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Autore: MorganaMF    20/12/2018    1 recensioni
«Quando Duncan è arrivato al nostro accampamento, non avrei mai potuto immaginare tutto ciò che ne sarebbe conseguito. Voleva reclutare un solo elfo Dalish, e invece se ne è ritrovati due: i gemelli Mahariel, fratello e sorella. Gli ultimi rimasti della nostra famiglia, dopo che nostro fratello Tamlen era sparito nelle rovine.
Il Quinto Flagello mi ha portato via quasi tutto: ho dovuto abbandonare il mio clan, ho perso la mia famiglia... ho perso perfino una parte della mia vita, strappatami via dall'Unione. Ma, per assurdo, questo Flagello mi ha portato alcune delle cose più belle: ho trovato l'amore, ho incontrato le persone più strane... ho stretto rapporti profondi con molti umani, cosa che un tempo non avrei mai creduto possibile. Una di loro, in particolare, mi resterà sempre nel cuore: sarebbe diventata parte della mia famiglia, se le cose fossero andate diversamente. La cara, indimenticabile Hawke. È stata con noi fino alla fine, ci ha aiutati a sconfiggere il Flagello e sarebbe dovuta diventare un Custode Grigio; ma alla fine è andata per la sua strada, come tutti gli altri.
Non dimenticherò mai questo Flagello: nel bene e nel male, ha cambiato per sempre la mia vita.»
[M. Mahariel]
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Therin, Altri, Custode, Hawke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Questa non me l’aspettavo davvero» disse Arle Eamon il mattino seguente, accogliendo nella sua dimora il gruppo dei Custodi. Squadrò i due Cousland. «Le notizie ufficiali vi davano per morti...»
«Naturalmente, come davano voi per malato. Ma sappiamo tutti che erano voci fasulle, no?» replicò Freya, a metà fra il divertito e il polemico. «Entrambe le nostre famiglie sono state tradite, Arle Eamon.»
«Loghain ha tradito anche voi?» si meravigliò Eamon.
«Non Loghain… Rendon Howe» precisò Fergus a denti stretti.
«Howe? Ma le vostre famiglie sono legate da un’amicizia che dura da anni!» esclamò Eamon, incredulo.
«Lo pensavamo anche noi; tutti lo pensavano. Nessuno crederebbe mai a ciò che ha fatto… per questo è stato così semplice per lui uscirne pulito» quasi ringhiò Freya, i pugni stretti che tradivano la sua collera. «Quando ho sentito la versione ufficiale, secondo cui io, mio padre e Fergus siamo periti a Ostagar… e secondo cui mia madre sarebbe morta per il dispiacere, affidando l’intero territorio di Altura Perenne a lui, l’amico più vicino alla nostra famiglia…» si morse un labbro al punto da farlo sbiancare. «Se Howe mi capita davanti, è un uomo morto.»
«Com’è andata realmente?» chiese Eamon, facendo segno ai suoi ospiti di sedersi attorno al tavolo preparato per l’occasione. Tutti erano presenti, poiché i Custodi avevano espressamente richiesto che nessuno dei loro fedeli compagni venisse escluso.
«La verità è che, nonostante la mia abilità come guerriera, io non dovevo partire per Ostagar. Dovevo restare a badare ad Altura Perenne in vece di mio padre, mentre lui e Fergus sarebbero dovuti partire insieme a Howe e al suo reggimento; ma nel giorno stabilito per la partenza, Howe si è presentato senza i suoi uomini. “C’è stato un imprevisto, ci raggiungeranno domani” ha detto a mio padre. Poi ha consigliato a Fergus di partire comunque, onde evitare troppi ritardi; e così è stato. Mio padre ha preferito restare e aspettare insieme al suo vecchio amico… non l’avesse mai fatto» sospirò tristemente. «Gli uomini di Howe sono arrivati quella notte, hanno preso d’assedio il castello e hanno ucciso tutti. I miei genitori, mia cognata, il mio nipotino… tutti ammazzati nel sonno. Se la mia stanza non fosse stata l’ultima in quel corridoio, se le loro grida non mi avessero svegliata…» scosse la testa con rabbia. «Sono riuscita a fuggire grazie all’aiuto dei pochi uomini di Altura Perenne rimasti ancora vivi. Fortunatamente conoscevo la direzione presa da Fergus, e ho camminato per giorni. Quando ho iniziato a vedere i primi fuggitivi di ritorno da Ostagar ho temuto il peggio. Ma non avevo più nulla da perdere, ormai: dovevo trovare Fergus, a tutti i costi. Non mi era rimasto altro.»
