Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Luna d Inverno    07/12/2018    0 recensioni
Felice Rivetra Week! E possa la ship essere sempre a vostro favore!
-.-.-.-
Day 1 - Whisper (no smut) "«Mi piace proprio quando Levi sussurra il mio nome...»"
Day 2 - Parents "«È incredibile, vero?- sorrise Petra guardando la piccola che rideva insieme a una bambina bionda con i capelli legati in due codini ordinati -Che possa vivere in un mondo privo di tutti i pericoli che abbiamo passato noi...»"
Day 3 - Storm "Si domandò quale trauma avesse potuto comportare una simile fobia. Sì, perchè ormai era inutile negarlo. Levi in quel momento aveva paura, una paura matta."
Day 4 - Memory "«Io... Ti conosco...- mormorò appena con voce rotta -Eppure non riesco a ricordarmi di te... Perchè?!»"
Day 5 - Alone "Era solo. Completamente solo. E la colpa era esclusivamente sua
Day 6 - Affair "Usciti da quella stanza loro erano il Capitano Levi e la soldatessa Petra Ral, nulla se non il rapporto di rispetto reciproco vigente tra un superiore e una sottoposta a legarli"
Day 7 - Comfort/Sorrow "pian piano i forti singhiozzi si trasformarono in gemiti sommessi e gli occhi le si asciugarono, lasciandola immersa nel calore rassicurante di quell’inaspettato abbraccio"
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Levi, Ackerman, Petra, Ral
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano già passati due giorni da quando aveva perso la sua squadra, ma il tempo era parso congelarsi completamente per lui.
Li vedeva ancora, tutti e quattro, ma alle immagini di quotidianità si sovrapponevano quelle dei loro corpi privi di vita.
Erd era lì, sulla sedia accanto alla piccola libreria ricca di pesanti tomi raccolti dalla Legione nel corso di un secolo, ma in un attimo ecco che il suo mezzo busto steso sull’erba compariva al suo posto; Gunther era chino sul tavolo della mensa, intento a scrivere una lettera indirizzata ai suoi genitori e improvvisamente si ritrovava appeso ad un albero, con la collottola trinciata come se fosse un disgustoso titano; Auruo camminava per le varie stanze del piano terra, distribuendo chiacchiere indesiderate gratuitamente, intercalate da frequenti morsi alla lingua che strappavano una risata a tutti, ma a quella scena familiare si sovrapponeva il suo corpo contorto a terra in una posa innaturale.
E poi c’era lei.
Lei che lo tormentava tutte le notti, ancor più insistentemente degli altri.
Lei che gli provocava allo stesso tempo un moto di tristezza e di sollievo ogni qual volta scorgeva la sua figura, sebbene fosse solo una mera proiezione creata dalla sua mente.
Sospirò, quando la tanto familiare chioma ramata di Petra comparve dinnanzi a lui.
Indossava ancora la divisa della Legione, priva delle macchie di sangue che coprivano il candido tessuto della camicia l’ultima volta che l’aveva vista, un leggero sorriso le arricciava gli angoli delle labbra e lo sguardo dorato gli carezzava dolcemente il viso.
Come era solita fare da viva, la giovane si accomodò sulle linde lenzuola del suo letto e prese ad osservare attentamente l’operato dell’uomo, intento a compilare l’ennesimo rapporto dell’altrettanto ennesima e fallimentare spedizione oltre le mura.
Levi si passò una mano tra i corti capelli corvini, tirandoli appena e storcendo il naso, un vizio che, nonostante i molti anni di servizio, non era mai riuscito a togliersi e che si presentava ogniqualvolta l’impotenza per non essere riuscito a salvare le vite di tutti quei soldati decideva di palesarsi.
Disperato, si voltò verso l’esile figura della ramata, cercando in lei lo stesso conforto che, in vita, era sempre stata in grado di donargli, trovando ad attenderlo solo un corpo dai contorni indefiniti accasciato in una posa innaturale sul materasso, il volto e i vestiti incrostati di un rosso tendente al marroncino.
Distolse immediatamente lo sguardo, rifuggendo quell’obbrobrio che la sua mente ormai stanca di quella vita gli proponeva.
Una lacrima solitaria gli solcò il volto pallido e curato, tracciando un arco salato e perdendosi nel colletto della camicia bianca.
Era solo.
Completamente solo.
E la colpa era esclusivamente sua, perché lui aveva fatto la scelta sbagliata, lui li aveva abbandonati per seguire un ordine, lui li aveva lasciati morire, esattamente come tempo prima aveva lasciato morire Isabel e Farlan, la sua famiglia.
Era solo, e meritava la sua solitudine.



 

Nota autrice

Okay, ecco qui il fantomatico Day 5, è stato un parto! E ancora non mi convince, (più che sulla Rivetra temo sia troppo incentrato su Levi) ma temo che non mi verrà in mente un’idea migliore, quindi eccomi qua!
Spero possa piacervi
Un bacio
Luna

 
   
 
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