Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: Soniabruni    20/12/2018    4 recensioni
Il primo capitolo inizia al porto di New York, siamo nel 1920. In un bar Albert e Terence sorseggiano un caffè in attesa di qualcuno che sta rientrando dall’Europa… qualcuno cui entrambi tengono molto.
Chi è questa persona è cosa ci è andata a fare oltreoceano magari quando la guerra la faceva da padrone in quei territori?
Credo non sia difficile rispondere, più complicato sarà accettare il motivo di quella scelta.
Susanna Marlowe è morta da un anno ma… ma Terence non è solo!!! nooooo!!!! Terence, che hai fatto!!!!!
La situazione appare molto complicata sin dall’inizio e man mano che si cercherà di fare chiarezza parrà diventarlo ancora di più, ma questa persona così vicina a Terence sarà la chiave per Candy per far pace con presente e passato. Quindi non mi giudicate troppo in fretta! Abbiate pazienza perché riusciremo a scoprire ciò che lega completamene il terzo nuovo soggetto ai nostri beniamini solo nell’ultimo capitolo dello scritto.
I primi tre capitoli servono ad inquadrare la situazione, la storia comincia a svilupparsi dal quarto e poi correrà via veloce con un inaspettato risvolto...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

BABBO NATALE

Il giorno della vigilia arrivò velocissimo.
Quella sera Candy era stranamente allegra, tutti i bambini lo erano in realtà per i regali che sarebbero arrivati e lei si era lasciata contagiare.
“C’è qualcosa di speciale nell’aria stanotte… ”

Sistemò la stella sull’apice dell’albero e, dopo aver assistito alla messa e cantato in coro, cercò in tutti i modi di contenere l’euforia di quei birbantelli festosi; il loro unico pensiero era quello di tenere gli occhi incollati al cielo per vedere la famosa slitta trainata dalle renne parcheggiare sul tetto della loro casa.


Era molto tardi, convincere tutti quegli occhioni luminosi a lasciarsi cullare da Morfeo era stata veramente un’ardua impresa, ma non aveva sonno e decise che un buon libro le avrebbe fatto compagnia. Andò a cercare qualcosa nella piccola biblioteca della scuola.
Fu molto sorpresa nel constatare che, seppur di ridotte dimensioni, era strutturata ed assolutamente ben fornita e rinnovata, c’erano addirittura alcuni testi teatrali in una strana versione semplificata, fatta in casa per meglio dire.

Una forte emozione si impadronì di lei mentre realizzava questo particolare ma le mancò il respiro alla sola idea di aprire qualcuno di quei fascicoli per capire meglio…
Li sfiorò con le dita e furono corse, risate, versi di Shakespeare recitati con grande passione e sguardi ebbri e fuggenti a riempire di dolci melodie la sua mente.

“Dio… quanto mi manchi amore…” sussurrò piano piano commossa, aveva sempre avuto paura di far uscire quella verità dalle sue labbra.

“Non è razionale, non lo puoi spiegare
Tremano le gambe mentre ride il cuore
Chiudi la finestra, che c’è troppo sole
anche quando piove
anche quando piove…”

Le sembrò di poter riavvolgere il tempo e tornare indietro a quando si addormentava col sorriso e la voglia incontrollabile ed inammissibile di vederlo il giorno dopo in cortile o sulla collina, solo per bisticciare e tornare a rincorrersi.

Il battito cardiaco piacevolmente alterato riempì il resto della notte di ricordi di Terence.
Stranamente riuscì ad andare oltre il dolore della separazione, che aveva sempre rappresentato una barriera insormontabile, e per la prima volta rammentò di aver immaginato che il Natale che si stava velocemente avvicinando quell’anno sarebbe stato il più bello che avesse mai vissuto, perché lo avrebbe trascorso con LUI, sarebbe stato il loro primo insieme…
Aveva sperato di godersi quella festa con il suo Terry proprio alla casa di Pony. Lui si sarebbe presentato alle sue mamme come il suo ragazzo e sarebbero saliti insieme sulla collina di Pony ammantata dalla neve per cancellare il ricordo di uno dei loro tanti dolorosi mancati incontri.

Per un momento rivisse i sogni che in maniera disincantata aveva cullato allora; una casa piccola piena di calore, un grande albero, un romantico bacio sotto il vischio, un caminetto scoppiettante davanti al quale coccolarsi, un bimbo paffuto nella culla.

Era la prima volta che ricordava lasciandosi naufragare così dolcemente, per lungo tempo tutto era stato macchiato dal dubbio che lui non l’avesse mai veramente corrisposta.


D’altronde solo l’anno successivo il suo Terry era promesso sposo ad un’altra donna, quella che lo aveva già reso padre...
La notizia era stata data dalla stampa in pasto al pubblico proprio mentre le strade e le case si riempivano di festose melodie, luci colorate e candele; quello doveva essere stato davvero un meraviglioso Natale per la nuova famigliola.
Si era considerata per anni un’ingenua ragazzina sempliciotta.