«Quando l’ho vista non potevo crederci» continuò suo fratello; «io e i pochi uomini di Altura Perenne rimasti eravamo stati accolti e curati da una tribù di Chasind, che si stava spostando verso nord per fuggire dall’orda di prole oscura. Dev’essere stato il Creatore a far sì che Freya c’incrociasse. Mi ha raccontato tutto, di come ho perso senza nemmeno esserne conscio i miei genitori, mia moglie… mio figlio…» trattenne a stento le lacrime, ma si ricompose subito. «Abbiamo viaggiato con i Chasind per un po'. Poi ci siamo nascosti in una piccola tenuta che mio padre aveva nel sud, la usavamo per andare a caccia. Da lì abbiamo stabilito dei contatti sicuri con altri nobili, amici nostri e nemici di Howe; sono stati loro a tenerci aggiornati sugli sviluppi.»
«Abbiamo capito subito che sia voi Custodi, che voi, Arle Eamon, eravate stati traditi da Loghain. Ed è stato un duro colpo apprendere che proprio lui, l’eroe di River Dane, liberatore del Ferelden, era in combutta con quel verme di Howe. È stato facile capirlo, quando si è eletto reggente della regina Anora e ha nominato Howe Arle di Denerim» ridacchiò Freya, disgustata. «Da allora abbiamo seguito le vostre imprese, Custodi; e anche le vostre, Eamon. Ci siamo ripromessi di aiutarvi non appena il momento giusto fosse arrivato.»
«La vostra voce avrà indubbiamente un grande peso all’Incontro dei Popoli; la famiglia Cousland è seconda in potere solo alla stirpe dei Theirin, che ora sarebbe estinta se non fosse per Alistair» disse Eamon, indicando il Custode.
«Siete voi il nostro futuro re, dunque?» si voltò a guardarlo Freya. «In effetti somigliate molto a re Cailan…»
Melinor le lanciò un’occhiataccia; non le piacque il modo in cui la nobile aveva guardato Alistair.
«Sì, io sono il figlio di Maric; ma no, non ho alcuna intenzione di diventare re» la smentì Alistair, stranamente deciso. «Si tratta solo di una proposta di candidatura fittizia, usata come scusa per ottenere l’udienza a corte e smascherare i crimini di Loghain.»
I due Cousland guardarono straniti prima lui e poi Eamon; questi sospirò, massaggiandosi la fronte con una mano. «Alistair non crede di essere tagliato per fare il re.»
«Ma è un Theirin! Deve salire al trono, è la tradizione!» esclamò Fergus, sbigottito.
«Un cognome e una linea di sangue non bastano a fare di un uomo un re, messere» affermò Melinor.
«Non è il tempo né il luogo adatto per disquisire di questo, ora» li interruppe Arle Eamon. «C’è una questione che necessita d’immediata attenzione. I crimini di Howe nei confronti della vostra famiglia non sono gli unici ad aver macchiato il suo onore» disse ai Cousland. Fece cenno a un inserviente di andare; dopo una manciata di minuti trascorsi in silenzio, l’inserviente fece ritorno. Con lui c’era un’elfa riccamente vestita.
«Questa è Erlina, la dama di compagnia della regina Anora» la presentò Eamon.
«Avete lasciato che la dama di compagnia della figlia di Loghain entrasse in casa vostra? È sicuramente una spia!» si adirò Alistair, alzandosi in piedi di scatto.
«Comprendo la vostra diffidenza, Custode; ma sono qui perché anche la mia signora è stata tradita da suo padre. È in pericolo di vita» parlò l’elfa, con uno spiccato accento orlesiano. Leliana diede un colpetto all’insù con il sopracciglio.
«Non posso credere che Loghain si rivolterebbe persino contro Anora!» esclamò Freya.
«Ha lasciato morire mio nipote Cailan, che per lui era come un figlio… ormai nulla mi sorprende più in questa sua folle corsa al potere» le fece notare Eamon.
