BOOKEH EFFECT IN SLOW MOTION
Passeggiando tenendoti la mano,
si fa lontano il brusio del mondo.
Non mette a fuoco l’orecchio,
l’occhio sfalda i colori del tutto,
e si fanno aloni di lucciole
le luci della città.
Un sospiro di vento mi sfiora,
si sgretolano nozioni di “giorno” e di “ora”,
un secondo si diffonde a macchia d’olio:
“Bookeh effect in slow motion”
il nome dello scatto che ci cinge,
mentre la notte attorno a noi dipinge sfondi di petrolio.
In qualche modo sento
che stasera non morirò cenere nel vento,
ma vivrò aquilone di carta
con leggiadre dita di spago avvolte fra le tue.
“Bookeh effect in slow motion”
il nome dello scatto
che cinge le luci della città dal tetto
dove siamo saliti volando fra le vie
“come cuore di cometa
che ha come coda versi di poesie.”