Ma ora si sentiva diversa, non avrebbe saputo dire perché ma le sembrava di poter guardare indietro sotto una diversa prospettiva.
Lo rivide sul palco sgangherato di Rockstown, incapace di recitare una singola battuta per intero e di reggersi in piedi, fino a quando non aveva incrociato i suoi occhi verdi e come per magia i fischi e gli insulti si erano tramutati in applausi.

Aveva sofferto tanto anche lui, come poteva aver nutrito dubbi su questo?
Aveva rischiato di annegare la sua vita nell’alcolismo!
Era stato un grosso errore lasciarlo solo, forse semplicemente Emily era riuscita a capirlo meglio in quel frangente e a salvarlo…
…cosa che avrebbe dovuto essere lei a fare invece!

Aveva messo la fragilità di Susanna davanti a tutto ma non aveva capito davvero di che cosa aveva bisogno Terence, aveva fallito… nonostante l’amore straripante avevano sbagliato entrambi!

Le tornarono in mente le parole di Karen:
“Se chiami vita quella che ha avuto accanto a quell’arpia di Susanna…

Tu non l’hai visto in questi anni, non hai toccato con mano la sua pena. Lui ti ama, questa cosa non è mai cambiata e, anche se ha commesso degli errori, credo meriti una possibilità…

Sarei stata disposta a vivere nell’ombra ma… lui non mi ha neanche vista…”

Certo il sentimento dell’attrice era dei più sinceri visto che le aveva provate tutte per spingerla a riconsiderare tutta quella faccenda e, inutile negarlo, ora si sentiva pure gelosa… gelosa di quello che avrebbe potuto nascere tra loro due adesso che Terry era libero e lei lo aveva respinto nel peggiore dei modi.


Quasi rise di se stessa
“Candy… smettila, stai imbrogliando di nuovo tutto…
Ma cosa ho mai preteso di così assurdo dalla vita? Non è quello che sogna ogni ragazza? Quale è stato il mio peccato? Quello di aver messo gli occhi sull’attore più famoso d’America? Ma quando ho imparato ad amarlo non lo era… “

E con l’immancabile pensiero rivolto a colui che non l’avrebbe mai lasciata si addormentò con gli occhi gonfi stringendo al petto la sua bambolina quasi riuscisse a proteggerla e sperando che la visita natalizia del misterioso benefattore riempisse di serena novità la giornata successiva.
***

Si alzò di buon’ora, Miss Pony aveva già fatto il caffè e lei si accomodò in cucina accanto a lei, non senza aver sbirciato il salone e notato la piramide di pacchi colorati sotto l’albero.
“Allora? E’ arrivato, mi pare!” esclamò.

La buona donna la guardava ridacchiando, mentre era evidente che Suor Maria fosse nervosa.
“Piccola, si è già svegliato, è andato sulla collina di Pony; ti andrebbe di andare ad avvisarlo che la colazione è pronta?”
La ragazza fu stupita della richiesta ma si avviò di buona lena verso il caro pendio.

“Miss Pony, è sicura sia una buona idea?”

“Suor Maria! Andiamo! Non era organizzato, se Dio ha voluto così un motivo ci sarà pure, no? Me lo ha sempre insegnato lei e io sono stufa di vederla soffrire, non se lo merita… e nemmeno… lui…
La nostra piccola Candy...
Ricordo le sue letterine di bambina a Babbo Natale; la bambola per Annie, il cavalluccio per Tom, la sedia a dondolo per Miss Pony e nulla per se stessa. Ha sempre goduto della gioia degli altri senza pretendere nulla per sé... se c’è un po’ di cuore in questo mondo...”
Aveva gli occhi umidi mentre lo diceva...


***

C’era freddo ma non lo sentiva, aveva le gambe leggere mentre risaliva il pendio innevato, il battito cardiaco alle stelle… eppure non stava affatto faticando.

Lo vide finalmente, era di spalle, indossava un mantello, aveva un portamento così elegante.
All’improvviso la sua mente la portò in mezzo alla nebbia del ponte di una nave tanti anni prima...
Si fermò col cuore in gola…
“Terence”


Era a pochi passi da lui ed era bloccata, non voleva chiamarlo per paura che sparisse o che si voltasse e non fosse lui, allo stesso tempo temeva il confronto con quegli occhi irresistibili e profondi…
Era lui quindi che passava sempre il Natale alla casa di Pony? Che riempiva di regali i bambini?

Realizzò in quel momento di avere un disperato bisogno di parlare con lui… di avere spiegazioni su molte cose.

“Te… Terence…” sussurrò di nuovo.

“Scusami… stavo pensando a come dirlo a Charlie, mi odierà per questo ma non ti devi preoccupare, partirò domani stesso!” fece per andarsene, la voce decisa, non si era neppure voltato a guardarla.

Candy lo trattenne per un braccio.
“Andartene?”

