Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    16/12/2018    11 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
[Sequel di “Magisterium” e di “Magisterium - 1933”]
Quasi trent’anni dopo sono i figli di Charlotte Selwyn, William Cavendish, Regan Carsen e i loro vecchi compagni di scuola ad essere sul punto di partire per il loro ultimo anno di scuola, anno che non trascorreranno tra le accoglienti e familiari mura di Hogwarts, bensì a Nord, nella gelida Scandinavia, nel quasi sconosciuto Istituto Durmstrang, celebre per aver formato Gellert Grindelwald e per l’ampia conoscenza sulle Arti Oscure che fornisce ai suoi studenti.
Riusciranno a superare questa prova prima di diplomarsi?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 23
 
Giovedì 31 Maggio



“Ok, devo essere assolutamente sicura di non dimenticare nulla… hai già controllato sotto al letto?”
“Rose, rilassati, stai facendo la valigia da due giorni e hai controllato la stanza da cima a fondo già tre volte oggi!”

Silvy, seduta su quello che era stato il suo letto per otto lunghi mesi, alzò gli occhi al cielo mentre l’amica controllava sotto i cuscini e tra le coperte del suo.

“Non si è mai troppo sicuri Silvy, dimentico qualcosa quasi sempre quando vado in vacanza… e visto che non rimetteremo mai più piede qui, sarà meglio essere certi di non dimenticare niente. Tu hai finito? Abbiamo la Passaporta alle 16.”
“Sì, mi mancano un paio di cose, le aggiungerò dopo pranzo. Sai, sono felice di tornare ad Hogwarts, mi manca molto, ma un po’ mi dispiace andarmene dopo tutti questi mesi. Sembra ieri quando siamo arrivati…”

“Lo so. Sono successe un sacco di cose, vero?”
Rose abbozzò un sorriso e pensò a Graham, al fatto che quando era arrivata non avrebbe mai immaginato che le cose tra loro avrebbero preso quella piega.

“Già… Ma mentre tu e Graham e John e Julie potrete tornarvene a Casa felici e contenti e saltellando mano nella mano i poveri Tim ed Elvira oggi devono salutarsi.”
“Lo sol mi dispiace molto per loro, ma sicuramente si vedranno non appena finiti gli esami. Grazie al cielo siamo maghi, per i Babbani sarebbe stato un problema ben più grave.”

Rose chiuse il suo baule mentre Silvy, fissando il soffitto, annuiva distrattamente, pensierosa.

“Già…”
“Tu non hai nessuno da andare a salutare?”

“Con calma Rose, partiamo tra quattro ore, non quattro minuti!”
“Sì, ma ti conosco… e a proposito di Tim ed Elvira, penso proprio che anche Ivan sia giù per la nostra partenza. Chissà come mai…”

“Rose, non fare la sibillina, quello è il mio metodo. E comunque sì, credo che dispiaccia anche a me.”
“E glielo hai detto?”
“Non esplicitamente.”

“Beh, magari dovresti.”


*


“Sono un po’ preoccupata.”
“Per Ivan dici?”
“Certo! Guardarlo, non lo vedevo così da una vita!”

Katja annuì con fare concitato e accennò ad Ivan mentre sedeva accanto a Novak, parlando a bassa voce affinché il ragazzo non li sentisse.

“In effetti oggi non sembra di ottimo umore… avrà a che fare con la partenza degli inglesi?”
“Certo, sarebbe una coincidenza troppo strana. Più precisamente, penso che abbia a che fare con Silvy.”

“Silvy dici?”
“Merlino Novak, sei più ottuso di un pezzo di legno… certo che ha a che fare con lei, sospetto che le piaccia già da un po’. Forse non si è fatto avanti perché pensa che non potrebbe funzionare vista la distanza…”
“Beh, infondo anche noi viviamo in Stati diversi, e anche Lia e Dom. Sicura che gli piaccia?”

