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Autore: _Eclipse    17/12/2018    1 recensioni
{Storia ad Oc | iscrizioni chiuse| ex Eternal Darkness}
Dopo anni e anni di guerra, alla fine l'umanità è crollata. Un nuovo potere in mano ad una razza di esseri mostruosi è sorto.
Vampiri, principi della notte, ormai signori anche del mondo. Una cortina di oscurità è calata sulle rovine degli uomini.
Ma una fioca luce brilla nelle rovine dell'umanità. Una piccola scintilla di speranza, la scintilla della resistenza. Un gruppo di giovani uomini e donne che nel buio della notte agiscono come ombre che mira alla liberazione degli uomini dal giogo di quest'oscuro nemico. Un gruppo di persone che mira a far risplendere un nuovo sole sulla terra.
Genere: Avventura, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru, Nuovo personaggio, Shuu, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 7: REDEMPTIO

 

Vagare in una foresta in piena notte è tutt’altro che semplice.

Le stelle possono aiutare a vedere la strada, ma senza la luna, è quasi impossibile cercare di capire dove si stanno mettendo i piedi.

Shawn cercava di affidarsi alla memoria.

Quei boschi li aveva percorsi innumerevoli volte, riusciva a riconoscere le sagome di alcuni alberi e punti di riferimento.

Il verso di un gufo era l’unico suono che spezzava la monotonia della notte, piatta e fin troppo calma dopo tutto ciò che successe a Saint Michael.

Eppure il ragazzo era turbato. Non per il fatto che la sua vita fosse appesa al filo di una ragnatela, ma perché dentro di sé sentiva una vocina, un sussurro.

“Un morso, solo uno Shawn”

“No, devo resistere” pensava.

“Solo uno, so che lo vuoi”

“Sta zitta!”

Si sentiva impazzire, non era possibile che ora sentisse le voci.

“Troppo tempo, è passato troppo tempo. Sappiamo che lo vuoi”

“Vattene!”

“Come faccio ad andarmene? Io sono te stesso!”

“Tu non sei me! Io ho deciso di smetterla!”

La mente del ragazzo si stava facendo affollata di pensieri.

“In realtà tu desideri quell’estasi, lo so perché sono io che la desidero! Ed io sono te!”

“Vai via!”

Il suo corpo iniziò a tremare.

“Non posso andare via te l’ho detto, io e te staremo insieme per l’eternità!”

La testa iniziava a girargli. Con un gesto avventato portò la mano al fianco, prese la pistola e se la portò alla tempia destra.

-Vattene! O sparo!- questa volta non lo pensò ma lo disse ad alta voce.

“Non hai fegato, non mi sparerai. Se spari a me spari a te. Se io muoio tu muori”.

Il tempo pareva essersi fermato.

“Premi il grilletto se hai il coraggio”

Shawn portò il braccio in alto e sparò un colpo.

Il botto infranse il silenzio della foresta.

Il suo eco si propagò rapidamente.

La voce smise di parlare.

Aveva riacquistato lucidità rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto.

Riprese il cammino, più veloce di prima. Il colpo avrebbe attirato l’attenzione di chi era nei dintorni.

Era da ormai almeno un’ora che vagava nel buio.

 

La foresta sembrava più intricata del solito.  Gli alberi erano come una muraglia, intricati e contorti, fitti e oscuri.

I rami quasi non lasciavano trasparire le stelle del cielo.

Se solo ci fosse stata la luna, forse Shawn sarebbe riuscito a ritrovare la strada verso la casa del fratello.

La vocina iniziò a risuonare nuovamente nella mente del ragazzo.

“Pensavi di esserti liberato di me? Non basta un semplice spavento”

Shawn cercò di ignorarla continuando ad andare avanti.

“Ora mi ignori? Finirai per offendermi”

Nessuna risposta.

“Vedremo cosa farai dopo…”

Il vagare del ragazzo continuò ancora per una ventina di minuti finché non riuscì a trovare il sentiero giusto.

Un viottolo selciato di pietrisco che conduceva fino all’entrata del maniero dei Frost.

Finalmente poteva vedere di nuovo le pareti rivestite da pannelli di legno grigiastro e le vetrate semicircolari.

Batté il pesante anello metallico sulla porta.

Poco dopo apparve nuovamente il servo dell’ultima volta. Sempre pallido e scheletrico. Con un filo di voce e un sorriso stentato accolse il ragazzo come ogni altra volta:

-Signor Frost, si accomodi. La farò ricevere immediatamente da vostro fratello- il servo fece entrare l’ospite per poi andare verso il piano superiore.

Al contrario dell’ultima volta, fu Aiden ad andare dal fratello. Si fiondò rapido come il vento dalle scale per gettarsi tra le braccia del fratello stringendolo a sé.

