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Autore: BALTO97    13/12/2018    3 recensioni
la fenice è una creature che rinasce dalle sue ceneri , simbolo universale di rinascita e bellezza
chissà se l'amore tra Jensen e jared emulerà questo magnifico essere rinascendo dalle sue ceneri
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jared sovrastano il corpo del biondo portò le mani lungo i fianchi toccandoli sensualmente cercando di sollevarsi per sfilargli i boxer e arrivare a toccare punti nascosti quando, inaspettatamente, Jensen separò le loro labbra e si allontanò.

“Jared noi …. Noi non possiamo!” Il petto ansante, le labbra lucide di desiderio. “Tu e … e lei .. non possiamo!” Esclamò sforzandosi e cercando di spostarsi e coprire con il lenzuolo la sua più che evidente eccitazione, ma Jared gli fermò la mano.

“Lo so..” ammise Jared ”..so che quello che c’è tra noi è difficile adesso … ma ti prego, ti prego questa notte siamo solo noi. Solo noi” Sussurrò tenendo gli occhi fissi in quelli del maggiore.
“Jared...”

“Ti prego..”mormorò accarezzandogli il viso dolcemente. ”...Ti prego..jensen..”

La risposta di Jensen non arrivò mai perché invece di parlare il maggiore si sporse e catturò nuovamente le labbra del giovane in un altro bacio bagnato e languido. Quante aveva desiderato risentire quelle parole...Il suo jared....

Si sdraiarono sul letto, muovendosi, accarezzandosi e toccandosi come se le loro mani fossero in astinenza dei rispettivi corpi e adesso stessero recuperando il tempo perduto tastando e stringendo.
“Dio!“O mio dio” sussurrava Jensen tra un bacio e l’altro. 
“Quando mi sei mancato piccolo” 

Jared, intento a baciargli languidamente il collo sorrise sussurrando “Anche tu”. Gli mordicchiò la pelle tra i denti godendo del gemito del compagno e delle sensazione che provò al pensiero che, al mattino, quel segno sarebbe stato ancora li, visibile. 

Le loro virilità si strusciavano l’una contra l’altra con passione, ma le stilettate di pura passione che gli attraversavano il corpo indicavano chiaramente che entrambi volevano di più … molto di più.

Normalmente uno dei due avrebbe preso il comando e iniziato a danzare approfondendo il legame diventando una cosa sola, ma adesso, nonostante la passione, entrambi percepivano una leggera tensione....Nonché imbarazzo. 

“Forse … non … è meglio se...” Jared non sapeva come affrontare l’argomento.
“Tranquillo” lo rassicurò il biondo. 

Jensen capiva cosa turbava il moro. 
Era da tempo che jared non aveva rapporti di quel tipo e dato che non si aspettavano di finire così non avevano portato niente.

Jensen portò una mano dietro la testa del minore e lo avvicinò in modo che potesse sussurrargli all'orecchio “Mi sei mancato tanto. Ti voglio. Ho bisogno di sentirti...in me” 

Jared fremette dall’eccitazione e non aspettò oltre. Anche lui aveva bisogno di jensen. Di sentirlo. 

Con frenesia e passione, restando sempre delicato, preparò il compagno poi, tenendo sempre d’occhio il viso del biondo per ogni eventuale espressione di dolore, prese un respiro profondo prendendosi un minuto per godersi quel momento e quel corpo magnifico che aveva davanti, si sporse e catturò le labbra di Jensen in un bacio bagnato mentre, con delicata frenesia, la sua virilità si faceva strada nel corpo del maggiore, conquistandolo a poco a poco. 
Assaporare di nuovo i suoi gemiti era qualcosa di meraviglio, fantastico e terribilmente erotico. 

Fare l‘amore con jensen era come tornare a guidare un’auto dopo tanto tempo: ricordi perfettamente come accenderla, come mandarla su di giri, 
sai dove sono si trova ogni cosa e ti senti perfettamente a tuo agio.

