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Autore: la_pazza_di_fantasy    15/12/2018    1 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginevra sorrideva guardando la lettera posata sulla sua scrivania ancora chiusa. Conosceva l’autore di quella lettere e non vedeva l’ora di aprirla, ma non poteva, almeno non subito. Sapeva perfettamente che lui si trovava li vicino aspettando che lei leggesse la lettera. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vedere la sua faccia mentre leggeva la lettera. La storia delle lettere era iniziata quasi cinque mesi prima. Così, dal nulla. Era stato lui a scriverle per primo e lei, felice di quel contatto, aveva deciso di rispondergli in qualche modo. Solitamente lasciava una lettera sulla sua scrivania e lui, quando lei non c’era, se la prendeva e, entro la giornata, le rispondeva. Lo faceva sempre. A Ginevra piaceva molto quella storia, ma Gustav poteva tranquillamente parlarle a voce visto che riusciva a non farsi beccare per tutti quei mesi. Glielo aveva anche scritto nelle ultime cinque lettere, voleva vederlo. Gustav sviava sempre la questione facendo infuriare un bel po’ la ragazza. La rossa esasperata era addirittura andata alla base degli EDA, però si era accorta di aver fatto un enorme sbaglio una volta che il ragazzo all’ingresso le aveva chiesto come faceva a conoscere il nome di Gustav. Aveva cercato anche di convincere suo fratello ad aiutarla. Fred non ci aveva nemmeno provato, anche perché le stava sempre appiccicato. La lasciava sola solo nella sua camera.
Perché Gustav non le voleva parlare? O meglio, perché Gustav non la voleva incontrare dopo tutto questo tempo?
 
 
Fred poggiò la schiena sulla porta di legno di noce che chiudeva la camera della sorella. Una volta finito il funerale di Elias la regina aveva deciso che Ginevra sarebbe ritornata a casa, visto che non aveva più un principe da sposare, e Annabel aveva insistito perché Fred continuasse a proteggerla. Il rosso non aveva protestato, anche perché non voleva che accadesse qualcosa alla sua sorellina. E adesso era li a fare il mediatore fra due fuochi. Da una parte sua sorella che lo voleva costringere a far ragionare Gustav e a convincerlo ad incontrarla invece di lasciarle solo delle, testuali parole: “stupide lettere senza senso”. Dall’altra parte aveva Gustav che gli aveva espressamente chiesto di aiutarlo a non farsi scoprire dalla ragazza mentre lasciava le lettere sulla scrivania. All’inizio Fred voleva aiutare la sorella, ma Gustav gli aveva spiegato disperatamente il perché della sua scelta. SI era innamorato di Ginevra e, essendo un EDA, non poteva assolutamente frequentare una ragazza, ne tanto meno sposarsi. Fred aveva tentato di far desistere il ragazzo, usando anche suo padre come esempio, ma Gustav era stato irremovibile.
-tu sei l’unico che conosce la vera identità di mio padre. Lui non mi vuole con se. Avevo sei anni quando mia madre morì e mi disse il nome di mio padre. Io sono arrivato qui pensando che avrei trovato un padre gentile e accogliente invece le prime parole che mi disse furono “tu non mi conosci, io non so chi sei. Non crearmi problemi”. Non potevo fare niente e per questo sono rimasto qui. Quando l’ho ferito avevamo appena finito di litigare perché pensava che avessi rivelato la mia identità a qualcuno e voleva punirmi frustandomi. Mi sono ribellato, infondo non avevo fatto niente, e l’ho ferito. Pensavo mi avrebbe ucciso, ma non l’ha fatto. Fred non posso permettermi di non seguire le regole. Erik non me lo permetterebbe mai- queste erano state le parole che avevano completamente convinto Fred, ma comunque sua sorella insisteva, e lui non sapeva davvero come fare. Li vedeva davvero bene insieme, e sapeva anche che sua sorella aveva una cotta per Gustav. Perché era così complicato? Perché era sempre così complicato?
Frederic sorrise pensando al suo El, non lo vedeva da quasi un mese e già gli mancava da morire. Era l’unico che sapeva la verità. Tutta la verità. Elias non gli aveva nascosto niente e Fred ne era stato felicissimo. Aveva mantenuto anche il segreto con sua sorella e Gustav. Non perché non si fidasse di loro, anzi, ma non voleva che qualcuno ascoltasse involontariamente la loro conversazione mettendo in pericolo tutta Ombrax.
La porta alla quale era poggiato si aprì di colpo facendolo cadere all’indietro. Una risata cristallina arrivò alle orecchie del rosso che  guardò in direzione della sorella sorridendo.
-qualche problema Ginny?- le chiese alzandosi e spolverandosi gli abiti della divisa.
-hai parlato con Gustav?- gli chiese la ragazza con sguardo triste.
-si ci ho parlato, ma è meglio se continuate a scrivervi solamente- le rispose il ragazzo facendo intristire sempre di più la ragazza.
-siete cattivi, tutti e due!- gridò la ragazza prima di chiudere con un tonfo secco la porta, facendo tremare le pareti affianco. Ginevra prese la lettera e senza aprirla la strappò in piccolissimi pezzi per poi scoppiare a piangere e lasciarsi cadere a terra e chiudere gli occhi. Non le importava niente di Gustav che la stava spiando dalla finestra, infondo non sarebbe mai entrato quel vigliacco! Ginevra non seppe come e quando, ma si addormentò. Non sapeva nemmeno chi l’avesse poggiata sul letto, perché si ricordava di essersi messa a piangere a terra. Aprì piano gli occhi, sentiva le labbra bollenti, ma nella stanza non c’era nessuno. Anche la finestra era chiusa. La lettera strappata si trovava ancora a terra. Possibile che Fred l’avesse messa a letto? E chi altri? Pensò poi la ragazza con una punta di rammarico. Gustav voleva solo parlarle attraverso quelle stupide lettere. Mentre stava per alzarsi vide un pezzetto di carta vicino al suo cuscino. Lo prese fra le mani e lo aprì. C’era scritta una sola frase e con una calligrafia che conosceva fin troppo bene.
“Scusa, ma ho le mie buone ragioni per non incontrarti”
Qualunque fossero le ragioni di Gustav, Ginevra capì in quel momento che non le avrebbe mai sapute. Doveva farsene una ragione. Quel ragazzo era entrato nella sua camera solo per non farla dormire sul letto e per scriverle quel messaggio. Ginevra sospirò a si alzò con calma buttando il bigliettino nel camino accesso. Avrebbe smesso di mandare lettere a Gustav, o meglio di lasciare lettere a Gustav. Se il ragazzo voleva continuare a parlare con lei l’avrebbe fatto solo guardandola negli occhi. Non avrebbe più risposto alle sue lettere. Si era decisa.
 
