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Autore: Soniabruni    11/12/2018    3 recensioni
Il primo capitolo inizia al porto di New York, siamo nel 1920. In un bar Albert e Terence sorseggiano un caffè in attesa di qualcuno che sta rientrando dall’Europa… qualcuno cui entrambi tengono molto.
Chi è questa persona è cosa ci è andata a fare oltreoceano magari quando la guerra la faceva da padrone in quei territori?
Credo non sia difficile rispondere, più complicato sarà accettare il motivo di quella scelta.
Susanna Marlowe è morta da un anno ma… ma Terence non è solo!!! nooooo!!!! Terence, che hai fatto!!!!!
La situazione appare molto complicata sin dall’inizio e man mano che si cercherà di fare chiarezza parrà diventarlo ancora di più, ma questa persona così vicina a Terence sarà la chiave per Candy per far pace con presente e passato. Quindi non mi giudicate troppo in fretta! Abbiate pazienza perché riusciremo a scoprire ciò che lega completamene il terzo nuovo soggetto ai nostri beniamini solo nell’ultimo capitolo dello scritto.
I primi tre capitoli servono ad inquadrare la situazione, la storia comincia a svilupparsi dal quarto e poi correrà via veloce con un inaspettato risvolto...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Candy passò i primi giorni del suo soggiorno a New York facendo shopping con Albert, anche se sembrava interessata più alle pasticcerie che ai negozi di abbigliamento. Aveva una settimana di licenza, poi avrebbe cominciato a lavorare in uno degli ospedali della città.

In Francia aveva visto giovani vite stroncate, curato corpi vigorosi mutilati, concesso un pezzo di cuore a tutti quelli che avevano incrociato la sua strada traendo dai loro sorrisi e dai loro grazie la forza per uscire indenne da quello scempio. Negli anni del dopoguerra, oltre a lavorare sodo come infermiera, aveva aiutato vedove, consolato orfani, servito alle mense dei poveri, senza risparmiarsi un attimo.
L’esperienza europea l’aveva provata ma non si era mai arresa e la sua indole altruista ne era uscita rafforzata.
Ora sembrava piena di energia positiva, parlava continuamente dei suoi progetti lavorativi per il futuro ma… ma c’era un’ombra scura nei suoi occhi che non poteva sfuggire a chi la conosceva nel profondo.

***

Una di quelle sere a villa Andrew il giovane capo famiglia le aveva proposto di accompagnarlo nella biblioteca dove faceva bella mostra di sé un pianoforte a coda, voleva suonare qualcosa per rilassarsi ma lei aveva rifiutato l’idea quasi angosciata.
Il pianoforte nella biblioteca al castello dei Granchester in Scozia… ricordò la prima volta che Terry aveva sfiorato le sue mani mentre cercava di insegnarle come muovere le dita correttamente sulla tastiera.

 


Fuggiva la carta stampata come la peste, evitava in qualunque modo di leggere il giornale che i domestici diligentemente portavano ogni mattina al signor Andrew con il caffè.
Sedeva il più lontano possibile da quel fascio di carta avendo la massima cura di deviare lo sguardo ogniqualvolta l’amico lo apriva; lui spiava da dietro le pagine gli occhi fuggenti di lei, quanto bene li conosceva ancora!

L’ultima volta che la ragazza aveva avuto l’ardire di aprire il corriere, Albert l’aveva trovata in uno stato quasi di trance, con gli occhi sbarrati e gonfi; la pagina dello spettacolo annunciava solennemente il matrimonio di Terence Graham con Susanna Marlowe…
“Neogenitori convolano felicemente a nozze…”


Quella volta non era riuscita a fingere, come aveva imparato bene a fare con tutti, e dopo qualche istante in quello stato era volata tra le braccia dell’amico sfogando tutto il dolore che solo il cuscino del suo letto aveva sino ad allora conosciuto.

Erano così belli e sorridenti gli sposi in quella foto, con un pacifico e paffuto neonato tra le braccia di lui. Gli occhi di Terry incollati a quelli di quel frugoletto… una scena meravigliosamente tenera, quella che tante volte Candy aveva sognato di poter vivere in prima persona, proprio lei che una famiglia non l’aveva mai avuta.
Susanna aveva un bimbo, un figlio di lui, dell’uomo che lei amava alla follia e che non poteva avere.
Di fronte a cotanto miracolo Terry, il suo Terry, aveva chiesto la mano della sua donna… ed evidentemente non aveva aspettato la prima notte di nozze per farla sua.