“Naturalmente, se fossero solo amici non sarebbe così giù di tono. Io e Graham siamo grandi amici, ma non sto reagendo così!”
“Sì, ma voi vi vedrete comunque spesso, le vostre famiglie si conoscono da sempre…”

“… Ok, questo è vero, ma…”

“Potreste cortesemente finirla, voi due?!”

Ivan, sbuffando sonoramente, si alzò e si allontanò a passo di marcia, uscendo dalla stanza sotto gli occhi imbarazzati e mortificati dei due amici:

“Ops… forse dobbiamo affinare la tecnica del sussurro.”
“Tu dici Kat?”


*


“Non posso credere che l’ultima mattinata di lezione sia finita, non ti sembra strano?”

Lia sospirò mentre sedeva accanto a Michael ad un tavolo nella Sala del Ristoro, guardando il ragazzo annuire mentre prendeva un pezzo di pane:

“Un po’, da domani comincia il ripasso per gli esami purtroppo… e oggi partono gli inglesi.”
“Già, povera Elvy.”
Lia annuì, sconsolata e triste per la sua amica mentre Michael, al contrario, spalancò gli occhi e le rivolse un’occhiata sbalordita:
“Povero Dom, non potrò più divertirmi con Graham e Rose!”

“Stupido…” Lia sbuffò appena e gli assestò una gomitata, facendolo ridacchiare prima di stringersi nelle spalle:

“Non preoccuparti Orsetta, si adorano, e con le Passaporta si potranno vedere molto spesso, proprio come faremo noi dopo il Diploma. Credimi, sono una benedizione, i Babbani hanno problemi ben più gravi da affrontare.”
“Sì, usano quelle cose metalliche che volano… aeroblani?”
“Sì tesoro, aeroplani, ci sei quasi.”

“Non sono molto informata su quel mondo Dom, lo sai, anche se mio padre ci ha a che fare non poco per via del suo lavoro… ah, tanto per chiedere, continuerai a chiamarmi Orsetta anche dopo il diploma?”
“Naturalmente.”  Michael sorrise, si sporse e le diede un leggero bacio a fior di labbra. Natalia avrebbe voluto rivolgergli un’occhiata torva, ma dopo quel gesto non ci riuscì e dovette sorridergli per forza.

“Sei un furbetto ruffiano, lo sai?”
“Sono cresciuto in un orfanotrofio Lia, se volevi qualcosa dovevi fare gli occhi dolci a qualcuno ogni tanto.”


*



“Hai finito di sistemare il baule?”
“Sì, ho iniziato ieri, non mi piace prendermi all’ultimo… Sei felice di tornare?”
Julie sorrise a John mentre pranzavano insieme a Graham e Rose, guardando il ragazzo annuire e ricambiare il sorriso, gli occhi grigio-azzurri luccicanti:
“Molto, mi manca Edith, non la vedo da Natale…”

“Già, anche a me mancano le pesti, Emily ed Elliott… e anche il piccolo Conrad, ma dovrò aspettare la fine di Giugno per vederlo, pazienza.”

“Io sono curiosa di sentire che cos’hanno combinato Andrew e Krystal in mia assenza, mi vengono già i capelli bianchi solo a pensarci…” Rose alzò gli occhi al cielo mentre Graham, guardandosi intorno con la fronte aggrottata, chiedeva dove fossero Tim, Sean, Silvy e David.

“Tim pranza con Elvira, visto che è l’ultimo giorno volevano stare insieme… e io sono qui, scusate il ritardo ma non trovavo Mist.”  David sfoggiò un piccolo sorriso mentre prendeva posto accanto a Graham che gli rivolse un’occhiata eloquente:
“Non trovavi il gatto? Dave, sembri Katja. A proposito di gatti, Silvy sta facendo fare esercizi al Povero Rex per caso?”

“No, credo voglia stare un po’ da sola, ho provato a chiederle di venire ma mi ha cacciato… ho colto l’antifona e non ho obbiettato, tengo molto alla mia incolumità fisica.”

