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Autore: ballerina 89    22/12/2018    2 recensioni
Cosa succede quando il periodo peggiore di tutta la tua vita coincide con quello che dovrebbe essere in assoluto il più bello dell'anno? Pensiamo sempre al Natale come un periodo pieno di felicità e amore... ma se cosi non fosse?
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornarono a casa il mattino seguente e mentre sistemavano in camera tutte le valige che Emma aveva portato con se, neanche fosse un trasloco, Killian decise di parlarle di una cosa altrettanto importante rispetto a quella di cui avevano discusso la sera precedente. 
- Tutta questa roba a cosa pensi ti sarebbe servita? - le disse scherzando mentre le dava una mano a riordinare. Voleva rompere il ghiaccio e questo gli sembrò il metodo migliore. 
- Sono una donna Killian, anche se so che la metà delle cose rimarrà in valigia non posso far a meno di portarle con me.
- Non sei donna, sei psicopatica! - la istigò lanciandole addosso uno dei suoi vestiti. 
- Eiiii psicopatica a chi è! - di tutta risposta, ma sempre in maniera giocosa, Emma utilizzò la magia materializzandolo direttamente sul letto dove lo raggiunse pochi secondi dopo andandosi a sedere a cavalcioni su di lui. - Stavi dicendo... - lo provocò iniziando una lunga serie di baci sul suo collo cosa che sapeva benissimo che lo faceva impazzire. 
- Ti conviene scendere da me e da questo letto se la tua intenzione è quella di andare a salutare Henry come mi hai detto poco fa. - rispose a tono. 
- Come siamo sensibili... - lo prese in giro per poi obbedire e tornare ad occuparsi del suo armadio. 
- Senti... a proposito di andare a trovare Henry... si beh vedi devi sapere una cosa che è successa in questi giorni mentre eri via. 
- È successo qualcosa a Henryyyyy????? - chiese allarmata 
- No certo che no, ma ti pare che non ti avrei avvisato? Comunque no, non centra nulla Henry bensì i tuoi genitori. Ti ho già detto che ho parlato con David, ma nonostante io non abbia spiegato lui i veri motivi della tua decisione, loro: tua madre, tuo padre e Regina sono molto preoccupati per te... per noi... non lo sanno nenache loro per cosa sono preoccupati, ma lo sono. Hanno azzardato varie cose tra cui il fatto che fossimo in bancarotta. Ho ritrattato il tutto ma hanno continuato a fare ipotesi tra cui quella se avessi problemi di salute - all'ultima parola sussultò, cosa che non sfuggi a Killian - Ei... è tutto ok, te l'ho già detto: non ho detto loro nulla, ma adesso che sei qui e che abbiamo trovato finalmente una ragione per ricominciare a vivere serenamente, direi che sia arrivato il momento di rendere partecipe di questa cosa la nostra famiglia. 
- Quindi dichiariamo la sconfitta! - per quanto potesse essere felice per la decisione presa la sera precedente, Killian riuscì comunque a vedere del dolore negli occhi di sua moglie. Ci sarebbe voluto del tempo per accettarlo completamente ma parlarne con l'intera famiglia sarebbe stato il primo passo verso l'accettazione.
- Te lo ripeto, non stiamo smettendo di provarci, continueremo nonostante l'adozione ad aver un figlio, mi sono sempre piaciute le famiglie numerose - le fece l'occhiolino - Ma se bisogna informarli della nostra decisione dovranno comunque sapere cosa ci ha spinti a farlo non trovi? E poi tesoro sono la nostra famiglia, meritano di sapere. Non sei stufa di mentire?
- Li conosco Killian, gli farò pena! Non voglio far pena a nessuno!
- Io penso che tu esageri. Saranno dispiaciuti per quello che ci è successo ma saranno felicissimi nel sapere che presto avranno un nipotino. Regina poi sarà quella che più riuscita a capirti visto che.... beh conosci la sua storia. Chissà magari parlarne in privato con lei potrebbe anche aiutarti a vedere la cosa sotto un altro punto di vista. Che ne pensi? 
