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Autore: littlegiulyy    19/12/2018    2 recensioni
Ashley Rivera, dopo una vita passata nella sua riserva Navajo tra lupi, vampiri e continui problemi, sentendosi troppo stretta in quella vita, decide trasferirsi a Seattle per specializzarsi in chirurgia.
Tuttavia forse la sua vecchia vita un po' le manca, o forse no; forse le sembra tutto uguale o forse tutto cambierà.
Tratto dalla storia:
"“Tu saresti il chirurgo?” mi chiese con voce rotta da dolore e ansimante, accennando un sorriso forzato.
“Eh si sono proprio io” risposi guardando la sua gamba ridotta decisamente male.
Rise “Quanti anni hai? 18?”
Lo guardai meglio, e per la prima volta lo guardai in faccia.
Era decisamente un bel ragazzo, ogni cosa a suo posto e con un sorriso quasi abbagliante.
Sorrisi “Sei simpatico… mi dispiace deluderti, ne ho 23”
“Come me, piacere, Jacob Black” mi tese la mano destra, l’unica che poteva muovere
“Ashley Rivera” dopo qualche momento di indecisione gli strinsi la mano."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Embry Call, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 7: rimani o scappi?

Mi incamminai nel sentiero che costeggiava la casa di Sam ed Emily e che mi avrebbe portata precisamente dietro casa di Jacob, dove avremmo fatto il falò.
Ormai era la seconda volta che venivo invitata ad una riunione Quileute, ed ero decisamente meno imbarazzata rispetto alla prima volta.
La sera prima, quando Embry me l’aveva proposto guardando un film, non avevo avuto dubbi e avevo subito accettato volentieri.
“Ashley!”
La voce di Kim attirò la mia attenzione e mi voltai in sua direzione.
Corse verso di me seguita da Jared, che avanzò decisamente con più tranquillità rispetto a Kim. Non appena fu abbastanza vicina, mi abbraccio ed io ricambiai l’abbraccio.
Non ero mai stata una persona troppo affettiva, ma ormai avevo imparato a conoscere Kim e sapevo che lei lo era.
“Non sapevo che saresti venuta anche tu, che bello!” disse con un grande sorriso
“Si mi ha invitata Embry…”
“Jared non mi ha detto niente!”
Subito si avvicinò al mio orecchio cercando di non farsi sentire dal suo ragazzo, ancora qualche metro più indietro “allora vi siete visti? Mi devi assolutamente raccontare tutto!”
Ridacchiai “ieri sera… dopo ti racconto tutto…”
“Anche se posso già immaginare a giudicare dalla tua faccia” concluse facendomi l’occhiolino
“Ciao Shay!”
“Ciao Jared, tutto bene?”
“Tutto bene grazie, dobbiamo muoverci se non vogliamo arrivare in ritardo!”
Guardai l’orologio, erano le 20, eravamo decisamente in ritardo. L'appuntamento era alle 19.45 e noi eravamo ancora per strada.
Accelerammo il passo, Jared e Kim andavano avanti spediti, mentre cercavo disperatamente di non finire in qualche pozzanghera al buio.
In questo dannato posto pioveva sempre e i sentieri e le strade erano costantemente fiumi o laghi…
“Ma qui è solo fango…” mi lamentai mettendo il piede nell’ennesima pozzanghera.
Avevo i piedi inzuppi!