«Perché Loghain farebbe una cosa del genere a sua figlia?» chiese Fergus.
«Perché si era fatta sospettosa, messere» gli rispose Erlina. «Il Teyrn si comportava in modo strano da un po', troppi strani eventi si sono susseguiti in questi ultimi mesi… la mia signora ha tentato di parlare con suo padre, gli ha chiesto più volte se aveva tradito suo marito Cailan; ma lui non voleva risponderle, l’allontanava continuamente rifiutandosi di darle risposta. Così è andata da Howe. In fondo lei era pur sempre la regina, e lui solo un Arle; le doveva delle risposte. Ma quando si è presentata alla sua porta, lui l’ha fatta prigioniera. L’ho sentito parlare con il Teyrn: diceva che Anora rappresenta un pericolo, che se dicesse la verità la gente le crederebbe, poiché è molto amata da tutti… ha detto che è più utile da morta! Il Teyrn naturalmente non se l’è sentita di ucciderla subito, ma Howe insiste. Ora vuole ucciderla e imputare la colpa ad Arle Eamon!»
Tutti sussultarono. Sembrava troppo persino per un eroe caduto in disgrazia come Loghain.
«Se Loghain acconsentisse, verreste condannato a morte per alto tradimento alla corona… a quel punto sarebbe impossibile indire l’Incontro dei Popoli» osservò Fergus, rivolgendosi a Eamon.
«Allora dobbiamo agire subito!» esclamò Alistair, allarmato. «Non possiamo rischiare di perdere tutto proprio ora, siamo così vicini a smascherarlo!»
«Dov’è tenuta prigioniera Anora?» chiese Melinor a Erlina.
«Nelle prigioni della tenuta di Howe, qui a Denerim.»
«Potrebbe essere una trappola» s’inserì Leliana, iniziando a scrutare attentamente Erlina. «Potrebbe essere tutto un piano di Anora e Loghain per attirare in trappola i Custodi.»
«Immaginavo che l’avreste sospettato, e per questo vi suggerisco di non mandare i Custodi» replicò decisa Erlina. «Il vostro gruppo è ormai famoso per le vostre imprese, avete soggetti molto abili fra voi. E io stessa verrò con voi, conosco la tenuta e so dov’è tenuta prigioniera la mia signora.»
«Conosco anch’io la tenuta, dunque verrò insieme a voi» si alzò in piedi Leliana. Erlina sollevò un angolo della bocca.
«Volete tenermi d’occhio, vero? Non vi fidate… ma posso capirvi.»
Anche Leliana sorrise. «Sono certa che non potete biasimarmi, Erlina. In fondo voi non siete solo una semplice dama di compagnia, giusto?»
«E voi non siete una semplice aiutante dei Custodi» ribatté l’altra. Nessuno lo disse, ma lo scambio fra le due rese chiaro a tutti che Erlina era in realtà un bardo orlesiano. «Bene, allora chi altro verrà? Suggerisco di portare almeno un mago. Howe ne tiene più di qualcuno nelle segrete, e di sicuro avrà sigillato magicamente le celle.»
«Verrò io» si fece avanti Hawke, ma Merevar la prese per un braccio.
«Cosa? Non se ne parla, tu non vai da nessuna parte senza di me!»
«Lasciami andare, Merevar… me la caverò. Non sarò da sola, avrò due bardi orlesiani con me» ridacchiò per sdrammatizzare.
«Può andarci Morrigan! Perché proprio tu?» esclamò l’elfo.
«Tu sì che sai lusingare una ragazza, elfo dei miei stivali. Vorresti dire che io sono sacrificabile, e la tua amata no?» si stizzì la strega delle Selve, incrociando le braccia. «Te lo puoi scordare. Io non vado da nessuna parte.»
Merevar aprì bocca, ma non ne uscì nulla. Melinor lo fissò con sufficienza, come a dirgli che se l’era andata a cercare.
«Posso andare io» si propose Wynne.
«Senza offesa, signora… ma potremmo dover correre» cercò di sottolineare la sua anzianità Erlina, con quanto più tatto possibile. Wynne s’imbronciò appena, ma non ebbe nulla da ribattere.