-Grazie a Dio sei vivo! Ho temuto il peggio!-

L’albino si sentì in parte in imbarazzo, quell’abbraccio che lo stringeva così forte al fratello e la vocina della sua dipendenza che continuava a tormentarlo cercando di convincerlo ad approfittare del momento per farsi mordere.

-Ho visto dalle colline cosa è successo in città… ho sentito di decine e decine di morti tra gli umani e ho pensato che anche tu…-

-No, mi sono salvato. Sono riuscito a fuggire appena in tempo. Non hai combattuto?-

-No, non me la sentivo di combattere contro di te. Sono rimasto a guardare da lontano impotente fino a che non mi ha raggiunto Viktor furibondo. Si è ritirato dal campo dopo pochi minuti di battaglia e con meno della metà delle forze che aveva… ha ucciso tutti coloro che si erano rifiutati di obbedirgli-

-Dove lo posso trovare?-

-Chi?- domandò Aiden.

-Il Barone-

-Perché vuoi sapere dove si trova?-

-Ha preso un nostro amico, e vorremmo liberarlo… sempre che sia vivo-

-Un ragazzo piuttosto alto e dai capelli neri pettinati verso l’alto, sopracciglia fini, un ragazzo così?-

-Sì, è lui, è Austin-

-Allora sì, dovrebbe ancora essere vivo, Viktor lo portava verso il suo palazzo come prigioniero-

-Ti prego Aiden, dimmi dove si trova, aiutaci a salvarlo!-

Questa volta fu Shawn a stringersi al fratello, con la testa piegata sulla sua spalla.

-Non posso, verreste trucidati in men che non si dica a meno che non andiate con un esercito-

-Puoi parlarci tu-

-Non credo proprio. Viktor di questi tempi è strano, quasi paranoico. Te l’ho detto prima, sotto il suo comando oltre ai non morti vi erano una trentina di vampiri… meno di dieci sono rimasti in vita-

-Te ne prego, se non torno con delle informazioni, morirò!-

Aiden si allontanò subito.

-Come morirai!?-

-Gli altri della mia squadra sanno che sono tuo fratello e pensano che io sia un traditore. Per far sì che si fidino di me ho promesso di tornare con delle informazioni, altrimenti potranno prendersi la mia vita. Se non tornerò, sarò considerato come un nemico e si prenderanno la mia vita comunque un giorno o l’altro. Quindi ti prego aiutami…- Shawn prese la mano sinistra del fratello e la strinse nelle sue.

Il vampiro sospirò.

-E va bene, promettimi solo che non ti farai ammazzare in alcun modo-

-Lo prometto-

-Il Barone vive in un palazzo gotico, a nord da qui, non è molto distante, una decina di chilometri al più, devi solo seguire questa strada. Lo riconoscerete subito per il vasto giardino di statue… o meglio tombe. Probabilmente vi saranno sentinelle ovunque quindi prestate la massima attenzione. Non entrate assolutamente dalla porta principale, sarebbe solo un suicidio. Il vostro amico probabilmente sarà in una cella sotterranea, quindi dovrete passare nei sotterranei del palazzo-

-E come possiamo fare se non possiamo entrare nel palazzo?-

-Io non ho detto questo. Prima ho accennato che il suo giardino è pieno di tombe. Ebbene la maggior parte di esse sono dei cenotafi, semplici statue o croci con l’epitaffio di persone che sono state importanti per Viktor durante la sua vita centenaria. Dovete riuscire a infiltrarvi e trovare una tomba particolare di due persone particolarmente care a lui. Se la memoria non mi inganna è un sarcofago di marmo con le sculture di due angeli piangenti ai lati. Dovrete aprirla. Il sarcofago nasconde un passaggio segreto che vi condurrà nei sotterranei. Non so altro, purtroppo-

-E come fai a saperlo?-

Aiden sorrise.

-Ogni vampiro ha dei passaggi segreti nella sua abitazione. Viktor stesso mi fece l’esempio di come devono essere nascosti nei punti più improbabili citandomi questo. Non sono mai passato per lì, ma spero sia ancora agibile-

-Grazie di tutto Aiden…-

-Ora va e non farti ammazzare!-

I due si abbracciarono un’ultima volta.

-Shawn… non mi chiedi più nulla?-

In quel momento il ragazzo si paralizzò.

La vocina continuava a implorarlo nella sua testa. Sentiva il cuore che batteva a mille.

-No, credo di essermi liberato da quella stupida ossessione-

Aiden sorrise, un sorriso sincero. Il fratello aveva vinto i propri demoni interiori e la dipendenza.

Shawn lasciò la casa per poi tornare dagli altri.

