Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AlekHiwatari14    14/12/2018    0 recensioni
[Jelsa]
Crossover: Frozen/Le 5 leggende.
Elsa si ritrova di fronte a qualcosa di inspiegabile dove il paradosso e lo stupore ha la sua parte. Ha la febbre e i suoi poteri sono fuori controllo ritrovandosi catapultata nel mondo di Dreamworks dove si ritrova ad affrontare un'avventura straordinaria per ritornare a casa. Ed è proprio lì, in quel mondo sconosciuto, che incontrerà Jack Frost. L'iniziale amicizia con il ragazzo e le varie situazioni in cui si ritroveranno li spingeranno a scoprire un nuovo sentimento chiamato "Amore".
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4


 

Quello sguardo gelido, quella beata serenità, quel suo sorriso sembravano prendermi. Ogni istante, sempre di più, il mio cuore palpitava irrefrenabilmente.
Era una sensazione che non avevo mai provato prima di quel momento. Mi sentivo stranamente protetta e rassicurata da quel ragazzo di nome Jack.
Lo vidi sfiorarmi il volto e spostarmi quelle piccole ciocche di capelli che mi scendevano sul viso.
Sentivo che qualcosa stava per succedere tra noi due. Lo percepivo soprattutto dal quel suo avvicinarsi pian piano a me.
Avrei potuto tirarmi indietro, staccarmi da lui ogni momento, ma era come se fossi stata vincolata. Come se quell’istante l’avrei atteso da tempo.

 
Il palpitare del cuore, le farfalle che incominciavano a farsi sentire nello stomaco, l’imbarazzo della dolcezza che stavo provando e i nostri volti sempre più vicini era qualcosa di stranamente bello per me.
Stava accadendo realmente qualcosa che mi avrebbe cambiato l’esistenza.
Eravamo come due calamite, ci comprendevamo bene pur essendo diversi e non potevamo non avvicinarci ancora di più.
Sembrava esitare a ciò che avrebbe dovuto o voluto fare, finché non lo fece.

Fu così improvviso, come una ventata fresca in una calda giornata d’estate. Semplicemente stupenda.
Le sue labbra si appoggiarono sulle mie per la prima volta. Era il mio primo bacio. Era così dolce sentire il suo sapore. Inconsciamente, ciò che provavamo stava uscendo fuori e spazzava via la neve che c’era intorno a noi.

 
Non sapevo cos’era quel sentimento. Non l’avevo mai provato prima. Sentivo il cuore colmo di gioia e come se l’altro tassello mancante nel mio cuore fosse stato finalmente trovato.

Indescrivibile quella sensazione di completezza che provai. Era come se fosse sparito tutto.
Il nostro mondo eravamo solo noi due e niente aveva più importanza.

Se quello era amore, se quello che stavo provando era davvero quel sentimento, non sapevo che pensare.
Una regina come me, innamorata di un semplice guardiano di un altro mondo, è totalmente assurdo.
Come ogni regina, avrei dovuto seguire la volontà dei miei genitori defunti e sposare un nobile come me e quel ragazzo di nobile aveva solamente il cuore.

Sentivo che probabilmente prima o poi l’avrei dovuto lasciare, ma il mio cuore, in quell’istante, era disposto anche a cancellare tutto. Avrei rinnegato il mio stato sociale per stare con lui, anche la mia carica di regina che avevo, ma comunque non avrei lasciato Arendelle in mani sbagliate.

Avrei sempre potuto affidare il mio regno ad Anna e continuare a stare quel mondo con Jack, ma avevo paura che, come ogni volta che ero felice, qualcosa sarebbe arrivato a rovinare tutto e così fu.

Improvvisamente una brezza strana soffiò su di noi. Era una ventata di terrore puro che staccò le labbra del ragazzo alle mie, facendolo guardare intorno.

C’era qualcosa di strano. Il cielo era diventato nero e quell’aria non prometteva nulla di buono, cosa che anche lui se ne rese conto.
Lo guardai alzando il busto: “Jack…”
Come ho appena detto, non c’era bisogno di parlare. Lui mi comprendeva benissimo.