Una risata decisamente familiare da dietro le mie spalle raggiunse le mie orecchie “siamo nella città più piovosa d’America, cosa ti aspettavi?”
Con qualche passo Embry mi raggiunse “andate avanti ragazzi, io aspetto la principessa… mi sembra un po’ in difficoltà” ridacchio finalmente palesandosi davanti a me.
Cercai di omettere l'imbarazzo che mi provocava ogni volta che lo vedevo.
Jared soffocò una risata, prima di svanire tra gli alberi con Kim.
“Mi chiedevo dove fossi finito… ti ho aspettato 20 minuti davanti casa tua… poi me ne sono andata” dissi incrociando le braccia al petto decisamente scocciata “sei più ritardatario di me, e ce ne vuole”
“Problemi del mestiere principessa” disse passandomi accanto
“Non chiamarmi principessa, mi da fastidio”
“E va bene come vuoi, ma dobbiamo andare un po’ più veloci se non vogliamo arrivare domani mattina a falò finito, o peggio ancora, quando tutto il cibo sarà finito”
“Pensi solo a mangiare! Non vedo dove metto i piedi” sospirai rassegnata cercando di guardare per terra.
Possibile che la mia vista da lupo non mi aiutasse neanche un po’?
“Ci penso io” prima che potessi rendermene conto mi prese in braccio caricandomi sulla sua spalla e si incamminò lungo il sentiero come se ci fosse un sole che spacca le pietre.
“Mettimi subito giù!”
“Se aspetto te non arriviamo più, così faremo più veloci”
“Embry non sto scherzando, ti ho detto di mettermi giù. Cosa sono, un sacco di patate?!”
Rise “magari lo fossi… almeno non penso avrei voglia di spogliarti ogni volta che ti vedo”
“EMBRY!”
Gli tirai uno schiaffo sulla prima parte del suo corpo che trovai “pensi sempre e solo al sesso, mi fai schifo”
“Ieri sera non sembrava che ti facessi così schifo mentre eri distesa sul bancone della tua cucina però”
Sentii il calore invadermi il viso, ma erano cose da tirare fuori adesso?
“Sarà meglio che tu mi metta giù… subi...” prima che potessi terminare la frase mollò la presa lasciandomi cadere per terra malamente.
Lo maledii mentalmente.
“Ahia”
“Tu mi hai detto di metterti giù”
“Si ma mi hai lanciata”
“Proprio come un sacco di patate” scoppiò a ridere ed io non riuscii più a trattenermi. Gli mollai un ceffone sulla guancia destre e questa volta non riuscì proprio a schivarlo.
In un attimo le sue mani volarono sui miei polsi bloccandomi ogni movimento ed il suo respiro soffiò sulle mie labbra “siamo arrivati” disse sorridendomi e poi dandomi un bacio a stampo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Mollò la presa, lasciandomi lì ancora sorpresa dal suo bacio.
Lo guardai passarsi una mano tra i capelli mentre si incamminava verso il fuoco e il gruppetto di gente attorno ad esso… avevo voglia di abbracciarlo, tanta, ma cercai di trattenermi e mi incamminai dietro di lui. Feci una piccola corsetta raggiungendolo, mi guardò subito e mi sorrise passando il suo braccio intorno alle mie spalle. Un senso di calore mi invase, come ogni volta che lui mi toccava.
Sorrisi.
Ero fregata su tutta la linea questa volta.
 