Hawke guardò Merevar, che aveva messo un broncio molto peggiore. «Non mi succederà nulla, vedrai» tentò di tranquillizzarlo.
Lui non rispose, e si alzò in piedi. «Se vai tu, vengo anch’io.»
«Non è consigliabile, Custode; se vi catturano…»
«Ci sono sempre Alistair e mia sorella, non sono l’unico Custode rimasto!»
«Ma siete riconoscibile! Ci sono vostri ritratti appesi ovunque, e tutti vi hanno visti oggi mentre venivate qui!» esclamò Erlina. «Dobbiamo restare nell’anonimato, dunque dovrà venire qualcun altro» disse, e studiò gli altri compagni dei Custodi.
«Verrò io.»
Tutti gli occhi si puntarono su Freya mentre si alzava in piedi.
«Sei impazzita?» le disse Fergus, alzandosi a sua volta.
«Voglio esserci, in caso incontrassimo Howe.»
«E cosa vorresti fare? Ucciderlo?» esclamò Fergus. Freya non rispose, e questo gli bastò. «Non puoi farlo, Freya! Così passeresti dalla parte del torto!»
«Non c’è alcun modo in cui potrei passare dalla parte del torto, non dopo ciò che Howe ha fatto!» gridò lei, furiosa.
«Ma Howe ci serve vivo, deve confessare!» ribatté Fergus.
«Certo, come no… credi davvero che lo farà?» ribatté Freya, acida. Fergus non trovò nulla con cui replicare. «Se liberiamo Anora, potrà testimoniare anche lei contro Howe. Non ci serve vivo.»
«Vi ricordo che è pur sempre la figlia di Loghain; non abbiamo la certezza che ci aiuterà, anche se noi aiuteremo lei» s’intromise Alistair.
«A dire il vero credo che lo farà» disse Erlina, convogliando su di sé l’attenzione generale. «In questi mesi i suoi rapporti con il padre si sono logorati. È convinta che lui abbia deliberatamente lasciato morire suo marito Cailan, e non può perdonarglielo; ora che il Teyrn si è dimostrato disposto a rinchiuderla e, forse, ucciderla… non credo avrà problemi a schierarsi con voi. E avrà un interesse personale a smascherare Howe, dopo il trattamento da lui ricevuto.»
Freya guardò Fergus con aria di sfida; lui sospirò, rassegnato. «E va bene. Ma se vai tu, verrò anch’io.»
«Non essere ridicolo, Fergus. Tu sei l’erede di Altura Perenne, non puoi rischiare. Almeno uno di noi deve restare qui, e devi essere tu.»
«Ma non…»
«Vostra sorella ha ragione, Fergus» lo interruppe Eamon. «Io non manderei nessuno dei due, onestamente… ma se lady Freya è così determinata ad andare, non possiamo impedirglielo. Sa il fatto suo. Ma non potete andare entrambi, ha ragione lei.»
Fergus strinse forte le mascelle, sua sorella che lo guardava a metà fra il soddisfatto e l’intenerito.
«Andrà tutto bene, Fergus.»
«Cerca solo di non fare mosse avventate» le scoccò un’occhiata d’avvertimento lui; lei non replicò in alcun modo, e ciò lo fece preoccupare.
«Bene, se abbiamo deciso direi di andare stanotte stessa» propose Erlina. «La mia signora corre un grave pericolo, non voglio tardare oltre.»
«Sono d’accordo. Abbiamo tutta la giornata per prepararci e stabilire il piano» ribatté Leliana. Le due si guardarono e annuirono; non sarebbe stata una passeggiata.
 
 
Un rantolo nella notte; un uomo cadde, colpito al collo dalla freccetta avvelenata di Leliana.
«Un veleno soporifero davvero interessante» bisbigliò Erlina con ammirazione.
«Una ricetta della mia mentore» si limitò a dire Leliana con noncuranza. «Potrebbe abbattere all’istante anche un elefante.»
Rubarono all’uomo il chiavistello, e aprirono il cancelletto di servizio usato dai domestici della tenuta; in pochi secondi si ritrovarono in giardino.
