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Autore: Ania83e    17/12/2018    2 recensioni
Questa storia racconta di una ragazza di come un giorno la sua vita cambiò, in un attimo, tutto diverso, città nazione, amici famigliari nulla sarebbe stato più lo stesso, solo l’amore dell’unica cosa che si portava dietro con se da tutta una vita, ed era l’amore per quello sport che nella sua terra natia era un tabù per le ragazze, il suo amore per il calcio.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 27

 

Le giornate avevano preso a scorrere con la solita routin, a Patty questo cominciava a piacere.

Si, gli allenamenti che il mister le faceva fare erano veramente duri, ma questo non le impediva dopo, di correre dal ragazzo che amava ed allenarsi anche con lui. Voleva aiutarlo a tutti i costi, niente e nessuno le avrebbe impedito di farlo. All’inizio Benji vedendola stanca aveva proposto di accorciare i tempi, la paura che non si  sentisse bene di nuovo era davvero tanta e a malincuore accettò. Ma grazie alla pillola prescritta dalla dottoressa Patty ritornò ben presto a riacquistare tutte le forze, quindi i breve gli allenamenti extra si erano piano piano allungati. I due ragazzi erano felici di trascorrere tutto il tempo che potevano insieme. Benji spesso si fermava a cena a casa della ragazza, dato che Freddy era già ripartito per il Giappone, il ragazzo accettava sempre di buon  grado i suoi inviti.

Il clima familiare che lo avvolgeva quando si trovava in quella casa, era quello che aveva sempre immaginato che una famiglia normale dovesse vivere. Anche lui un giorno, sperava di poter avere una famiglia tutta sua, e promise a se stesso, che  mai avrebbe fatto come i suoi genitori.

Se mai avesse avuto un figlio avrebbe fatto di tutto per stargli vicino nella cresceva, gli avrebbe dato quel appoggio e quel sostegno che a lui gli erano sempre stati negati. Ma pensava che sarebbe stato possibile solo con lei al suo fianco: l’unica ad avergli rubato il cuore, l’unica che era sempre riuscita a tenergli testa senza mai indietreggiare, l’unica che aveva saputo leggergli dentro, l’unica per la quale avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vederla felice. Anche Patty pensava che ormai non poteva più a fare a meno di lui, da quando lo aveva rivisto quel giorno sul fiume, aveva capito che dietro a quel carattere da arrogante viziato, in realtà si nascondeva un ragazzo meraviglioso, un ragazzo di cui, solo lei aveva potuto godere. Nemmeno le loro litigate che erano all’ordine del giorno avrebbero potuto spezzare questo loro legame, forse era proprio questo.

Queste loro continue piccole sfide che faceva scaturire il meglio di entrambi.

Le partite che giocarono in trasferta furono vinte da entrambe le squadre, Benji non aveva fatto passare nemmeno un pallone nella sua rete, mentre Patty aveva realizzato due splendidi gol da fuori area.

In quei giorni non avevano potuto vedersi, il non poter stare insieme fu molto doloroso per tutti e due, nonostante si sentissero per telefono, il non potersi vedere era stato straziante. Anche la relazione tra Karl e Maria procedeva a  gonfie vele.

Scoprirono di avere molti interessi in comune, nonostante qualche sporadica litigata il loro amore stava lentamente crescendo con loro. Lui spesso andava da Maria, i genitori di lei volevano conoscerlo meglio, anche se l’idea che la loro bambina avesse un ragazzo non gli piaceva molto, secondo loro erano ancora troppo giovani.

Ma a malincuore accettarono il ragazzo, conoscevano la figlia e si fidavano del suo giudizio. Invece Stephan, era riuscito a creare con Patty un bellissimo rapporto.

Lei riusciva a parlagli di qualsiasi cosa, non le aveva impedito di fare niente, anche se quando gli disse che voleva prendere la patente per guidare la moto non ne fu molto felice, riuscirono a trovare un compromesso ed  allora Patty la sera aveva iniziato anche a prendere lezioni di guida, dall’istruttore consigliato da Benji. Trascorsero altre due settimane ma finalmente arrivò il giorno………


Era una mattinata come tutte le altre, Patty si svegliò piena di energie ed entusiasmo.
Tra un po’ ci saranno le vacanze estive, non vedo l’ora. Mi piace andare a scuola e  imparare cose nuove, ma mi prende un sacco di tempo che potrei dedicare agli allenamenti. Ormai non riesco più a esercitarmi su quel nuovo tiro che mi era venuto per caso in Giappone prima di venire qua. Tra un po’ Benji sarà in grado di parare il mio tiro ad effetto, l’ho fatto così tante volte che mi sono stufata di farlo. Si come no. Comunque un altro tiro non mi dispiacerebbe impararlo. Bene ora è meglio che mi vesta e vada, altrimenti Karl mi dirà come sempre, che ci metto dieci ore a vestirmi. I capelli sono diventati veramente lunghi in quest’ultimo anno, forse dovrei tagliarli? Da quando mi ricordo li ho sempre portati corti, ma devo ammettere che così sono più pratici, posso legarli con una coda e non mi danno fastidio mentre gioco. Stasera chiamerò Tom, per metterci d’accordo su quando potrà venire qui a trovarmi, non vedo l’ora mi manca davvero tanto. Il migliore amico che si possa mai avere, pensare che quando eravamo piccoli non abbiamo mai parlato tanto. Lui più che altro era amico di Holly, e io in quel periodo non avevo occhi che per lui. Che sciocca che ero, quando ci ripenso mi rendo conto che ho tralasciato un sacco di cose per lui, in  primis il mio sogno di diventare una giocatrice, ma infondo questo mi ha fatto capire che amare non vuol dire annullarsi per qualcuno, ma sostenersi a vicenda, sostenere uno i sogni dell’altro. Ora è acqua passata, ora il mio cuore è di Benji, anche se lui ancora non sa niente. Ma il tempo che stiamo trascorrendo insieme è davvero piacevole, ho imparato a conoscerlo meglio. Quando comincia a sentirsi in imbarazzo per qualche domanda o affermazione, si tira sugli occhi la visiera del cappellino e quando comincio a ridere per quel gesto, si arrabbia ancora di più, mentre io rido ancora più forte. A proposito che fine avrà fatto il mio cappellino? E’ l’unico ricordo che ho di mia zia, ci rimarrei veramente male se non riuscissi più a ritrovarlo, Consuelo mi ha detto che lo ha cercato dappertutto. Speriamo di ritrovarlo. Bene sono pronta.
Scese in cucina per mangiare la colazione, Karl era già lì da un pezzo.
-Buon giorno Tity-
-Ciao cuginetto-
E gli stampò un bacio sulla guancia.
-Dormito bene?-
-Si benissimo e tu?-
-Molto bene. Come vanno le tue lezioni in moto?-
-Molto bene, l’istruttore dice che sono bravissima e se continuo così la prossima settimana posso già provare a fare l’esame-
-Ottimo. Anche se mi chiedo come hai fatto a convincere lo zio a darti il permesso?-
-Gli ho promesso che non avrei guidato di notte e che sarei andata piano-
-Complimenti, lo zio pende dalle tue labbra-
-Dai, ora sarà meglio andare Maria ci starà aspettando-
-Si hai ragione-
Salirono in macchina e partirono. Maria però questa volta non li stava aspettando come sempre.

I due si chiesero il perché , era sempre stata molto puntuale.

Aspettarono qualche minuto, alla fine decisero di andare a vedere. Suonarono il campanello, e fu il padre di lei ad aprire.
-Buongiorno, siamo venuti a prendere Maria per andare a scuola-
-Oggi Maria non verrà a scuola-
Disse un dispotico padre.
-Come mai?-
-Non si sente molto bene-
-Posso parlarle?-
-Adesso meglio di no, arrivederci ragazzi-
Così dicendo chiuse la porta, mentre i due si guardarono stupiti per quell’atteggiamento.
-Karl, ma non ti ha nemmeno scritto niente?-
-No, ed è molto strano-
-Forse si è sentita male all’ultimo momento-
-Si forse hai ragione-
-Dai su, vedrai che non  è niente, appena si sentirà meglio ti chiamerà-
-Speriamo-
Karl non capendo cosa fosse successo, si avviò verso la macchina e proseguirono in direzione della scuola.
Perché non mi ha avvisato che stava male, sapeva che saremmo venuti a prenderla, poi l’espressione che ha avuto suo padre non mi è piaciuta per niente. So che non hanno mai visto di buon grado la nostra relazione ma pensavo che ormai mi avessero accettato. Le scriverò un messaggio mi sta facendo impazzire il fatto che non so cosa abbia.
“Tutto bene? Scrivimi sono preoccupato. Ti amo”
E inviò il messaggio. Attese qualche minuto prima di entrare a scuola, ma non ebbe risposta.
Perché non mi rispondi? Se non si farà sentire dopo andrò a chiedere spiegazioni.
Le ore di lezioni quel giorno per Karl sembravano infinite, aveva messo il telefono silenzioso ma di Maria, nessuna notizia. Decise allora di scriverle un altro messaggio.
“Perché non mi rispondi? Ti prego sto impazzendo”
Inutile, continuava a non ricevere nessuna notizia. Al termine delle lezioni Karl raggiunse Patty che lo stava già aspettando.
-Allora l’hai sentita?-
-No, non risponde nemmeno ai miei messaggi-
-Cosa vuoi fare?-
-Non lo so, la tentazione di andare da lei a chiedere perché mi stia ignorando è forte, ma non posso mancare agli allenamenti senza preavviso, quest’attesa mi sta facendo diventare matto-
- Secondo me c’è  un motivo valido, vedrai. Conosci Maria, ti ama da morire e ti spiegherà tutto. Forse semplicemente le è venuto il ciclo, starà riposando adesso. Abbi fiducia-
-Si forse hai ragione, però è dura-
-Lo so cuginetto, ti capisco-
-Grazie Patty-
-Per cosa?-
-Senza di te sarei già andato da lei-
-Non ho fatto niente, dai andiamo o faremo tardi.-
-Si va bene-
Si avviarono al campo, Karl accompagnò Patty al suo, per vedere se Maria fosse agli allenamenti, ma di lei nessuna traccia e  così deluso, si avviò agli spogliatoi, prima cercò di nuovo di telefonare. Dopo innumerevoli squilli finalmente qualcuno rispose.
-Pronto Maria?-
-Karl-
-Cos’hai? Perché non mi rispondi?-
-Ho un ritardo-
-Cosa? Quale ritardo?-
Ma per un attimo il cuore di Karl smise di battere, quando aveva capito di cosa stesse parlando sbiancò, comprese la gravità della situazione
No non può essere. Siamo troppo giovani per questo.
-Arrivo –
Non le lasciò  nemmeno il tempo di controbattere che aveva chiuso la conversazione. Andò dal mister ed inventò una scusa, non aveva mai mentito al suo allenatore, ma quella era un’emergenza.
-Mister, mi scusi ma non mi sento bene-
-In effetti hai una brutta cera, sei bianco come la morte, vai a riposarti-
-Grazie-
-Rimettiti abbiamo bisogno di te per la prossima partita-
-Si-
E andò a tutta velocità a casa di Maria. Appena arrivò,  fu suo padre ad aprire.
-Sono venuto per parlare con sua figlia-
-Non ti sembra di aver fatto già abbastanza danni. Ora vattene-
Il tono di voce che usò era pieno di rancore e rabbia.
-Non ho alcuna intenzione di andare via, se è vero quello che mi ha detto, sono pronto per prendermi le mie responsabilità, non la lascerò ad affrontare tutto da sola-
-Non è sola, ci siamo io e sua madre-
-Con tutto il rispetto, se è incinta la colpa è anche mia, voglio poterle stare vicino qualunque cosa deciderà di fare-
-Saremo noi a decidere cosa sia meglio per lei, ora vattene, non sei più gradito in questa casa-
-Io non me ne vado, se sarà necessario aspetterò qui fuori anche tutta la notte-
-Fai come credi-
I toni si erano fatti più alti, Maria aveva sentito tutta la conversazione, era dietro la porta e piangeva a dirotto. La madre, visto lo stato in cui si trovava sua figlia decise di intervenire.
-Caro, meglio che facciamo entrare il ragazzo, lasciamo che parlino-
-Ma…..-
-Entra pure Karl. Tesoro vieni, lasciamoli un po’ soli-
Il padre fece entrare il ragazzo e seguì la moglie lasciandoli così da soli. Non era mai stato capace di vietare niente alla moglie e sapeva, che in quel momento non era molto lucido, perché  in fondo si trattava sempre della sua bambina, il pensiero che lei non avesse più bisogno di lui lo faceva stare male. Karl vedendo Maria in quelle condizioni, la strinse forte fra le braccia. Rimasero così a lungo senza dire una sola parola. Dopo che la ragazza si sentì meglio lo portò in camera sua per poter parlare.
-Amore mio, andrà tutto bene?-
-Karl, non so cosa fare-
-Prima di fare qualcosa sei sicura di essere incinta?-
-Ho fatto il test, e i miei genitori mi hanno scoperta-
-Cosa diceva il test?-
-Che sono incinta-
-Hai visto un medico?-
-No, abbiamo preso un appuntamento per domani-
-E tutta colpa mia, avrei dovuto prendere delle precauzioni, sono stato uno stupido-
-Karl io prendo la pillola-
-Allora come è possibile?-
-Non lo so? In questo momento non ci capisco più niente-
E Maria scoppiò di nuovo in lacrima
-Adesso calmati, domani parleremo con il dottore. Comunque sappi che non ho alcuna intenzione di abbandonarti, qualunque decisione prenderai io ti starò vicino, ricordalo. E domani verrò anche io dal dottore con te-
-Oh Karl, ti amo così tanto-
-Anche io piccola,  tanto-
I due si sdraiarono sul letto e si accoccolarono insieme, finché Maria si rilassò e cadde in un sonno profondo, mente Karl continuava a pensare, incapace di comprendere.
Com’è possibile che sia incinta, mi ha detto che prende la pillola. E allora come? Maledizione siamo ancora giovani per avere un figlio, non so se sono pronto per questo. Ma non ho alcuna intenzione di abbandonarla, se lei vorrà tenere il bambino farò tutto il possibile per sostenerla. Ti amo piccola mia e non ti lascerò mai, sei una parte di me.
E le accarezzò il ventre, in modo dolce.
Un figlio. Credo che in fondo l’idea non mi dispiaccia.
Rimasero così a lungo, finché anche il ragazzo cadde in un sonno profondo.
Finiti gli allenamenti con le ragazze, Patty si avviò come al suo solito all’altro campo.


