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Autore: Rhymesketcher    19/12/2018    1 recensioni
Vagava una meteora nell’iperspazio: il suo nome era 42. Il numero era inciso sul suo dorso e con questa etichetta vagava senza meta in attesa di diventar stella cometa. Risplendeva fra le stelle col suo alone blu elettrico e solcava le galassie, stanca di quella monotonia, di quella che non si poteva chiamare vita, ma sopravvivenza. Per qualche strana coincidenza o costellazione di effetto farfalla, lungo il suo viaggio incontrò il sole, e come lacrime di commozione, allo sfiorare della cresta della stella, la meteora iniziò a spargere frammenti di sé nello spazio, (sperando di non essere di disagio per qualche autostoppista galattico...). S’affrettò sulla terra verde e blu, straripante di gioia, scoppiando in una magnifica aurora boreale smeraldina. Si divise in 42 cristalli roventi che caddero su un rigoglioso prato verde e formarono una nuova costellazione in terra. Da ogni frammento nacque un alto fiore dalla corolla gialla di 42 petali esatti e cuore nero: sin dalla sua nascita si voltò costantemente verso il sole, così lo si chiamò “eliotropo”.
E quella notte, guardando le stelle cadenti, mi venne la folle idea, come tutte le persone tristi o innamorate, di scrivere poesie.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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BOOKEH EFFECT IN SLOW MOTION





Passeggiando tenendoti la mano, 

si fa lontano il brusio del mondo.

Non mette a fuoco l’orecchio, 

l’occhio sfalda i colori del tutto, 

e si fanno aloni di lucciole

le luci della città. 

Un sospiro di vento mi sfiora,

si sgretolano nozioni di “giorno” e di “ora”,

un secondo si diffonde a macchia d’olio:

“Bookeh effect in slow motion”

il nome dello scatto che ci cinge, 

mentre la notte attorno a noi dipinge sfondi di petrolio.

In qualche modo sento

che stasera non morirò cenere nel vento, 

ma vivrò aquilone di carta 

con leggiadre dita di spago avvolte fra le tue.

“Bookeh effect in slow motion”

il nome dello scatto 

che cinge le luci della città dal tetto

dove siamo saliti volando fra le vie

“come cuore di cometa 

che ha come coda versi di poesie.”




  
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