- Non lo so.... non so che fare.
- Prima o poi dovremmo dirglielo non trovi? Non possiamo mica presentarci a casa con un membro in più così su due piedi. Meglio spiegare le cose adesso che dover subire un'interrogatorio più in là.
- D'accordo, ma non voglio farlo da sola.
- Non sarai mai sola, mettitelo bene in testa. Non ti libererai mai di me amore mio! mai mai mai! - la baciò
- Promettimelo!
- Te l'ho già promesso su un altare davanti ad un centinaio di persone, ma se vuoi te lo ripeterò anche adesso Swan: prometto di esserti accanto sempre, fino alla fine dei nostri giorni e oltre. contenta adesso?
- Sono più che contenta, ora sono pronta a scalare anche l'everest. 
***
Era giusto così... dovevano sapere anche loro, non potevano continuare a far finta che tutto fosse come sempre quando questo non era vero. Tra qualche mese o qualche anno molto probabilmente ci sarebbe stato un nuovo arrivo in famiglia e ed era giusto annunciarlo a tutti in maniera anticipata. Si diedero appuntamento nel loro solito ritrovo: da Granny. C'erano tutti: Emma, Killian, Henry, Regina, Snow e David. Mancava solo il piccolo Neal ma per quell'annuncio non era indispensabile la sua presenza. 
- Se siete qui tutti insieme e con quelle faccie appese significa che qualcosa di grave sta accadendo qui a Storybrooke. Dobbiamo preoccuparci?- disse la cara e dolce nonnina allarmata da qui musi lunghi.
- Tranquilla Granny non c'è nessuna emergenza cittadina - la tranquillizzò David - Siamo qui giusto per fare due chiacchiere in famiglia. 
- Mmmh.... e deduco sia meglio farvi ordinare adesso per addolcirvi qualsiasi cosa dobbiate dirvi con quelle facce. - scherzò ma Emma non la prese tanto sullo scherzo.
- Ti dispiacerebbe andarti a fare un giro? Non so se lo hai notato ma siamo molto occupati. - rimasero tutti a fissarla, non era di certo da lei rispondere così duramente.
- Granny scusala ma ha fatto le ore piccole ed è nervosa. Ordiniamo ok? - ognuno prese il suo ordine, mancava solamente Emma all'appello.
- E tu tesoro? La solita cioccolata calda? - le chiese gentilmente Snow
- No grazie, sto bene così!
- Qualcosa dovrai pur mangiare non credi?
- Perché potrei morire di fame altrimenti? - doveva decisamente darsi una calmata lo capì anche lei stessa - Non sono in vena di zuccheri oggi, sto bene così! - Granny tolse il disturbo per poi tornare poco dopo con le loro ordinazioni. Sistemo tutto sulla tavola dopodiché si volatilizzò prima di essere nuovamente presa a male parole. 
- Allora ragazzi: È ora di svegliarci questo grande mistero non trovate? Si può sapere che vi è preso? Tu scappi dalla città, lui che tenta inutilmente di tornare quello di prima: cosa vi ha portati a questo punto è? - fu David il primo ad affrontare l'argomento visto che tutti gli altri non si decidevano a parlare. - A noi potete dire tutto, siamo qui per aiutarvi e supportarvi in ogni caso.
- Beh si avete ragione, non ci siamo comportati esattamente nel migliore dei modi ma abbiamo passato davvero un brutto periodo dovete crederci. In pratica è successa una cosa che non ci aspettavamo minimamente che ci ha completamente cambiato la vita. È stata una vera doccia fredda, non sapevano come gestirla e ingenuamente siamo fuggiti... entrambi. - provò a spiegare Killian - lei in un modo, io in un altro. Ma poi grazie a te David ho capito che tutto nella vita può essere risolto e che basta solamente guardare il modo da un'altra prospettiva. Oggi siamo pronti a voltare pagina e a condividere questo segreto con voi. Se non lo facessimo lo verreste comunque a sapere nel giro di poco e non ci va. Vogliamo essere noi ad avvisarvi di quello che sta succedendo. 
