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Autore: justasecond    09/12/2018    0 recensioni
(A Big Crossover Of All Books)
Samantha Giulia Fletcher, è una ragazza come tutte le altre, ma l'unica cosa che la differenzia dalle altre è il titolo che porta: la ragazza più intelligente del mondo, ogni due anni cambia scuola, ma continua a studiare, si porta a carico la promessa fatta alla madre: di laurearsi per guarire il cancro, ma poi incontra James, un giovane ragazzo di due anni più grande, poi il suo migliore amico e Grace, una biondina dal carattere più fantasioso e forte che la giovane avesse mai incontrato, ma questi hanno un segreto che pochi hanno il privilegio di possedere. Lei pensava di essere sconosciuta in quell'universo. Quando era il nucleo di tutto.
[dal capitolo 4]
"-l'hai sentita la melodia, è lei- sussurra Grace, cercando di non farsi sentire -lo so, ha anche tatuato i due simboli dopo la Chiave-
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 Ora siamo rimasti in una comitiva di pochi alunni rispetto alla platea piena di gente, forse solo cento cinquanta ragazzi togliendo me, rimangono James e uno dei professori seduti dietro la preside, ha un paio di occhiali enormi, occhi verdi scuro, una testa occupata da una capigliatura semplice dal color cenere, quando sorride le rughe delle guance solcano la sua pelle scura -buongiorno ragazzi, io sono il Professore Gregory Newton, professore di scienze dell'istituto, insegno alle classi di tutto l'istituto, ciò sta a dire che non vi libererete di me tanto facilmente- ridiamo, -ora, tutti in fila per due e seguirmi, muovetevi, reclute!- ridiamo, una mano si porge difronte a me -posso concedermi l'onore di essere preso per mano da voi, computer quantistico?- rido, -con piacere, Mister Caso- lui mi da un pugnetto al braccio -credo che il caso doveva rimanersene a casa, mi chiamerai sempre così?- sorrido -forse... e solo per la cronaca, vedi un super calcolatore qui in giro?- ride e mi picchiettala tempia -qui, non è enorme, ma è più potente di tutti- sorrido e arrossisco, una ragazza arriva -ma voi siete fidanzati?- ha lisci capelli rossicci, occhi delineati da una profonda passata di eyeliner corvino, forse con del mascara, perché le ciglia sembrano più lunghe del normale, sgrano gli occhi -Cos? No! Siamo amici, tutto qui- lui mi guarda, lei sorride, poi arrivano altre due, una bionda, l'altra castana -dunque tu sei libero?- chiedono in coro indicando James -Cos? Io? No, mi dispiace, sono occupato tutto l'anno- dice indicandomi, le guardo negli occhi, sento come qualcosa di estraneo in me, qualcosa che mi dice che quelle sono buone a nulla, che non possono guardarlo. Solo per rinfrescare il tuo infinito vocabolario, mia cara Sam, si chiama ge-lo-sia. Scuoto la testa di poco, e perché dovrei essere gelosa? Non so, forse per il fatto che ti piace? Silenzio, torna nella mente; loro si allontanano borbottando qualcosa, intanto andiamo avanti, usciamo dal teatro e imbocchiamo un gigantesco corridoio, -sono l'amico di un computer quantistico, meraviglioso- sorrido -la finirai mai di darmi del computer quantistico?- ride -solo quando la finirai di chiamarmi Mister Il Caso è A Mio Favore- -okay, la finisco- -brava- rido piano, la comitiva si ferma difronte a un grande arco dal colore bianco, dall'aria fragile -bene, questo arco, e quello...- indica l'arco che introduce in un corridoio parallelo a questo -sono gli archi dei C.S.- una mano infondo, difronte al professore, si alza -perché C.S. Prof?- -perché C.S. È una sigla, sta per Corridoio Secondario-prendo il taccuino e faccio una lunga linea -perché segni i corridoi e non usi le piantine?