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Autore: Lodd Fantasy Factory    13/12/2018    0 recensioni
James e Jon fissarono inconsciamente lo squarcio che si era aperto fra gli specchi: si chiesero quale realtà terribile celasse al suo interno. Le tenebre apparivano definite, come drappi consistenti agitati in modo spasmodico da entità ignote, lasciando di quando in quando spazio ad una miriade di volti fra le innaturali pieghe.
Poi, la porta a vetrate s'incrinò.
Erano senza via di fuga.
In trappola.
Genere: Azione, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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«Che ti dicevo? Sta succedendo qualcosa di folle qui sotto!» esclamò James.

«Dove siamo? Da dove arriva tutto questo freddo?» chiese Jon, guardandosi attorno. La stanza alle loro spalle aveva subito un notevole mutamento: le pareti erano svanite, lasciando spazio all'oscurità sconfinata. Eppure, il parquet proseguiva verso il nulla assoluto.

Tutto ciò non aveva il benché minimo senso: una mattinata come tante altre si era tramutata in un incubo profondo, del quale non osavano immaginare l'epilogo, od un'ipotetica via d'uscita. In cuor loro avrebbero forse preferito non saperlo.

S'incamminarono verso l'ignoto.

Era solo l'istinto di sopravvivenza a guidarli, misto ad una strana sensazione di coraggio e ad un'arcana energia di cui si sentirono, senza alcuna ragione plausibile, improvvisamente pervasi.

Proseguirono sin quando non si palesò davanti a loro un'arcata di pietra, illuminata dai bagliori prodotti dalle fiamme di una coppia di fiaccole, una blu sulla destra, ed una rossa sulla sinistra. Entrambe esprimevano luce, ma non erano capaci di bruciare al tatto, pur irradiando un piacevole calore.

James prese quella alla sua destra. Jon lo seguì con l'altra. Era come stare all'interno di una sorta di videogioco, pensarono, con l'unica pecca di avere una sola partita a disposizione, e nessun salvataggio rapido dal quale ripartire. Si giocavano il tutto per tutto, indagando nelle tenebre.

Il freddo si era intensificato, malgrado le fiaccole li aiutassero a sfuggire alla tremenda sensazione di paralisi che sembrava in procinto di afferrarli da un momento all'altro.

Poi, a poco a poco, le tenebre cedettero il passo a pareti rocciose che andavano man mano restringendosi, offrendo spazio a sufficienza per il passaggio di sole due persone.

Ombre distorte si animavano sulla roccia, assumendo le forme più disparate e mostruose, sinché una di queste non assunse un aspetto vagamente corporeo, e sfrecciò contro i due.

James, che aveva scartato di lato, vide ora la sagoma informe arretrare precipitosamente, per scagliarsi subito dopo sull'amico che era stato gettato a terra. Era spacciato!

«Kyren!» chiamò Jon, proteggendosi il volto con le braccia e la fiaccola.

Quel nome suscitò in James una sensazione contrastante, al pari di un déjà vu. Lo sentì parte di sé, ma al contempo distante, estraneo. Agitò in un impeto disperato la fiaccola blu davanti a sé, consapevole del momento esatto nel quale la creatura avrebbe colpito. La fiamma bluastra divampò, distendendosi in una lancia che incrinò il parquet. Una colonna di fuoco blu scuro si generò a protezione dell'amico, respingendo l'ombra.

«Coraggio, supereremo anche questa, Phoenix!» affermò deciso, porgendogli la mano. I suoi occhi avevano assunto una tonalità chiara, mentre i capelli si erano allungati, ed ora erano legati in una coda di cavallo. Al fiero cenno d'intesa dell'amico, concluse: «So che venerdì ci tocca fare gambe, ma questo non è un buon motivo per morire!».

La creatura d'ombra, ritraendosi, aveva proseguito a mutare forme, espandendosi come una macchia d'olio sulle pareti, rendendo impossibile comprendere da dove avrebbe attaccato. Jon, si mise alle spalle di James, e cercò di non essergli troppo d'intralcio.

Poi, un verso stridulo, come il raschiare di unghie su una lavagna, fece comprendere loro che l'essere stesse per attaccarli. Così fu.

Una miriade di artigli spuntarono come lame acuminate dai loro fianchi, sferzando funesti sulla barriera infuocata di James.

Quando l'ennesima estensione del corpo della creatura mirò Jon, però, costringendo l'amico a protendere il bastone in sua difesa – buttandolo a terra – un ultimo tentacolo calò dall'alto, intrappolando il giovane. Le lame sferzarono sulle sue braccia, per fargli perdere la presa sulla lancia.

Jon cadde all'indietro, incolume. Assistette alle grida di dolore dell'amico, che stava venendo stritolato nella morsa della belva d'ombra. Era paralizzato dal terrore, e dalla consapevolezza di non poter fare niente per aiutarlo. In mano aveva solo quella stupida fiaccola, che neanche bruciava.

Il dilaniante verso della creatura anticipò la sua apparizione al centro della strada. Le ombre si distaccarono dalle pareti, unendosi in un distorto globo di tenebra. Era privo di occhi, ma costellato di aculei che lo facevano apparire come le fauci di un calamaro immondo, traboccanti di liquido putrescente.

L'enorme bocca si schiuse, pronta ad inghiottire James.

   
 
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