata sulla nuova generazione, in particolare Selena Blake, discendente di Lord Voldemort.
Tra nuovi incantesimi, amori proibiti, baci rubati e battaglie tra maghi, lo scontro tra il bene ed il male.
La storia d'amore tra la discendente del mago più malvagio di tutti i tempi ed il figlio di Harry Potter.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Rose/Scorpius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 16

Spuntino di mezzanotte
 
 
 
Pdv James
 
Quando tutti furono andati a letto e la casa divenne silenziosa, finalmente mi rilassai. Avevo seguito Selena perché avevo una sorta di presentimento che purtroppo si era dimostrato vero. L’avevo vista a pochi metri dalla passaporta con due maghi dall’aria tenebrosa davanti: quando il più basso dei due aveva alzato la bacchetta non avevo esitato e mi ero lanciato contro di lei.
La maledizione mi aveva colpito come un ondata di calore che ben presto si era trasformata in un dolore lancinante. Urlai come non avevo fatto in tutta la mia vita, tutto ciò che volevo era morire… Poi un lampo di luce verde. 
Selena aveva lanciato l’avada kedavra mancando i due maghi e poi era svenuta, così l’avevo stretta e l’avevo smaterializzata assieme a me.
Ripensare al dolore che avevo provato mi dava la nausea eppure ero contento di aver protetto Selena: il solo pensiero che lei avrebbe potuto sentire quello che avevo sentito io…
Un rumore mise in allerta i miei sensi così scesi dal letto ed andai al piano di sotto con la bacchetta in pugno.
‹‹Ei›› Selena era seduta sul bancone della cucina con in mano una tazza di latte. ‹‹Non riesci a dormire nemmeno tu?›› Indossava una camicia da notte bianca ed aveva i lunghi capelli sciolti sulle spalle. 
‹‹Non so se riuscirò ad addormentarmi di nuovo facilmente.›› Ammisi mentre mi avvicinavo a lei. ‹‹Non è stato piacevole quello che è successo.›› Selena rimase per un po’ in silenzio, fissando il cucchiaino che si muoveva per magia dentro la tazza.
‹‹Vuoi favorire?›› Disse indicando il cartone accanto a lei.
Feci un respiro profondo e lasciai che il mio battito tornasse regolare, poi infilai la bachetta nella tasca del pigiama e mi versai una ciotola di latte.
‹‹Ci sono anche questi se vuoi›› Disse Selena passandomi una confezione dei miei cereali babbani preferiti quasi vuota. Mi sedetti vicino a lei e mi versai i cereali rimasti nella tazza.
‹‹Blake, ti ricordo che questa è casa mia›› Le risposi in malo modo. ‹‹Non puoi semplicemente scendere in cucina e mangiare quello che trovi.››
‹‹Per Merlino, Potter! Al mi ha detto di fare come se fossi a casa mia.››
‹‹Quello che dice Albus non vale›› Sbiascicai con la bocca piena di una cucchiata di cereali. ‹‹Sono io il maggiore, decido io.›› Lei mi guardò accigliata e poi scoppiò a ridere.
‹‹Shhh sei matta? Sveglierai tutti.›› Dissi andando a metterle una mano sulla bocca.
‹‹Mia madre potrebbe riniziare a chiamarmi “Piccolo Jamie” e cose così.›› Rise di nuovo, ma questa volta in modo più silenzioso, poi si ricompose.
‹‹Ti vuole bene.›› Disse guardandomi dolcemente. ‹‹Vi ama tutti più della sua stessa vita.››
Sbuffai, ma le diedi mentalmente ragione. Ginny Potter poteva avere tanti difetti come madre, ma non si poteva dire che non ci amasse.
‹‹Non ho avuto modo di ringraziarti, James.›› Selena si era alzata ed ora si trovava davanti a me. I suoi occhi di ghiaccio mi osservavano pieni di riconoscenza, proprio come quelli del padre avevano fatto poche ore prima. ‹‹Quello che… non avresti dovuto.›› Sembrava sentirsi in colpa e la cosa m’infastidì più di quanto avrebbe dovuto.
‹‹Era un dovere…››
‹‹Da Potter.›› Concluse la frase per me. ‹‹Lo so, ma non avresti dovuto lo stesso. Potevi… potevi…›› Una lacrima le rigò il volto e per una volta in vita mia non seppi cosa fare. Tante volte mi ero trovato solo con una ragazza, e avevo sempre avuto la risposta pronta ma in quel momento si era creata una sorta d’intimità e qualsiasi cosa avessi detto avrebbe rovinato tutto. Lei ricompose subito e si passò il dorso della mano sugli occhi per asciugare le lacrime. ‹‹Scusami, sono ancora molto scossa››.
‹‹Sei la migliore amica di Albus.›› Dissi alzandomi anch’io dal bancone. Eravamo l’uno difronte all’altro. ‹‹Non me l’avrebbe mai perdonato››
‹‹È per questo che hai difeso una Serpeverde?›› Sussurrò allontanandosi di un passo da me. Nemmeno di ero accorto di quanto eravamo vicini. ‹‹Anche›› Risposi.
‹‹Non so perché l’ho fatto›› Disse d’un tratto. ‹‹Lanciare quell’incatesimo››.