 

****

 

Era notte fonda, la luce della luna penetrava le grandi vetrate a sesto acuto traforate. Alcune candele illuminavano l’ampio salone del piano superiore, l’illuminazione artificiale era scarsa, Viktor la odiava. Il fuoco dava quell’atmosfera di mistero che più gli si addiceva. Il suo maniero era già un emblema dell’animo di Viktor, la fredda pietra scura e le numerose statue nel giardino.

Il padrone di casa aveva appena finito di placare la sua sete senza fine. Lasciò dalla prese delle sue fauci il polso martoriato del povero cacciatore che era stato catturato.

Austin era ormai da qualche giorno prigioniero. Tenuto nel freddo sotterraneo del maniero, legato al muro con una catena che gli cingeva la caviglia sinistra. Poteva lasciare l’umida “cella” solo quando il suo aguzzino aveva bisogno di lui. Quando voleva nutrirsi di lui.

Viktor si asciugò il rivolo di sangue che scendeva verso il mento, un lungo segno rosso.

Guardò la sua vittima, Austin non era che l’ombra di sé stesso. Pallido come un lenzuolo, affaticato con gli occhi blu stanchi, erano giorni duri per lui. Non vedeva quasi più neanche la poca luce del giorno.

Tuttavia riuscì ad alzare la testa sussurrando:

-Perché fate questo?- erano le prime parole che Viktor udì fin dal giorno della cattura, o almeno, le prime parole che non fossero grida di pietà o minacce.

-Cosa hai detto?- rispose il vampiro certo di aver capito male.

-Perché fate tutto questo?- domandò nuovamente con più forza, anche se la voce era comunque strozzata dalla fatica.

Un ghigno si disegnò sul volto del padrone di casa, iniziò a ridere per la domanda sciocca.

-E ti serve una risposta? Noi siamo vampiri, noi siamo esseri superiori che ci nutriamo di voi… umani, una patetica razza, tuttavia ammiro il vostro coraggio, cercare di opporsi a noi con così tanta forza e decisione…-

-Noi non siamo patetici, siamo più forti di quel che pensi. Un giorno libereremo il mondo da voi mostri e potremo vivere di nuovo in pace come un tempo- rispose Austin respirando in modo affannoso.

-Noi saremmo i mostri?- rise Viktor, -Tu non hai la minima idea di cosa siete in grado di fare voi umani! Io l’ho visto, nei miei secoli di vita, ho visto ciò che vi caratterizza come umani!- continuò con un tono quasi di rabbia.

-Non sarà nulla in confronto a ciò che fate voi vampiri-

-Tu dici? L’uomo non è altro che un animale selvatico, una belva! Ho visto secoli di guerre per un pezzo di terra, una manciata di pietre luccicanti. Ho visto come voi umani vi comportate, siete in grado di uccidervi per un nonnulla. Ho visto padri ammazzare i figli e vendere le figlie per qualche moneta. Ho visto madri e donne abbandonate dai fratelli- il tono di Viktor era ora più grave e severo.

-Ho visto cose che tu, voi, potete vedere solo nei vostri incubi peggiori… sono stato sui peggiori campi di battaglia e combattuto numerose guerre per voi umani. La più terribile in tempi non troppo lontani, ho visto bombe cadere dal cielo distruggendo città in vere tempeste di fuoco, ho visto uomini che trucidarono atrocemente i propri simili perché diversi, per credo religioso e colore della pelle o idee politiche… uomini a cui venne tolta l’identità e poi la vita per il fanatismo di certe ideologie. Uomini che scomparirono trasformandosi in polvere solo perché erano loro stessi. Lasciati in libertà non fate altro che distruggere questa terra e voi stessi!- da severo, il tono di Viktor divenne quasi tragico ma anche rabbioso. Gli occhi rossi parevano sprizzare fiamme e fuoco.

-Voi non siete tanto diversi da noi…-

-Tutto ciò è falso, noi vampiri, noi vi abbiamo salvato! Sotto il nostro potere non potrete nuocere a nessuno neanche a voi stessi! Devi capirlo, alla fine è meglio per voi stare sotto il nostro dominio, così avrà fine il vostro autogenocidio e salveremo anche questa terra macchiata dal sangue della vostra follia!-

-Barone… no, Viktor. Pensi che voi vampiri siate una sorta di salvatori? Apri gli occhi, le vostre cacce all’uomo hanno sterminato centinaia di innocenti!- rispose Austin con gli occhi lucidi e la voce rotta.

-Invero, chi viene ucciso è un nemico nostro e vostro, un cacciatore della Gilda, voi stessi siete i nemici dell’umanità-

-Pensi che tutti i morti appartenessero alla Gilda!? Uomini, donne…-

-Che differenza fa? Sia uomini che donne possono entrare nella Gilda, chiunque brandeggi un’arma contro di noi è un nostro nemico!- tuonò Viktor.