Certo, Jensen non era un’auto, ma il principio era lo stesso. Jared infatti ricordava ogni centimetro , ogni lentiggine, ogni nei, segno, punto sensibile del biondo.
In particolare ricordava cosa lo faceva davvero impazzire. 

Nel momento del piacere quando le loro menti stavano per andare alla deriva e lasciarsi andare, Jared, si staccò dalle sue labbra e senza neanche prendere fiato mirò dritto alla gola di Jensen, puntando al muscolo teso e fregandosene di come ad occhi esterni poteva apparire quel gesto: lo leccò assaporando il dolce sapore mentre anche lui si lasciava travolgere piacere più crudo. 

Chiunque abbia detto che il tempo rende ogni cosa migliore, soprattutto quelle per cui vale la pena aspettare … aveva ragione. 

Nel cuore della notte, mentre la bufera si allontanava, la pioggia cadeva con meno intensità ricordando una leggera pioggerella autunnale e il vento si affievoliva smettendo di scuotere gli alberi e fischiare, i due amati, ora sdraiati uno a fianco all'altro, il respiro ancora affannoso e il cuore martellante con lo sguardo rivolto verso il soffitto non riuscivano a prendere sonno.
In passato, dopo un tale amplesso, avrebbero dormito abbracciati godendosi il calore dei loro corpi e quella bellissima sensazione di appagamento ma adesso no. Di nuovo la realtà fra loro. 

La magia non c’era più e quel letto improvvisamente era diventato grandissimo e freddo. A solo un soffio di distanza non riuscirono a dirsi niente o fare niente .
Immersi nel silenzio e nei pensieri aspettarono l’alba fissando il soffitto. 

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Fortunatamente la tempesta , seppure violenta , non si era trasformata in un uragano come temuto e non si erano verificati danni di grosso tipo, ma ai ragazzi, seppur sollevati che l’auto non avesse subito danni e non ci fossero stati crolli o vittime, non riuscirono ad esprimere la loro gioia tanti erano i pensieri che gli passavano per la testa in quel momento.

Caricarono i bagagli e partirono per un lungo e silenzioso viaggio fino a casa.

Dopo due ore arrivarono. Jensen spense la macchina ma nessuno dei due scese. 

“Jensen..” disse diversi minuti dopo il moro, trovando il coraggio di parlare, mordendosi le labbra. Dio! Quant’era agitato! ”...Ascolta dobbiamo parlare di quello che è successo” 

“Ok” mormorò il biondo con lo sguardo basso. “Lo so”

“E’ evidente che proviamo ancora qualcosa l'uno per l'altro” ammise Jared. 
“Jared...”
“Jensen, lasciami finire per favore... Non mi pento di quello che è successo, sia chiaro, è stato stupendo, intenso e voluto, ma... ” e sospirò ”...capisco anche perché ieri sera volevi fermarmi. Dio! Ci frequentiamo con altre persone adesso e …” ma fu interrotto dal maggiore che portandosi una mano sulla fronte e accasciandosi contro il sedile sussurrò “Non proprio. Una settimana fa ho detto a Tj di smetterla di chiamarmi, che non volevo avere più rapporti con lui” 

Jared era incredulo davanti a quella confessione.
“Cosa?” disse spalancando occhi.

“Non lo nego ... c'è stato un periodo in cui ho amato ty, in cui ho pensavo che potesse essere lui l'uomo della mia vita. Ma questo è successo tanto ,tanto tempo fa...” affermò abbassando il braccio che gli copriva il viso, ”...ma ora non posso. Ci ho riprovato ma, non potrei più amarlo di nuovo, non dopo ... te” confessò con voce bassa e lo sguardo rivolto altrove.

“E allora quando mi hai detto che lui si trasferiva qui?” domandò il giovane, confuso.