‹‹Volevi difenderci›› Fu tutto quello che dissi. Stranamente riuscivo a capire perché l’avesse utilizzato. 
‹‹Esistono così tanti modi per difendersi… Io non sono un’assassina.›› Sembrava non credere realmente alle parole che stava dicendo.
‹‹Selena eri nel panico… chissà cosa volevano da te quegli squilibrati.››
‹‹James…mi conoscevano.›› La guardai allibito.
‹‹In che senso? Per tuo padre? Magari avevano un conto in sospeso con gli auror…››
‹‹No… loro mi hanno chiamato principessa.››
‹‹Principessa?›› Normalmente avrei pensato ad una presa in giro, ma era così seria che era difficile non crederle. 
‹‹Sono terrorizzata.›› Istintivamente la strinsi tra le mie braccia e quando me ne resi conto lei stava già ricambiando l’abbraccio. Aveva i capelli che profumavano di pulito e la sua pelle, nelle zone dove la camicia da notte non la copriva, era fredda al contatto con il mio corpo. Un brivido mi attraversò il corpo e per un attimo mi trovai con una strana sensazione di calore. 
‹‹È normale…›› Risposi dopo un po’. ‹‹Ma non devi. Non ti succederà nulla.››
‹‹Cosa volevano da me?››
‹‹Erano dei matti, Blake.›› Chiamarla con il suo cognome significava tirare di nuovo su un confine che era sempre esistito tra noi due, ma me ne pentì subito. Lei si allontanò da me e solo allora mi resi conto che camminava a piedi nudi sul pavimento di freddo marmo della cucina.
‹‹Forse hai ragione, Potter›› Disse andando a mettere le tazze nel lavandino. ‹‹Siamo scossi.›› 
‹‹Selena dovresti metterti qualcosa ai piedi››. Mi tornò in mente la mia infanzia, con mia madre e mia nonna Molly che m’inseguivano per casa assieme a delle pantofole incantate per costringermi ad indossarle ogni volta che camminavo scalzo. ‹‹Ti ammalerai.››
Lei guardò verso i suoi piedi e poi osservò i miei e sorrise. ‹‹Dovrei indossare anch’io delle pantofole fatte da tua nonna Molly?››
‹‹Delle ormali ciabatte babbane basteranno.›› Risposi, sorridendole anch’io.
Si avvicinò a me e mi sfilò la bachetta dalla tasca posteriore del pigiama, poi si appoggiò di nuovo al bancone e dandosi una spinta si mise a sedere nuovamente. ‹‹Accio ciabatte››.
Poco dopo un paio di pantofole rosa arrivarono di corsa dal piano di sopra colpendomi in testa.  ‹‹Ahia!›› Dissi massaggiandomi la nuca. ‹‹L’hai fatto a posta?›› 
‹‹Forse››. Mi piegai per terra e raccolsi le ciabatte che erano cadute, poi con naturalezza gliele infilai ai piedi. ‹‹Cenerentola!››
‹‹Conosci i cartoni animati della Disney?›› Sembrava alquanto sorpresa.
‹‹Da piccolo li vedevo assieme a Lily.›› Ammisi sorridendole. ‹‹Tu come fai a conoscerli?››
‹‹Mia nonna non mi leggeva solo i racconti di Beda il Bardo da bambina››. 
‹‹Non sei male come pensavo, Blake›› Lei spalancò gli occhi per un secondo, poi tornò a parlarmi normalmente.
‹‹Nemmeno tu, Potter.›› Rispose infine, mentre si legava i capelli con un elastico che portava al polso. ‹‹Ma immagino che da domani torneremo ad essere cane e gatto››. 
‹‹Ho una reputazione da difendere, Blake››. Ad Hogwarts Grifondoro e Serpeverde erano sempre state rivali ma, da quando mio fratello Albus era stato smistato tra le serpi, la cosa era peggiorata. Non facevo nient’altro che trattarli malissimo e da quando lui aveva stretto amicizia con Malfoy e con la Blake avevo preso il tutto come un affronto personale. Noi Potter, Grifondoro da generazioni, non potevamo finire tra i Serpeverde ne tantomeno fraternizzare con il nemico. 
‹‹Bene allora, Potter›› La voce di Selena mi riportò alla nostra conversazione. ‹‹Forse è meglio che vada a dormire››.
‹‹Buonanotte›› Dissi, ma lei non si mosse. Continuava a guardarmi, con i suoi occhi glaciali. Stavo per risponderle male, come al solito ma non ci riuscì. La fissavo di rimando senza però sapere bene il perché.
Se si fosse trattato di un’altra ragazza l’avrei baciata e saremmo finiti in camera mia, ma Selena Blake era la mia nemesi, e ciò non sarebbe mai successo. Il fatto che mi ero preso una maledizione senza perdono per lei non significava assolutamente nulla.
Scese dal bancone e fece qualche passo verso di me senza dire nulla, poi mi allungò la bacchetta che aveva preso poco fa. ‹‹Questa credo sia tua››.
La afferrai e le mie mani sfiorarono le sue e mi accorsi che erano due pezzi di ghiaccio, così le chiusi per la seconda volta nella serata le mani nelle mie. ‹‹Sei congelata››.
‹‹Lo so›› Disse sfilando delicatamente le mani dalle mie.
 Senza pensare troppo a cosa stesse succedendo, ci baciammo. 
 
