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Autore: Harley Sparrow    07/12/2018    1 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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Premessa
Questo capitolo ha una colonna sonora. A un certo punto comparirà una canzone (non è difficile immaginare quale), in quel momento voi dovrete leggere attentamente il testo e far caso a quello che succede. Ogni strofa spiegherà il momento immediatamente successivo.
Se non sapete bene l'inglese e non capite chiedete pure.
Ricordo che ci sarà una scena FemSlash (a rating giallo).
(Il capitolo lo abbiamo scritto a marzo, il fatto che sia appena uscito il film sui Queen non c’entra, anche se vi consiglio di andare a vederlo perché è BELLISSIMO)
Dovreste conoscere bene la canzone, in caso contrario, ecco il link di I want to break free


 
XV

GOD KNOWS I WANT TO BREAK FREE
 
In Sala Comune dei Serpeverde c'era aria un po' tesa. Margaret e Frannie erano già pronte, Edmund invece aveva la tuta da Quidditch che aveva ricevuto per Natale, era appena tornato dall'allenamento. Mancavano poche settimane alla finale Grifondoro contro Serpeverde e gli ultimi due anni la partita era stata vinta dai Grifondoro, ribaltando i risultati storici dell'ultimo ventennio. La squadra sentiva molta pressione e si allenavano spesso. Alcuni altri compagni di squadra, Draco e Hans compresi, erano ancora fuori a cimentarsi in un'amichevole, chi più teso chi più determinato.
-Dai, muoviti Ed... faremo tardi!
Sbottò Frannie, spingendolo verso il dormitorio.
-Come tardi? La festa è dopo cena!
-Per gli altri! Noi abbiamo promesso a Fred e George che avremmo dato una mano a sistemare!
-Noi avremmo... cosa?
-Sì, beh, potrei averglielo promesso io!
-Ma io... io non posso venire adesso!
Borbottò, guardando Margaret in cerca di appoggio. La ragazza pareva essersi già arresa, alzò le spalle. Lui aggrottò le sopracciglia.
-Beh, avresti dovuto avvisarmi prima, Fran! Non posso venire! E comunque se mancassimo in cinque a cena se ne accorgerebbero.
Lei alzò gli occhi al cielo.
-E cosa hai di così importante da fare, di grazia?
-Ho promesso a Katie che sarei andato con lei.
-Con lei? Ma è del quarto anno! Abbiamo invitato solo dal quinto in su!
Si inserì Margaret, infastidita.
-Beh, pensavo...
-Cosa? Che siccome sei tu avresti potuto fare quello che ti pare?
Frannie serrò le labbra, tentando di scomparire alla loro vista mentre discutevano.
-Si può sapere qual è il problema? Perché tu puoi portare il tuo gorillone e io non posso portare la mia ragazza?
-Hans non è un gorillone! È un tuo amico!
-È un mio compagno di squadra, è una cosa diversa!
-E comunque l'assenza di quelli sotto il quinto anno si nota di più, ed è più grave!
-Non ci scoprirà nessuno, stai tranquilla!
Frannie si schiarì la voce, e gli altri si zittirono per un attimo, guardandola con fastidio.
-A dire il vero Edmund, pensavo stessi iniziando a stancarti di lei.
Lui aprì la bocca per rispondere, ma lei continuò:
-Comunque fai come vuoi. Di certo non andremo a fare la spia. E vedi di arrivare puntuale almeno all'orario degli ospiti. Andiamo, Margaret. Stiamo facendo tardi.
La prese per un braccio e le consegnò il mantello, andando verso l'uscita. Edmund sbuffò. Si coprirono bene per non far intravedere i vestiti, un abitino nero ricamato per Margaret, che svolazzava ogni volta che la ragazza si muoveva, e una gonna argento a vita alta con una canotta nera dal taglio moderno per Frannie. Insomma, non gli abiti che normalmente girano per Hogwarts. Quando furono completamente coperte dal mantello le due uscirono dalla Sala Comune e andarono verso il passaggio. Fred e George le aspettavano accanto alla strega. Si guardavano nervosamente intorno.
-Abbiamo chiesto a Pix di fare un po' di baccano al quinto piano... dovrebbe essere via libera!
Sussurrò uno dei due, mentre loro si avvicinavano.
-Maledetta tu sia, Mag! Come ti è venuto in mente di suggerire di consegnare a Potter la mappa???
E più maledetti ancora voi due idioti che le avete dato retta!
Sbuffò Frannie, infilandosi nel passaggio, seguita dagli altri. Da quando aveva scoperto che Margaret aveva suggerito ai gemelli di consegnare la mappa del malandrino al ragazzo non la aveva perdonata.
-Stanno cercando di ucciderlo, Fran!
Le intimò l'amica da qualche scalino indietro.
-Sirius Black ha evitato i Dissennatori, non credo che avrà molti problemi con Harry Potter, mappa del malandrino o no.
-Sai Firwood...
-...quasi quasi ti preferivamo secchiona...
-...a volte ci preoccupi!
Uscirono di soppiatto nella cantina di Mielandia, in assoluto silenzio. Aspettarono il momento giusto affacciandosi dallo spioncino, fortunatamente i gemelli avevano sempre dietro un paio di orecchie oblunghe. Quando furono fuori tirarono un sospiro di sollievo.
-Ahhhh! Libertà!
Esclamò uno dei gemelli, probabilmente Fred. Margaret era tesa, ma aveva iniziato a sorridere un po' più sicura. Uscirono di fretta dalla via principale, infilandosi nel vicolo del pub.
-Hai visto Firwood? Niente mappa, niente guai!
Esclamò George, passandole un braccio intorno alle spalle. Lei scosse la testa, sbuffando. I ragazzi bussarono alla porta scalcinata.
-Avanti!
Una voce burbera venne da dietro la porta. Aprendo, videro Lee Jordan sorridere da dietro il bancone. Stava cercando di incantare uno stereo babbano, in modo che non avesse bisogno di corrente.
-Ciao, Ab!
Esclamarono i gemelli in coro, con un sorriso da un orecchio all'altro. L'uomo grugnì, e tornò a pulire i bicchieri.
-Piano con le confidenze, ragazzino. Vi sopporto solo perché le vostre feste mi portano un sacco di galeoni.
Frannie e Margaret continuavano a fissarlo, certe che avesse un volto familiare.
-Finalmente!
Tuonò Lee, manovrando un cavo in modo piuttosto goffo.
-Si era detto alle otto meno cinque!
-Le signore si sono fatte aspettare...
Si giustificò Fred, guardandole di sottecchi.
-Colpa di quel damerino di Edmund.
Sospirò Frannie alzando le spalle. Margaret si immusonì. In breve, Fred George e Lee ebbero finito di sistemare lo stereo e iniziarono ad allestire il banco scommesse. La vicinanza con la finale si faceva sentire. Margaret e Frannie sistemavano i tavoli in modo che si disponessero lasciando un vuoto abbastanza ampio sul fondo della sala, per lasciare spazio a chi volesse ballare. Passò circa un'ora di lavoro intenso, erano tutti indaffarati. Tutti tranne Aberforth, che fissava il lavandino del bancone con aria annoiata.
-Come puoi permettere che venga con lui? È troppo piccola! Se ci scoprissero...
Borbottava Mag, mentre trasfigurava una sedia in una panca da tre posti.
-Saremmo nei guai comunque!
-Avevamo deciso dal quinto anno in su!
-Beh, ormai è fatta, no?
-Immagino di sì.
Frannie tentava di dare un effetto strobo al lampadario, con scarso successo.
-Hans viene, giusto?
-Sì, certo! Non so a che ora, aveva gli allenamenti, deve cenare, cambiarsi... ma viene. Me lo ha promesso.
-Vi ho visti un po' strani ultimamente.
Commentò Frannie, che era riuscita sinora a far lampeggiare pigramente due candele su otto.
-Siamo entrambi stressati, ma non è niente di cui preoccuparsi. È un momento no, ci passerà.
-Se lo dici tu...
In quel momento arrivarono Fred e George, con due bicchieri in mano.
-Pausa, ragazze?
Le due accettarono di buon grado.
-Burrobirra?
-Sì, ve la siete meritata!
Risero, mentre le ragazze alzavano i bicchieri in un brindisi simbolico. Frannie si portò il liquido alla bocca e bagnò le labbra di schiuma.
-Quanto ho bisogno di questa festa ragazzi... non ne avete idea!
Margaret sospirò.
-Già, anche io devo ammettere che ci voleva proprio!
-Vi faremo rilassare per bene, ragazze! Garantito!
Esclamò Fred, spazzolandosi i capelli con la mano.
-Puoi dirlo forte, fratello! Sarà una festa fighissima!
-Avete finito di cazzeggiare voi due? C'è chi si sta dando da fare, qui!
Gridò loro Jordan, con un bicchiere mezzo vuoto appoggiato sul tavolo, mentre ricontrollava la lista degli invitati. Fred e George sospirano e lo raggiunsero. Uno dei due commentò, poco convinto
-Due sotto i quindici anni? Chi ha dato l'autorizzazione?
-Ah, non di certo io!
Sussurrò Margaret, in modo che solo Frannie la sentisse.
-Andiamo Fred, sono accompagnate! Mi dispiaceva dire di no!
Tentò di giustificarsi Lee, alzando le braccia a mo' di schermo.
-Sappiamo di Bell, l'altra chi è?
Chiese Frannie avvicinandosi per vedere meglio.
-Daphne Greengrass.
Rispose George guardando la lista. La ragazza rimase di sasso.
-Cosa?! E con chi viene?!
Lui tornò con gli occhi sul foglio e impallidì leggermente.
-Sai che ti dico, Firwood? Non è così importante...
Lei saltò in avanti e gli strappò la pergamena da davanti al naso.
Tony McMartian +1 (D. Greengrass)
-Quell'essere! Ha solo tredici anni! Come vi è venuto in mente di accettarla????
-Beh, ormai è fatta, no?
Le disse Margaret alzando le spalle, con un sorriso malefico.
-Oh, taci! È una cosa diversa! Lei è... è più piccola.
-Certo, è una cosa diversa, come no...
Quello diventò il loro nuovo argomento: le ospiti indesiderate. Quando il lampadario ormai aveva assunto un aspetto quasi decente, la ragazza borbottò per l'ennesima volta
-Anche con me è venuto a una festa. Si possono portare anche gli amici alle feste. È tutto qui. Non è vero, Mag?
Lei sbadigliò, e annuì distrattamente.
-Certo Frannie, come vuoi tu.
L'altra sbuffò e le lanciò un'occhiataccia.
-Non sei di grande aiuto, sai?

