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Autore: KiaraGhost    21/12/2018    1 recensioni
Chiudo gli occhi.
Le mie dita si muovono.
Rigide.
Dure.
A volte mi fanno male.
Altre volte ancora, sembra stiano quasi per spezzarsi.
L'energia inizia a fluire, prendendo un colore grigiastro.
Posso plasmarla a mio piacimento.
Potrei spaccare il globo in due, se solo volessi.
Respiro.
Espiro.
Tutto quello che voglio è un mondo senza più notti oscure.
Quando la libero segue i disegni della mia mente.
Muovo le mani per guidarla, per darle una forma.
Diventa quello che voglio.
Può essere forte e impetuosa come il mare in tempesta
Può essere calma e fresca come una brezza primaverile.
Sempre bella, argentea e forte.
Come sono io.
Mi chiamo Kristine, ma molti mi conoscono come Silver Witch.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Ero nuovamente davanti alla porta dell'aula 1A, ovviamente i ragazzi ancora non erano arrivati, poiché era troppo presto per l'orario della lezione. 
Il Sensei era, come al suo solito, seduto a terra a riposare; decisi di mettermi vicino a lui, ma senza disturbarlo.
-Come sta, Sensei?-
-Bene. Tu?-
-Benissimo.-
-Sei pronta per gli allenamenti di oggi, dopo la scuola?- continuava a tenere gli occhi chiusi.
-Ho letto il programma e sì, sono carica! Dopo ieri sera niente può abbattermi!-
-Perfetto.-
Sospirai e mi rialzai: -Se permette Sensei, andrei a fare colazione in caffetteria prima dell'inizio della lezione.-
-Vai, ci vediamo più tardi.-
Uscita dalla classe presi il telefono in mano e cercai nella rubrica il numero di Toshinori.
"Che faccio? Lo chiamo? Non vorrei che si mettesse in testa idee strane, però mi piace la sua compagnia."
Rimasi qualche secondo a fissare lo schermo, alla fine decisi di chiamarlo; il telefono squillò a vuoto più e più volte, stranamente non era disponibile.
Con un po' di delusione mi diressi da sola verso la caffetteria, ma lì con mia gran sorpresa, trovai l'insegnante d'inglese: Present Mic.
Mi accorsi della sua presenza quando, in fila per ordinare la colazione,  qualcuno mi urlò nell'orecchio un saluto all'americana.
-Hey Kristine! How are you?-
Mi girai di scatto, più perché mi aveva spaventata a morte che per vedere realmente chi fosse la persona in questione.
-Ehilà Sensei, quanto tempo! Io sto bene e lei?-
-Everything is alright! Scusa se ti ho spaventata!-
-Non si preoccupi. Diciamo che ci ho fatto l'abitudine.- sorrisi e avanzai nella coda, a breve sarebbe stato il mio turno.
-Che dici, dear, ci facciamo questa colazione together?-
-Ma certo! - in realtà non avevo proprio voglia di stare con lui, ma era meglio che mangiare da sola.
-Perfect! So che hai tante cose da raccontare.  Dopo la scuola hai vissuto tante avventure?-
-Non troppe, in realtà, ma gliene parlerò davanti ad una bella tazza fumante.- 
Il mio turno finalmente arrivò, così ordinai un cappuccino con panna e una fetta di torta al cioccolato; lui, invece, prese un caffè e dei semplici biscotti.
"Sono sempre la solita grassona."
Ci sedemmo ad un piccolo tavolo, abbastanza lontano dagli sguardi degli studenti, e iniziammo a conversare: gli raccontai di come Aizawa si fosse preso la responsabilità di aiutarmi e allenarmi, del criminale che finalmente ero riuscita a catturare e della nuova amicizia con Toshinori. A quest'ultima notizia, quasi scoppiò a ridere, ma non mi volle rivelare il perché.
Finimmo tranquillamente la colazione, ero ancora in tempo per arrivare in classe prima degli studenti, così mi congedai e tornai da Aizawa, che stava nella stessa posizione di quando avevo lasciato l'aula.