- Ho capito tutto! Il nervosismo,il poco appetito, la notizia che tra poco si verrebbe a sapere comunque... ODDIO DAVID HAI CAPITO? STIAMO PER DIVENTARE NONNIIIIIIIIIIIIIIIII! - se non ci fosse stato il muro dietro la sedia di Emma molto probabilmente sarebbe caduta a terra alla sola esclamazione. Snow si era praticamente alzata in piedi e con le mani cercava di sventolarsi per prendere aria tanto era l'emozione. David al contrario era rimasto con la bocca aperta ma non si capiva se per la felicità o per il fatto che il suo adorato genero avesse messo le sue sporche mani su sua figlia. 
- Snow modera il tuo entusiasmo ok? Noi non... - provò inutilmente Killian cercando di salvare il salvabile.
- Che c'è? È una notizia meraviglia, bisogna festeggia.... - Emma si alzò da tavola e corse fuori dal locale, non poteva restare in compagnia di sua madre un secondo di più. Vederla gioire così per una cosa che non sarebbe mai accaduta la fece sentire nuovamente una nullità.
- Che... che succede si può sapere? Perché è fuggita così Killian? - domando Snow sconcertata dalla reazione di sua figlia.
- Forse perché sei stata un tantino poco delicata?
- Non ho detto nulla di male ho solo espresso gioia per.... AH! Forse ho capito.... non era in programma questo bambino vero? Non lo vuole ho indovinato? Killian tranquillo non rimanerci male, magari adesso non lo accetta ma vedrai che con il tempo... 
- SNOW TACI PER FAVORE! - la rimproverò aspramente tanto da lasciarla senza parole - Gradirei, e lo dico per tutti, che quanto Emma tornerà dentro nessuno di voi ricominci con queste stupide ipotesi e con i gridolini di gioia. Fateci esporre i fatti e poi potrete gioire... nel caso ci sarà da gioire. - nessuno proferì parola per oltre mezz'ora poi Emma rientrò. 
- Scusate, avevo bisogno di prendere aria! - si voltò verso suo marito - Gli hai già spiegato? 
- No, non ancora. aspettavo te per farlo; quindi se te la senti....
- Sono pronta ma per favore, dillo tu ok? 
- Va bene tesoro - tornò a rivolgersi agli altri - Quello che stavamo cercando di dirvi poco fa è che per tutto questo tempo io e Emma abbiamo cercato di avere un figlio senza successo. Abbiamo fatto tutte le visite necessarie e ci è stato comunicato che a causa di alcuni fattori sarà difficilissimo riuscire a concepire. 
- Emma.... io.... - Snow in quel momento si maledì del gesto compiuto poco prima.
- Snow lasciami finire ok? - la donna annuì prontamente - Siamo stati male, ognuno di noi a reagito a modo suo ma alla fine abbiamo trovato il modo di venirne a capo. La verità è che a noi non ci interessa minimamente avere o meno un figlio "nostro". Vogliamo essere semplicemente una mamma e un papà e così abbiamo preso insieme la decisione di compilare i moduli per l'adozione. - nessuno disse nulla, il gelo era entrato in quella stanza e sembrava averli freezzati tutti. Fu Regina, dopo aver visto lo sguardo preoccupato dei suoi amici, a prendere la parola:
- È una scelta che vi fa onore ragazzi. È una cosa bellissima quelle che state per fare. Io l'ho fatto e posso garantirvi che di sicuro tutte le lacrime che avete versato per il vostro problema, verranno ricompensate non appena gli occhioni di quel bimbo si poseranno per la prima volta su di voi. Io sono l'esempio vivente che dimostra che la felicità può arrivare anche attraverso altri mezzi, sono sicura che anche per voi sarà così. Se avete bisogno di consigli su che agenzia o casa famiglia rivolgervi non esitate a chiedere. Sono a vostra completa disposizione. 