-... i bambini… pensi che un bambino possa essere una qualche minaccia per voi? Può un bambino di pochi anni prendere anche una sola pistola e farvi del male?- chiese Austin ormai con le lacrime agli occhi nel ricordare le stragi a cui aveva assistito più volte impotente.

-No, no, lo so dove vuoi arrivare, noi non siamo come voi umani! Non siamo bestie come voi!- urlò più volte Viktor quasi in preda alla follia.

-Uccidete per vivere ma anche per il piacere di farlo. Ho visto la sorella di un mio amico… Julia Blaze, era questo il suo nome. Aveva sette anni, io e suo fratello stavamo correndo per fuggire a voi, eravamo riusciti a nasconderci nelle rovine di una casa. Sua sorella era rimasta indietro, doveva solo attraversare la strada quando ad un tratto vidi… vidi…- Austin non riusciva più a parlare, un nodo alla gola impediva alle parole di uscire.

Fece un respiro profondo per calmarsi, nella mente era rimasta vivida l’immagina di quel giorno. Fattosi forza alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi blu con quelli sanguigni del vampiro e riprese a parlare con forza e vigore.

-Vidi una lunga lancia nera attraversare il suo fragile corpo. Da sotto la spalla sinistra, la punta uscì dal petto, cadde davanti ai nostri occhi. Fu il vampiro dai capelli rossi e gli occhi gialli. Era compiaciuto della sua azione. Dimmi Viktor, come poteva la povera Julia essere un pericolo per voi, sette anni. Sette anni, una bambina. A sette anni, non si dovrebbe scappare da chi vuole ucciderti per il piacere di vedere esalare l’ultimo respiro. Non si dovrebbe poter morire in un modo così orribile. A sette anni una bambina dovrebbe correre felice per i prati, vivere spensierata! Sette anni e voi le avete strappato la vita!- urlò Austin con tutta la forza che era rimasta nel corpo.

-No, no… gli umani, voi siete i veri mostri, voi umani! Noi vampiri, noi dobbiamo salvare il mondo da voi!- ormai Viktor era in preda alla pazzia e urlava a squarciagola. La sua voce risuonava per il salone e i corridoi del palazzo.

-Voi siete animali, bestie e noi, noi… - di fermò ansimando.

-Noi… non siamo da meno…- cadde a terra tremando.

-Noi vampiri, non siamo meglio di voi. Mia madre venne giustiziata. Era un’umana, ma mio padre se ne innamorò e per poter vivere insieme per l’eternità la trasformò in un vampiro. Venne uccisa in quanto ex umana da Ray Dark. Era considerata inferiore agli altri vampiri e degna della morte. Io mi salvai perché figlio di un nobile. Che paradosso, mia madre rinnegò la propria umanità e trovò la morte. Io, figlio suo venni risparmiato. Mio padre soffrì molto. Un giorno scomparve e mi venne detto che era stato colto da un imboscata di un qualche nemico sconosciuto, io so che non è così ma per anni cercai allora vendetta tra voi. Noi vampiri non siamo migliori di voi, siamo belve assetate di sangue… volevo bene a loro, a mia madre e mio padre- il vampiro a terra iniziò a piangere, le lacrime scivolano sulle guance per poi cadere sulla nuda e fredda pietra scura del pavimento.

-E Xavier, quel ragazzo non aveva mai fatto nulla di male. Ucciso da lui, da Ray Dark, ne sono certo! Come uccise anche i miei genitori e quelli di Frost! Quando Xavier si confidò con me c’erano dei corvi vicino a noi, dei corvi vi erano durante il funerale e durante l’attacco. I corvi sono i messaggeri di Dark e le sue spie… lui mi ha portato via tutto ciò che mi era caro, amici, famiglia… gioia...-

Austin provò una grande pena. Il suo aguzzino era un vampiro eppure si sentiva male per la sua storia. La sua madre era malata ma ancora viva, mentre Viktor perse la sua in un modo così insensato.

Ad un tratto il vampiro si alzò, frugò nelle sue tasche fino a trovare una chiave e la lanciò ad Austin.

-Va, sei libero. Nessuno dei miei sgherri ti sbarrerà la strada. Io ho bisogno di riflettere- gli disse il vampiro con il volto ancora segnato dalle lacrime.

Austin non perse tempo, si slegò le catene che lo tenevano immobilizzato sulla sedia di legno riccamente intagliato.