Poco più tardi a Hogwarts, Edmund aspettava davanti al quadro della Signora Grassa. Non c'era stato spesso, prima, e non era tra i quadri che gli stavano più simpatici. Per sua fortuna, non faceva molto caso a lui. Non sembrava aver molta voglia di fare conversazione, era troppo impegnata a leggere quello che sembrava uno spartito e a sorseggiare del vino da un calice.
"È in ritardo."
Pensò Edmund, tamburellando le dita sul muro. In realtà non aveva molta voglia di andare alla festa in sua compagnia, però non poteva certo continuare a ignorarla per sempre. Del resto, si stavano frequentando. Era giusto che la accontentasse ogni tanto. Quando il quadro si aprì, lei uscì tutta ammantellata, come anche lui. Non potevano farsi vedere vestiti a festa. Edmund notò subito che era la prima volta che la vedeva senza coda di cavallo. I capelli erano mossi, con la riga da un lato. Sorrideva ed era più carina del solito.
-Sei in ritardo.
Il suo sorriso si spense leggermente.
-Scusa.
-Non fa niente. La festa aspetta.
La ragazza si sporse leggermente in avanti.
-Posso...?
Lui si guardò intorno velocemente. Erano soli. Le diede un rapido bacio sulle labbra.
-Andiamo.
Camminavano svelti uno accanto all'altro, non senza un po' di imbarazzo.
-Sono contenta che mi abbia detto di venire con te! Non sono mai stata a una festa così! Fred e George ne parlano continuamente!
-Già... immagino.
-Pensavo che ci saresti andato con le tue amiche. Ce le hai sempre intorno...
-Sono mie amiche. È normale che mi stiano intorno.
-Sai, a volte...
-Se vuoi chiedermi di stare lontano dalle mie amiche perché non ti piace che passi tanto tempo con loro ti dico già che la risposta sarà no.
-A te non darebbe fastidio se io stessi tutto il tempo con Fred e George?
-No, per niente.
Rispose lui alzando le spalle. Lei sbuffò.
-Sono contenta che vengano, però. Le tue amiche. Alicia Spinnett mi sta chiedendo di presentarle Firwood da quando ha saputo che...
-Hai detto ad Alicia Spinnet che stiamo uscendo?
Lei tentennò.
-Bah, lasciamo stare. Dopo oggi lo saprà tutta la scuola.
-Si può sapere perché ti dà così fastidio che qualcuno sappia che usciamo insieme?
-Sono un tipo discreto.
-A volte sembra quasi che ti vergogni di me.
Lui si fermò un attimo.
-Io non mi vergogno di te. Sei carina. E sveglia. E brava a Quidditch. E quando perderai la finale e verrai a piangere da me proverò a sopportarti.
Rispose con un sorriso sghembo.
-Sì, ti piacerebbe!
Replicò lei, dandogli una gomitata sul fianco.
-Alicia Spinnet, eh? Interessante...
Quando finalmente arrivarono, molti erano già lì. La prima cosa che videro entrando nel pub, fu per entrambi Margaret e Hans che si davano un bacio al centro della pista. Entrambi distolsero subito lo sguardo. A Edmund sembrò di vedere con la coda dell'occhio un lampo di trionfo nello sguardo della sua accompagnatrice, ma si disse di essersi sbagliato. Lee Jordan era dietro il bancone, ancora trafficando con lo stereo. Per la sala rimbombavano le note di I'm your love tonight, di Witney Houston. In un attimo Fred e George furono accanto a loro, sfilando i loro mantelli.
-Benvenuti, ragazzi! Mettetevi comodi!
Edmund si lisciò la camicia verde acqua, mentre portavano via il suo mantello. Aveva dei pantaloni bianchi candidi e delle scarpe abbinate. Katie invece gridava Grifondoro in ogni dettaglio. Una tuta elegante rosso fuoco, che scendeva aderente ma con le maniche sfasate. Il sorriso era luminoso. Margaret, appena separata dal bacio, li guardava con un'espressione indecifrabile. Come si accorse che lei la vedeva, sorrise.
-Ed, ciao!
Salutò sbracciandosi e tentando di sembrare naturale. Anche il suo compagno li vide, e la strinse in vita. Si avvicinarono per salutarsi. Edmund presentò Katie agli altri due, che li salutò smagliante.
-Frannie dov'è?
Chiese il ragazzo, guardando Katie complice.
-Penso sia con Jasmine a bere qualcosa!
Rispose Margaret alzando le spalle. Infatti, guardando verso il bancone, la videro. Non aveva un'aria delle migliori. Jasmine le sorrideva rincuorante, dandole alcune pacche sulla spalla. Aveva tre bicchieri vuoti davanti. Edmund scosse la testa. La avrebbe salutata più tardi. Frannie depressa sapeva essere davvero una piaga.
-Vi porto da bere?
Chiese Hans, sorridendo in modo mellifluo, o almeno così gli sembrò.
-Un whisky incendiario, magari.
Gli disse Margaret guardandolo rapita.
-Due!
Esclamò Edmund, che si era appena accorto di quanto desiderava bere qualcosa in quel momento.
-Una burrobirra, grazie...
Disse Katie, sorridendo timidamente. Quando se ne andò, Edmund e Margaret si guardarono con orgoglio, ognuno sicuro nella fortezza d'animo del proprio accompagnatore. Erano di fronte ma si sentivano lontani mille miglia, anche se avevano entrambi una disperata voglia di avvicinarsi.
-Edmund! Sei arrivato anche tu!
Esclamò Laetitia, apparendo dietro le loro spalle e spezzando quel momento imbarazzante che da Katie era rimasto inosservato. Aveva un vestitino blu notte senza maniche e i capelli raccolti in uno chignon. Eccezionalmente, non portava gli occhiali.
-Avete già bevuto qualcosa?
-Hans ci sta portando qualche bicchiere!
In quel momento, Katie vide Alicia parlare con Jordan vicino al banco scommesse. La indicò al ragazzo, che annuì. Si dileguò tra la folla per raggiungerla.
-Perché sta così?
Chiese Edmund, guardando verso Frannie. Laetitia sospirò e Margaret scosse la testa.
-McMartian porta la Greengrass. Sono in lista.
Lui si morse le labbra.
-A questo proposito potrei avere una soluzione...
Raccontò alle amiche che cosa aveva detto Katie in suo proposito poco tempo prima.
-Quindi Alicia Spinnet è lesbica?
Chiese Laetitia, incredula. Lui alzò le spalle.
-Evidentemente!
-Speriamo che le piaccia, così si consola un po'.
Mormorò Margaret, guardandola in lontananza. Ora c'era uno dei gemelli Weasley a farle compagnia.
-Ma sì, secondo me ci può stare!
Rispose Edmund, speranzoso. Quando tornò Hans coi bicchieri, diede a Laets quello di Katie, che ancora non era tornata. Intanto la canzone era finita, e lo stereo era passato per mano di Lee Jordan a un disco remix del Ceppo Ghignante.