- Grazie Regina, significa molto per noi.
- Concordo con la mamma, è un gesto bellissimo e io non vedo l'ora di conoscere il mio futuro fratello o sorella.
- Grazie ragazzo mio - Killian passò lo sguardo da Henry ai suoi suoceri i quali erano ancora impietriti dalla notizia. - E voi? Non avete nulla da dire? - li spronò Killian sapendo quanto Emma tenesse alla loro opinione.
- Beh... effettivamente bisognava mettere in conto che sarebbe potuto succedere...
- Come hai detto scusa?
- Beh si non c'è nulla di cui vergognarsi Killian, è normale che ad una certa età il corpo non riesca più a lavorare come un tempo. Hai 300 anni dopotutto. 
- Papà ma come ti permetti è???? - solo in quel momento Emma prese parola e come poco prima era furibonda - Non ti azzardare mai più a parlare di mio marito in questo modo ok? MAI PIÙ! E se proprio dobbiamo dirla tutta non è lui la causa del nostro problema ma io. - la guardarono come se stesse dicendo un'assurdità. - Eh già proprio così, sorpresi vero? E' colpa mia... anzi no è colpa vostra: a causa dei vostri problemi sono diventata la salvatrice. Questo ha comportato che combattessi battaglie e i risultati di quelle battaglie ci hanno portato a questa sentenza. Contenti? 
- Emma... - non appena tentò nuovamente di uscire dal locale sua madre la trattenne per un braccio e la fece voltare verso di se. Lo sguardo della ragazza parlava da solo: era arrabbiata come forse non l'avevano mai vista. Snow si sentì morire ma non potè far a meno che dirle qualcosa a sua figlia anche se non sarebbe servito a nulla.
- Bambina mia mi dispiace veramente tanto! Hai ragione... non dovevamo permetterci di essere così superficiali. Vogliamo solo il tuo bene e siamo pronti a starti accanto e a supportarti in qualsiasi decisione prenderai. Che sia biologico o meno sarà di sicuro il nipotino più amato dell'universo. - prese un respiro - Non ti abbiamo mai reso la vita facile piccola mia e ne siamo costernati, ti prometto che ci faremo perdonare per tutto e non ti faremo più mancare nulla. - Killian pensò che sua moglie l'avrebbe presa a male parole o che sarebbe scomparta con la magia ma non avvenne niente di tutto questo; al contrario... Emma scoppiò a piangere davanti a tutti noi e come se non bastasse cercò conforto tra le braccia di sua madre. Non era da Emma manifestare le sue emozioni in pubblico e quel gesto gli fece tenerezza, forse non aveva bisogno di un marito in quel momento. Molto probabilmente aveva bisogno di una donna, di una mamma... sua mamma.
