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Autore: Giorgia_Farah    12/12/2018    0 recensioni
Una Terra divisa tra il Bene e il Male. Due Regni in balia all'odio li avevano portati a guerre sanguinose e stragi di morti innocenti.
Sigillare un patto era l'unico modo per riportare nel mondo la pace e la prosperità.
Ma ad un caro prezzo: ossia sacrificare la propria vita per amare una persona che meritava soltanto di essere odiata
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Threesome, Violenza
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Consegno la lettera alla mano dell'uomo difronte a me: il primo licantropo che ho incontrato quando siamo venute qui. L'uomo afferra la lettera e mi guarda con aria truce, ho capito dal primo momento che io e lui non saremo mai andati d'accordo. Non che la cosa mi importa veramente allunché, ma sono stanca di essere guardata malamente. «Avete quanche problema con me, signore?», chiedo cortesemente, ma la voce lascia trapelare il fastidio. Lui distoglie lo sguardo da me, ed esamina la lettera. «Non ti curare dell'odio che provo per voi, preoccupati che questa lettera arrivi ai tuoi genitori», minaccia. Alzo un sopracciglio sorpresa dal suo atteggiamento scontroso; che io ricordi non gli ho fatto niente di male per far in modo che mi odiasse così tanto. Sono pronta a rispondere, ma la porta si spalanca. Entrambi ci voltiamo. «Jude!», esclamo, salutandolo con un sorriso. Lui, in risposta solleva la mano. «Ho da consegnare queste», aggiunge, sbattendo le lettere sulla scrivania dell'uomo. Questi punta gli occhi neri verso quelli cristallini del demone, semi nascoste dalle folte sopracciglia. «Tutte le lettere arriveranno fra due giorni» «Bene» Lo saluta abbassando leggermente la testa, poi mi afferra il braccio e usciamo di qui. «Potevo anche consegnare io la lettera, non c'era bisogno che tu andassi da lui», puntualizza. «Avevo bisogno di stare da sola» Si ferma, la sua mano è ancora incollata prepotente al braccio, e il suo sguardo indaga il mio viso. È evidente che non sto bene, ieri non ho fatto che ostacolare tutti, specialmente lui (anche se l'ho fatto a fin di bene visto che lui e Ariel si stanno avvicinando parecchio: volevo solo lasciarli soli). «Cosa ti sta succedendo, Pearl? Sei strana, ieri non ti sei nemmeno presentata nelle stanze del principe» «Sono solo stanca. Ho avuto una giornata intensa con la Grande Signora, ho lavorato parecchio ed ero stanca. Okey? Perche' è un obbligo andare a letto con un donnaiolo? Io non mi chiamo Penelope, ne tantomeno Teodora o qualcun'altra ragazza che ha perso la verginità con lui o chissà con chi altro! Io mi chiamo Pearl e non sono una prostituta, visto che il lavoro svolto qui viene ricompensato con moneta», dico tutto d'un fiato. Lui rimane a studiarmi per qualche attimo, sorpreso dallo sfogo. «Quindi è questo che vuoi: evitare il principe?» Annuisco. «Doveva scegliersi un'altra polla», ribatto decisa. So che Diamond ha un udito finissimo, quindi in questo momento starà ascoltando, per cui voglio che le mie parole arrivino tutte. «Prima dicevi che ti mancava», incalza. «É vero, ma ho visto ieri che non vale lo stesso per lui, quindi che senso ha tutto quello che provo per lui...» «E cosa provi?» Penso a tutti i momenti tranquilli e dolci passati con lui: troppo pochi, e quelli ricchi di odio e dolore: sono abbastanza. Il suo atteggiamento cambia drasticamente, non si sa quale delle due facciate della moneta sia il vero Diamond, né pare lasciarsi scoprire. Quindi perché tentare di cambiarlo per il bene del suo popolo e del mio, quando è lui stesso a non volerlo? Anzi, promette invano, e ripensandoci molte volte sono stata presa in giro da lui. Troppe volte ho subito, e adesso non ho più le forze per continuare. Questa situazione sta iniziando a pesarmi, non sarei mai dovuta venire qui. Se solo Jude non avesse aperto la mia porta di casa. Ma non posso addossare tutta la colpa a lui poiché l'ordine di prelevarmi non veniva direttamente dalla sua bocca. Che poi si è dimostrato un vero amico, comprensivo e paziente. «Prima sincero affetto, quasi simpatia. Ora solo disgusto, e mi sento presa in giro» «In giro?» «Troppe promesse campate per aria» «Perla, se ti ricordi non ha ucciso le ultime ragazze che ha fatto imprigionare. Anzi, a breve arriverà un treno per loro diretto verso casa» Spalanco gli occhi. «Come dici?» «Non le ha uccise, stanno bene; le uniche peccche per loro sono lo spazio stretto e angusto della cella, una compagnia alquanto suscettibile, e il cibo scarso. Me puoi stare tranquilla, facciamo di tutto per tenerle in vita» «Vorrei esserci anch'io in quel treno», farfuglio tra me. «Come?» Scuoto la testa. «Niente, dicevo non mi aspettavo tanta carineria. Pensavo le avessero torturate» «Non gli hanno storto neanche un capello» «Sono contenta, ritorneranno a casa sane e salve» «Giá» Rimaniamo in silenzio a guardarlo, lasciandomi accarezzare dal venticello fresco del pomeriggio. L'unica fortuna di stare accanto alla Grande Signora è quella di avere a disposizione tre ore di pausa durante il lavoro, altrimenti crollerei dalla stanchezza davanti alla porta d'ingresso di casa, non raggiungerei il mio letto. «Che ti ha detto il principe quando ti ha interrogato?», chiedo un minuto dopo. Il ricordo di Teodora che sosteneva di averci visti in effusioni amorose mentre facevamo le nostre passeggiate quotidiane, mi infastidisce la mente da quella sera. «Niente di ché. Si fida ciecamente di me, sono l'unico tra i suoi amici rimasti in vita ormai e ci consideriamo due fratelli: lui conosce ogni cosa di me, ogni mio pensiero, ed io lo stesso con lui. Per cui si è solo limitato a chiedermi se le voce siano false o vere, e poi mi ha lasciato andare» Sospiro di sollievo. «Sono contenta, non voglio che ci vai di mezzo tu nei miei casini» Ride. «Tranquilla, Perla, non abbiamo fatto niente di male» Sorrido. «È vero. Grazie, Jude» «Di cosa?» «Di tirarmi su il morale, ogni tanto» «È un piacere. Ma non posso farci niente se il principe perderà la pazienza quando non ti vedrà più comparire in camera sua ogni sera. Perché suppongo che è questo che hai intenzione di fare» Annuisco. «Tu lascialo fare, a me non importa» «Spero solo che tu sai cosa stai facendo», vedo nei suoi occhi la scintilla della preccupazione. Sorrido, allungando una mano per accarezzargli la spalla. «So esattamente quello sto facendo e ne pagherò le conseguenze se è necessario» Sorride appena poi ci salutiamo. Mi ritiro nella mia camera per riposare un po', Ariel è lì che mi aspetta. «Spero che tu sai cosa stai combinando!», esclama, la sua voce squillante riecheggia tra le mura. Sbuffo. «Non ti ci mettere anche tu» Incrocia le braccia. «Lo dico per il tuo bene!» Spazientita agito le braccia all'aria. «So cosa sto combinando, okey? So addirittura cosa andrò incontro, ma a questo punto preferisco vedere la faccia rugosa della Grande Signora piuttosto quella strafottente e odiosa del principe!» «Ieri ci ha chiesto perché non eri venuta, ha insistito, si era quasi spazientito con me perché non sapevo il motivo» «E tu