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Autore: Dalhia_Gwen    16/12/2018    2 recensioni
Tutte le ragazze hanno un'ambizione, lei compresa.
Ma la sua è qualcosa di particolare.
Inconsueta.
Singolare.
Lei voleva diventare un marinaio.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Geoff, Gwen, Scott | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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NOTA IMPORTANTISSIMISSIMA ^-^ :
Eccomi ragazzuoli, il capitolo è arrivato!
Giustamente vi starete chiedendo: come mai questo avviso prima delle lettura del capitolo?
Non preoccupatevi, la mia è solo una raccomandazione:  come avrete ben capito dal precedente capitolo, la nostra coppia preferita sta per vivere un momento intimo ed indimenticabile.
Dunque, avverto tutti che questo capitolo presenta contenuti a sfondo sessuale.
Ovviamente, non scandalizzatevi: non sono propriamente da rating ROSSO, motivo per cui l'intera storia l'ho sempre impostata sull'arancione e quindi senza vincoli. Sapete bene che, anche per me, scrivere scene di questo calibro, è qualcosa di estremamente difficile, perchè non è nella mia indole e soprattutto non opportuno, in quanto è pur sempre un cartone adatto ad un pubblico molto giovane (non giovanissimo, ma ci siamo capiti).
Però ecco, qualcosa c'è e mi sembrava giusto avvertirvi.
Detto questo, ora siete stati avvisati del "pericolo" che incorrerete. A voi la scelta di continuare la lettura o semplicemente saltare.
Tanto non è un capitolo da "non perdere per lo svolgimento della storia".

Uomini/donne avvisati/e, mezzi/e salvati/e. ;)




 











 
Chapter 33





Venne condotta in superficie, fin sopra il ponte in coperta dove regnava il più assoluto silenzio. Il mare e il suo delicato movimento contro la nave, facevano da sfondo a quella serata ricca di stelle nel firmamento. Gwen si fermò ad osservarle, rimanendo sbalordita dal loro grande numero. Riempivano l’intero cielo sereno, rendendo l’atmosfera ancor più magica. Intravide una stella più luminosa, e subito la sua mente andò alla sua mamma, che la vegliava dall’alto della sua posizione. Si commosse, ringraziandola per tutto quello che riuscì a fare per lei e per Scott, e le chiese semmai avesse fatto bene ad essere lì, su quella nave insieme a coloro che li considerava suoi fratelli e soprattutto se avesse fatto la scelta giusta a donarsi ad un corsaro.
Sorrise, fu esattamente la stessa sorte della madre.

Ma chi eravamo noi per programmare il nostro cuore e i nostri sentimenti?

Abbassò lo sguardo, mentre continuava a seguire Geoff, e solo quando si fermarono alzò il viso timidamente. Si ritrovò sul cassero della nave, su cui vi era un tavolino apparecchiato per due, illuminato dalla sola luce fioca di un lume posizionato al centro di esso. Regnava la quiete più assoluta, il pavimento venne cosparso da petali di rose rosse e poco più in là vi era una figura nera immobile, che sembrava stesse osservarla.
Rimase esterrefatta di fronte a tanta galanteria, avvertendo il cuore accelerare i battiti senza preavviso. Sentì le guance imporporarsi, mentre portava dietro l’orecchio una ciocca di capelli che era sfuggita all’acconciatura. Nel frattempo si rese conto che Geoff era sparito, lasciandola sola, ma solo dopo essersi girata per guardare nuovamente di fronte a sé sentì due mani bollenti afferrarla per la vita facendo aderire i loro corpi in convulsione.

- Sei incantevole, angelo mio. Più di quanto io stesso avessi mai osato immaginare. - le sussurrò roco ad un orecchio il suo capitano, non riuscendo a nascondere l’eccitazione che la sola vista della ragazza gli aveva risvegliato.

La fanciulla, imbarazzata più che mai, provò dei brividi sentendo la temperatura del suo corpo salire, mentre tentava di non saltargli addosso. L’odore di muschio che utilizzava quotidianamente la inebriava, tanto da farle perdere il controllo con la realtà.

- A-Anche tu… - rispose lei, non consapevolmente in sé, mentre portava le mani tremanti sul petto di lui. Di fronte a quelle parole lui sorrise compiaciuto, poi si calò lentamente per rubarle un bacio trasportato, pieno di desiderio ed autorevole, intrappolandola in una stretta possessiva.