“Ciao a tutti ragazzi” salutò Embry avvicinandosi e afferrando subito uno spiedino ancora sul fuoco.
Scossi la testa, non sapeva proprio aspettare.
“Lasciane anche per gli altri” lo bacchettò subito Emily
“Ma ce ne sono più di cento” borbottò ancora a bocca piena
“Non te l’ha mai insegnato nessuno che non si parla con la bocca piena?!” lo ripresi incrociando le braccia al petto. Paul e Jake scoppiarono a ridere “finalmente hai trovato qualcuno che ti bastona Embry… stai attento” rise Jacob salutandomi con un bacio sulla guancia.
Lo sguardo di Embry si fece torvo non appena le labbra di Jake toccarono la mia guancia “pensa ai fatti tuoi, e non toccare troppo” disse spintonandolo via.
“E’ geloso” rise Jared “quando mai lo abbiamo visto geloso?”
“Forse solo quando Quil gli ha rubato la sua moto per andare a Port Angeles con quella tizia che aveva conosciuto al bar… com’è che si chiamava?” chiese Paul “Zoe?Zae?”
“Si chiamava Zoey… e non avevo rubato la moto di Embry, l’avevo solo presa in prestito” si intromise Quil sentendosi chiamato in causa.
“No fratello, non mi hai mai chiesto se potevi usarla” disse Embry
“Ma mi avevi detto che potevo prenderla quando volevo”
“ Avevamo scommesso… te l’avrei prestata se Jake fosse riuscito a conquistare Bella”
“Ma si erano baciati infatti!”
“Si e lui si era beccato un bel pugno… non direi proprio sia stata una conquista quella” rise guardando Jake
Lo guardai a mia volta “ti sei preso un pugno da Bella?”
“Si è rotta la mano” sorrise scuotendo la testa “non perde mai la pazienza quella ragazza, ma le poche volte che si incazza… beh è meglio non farla arrabbiare” concluse ridendo
“Oh beh lo immagino”
“Forza ragazzi, adesso siamo tutti” disse Emily iniziando a spostare tutti gli spiedini su un grande vassoio “potete iniziare a mangiare” concluse. In un attimo tutti i ragazzi si catapultarono sul cibo come se non mangiassero da giorni.
Non appena si spostarono mi avvicinai anche io prendendone uno. Lo addenati e… mio dio… che bontà!
“Emily sei fantastica… devi dirmi come fai a cucinare così bene” le dissi gustandomi il mio spiedino.
Non ero una grande cuoca, sapevo sopravvivere, ma di certo non avevo le doti di Emily! O almeno, non mi ci ero mai messa seriamente…
“Ragazzi!” mi voltai verso Kim che arrivò verso di noi con un sorriso immenso “scusate il ritardo! Ho avuto delle commissioni da fare e...vi presento mio cugino Mark! Lui vive a New York da qualche anno… è tornato qui da qualche giorno…”
Misi a fuoco il ragazzo dietro di lei che indicò con lo sguardo e… per poco mi soffocai.
Cosa ci faceva Hamilton qui???????
Lo guardai sconvolta mentre si presentava con i ragazzi uno ad uno.
Lui era il cugino di Kim?
Ecco perché non lo avevo mai visto prima in ospedale! Perché in realtà era qui solo da qualche giorno!
Non appena arrivò davanti a me non mi porse la mano come a tutti gli altri, ci guardammo per qualche attimo decisamente sorpresi.
“Dottoressa Rivera” ridacchiò sorridendomi “non mi aspettavo di trovarla qui…” lo guardai ricambiando il sorriso decisamente imbarazzata.
Perché mi imbarazzava poi?
Era semplicemente un mio collega!
“Non avevo idea che tu fossi il cugino di Kim” dissi soltanto
“Ed io non avevo idea che tu fossi amica di Kim” rispose ridendo di nuovo “beh… ci rincontriamo per caso di nuovo dottoressa”
“Chiamami Ashley”
“Vi conoscete?” chiese Kim piuttosto sorpresa.
Improvvisamente la sua domanda mi riportò alla realtà e mi resi conto di avere gli occhi di tutti puntati su di me.
Compresi quelli di Embry.
Soprattutto quelli di Embry.
“Si, ci siamo conosciuti l’altro giorno… un paio di notti fa abbiamo operato insieme… 7 ore di intervento e senza di lei non penso ce l’avrei fatta… si sa, i chirurgi d’urgenza ci salvano sempre il culo alla fine” ridacchiò
Sorrisi soddisfatta “Ci puoi giurare”
“Sei anche tu un medico?” chiese Jake
“Si… ho iniziato la specializzazione a New York, ma adesso che sono arrivato al quarto anno mi hanno consigliato di passare qualche mese qui a Seattle… c’è un ottimo reparto di chirurgia cardiotoracica”
“E così vi conoscete già… guarda te il destino…” disse Jake sorridendo.
Il mio sguardo cadde involontariamente su Embry che, non appena incrociò i miei occhi, spostò lo sguardo altrove.
“Già… il destino…” ripeté Hamilton guardandomi.
“Vieni Mark, prendi da mangiare” lo chiamò Kim dato che loro due erano gli unici a non aver ancora mangiato. Lo guardai allontanarsi…
Dovevo ammettere che era davvero un bravo chirurgo. Era preciso e sicuro, qualità indispensabili per un chirurgo cardiotoracico. Mentre operava l’avevo ammirato per i movimenti fluidi che eseguiva senza alcun impaccio e per la precisione millimetrica delle suture e dei tagli che eseguiva.
“E così quando fai le notti in ospedale in realtà conosci bei ragazzi?” la voce strafottente di Embry mi riportò alla realtà. Mi voltai verso di lui “stavo prendendo un caffè e ci siamo incrociati lì, poi abbiamo scoperto che avremmo operato insieme” spiegai tranquillamente.
“Che casualità” commentò alzando gli occhi ali cielo.
“Stavo aspettando che ti facessi sentire, Embry. Dopo essere finito a letto con me quasi tre giorni prima”
“Di nuovo con questa storia? Te l’ho spiegato come sono andate le cose Shay”
“Certo, ma tu non fare quella faccia come se sapessi tutto quello che faccio e perché lo faccio, perché non sai niente di me” sbottai. Mi sedetti su un tronco lì dietro a me, riprendendo a mangiare il mio involtino decisamente innervosita.
 