***
Una volta rivelato il segreto alla loro famiglia riuscirono a rilassarsi maggiormente e fu molto più semplice gestire la situazione. Killian non era più solo nell'aiutare Emma, cosa che lo rese molto più tranquillo e lei, con la vicinanza di tutti, riuscì a riprendersi egregiamente. Compilarono i moduli per l'adozione, fecero un paio di colloqui con gli assistenti sociali e tre mesi dopo, a Dicembre precisamente, vennero dichiarati idonei per l'adozione. Erano entrambi euforici per la notizia, si poteva considerare il regalo di Natale perfetto visto le festività ormai alle porte, eppure nonostante quella meravigliosa notizia una vecchia ferita per Emma si aprì di nuovo. Nessuno inizialmente se ne accorse, riusciva a nasconderlo molto bene, ma dopo la prima visita alla casa famiglia l'umore di Emma iniziò a vacillare di nuovo insospettendo i suoi familiari. In un primo momento pensarono tutti che i suoi sbalzi d'umore fossero da attribuire a quel luogo: in fondo era vissuta in casa famiglia per gran parte della sua vita e non era mai stata felice li, forse visitare vecchi luoghi le ricordava momenti poco felici e le veniva l'ansia; ma poi oltre al cambio d'umore, che non migliorò nei giorni successivi, ci fu un altro campanello d'allarme: Emma iniziò ad avere degli incubi. Non importava se fosse notte, pomeriggio o mattina, ogni qualvolta che chiudeva gli occhi gli incubi si impadronivano di lei facendola svegliare dopo neanche mezz'ora e impedendole di riprendete sonno. Killian non la lasciò mai sola nell'affrontare tutto ciò, ad ogni incubo si sveglia con lei e insieme aspettavano il mattino seguente. Non sapeva spiegarsi se fosse dovuto allagitazione per il loro nuovo futuro o cosa, Emma non gli raccontava mai i sogni , e all'inizio gli sembrò anche una cosa normale, ma poi capì che forse c'era dell'altro sotto e che forse sua moglie non gli stava dicendo tutta la verità. Non sapendo in che altro modo aiutarla parlò con Regina e gli chiese il favore di provare a sondare il terreno e aiutarla nel caso ce ne fosse stato bisogno. Di sicuro c'era passata prima di loro quindi se era davvero quello il problema sarebbe stata l'unica in grado di supportarla. 
Era mattina, Killian e David erano a lavoro, Henry a scuola e Snow, Regina, Emma e il piccolo Neal, di 4 anni, erano nel loft dei Charming intenti a preparare i dolcetti le e decorazioni natalizie. Mancava poco a Natale e dovevano iniziare ad organizzarsi. 
- Emmy Emmyyyy!!!!! Guarda cosa ho fatto: un biscottino a forma di cigno! È per te! - disse il bambino tutto sporco di farina mentre correndo si dirigeva verso sua sorella la quale decorava l'albero, di Snow, insieme a Regina. 
- Amore mio ti ringrazio! È... è meraviglioso! - disse sorridendogli. Naturalmente quel biscotto sembrava tutto tranne che un cigno ma era di sicuro il biscotto più bello che qualcuno le avesse mai preparato. - Sei un piccolo pasticcere nato, ma dimmi: perché un cigno e non una stellina o un albero? Non stavi preparando i biscottini di Natale?
- Si, ma il Natale è più bello quando ci sei tu e quindi ti ho fatto questo regalo! Tu sei un cigno! Ti voglio bene Emmyyy!
- Il mio ometto! Vieni qui - disse allargando le braccia e stringendolo a se. - È il miglior regalo di sempre tesoro. Grazie. Ti voglio bene anche io. - il bambino, tutto orgoglioso, tornò alla sua postazione dolcetti lasciando sole le due donne.
- Terra chiama Emma Swan - esclamó Regina vedendola completamente immersa nei suoi pensieri - oiiiii! Parlo con te! L'albero non si decorerà certo da solo. 
- Hai ragione scusami, mi ero distratta un attimo. - si rimise a lavoro ma si poteva vedere lontano un km che lo stava facendo tanto per farli contenti. Regina non impiegò molto a capire che qualcosa la stesse turbando e pur di farla distrarre iniziò, a voce alta, a pianificare il pomeriggio. 
- Dimmi un po': come sei messa con la situazione regali? Ne hai già fatto qualcuno?
- No! Nenache uno... mancano due settimane, ne abbiamo di tempo. - scrollò le spalle mentre appendeva l'ennesima pallina all'albero.
- Beh... io invece pensavo di andare questo pomeriggio. Che ne dici, ti va di accompagnarmi? Magari con la scusa riesci ad avvantaggiarti anche tu.
- Non lo so... non sono molto in vena di uscire oggi.
- Come mai? È forse successo qualcosa? - provò a tastare il terreno.
- No, no! È tutto ok. È solo che non mi va.