-Un whisky per la mia amica!
Esclamò George, sedendosi accanto a Frannie. L'uomo sbuffò e ne preparò un altro.
-Sono già a quattro, Freddie.
Lui le passò le dita tra i capelli.
-In realtà sono George.
-Oh... scusa.
Lui rise.
-Ti perdono solo perché hai bevuto, distinguerci è più difficile.
-Tu non bevi?
-Per ora ho già dato.
Lei alzò la testa dai bicchieri vuoti e lo guardò negli occhi. Il ragazzo aspettò qualche istante e si corresse all'istante.
-No, scherzavo, fanne due.
L'uomo, che stava portando il bicchiere, imprecò e tornò indietro.
-Ti capisco. Fred si è messo a provarci con Angelina, mi sto annoiando.
Le disse, mordendosi il labbro. Lei sorrise debolmente.
-Facciamo una scommessa?
Chiese, alzando un sopracciglio. Il ragazzo le batté una mano sulla schiena.
-Questo sì che mi piace! Vuoi perdere rovinosamente scommettendo sulla tua casa per la finale?
-Sarebbe sparare sulla croce rossa, dato che vinceremo. Scommettiamo... su chi finirà con la ragazza più carina stasera!
Lui sgranò gli occhi, poi sorrise malevolo.
-Preparati a soccombere!
I bicchieri arrivarono, e i due li mandarono giù in un sorso.
-Che vinca il migliore.
-Che vinca il migliore!
Frannie fece cadere un galeone sul palmo del barista, e si alzò. Peter e Cedric Diggory chiacchieravano animatamente a un tavolo, Laetitia li ascoltava con interesse. Aurora e Philip ballavano sulle note di Take my breath away. Alicia Spinnet e Katie Bell parlavano tra loro fittamente, si accorse che la stavano fissando. Flint e Hans ridevano in un angolo, Marcus doveva aver detto una battuta molto divertente. Un tavolo catalizzò la sua attenzione. Edmund, Margaret, Jasmine e Aladdin sedevano e parlavano all'angolo opposto della sala. Si avvicinò barcollante.
-Ehi, Fran! Che aria fresca!
Ridacchiò Edmund, appellandole una sedia.
-Ho bevuto cinque whisky incendiari.
Borbottò con la bocca impastata. Margaret, che le stava porgendo il suo bicchiere per farle assaggiare la birra, lo ritrasse all'istante con disappunto. Jasmine scosse la testa.
-Wow.
Commentò Aladdin, aggrottando le sopracciglia,
-Di già?
-Ho fatto una scommessa con George.
Continuò, senza considerarli.
-Ho scommesso che mi sarei presa una ragazza più carina di lui stasera. Ah! Non sa con chi ha a che fare.
Aladdin e Jasmine si scambiarono uno sguardo preoccupato, mentre Edmund esultò internamente.
-Come va ragazzi?
Arrivò una voce dietro di loro, e Peter Pevensie posò le mani sulle spalle del fratello. Fred e Angelina ballavano scatenati una cover delle Sorelle Stravagarie di Un calderone pieno di dolce amor bollente decisamente più spinta dell'originale. Edmund guardò in su terrorizzato. L'ultima festa alla Testa di Porco per i due non era finita bene.
-Tutto bene, niente di nuovo!
Rispose Margaret, invitandolo ad accomodarsi.
-Burrobirra amico?
Chiese Aladdin, passandogli il boccale.
-No grazie, credo che mi andrò a prendere io un bicchiere! Qualcuno vuole altro?
-Un bicchiere di idromele, se non ti dispiace.
Rispose Mag grata che per ora non ci fossero contrasti. Ogni tanto guardava verso Hans. Sembrava tranquillo. Per ora si prospettava una bella serata.
-Ed?
Continuò il ragazzo, forse per fargli capire che per lui andava bene. Comunque lui rispose
-Per ora sono a posto, grazie!
-Non vuoi far vedere alla tua donna che non reggi proprio, eh?
Scherzò il fratello scompigliandogli i capelli.
-Non è la mia donna.
Borbottò arrossendo leggermente. Mentre Peter con un ghigno si allontanava a prendere da bere, Aladdin esclamò
-Ma che cavolo sta facendo?
Con un tono talmente sconvolto che tutti si voltarono di scatto. George Weasley si era avvicinato a Esmeralda, le parlava con aria ammiccante.
-Se porta a casa lei hai perso in partenza!
Esclamò Edmund ridendo.
-Figuriamoci!
Mormorò Frannie alzando le spalle. Qualche passo dietro di loro Phoebus guardava la scena con finto disinteresse mentre parlava con Oliver Baston. Sapeva che la fidanzata se la sarebbe cavata comunque. Il gruppetto osservò come George parlava cercando di farla ridere. Doveva aver bevuto troppo perché lei non sembrava divertirsi granché, e di solito i gemelli erano esilaranti. A un certo punto accadde quello che tutti si aspettavano. Lui doveva aver detto qualcosa di troppo. Lei fece una smorfia offesa e poi accadde tutto incredibilmente in fretta. La ragazza alzò la mano in aria e si udì uno schiocco così forte che per un istante superò la musica. Il ragazzo si massaggiava la guancia, dolorante.
-Vai forte eh Georgie?
Gridò Frannie, ridendo a crepapelle e lui la mandò al diavolo. Anche Phoebus rideva, e mandò in lontananza un bacio alla fidanzata, che gli sorrise. In quel momento la porta si aprì un'altra volta e Tony fece la sua entrata, seguito da Daphne Greengrass. Si tenevano per mano.
-Vado a prendere da bere.
Ringhiò Frannie alzandosi. Edmund alzò gli occhi al cielo.
-Insopportabile, eh?
Disse Jasmine, giocherellando col bicchiere vuoto.
-Visto che roba George Weasley?
Peter era tornato coi bicchieri e si sedette tra Edmund e Margaret. Loro risero nuovamente di gusto.
-Ma cosa ha nel cervello?
Chiese Margaret scuotendo la testa.
-Conosco Esmeralda, è nella mia casa. Come ho visto George avvicinarsi in quel modo ho capito subito che era aria di guai.
Commentò Aladdin con un sorriso.
-E dire che mi stavo quasi per perdere la scena!
Esclamò Peter mandando giù un sorso. In quel momento, anche lei gasata dalla scena, si avvicinò Katie con aria allegra. Vedendo che non c'erano più sedie disponibili, prima che lui potesse dire qualcosa, si sedette in grembo a Edmund. Lui fece una smorfia indecifrabile.
-Tu devi essere Katie! Molto piacere! Sono Peter!
Lei gli strinse la mano entusiasta.
-Peter Pevensie, caposcuola! Andrai a denunciarci tutti a Silente?
Scherzò la ragazza. Margaret alzò il sopracciglio. Non le era sembrata una battuta divertente. Edmund le sussurrò qualcosa all'orecchio e lei annuì. Margaret vide che Hans aveva finito di parlare con Flint e si alzò, portandosi dietro il bicchiere.
-Come va la festa?
Chiese, avvicinandosi al ragazzo. Lui le sorrise. Intanto era iniziata una nuova canzone.
 