«Presto, la sentinella potrebbe passare a momenti» le incitò Erlina; ammantate di nero, corsero attraverso il giardino nella notte. Aprirono la chiave delle cucine con la chiave rubata; come previsto, a quell’ora era tutto deserto. Si mossero leggere e silenziose come ombre: dalla cucina imboccarono una serie di corridoi, passando davanti agli alloggi delle guardie. Qualche risata giunse alle loro orecchie, qualche soldato che ancora non dormiva e parlottava con i suoi compagni.
Si trovarono ben presto davanti alla porta che conduceva ai sotterranei.
«La regina è laggiù» bisbigliò Erlina. «Finora abbiamo avuto fortuna, ma nei sotterranei la sorveglianza sarà molto stretta. Non c’è possibilità di passare inosservate.»
«Cercheremo di fare meno chiasso possibile» disse Leliana, preparando una freccia avvelenata.
«Mi sono fatta insegnare qualche incantesimo da Morrigan per l’occasione; una bella serie di malocchi e maledizioni… la magia elementale non è la più adatta, se si deve essere silenziosi» aggiunse Hawke.
«Bene; ma cerca di usare meno magia possibile. Se ci sono maghi nei paraggi ti percepiranno. Cerca di coprirci le spalle e limitare i tuoi interventi, se possibile» le suggerì Leliana.
«Voi andate da Anora. Io ho altri piani» annunciò Freya, che era rimasta in perfetto silenzio fino a quel momento.
Hawke fece un sorrisetto. «Volevate uccidere Howe fin dall’inizio, non è vero?»
Né Erlina né Leliana parvero sorprese; quando comprese che nessuna di loro l’avrebbe fermata, Freya sorrise maliziosa a sua volta. «Mi dispiace per Fergus, ma è quello che Howe si merita.»
«Conoscete la strada?» chiese soltanto Erlina; Freya annuì. Era stata lì parecchie volte come ospite, quand’era in visita a Denerim con la famiglia.
«Fate attenzione, milady» le raccomandò Leliana.
«Anche voi» ricambiò Freya; dette quelle parole, scivolò nel corridoio che faceva angolo e scomparve.
 
 
Una volta nelle segrete, le tre iniziarono a mietere vittime con più facilità di quanto si sarebbero aspettate: i soldati di guardia non si aspettavano un attacco, e vennero colte totalmente alla sprovvista. Le tre cercarono di colpire a distanza le sentinelle poste all’esterno delle varie stanze, andando dritte per la loro strada senza aprire le porte che non erano di loro interesse.
Solo davanti alla camera delle torture Leliana si fermò.
«Cosa fai? Proseguiamo!» la incitò Erlina in un sussurro.
«Potrebbe esserci qualcuno legato là dentro» mormorò Leliana, lo sguardo incollato sulla porta.
«Non ha importanza, ora!»
«Ne ha, invece» la guardò con decisione Leliana. «Quando c’ero io legata là dentro, avrei tanto voluto che qualcuno entrasse per salvarmi.»
Erlina restò lì per lì sorpresa, quel tanto che bastò a Leliana per entrare nella stanza, individuare i tre torturatori e piantare le sue frecce avvelenate nei loro colli. Caddero a terra senza fiatare.
«Chi… chi c’è?» mormorò una voce. «Aiutatemi, vi prego!»
Entrarono, richiudendosi la porta alle spalle per non destare sospetti; Leliana si avvicinò al tavolo delle torture. Un giovane ragazzo era legato a pancia in su, il corpo ricoperto di tagli e contusioni: era stato picchiato e torturato. Leliana si affrettò a liberarlo.
«Finalmente» quasi pianse di gioia il ragazzo. «Perché mio padre ci ha messo tanto?»
«Vostro padre?» chiese Leliana.
«Sì, Bann Sighard… non è stato lui a mandarvi?»
«Bann Sighard è a capo del territorio di picco del Drago» si avvicinò Erlina. «Voi siete suo figlio? Perché siete qui?»
«Ero a Ostagar. So come sono andate le cose, e Howe mi ha imprigionato qui per evitare che parlassi e dicessi a tutti la verità… ma voi chi siete?»
«Siamo qui per salvare la regina Anora. Anche lei è prigioniera qui.»
«La regina Anora? Ma è… oltraggioso!» esclamò il ragazzo.
