“Akito! Vuoi darmi una mano o no?!”
“Perché?”
Il tono svogliato del suo ragazzo la fece innervosire, ma cercò di non andare in escandescenza. A Natale si dovrebbe essere più buoni, in teoria.
“Perché non riesco a raggiungere la cima dell'albero!”
“Sei proprio nana, Kurata. Prendi una scala o una sedia. Perché avresti bisogno del mio aiuto?”
Furono più le parole che il tono a far scattare Sana, prendendo una pallina e colpendolo in pieno, sotto lo sguardo da “Ma sei scema o cosa?!”. Lo guardò talmente male ma non disse nulla e fu proprio questo a far scattare Akito. Sana avrebbe urlato, starnazzato come un'oca. Il silenzio significava guerra.