"I want to break free
I want to break free
I want to break free from your lies
You're so self satisfied I don't need you
I've got to break free
God knows, God knows I want to break free"
 
-Benissimo. E ora che ci sei tu, ancora meglio.
Le disse, spostandole i capelli da davanti al volto. Lei arrossì.
-Sono contenta che siamo venuti insieme alla festa. Ultimamente ci siamo un po' lasciati andare.
-Beh, è colpa tua se siamo stati meno vicini ultimamente. Però sì, sono contento anch'io. Tutto perdonato.
Le diede un bacio in fronte e poi uno sulle labbra. Lei non era sicura che fosse veramente colpa sua, ma a ripensarci era stata davvero occupata nell'ultimo periodo. Ci sarebbe stata più attenta, non voleva rovinare la relazione così.
-Andiamo a ballare?
Gli chiese, sorridendo speranzosa. Lui la guardò per un attimo soppesando una risposta. Le prese la mano.
-Sì.
 
"I've fallen in love
I've fallen in love for the first time
And this time I know it's for real
I've fallen in love, yeah
God knows, God knows I've fallen in love"
 
Al tavolo Jasmine guardava il ragazzo, persa nei suoi pensieri. Lo guardava ridere con Peter, bere un poco alla volta. Muoversi.
-Resta così.
Sussurrò, quasi impercettibile. Lui si girò, ancora nel mezzo della conversazione.
-Hai detto qualcosa?
-Resta così. Per sempre. Quando saremo tornati, quando saremo in mezzo a persone noiose, a fare cose noiose... resta così. Io ti amo così.
Peter tossicchiò imbarazzato.
-Non sarà mai noioso sinché sarò con te. Non esiste noia insieme a te.
Le disse, dandole un bacio sulla guancia. Le passò un braccio intorno alle spalle, lei gli posò una mano sulla gamba, e tornarono a guardare l'altro, che sinora aveva fissato il bicchiere vuoto a disagio.
-Dove eravamo?
 
"It's strange but it's true
I can't get over the way you love me like you do
But I have to be sure
When I walk out that door
Oh how I want to be free, baby
Oh how I want to be free
Oh how I want to break free"
 
-Che hai, Ed? Qualcosa non va?
Solo sentendo quelle parole Edmund si ricordò di averla in grembo. Non riusciva proprio a raccapezzarsi sul perché non era felice in quel momento. Continuava a fissare Margaret e Hans, ora stavano ballando in mezzo alla pista. Sembravano divertirsi.
-Non è nulla. È l'alcool. Non ho mangiato quasi niente a pranzo, ho mal di stomaco.
-Vuoi che torniamo al castello?
Lui non voleva tornare al castello. Ma non voleva neanche stare con Katie. Quello che voleva era rovesciare il tavolo, rompere tutti i bicchieri, saltare in mezzo alla sala e...
-Ed? Sto iniziando a preoccuparmi.
-Non voglio tornare al castello. Voglio un altro bicchiere.
-Ma hai appena detto...
-So cosa ho detto.
 
"But life still goes on
I can't get used to living without,
Living without
Living without you by my side
I don't want to live alone, hey
God knows, got to make it on my own"
 
Frannie si mordeva il labbro e guardava in direzione di Tony e Daphne. Lui la aveva salutata e lei aveva risposto meglio che poteva. Aveva cercato di sembrare entusiasta per l'amico e sembrava di esserci riuscita abbastanza bene. Ma ora non ce la faceva più. Aveva nausea, non aveva cenato. Tony si sporse verso la ragazza di fronte a lui. Vide lei che spalancava gli occhi un istante. Si baciarono, prima dolcemente, poi più a fondo. Separandosi sorridevano. Lui si alzò, probabilmente andava a prendere da bere. Lei non riusciva comunque a staccargli gli occhi di dosso. Sputò per terra. La vide alzarsi, Tony la stava chiamando, forse per bere qualcosa al banco.
-Impedimenta.
Sussurrò insieme a uno schiocco di dita, e lei inciampò cadendo a faccia in terra. Frannie ridacchiò coprendosi la bocca con la mano. Quando lui anziché deriderla corse in avanti per aiutarla amorevole, si diede dell'idiota.
 
"So baby can't you see
I've got to break free
I've got to break free
I want to break free, yeah
I want, I want, I want, I want to break free"
 
Hans e Margaret si separarono. Edmund col bicchiere in mano si diresse verso la pista. Jasmine raggiunse gli amici, dopo aver salutato il ragazzo con un bacio sulla nuca. Frannie si alzò, ancora maledicendosi, buttandosi nella mischia insieme agli altri.
-Divertiamoci, vi prego.
La canzone finì.
 
Fred e George passavano di là, con un vassoio di burrobirre in mano.
-Qualcuno vuole favorire?
Frannie ne afferrò una e iniziò a bere avidamente.
-Come va la scommessa?
Lui sbuffò.
-Insomma. A te?
-Insomma.
-Abbiamo visto la tua performance, George!
Rise Edmund battendogli una mano sulla spalla. Lui scosse la testa contrariato, il fratello sghignazzava senza ritegno.
-Esmeralda. Ma come ti è venuto in mente?
Chiese Margaret guardandolo comprensiva.
-Beh, mi avrebbe fatto vincere!
-Sì, nei tuoi sogni!
Esclamò Fred, dandogli una gomitata.
-Ehi! Tu da che parte stai?
-Dalla parte del buon senso!
Jasmine fece una sonora risata.
-Ah! E da quando?
-Molto divertente, Amyratun.
Rispose lui, guardandola scontroso. L'istante dopo scoppiò a ridere.
-Ci vediamo, ragazzi! Abbiamo ancora un sacco di ospiti da servire!
I due si allontanarono ridendo e parlando tra loro, sulle note ardenti di Do the Hippogriff. In quel momento, Esmeralda si mise a ballare.
-Non è possibile.
Mormorò Frannie, smettendo di colpo di scatenarsi. Restò immobile, fissando il punto in cui la ragazza si muoveva. Sembrava che fosse la musica a seguire i suoi passi, e non il contrario.
-Perché quelli che mi piacciono sono tutti impegnati?
Mormorò sospirando. La gonna rossa di Esmeralda volteggiava per la pista. Sembrava esistesse solo lei. I suoi occhi brillavano come fari. Margaret guardandosi intorno vide che l'amica non era l'unica colpita da quell'esibizione. Tanti ragazzi, quasi tutti, e anche qualche ragazza fissavano la danzatrice, rapiti. A dire il vero gli unici maschi che non sembravano minimamente scalfiti dalla scena erano Tony, che guardava la gamba un po' graffiata della ragazza in modo apprensivo; Philip, che fissava Aurora come se non esistesse nient'altro da nessuna parte del mondo; Aladdin, che beveva in pace la sua birra parlando con Baston con aria annoiata; infine Edmund, che era corso da Katie per dirle qualcosa che sembrava molto importante. Lei si alzò e andò da Alicia, che si godeva invece la scena con grande attenzione. Le si accostò e le sussurrò qualcosa all'orecchio. La vide scuotersi dai suoi pensieri e sorridere, guardando nella loro direzione. Si avvicinò. Margaret capendo la scena decise di dare una mano, prese Jasmine per un braccio e raggiunse Edmund, che era tornato al tavolo. Frannie era ancora ferma, che fissava Esmeralda. Pensava di poter morire in quel momento. Tony McMartian era più lontano che mai. Sentì una mano che le sfiorava la spalla. A malincuore, si voltò.
-Ciao.
Era una ragazza del quinto anno, Grifondoro. Giocava come cacciatrice, ma ora il nome non le veniva alla mente.
-Ciao.
Lei si sporse verso di lei e le scostò i capelli dall'orecchio.
-Bevi qualcosa?
Il soffio sull'orecchio le diede un brivido.
-Tutto quello che vuoi.
Rispose, non aspettava altro. La prese per un braccio e andarono al bancone.
-Due assenzi.
Chiese Frannie, mettendo mano alla borsa.
-Ehi, ehi, ehi! Offro io.
Le disse la ragazza, fermandole la mano in tempo.
-Dammi la soddisfazione di offrirti da bere, prima di passare a qualcosa di meglio.
Le fece l'occhiolino. L'altra alzò il sopracciglio e ghignò.
-Qualcosa di meglio, huh? Hai tutta la mia attenzione.
La guardò più attentamente. Aveva una coda alta, e un trucco leggero. Una canottiera rossa piacevolmente scollata e una gonna nera aderente. Fece una smorfia di approvazione.
-Alle belle ragazze, allora.
Disse, alzando il bicchiere.
-A te, quindi!