«Concordo» annuì Leliana. «Dunque, se noi vi portiamo in salvo… voi riferirete tutto a vostro padre? La sua voce ci sarebbe molto utile in occasione dell’Incontro dei Popoli.»
«Allora avevo sentito bene, c’è davvero un Incontro dei Popoli… Howe ne parlava qui fuori in corridoio, qualche giorno fa» ricordò il ragazzo. «Sì, certo che dirò a mio padre la verità. Il trattamento che ho subito è indegno, e Howe merita una condanna!»
«Bene. Non potete venire con voi, malridotto come siete… ma torneremo a prendervi una volta trovata la regina» gli disse Leliana. Allo sguardo preoccupato di lui, gli sorrise. «Non temete, torneremo. Voi restate nascosto qui, mi raccomando. Uscite solo quando sentirete le nostre voci.»
Il ragazzo annuì; si mise al sicuro in un armadio e sbirciò dalla fessura dell’anta mentre le tre uscivano.
 
 
Ai piani superiori, una figura avanzava furtiva. Freya si era fatta dare un po' del veleno di Leliana e alcune frecce, e abbatteva le poche guardie stanziate lungo i corridoi riservati alla famiglia dell’Arle di Denerim. La ragazza muoveva i suoi passi sicura, senza esitazione, puntando dritta verso la camera dell’arle; quando vi si trovò davanti, esitò alcuni secondi: non poteva credere che fosse stato tanto facile. Si guardò attorno, ma non vide nessuno; allora si fece coraggio, afferrò il pomello dorato ed entrò.
Ciò che provò nel vedere Howe sotto le coperte, nell’udire il rumore del suo russare, nel sapere che erano soli, lui e lei, nella stessa stanza… le diede al tempo stesso una scarica d’adrenalina e le fece provare un gelido vuoto dentro. Si avvicinò silenziosamente al letto, e rimase a guardare l’uomo che dormiva: credette che non potesse esistere un disprezzo più profondo di quello che provava per lui. Il solo posare le iridi su quella sua faccia appuntita e boccheggiante le dava il voltastomaco. Sfilò un fazzoletto dalla tasca e ci vuotò sopra un po' del veleno datole da Leliana: con un gesto fulmineo, spinse Howe contro al materasso con la mano sinistra mentre la destra andava a pressare il fazzoletto contro naso e bocca. L’uomo si svegliò di soprassalto, agitandosi inutilmente sotto la salda presa di lei: i piccoli occhi malvagi di Howe strabuzzarono nel riconoscere Freya, ma subito dopo rotearono all’indietro mentre sveniva, vittima del veleno soporifero. La ragazza fece appena in tempo a sorridere; poi sentì una punta affilata premere contro il corsetto della sua armatura di pelle.
«Non ti muovere, se tieni alla tua vita.»
Freya sobbalzò nel riconoscere la voce della donna alle sue spalle; rimase immobile, girando appena la testa. «Ser Cauthrien?»
La donna sussultò, riconoscendo a sua volta una voce amica. «Lady Freya?»
Sentendo la punta della spada allontanarsi dalla sua schiena, Freya si voltò lentamente; abbassò il cappuccio per farsi vedere meglio. La donna di fronte a lei rimase a bocca aperta: ser Cauthrien, comandante della guardia personale di Loghain. Originaria di Altura Perenne, aveva deciso d’imbracciare le armi dopo un incontro casuale con Teyrn Loghain; lo stesso Bryce Cousland, padre di Freya e Fergus, l’aveva addestrata, e non di rado lei e Fergus avevano tirato di spada insieme sotto gli occhi ammaliati della piccola Freya. Terminato il suo addestramento, Bryce era stato fiero di cederla al corpo di guardia di Loghain come una dei migliori soldati mai addestrati ad Altura Perenne; nel tempo, Cauthrien era riuscita a guadagnarsi la fiducia di loghain al punto da diventare il suo braccio destro.
«Voi… voi dovreste essere morta» mormorò Cauthrien.
«Sì, me lo dicono spesso ultimamente» quasi rise Freya, prima di tornare seria. «Tutto ciò che vi hanno detto sulla mia famiglia è falso, ser Cauthrien. Howe ci ha traditi: ha lasciato che Fergus partisse con la sua guarnigione e poi ha attaccato Altura Perenne. Ha ucciso i miei genitori, mia cognata e mio nipote… e avrebbe ucciso anche me, se non fossi scappata in tempo. Anche Fergus è sopravvissuto.»