Si alzò barcollando e stava per uscire dalla porta del salone per dirigersi poi verso l’uscio e raggiungere quindi la libertà, ma cambiò improvvisamente la direzione. Si

voltò verso Viktor che stava accasciato sul tavolo di mogano. Austin, sentiva un nodo alla gola vedere il vampiro in quelle condizioni. Si avvicinò lentamente e lasciò cadere la chiave davanti al suo liberatore.

Viktor alzò gli occhi lucidi.

-Ho deciso, non me ne vado- disse Austin.

Il vampiro lo guardò sorpreso.

-Perché? Dopo tutto quello che ti ho fatto…-

-Io credevo fossi un mostro ma vedendoti ora e sentendo la tua storia, non penso tu sia cattivo, credo che tu sia solo sofferente per le ingiustizie subite in tutta la tua vita- Austin si sedette accanto al vampiro e posò la mano sulla sua. Era gelida, un pezzo di ghiaccio.

-Non voglio più far del male… ma non posso tirarmi indietro, sono un vampiro-

-Ti donerò il mio sangue ogni volta che ne avrai bisogno-

-Dopo tutto quello che ho fatto… ho partecipato anch’io alle cacce all’uomo, ho ucciso innocenti come gli altri-

-Quello non era che il vecchio Viktor, condizionato da false ideologie. Il nuovo sarà sicuramente una persona migliore. Non guardare al passato, a quante vite hai strappato, guarda a quante vite risparmierai ora e nel futuro- disse Austin accennando ad un sorriso.

-Austin- era la prima volta che il vampiro chiamava il ragazzo con il proprio nome,

-Grazie, grazie dal profondo del cuore- provò a sorridere anche il vampiro pur continuando il suo pianto.

Austin ricambiò il sorriso stringendo la mano di Viktor che pareva avesse acquisito calore.

-Insieme cambieremo. Cambieremo entrambi Viktor, come uomini e come vampiri-

 

****

 

Quasi tre giorni da quando Shawn era tornato rivelando come arrivare nel palazzo del Barone.

Austin era da altrettanti giorni in prigionia.

Tuttavia non era semplice organizzare la spedizione. Poche armi e poche munizioni.

La squadra dovette a fatica reperirle.

-Non siamo messi benissimo, non più di un caricatore a testa. Non siamo riusciti a recuperare nient'altro- esordì Jude osservando una cassa contenente le munizioni che erano riusciti a trovare.

-I cacciatori rimasti sono dispersi nella foresta, recuperare armi dall'armeria a Saint Michael è fuori discussione, troppo pericoloso per il momento- rispose Axel uscendo da una tenda.

Dopo l'attacco sia l'Inazuma che gli altri cacciatori si erano accampati sparsi per la foresta. I civili li avevano seguiti anche se la scarsità di cibo e alloggi di fortuna stava spingendo la popolazione a tornare nelle rovine della città pullulante di nemici.

-Dobbiamo solamente entrare in una casa e salvare Austin, non credo sia difficile…- intervenne Ryo.

-Possiamo anche piantare un colpo in testa al Barone, una volta entrati nel suo palazzo, sarà senza difese- continuò Axel.

-Concordo- replicò la ragazza dai capelli rosa.

-Mio fratello mi ha detto che uccise più di venti vampiri solo perché avevano disobbedito ai suoi ordini. Il fatto che lo battiamo per numero è irrilevante- mormorò Shawn.

Quasi nessuno lo ascoltò. La sua condizione era precaria. La fiducia nei suoi confronti non era stata riacquisita del tutto.

A cercare di recuperare la situazione ci pensò Ryo, da sempre amica dell’albino.

-Allora Shawn ci guiderai tu?-

Il ragazzo rispose solo con un cenno della testa.

-Sempre che non ci conduca in una trappola…- sbuffò Axel.

-Per la miseria, Axel puoi smetterla di importunarlo!? Se riusciremo a salvare Austin sarà solo merito suo!- sbottò la ragazza visibilmente alterata. Il volto rosso di rabbia e uno sguardo iniettato di sangue.

Il biondo sospirò e ritornò all’interno della tenda.

-Quando siete pronti chiamatemi-

Qualche secondo dopo se ne andò anche Ryo e Jude, in silenzio.

Shawn rimaneva solo. Seduto su una roccia muschiosa.

Si avvicinò solo KD. Si sedette vicino al ragazzo e gli consegnò un pezzo di carta su cui era scritto in caratteri chiari:

“Io mi fido di te, non ascoltare gli altri”

Il cecchino abbassò anche la propria mascherina rivelando un sorriso per incoraggiare Shawn.

-Voi due sbrigatevi! Prendete un’arma che partiamo!- la voce di Jude, squillante vibrò nell’aria tra gli alberi.

In pochi minuti la squadra Inazuma si riunì. Seduti in cerchio per terra con Jude al centro che spiegava come avrebbero recuperato Austin.