Intanto, Edmund e Margaret erano rimasti soli al tavolo. Lui sospirò.
-Non hai bevuto niente oggi.
Disse l'amica, guardandolo dubbiosa.
-Non ho tanta voglia.
Rispose, alzando le spalle.
-Non sono arrabbiata. Non fa niente se non mi hai detto che uscivi con lei. Sono affari tuoi, dopotutto.
-Grazie. Pensavo...
Edmund alzò lo sguardo e la fissò negli occhi un istante, per poi riabbassarlo.
-Avevi ragione a dire che è troppo piccola, prima. È stata lei a voler venire. Io non la avrei portata.
Credo che stiamo correndo troppo.
-A volte sembra che ti vergogni di lei.
Il ragazzo sorrise amaramente.
-Sei la seconda persona che me lo dice oggi.
-Ed è vero?
-No. Lei mi piace.
La frase arrivò a Margaret come una scudisciata.
-Anche a me Hans piace.
Disse senza pensarci, o forse pensando a voce alta.
-Lo so.
-Sono contenta che ci sia questa festa. Ogni tanto ci vuole... sai, staccare la spina.
-Break free.
-Sì, esatto.
Margaret gettò la testa all'indietro, sospirando. Ascoltava la canzone.
-E ci stai riuscendo?
-A fare cosa?
-A staccare la spina.
-Diciamo che sono sulla buona strada.
-Ora che ci penso potrei anche farmelo un altro bicchiere. Solo uno. Ti va?
Lei sorrise e annuì.
-Certo. Fai tu!
Il ragazzo si alzò, le posò una mano sulla spalla e la strinse.
-Stai qui.
-Dove vuoi che vada?
Rispose lei ridendo. Ma quell'attimo di pace durò poco. Appena lui si allontanò, Hans si sedette al suo posto, accanto alla ragazza.
-Serata agitata eh?
Chiese, sorridendo malizioso. Intorno a loro quasi tutti ballavano. Molte coppie si stavano baciando, Lee Jordan ballava su un tavolo senza camicia con Cedric Diggory che rideva e gli
lanciava quelli che sembravano zellini. Mentre Edmund veniva servito si voltò, e notò con disappunto che Margaret aveva visite. Anche lui venne subito intercettato. Katie ridacchiava, gli stampò un bacio sulle labbra dal sapore alcolico.
-Non avrai bevuto troppo?
Lei sbuffò e gli diede un colpetto.
-Più di te sicuramente, signorino perfettino!
-Riprenditi, per favore! Hai tredici anni!
-Ne ho quattordici e mezzo!
Lui si batté la mano sulla fronte.
-Dove ho sbagliato?
Intanto Frannie aveva posato il bicchiere sul banco con un po' troppa forza, qualche schizzo era volato fuori. Il barista grugnì. La ragazza iniziava a vederci male, e sentiva caldo. Alicia la guardò
ridacchiando.
-Certo che ti sei conciata proprio male stase...
Le prese il volto tra le mani e la baciò. I rossetti si mischiarono e sentì in bocca altro sapore di whisky incendiario. Al tavolo, qualche metro più in là, anche Margaret si era dimenticata di tutto il resto. Hans si era avvicinato a lei e aveva posato le labbra sulle sue. Sentiva il suo profumo, la sua mano tra i capelli. Neanche si accorse che la porta si apriva un'ennesima volta. Un uomo alto e molto anziano si aggirava tra i tavoli con aria serena. Sembrava un sortilegio, nessuno fece caso a lui. Oltrepassò le coppie che si baciavano, e passò tra i ragazzi che danzavano. Tirò persino, ridacchiando, uno zellino allo spogliarello di Lee Jordan. Si avvicinò al bancone, Fred aveva preso il posto dell'amico alla console. Il vecchio mago si sporse al lato del bancone in cui stava il deejay e gli batté la mano sulla spalla. Fred Weasley si voltò a guardarlo e come lo vide spalancò la bocca senza emettere suono.
-Sei tu che metti musica qui? Hai anche quella babbana?
Chiese sorridendo sornione. Il ragazzo annuì. Il mago si sfregò le mani.
-Bene, bene, bene. Potresti mettermi "Un austriaco felice?" avevo il vinile un tempo, ma non ricordo più dove l'ho messo. Ho una testa a volte...
Fred annuì di nuovo. Borbottò un incantesimo per far partire la canzone.
Oh, ciao Ab! La serata va forte, eh?
Il banconista alzò le spalle in risposta.
 
"Un austriaco felice
sulla cima del monte
quando vede un cuculo
lui lo imita così:
jo la li
jollala li alli olla la cucù,
jollala li alli olla la cucù,
jollala li alli olla la cucù,
jollala li alli oh."
 
Nel sentire quella canzone così bizzarra, quasi tutti si voltarono verso la fonte, pensando a uno scherzo dei gemelli. Una ragazza urlò. Più di un bicchiere volò in terra. Lee Jordan strillando saltò giù dal tavolo, tentando disperatamente di rimettersi la camicia.
-Bella festa, eh?
A sentire la voce di Albus Silente, Margaret e Hans interruppero il bacio. La ragazza avvampò e squittì sommessamente. Si chiese se il preside la avesse già vista e meditò l'eventualità di trasfigurarsi in qualcosa per nascondersi. In una papaya, per esempio. Edmund si congelò sul posto. Tutto quello a cui riusciva a pensare era Katie. Era così piccola. Aveva bevuto. Lui la aveva portata lì. Questi erano guai grossi. Dalla faccia anche Tony pareva star pensando lo stesso, ma aveva una faccia meno arrabbiata e più colpevole: al contrario dell'altro era stato lui a insistere perché la ragazza andasse lì. Frannie era quasi completamente fuori, ma capì comunque che qualcosa non andava. Si grattava la testa con aria meditabonda. Alicia le stringeva la mano, non le faceva male solo perché aveva bevuto troppo e aveva tutte le sensazioni attutite. Peter aveva un'espressione assolutamente mortificata, Laetitia, paonazza, era sull'orlo del pianto. I più padroni di sé sembravano Phoebus ed Esmeralda, che guardavano il preside con presunta nonchalance. Probabilmente, pensò Edmund, era per via della maggiore età. Silente bevve in silenzio un bicchiere di idromele barricato, lasciando sul banco tre falci. Lo posò dopo un lungo sospiro soddisfatto. Attraversò nuovamente a gran passi la sala, fermandosi un attimo prima di uscire, dicendo a gran voce, sempre con tono pacato:
-Domani alle nove in Sala Grande discuteremo della vostra punizione. Buona notte.
Quando fu fuori, silenzio. La canzone riecheggiò sino alla fine. I ragazzi si guardavano agghiacciati, senza sapere cosa dire. A terra era pieno di cocci di vetro e alcool.
 
"jo la li
jollala li alli olla la cucù,
jollala li alli olla la cucù,
jollala li alli olla la cucù,
jollala li alli oh."
 
La musica si spense. Fred zittì lo stereo con un colpo di bacchetta.
-Cazzo...
Sussurrò George.
-Cazzo.
Disse Cedric.
-Cazzo!
Sbottò Edmund. Katie alzò gli occhi al cielo.
-Cazzo, cazzo, cazzo! Te lo avevo detto! Ti avevo detto che sarebbe stata una pessima idea!
-Secondo te se non ci fossi stata io non si sarebbe arrabbiato?
Rispose Katie, secca.
-Ma non capisci cazzo? Hai quattordici anni! Hai idea di cosa può significare? Avevamo detto studenti dal quinto anno! Quinto anno! Daphne, sentendosi presa in causa, gemette. Frannie, che non capiva molto, pensò che era cosa buona. Tony si alzò in piedi e fece un passo in direzione di Edmund.
-Chiudi quella bocca, Pevensie. Le stai spaventando.
-Beh, dovevano pensarci prima di venire qui, che dici?
Rispose l'altro, alzandosi a sua volta. Tony fece un altro passo verso di lui.
-Non provare a dare la colpa a loro, tu...
-Ehi, ehi, ehi. Tutto ok?
Intervenne Peter, mettendo una mano sulla spalla del compagno di casa, fermandolo. Aurora, dalle retrovie, diede un colpetto di incoraggiamento al fidanzato.
-C'è qualche problema?
Chiese Philip, infilandosi tra i due. I due ragazzi si guardarono ancora un po' in cagnesco, poi Tony sollevò la bacchetta. In un lampo i due Pevensie e Philip estrassero le loro. McMartian sollevò il sopracciglio.
-Accio mantelli.
Disse, afferrando al volo il suo e quello della compagna.
-Ci vediamo domani.
Abbaiò, uscendo dalla sala col volto scuro. Gli altri presenti tirarono un sospiro di sollievo.
-Beh? Che ci fate lì impalati? Si sgombera!
Tuonò Esmeralda, facendo tornare con la bacchetta il lampadario in condizioni normali.
-Però.
Balbettò Frannie, con la bocca impastata dall'alcool,
-Certo che ci assomigli tu a Silente, eh?
Chiese, rivolta al barista. Poi scoppiò a ridere. Jasmine sospirò e scosse la testa.
-Dici che ha visto che stavamo...
Sussurrò Alicia terrorizzata.
-Non so, è possibile.
-E dici che gli sta bene? Cioè, noi...
-Quante volte devo continuare a ripeterlo in questa scuola? Silente è gay! È gay! Ma la leggete la
Gazzetta del profeta?
Edmund sospirò e la guardò con disapprovazione. Laetitia scosse la testa. Margaret neanche la sentì, era troppo impegnata a cercare di entrare in contatto con Hans dopo quello che era successo.
-Ci ha visti vero?
Gemette, cercando di toccargli il braccio. Lui si ritrasse violentemente.
-Certo che ci ha visti, stupida! È colpa tua! Non toccarmi!
Laetitia tese l'orecchio dalla loro parte, e si voltò per guardarlo con odio.
-Hans, ma cosa ho...
-Non dobbiamo mai più fare cose del genere in pubblico, hai capito?
-Ma io...
-Non toccarmi ho detto! Me ne vado.
-Vado anch'io.
Sibilò Katie, lasciando il ragazzo da solo e uscendo nella notte. Lui non parve neanche sentirla. Margaret invece, cercava con tutte le forze di trattenere le lacrime.
-Mag, io...
Disse Laetitia avvicinandosi. Lei scosse la testa.
-Lascia stare. So già quello che vuoi dirmi. Non sono in vena.
-Cavolo, amica. Devi mollarlo.
Commentò biascicante Frannie. Il giorno dopo se ne sarebbe scordata. Cedric, Peter, Phoebus, Esmeralda e Philip rimisero a posto il locale in un attimo. Fred, George e Lee erano ancora troppo scioccati persino per fare battute. Quando ebbero finito, Aberforth li sbatté fuori, liquidandoli con un
-Cià.
Quando furono fuori, Esmeralda si avvicinò a Frannie, apprensiva.
-Tutto ok, tesoro? Ti ho vista giù di morale stasera.
-T… tesoro?
Balbettò Alicia a quelle parole, non gelosa ma sorpresa che una delle ragazze più desiderate della scuola si rivolgesse a lei in quel modo.
-Facciamo il turno di guardia assieme. È mia amica, sai?
Borbottò all'altra, spiegandole la situazione.
-Sto benissimo Esme, noooon preoccuparti. Sono un fioooorellino.
La mora scoppiò a ridere.
-Ah vedo, vedo!
Intanto Margaret camminava tra Laetitia e Aurora, che teneva Philip per mano dall'altro lato.
-Quel tonto non ti merita.
Mormorò Laetitia, indispettita.
-Laets, davvero, non sono in vena.
-Sono così contenta di averti regalato il roseto, Mag! Pensa che bel profumo avrà stanotte! Non è stupendo?
Chiese Aurora dolcemente, tentando di distrarla e rassicurarla. Mag non rispose, le importava molto poco della sua piantina, al momento.
Pochi passi dietro, Jasmine e Aladdin camminavano uno accanto all'altra. Lui le cingeva i fianchi col braccio.
-Cosa ci aspetta? Dici che scriveranno a papà?
Chiese preoccupata la ragazza.
-No, io non credo. Credo si accontenteranno di una punizione.
-Che figuraccia... ma come avrà fatto a scoprirlo?
Lui alzò le spalle,
-È Albus Silente, Jas. Lui non scopre le cose, le sa e basta!
Vicino a loro Edmund e Peter camminavano affiancati. Il Tassorosso strinse brevemente il braccio dell'altro in segno di conforto, aspettandosi una reazione sprezzante che però non arrivò. Il fratello invece si voltò verso di lui e lo guardò con preoccupazione.
-Mi dispiace. Sei il caposcuola... cosa dirà Percy Weasley?
-Chissenefrega di Percy Weasley! Tu piuttosto... mi sa che hai perso la fidanzata.
-Chissenefrega della fidanzata! Mi aveva già rotto in ogni caso.
Dietro di loro Lee, Fred e George arrancavano, dopo aver iniziato a processare quel che era successo. Parlavano fitto fitto e ogni tanto qualcuno cantava "jollala li alli olla la cucù, jollala li alli
oh."

Arrivati al castello, erano tutti troppo stanchi pure per salutarsi. La giornata successiva sarebbe stata molto, troppo lunga. E sarebbe iniziata presto, troppo presto. Quando le tre Serpeverde furono nel loro dormitorio, Miles dormiva immersa in una nube di profumo fortissimo. La piantina consolante di Aurora stava funzionando egregiamente. Dando una boccata a Margaret iniziarono a rigarsi finalmente le guance di lacrime.
-Oh, Mag...
Sussurrò Jasmine, accarezzandole i capelli.
-Mi dispiace.
Aggiunse Frannie, stringendole brevemente la mano. Neanche lei aveva una cera delle migliori.
-Anche a me Fran... davvero.
La ragazza alzò le spalle.
-Evidentemente vede in lei qualcosa che io non ho. Me ne farò una ragione... per ora. Non avranno vita lunga. Me lo sento.
Margaret e Jasmine avevano la sensazione che Frannie avrebbe detto la stessa cosa anche se Tony si fosse appena sposato, e si chiesero entrambe se nel suo intimo era davvero così fiduciosa. La risposta era no. Dentro era in pezzi.
Mag non sapeva cosa pensare. Aveva deluso Silente. Terribilmente. La aspettava una punizione. Probabilmente avrebbero scritto ai suoi genitori che aveva infranto tutte le regole di sicurezza. Sentiva ancora addosso il rifiuto di Hans sulla pelle, il suo sguardo schifato. E poi...
"-A volte sembra che ti vergogni di lei.
-Sei la seconda persona che me lo dice oggi.
-Ed è vero?
-No. Lei mi piace."
La ragazza serrò gli occhi e scosse la testa. Non era certo il momento di pensare a Edmund. C'erano già abbastanza cose per cui essere depressa, al momento.
 
*
 
Il giorno dopo, la sveglia arrivò troppo presto.
-Oh, merda.
Esclamò Frannie con la gola secca.
-Aguamenti.
Rantolò, e bevve un sorso d'acqua. Anche Jasmine e Margaret si stavano alzando.
-Mi sento una schifezza. Che è successo?
-Tony è venuto con Daphne alla festa. Hanno limonato.
-Questo me lo ricordo, grazie tante Jas.
-Ti sei fatta Alicia Spinnet.
La ragazza sorrise maliziosa.
-Ricordo anche questo.
-Tony e Edmund volevano picchiarsi.
-Cosa? E perché?!
L'altra alzò le spalle.
-Perché Silente ci ha beccati. Andiamo a colazione per ricevere la punizione.
-Silente cosa?!
Margaret scosse la testa. Dopo la dormita e grazie al profumo della rosa incantata si sentiva meglio.
-Per le mutande di Merlino Frannie, quanto hai bevuto?
-Ah Mag... non ne ho idea.
Le tre andarono in Sala Grande per la colazione, dopo essersi vestite e lavate in tutta fretta. Arrivarono alle nove meno cinque. Tutti i presenti alla festa erano già arrivati, persino Laetitia. Avevano un'aria sbattuta. Non c'erano altri nella Sala. Era domenica mattina, ed era presto. Hans era seduto in fondo al tavolo dei Serpeverde, con Flint. Salutò Margaret in modo freddo e sbrigativo. Edmund beveva del succo di zucca tranquillo. I suoi genitori non erano in condizioni di essere avvertiti, aveva meno da perdere rispetto agli altri. Videro Katie che gli lanciava occhiate di fuoco.
-Ben svegliate, principesse.
Commentò, sarcastico. Non avendo bevuto quasi nulla la notte prima ed era abbastanza fresco.
-Perché sembri più felice di quanto dovresti?
Chiese Jasmine, dopo aver mandato al ragazzo un bacio a distanza attraverso la Sala. Lui alzò le spalle.
-Mi sono liberato di Katie.
-Cosa?
Chiese Frannie a bocca aperta. Margaret sentì un bruciore dentro che non aveva niente a che vedere con il saluto di Hans di poco prima.
-Sì, beh, era ora direi.
Aggiunse, con una smorfia di disinteresse.
-Ho mal di testa.
Si lamentò Frannie, massaggiandosi le tempie. Afferrò una fetta di torta alla carota. Come vide i gemelli Weasley avanzare verso di loro, si illuminò.
-Ehi ragazzi! Avete ancora quelle caramelle per il post sbornia?
Tentò di articolare, ancora massaggiandosi la testa.
-Cavolo amica, sì!
Esclamò George guardandola preoccupata. Tirò fuori una caramellina verde da una scatolina e gliela passò.
-Se è una tuttiigusti al vomito ti strozzo, Weasley.
-Per chi mi hai preso?
Lei lo fulminò con lo sguardo.
-Ok, ok, ho capito! Non ha niente, mangiala pure!
Masticandola con calma, si sentì subito meglio. Sorrise.
-Grazie! Sto benissimo!
-Ovviamente. La abbiamo testata su noi stessi un miliardo di volte. Le prime dava un fastidioso prurito intimo.
Esclamò Fred, ridacchiando. In quel momento Silente entrò in Sala, e tutti si alzarono. Non aveva un aspetto arrabbiato. La attraversò.
-Bene, bene, bene. Tutti qui.
I ragazzi avanzarono e si disposero in ordine davanti al tavolo dei professori, che al momento era vuoto. Silente stava al suo solito scranno centrale.
-Ho parlato della vostra disavventura ai vostri capicasa.
La Sala intera fu percorsa da un brivido. I ragazzi si guardarono. I Tassorosso, paradossalmente, erano i più sconvolti. Sapevano di aver tradito la fiducia della Sprite, che gliene aveva sempre data tantissima. I Grifondoro e i Serpeverde erano terrorizzati. Non si sarebbe potuto dire quale tra Piton e la McGranitt sarebbe stato peggio, infuriato. I Corvonero tentavano di mantenere la calma.
Il mago continuò.
-Il professor Vitious e la professoressa Sprite,
Molti studenti spalancarono gli occhi, impauriti,
-Hanno convenuto come giusta conseguenza quella di togliere venti punti a testa dai propri studenti.
Un coro di "venti punti?" "a testa?" "ma sono moltissimi!" "non vinceremo mai più, è già fine anno!" "quando si recuperano questi?" si diffuse per tutta la Sala. Silente si schiarì la voce e si zittirono.
-La professoressa McGranitt e il professor Piton,
Disse pacatamente,
-Hanno considerato più istruttivo per voi l'assegno di una punizione pratica.
Tutti i Grifondoro e i Serpeverde deglutirono. Ovviamente i loro due capicasa, competitivi com'erano, non avrebbero mai accettato di perdere così tanti punti, e i ragazzi ne avrebbero pagato le conseguenze in chissà quale punizione alternativa. Perfetto.
-Greengrass e Bell.
Annunciò, a voce alta. Le due fecero un passo in avanti. Daphne, che stringeva la mano di Tony, dovette lasciarla. Frannie resistette all'impulso di lanciarle un'altra fattura.
-Potete andare.
-Co... cosa?
Balbettò Katie, incredula.
-Abbiamo ritenuto non fosse vostra responsabilità l'accaduto. Buon proseguimento di giornata.
Edmund le incenerì con lo sguardo mentre se ne andavano, Tony lo guardò alzando un sopracciglio.
-McMartian, Pevensie.
Peter fece un passo in avanti e Silente chiarì.
-Edmund Pevensie, Pevensie.
I due avanzarono, visibilmente preoccupati.
-A voi verranno tolti venti punti supplementari perché vi siete presi la responsabilità di portare fuori dal castello due ragazze più che minorenni. Tony sospirò. Il suo saldo ora contava meno quaranta punti. Sapeva di meritarlo. Si mise una mano sulla fronte. Edmund grugnì.
-Desideri dirmi qualcosa, Pevensie?
Per un attimo Margaret e Frannie temettero che avrebbe risposto "ha chiesto lei di venire" ma non accadde.
-No signore, niente.
Il mago abbassò la testa, aveva capito.
-Peter Pevensie, Moore, Kline.
Tony e Edmund tornarono nella fila, e i tre nominati avanzarono. Peter deglutì.
-Anche voi potete andare. Pevensie, a te i punti non verranno tolti. Moore, Kline, nessuna punizione vi aspetta.
Era chiaro che nessuno di loro si aspettava quella reazione. Non seppero cosa dire.
-Siete maggiorenni. Per quanto mi riguarda potete anche andare alla ricerca di Black per infilargli la bacchetta nel naso, per quanto lo ritenga un comportamento assai imbecille. Tuttavia qualcuno di voi non è un semplice studente, mi sbaglio?
Peter serrò le labbra.
-Pevensie. Sei sospeso per il resto dell'anno dal tuo incarico. A partire da domani. In questo momento, dato che sei ancora caposcuola, puoi decidere le sorti dei tuoi colleghi. Ne abbiamo diversi qui. Prefetti, avanti prego.
Philip, Cedric, Edmund e Frannie fecero un passo in avanti, guardando Peter.
-Puoi sollevare loro dall'incarico come sei stato sollevato tu. In caso contrario la tua verrà presa come assunzione diretta di ogni responsabilità e ne discuteremo insieme le conseguenze. Se invece li solleverai dall'incarico, perderai semplicemente la carica come premessp.
Lui ci pensò un attimo. Non ebbe neanche bisogno di voltarsi indietro.
-Mi assumo tutte le responsabilità.
Disse.
-Bene. Seguimi. Discuteremo nel dettaglio la tua punizione aggiuntiva in privato.
Disse, iniziando a scendere per i due scalini che separavano il tavolo dei professori dalla Sala.
-Quanto a voi... Tassorosso, Corvonero, tornate pure alle vostre stanze. I vostri punti sono già stati tolti. Grifondoro, Serpeverde, la vostra punizione vi aspetta da Hagrid.
-Tony, mi dispiace per i tuoi quaranta punti.
Sussurrò Frannie, mentre le due case fortunate andavano via insieme a Peter, Esmeralda e Phoebus.
-Non preoccuparti Fran, è giusto così.
Disse, cercando di sorridere. Si incupì di colpo.
-Anche se avrebbero dovuto togliere i punti anche a voi. O punizione o punti per tutti. È sleale farete un salto in avanti in classifica impressionante.
Frannie alzò le spalle, senza poter negare.
-Poco male. Almeno Daphne non ha avuto conseguenze. Ci vediamo a pranzo, Fran.
-Ci vediamo...
Edmund e Margaret la raggiunsero.
-Sai Frannie, ho sopportato poco tuo marito in questi giorni.
Sospirò il ragazzo, guardandosi le nocche in evidente difficoltà.
-Sì, me l'ha detto Mag stamattina. Io non ricordo un cavolo.
Margaret sospirò.
-Dai, andiamo da Hagrid. Prima iniziamo prima finiamo.
-Cavolo, venti punti a testa o punizione... non so cosa è peggio.
-Venti punti, credimi. Da chi li ha da scontare tutti e due. Ma se prendo quella stronza... io glielo avevo detto...
"No, IO te lo avevo detto."
Pensò Margaret, ma decise che non le andava di polemizzare. Vide Hans superarli, fumava di rabbia. Si scusò velocemente con gli amici e lo raggiunse.
-Ehi...
-Lasciami stare Margaret, non è giornata.
-Hans, mi dispiace...
Una parte di lei si chiedeva perché si stesse scusando ed esattamente di cosa, ma la soffocò. Lui invece sbuffò rumorosamente.
-Stai peggiorando la giornata.
"No, TU stai peggiorando la MIA giornata! E io che ti do anche retta!"
Pensò Margaret, ma non lo disse. Invece, sospirò. Hans la fermò tenendola per il braccio, la voltò e le diede un bacio sbrigativo con le labbra.
-Ecco. Sei contenta adesso? E ora vai, non sono in vena.
La ragazza non sapeva se sentirsi o no soddisfatta del fatto che alla fine la avesse baciata. Magari non era così tanto arrabbiato, ma l’umiliazione che le aveva inflitto con quel gesto meccanico e sbrigativo le fece tornare le lacrime agli occhi. Edmund e Frannie si scambiarono uno sguardo sconvolto per come Hans l'aveva trattata, ma non dissero nulla. Aladdin e Jasmine camminavano dietro di loro, tenendosi per mano.
"Perché non può essere così facile anche per noi?"
Quando arrivarono alla capanna, il mezzogigante li attendeva sorridente.
-Benvenuti, ragazzi! Venite, venite! Devo farvi vedere una chicca, sì sì.
I ragazzi sospirarono. Una chicca per Hagrid poteva essere ben poche cose, tutte per niente allettanti. Quando l'ultimo fu arrivato, li condusse sul retro. Sull'erba erano posate circa una ventina di scatole, da cui veniva un ronzio sommesso.
-Cosa cavolo è quella roba?
Chiese atterrito Lee Jordan.
-Questi, amico, sono Chizpurfle. Piccoli e adorabili. E assolutamente innocui se mettete via le bacchette... cosa che farete!
Frannie fece una smorfia di disgusto.
-Cosa sono? Cosa sono Fran?
Chiese Margaret a bassa voce.
-Sono parassiti magici. Rosicchiano le bacchette sino al nucleo.
-Delle tarme magiche... benissimo.
-Assolutamente schifosi. E non possono essere avvicinati con la magia, o rischiano di divorarti la bacchetta.
Spiegò Edmund.
-Ah, non un problema mio!
Disse Frannie ridacchiando.
-Niente trucchetti Firwood!
Abbaiò Hagrid, che stava ascoltando la conversazione. Frannie aggrottò le sopracciglia.
-E che dovremmo farci?
Chiese Alicia, intimorita.
-Beh, tutta la comunità magica tenta di liberarsene, poverini.
-Eccome! Non immagini che disinfestazione a casa mia l'anno scorso!
Sussurrò Frannie all'orecchio dei due amici.
-Ma io non sono d'accordo! Tutto serve a qualcosa, questo è il mio motto. E poi questi mostriciattoli sono adorabili!
Margaret guardò le scatole ronzanti, poco convinta.
-Allora col professor Silente ci siamo detti: perché non proviamo a vedere che cosa possono fare di buono? Così prima abbiamo studiato le chele.
-Chele...?
Chiese Fred, atterrito.
-Poi abbiamo controllato se avessero qualche veleno, spesso i veleni possono diventare medicine, se trasformati.
-Veleno?!
Esclamò George.
-Ma non ne avevano.
Tutti emisero un sospiro di sollievo.
-Allora siamo giunti alla fase tre. Ora preleveremo insieme, senza bacchette e senza magia,
Borbottò guardando Frannie,
-Un po' dei loro, ehm, bisogni. Per vedere se sono utili, chessò, come crema per il corpo o simili.
-Cioè, dobbiamo raccogliere gli escrementi dei parassiti?
Chiese Hans, tagliente.
-Beh, se la vuoi mettere in questo modo... per me stiamo semplicemente lavorando per la scienza.
Philip sospirò e si rimboccò le maniche.
-Almeno non deve farlo Aurora. Lei ha paura degli insetti.
-Sì, se ci fosse stata probabilmente li avrebbe puliti tutti lui.
Sussurrò Edmund, e Frannie si mise a ridere annuendo.
-Beh pronti... via!
Esclamò Hagrid entusiasta. Presero una scatola a testa e la aprirono lentamente.
-State attenti e tenete la bacchetta in fondo nella tasca. Altrimenti salteranno fuori e vi verranno addosso.
-Oh, no. Non ce la posso fare.
Sussurrò Mag, trattenendo un conato di vomito. La scatola brulicava di insetti mezzi granchi e mezzi scarafaggi, che zompettavano in modo disgustoso camminando anche uno sull'altro, ed era coperta di palline nere. Aladdin e Philip avevano già iniziato, prendendole una a una anche spostando gli insetti con le dita, e mettendole in un piattino accanto alla scatola, posato sull'erba.
Mag avvicinò la mano verso gli insetti ma la ritrasse. Non poteva proprio infilare la mano lì dentro.
-Ritiro tutto.
Borbottò Edmund, mentre dava un colpetto a un insetto con la mano per prendere una pallina di escrementi sotto di lui.
-Decisamente meglio perdere punti.
-Dovrò scrivere a mio padre, potrebbe esserci venuta un'infezione. Dovrebbe controllarci, per sicurezza.
Sospirò Frannie.
-A volte sei pericolosamente simile a Malfoy, sai Fran? "Mio padre lo verrà a sapere!"
Esclamò Jasmine che, come Margaret, ancora esitava nello sporcarsi le mani.
-Oh, andiamo! Non l'ho detto con quel tono.
-Un po' sì!
Convenne Edmund ridendo. Intanto, poco più in là, quando Hagrid si girava i gemelli si divertivano a tirarsi le cacche tra loro. Una finì nella tasca di Hans, che non se ne accorse, nero di umore com'era. I due scoppiarono ridere.
-Ecco ragazzi, vedete? Questo è lo spirito!
Disse Hagrid fieramente, guardando come si divertivano i due. Poi aggiunse
-Rosander, forza! Il tuo piattino è ancora vuoto! Ci servono escrementi per la ricerca! La comunità magica ha bisogno di questo!
-Ehi, Freddie...
-Sì, Georgie?
-Non trovi che questo Chizcoso somigli in modo spaventoso a Percy?
-Tu dici, fratello? A me sembra somigli più alla sua ragazza.
L'altro scosse la testa.
-No, no, no! Quello là somiglia a Penelope! Questo somiglia a Percy.
-Sì, credo di capire che intendi, hai ragione. Anche se ovviamente questi sono molto più carini.
-Ovviamente.
Hans non aveva proferito parola dall'inizio della prova. Continuava a guardare verso Margaret con sguardo furente.
-Mag, perché il tuo gorilla ti guarda come se avessi fatto tu la spia a Silente?
Lei grugnì, Frannie diede una gomitata all'amico.
-Ed, ti sembra il momento?
Quando finirono era ora di pranzo. Si lavarono le mani a turno dalla fontana del guardiacaccia e salirono verso il castello.
-Mai più. Mai più.
Esclamò Jasmine, passandosi la mano sulla fronte per asciugare il sudore. Aladdin sospirò.
-È stato uno schifo.
Borbottò Edmund, e Frannie imprecò. Margaret guardava Hans precederli risalendo la collina in silenzio. Sospirò affranta. Quando arrivarono in Sala Grande, era chiaro che tutti sapevano. I Tassorosso e i Corvonero li fissavano indignati, perché erano appena saltati indietro nella corsa alla coppa delle case. Susan aveva gli occhi iniettati di veleno. I Serpeverde e i Grifondoro rimasti, che non avevano perso nulla, li guardavano divertiti. Dal tavolo dei professori Silente li osservò rientrare, assolutamente estasiato. Peter li raggiunse a grandi falcate, sorrideva.
-Non sembri uno che ha appena perso il posto, Pete. E nemmeno che ha appena ricevuto una signora punizione dal mago più potente del mondo magico!
Esclamò Edmund, sedendosi al tavolo.
-Perché non è successo!
Rispose lui gagliardo, mostrando la spilla.
-Cosa? Esclamò Frannie, incredula.
-Era una prova. Accettando le mie responsabilità senza incolpare voi ho dimostrato di essere adatto a fare il caposcuola!
Rispose sorridendo orgoglioso.
-Certo che anche quando ti va male poi ti va bene, Peter.
Disse Jasmine, scuotendo la testa.
-Eh già!
Rispose lui ridendo. Edmund gli sorrideva. Il cibo apparve sui tavoli. Margaret scosse la testa.
-Spero che abbiate imparato da questa esperienza.
Disse Margaret, seria.
-Ah sì, e cosa?
Chiese Edmund curioso.
-Mai più feste.
Frannie buttò la testa all'indietro, ridendo.
-Sì, ti piacerebbe!
Per tutta la giornata i ragazzi non riuscirono a togliersi una canzone dalla testa. Si sentiva ovunque, canticchiata in giardino, in doccia nei dormitori, ad alta voce in Sala Grande, il motivetto fischiato
nei corridoi.
"God knows, God knows I want to break free."
 
 


Note autrice
Bene, che dire, questo capitolo è stato piuttosto folle. Edmund si è liberato di Katie (è durata insieme a lui ben due capitoli, ahah), Mag sembra essere in crisi con Hans e Tony è riuscito a conquistare Daphne (per fortuna che Frannie si è rifatta, almeno un po').
Insomma, ci sono stati parecchi scossoni sentimentali, e non solo. Siete soddisfatti degli sviluppi della storia?
Vi è piaciuto l'accostamento della canzone?
Vi aspettavate la scoperta di Silente e la punizione? L’Austriaco Felice è la mia nuova canzone preferita, sappiatelo.
Abbiamo superato la metà dell'anno scolastico, tra poco ci immergeremo di nuovo nei misteri del cane nero sino allo snodo finale. A proposito, nel prossimo capitolo c’è LA FINALE!!
Qui potete sentire la magnifica canzone scelta da Silente

Restate con noi!
   
 
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