“Un balla …Quando ho sentito che tu e Amelia pensavate di andare a convivere , ho mentito dicendoti che lui veniva a qui a vivere con me anche se lo avevo già lasciato”

Jared sospirò pesantemente passandosi una mano tra i capelli. Dio! Che situazione! 

“O Jensen così mi rendi le cose ancora più difficili” mormorò sconsolato. “Mi odio per quello che sto per dirti ma hai il diritto di saperlo” 

“Io ... io..” tentennò terribilmente indeciso su come affrontare il discorso.

“Ti sei reso conto di provare qualcosa per Amelia” disse per lui il biondo voltasi, finalmente, così da poterlo guardare negli occhi intensamente.

“Non so che cosa sia io... io amo te, ma mentirei se dicessi di non provare qualcosa d’inteso anche per lei” sussurrò Jared, a disagio visto che Jensen era rimasto impietrito a quella confessione. “Jensen, oddio, di qualcosa ...ti prego”

Il biondo si destò e sospirò.

“Che cosa vuoi che ti dica Jared ? Di scegliere me ?! Di amare me? Che risolveremo tutto?! Che saremo felici?” domandò ironico, ma anche ferito.
“Jensen…”

“Sarebbero promesse fatte a vuoto lo sai!” lo interruppe. “Sai che i problemi ci sono, li abbiamo visti e non posso prometterti una vita di zucchero e caramelle perché sarebbe una bugia” esclamò quasi esasperato fissandolo con gli occhi sgranati.

Jensen si morse le labbra e prese un respiro profondo cercando di calmarsi. Invano. Dopo qualche secondo di doloroso silenzio, riprese a parlare.

“Jared, voglio che sia tu a scegliere “ disse sicuro “Solo tu puoi dirmi se vuoi stare con lei o con me. Tu e solamente tu puoi prendere questa decisione”. Si! Era la scelta giusta!

“Sai, ho paura che un indomani ti renderai conto che sei rimasto con me solo perché te l'ho chiesto e non perché mi ami davvero” aggiunse, leccandosi le labbra e reprimendo comunque il magone che sentiva nascere in lui, puntando gli occhi negli occhi dalle mille sfumature del più piccolo.

Jared annuì, ma distolse lo sguardo un attimo dopo, il cuore furiosamente martellante nel petto, colpito da quelle parole. “Penso…penso che tu abbia ragione” riuscì dire, in un sussurro.

“Quindi cosa vuoi fare?” chiese Jensen.

“Mi servono un paio di giorni per pensare….per chiarire i miei sentimenti” rispose.
“Ok” mormorò solo il maggiore.
“Ok” ed entrambi uscirono dall'auto per dirigersi in casa, ognuno nella propria stanza, persi ognuno nei propri pensieri.

Giunta la sera, Jared aspettò che Jensen uscisse per andare in palestra e chiamò Amelia.

“Ehi ciao! Stai bene?” chiese la donna che ,saputo della tempesta , si era giustamente preoccupata.

“Sì, un po' di paura ma è passata ... fortunatamente la macchina non ha subito danni” rispose il giovane.

Tranquillizzata Amelia iniziò a raccontargli di come anche lei avesse trascorso il weekend, ignara che, ancora una volta, il moro non la stesse veramente ascoltando perché nella sua testa si ripeteva quella che doveva dirle.
Sperava che capisse … che non si arrabbiasse e gli desse la possibilità di decidere propri come aveva fatto jensen.

“Sai sono andata a vedere quell'appartamento di cui parlavamo…Dio! E’ magnifico‼!” 

“Amelia aspetta” la interruppe. “Dobbiamo parlare” affermò cercando di rimanere concentrato e non lasciarsi vincere della emozioni.
Dopotutto se era riuscito a parlarne con Jensen poteva farlo anche con lei!
“Oh.. certo scusami. Dimmi tutto…” cercando di reprimere una brutta sensazione.

“Ok. Ricordi che mi dicesti che questo periodo mi serviva a capire che cosa volevo davvero? ” domandò immaginandosi l’espressione stupita della donna.