Aspettai vicino a lui, controllando le notifiche sui social e chattando con qualche amico,fino a quando i ragazzi non iniziarono ad entrare e la lezione cominciò.
Quello che mi aveva annunciato la sera precedente era vero: aveva un compito speciale per loro, che erano tutti eccitati all'idea di provare qualcosa di nuovo.
Poco dopo uscimmo dalla scuola per prendere un pullman che ci avrebbe portati fino al USJ, dove gli alunni dovevano mettere alla prova le loro doti di salvataggio.
Ovviamente presi posto vicino a lui, sul veicolo: cercai di iniziare una conversazione, con i ragazzi che litigavano come sottofondo.
-Chissà come fai a sopportare tutto questo.-
Lui, con gli occhi chiusi, scrollò le spalle:
-Ormai sono abituato. Gli anni portano esperienza anche nell'insegnamento, sai?- 
-Per una persona che ama la calma come te...-
-La calma si può trovare anche in altri modi, dovresti saperlo.- aprì gli occhi stanchi e li puntò nei miei.
Io mi limitai ad annuire, per poi fargli un sorriso che ricambiò alzando un angolo della bocca.
Arrivammo in pochi minuti al USJ e raggiungemmo Tredici all'interno dell'edificio.
Alcuni alunni erano totalmente assorti dalle sue spiegazioni, altri erano contenti di vederlo dal vivo. Con la sua tenera voce continuò a spiegare cosa fosse quel luogo e in cosa consistesse il loro compito odierno. Finite le spiegazioni si rivolse a me:
-sei davvero molto spesso con noi Kristine! Che piacere vederti ancora.-
-È un piacere anche per me, Sensei Tredici, come sempre.- gli feci un gran sorriso e lui lo ricambiò con una pacca sulla schiena.
Facendomi allontanare dagli alunni mi domandò, cercando di non farsi sentire da Aizawa:- Allora, come vanno gli allenamenti? Il Sensei è troppo duro con te?-
-Beh, diciamo che mi ha dato un programma specifico, abbastanza difficile, ma infondo so che lui sa perfettamente cosa fare.-
-Certo! Fai bene a fidarti Kristine e sappi che io faccio il tifo per te!- alzò il pollice in segno di sostegno e, prima che potessi rispondergli, le luci dell'enorme costruzione iniziarono a lampeggiare per poi spegnersi di botto. Ci furono anche malfunzionamenti vari, sparsi in ogni zona.
I miei occhi girarono per tutto l'edificio e, infondo al grande stadio, riuscii a intravedere delle figure scure. Subito mi voltai in direzione del Sensei, che già era pronto a difendere la sua classe, e lo stesso fece Tredici:
-Aizawa Senpai, chi sono quelli?- domandò, visibilmente preoccupato.
Non riuscivo a smettere di far saltare il mio sguardo dall'uno all'altro, fino a quando Aizawa rispose.
-Sono dei supercattivi. Gli stronzi responsabili di ciò che è successo ieri alla barriera- si voltò poi verso i ragazzi, che stavano per avanzare, forse con l'intento di combattere -Fermi! Rimanete con Tredici!- 
Dopo quelle parole si mise gli occhiali che lo aiutavano con la sua unicità. Io mi avvicinai di fretta, prima che potesse partire verso quella mandria inferocita.
-Vengo con lei.- 
Lui annuì e si rivolse nuovamente all'altro Sensei, dicendogli di difendere gli studenti, poi si buttò verso quell'ondata di persone che si avvicinavano sempre più velocemente.
Sentii le voci di molti degli alunni provenire da dietro di me, mentre lo seguivo: si preoccupavano per lui, alcuni dicendo che con la sua unicità sarebbe stato difficile affrontare quei criminali. 
Forse non lo conoscevano a fondo.
Lo raggiunsi in mezzo a quell'orda e iniziai a muovere le dita facendo fluire l'energia intorno a noi.