Come poteva insinuare cose del genere su di me? Quando era stato lui a non farsi sentire per giorni, era stato lui a presentarsi a casa mia e avevamo fatto sesso, di nuovo. Ma questo non gli dava il permesso di giudicarmi, ne tanto meno di pretendere qualcosa da me dato che non si era disturbato a prendersi un reale ed ufficiale impegno con me.
Avevo quasi dovuto pregarlo per rimanere da me ieri sera, ed io non avevo mai pregato nessuno.
 
Sbuffai.
Certe volte era proprio insopportabile.
Si sedette affianco a me, avvolgendo le sue gambe con le braccia.
“Mi dispiace… non volevo insinuare niente”
“E invece l’hai fatto”
“Lo so è che…” non terminò la frase e lo incalzai “è che cosa?!”
“E’ che mi da fastidio”
Lo guardai meglio, i suoi occhi guardavano la terra sotto i suoi piedi e la sua pelle ambrata illuminata dall’ombra del fuoco era ancora sembrava perfetta del solito.
Questo ragazzo era di una bellezza disarmante.
“Non sei nessuno per essere geloso”
“Questo lo so” disse passandosi una mano tra i capelli.
Per un attimo sperai che mi dicesse qualcosa, qualcosa di più. Sperai che finalmente prendesse una posizione…
Ma non lo fece. Rimase in silenzio, ed io rimasi in silenzio con lui.
“E allora non dovrebbe importarti quello che faccio, chi conosco e dove vado” dissi alzandomi in piedi e allontanandomi da lui.
Questa volta era decisamente troppo.
Gli avevo dato la possibilità di esporsi, ma non l’aveva fatto… quindi era tutto chiaro.
 
POV EMBRY
 
“Questo lo so”
Le mie parole continuavano a rimbombarmi in testa mentre la guardavo allontanarsi.
Cosa cazzo mi era preso?
Perché ero stato zitto?
Perché non avevo colto la palla al balzo e non le avevo detto tutto?
Mi sentii un completo imbecille, e probabilmente lo ero.
Un imbecille senza palle.
Chi si sarebbe fatto sfuggire una ragazza così?
 