digli la verità: che non lo sai e che non voglio mai più vederlo» Lei, presa contro piede, fa un passo indietro. «Che ti succede, Pearl? Sei abbastanza distante» Mi lascio cadere dal letto, affaticata dal lavoro della giornata è e da tutti questi eventi. «Niente. Sento solo...» “Che devo andare via da qui” «Sento solo la mancanza di casa. Chissà cosa staranno pensando i miei genitori di me» Di avvicina e si siede sul materasso. «Sicuramente non smetteranno mai di essere orgogliosi di te. Hai fatto più scalpore tu in questo due mesi che Penelope con le sue scappatelle» Scoppiamo a ridere entrambe. «Che cosa ti succede, amica mia?», domanda, una volta tornata seria. «È Diamond! Quel maledetto vampiro!», rispondo. Le labbra di lei si incurvano in un sorrisetto malizioso. Spalanco gli occhi. «No! No, no, no! Non è affatto vero» «Oh, sì, sì, mia cara», ridacchia, puntandomi il dito contro. «Non sai quello che dici!» «E invece sí» «Insomma, Ariel, smettila! Non sono innamorata del principe e mai lo sarò. Mi sento ferita da lui: ha preferito il fondoschiena di Penelope sopra le sue gambe che credere a me. Non ha pensato che le accuse che la vipera mi ha fatto è per allontanarmi da lui, e quando l'ho visto la mattina seguente con lei accanto, piuttosto che chiedermi spiegazioni, ho capito che è solo un donnaiolo, schifoso, ipocrita e bugiardo. Gli sono stata accanto quando voleva, ho cercato di farlo ragionare quando lui stesso cercava di organizzare un nuovo attacco alla nostra gente, ho salvato quelle tre oche giulive quando per quanto mi riguarda potevano andarsene seduta stante quella sera, senza un treno che le accompagnassero a casa. Non ha mai pensato come mi sono sentita? Non ha mai pensato quanto sto male? Evidentemente no, e si vede. Non voglio sprecare altro tempo con lui, dato che lui sta facendo altrettanto. Resterò qui finché ci sarà bisogno, spero solo per il suo bene che si sbrighi a trovare la futura sposa» Lei rimane a guardarmi, con un sopracciglio alzato. «E in tutto quello che hai appena detto, mi stai dicendo che non sei innamorata? Tesoro, si vede lontano un miglio», ribatte. «Si vede lontano un miglio una ragazza presa in giro, okey? Non farti castelli in aria, Ariel. Qui non c'è posto per la fantasia», ribatto, ormai all'imite della sopportazione. Lei sbuffa e si alza dal letto. «Come vuoi», dice, dirigendosi verso le scale a chiocciola. «Vado a casa di Sasha, probabilmente Isadora è con loro» «Okey» «Fai buon riposo» «Grazie» Si ferma e per l'ultima volta si gira verso di me. «Ti voglio bene, lo sai. Spero che non ti accada niente di brutto e che tu stia attenta» Le sorrido. «Staró attenta a tutto, vai tranquilla. Ti voglio bene anch'io, Ariel» Mi lascia con il suo ultimo sorriso che accompagna i miei pensieri. Non posso prometterle che andrà tutto bene, in verità penso che qualcosa andrà storto, ma non voglio che loro due, compreso Jude, ne paghino le conseguenze. Preferisco tenere la cosa per me, è per il loro bene. Il cuore e lo stomaco si stringe al solo pensare che d'ora in avanti appariró più distaccata, ma infondo so che saranno in buone mani una volta che me ne sarò andata, è per il loro bene. Una lacrimuccia cade sul cuscino pensando che dovrò lasciare tutto senza neanche un addio, o un arrivederci, perché una volta che supererò quel cancello non so cosa ne sarà di me. Ma ormai la decisione è stata presa e non si torna indietro. Me ne andrò, senza dare nell'occhio, dopo la festa del compleanno di Diamond.
   
 
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