-Il piano è questo: marceremo lungo il sentiero che attraversa la foresta per circa una decina di chilometri, dobbiamo cercare di arrivare prima che il sole tramonti quindi abbiamo poco tempo. Ci è stato riferito che il nostro caro “amico”, il Barone potrebbe aver dispiegato sentinelle nei pressi del suo palazzo. Non dobbiamo farci individuare, quindi Darren e Ines, ho bisogno della vostra abilità con l’arco. E’ l’unico modo per eliminare le sentinelle silenziosamente-

I due ragazzi accennarono un sì con la testa per poi battersi il cinque per incoraggiarsi.

-Una volta che saremo riusciti ad arrivare nei pressi del palazzo, proseguiremo fino ad arrivare nel cimitero. Lì dovremo trovare quello che pare essere un sarcofago con due statue di angelo ai lati. Nasconde un passaggio segreto e dovremo aprirlo. Una volta percorso arriveremo alle celle. Libereremo Austin e tutti i prigionieri. Infine dovremo solo trovare il Barone ed eliminarlo. E’ tutto chiaro?-

Tutti risposero un semplice “affermativo”.

-Bene, allora in marcia, Shawn guidaci-

La squadra intera si alzò con le armi in mano.

Lasciarono montato l’accampamento e iniziarono a seguire l’albino. La strada era piuttosto lunga e avrebbe richiesto un paio d’ore di marcia. L’unica fortuna è che non sarebbe stato come la spedizione verso l’avamposto Echo.

La guida fece in modo da non passare davanti alla casa del fratello per evitare una qualche rappresaglia dei suoi compagni.

Nessuno nella squadra provo a rivolgergli anche solo la parola. Pareva quasi un estraneo.

Il tempo passava lentamente fino a quando, poco prima del tramonto, riuscirono a scorgere le prime guglie del palazzo del Barone Uxbridge.

Darren e Ines avanzarono, armati di arco, frecce e binocolo per trovare eventuali sentinelle.

Riuscirono a scorgere uno scheletro a qualche decina di metri. La ragazza tese la corda dell’arco e lasciò che la freccia sibilasse in aria conficcandosi nel cranio del mostro frantumandolo.

-Meno uno…- mormorò.

Darren ne colpì un altro poco più distante.

Dietro di loro si muoveva il gruppo cercando di essere il più silenziosi possibili.

I due arcieri si spostavano scagliando frecce di tanto in tanto fino a quando non arrivarono al limite degli alberi.

Erano riusciti a creare un varco e passare inosservati.

La squadra poteva vedere ora il muro di mattoni scuri coperti di edera che circondava il maniero. Un lugubre cancello di ferro battuto, alto e appuntito era l’unico accesso.

Il gruppo cercò di passare a lato, il cancello principale era troppo rischioso.

Il muro non era poi così alto, venne scavalcato piuttosto facilmente.

Il sole ormai era quasi calato del tutto, colorando di rosso il cielo.

Dall’altra parte del muro vi era un giardino con dei viottoli di pietra. Statue di angeli, persone, piccoli obelischi e croci. Un vero e proprio cimitero.

Inquietante, quasi angoscioso e opprimente.

Trovare la tomba giusta era quasi un’impresa, ve ne erano molte.

Fu Shawn che riuscì a trovarla. Nel cuore del giardino, sul retro del maniero. Chiamò il resto del gruppo grazie alla propria ricetrasmittente.

In pochi istanti la squadra si riunì.

Un sarcofago di marmo bianco dalle venature grigiastre. Ai lati le statue di due angeli accasciati con un braccio sopra il bordo della tomba stessa e l’altro steso per terra.

Due angeli piangenti dal capo chino e le ali basse, quasi a voler coprire loro stessi.

Due angeli che incutevano tristezza e melanconia in chi li guardava.

-E’ questa- sussurrò.

-Ne sei certo?- chiese Jude.

-Più che certo, mio fratello ha detto che era la tomba di due persone importanti per il Barone- rispose con un filo di voce.

-Bene allora spostiamo il coperchio ed entriamo- propose Axel.

Il gruppo si avvicinò e iniziò a smuovere la tomba.

Shawn sentì un nodo alla gola. Poteva benissimo leggere l’iscrizione sul coperchio:

 


“IN RICORDO DI

 

TRISTAN REX UXBRIDGE

ED

EVELYN GOULD-UXBRIDGE

 

ORMAI LONTANI MA SEMPRE NEL MIO CUORE

 

VOSTRO AMATO FIGLIO

VIKTOR”


Quei nomi non potevano essere che dei genitori del Barone. Era triste pensare che egli non potè neanche dare loro una degna sepoltura. Una tomba vuota con i loro nomi incisi era tutto ciò che rimaneva.