«Ma è assurdo… gli Howe e i Cousland…»
«Sono amici da generazioni, sì» l’interruppe Freya. «A quanto pare abbiamo preso una gran cantonata. Howe ci ha traditi, e… » esitò. «E anche Loghain.»
L’espressione di Cauthrien s’indurì. «Sono certa che il mio signore non abbia nulla a che vedere con quanto è successo ad Altura Perenne.»
«Forse non ha dato lui l’ordine, ma credi davvero che non lo sappia?» la pungolò Freya. «Non capisci? Sono complici! Loghain l’ha perfino nominato Arle di Denerim!» esclamò con rabbia. «Perché credi che ti abbia assegnata qui, quando servi lui e non Howe?»
«Howe era preoccupato, la situazione a Denerim è stata caotica ultimamente, e…»
«Ti ha assegnata a questa postazione perché Anora è tenuta prigioniera qui!» troncò sul nascere qualunque storiella Cauthrien le stesse per dire. Cauthrien la guardò spaesata, ma lei non si fermò. «Sapeva che i Custodi Grigi sarebbero arrivati per sventare i suoi piani ancora una volta, e ti voleva qui, pronta a catturarli!»
Lo sguardo di Cauthrien si fece ancora più duro. «Sì, ci aspettavamo un’incursione dei Custodi ai danni dell’Arle. Ma invece dei Custodi ho trovato voi» disse, incrociando le braccia con fare inquisitore. «Siete complice dei Custodi, lady Freya?»
«Sì, perché anche loro sono stati traditi da Loghain. Tutto il Ferelden è stato tradito da Loghain! Tu eri là, Cauthrien, come mio fratello… mi ha detto com’è andata a Ostagar. Se aveste attaccato quando è stato acceso il fuoco di segnalazione…»
«Il mio signore ha fatto la cosa più giusta! Non avremmo mai potuto vincere quella battaglia!»
«Ma avreste potuto salvare molti più soldati! Avreste potuto salvare re Cailan!» sbottò Freya. Camminò in avanti, fino a portarsi a pochi passi da Cauthrien. «So che sei molto leale a Loghain, Cauthrien… e so anche che quella che provi nei suoi confronti non è più solo lealtà e ammirazione, dopo tutti questi anni.»
«Non vi facevo incline ai pettegolezzi da sala da tè» quasi s’offese l’altra.
«Non lo sono, infatti. Ma riconosco una donna innamorata, se ne vedo una» disse con più dolcezza, mentre Cauthrien distoglieva lo sguardo con una punta d’imbarazzo. «Capisco come ti senti, ma so che sei una donna intelligente… sono certa che hai notato il cambiamento dell’uomo che ami, non puoi fingere che non sia così. Menti a me se vuoi, ma non mentire a te stessa per evitare di vedere la verità.»
Ser Cauthrien non rispose, ma Freya vide le sue labbra serrarsi appena una contro l’altra.
«I soldati di Altura Perenne giurano di servire sempre e prima di tutto la giustizia. Se ancora credi negli insegnamenti di mio padre, lo stesso uomo ucciso vilmente nel sonno da questo verme» indicò Howe con un gesto rabbioso, «allora lascia che i Custodi affrontino Loghain civilmente, all’Incontro dei Popoli. Se pensi che io stia mentendo, allora uccidimi subito; ma se in fondo al tuo cuore senti che c’è del vero in ciò che dico, allora lasciami andare. Lasceremo che sia l’Incontro dei Popoli a giudicare.»
Le due rimasero a osservarsi in silenzio: Freya vide la paura nascosta dietro le iridi brune di ser Cauthrien, ma vide anche la stessa donna forte che aveva tanto ammirato da bambina.
«D’accordo, lady Cousland. Siete figlia del vostro onorevole padre, a cui devo molto; pertanto vi lascerò andare». Fece per voltarsi, ma poi si fermò. «Non eravate qui per vendicarvi? Che volete fare con lui?»