Afferrò il bastone che c’era a terra e si alzò velocemente dicendomi:“Questa sensazione non mi piace. Dobbiamo andare via di qui.”

Mi tese la mano e mi aiutò ad alzare. Sembrava preoccupato, come se qualcosa di oscuro e losco stava per arrivare.
Ben presto compresi cos’era. Dietro di Jack era apparso un uomo completamente vestito di nero, la pelle grigia e gli occhi ambrati. Il suo aspetto mi metteva terrore, soprattutto quel cavallo nero che aveva accanto a se.
“Ma tu guarda. Jack Frost.”

Quelle parole mi sorpresero. Lui conosceva Jack. Com’era possibile? Era forse un amico o cosa?

Poco dopo mi resi conto che non scorreva buon sangue tra di loro, soprattutto quando quel tipo misterioso si accorse di me:“A quanto pare non sei solo.”
Quegli occhi gialli puntati su di me, mi terrorizzavano. Sentivo che non era un buon presentimento e che prima o poi avrei dovuto usare la magia, ma Jack, con grande stupore, fece da scudo.

Lo vidi mettersi dinanzi a me, dandomi le spalle e impugnando il bastone verso quel tipo urlandogli: “Non provarci neanche.”
Non comprendevo cosa stava succedendo. Mi sentivo così vulnerabile e spaventata da quella presenza che successe l’impensabile.
Come ogni volta che avevo paura o ero triste, non controllavo i miei poteri. L’erba sotto i nostri piedi si gelò. Non volevo mostrare la mia preoccupazione e le mie paure, ma quella magia sembrava remarmi contro. Faceva uscire fuori tutte le mie emozioni inconsapevolmente.

Odiavo questo lato dei miei poteri, soprattutto in momenti come questi dove volevo mostrarmi forte.
Jack si rese conto subito della questione, ma sembrava comunque confuso da ciò che stava accadendo così come lo ero anch’io.
Quel tipo strano e spaventoso, però, aveva le idee più chiare di noi sulla situazione.

“Jack, mi sorprendi. Difendi la fanciulla che mi ha riportato in vita?”
Era tutto troppo strano. Com’era possibile che io l’avessi portato in vita?
Eppure non avevo fatto nulla.
La cosa peggiore era che il ragazzo sembrò credergli.

Spalancò gli occhi dallo stupore dicendo un: “Cosa?”
Mi sentii il cuore a pezzi in quel momento. Com’era possibile che credesse a quel miserabile quando ero stata tutto il tempo con lui?

“Io… non ho fatto nulla.” Cercai di giustificarmi, mentre lui si voltava verso di me.
Sorrise e mi fece comprendere che già sapeva la verità.
Sentivo quel sorriso rassicurarmi e ne fui sollevata.

Peccato che quella fu solo una scusa per fargli abbassare la guardia.
Come un lampo, quel tipo gli tirò contro una magia che non conoscevo.
Era come polvere nera, ma dalla potenza assurda che lo scaraventò per aria.
Andò lontano più di quindici metri credo, comunque fu una distanza abissale.
“Jack!” Urlai seguendolo, ma lo vidi cadere in un burrone ed io mi sentii così impotente.

Volevo utilizzare la mia magia per bloccargli la caduta, ma non ci riuscii, soprattutto a causa di quell’uomo che avanzava verso di me e del cavallo nero che si mise dinanzi bloccando il mio ghiaccio.
“Bene, bene. Allora esiste qualcun altro che controlla il ghiaccio.” Sentii dire a quell’uomo mentre si avvicinava sempre più verso me.

Tesi le braccia preparando la mia magia, sbraitando: “Non ti avvicinare!”
Avevo terrore dentro di me. La paura più grande era quella di aver appena perso qualcuno a me importante, qualcuno come Jack.

Non sapevo ancora che colui che avevo dinanzi era proprio il padrone degli incubi e del terrore. Se l’avessi compreso, avrei tentato con tutte le mie forze di trattenere quella paura che, in quella situazione, non mi aiutava per niente.
“Su, via. Davvero credi di valere qualcosa?” Mi disse sorprendendomi. Sembrava sapesse qualcosa su di me che neanche io ero a conoscenza.

“Che?” Mormorai perplessa vedendolo avvicinarsi sempre più a me.
La paura cresceva e faceva aumentare anche i suoi poteri. Che sciocca!

“Io so tutto su di te. Ho attraversato le tue paure dell’inconscio, ciò che hai fatto a Jack equivale a ciò che hai fatto da piccola a tua sorella, o sbaglio?”
Ero così confusa. Quell’uomo mi terrorizzava sempre più, mi colpevolizzava e la cosa che non sopportavo era il sentirmi dire i miei sbagli, i miei errori.

“Come sai tutte queste cose?” Incominciai a chiedere sempre più perplessa.
Sembrava che tutto ruotasse intorno a me e ai miei sbagli, a ciò che avevo fatto, per i rimpianti e le decisioni non giuste.
Ero pur sempre umana e ciò che avevo fatto equivaleva al mio essere.
In fondo… non esiste umano che non abbia sbagliato inconsapevolmente.
“Le so perché sono colui che genera le paure e tu mi hai alimentato venendo in questo mondo. Non posso fare almeno di ringraziarti.”

“Piantala!” Gli urlai sentendo la confusione cadere sempre più dentro me. Il ricordo di mia sorella, di essere bloccata lì, di essere anche senza colui che mi considerava in quel mondo, incominciava a prendermi.
Stavo male senza Jack. Era un dolore che mi prendeva e mi lacerava dall’interno.

Stranamente, quell’uomo sembrava sapere tutto di me. Sentiva il mio dolore, la mia paura, la mia devastazione che aumentava ogni secondo sempre di più.
“Piantarla? Io? Sto solo dicendo la verità. Sei nata per uccidere, non per amare. Coloro che ami vanno sempre via, come i tuoi genitori…”

Quel ricordo non doveva essere menzionato. Il mio cuore non poteva reggere tutto quel dolore. Le lacrime incominciarono ad uscire, come cascate, dai miei occhi.
Mi afflosciai a terra, devastata dal dolore tremendo che avevo nel petto. Era tutto finito.
Ero sola. Non avevo famiglia, non avevo il mio regno da governare, non avevo amore da dare, non c’era mia sorella e l’unica persona che inspiegabilmente avevo provato qualcosa di grande era andata via.
Avevo distrutto la mia vita.  

Quell’uomo continuava a mettermi quegli incubi nella mente, di quando venni perseguitata.
Sembrava che rivivere tutto e persi il controllo di me stessa.
Quel tipo mi tese la mano, mentre dai miei occhi continuavano a uscire le lacrime e la bufera si stava formando su di noi.
Quella bufera di neve era stata creata da me, dai miei poteri e dal mio dolore.
“Se vuoi, insieme possiamo governare il mondo.”

“Cosa?”
Domandai vedendo la sua mano verso di me.
Alzai lo sguardo. Ero spaventata. Non volevo accettare, ma quella stessa mano era piena di polvere nera.
Me la soffiò in faccia e persi la cognizione di ciò che era giusto o sbagliato.
Quella polvere continuava a mandare avanti sempre gli stessi ricordi e la sua voce mi convinse: “Perché devi essere la sola a soffrire? Non hai fatto niente di male, mia regina.”

L’ultima lacrima la versai per Jack. Ormai l’avevo perso. Sentivo che senza di lui non sarei stata più la stessa e quell’uomo mi plagiò al punto tale che non riuscii a tirarmi indietro.
Afferrai la sua mano e mi condusse nel suo covo. Ormai credevo che non avrei mai più rivisto il volto di Jack e di Anna, ma mi sbagliavo.
Quel guardiano del gelo era riuscito ad arrivare dove non credevo fosse più possibile. Lui era ad Arendelle.

 
   
 
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