“Non voglio occupare i tuoi spazi, questa è casa tua. Ti assicuro che non avevo idea di trovarti qui, pensavo fossi occupatissima nei preparativi della tua festa di fidanzamento.
Io… sono tre anni che passo in questo luogo le vacanze di fine anno con mia figlia, lontano dai ricevimenti e dall’ipocrisia; Susanna è sempre stata intrattabile in questo periodo dell’anno, ha sempre voluto passarlo da sola con sua madre e la piccola adora questo posto pieno di amici veri e amore. Miss Pony non mi aveva detto…”

“Lo so, non devi scusarti e neppure andartene… non mi disturbi affatto! Resta, ti prego!”
la voce le moriva in gola mentre lo guardava negli occhi, erano scuri e pieni di dolore… gli stessi di Rockstown”.

“Partirò domani mattina, ti chiedo la bontà di sopportare la mia presenza un solo giorno, oggi non mi è possibile rimettermi in macchina.
Perdonami ma è il compleanno di Charlotte; lei è arrivata il giorno di Natale di quattro anni fa e io non posso rovinarle questo momento… soprattutto quest’anno; abbiamo appena perso una persona molto vicina a noi e non posso toglierle anche quello che è sempre stato il nostro angolo di paradiso da che è venuta al mondo”.

“Te…Terence…perdonami tu, mi rendo conto di essere stata molto dura… io…
Cosa volevi raccontarmi di tua figlia? Sono qui, ti ascolto se me ne vuoi parlare” non aveva trovato altro che questo da dirgli per trattenerlo.

Il giovane uomo non capiva il motivo per cui lei era così diversa e disponibile…
“Nulla Candy… non conta più nulla oramai, è una cosa senza importanza e tu non ti devi sempre preoccupare per gli altri. Mi hai chiesto di amarti abbastanza da lasciarti vivere senza di me e ho tutta l’intenzione di dimostrarti che sono capace di fare almeno questo.
Vorrei solo riuscire a restituirti un dolce ricordo di quello che è stato, ti ho amato davvero con tutto me stesso anche se è chiaro che il mio cuore non è nemmeno paragonabile al tuo. Avrei voluto che andasse tutto in maniera diversa, non mi sono mai preso gioco dei tuoi sentimenti.
Ti chiedo di provare a credere almeno in questo!”

La voce roca, deformata da tutto il disprezzo che sentiva in quel momento per se stesso, per non essere mai riuscito a farla sentire davvero speciale come avrebbe meritato. La ragazza percepì nettamente tutta la sofferenza nascosta tra le parole di Terry.
“Adesso andiamo a fare colazione, che ne dici?” proseguì lui.

Lei semplicemente non riusciva a parlare.
Quando rientrarono i bambini erano già nel salone a scartare pacchi, con loro la piccola Charlotte.

Quanto erano felici tutti!
“Terence! Terence! Sei venuto anche quest’anno!” il coro dei piccoli monelli.

“E che vi avevo detto?”

“E cosa prepariamo per capodanno?” di nuovo quella miriade di vocine all’unisono.

“Mi dispiace ma… quest’anno non posso fermarmi così a lungo bambini; niente recita, sono mortificato!”
Adesso Candy aveva capito chi c’era dietro quella bella biblioteca e perché si era emozionata così tanto la notte precedente.

“ohh… nooo!!!” di nuovo il coro.

Terence guardò la sua bimba, era divenuta di nuovo triste, gli ultimi avvenimenti l’avevano molto scossa.
“In realtà debbo ripartire già domani!” continuò il giovane attore.

A questa ulteriore esclamazione Charlotte corse via piangendo…
Candy sbirciò Il giovane uomo coccolare e consolare quella tenera bimbetta.
“Papy… mi avevi promesso che saremmo stati qui qualche giorno…” disse tra i singhiozzi.

“Piccola lo so… mi dispiace tanto ma questa volta non riesco davvero a mantenere la promessa, mi puoi perdonare?”
La bimba gli si aggrappò al collo piangendo e lui la strinse forte.

La ragazza non riuscì a fare a meno di intromettersi.
“Terence… non c’è motivo che ripartiate così presto, io posso dormire con le bambine, l’ho fatto un milione di volte, non mi serve certo la stanza che occupate voi.
Ti prego fermatevi, non voglio vedere lacrime sul viso dei bambini il giorno di Natale!”

Charlie tornò immediatamente allegra e volò a giocare con i suoi amichetti, mentre l’affascinante attore cercava di insistere con Candy.
“Ti prego Terry… se continui così sarò io ad andarmene domani!”

“Io… non capisco, ma ti ringrazio…
Mi fermo solo se lo fai anche tu e mi assicuri che la mia presenza non ti dà fastidio, non ti importunerò in alcun modo”.

“Tu... tu non mi hai mai importunata, devo scusarmi nuovamente o posso essere perdonata per il mio recente e orribile comportamento?”
Riuscì a strappargli un mezzo sorriso ma quei laghi blu… erano persi nella notte più buia.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Soniabruni