Sean si unì al gruppetto occupando l’ultima sedia libera, parlando con un tono e un’espressione seri che non lasciarono dubbi sulla veridicità delle sue parole, mentre Rose sfoggiava un sorrisetto in direzione di Julie:

“Chissà su cosa deve riflettere, eh Juls?”
“Di che parlate?”
“Oddio, ma bisogna sempre spiegarvi tutto?! Vi siete accorti che non si vede in circolazione anche qualcun altro?”

“Emh…”

Graham e Sean si scambiarono un’occhiata perplessa che fece venire voglia a Rose di sbattere la testa sul tavolo per colpa di fidanzato e amico: lì conosceva entrambi da quando indossavano il pannolino, ma sperava che con il tempo avessero acquisito qualche neurone in più.

“Ok, ascoltatemi… Dave, tu hai capito?”
“In effetti no…”
“Siete senza speranze, mi fate perdere totalmente fiducia nel vostro genere a volte.”

“Ammetto di essermi perso…”
“John, lascia stare, ascolta e basta.”


*


“Ricapitolando, la scuola finisce per entrambi il 21 Giugno… cercheremo di vederci entro Luglio, nell’arco di quei dieci giorni, ok? Puoi venire a trovarmi, la mia famiglia muore dalla voglia di conoscerti.”

Timothy sorrise ad Elvira con fare incoraggiante e consolatorio al tempo stesso, guardandola annuire animandosi un po’, gli occhi luccicanti:

“Mi piacerebbe molto, e poi non sono mai stata in Inghilterra. Non sarà facile convincere i fratelli orsi, ma chiamerò mia nonna in causa.”
“Ottimo. Mi mancherai Elvy, la tua allegria e vitalità sono un vero toccasana.”

“Anche tu. Ah, ti ho fatto questi ieri sera.”
Elvira porse al ragazzo una scatola di cartone e lo guardò prenderla strabuzzando gli occhi azzurri:

“Che cosa sono?”
“Origami, sai che mi piace farli… ho fatto tutte le figure che conosco, ho imparato anche i cuori.”
Elvira sorrise orgogliosa e il ragazzo ricambiò, guardandola con un che di adorante nello sguardo:

“Sei adorabile. Come si fa a non volerti bene, me lo spieghi?”
“Sì, non hai tutti i torti, me lo dicono tutti… ma anche tu sei dolcissimo Tim. Ti scriverò papiri di lettere pieni di chiacchiere inutili.”

“Non vedo l’ora di leggerli.”


*


“Ok… direi che siamo pronti, abbiamo preso tutto e mancano dieci minuti. Hai salutato tutti?”
Julie si voltò verso Silvy, che scosse il capo mentre, in piedi nell’atrio vicino al suo baule e alla gabbia di Rex, si guardava intorno con attenzione.

“No.”
“No?! Che aspetti?!”
“Beh, ovviamente che si decida a farsi vivo, o pensa di farmi andare via senza salutare?!”

Silvy inarcò un sopracciglio e sbuffò appena, tamburellando il piede sul pavimento con impazienza: proprio ora che si era decisa Ivan decideva di non farsi vedere?


Intanto, a qualche metro di distanza, Katja stava salutando Graham e Elvira Timothy. La Corvonero vide Katja rivolgerle un sorriso dopo aver abbracciato Ivan, avvicinandolesi con l’aria di chi la sa lunga:


“Ciao Silvy… cerchi qualcuno?”
“Ciao Kat. In effetti vorrei salutare Ivan, sai dov’è?”
“Penso proprio che stai arrivando, immagino voglia salutare i ragazzi… e anche te, naturalmente.  È stato bello conoscerti, buon ritorno a casa.”

Katja sorrise alla Corvonero prima di abbracciarla e Silvy, annuendo, ricambiò il sorriso:
“Grazie… anche per me, Graham non esagerava dicendo che sei fantastica.” 