-Cerca di controllarti.- disse lui avvinghiando alcuni di loro tra le bende e facendoli scontrare.
-Non si preoccupi Sensei. Non mi lascerò trasportare dalle emozioni, questa volta.-
Misi fuori combattimento molti di loro, riuscendo a tenere perfettamente sotto controllo il mio potere; sapendo che quei ragazzi erano in pericolo mi concentrai al meglio, per evitare di ripetere stupidi errori.
Osservai i movimenti del Sensei, mentre combatteva: usava una tecnica ai miei occhi perfetta, sferrando calci e pugni in un tempismo eccellente, tanto che mi domandai se anche io sarei diventata così, un giorno.
Continuammo a combattere e notammo che, uno dei criminali più pericolosi, si spostò vicino ai ragazzi. Subito Aizawa si girò in quella direzione e io feci per rassicurarlo:
-Non si preoccupi Sensei, c'è Tredici con loro!-
Tolsi anche di mezzo un tipo che lo stava per attaccare alle spalle.
-Non può essermi scappato uno dei più importanti.- tornò poi a rivolgersi a me -Tu continua con loro, io vado dai pezzi grossi.-
-Sensei, potrebbe essere pericoloso, quelli sembrano davvero forti!-
Si preparò per saltare: -lo so, ma non posso permettere che vi facciano del male.-
-Mi lasci venire con lei, potrei aiutarla!-
Scaraventai un altro uomo a terra, facendogli perdere conoscenza.
-Ti ho detto di no! Continua con loro.-
Bisbigliò altre parole prima di dirigersi verso quelli che sembravano essere gli artefici di quel casino: riuscii a malapena a capirle, ma comunque ne rimasi spiazzata completamente.
Lo osservai mentre si allontanava e ripresi a combattere una volta assicuratami che stesse bene.
"Menomale" 
Feci sbattere alcuni contro altri, li buttai nell'acqua o li feci volare per poi farli ricadere a terra, rompendogli inevitabilmente qualche osso.
I minuti scorrevano talmente lenti da sembrare ore, io iniziavo a stancarmi e loro erano una massa infinita che non aveva una presunta fine: sparsi ovunque per l'edificio ne riempivano ogni zona.
-Ma quanti siete?- Parlai a voce alta senza accorgermene e uno di loro mi rispose:
-siamo tanti e tutti qui per All Might!- 
-Allora mi dispiace per voi, vi è andata male a quanto pare.-
Detta quella frase mi fermai un attimo: ero circondata, ma avevo alte chance di vittoria per lo più perché sembravano tutti essere dei mentecatti, tranne quello che aveva parlato, che continuò a punzecchiarmi:
-anche al tuo amico che cancella le unicità è andata male- rise di gusto, quel verme, prima che potessi gettarlo dall'altra parte dello stadio. Appena i suoi tirapiedi videro la scena si ritirarono chiedendo pietà. Ma in quel momento di loro non m'importava nulla.
Salii sulla sporgenza più alta che c'era e cercai di guardare in direzione dei criminali più potenti: lì lo vidi. C'era un mostro che gli stava sopra; infierendo sulle sue ferite gli ruppe entrambe le braccia e lo fece sanguinare copiosamente da ogni parte visibile, principalmente dalla testa. Le ginocchia non mi ressero più quando lui, con le sue ultime forze, annullò l'unicità del maniaco che stava per toccare una sua alunna.
"Non è possibile. Sarei dovuta andare con lui, avrei potuto aiutarlo. Non può finire così. Lui non può essere sconfitto, è il mio Sensei, in più non gli ho mai detto..."
Il mio corpo non riusciva più a muoversi, ero troppo stanca e piena di ferite anche solamente per continuare a pensare, così mi limitai a rimanere in ginocchio ed osservare la scena da lontano, piangendo come una stupida bambina.
Quando finalmente sentii delle parole pronunciate da una voce forte, una voce che tutti conoscevano.
Era All might.
Era venuto a salvarci.

  
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