Calciai un sasso vicino ai miei piedi e mi alzai in piedi infilando le mani nelle tasche.
Perché dovevo sempre rovinare tutto anche quando le cose, per una volta, mi andavano bene?
Una mano si appoggiò sulla mia spalle e mi voltai.
“Jake”
“Cosa succede fratello?”
“Sono un coglione” dissi soltanto guardandola parlare con Kim
“Non capisco perché tu non glielo abbia ancora detto”
“Cosa dovrei dirle? Che ho avuto l’imprinting, voglio passare la mia vita con te e tutte queste belle  fregature da lupo così prende paura e mi manda a quel paese? Sono un coglione, continuo a portarmela a letto e poi scappare perché non so fare altro, ho sempre fatto così, e lei pensa che la stia usando”
“Non lo penserebbe ogni donna, amico? Devi rivedere un po’ i tuoi comportamenti secondo me…”
“Ho paura Jake”
Mi guardò sorridendo e mi avvolse le spalle con il suo braccio “lo so… ma è la donna della tua vita, non puoi fartela scappare. Siete destinati no?”
“si…” risposi, il problema ero io e ne ero consapevole.
Ma come avrei superato le mie paure?
“Devi cercare di buttarti, non pensare che andrà male… e poi… sei Embry Call, chi ti ha mai detto di no?” ridacchiò battendomi una pacca sulla spalla.
Accennai un sorriso “Grazie fratello”
La guardai mentre rideva con Kim e quell’Hamilton…
Mi dava già sui nervi.
Hamilton le passò un braccio intorno alle spalle e risero come se fossero amici di vecchia data.
Un tremolio lungo la schiena e alle mani inziò a percorrermi tutti i muscoli.
Dovevo calmarmi, o mi sarei trasformato.
Guardai il suo braccio che la toccava. E loro, che ridevano. Ancora. Insieme.
Iniziai a tremare senza riuscire a controllarmi.
“Embry ti devi rilassare” disse Jake prendendomi per un braccio, ma il tremore non accennò a diminuire. Gli avrei staccato la testa a quel pallone gonfiato “Jake lasciami” gli ordinai a denti stretti cercando di trattenermi.
“Embry stai per perdere il controllo, è meglio se ce ne andiamo” mi disse trascinandomi via di peso verso il bosco.
I tremori erano diventati quasi insopportabili ed il mio lupo stava spingendo per uscire.
Lo sentivo, non riuscivo più a controllarlo.
I rumori intorno a me diventarono ovattati.
Il suo braccio sulle sue spalle, sulla sua pelle.
La vista mi si offuscò per un secondo.
Cazzo, lo avrei ammazzato.
Con un ringhio liberai il mio lupo e,  prima che potessi addentrarmi nel bosco, senza controllo mi ritrovai a quattro zampe.
“Wow sei proprio geloso” ridacchiò Jake guardandomi “non ti avevo mai visto così…”
Ringhiai con disapprovazione in sua direzione.
Scoppiò a ridere.
“Hai rotto tutto amico… jeans, maglietta, scarpe… non ti rimane niente” constatò prendendo in mano un brandello dei miei jeans.
Ecco qua, avrei dovuto inventare un’altra scusa con mia madre quando mi avrebbe chiesto per l’ennesima volta che fine avevano fatto i miei vestiti.
“Vuoi che mi trasformi? Vuoi compagnia?”
Scossi il muso e abbassai lo sguardo, avevo solo voglia di stare da solo adesso.
Jake si avvicinò a me e mi accarezzò il pelo sopra la testa “e va bene amico… fatti una corsa e calma i bollenti spiriti… se hai bisogno sai come contattarmi”
Lo ringraziai, ma quello che ne uscii fu un guaito decisamente triste.
“Non c’è di che Embry” concluse prima di incamminarsi nel bosco per tornare al falò.
Lo guardai sparire tra gli alberi… e finalmente rimasi da solo.
Io ed i miei pensieri.
Io ed i miei casini.
Come sempre.
Solo che questa volta i casini me li ero creati da solo…
Iniziai a correre a caso, senza una meta precisa.
Dovevo sfogarmi.
 
POV ASHLEY
 
Notai Jacob uscire dal bosco con le mani in tasca.
Cosa ci faceva nel bosco?
Subito il mio sguardo scorse tra la gente… lo cercai tra tutti gli altri, ma lui non c’era.
Non era ne con Jared, Paul e Rachel, ne con Sam, Emily e gli anziani, ne con Quil, Claire e Renesmee… allora dove poteva essere?
Guardai Jake di nuovo, si stava dirigendo verso casa, sembrava serio. Decisamente serio.
Il braccio di Mark sulle mie spalle iniziò a pesarmi, forse avevo un po’ esagerato…
Volevo dargli fastidio, quindi ero andata da Mark apposta e gli avevo dato decisamente troppa corda, forse un po’ troppa. In realtà Mark era davvero un bravo ragazzo, decisamente molto bello e di talento ed un chirurgo eccezionale ma…
Non era Embry.
Sfuggii alla presa di Mark rapidamente “scusatemi ragazzi, devo dire un attimo una cosa a Jake” sgattaiolai via prima che Kim o Mark potessero fermarmi e mi avvicinai velocemente a Jacob.
“Jake…” lo chiamai per attirare la sua attenzione
“Shay…” mi guardò sorpreso “dimmi”
“Embry… dov’è?” gli chiesi torturandomi le mani.
Mi sorrise e mi appoggiò una mano sulla spalla “non preoccuparti, lui sta bene”
“Ma era con te? L’hai visto?” gli chiesi decisamente preoccupata.
Che poi perché mi stavo preoccupando per uno a cui non gliene importava niente di me?
Non lo sapevo… ma non riuscivo a non pensarci.
“Si era con me… è andato a farsi un giro, era meglio così credimi” disse guardando dietro di me. Mi voltai per capire cosa stesse guardando “per colpa di Mark?” gli chiesi guardandolo
“Ci tiene a te più di quanto dimostri Shay… è che lui è fatto così, deve sbloccarsi” mi disse “adesso vado, porto a casa Nessie perché si è fatto decisamente tardi… buonanotte” concluse dandomi un bacio sulla guancia e abbracciandomi. Ricambiai l’abbraccio e appoggiai la testa sulla sua spalla, il suo calore mi fece sentire al sicuro, ma non era lui
“Grazie Jake, buonanotte”
“Se hai bisogno chiamami, notte Shay”
Lo guardai allontanarsi e prendere in braccio Nessie.
Il suo sguardo quando la guardava era perso, come se guardasse la cosa più bella del mondo.
Quando i miei fratelli avevano avuto l’imprinting mi ero sempre stupita della forza di questo legame. Un legame che sembrava resistere a tutto. Più forte di ogni cosa.
Guardai Jared e Kim…
I loro movimenti erano coordinati, quando si muoveva lei si muoveva anche lui e i suoi occhi non la perdevano un attimo di vista, anche se in realtà erano distanti e parlavano con persone diverse…
Mi torturai l’unghia del pollice con i denti, sapere che Embry era in giro per i boschi da solo a mezzanotte passata non mi faceva stare tranquilla. Ma del resto era un lupo, e del resto non erano neanche affari miei in realtà. Guardai un’altra volta il bosco…
 
“Ci tiene a te più di quanto dimostri…” e allora perché si comportava così?
Perché scappava ogni volta?
E perché mi importava così tanto di lui?
Mi ero ripromessa che non avrei perso la testa per nessuno… ma mi sa che era troppo tardi. Ed un giorno lui avrebbe avuto l’imprinting magari, ed io cosa avrei fatto?
 
Mi avvicinai agli altri “Ragazzi io vado a casa… domani devo lavorare e la sera ho l’aereo per tornare a casa… mi ha fatto piacere passare la serata con voi”
“Torni a casa Shay?” mi chiese sorpresa Kim
“Si, per le vacanze di Natale torno qualche giorno a casa
“Mandaci delle foto da Santa Barbara allora, ti farai il bagno?” ridacchiò Paul
“Probabilmente si” risi a mia volta.
“Fai buon viaggio, ci vediamo quando torni” mi disse Kim abbracciandomi. Ricambiai l’abbraccio “certo…ciao a tutti, buone vacanze ragazzi” conclusi salutando tutti con la mano.
Mi incamminai lungo il sentiero tra gli alberi che portava verso casa di Embry. Dovevo recuperare la mia macchina se volevo tornare a casa…
Che stupida che ero stata, perché mi ero comportata così?
Per un attimo mi pentii della mia reazione avuta con Embry, dopo tutto anche a me avrebbe dato fastidio se la situazione fosse stata ribaltata al contrario probabilmente…
 
Si ma lui non si era mai preso alcun impegno nei tuoi confronti Ashley, quindi cosa mi dovevo aspettare?Come io non potevo aspettarmi niente, lui non avrebbe dovuto pretendere niente.
Oltretutto stavo solo parlando con Mark… non stavo facendo niente di male, è un mio collega e…
 