“Ti ringrazio. Oh, guarda… c’è Ivan.”

Non appena vide l’amico Katja, sorridendo soddisfatta, si dileguò senza dare a Silvy il tempo di dire o fare nulla, allontanandosi per tornare da Novak mentre Ivan, raggiunto l’ingresso, si fermava a salutare i ragazzi.

Silvy, consapevole che ormai mancassero pochi minuti, lo guardò rivolgerlesi e avvicinarsi ripensando a tutto quello che si era detta nell’arco della giornata.
Non era mai stata tipo da esitare o da tirarsi indietro, e una volta presa una decisone era raro che cambiasse idea. Quel giorno non avrebbe fatto eccezione.

“Ciao Silvy.”
“Ciao Ivan… cominciavo a chiedermi se saresti venuto a salutare, sai?”
“Scusa, avevo… bisogno di pensare, ma non sarei mai mancato.”

Ivan abbozzò un sorriso e Silvy, annuendo, ricambiò mentre la Vicepreside consigliava al ragazzi di avvicinarsi alla vecchia bottiglia vuota che avrebbero usato come Passaporta.

“Sì anche io oggi ho pensato parecchio… E alla fine ho capito una cosa.”
“Cioè?”
“Ci ho messo un po’, forse, ma… alla fine ho capito che volevo fare questo.”

Silvy si avvicinò al ragazzo con un paio di falcate e, preso il suo viso tra le mani, gli diede un bacio sotto gli occhi di tutti i compagni, che dopo un attimo di smarrimento misto a sorpresa diedero vita ad un forte applauso misto a risate.

Ivan, dal canto suo, ebbe appena il tempo di realizzare cosa stesse succedendo e prendere a sua volta il viso di Silvy tra le mani con delicatezza quando la ragazza si staccò, sorridendo:

“Temo proprio di dover andare… stammi bene Ivan, ci vediamo.”
“Ma non potevi farlo prima?!”
“Almeno l’ho fatto! Ci vediamo in Estate!”

Silvy rise mentre prendeva la gabbia di Rex e si avvicinava al resto dei compagni, strizzandogli l’occhio appena prima di voltarsi e toccare a sua volta la bottiglia.

Ivan sorrise, e mentre gli ultimi saluti riempivano l’ampia stanza guardò la Passaporta attivarsi e portare con sè, a molte miglia di distanza, gli studenti inglesi che avevano soggiornato lì per praticamente tutto l’anno scolastico.

Pochi istanti dopo il silenzio calò nella stanza, e dei loro “ospiti” non c’era più traccia.
Ivan si sentì mettere una mano sulla spalla e, voltandosi, vide Novak sorridergli:

“Consolati, la vedrai tra qualche settimana. Sorprendente la ragazza, eh?”
“Già. Ha avuto molto più spirito d’iniziativa di te con Katja, Novy.”

“Sta’ zitto piccoletto, o ti metto in punizione.” Novak sbuffò e, essendo più alto dell’amico, gli prese la testa con un braccio e gli arruffò i capelli scuri mentre lo trascinava verso le scale per tornare nella loro Camerata insieme ad una Elvira abbracciata a Lia, ignorando le richieste di lasciarlo del più giovane e le minacce, miste a risate, di chiuderlo nella torre più alta del castello.









…………………………………………………………………………………..
Angolo Autrice: 

Buonasera! 
In extremis come sempre ma ci sono, e perdonate la brevità del capitolo, ma si tratta di un capitolo per lo più di transizione ed è tutto il giorno che scrivo quando in realtà dovrei studiare… sono una terribile studentessa, già. 
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo prima dell’Epilogo – lacrimuccia – con il compleanno di Dom e il Diploma dei ragazzi. 
Voglio pubblicare l’Epilogo domenica 23, quindi aspettatevi il capitolo in settimana, probabilmente mercoledì o giovedì. 
A presto e buona serata!
Signorina Granger 



   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger