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Autore: crookedwizard    17/12/2018    4 recensioni
La “Schnapsidee” è una delle numerose parole tedesche intraducibili in italiano da una semplice vocabolo. Indica quell’idea idiota avuta in un momento di ubriachezza — o anche quell’idea avuta da sobri, ma talmente stupida che chi l’ha avuta avrebbe anche potuto essere ubriaco.
Sia nell’uno che nell’altro caso, la Schnapsidee conduce a figuracce, situazioni di imbarazzo ed altre conseguenze quantomeno ridicole e, in alcuni casi, irrimediabili.
È impossibile per l’autore della Schnapsidee, immerso nella certezza di aver avuto l’idea necessaria a cambiare il mondo, riconoscere di esserne preda. Per uscirne in tempo, sempre che questo sia possibile, è fondamentale l’aiuto di chi, vedendo la situazione dall’esterno, sa riconoscerne la pericolosità.
Scorpius Malfoy era da solo, quando la Schnapsidee decise di fare di lui la sua prossima vittima grazie alla collaborazione del compagno di una vita, l’Alcool. E Scorpius, ignaro di tutto, cadde nella trappola con tutte le scarpe.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Premessa dovuta: questa storia tiene conto degli eventi accaduti fino al settimo libro. Quella cosa che è Cursed Child faremo finta non sia mai esistita.






1
Schnapsidee






Se qualcuno avesse detto a Scorpius Malfoy che stava per affrontare una giornata terribile, gli avrebbe probabilmente riso in faccia. E non perché la cosa fosse impossibile. Piuttosto, perché era da quando aveva iniziato il settimo anno che le sue giornate erano tutte terribilmente noiose, quindi una in più o una in meno non avrebbe di certo fatto differenza.

Di certo, Scorpius non si sarebbe mai aspettato una giornata come quella.

Quando si era alzato, quella mattina, inciampando nelle coperte aggrovigliate ai piedi del letto, aveva pensato solamente ad un incidente, dovuto al suo continuo agitarsi durante il sonno. Quando una mosca era caduta nel suo bicchiere colmo di succo di zucca, si era limitato a rimetterlo sulla tavola con aria schifata, pensando che quella giornata sarebbe stata più seccante del solito. Quando aveva rischiato di schiantarsi con la scopa contro un albero durante gli allenamenti di Quidditch aveva cominciato a sospettare che ci fosse qualcosa sotto, ma la sua attenzione era stata subito catturata dai suoi compagni di squadra, facendogli dimenticare in fretta quei pensieri.

Era stato solamente la sera che, mentre cercava di godersi il fresco della Sala Comune di Serpeverde, aveva finalmente capito che l’intero universo doveva essersi messo in moto per rovinargli non solo la giornata, ma l’intera settimana. O la vita.

Veder entrare Alex Zabini con un sorrisetto soddisfatto sul volto, così come sentirlo blaterare per l’ennesima volta di com’era stato facile introdurre di nascosto delle bottiglie di Whiskey Incendiario nella scuola era stato, per Scorpius, ciò che il Gramo era per tutto il resto della comunità magica: un presagio. E Scorpius aveva quasi sperato che, come il Gramo, anche l’avvento di Alex fosse un presagio della sua morte imminente, cosa che avrebbe di gran lunga preferito rispetto alla terrificante prospettiva di doversi recare ad una festa.

Scorpius rabbrividiva al solo pensiero.

Purtroppo, nessun incidente gli era capitato durante la settimana successiva, e così Scorpius aveva atteso il fine settimana con la stessa aria e rassegnazione di un condannato a morte, mentre tutt’intorno a lui i suoi compagni di Casa aspettavano quella festa come se fosse stata organizzata dalla Regina Elisabetta in persona.

Se non fosse stato per il fatto che l’amico gli avrebbe di sicuro tenuto il muso per tutto il resto dell’anno — e Scorpius decisamente non aveva bisogno di altro stress nella sua vita —, sarebbe rimasto volentieri in Sala Comune, circondato dalla quiete più totale, probabilmente a studiare.

Il fatto era che Scorpius non era un tipo da festa. O da alcool. O da saltelli a ritmo dell’ultima canzone delle Sorelle Stravagarie tra un centinaio di corpi sudati e strilla di studenti già alticci dopo il secondo bicchiere. Era più un tipo da biblioteca alle undici di sera per finire gli ultimi centimetri del compito di Trasfigurazione. O da capatine nelle cucine perché stava studiando così intensamente da scordarsi completamente che anche il corpo, oltre alla mente, ha bisogno di essere nutrito.

Quando si svegliò quel sabato mattina con in testa l’orrenda consapevolezza che quella sera probabilmente avrebbe perso l’udito a causa del volume troppo alto della musica, Scorpius si concesse un lungo sospiro di rassegnazione prima di scendere dal letto. Aveva l’impressione di riuscire già a sentire quel dolore al centro della fronte che, solitamente, preannunciava un mal di testa allucinante che l’avrebbe tenuto a letto per almeno due giorni, e il solo pensiero di togliere due giorni — due giorni — allo studio lo terrorizzava.

Passandosi una mano sul viso, Scorpius decise che doveva fare qualcosa per evitare che tutto ciò accadesse. Magari sarebbe andato via prima, con la scusa di aver mangiato qualcosa che gli aveva fatto male. O che un improvviso e fulminante malanno si era appena impossessato di lui, costringendolo a recarsi al più presto in infermeria se non voleva restarci secco.

Di una cosa Scorpius Malfoy era assolutamente certo: non avrebbe bevuto neanche un goccio di alcool.

 

*

 

Andare a quella festa era stata una pessima idea, ma mai quanto bere il primo bicchiere di Whiskey Incendiario.

L’idea era di berne solo uno, o magari due, per far sì che quella serata diventasse meno atroce, ma senza che il troppo alcool potesse avere effetti devastanti su di lui il mattino dopo. Peccato che Scorpius avesse sottovalutato la sua assoluta intolleranza a qualsiasi evento sociale che prevedesse il contatto con persone alticce, il viscido tocco di mani sudate ogni volta che tentava di passare tra la folla e studenti che, vedendolo da solo in disparte, tentavano di socializzare.

A Scorpius parve che l’alcool fosse l’unica soluzione per non passare tutta la serata seduto in un angolo con un muso talmente lungo da toccare terra, guardando torvo chiunque gli si avvicinasse per dissuaderlo da ogni eventuale intenzione di appropinquarsi.

Inoltre, neanche a farlo apposta, tutti sembravano impegnati a ballare in pista, e le sedie di fronte al bar sembravano chiamarlo, offrendogli tranquillità e la possibilità di starsene in disparte senza dare nell’occhio. Scorpius poteva giurare che quelle sedie fossero state lasciate libere proprio per invitarlo a sedervisi. E, una volta seduto, di certo non poteva rifiutarsi di bere un bicchierino. O due. O tre. O… insomma, dopo solo mezz’ora dall’inizio della festa, Scorpius Malfoy era seduto su una sedia intento a meravigliarsi di quanto la sua testa fosse leggera come un refolo d’aria.

Ridendo di quello sciocco pensiero, Scorpius posò il bicchiere sul bancone e si voltò verso la folla, mentre una parte di sé rabbrividiva di fronte a quel comportamento incosciente. A pochi mesi dall’inizio dei M.A.G.O., Scorpius Malfoy era ubriaco ad una festa clandestina, mentre l’emicrania lo aspettava sogghignando dietro l’angolo.

Ma quelli erano pensieri troppo complicati per Scorpius, in quel momento, e se ne andarono dalla sua mente veloci com’erano arrivati, lasciandolo libero di far scorrere lo sguardo sulla massa di studenti finché non gli parve di scorgere una chioma di capelli color del fuoco che lui avrebbe riconosciuto in mezzo a tutte le teste rosse del pianeta.

Lily Potter se ne stava a pochi metri da lui, ridendo ad una qualche battuta.

Scorpius non mancava mai di notarla tra la folla. Era come se il suo sguardo fosse l’ago di una bussola, e lei l’origine del campo magnetico che lo attirava. Se Alex fosse stato al suo fianco in quel momento, probabilmente avrebbe fatto una delle sue battute idiote, chiamandolo pesce lesso o qualcosa del genere.

Ma Scorpius era da solo.

E con il senno di poi, avrebbe maledetto quello stesso isolamento che si era autocreato. Forse, se fosse stato in compagnia di qualcuno, quel qualcuno sarebbe riuscito ad inculcargli quel poco di raziocinio che l’alcool gli impediva di avere, evitandogli di rendersi ridicolo di fronte a tutti.

Perché fu proprio nel momento in cui la lucidità di Scorpius era stata soppressa a forza dai bicchieri di Whiskey che lui si fece strada tra i suoi pensieri come una lanterna nella notte.

Lui.

Il piano infallibile.

Così come la lampadina si accende nel genio proprio quando non sa più dove sbattere la testa — o forse proprio in conseguenza di un inatteso trauma cranico —, Scorpius formulò il piano perfetto per conquistare Lily Potter mentre era seduto, ubriaco, su quella sedia di quella festa clandestina.

L’idea gli parve così semplice, così elementare, che Scorpius si meravigliò di non averci pensato prima.

E, forse, questo avrebbe dovuto far suonare in lui non solo un campanello d’allarme, ma un intero antifurto, ma in quel momento la sua capacità di ragionamento era ridotta a quella di un Troll, e Scorpius non fu in grado di scorgere, dietro l’angolo, anche l’infido sogghigno della peggiore figuraccia che avesse mai fatto, che lo attendeva a braccia aperte.

Dentro quelle braccia, Scorpius ci marciò volentieri, con il passo sicuro di chi sa di non poter essere sconfitto, avvicinandosi a Lily sentendosi già il padrone del suo cuore, e posando le sue labbra su quelle della ragazza in un bacio appassionato.

Fu solo dopo qualche secondo — di shock per lei e di estasi per lui — che Lily reagì mollandogli un sonoro ceffone.

  
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