Spero che Maria stia bene, non si è presentata nemmeno agli  allenamenti, il mister non ha detto niente, sicuramente l’aveva avvisato.

Povero Karl ho visto la sua delusione quando non l’ha vista in campo. Chi sa se è riuscito a sentirla? Non capisco perché non l’abbia richiamato. Però il mio cuginetto è proprio cotto di lei, sono così felice per lui, per loro, anche io vorrei che il mio Benji mi amasse come si amano loro.


Quando arrivò al campo, notò subito l’assenza di Karl, andò da Benji per chiedergli se sapeva dov’era.
-Ciao Benji. Dov'è Karl?-
-E’ andato a casa,  ha detto che non si sentiva bene. Non sapevi niente?-
-No,niente-

Disse preoccupata.

-Ma ti avrà detto qualcosa? -

Chiese Patty.

-So solo che prima l’ho visto parlare al telefono, dalla che faccia che ha fatto, la conversazione è stata scioccante, aveva un colorito cadaverico-


Forse ha parlato con Maria, cosa sarà successo?


Benji capendo la sua preoccupazione cercò di confortarla
-Vedrai, non sarà successo niente-
-Speriamo-
-Pronto?-
-Si, come sempre-
-Bene oggi riuscirò a parare il tuo tiro-


Si oggi ci riuscirò, non resisto più voglio confessarle tutto ciò che provo.


E’ arrivato il momento, se dopo non volesse più vedermi?


Dopo qualche tiro per riscaldarsi Patty si mise in posizione.

La bandana non serviva più, nessuno dei due parlava, il clima divenne teso ed elettrico.

Entrambi erano concentratissimi, il mondo intorno a loro sembrò svanire, ognuno guardava l’altro, un unico pensiero attraversava l’altro.


La prenderò.


Devi riuscire a pararlo.


Patty  si preparò a tirare e colpì il pallone, con tutta la forza che aveva in corpo. Il tiro fu come sempre dritto e preciso, Benji chiuse gli occhi e cercò di sentire la direzione che avrebbe preso la palla, quando li riaprì, con un balzo felino riuscì a prenderla con entrambe le mani.


Ce l’ho fatta.


Ce l’ha fatta.

   
 
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