Se fosse stato per lui, l’avrebbe fatta sua in quello stesso istante, sul quel pavimento e sotto quel cielo magico come il loro amore.
Ma avrebbe rotto quel momento così romantico tra loro, consapevole che l’attesa era molto più piacevole del desiderio stesso.

Si staccò senza preavviso da lei, che nel frattempo rimase stordita dall’intensità del bacio, e prendendola per mano la condusse verso il tavolo apparecchiato.
In un batter d’occhio si sentì nell’aria una leggera melodia di una fisarmonica, e poco distante la figura di un marinaio indiscreto che la suonava. Gwen si volse verso di lui, e riconobbe il ragazzo in questione: era Brick che, incaricato dal capitano, suonava abile la sua piccola fisarmonica e, intercettando lo sguardo ammirato di Gwen, le sorrise radioso facendole l’occhiolino. Lei fece un movimento leggero imitando un battito di mani, ringraziandolo dello splendido sottofondo che dava alla serata così perfetta. Duncan intanto si estraniò da tutto, si poggiò sui gomiti completamente ipnotizzato dalla figura della sua donna, non potendo fare a meno di mangiarla con gli occhi e fare pensieri perversi su di lei.
In quel momento fece il suo ingresso un Dj imbarazzato che, dopo aver fatto una riverenza, iniziò a parlare.

- Buonasera capitano e mi lady. Posso iniziare a servirvi? Stasera ho preparato solo per voi una cena alquanto afrodisiaca. Domani mi ringrazierete. - disse sornione, per poi finire la frase facendo un occhiolino ad entrambi. Gwen aprì la bocca basita e divertita allo stesso tempo, ma Duncan la precedette.

- E sia Dj, non vedo l’ora. - intervenne, regalandole un sguardo sensuale, che la infiammò fin sopra i capelli.

- Sei bellissima, non ricordo di averti donato quel bel vestito. - disse ad un tratto il capitano, mentre lei era intenta a sistemarsi i capelli per mangiare.

- In effetti è un regalo del caro Robert, un mercante che ha una bottega a Bridgetown. Gli promisi che l’avrei indossato per un’occasione speciale. - disse sinceramente lei, guadagnando un’espressione curiosa del capitano.

- Hai fatto bene, ti sta d’incanto addosso. Fin troppo. - ammise, dando un boccone al pasto caldo che gli fu appena portato.

Parlarono del più e del meno, ridendo e scherzando di qualsiasi cosa passasse nelle loro menti. Sembravano due adolescenti al loro primo appuntamento.
Gwen non si era sentita mai così bene in tutta la sua vita: scoprì che il suo amato capitano era una persona divertente e con un passato scalmanato, tanto da paragonarlo al suo.

Erano così simili che lei ne rimase scioccata.

Ma anche Duncan rimase sorpreso dai racconti della vita precedente della sua amata: gli raccontò di tutte le pazzie che fece, della sua indole ribelle e della sua forza, sua madre.
Gli raccontò di quanto fosse innamorata anche lei del mare e del capitano della nave di cui fu una passeggera, e della sorte che il destino le riservò, e il ragazzo non poté che provare ammirazione per quella donna.
Si spiegò così da chi avesse ereditato quella caparbietà la sua piccola sirena.

- Cosa mi dici della tua famiglia? È contenta di saperti in mare aperto con un gruppo di pazzi come noi? - chiese Duncan per cambiare discorso, vedendola rattristita per il ricordo della madre.

Ma quella domanda ebbe l’effetto contrario. Lo sguardo della giovane slittò verso l’orizzonte, perdendo tutta la spensieratezza che lui costruì con tanta fatica.

- In realtà non lo sanno. Mio padre e mio fratello erano sempre stati contrari al mio sogno. Dopo la morte di nostra madre, mio padre mi proibì di avvicinarmi al mare, notando la mia inclinazione verso di esso. Così un giorno, alla prima occasione, mi sarei ripromessa di abbandonare tutto. E quella occasione fu la Warrior. - disse, sorridendo sinceramente, ricordando la sua bellissima pazzia.
Il capitano venne contagiato da quel sorriso, poi prese una mano e la strinse tra le sue, attirando così quegli occhioni neri su di lui.

- E sei felice della tua scelta? Se potessi tornare indietro, la rifaresti? - quasi non si accorse di quelle domande che uscirono dalla sua bocca in maniera impulsiva, ed una grande paura lo investì come acqua gelida. Lei rimase spiazzata, e per la prima volta si trovò in soggezione nell’avvertire i suoi occhi che la squadravano intensi e ansiosi di sapere.