Un rumore improvviso mi destò dai miei pensieri e mi voltai di scatto.
Il sentiero era deserto, buio e deserto.
“Chi c’è?” dissi ad alta voce per farmi sentire
Nessuno rispose.
Rimasi ferma per qualche attimo, c’era qualcosa che non mi convinceva, i miei sensi da lupo captavano la presenza di qualcuno… nessuno di familiare…
Mi voltai e ripresi a camminare velocemente in direzione di casa di Embry. Accelerai il passo sperando di arrivare il prima possibile.
Sembrava quasi una scena di un fil dell’orrore dannazione.
Non appena sbucai in strada, alla fine del sentiero, tirai un sospiro di sollievo sentendomi improvvisamente al sicuro, nonostante mi trovassi ancora da sola in un posto deserto.
Raggiunsi rapidamente la mia macchina parcheggiata un po’ distante da casa Call.
Aprii la portiera e lo sguardo mi cadde inevitabilmente sulla finestra della sua camera…
La luce era spenta.
Probabilmente era ancora in giro.
Probabilmente era non so neanche dove.
A quest’ora sarebbe potuto essere anche in un altro continente.
Sospirai e mi appoggiai alla portiera, perché doveva essere tutto così difficile?
Le parole di Jake rimbombavano nella mia testa da un po’, ma non ero sicura fosse la verità.
Probabilmente ero solo un altro dei suoi giochetti, un’altra delle sue conquiste da sbandierare in giro…
Ed io, era inutile negarlo, ero fregata.
Salii in macchina e girai le chiavi mettendo in moto.
Dovevo andarmene da Seattle per un po’.
Per fortuna le vacanze di Natale cadevano proprio a pennello.
Stare lontana da questo posto, lontana da lui per un po’ mi avrebbe fatto di sicuro stare meglio e avrei potuto riflettere sulla situazione più lucidamente.
 
 
 
Il volo era atterrato in orario.
Non appena uscii dall’aeroporto un aria decisamente più calda rispetto a quella di Seattle mi investì, accidenti non ero più abituata a tutto questo caldo.
Il sole in cielo splendeva in mezzo ad un cielo azzurro che non vedevo da mesi.
Come se fosse estate.
Inspirai a pieni polmoni l'aria calda di Los Angeles.
Casa.
La suoneria del mio Iphone mi avvisò dell’arrivo di un messaggio.
Mi sistemai la borsa sulla spalle e con la valigia mi incamminai verso il parcheggio.
 
“Ciao tesoro, finalmente sei tornata a casa!
Questa sera ti va di vederci al Saint Jones? Dobbiamo raccontarci tantissime cose, non vedo l’ora di vederti…
Un bacione Allison”

 
Lessi il messaggio e non riuscii a non sorridere.
Allison.
La mia migliore amica da quando ero nata.
Asilo, scuola, squadra di cheerleader… avevamo sempre fatto tutto insieme.
Feste insieme, vacanze insieme… per me era come se fosse una sorella. Questi mesi senza di lei erano stati davvero duri.
 
“Bentornata a casa dottoressa”
Alzai lo sguardo e… “Alex!” mollai tutte le mie borse e corsi ad abbracciare il mio stupendo fratello!
Dio, quanto mi era mancato.
Le sue braccia calde mi strinsero forte ed il suo profumo mi ricordò che finalmente ero tornata a casa.
Dopo tanti mesi, finalmente ci potevamo rivedere e abbracciare.
Non avrei più dovuto scrivergli mille messaggi per raccontargli quello che mi succedeva, ma avrei potuto stare con lui per qualche giorno!
“Sono così felice di vederti” dissi dandogli un bacio sulla guancia
“Anche io” rise “mamma mia, non mi salutavi così da… no non mi hai mai salutato così! Devo esserti proprio mancato”
“Ci puoi giurare”
“Anche tu mi sei mancata… sei sempre bellissima” disse guardandomi
“Oh smettila! Devo raccontarti un sacco di cose!”
“Certo…” disse raccogliendo tutte le mie borse “ma prima andiamo a casa, mamma e papà saranno felicissimi di vederti dopo tutti questi mesi”
Salimmo in macchina e partimmo verso casa.
Il mare blu e la spiaggia totalmente soleggiata scorrevano davanti ai miei occhi.
Ero così felice di essere tornata al sole, al caldo, in California!
Eppure… forse quei colori così grigi un po' mi mancavano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
  
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