- faccio spallucce -mi trovo più comoda a modo mio- annuisce, -ora, chi si è documentato sulla scuola?- nessuno parla o alza la mano, silenzio -posso dirlo io? Dopo non vorrei fare la figura della so tutto io- sussurro, lui sorride -non so, credo che tutti ti diano della so tutto io, guarda il titolo che porti...-sorrido con leggero calore, la mia mano scatta veloce -chi c'è la infondo?- prima che io risponda sento due forti braccia cingermi le gambe, -James!- esclamo visibilmente imbarazzata, mi regge e io rimango con il busto in equilibrio a malapena, -signorina Fletcher, mi fa piacere che sia lei a dare la risposta- sorrido cercando di dare meno all'occhio l'imbarazzo, cerco di tenermi diritta -ehm...- dico sussurrando a James, lui mi guarda -oh, aspetta- poco dopo mi ritrovo seduta sulle sue spalle -che cosa...?- lui sorride -avanti, parla- sospiro -questo è un arco fatto d'avorio, prima di diventare un edificio dedito alla didattica aveva la funzione di municipio e banca, chiamarono vari architetti, geometri e fecero controllare tutta la struttura, all'inizio gli architetti erano piuttosto scettici, più che altro perché c'erano degli affreschi antichi, ma poi cambiarono idea, e iniziarono le costruzioni interne- il professor Newton sorride, -okay, è tutto giusto, ma ora, James, sono le regole- guardo James, e con sorrido beffardo mi dice, -la legge è dura, ma...--è la legge- sorride, mi mette giù, -ora entriamo nel corridoio principale- è immenso, si vede la scala più grande e varie aule, è luminoso, rivolgo il naso al soffitto e sorrido, ci sono gli affreschi, visti in foto sono meno belli, un angelo, grande come tutto il tetto, vestito di una scura tunica nera, e dalle ali candide, ai fianchi le grandi finestre, mi osservo attorno, finché non mi accorgo che James mi sta guardando sorridendo, arrossisco di poco, -sembri una bambina, come puoi meravigliarti di una cosa tanto generica e banale rispetto a tutto quello che tu avrai già visto?- sorrido, -è diverso, questo è davvero bellissimo e fatto bene, l'artista non è Michelangelo o Raffaello, o Giotto, o chiunque altro, ed è ammirevole la precisione e la prospettiva- sorride -non sembri una secchi...--non osare a dirlo- dico decisa, lui ride -allora aspetta, non sembri una che studia tantissimo, solitamente uno che studia ha tipo apparecchio e gilet di lana con la camicia scozzese- sbuffo -voi maschi e gli stereotipi, non sempre è così-annuisce -e tu ne sei la prova- arrossisco, dopo quello silenzio, non parliamo, ci fermiamo, il prof e James sono in mezzo alla comitiva,poi sento la sua voce -bene, ora, chi sa dirmi che materiale è questo?- chiede indicando il pavimento, stando un po' più indietro mi chino, i polpastrelli sfiorano la superficie leggermente ruvida, è nero, che da un contrasto notabile con le pareti bianche, mi rialzo, -allora? Samantha ci sei?- guardo verso il professore, scuoto la testa -Cos? Oh, ehm, può ripetere la domanda?- sorride leggermente, -lo sai? Che materiale è?- -oh, credo sia massello, un parquet messo benissimo- lui fa un verso con le labbra e tira i pollici in su,-esatto- -ma non è costoso mantenerlo?- scuote la testa -non come lo abbiamo trattato noi- annuisco -bene, continuiamo il giro- progrediamo per il corridoio, poi ci fanno sedere sulle scale, -bene, questo edificio, quando era municipio, faceva funzione di banca secondaria, ai piani inferiori c'erano i cavò che contenevano gli averi di persone importanti, come il Sindaco in persona o le famiglie ricche- il ragazzo di fianco a me alza la mano -e ci sono ancora i cavò?