Freya si voltò verso Howe. «Volevo ucciderlo, ma ho cambiato idea. Preferisco vederlo strisciare davanti a tutti come il verme che è all’Incontro dei Popoli.»
«Ma vi ha vista…»
«Meglio» sorrise Freya, quasi con malignità. «Sapendo ciò che lo aspetta, avrà tutto il tempo di rodersi il fegato nell’attesa.»
 
 
Ser Cauthrien condusse Freya fino ai sotterranei, dove trovarono la scia di vittime lasciate dalle tre intruse.
«Avevo sentito che il gruppo dei Custodi è variegato e formidabile… sembra che le voci siano vere» commentò Cauthrien, alzando un sopracciglio per il disappunto. «Vi lascio qui, lady Cousland. Da qui in avanti dovrete cavarvela da sola, ma credo non sarà un problema.»
«Non volete vedere la regina Anora con i vostri occhi?»
«No… meno ne so di questa storia, meglio è» sospirò. Nel guardare Freya era amareggiata, probabilmente a causa del sospetto che si faceva sempre più forte in lei; ma mantenne la sua compostezza. «Non posso aiutarvi a uscire da qui, ma posso fare in modo che i miei uomini perlustrino i piani superiori alla ricerca del furfante che ha attaccato Howe.»
Freya le sorrise. «Grazie, ser Cauthrien.»
La donna rispose solo con un piccolo inchino del capo; si voltò e mosse qualche passo, ma poi si fermò. «Se… se ciò che dite è vero…» voltò la testa di profilo, la tristezza che sembrava aver ormai vinto sulla sua forza di volontà; «se è tutto vero, sareste disposta a riaccogliermi ad Altura Perenne, quando sarà tutto finito?»
Freya le rivolse un sorriso triste; ciò che Cauthrien stava facendo le stava costando molto, e Freya lo capiva bene. «Naturalmente. Sarebbe un onore.»
Ser Cauthrien annuì; si voltò per l’ultima volta, e sparì lungo il corridoio mentre Freya entrava nelle segrete.
Non fece molta strada prima d’incontrare un numeroso gruppetto di persone malconce.
«Ma che… chi sono tutte queste persone?» esclamò guardando Leliana.
«Testimoni utili, e prigionieri innocenti. Non potevamo lasciarli qui» sorrise ammiccante Leliana.
C’erano un elfo, un uomo ben piazzato, un ragazzo di sua conoscenza, e un uomo delirante che Freya riconobbe a stento.
«Lady Freya… allora è vero, siete viva!»
La ben nota voce catturò all’istante l’attenzione di Freya: subito s’inchinò. «Regina Anora. Sono lieta di vedervi sana e salva.»
«Avete… concluso con Howe?» le chiese Erlina.
«No… ho cambiato idea.»
«E cos’avete fatto di sopra tutto questo tempo?» si stupì l’elfa.
«Ho procurato per tutti noi una via di fuga sicura» si limitò a dire la nobile. «Andiamo, forza!» incitò tutti quanti.
Impegnate a cercare un’ombra nascosta ai piani superiori, le guardie non si avvidero del gruppetto che scappava dall’uscita di servizio nel giardino posteriore della tenuta, scivolando via fra i vicoli di Denerim.
 
 


NOTE AUTRICE
 
Rieccomi con l’aggiornamento! Ancora una volta mi sono distaccata dalla trama originale e ho fatto di testa mia, spero sia stata cosa gradita. :)
Ho sempre creduto che Erlina avesse una storia che non è mai stata detta, dunque… ecco qua la mia versione! E un’altra cosa che ho sempre ritenuto plausibile era anche la ship Cauthrien-Loghain, inserita in questo capitolo. E per finire, un piccolo background inventato: non sappiamo di dove sia Cauthrien, ma volevo creare una connessione con Freya dunque… eccola, una Cauthrien di Altura Perenne! (E così abbiamo evitato quel tedioso scontro con lei alla fine della missione :P ).
Ne approfitto per augurare a tutti voi Buon Natale, e grazie di essere arrivati fin qui nella storia. La fine si avvicina, ma arriverà ormai nel 2019. Se volete farmi un bel regalo di Natale, lasciatemi il vostro parere! ;)
Buone feste a tutti!
   
 
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