Non che Candy si aspettasse che non sarebbe mai successo ma… erano passati solo pochi mesi da Rockstown.
Non era mai stata bella da togliere il fiato, né particolarmente talentuosa; non aveva mai creduto di essere indimenticabile, né lo voleva ma… ma Terry… l’aveva fatta sentire davvero speciale, anche se era durato un battito di ciglia.

Lui aveva velocemente voltato pagina.
Era stato il sogno di una bambina ingenua, la povera orfanella che sogna il principe; la favola più vecchia del mondo ma appunto… solo una favola.

***
“Albert… Albert… scusami…
So che gli ho chiesto io di farla felice e di esserlo lui stesso ma… fa così male! Sono una persona orribile, io… non riesco a non morire ogni volta che immagino Susanna tra le sue braccia.
Capisco che possa sembrare infantile ma avere la certezza che lui le dedica i suoi sorrisi, le sue carezze, che condividono lo stesso letto che… fanno l’amore…
Io non posso vivere così, ho bisogno di andarmene via lontano…”
Finalmente era riuscita a tirar fuori tutto.

“Piccola… coraggio, devi fartene una ragione, forse questa notizia ti aiuterà a dare una svolta alla tua vita! Devi guardare avanti, costruire il tuo futuro senza di lui!
Ricordi quando è morto Anthony? Pensavi che non avresti più amato nessuno… eppure…”

“Provavo un’infinita tenerezza per il mio Anthony ma con Terry è diverso; io… desidero toccarlo, accarezzarlo, la mia anima e il mio corpo vanno nella stessa direzione e questa cosa mi fa impazzire anche se mi vergogno ad ammetterlo”.

Quella volta aveva pianto sino ad addormentarsi esausta.
Tre mesi dopo era partita per il fronte, voleva mettere l’oceano tra di loro e trovare qualcosa che la assorbisse completamente. In Europa non avrebbe avuto tempo per pensare, solo questo contava e allo stesso tempo avrebbe aiutato chi ne aveva bisogno, almeno la sua vita sarebbe servita ad alleviare le pene di qualcuno se non le proprie.

***

Albert la guardava felice aggirarsi tra le vetrine dei negozi, allegra come una bambina; in fondo aveva tutto il diritto di godersi quei momenti ma chissà perché il sapore di quegli istanti aveva un retrogusto amaro.

“Candy, fermati! Le disse infine una sera.
Ho bisogno di parlare a quattrocchi, come facevamo una volta.
Mi hai raccontato tantissime delle cose che hai fatto, mi hai reso partecipe dei tuoi progetti lavorativi ma non mi hai detto nulla di te, voglio sapere come stai”.

“Albert ma… io… ti assicuro che sto bene, sono serena, non ti sto nascondendo nulla”.

“Ti prego, sai che ti conosco come le mie tasche….
Smettila di fuggirmi! Non mi chiedi nulla di… Terence? Non vuoi sapere proprio niente di lui?”

Adesso la giovane donna non rideva più…
Terence, quel nome che le faceva rimbombare il petto; non l’aveva più pronunciato, non l’aveva più sentito, non l’aveva più letto…

“Che… che cosa dovrei chiederti di… Terence?”, al suono di quella parola pronunciata dalle sue labbra lei aveva dovuto appoggiarsi per non crollare, “ha la sua vita… una brillante carriera, una moglie, dei figli! Perché mi vuoi parlare di lui, Albert?”

“Susanna è morta un anno fa…” il giovane uomo la vide barcollare nuovamente un momento pima di riprendere lucidità e vigore.

“No, non è come pensi! Mi duole sinceramente che sia rimasto vedovo, che i suoi figli non abbiano una madre, ma io non c’entro nulla con tutto questo.
Si è rifatto una vita una volta e spero che riesca a farlo nuovamente, io ne sono fuori.
Per cortesia, non desidero più parlare di lui!”

“Come credi… ti chiedo perdono, solo pensavo fosse giusto tu venissi finalmente a conoscenza di alcune cose delicate ed importanti che lo riguardano, di cui però non è corretto sia io a metterti al corrente.
Ma… rispetto la tua scelta!”

“Bravo… non ho davvero bisogno di sapere nulla di lui!” il suo tono era freddo e tranquillo, solo quel leggero tremore iniziale l’aveva tradita.

Il giorno dopo la giovane donna volle presentare Alexander ad Albert.
Era un talentuoso medico che aveva conosciuto al fronte e con il quale stava lavorando ad alcuni progetti; senz’ombra di dubbio un uomo per bene, con molti interessi in comune con Candy, la ragazza gli era debitrice e sinceramente affezionata.

   
 
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