- chiede con tono abbastanza curioso, i due si guardano, James scuote la testa e il prof annuisce con un'espressione mista tra delusione e comprensione -no, non ci sono più, hanno rimosso i cavò e poi hanno definitivamente tolto via il piano inferiore, è stata la parte più dura- segno tutto, -ora andiamo su, vi faccio vedere le classi e i bagni- il prof velocemente sale le scale torna a capo della fila, io e James ci mettiamo in fondo, -scusa se ti ho presa in braccio, prima- il pensiero mi fa sorridere -hai fatto bene, credo che senza un contatto visivo il discorso non sarebbe completamente serio, non sai che interesse ha quella persona se non la guardi negli occhi- lui ride -ma tu hai già una laurea in filosofia?- sorrido -e perché dovrei?- -non so, fai dei ragionamenti così profondi, non è che sei la reincarnazione di Aristotele?- ridiamo, arriviamo al piano superiore, anche qui i corridoi sono ampie luminosi, ora l'angelo del soffitto è più vicino, noto solo ora delle piccole impalcature che riescono a sostenere parecchio peso, di ferro e acciaio, riesco a sfiorare le cornici dei finestroni con il polpastrello del medio, sono fredde, ci fermiamo, -questo è il laboratorio di arte e architettura- una grande sala, il soffitto con un disegno che rappresenta due ballerine con un tutù bianco e nero e due ballerini dello stesso colore, ci sono lunghi tavoli sono disposti sui gradoni, come il teatro, una grande lavagna bianca è disposta dietro una grande cattedra, -niente male, vero? Quella ballerina l'ho disegnata io- James mi indica la la ballerina che esegue un Arabesque con un volto rilassato e femminile -ma tu che corso fai?- -medicina ovviamente, ma faccio qualche altro corso, per riempire i buchi, arte e architettura è uno dei corsi- annuisco, andiamo avanti, poi ci fermiamo nuovamente, -bene, la prossima sala è sensibile, qualcuno soffre di epilessia?- tutti scuotono la testa -questa è l'aula di grafica artistica, bisogna saper essere precisi e bravi- annuiamo, in effetti potrebbe far venire un attacco epilettico, le pareti sono colorate con la stessa texture del pavimento, è tutto molto confuso,ma togliendo questo la struttura è uguale a quella di architettura, poi ci fa vedere i bagni, quattro per ogni ala del piano superiore e inferiore e le altre classi, che hanno tutte la struttura a gradoni, ci riuniamo nella classe di architettura, il professore tira fuori una lista, -bene, piaciuto il giro turistico?- tutti annuiscono sorridendo, -meglio, ora mettetevi in fila ordinatamente, vi metterò nelle classi- ci mettiamo in fila, ma il mio nome non salta fuori, alla fine il professore dice -buona scuola ragazzi, comportatevi bene!- la mandria di ragazzi e ragazze corre via, e si disperde come gli ebrei, -ehm... professor Newton...--solo prof Newt, signorina Fletcher- -okay, prof Newt, io dove devo andare?- lui controlla la lista -esatto, iniziano gli acciacchi dell'età, non sei inserita, deve decidere la preside- -e quando potrò frequentare la scuola, le lezioni?- lui sorride,-dobbiamo andare adesso dalla preside- annuisco, James di fianco a me si sistema il ciuffo castano, -prof, io posso andare in classe?- lui gli sorride con una certa ironia, -spero non ti disturbi fare compagnia alla signorina Fletcher, la accompagnerai in classe- -okay, certo-, sistema la cartella a tracolla che c'è sulla cattedra, guardo la lavagna elettronica, ha delle belle casse, -funzionano bene quelle casse? Nel senso se sono potenti- lui le guarda e sorride -approvate da un team di studiosi dell'audio, lo sentono tutti anche a qualche chilometro dalla scuola se a tutto volume- annuisco con un'espressione sbalordita, ci avviamo per i corridoi. Buon inizio scuola, Samantha.
   
 
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