- Ma dai Emma andiamo, Sarà divertente! - la incitò anche Snow - faremo i regali, vedremo le nuove decorazioni in città e poi con la scusa accompagneremo quest'ometto al villaggio di babbo Natale visto che glielo avevo promesso.
- Si babbo natale!!!!! Babbo Natale!!!! - gridò il piccolino tutto felice.
- Andate
da voi, davvero... io per oggi preferisco restare a casa.
- No Emmyyy.... vieni con me da Bacco Natale per favore! Io voglio andarci con te! Con mamma mi annoio, con te invece è tutto più divertente. Ti pregoooooooooo!!! - la guardò con quegli occhioni verdi uguali ai suoi e non potè far altro che accettare.
- D'accordo ma lo faccio solo per te!
- Evviva! Emmy viene con noi! Mamma hai sentito? Emmy viene con noi ed è tutto grazie a me!!!!!
- Se non ci fossi tu Neal! - disse Regina ironicamente.
- Lo so, bisognerebbe inventarmi! - con quell'ultima frase il bambino lasciò le ragazze a finire i loro addobbi e andò in camera sua a scegliere l'abbigliamento perfetto per l'incontro con il suo idolo. Pranzarono alla tavola calda insieme a David e Killian, che erano in pausa pranzo, dopodiché mentre i due uomini tornarono al loro lavoro, le ragazze e Neal si incamminarono per i centri commerciali. Ogni vetrina era decorata con addobbi tipicamente natalizi, l'atmosfera era davvero magica è surreale anche se, a quanto pare, non tutti riuscivano a godersi a pieno l'atmosfera. Entrarono in vari negozi e comprarono diversi regali: per David, Killian , Henry, alcuni per Neal, senza farsene accorgere dal bambino, ed erano ancora alla ricerca degli altri. Tutte quelle famiglie felici, riunite per fare regali, fecero venire ad Emma un piccolo scompenso emotivo e per un secondo dovette uscire a prendere una boccata d'aria. Non si capacitava sul perché non riuscisse più a nascondere le cose. Avrebbe dovuto fare finta di niente e andare avanti e invece? Con la prima scusa si era allontanata per paura di sentirsi male. Cercò di riprendere il controllo di se stessa e tornò dentro. Scelta più sbagliata non poteva farla: trovò sua madre e Regina nel reparto d' abbigliamento dedicato alla prima infanzia. Snow era voluta entrare per comprare qualcosa a Neal e ora mentre aspettavano che terminasse i suoi acquisti, Regina, vedendo Emma fissare con sguardo sofferente tutte quelle magliettine e pantaloncini in miniatura le disse:
- Allora... ci sono novità da parte degli assistenti sociali? 
- Beh si... ci hanno chiamato proprio ieri. Hanno detto di tenerci pronti... ci sono un paio di donne che hanno intenzione di dare in adozione i propri figli e dovrebbero partorire a giorni.
- E me lo dici così?????  - esclamò euforica - Oddio Emma è una notizia fantasticaaaa! Non sto nella pelle!!! Raccontami: Maschietto o femminuccia si sa?
- Sono un maschio e una femmina ma non sappiamo, nel caso in cui decideranno di affidarcene uno, chi sarà dei due. Oltre a noi ci sono anche altre famiglie chiamate per questi due bambini, non su che base decideranno.
- Sono sicura che andrà bene e che presto sarete genitori. - l'abbracciò. - A tal proposito...  visto che il tempo stringe: vogliamo iniziare a dare un'occhiata a qualcosina? Magari sul giallo o sul verde... 
- Ecco io.... non credo che... si insomma direi di aspettare...