Semmai volesse tornare indietro? Ovvio che no.

Probabilmente quella fu l’unica buona decisione che riuscì a prendere da sola in tutta la sua vita.

- Sempre e comunque, se fosse necessario. - rispose dopo qualche momento, provata dall’imbarazzo della domanda, inchiodando gli occhi neri in quelli di lui.

La guardò incredulo, provando una felicità tale da mancargli il respiro.
Non riuscì più a trattenersi: si alzò di scatto dalla sedia e, prima che lei se ne rendesse conto, raggiunse la sua principessa e la sollevò tra le sue braccia, volteggiando un paio di volte.

Risero fino a non avere più il fiato, arricchendo l’aria di spiensieratezza e di pura allegria, contagiando anche i membri della ciurma, i più curiosoni e ficcanaso, nascosti dietro dei barili di vino, che si godevano la scena elevando commenti di tutti i tipi.

- No, sul serio, guardatelo: è fottuto. Quella femmina l’ha stregato. - disse Tyler, rimanendo sempre più esterrefatto di fronte all’emergere del lato romantico del capitano, di cui nessuno era a conoscenza né tantomeno aveva mai immaginato l’esistenza. Immediatamente costui ricevette una gomitata in un fianco, che lo fece gemere di dolore.

- Penso sia anche ora: ha sofferto abbastanza ed e giusto che anche lui trovi un po' di serenità con una donna che ne è degna. - a rispondere fu ovviamente Geoff, infastidito dal commento inopportuno del compagno, e conoscendo più di ogni altro il passato del capitano.

- Sì, ma devi ammettere che fa abbastanza senso, Geoff. Dai, non lo riconosco più. - aggiunse preoccupato Brick che, malgrado fosse felice per i due innamorati, rimase abbastanza scioccato nel vedere il capitano così umano. Il biondo sbuffò sonoramente.

- Ragazzi, devo forse ricordarvi cosa ha passato e quello che abbiamo dovuto subire? - chiese quindi spazientito, ottenendo un ammonimento da Topher, che rimase in silenzio per tutto il tempo.

- Ma insomma! Volete che ci scoprano?! Vi rammento le parole del capitano: NIENTE INTRUSI. O saremo pasto degli squali! -esclamò severo, e i compagni pensarono bene di ascoltarlo.
 
- Non hai idea di quanto questo mi faccia felice, amor mio! - disse il ragazzo, dopo averla baciata tenendola a sé come una sposa, mentre lei continuava a regalargli sorrisi di cui era diventato oramai dipendente.

- Ho un’altra sorpresa in serbo per te, però. - le annunciò poco dopo, sentendo i suoi sensi completamente annebbiati dal desiderio di possederla.

La guardò affamato non riuscendo a contenersi. Gwen venne colpita da quello sguardo magnetico, ed ebbe la sensazione che celasse qualcosa di estremamente proibito. Ma il ragazzo non aspettò alcuna risposta, e spedito scese sotto coperta in direzione della sua cabina.
Man mano che la destinazione si faceva sempre più ovvia, la ragazza avvertì una serie di sentimenti in netto contrasto tra loro.

Non sapeva se essere eccitata o impaurita.
O entrambe le cose.

Il risultato era un tacito consenso accompagnato da una sorta di adrenalina che attraversò corpo e mente.
Si rese conto che il suo corpo rispondeva in maniera diversa alla sua ragione, e questo la fece spaventare più dell’idea stessa di passare la notte col capitano.

E se, in qualche modo, lei fosse pronta a donarsi all’unico uomo che abbia mai amato?

Con un colpo secco di un piede, Duncan spalancò la porta della sua camera e con la stessa velocità fece scattare la chiave nella serratura. Fece scendere la ragazza dalle sue braccia, senza mai lasciarla libera e fulmineo le si avvinghiò baciandola con voga per placare i suoi istinti.
Irrimediabilmente lei si sentì scottata da quel contatto morboso, mentre dentro di lei si era scatenata una lotta interiore tra cuore e ragione.
Senza perdere altro tempo il ragazzo la bloccò a sé e lentamente la trasportò verso il letto. Quando lo avvertirono, caddero a peso morto su esso, incapaci di staccarsi.
Duncan si mise a cavalcioni su di lei, prendendole i polsi e bloccandoglieli all’altezza della testa per paura che lei scappasse, non smettendo mai di baciarla.
La sentì gemere per la passione che inconsapevolmente fece emergere in lui, e il ragazzo si sentì ancor più invogliato a continuare quella lenta e meravigliosa tortura. Si staccò dalle sue labbra carnose solo quando aveva finito aria nei polmoni, osservandola la prima volta dall’alto della sua posizione.
Ella sembrava un tumulto di emozioni in procinto di esplodere: ansimava indebolita psicologicamente da ciò che lui le faceva provare, ma lo guardava con occhi grandi che nascondevano paura e desiderio allo stesso tempo. Le guance avevano un delizioso colore roseo, che le donavano un’aria così infantile che lo disarmava ogni volta.
Le labbra, invece, erano socchiuse e gonfie per la voracità dei suoi baci, ed erano talmente rosse da fargli desiderare di assaporarle ancora una volta.
 