Pdv Selena.
 
Non so cos’era scattato nella mia testa ma come avevo tolto le mani dalle sue avevo provato un’irrefrenabile voglia di baciarlo e quando le sue labbra si erano abbassate sulle mie, mi ero alzata in punta di piedi, avvicinandomi a lui e scontrandoci nel mezzo.
Avevo baciato diversi ragazzi, ma sicuramente nessuno era come James Potter.
James… Ma cosa avevo per la testa? Stavo baciando il fratello stronzo del mio migliore amico.
Pensai di allontanarmi ma mi spinse verso il bancone della cucina e provai una scarica elettrica partirmi dallo stomaco.
Tenevo le braccia lungo il mio corpo, incapace di muovermi mentre lui aveva stretto le sue attorno ai miei fianchi.
Mi alzò e mi mise a sedere sul bancone della cucina, così che ci trovavamo alla stessa altezza. Era una sorta di esperienza post trauma? Lo shock per la situazione appena vissuta? Mi sentivo come se non stessi vivendo quell’esperienza in prima persona, per quanto sorpresa ero. Cosa mi stava succedendo?
Ci allontanammo quando sentimmo un rumore provenire dalla vicina finestra. Winnifred, la civetta dei Potter era arrivata con una lettera e batteva il becco contro il vetro chiuso per farsi aprire. James si schiarì la voce e poi, senza dire niente, andò ad aprire la finestra, prese la lettera e diede un buffetto affettuoso all’animale. 
‹‹Una lettera a quest’ora della notte››… Dissi per rompere l’imbarazzo che si era creato tra noi. Era una sensazione nuova, solitamente io e James ci riempivamo sempre d’insulti a vicenda.
‹‹Si›› Disse lui, toccandosi i capelli con la mano destra. Questo movimento alzò la maglietta del pigiama di pochi centimetri, lasciando scoperto un lembo di pelle dove poco prima avevo stretto le mie mani. ‹‹È per mio padre… arrivano a tutte le ore.›› Fece spallucce e poi andò via, lasciandomi sola ad interrogarmi sul perché di quello che era appena successo tra noi. 
 
 
 
 
 
 
   
 
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