- Perché scusa? Se non sbaglio non avete ancora preso niente giusto? - annuì - E quando avreste intenzione di farlo? Potrebbero chiamarvi all'improvviso per andare a prenderlo, come successe a me con Henry, come farete se non avrete nulla con cui trasportarlo o vestirlo una volta a casa? Dai, ti aiuto io, sono passati anni ma so ancora riconoscere dei buoni prodotti neonatali. - Regina fece qualche passo in direzione dei seggiolini auto ma ben presto si rese conto che Emma non la stesse seguendo. Se ne stava ferma sul posto con lo sguardo che fissava il vuoto e il respiro corto. - Emma... tutto ok? - le chiese avvicinandosi, ma la ragazza non rispose. - Ei Swan.... - provò ancora una volta con lo stesso risultato. La osservò meglio e notò un piccolo dettaglio:  le sue mani tremavano in maniera incontrollata come erano solite fare quando aveva paura. 
- Regina che le sta succedendo? - chiese Snow avvicinandosi alle donne capendo, dallo sguardo preoccupato della sua matrigna, che qualcosa non andava.
- Credo che stia avendo un attacco di panico, porta Neal di là io la porto fuori e vedo di farla riprendere un attimo. La condusse fuori sperando che l'aria fresca le avrebbe fatto bene e provò a parlarle sperando di riuscire a distrarla da qualunque cosa l'avesse ridotta così. 
- Ei va tutto bene, ci sono io... respira ok? Respira insieme a me. Brava, respira... è tutto ok! - ci volle qualche minuto ma piano piano grazie all'aiuto della sua amica si riprese. Ormai non c'era alcun dubbio per Regina: Killian aveva ragione, Emma stava attraversando un'altro momento buio e era sicura che si trattasse sempre del solito problema o non avrebbe reagito in quel modo all'idea di comprare qualcosa per il bambino che stava arrivando. Non le chiese nulla, voleva aspettare che si riprendesse un attimino, poi magari le avrebbe parlato una volta tornate a casa.
- Io... io non so cosa mi sia preso. Scusa...
- Scherzi? È tutto ok! Come ti senti ora? Hai Bisogno di qualcosa? Un bicchiere d'acqua, un po' di zucchero... non so....
- Sto bene così non preoccuparti.
- Sicura? Vogliamo tornare a casa così riposi un po'?
- E chi lo sente Neal se saltiamo la tappa da babbo natale?
- Può sempre andarci con Snow!
- Mi ha supplicato di uscire di casa per accompagnarlo, sono uscita solo per farlo felice... non posso dirgli di no, ci rimarrebbe troppo male ed è l'ultima cosa che voglio.
- D'accordo andremo lì ma poi a casa perché hai una cera orribile.
- Sempre molto gentile! - provò a sdrammatizzare
- Non scherzare, sei pallidissima Emma. Sicura di sentirti bene?
- Si, non preoccuparti per me, andiamo a recuperare quei due.  - tornarono dal restante del gruppo e dopo aver subito milioni di domande da parte di sua madre si incamminarono verso il famoso villaggio di babbo Natale. I nani si erano davvero superati questa volta, avevano addobbato una parte della città con tante casette di legno, ognuna con giochi o dolciumi di cui potete usufruire, si erano travestiti da elfi per intrattenere i bambini e il tutto era ricoperto da uno strato di neve finta. Non c'era bambino che non lo adorasse. Visitarono con attenzione ogni parte di questo villaggio dopodiché si misero in fila per incontrare Babbo Natale. Vi era una fila interminabile, ci saranno state buone trecento persone, tutte famiglie con i loro propri bambini in braccio in attesa del proprio turno per incontralo. Emma si perse nuovamente nei suoi pensieri vedendo tutti quei bimbi ma fortunatamente le chiacchiere euforiche di Neal non le permisero di distrarsi  molto a lungo. Attesero per ben un'ora e mezza ma finalmente arrivò il loro turno. il bambino si sedette sulle ginocchia di Babbo Natale, fece la foto di rito dopodiché alla domanda dell'uomo su cosa volesse per Natale lui rispose con un semplice: "voglio solo che mia sorella sia nuovamente felice... voglio vederla sorridere come prima." Tutte e tre le donne riuscirono ad ascoltare le parole di Neal e Emma si sentì mancare la terra sotto i piedi. Se anche suo fratello si era accorto del suo stato d'animo la questione era davvero seria.