E lo fece, stavolta con meno intensità, godendo del contatto lento e del sapore che celavano.
Sorrise compiaciuto, quando la vide ancora con gli occhi chiusi ed intenta a riprendere il controllo di sé stessa. Passò repentino a torturarle il lobo dell’orecchio destro, e con lentezza scese lungo il collo diafano e delicato fino ad arrivare alla scollatura del seno. La sentì agitarsi quando cominciò a far navigare la mano libera lungo la schiena scoperta, intento a trovare l’abbottonatura del vestito. A quel punto decise di far aderire il suo corpo a quello gracile di lei, coprendola interamente e facendole capire che non sarebbe scappata dalla sua presa, non quella notte.
La baciò ancora quasi volesse divorarla, insinuando la lingua tra i suoi denti e facendole godere del dolce torpore di quel contatto. Istintivamente Gwen venne investita dalla passione che accresceva in lei ad ogni contatto rovente di lui sul suo corpo, qualunque esso fosse. Rispose con altrettanta voga iniziando una frenetica danza di lingue, in cui nessuno dei due voleva cedere.

E fu in quel momento che Gwen capì di non aver più paura di fare l’amore con lui.

Il suo corpo cominciò a muoversi sotto di lui non accorgendosene nemmeno, rispondendo alle sue provocazioni e trasmettendogli brividi che nessun’altra donna fu in grado di fargli provare. Non le fu difficile, infatti, capire cosa stesse accadendo in lui, quando si rese conto del suo respiro smorzato e la voracità con cui premeva  il suo corpo a quello di lei.
Sorrise compiaciuta tra un bacio ed un altro, portando le braccia finalmente libere intorno al suo collo, stringendolo a sé con tutta la forza che aveva.
Duncan venne preso alla sprovvista da quel naturale cedimento della giovane.
Non gli pareva vero e così, orgoglioso di sé e senza neanche avvertirla, abbassò veloce la cerniera del vestito, sfilandoglielo con una delicatezza e premura che non gli si addicevano.
Il vestito cadde sul pavimento, dando così al giovane la possibilità di bearsi di quella favolosa visione sotto di sé.
La sua piccola dea giaceva ansimante coperta solo dall’intimo nero che quel giorno indossò, imbarazzata più che mai dai suoi occhi acquamarina che parevano saette che si scagliavano sul suo corpicino. Paradossalmente Duncan parve immobilizzarsi, investito dalle stesse emozioni che provò la prima volta che la vide così seducente ed indifesa.
Anzi, in quel momento si rese conto che il suo corpo fosse ancor più sinuoso di come se lo immaginò. Si torturò il labbro inferiore tra i denti, per poi calarsi nuovamente su di lei fino a far scontrare le loro fronti.

- Lo sai che mi stai portando alla pazzia, bambolina? - le chiese con voce rotta dallo sforzo che stava compiendo nel rimanere lucido. Lei sorrise arrossendo di colpo, mostrando i denti bianchi e facendo affondare una mano nei capelli neri del ragazzo, scompigliandoglieli.

- Veramente. - ammise guardandola negli occhi, per poi sorriderle arrendevole. Lei elevò il capo quanto le bastava per congiungere le loro labbra in un leggero tocco, prima di rispondergli investita da una sensualità che non le si addiceva.

- Allora non impazzire. Fammi tua. Ora. - gli sussurrò tra le labbra, e a lui quella frase parve uno scherzo della sua perversa mente.

Rimase a bocca aperta deglutendo rumorosamente, mentre la sua mente cercava di connettersi almeno per un istante.

Era forse già impazzito?

Ma rinvenne non appena la ragazza fece scivolare una mano sulla camicia, cominciando a sbottonarla con tocco lento, delicato e scottante nel medesimo istante.

