Le mani erano giunte, come in preghiera. Akito osservava la sua ragazza con la coda dell'occhio, vedendola mormorare qualcosa senza voce, non riuscendo a leggerle le labbra. Da come stringeva le sue mani doveva essere qualcosa di importante.
Qualche secondo dopo si allontanarono per dar modo ad altre persone di pregare nel tempio.
“Cosa stavi mormorando, prima?”
“Ringraziavo. È stato un anno difficile, ma adesso che è Natale voglio passarlo con te.”
Fu in quel momento che si accorse che non si sarebbe potuto innamorare di un'altra che non fosse la sua Sana. Si strinsero le mani con un tacito consenso.
“Grazie.”
“Ti amo anche io, Hayama.”