Gustav era rientrato nella sua camera dopo averla messa al letto e baciata sulla bocca, almeno quello poteva farlo maledizione! Guardò le pareti della camera che lo aveva accolto da quando aveva sei anni e si lasciò cadere pesantemente sul suo letto. Perché doveva essere tutto così complicato per lui? Perché doveva essere il figlio di Erik Wittemberg? Odiava suo padre, e odiava ancora di più sua madre per averlo condotto dritto tra le braccia del padre. Perché non aveva taciuto su quella verità? Perché dire al figlio di sei anni che suo padre era il capo degli EDA? Era ovvio che un bambino volesse conoscere suo padre. A distanza di anni Gustav si pentiva sempre di più delle scelte che aveva fatto quand’era più piccolo. Sfortunatamente per lui non poteva tornare indietro. Sentì bussare alla porta e, sbuffando, andò ad aprire trovandosi davanti l’oggetto dei suoi pensieri.
-cosa vuoi?- chiese in modo brusco facendo entrare l’uomo nella camera. Erik si chiuse la porta alle spalle con delicatezza.
-qualche giorno fa è venuta a cercarti una ragazza, cosa mi nascondi?- chiese lui incrociando le braccia al petto e con aria indagatoria.
-non ti nascondo proprio niente. Non sono come te!- disse velocemente il ragazzo facendo apparire sul volto dell’uomo un’espressione sgomenta.
-cosa stai insinuando?-
-non sto insinuando proprio niente, sto solo dicendo la verità- Gustav guardò negli occhi il padre, non si sarebbe tirato indietro.
-quindi vuoi dire che secondo te sto nascondendo qualcosa- disse l’uomo mettendo su un’espressione dubbiosa.
-si, stai nascondendo me- disse il ragazzo, Erik guardò il figlio sospirando. Cosa doveva fare con quel ragazzo? Faceva sempre quello che non doveva fare.
-io non ti sto nascondendo sto solo omettendo un particolare su di te. Comunque non sono venuto solo per questo. Un ragazzo ti sta cercando- Gustav alzò gli occhi al cielo al cambio di argomento da parte del padre.
-chi è e che vuole?-
-non si è presentato, però ha detto di voler parlare con una delle due guardie che proteggevano Elias perché ha delle informazioni importanti- l’uomo finì la frase e uscì dalla camera lasciando Gustav da solo. Il biondo prese la maschera e indossandola uscì anche lui dalla camera incamminandosi verso l’ingresso degli EDA. Una volta arrivato vide un ragazzo con degli strani capelli blu e con una cicca in bocca che decretava il suo nervosismo.
-volevi parlare con me?- chiese al ragazzo. Quello si girò verso di lui.
-sei Gustav vero?- a un cenno confuso del biondo continuò a parlare -devi portarmi subito da Ginevra è importante-
-non avevi detto di avere delle informazioni importanti?-
-e secondo te vado a dire la verità in giro? Muoviti che non abbiamo molto tempo- Gustav lo guardò senza muovere un muscolo. Poteva essere tranquillamente una trappola e non voleva mettere in pericolo la vita di Ginny.
-non ti sto mentendo, non posso parlare qui, ma ti prometto che vi spiegheremo tutto- Gustav lo guardò ancora.
-fammi parlare almeno con Frederic, ti giuro che non sto mentendo- disse il ragazzo non sapeva cos’altro dire per convincere l’EDA. Perché Luis l’aveva incastrato in quel macello? Alla fine Gustav cedette ed annuì.
-va bene, ma se provi a mentirci e a fare qualcosa di strano ti uccido-
-non succederà-

 
   
 
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