Non riuscì a non sorriderle radioso, non facendoselo ripetere due volte.

La spinse con forza sul materasso rubandole un bacio focoso, e facendole emettere un gridolino soffocato.
Cominciò a delineare estasiato le curve del suo corpo, arrivando alle natiche e tornando a salire. Quelle coccole la rendevano succube di quell’uomo dalle mille sfaccettature, che aveva imparato ad amarle tutte senza indugi.
Tuttavia la ragazza fece appena in tempo ad ottenere un po' di attenzione del capitano, sapendolo in totale balia della passione, avvertendo le sue mani esperte intente a liberarla del reggiseno.

- Promettimi di non essere violento. Perché questa è la mia prima volta ed ho una paura tremenda… - gli disse tutto d’un fiato, avvertendo di nuovo il timore prendere il sopravvento su di lei.
Duncan venne completamente spiazzato da quella richiesta, avvertendo il suo tumultuoso cuore perdere un battito: sapeva perfettamente che quella ragazza si stava presentando a lui ancora inviolata, ma per nessuna ragione avrebbe permesso alla sua indole selvaggia di farle alcun male.

Perché ciò che lui voleva non era semplice sesso.

Voleva fare l’amore con lei.

E solo in quell’istante ne capì la differenza.

Poté affermare di aver avvertito sulla propria pelle la medesima paura che invadeva la ragazza, rendendola in quel momento fragile ed insicura.
Così le prese il volto tra le mani, guidato da un’inspiegabile senso di protezione, e la rassicurò baciandole il naso.

- Non ti farei mai del male, angelo mio. Vorrei farti passare la paura che leggo nei tuoi occhi, ma non userei mai la violenza su di te. - disse, addolorato dai brividi che la investivano.

- Io ti amo, e vorrei solo che questa notte sia la più speciale per entrambi. Perché anche io, come te, sto facendo per la prima volta l’amore. - ammise, e a Gwen morì il fiato in gola avvertendo il tremolio della sua voce quando pronunciò quelle parole.

Sapeva che quell’arrogante quanto affascinante ragazzo fosse stato a letto con tante donne prima di lei, ma non si aspettava di certo una dichiarazione così profonda e romantica.
In quel momento, ponderando le parole, capì quanto amore era racchiuso in esse.

Poteva fidarsi, doveva.

Perché l’amava troppo.
Avvertì le lacrime appannarle lo sguardo e, prima di scoppiare a piangere, lo avvicinò a sé in un abbraccio morboso e lo baciò con tutta la passione che poteva avvertire.
Fu una lunga carezza piena d’amore, in cui entrambi potevano avvertire l’intensità dell’altro.
Adesso la ragazza poteva sentirsi sé stessa, felice di abbandonarsi ad un uomo che, era sicura, le avrebbe fatto toccare il Cielo quella notte.
In men che non si dica, le sfilò l’intimo con movimenti lenti e premurosi, che la imbarazzarono.
Lei si azzardò a fare lo stesso, portando una mano all’altezza dei calzoni per trovare la cintura, ma lui la soccorse, aiutandola a sfilarseli.
Poi si liberò anche lui dell’intimo, non smettendo di coccolarla.
Le condusse le mani dietro la sua nuca, come appoggio, ed insieme raggiunsero il loro paradiso.

Ed era incredibile come lui mantenne la sua promessa.

Quasi si commosse la ragazza avvertendo la premura e la delicatezza che le riservò, delle parole di conforto che lui continuava a sussurrarle e della sicurezza che lei assimilava ad ogni sua carezza.

Per lui, invece, fu come fare l’amore con una creatura divina.

Per la prima volta nella sua vita sentiva di non volere affatto il solo piacere sessuale: aveva avuto così tante donne accondiscendenti che poco gli importava se fossero state solo avventure passeggere.
Ma ora di fronte ad una donna a cui teneva più della sua stessa vita non sapeva come comportarsi.
Si sentì per un momento infantile e rammollito, ma non gli importava più oramai.

Voleva lei, voleva che sarebbe stata sua quella notte e per sempre.







Secondo angolo dell'autrice:
Rieccoci amici miei! Che dire, spero abbiate apprezzato tale momento romantico all'ennesima potenza, con la speranza che non sia stato troppo invasivo come temevo.
Ci aspetta una nuova avventura, ciurma... è ora di capire dove ci porterà!
A presto e ne approfitto per augurarvi un
sereno NATALE e felice ANNO NUOVO!
Baci,

Dalhia_Gwen
 
  
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