Shawn si lasciò quasi cadere una lacrima, ma non poteva permetterselo. Non poteva piangere di fronte alla tomba di qualcuno di importante per un vampiro.

Con un po’ di sforzo si riuscì poi a smuovere la lastra di marmo che copriva la tomba. Era stata fissata ad un’estremità quindi ruotò sul suo perno.

L’interno era vuoto, come aveva detto Aiden era un semplice cenotafio.

Vi erano però dei gradini, una scala di pietra che era quella del passaggio segreto.

Uno ad uno i ragazzi entrarono nel sarcofago e a testa bassa iniziarono a scendere le scale.

Alla fine vi era uno stretto corridoio, a malapena per una persona.

Un corridoio claustrofobico, ancora peggiore di quelli della base della Gilda.

A guidare il gruppo era ormai Axel che impugnava una torcia per vedere dove metteva i piedi.

Il passaggio continuò dritto per un po’ per svoltare poi quasi all’improvviso verso sinistre e una serie di curve una più stretta dell’altra.

Si respirava a fatica ed era buio, ma era l’unico modo per entrare e salvare Austin.

Alla fine del passaggio vi era una lastra di pietra con un anello di ferro fissato. Provarono a tirare ma non si aprì.

Allora il gruppo provò a spingere la parete che, sfregando rumorosamente sul pavimento del medesimo materiale si aprì.

Dietro di essa vi era una cella dalla porta spalancata.

-Ce l’abbiamo fatta?- sussurrò Ines.

-Siamo arrivati ma non vedo Austin- osservò Ryo mentre guardava le altre celle.

-Anzi, non vedo anima viva, nessun prigioniero- continuò.

-Allora non ci rimane che trovare il Barone. Seguitemi e pronti a fare fuoco.

Il gruppo risalì l’unica scala dei sotterranei e arrivarono al primo salone.

Un servo stava pulendo il pavimento con uno straccio.

-Ehi, si dico a te!- esclamò a bassa voce Axel al servo che li raggiunse il più velocemente possibile.

-Siete qui per salvarmi?!- chiese quest’ultimi con gli occhi lucidi e colmi di gioia.

-Sì ma devi aiutarci. Stiamo cercando un nostro amico, un ragazzo alto dai capelli neri rivolti verso l’alto e occhi blu scuro, catturato qualche giorno fa. L’hai per caso visto?-

-E’ con il padrone... -

-E dove si trovano ora?- Axel cercò a fatica di mantenere la calma.

-Sala degli arazzi… primo piano, la sala in fondo al corridoio destro-

-Bene, vai nelle celle, ti raggiungeremo dopo- finì Axel.

Il gruppo non perse tempo, salì al primo piano dall’ampia scalinata del salone. Attraversarono di corsa il corridoio di destra. Un lungo corridoio costeggiato di larghissime vetrate piombate che lasciavano vedere gli archi rampanti all’esterno.

La porta era sempre più vicino, una porta doppia di legno scuro.

Passo dopo passo il gruppo la raggiunse di corsa.

Venne aperta violentemente. Armi in pugno la squadra fece irruzione.

La stanza era un ampia sala con la funzione della biblioteca, detta degli arazzi in quanto dalle pareti e dal soffitto pendevano numerosi arazzi di epoche diverse.

Davanti alla porta, nel centro della stanza, tra le librerie dell’ala destra e dell’ala sinistra, un tavolo rotondo al quale erano seduti sia Viktor che Austin.

Alcuni colpi vennero sparati a sorpresa. Uno di essi colpì di striscio il braccio sinistro del Barone.

Austin si alzò di scatto:

-Fermi! Fermi non sparate!- urlò parandosi tra Viktor e i cacciatori.

-E’ inutile Austin, il destino è venuto a bussare alla mia porta…- disse il Barone noncurante della ferita.

-Austin siamo qui per salvarti. Non ci rimane che finire quel vampiro e poi saremo tutti al sicuro- rispose Axel.

-Mi rifiuto-

Il biondo non capiva.

-Ti è andato di volta il cervello?-

-No, ho semplicemente capito che non è un vero nemico!-

-Non è un vero nemico?! Hai visto che ti ha fatto? A momenti non ti reggi in piedi per quella ferita alla gamba e tu dici che non è un vero nemico!?- Axel non credeva a quello che stava sentendo.

-Di fatto mi ha anche dato le chiavi per rimuovere le catene che mi immobilizzavano, ancora l'altro giorno. Sono io che ho deciso di rimanere qui!-

-Inutile Austin, non ti crederà mai… ho visto gente come lui in passato, gente che trasuda odio gratuito- intervenne il Barone alzandosi dalla sedia e sistemandosi la giacca blu scuro che era stata strappata sulla manica.