“Jared, di cosa stiamo parlando ?” L’ansia cresceva.

“Meriti di sapere la verità !” esclamò.

Con fatica confessò che in quei giorni era successo qualcosa, qualcosa con Jensen e dei suoi sentimenti contrastanti. Sentì Amilia sospirare. Non poteva immaginare che era pietrificata sul posto, appoggiata al muro. Sconvolta.

“Ho chiesto a Jensen 2 giorni per riflettere e pensare. Mi sembra corretto chiedertelo anche a te” affermò.

Seguirono minuti silenziosi. Preoccupato Jared sussurrò un “Amelia ti prego parla” 

“Jared io … io non so cosa dire” tentennò riprendendosi dallo shock, “credo che … credo che tu abbia ragione ”. Sospirò e riprese a parlare.

“Tra 2 giorni tornerò in città e alloggerò al motel Garden. Ti aspetto per le 21:00 … Se ti presenterai saprò che decisione hai preso , se non ti presenterai saprò che decisione hai preso”

D’un lato sconsolato ma dall'altro sollevato , Jared disse che andava bene.

Prima di riattaccare, però, la donna chiese al giovane di fargli una promessa.

“Se tu ti presenterai cominceremo una vita insieme. Comprerai quella casa come mi avevi promesso e avremo una vita felice … e soprattutto non avrei più rapporti con Jensen e cercherei di dimenticarlo! Ma se non verrai ...”
Mormorò triste all'idea che Jared potesse realmente non scegliere lei “…dimenticati di me!” e la comunicazione finì con Jared senza parole.



La mattina dopo, seduto al bancone delle cucina, sorseggiando il suo caffè Jared guardava distrattamente il telegiornale del mattino.

All'improvviso Jensen comparve dal corridoio con la sua borsa da viaggio.

“Hey “
“Hey “ 
Si salutarono a vicenda 

“Dove vai ?” chiese Jared curioso. 
“Vado nella casa al lago” rispose innocentemente il biondo sistemando in una borsa qualche provvista per il suo viaggio.

“Perché?!” chiese ancora Jared confuso.

“Credo che non sia giusto restare qui” affermò Jensen alzando le spalle.

“Tu hai bisogno di pensare … e con me qui credo … sai … voglio lasciati il tuo spazio” 

Jared annuì arrossendo. “Grazie” mormorò.

Il più piccolo aiutò Jensen a caricare l’auto poi, appoggiato alla portiera dall'auto, gli augurò buon viaggio 
Ma prima che potesse allontanarsi il maggiore lo fermò richiamandolo.

“Ti chiedo un favore …” mormorò con gli occhi bassi “Se … se sceglierai lei.. “ affermò stringendo il volante tra le mani.

“Ecco…” pensò il giovane “…ora arriva lo stesso discorso di Amelia: se scegli me dimenticati di lei e se scegli lei non farti vedere mai più”

Il pensiero di non vedere più il biondo lo feriva, lo feriva molto e il pensiero che invece a lui non importasse di non rivederlo più era il colpo di grazie . 
Ma come si dice, Jared aveva fatto i conti senza l’oste perché sentì dire a jensen “…Ti prego , dimmi che resteremo amici”

“Cosa ?!” sussurrò incredulo sussultando.

“So che ti chiedo tanto … ma dopo tutti questi anni passati insieme non credo di riuscire a sopportare il pensiero di non vederti più” 

“Anche solo per un caffè una volta alla settimana … per fare due parole”

Jared annuì “Ok , ok te lo prometto” sollevato e felice

Il biondo gli lanciò un timido sorriso.
“Bene..ciao” lo salutò prima di partire.

Mentre lo vedeva andare via Jared poté giurare di aver visto non solo una nota di angoscia negli occhi di Jensen … ma anche un luccichio tipico di una lacrima trattenuta. 
 
   
 
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