Axel puntò l'arma contro di lui.

-Odio gratuito e giustificato. Avete ucciso mia sorella!-

-So bene chi te l'ha portata via, si dia il caso che io e lui abbiamo qualche conto in sospeso…- continuò il vampiro sorridendo mostrando i fin troppo lunghi canini.

-Beh potrei iniziare a colpire te per prima-

-Axel stai iniziando a delirare…- mormorò Shawn.

-Come?-

-Io… credo a ciò che dice Austin. Mio fratello mi ha parlato molto bene di Viktor, ora abbiamo davanti a noi il nostro amico non come prigioniero ma come persona libera- continuò l'albino.

Il ragazzo dai capelli neri sorrise.

-Quindi cosa proporresti di fare?- intervenne Jude.

-Lui ha lasciato in vita Austin, noi potremmo ricambiare il favore lasciando in vita il Barone-

Un sommesso vociare iniziò a sollevarsi tra il gruppo.

Alcuni si erano schierati con Shawn, KD e Darren ad esempio lo sopportavano.

Ines era completamente indecisa. I vampiri avevano sterminato la sua famiglia, ma allo stesso tempo non trovava giusto uccidere qualcuno che alla fine ha salvato la vita al suo amico.

Ryoko provava disgusto per i vampiri si era schierata apertamente con Axel, Celia la seguì pur non condividendo appieno le sue idee.

Jude era completamente neutrale e con fare analitico prese parola.

-Ebbene mi sembra che quattro di noi ti vogliano salvo, tre vogliono che ti uccidiamo, una è indecisa. Se dovessi votare per puro caso alla tua morte, avremmo un pareggio e dovremmo decidere il da farsi… ma non sta a me questo compito- continuò.

-Sir… forse potremmo trovare un accordo che soddisfi sia me che voi. Voi cacciatori volete eliminare noi vampiri e liberare l'umanità. Io non ho queste ambizioni, ma ho trovato la causa della mia, e della vostra, sofferenza nella persona di Ray Dark, monarca assoluto dei vampiri. Io posso proporvi solo il mio aiuto nell'eliminazione di Dark. La Gilda è ormai dispersa, non avete molte possibilità di vincere senza il mio supporto e conoscenza- il tono del Barone era diventato più che serio.

-A voi la scelta di cosa fare- continuò.

La squadra iniziò a consultarsi mentre Axel continuava a tener sotto tiro il proprio bersaglio.

Alla fine Jude prese parola.

-E sia, accettiamo la tua proposta. A patto che tu liberi tutti gli umani prigionieri e ci dici tutto ciò che sai a riguardo di questo “monarca assoluto”-

-Sarà fatto sir… anzi vi offro anche il mio maniero come base per voi- il Barone accennò un inchino.

Axel abbassò l'arma, poi con sguardo di sfida si avvicinò al vampiro:

-Prova a fare un passo falso e ti ritroverai senza la testa, hai capito?-

-Stia tranquillo, non è mia intenzione allearmi con degli umani, ma le condizioni lo richiedono quindi ci toccherà collaborare- lo stesso tono del Barone era diventato di sfida, poi facendosi strada con il braccio ferito, come se nulla fosse, si ritirò.

-Darò ordine ai miei servi di preparare le camere e servirvi la cena. Se non vi dispiace mi vorrei congedare-

Il resto del gruppo si limitò a guardarlo da lontano.

Un alleato che destava una non poca dose di sfiducia.

Austin si avvicinò a Shawn.

-Grazie per avermi sostenuto prima-

-Figurati… piuttosto, mi dovrai spiegare che ci facevi qui seduto ad un tavolo con lui-

-Forse più tardi, Shawn, posso solo dire che non è come lui vuol sembrare. Ha sofferto molto a causa di Dark. Quasi quanto noi-

Con queste parole pure Austin, vestito ancora con gli stracci dei suoi abiti abbandonò la sala degli arazzi incamminandosi per il lungo corridoio del maniero.


****

 

Redemptio, ovvero redenzione.

Direi che il titolo non necessita di spiegazioni,

il caro Barone Uxbridge realizza che umani e vampiri non sono

dissimili… crolla il muro della falsa realtà che aveva costruito attorno a sé.

Un cambio di cuore, ormai conscio che la fonte

del suo dolore è Dark.

Non credo che ci sia altro da dire...

se non che la storia inizia a diventare sempre più complessa…

inoltre mi scuso se i vostri Oc sono stati a malapena accennati,

ma volevo che i veri protagonisti del capitolo fossero Shawn,

Austin e Viktor… spero mi sappiate perdonare!!

Come sempre mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto,

un saluto,

 

_Eclipse.

   
 
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