- Vado a casa... - esclamò improvvisamente sentendo gli occhi delle due donne puntati addosso.
- Ei aspetta dove vai!!! - rispose sua madre capendo che stava scappando ancora una volta. - Cosa c'è che non va? Se è per Neal lui di sicuro... beh ci avrà sentito parlare qualche tempo fa... 
- Non centra nulla Neal ma voglio comunque tornare a casa mia...
- Perché tesoro? Perche?
- Perché si! - le lascio lì, sorprese da quell'atteggiamento scontroso, e andò via.
- Me che le succede? Stava bene, sembrava essersi  ripresa... io non capisco...
- Killian ha il sospetto che c'è qualcosa che non dice e anche io oggi osservandola meglio l'ho notato. Parlerò con lui  e decideremo insieme chi dei due proverà ad affrontare il discorso.
Così fece, una volta ritornate al loft Snow e Regina aspettarono David e Killian. Quest'ultimo  venne messo al corrente di tutto ciò che era accaduto quel pomeriggio e parlando con Regina concordarono che sarebbe stata lei a provare a far parlare Emma nella speranza di riuscire a capirci qualcosa in più. 
Erano le 20 e 30 quando qualcuno bussò alla porta della salvatrice, pensò fosse suo marito che come al solito aveva dimenticato le chiavi, ma quando andò ad aprire  si ritrovò davanti la sua migliore amica con in mano una bottiglia di vino.
- Che ci fai qui? - chiese senza mezzi termini rendendosi conto solamente dopo di quanto fosse stata scortese. - Scusami, non volevo... vieni accomodati. - le fece strada e andarono a sistemarsi sul divano. 
- Prima che tu vada in paranoia ti tranquillizzo dicendoti che è tutto ok: Killian è da tua madre, si è fermato a cena lì perché vorrebbe che io e te parlassimo un attimino. 
- Sicura che stia bene? 
- Non gli è successo nulla devi credermi. Può star tranquilla. - le sorrise sinceramente.
- E di cosa dovremo parlare? 
- Prendi due bicchieri e lo scoprirai. - anche se ancora molto titubante fece come le venne chiesto e con un gesto di magia due calici da vino si materializzarono sul piccolo tavolino del salotto. - Allora... illuminami. Di cosa dovremmo parlare secondo mio marito? 
- Emma, davvero me lo stai chiedendo? Ma non ti rendi davvero conto che ti stai nuovamente chiudendo a riccio? Eri riuscita a trovare un equilibrio, ti eri tranquillizzata... cos'è successo che ti ha riportato in questo stato? 
- Guarda che io sto benissimo! - disse sulla difensiva. - non c'è nulla che non vada! 
- Mmh... Killian dice che hai spesso degli incubi...
- Tutti possono avere incubi è normale.
- Emma...
- Emma cosa? Non sono in nessuno stato particolare Regina, siete voi che vi fate i film nella vostra mente ok? E ora scusami ma sono stanca vorrei andare a stendermi. 
- Visto? Un altro muro!
- Non è un muro cazzo! 
- E allora cos'è? Parlami!
- NON MI SENTO BENE! SEI CONTENTA ADESSO? - esplose
- No che non sono contenta ma posso aiutarti, che ti senti? 
- Non sono affari tuoi! 
La pazienza di Regina aveva un limite e quel limite venne varcato con l'ultima frase di Emma. Forse aveva ragione, non erano affari suoi. - D'accordo messaggio ricevuto Swan, non mi vuoi fra le scatole? Me ne vado. chiamami quando ti sarai calmata. - prese la direzione della porta pronta ad uscire e tornare a casa ma un secondo prima di poggiare la mano per aprirla Emma la sorprese:
- Aspetta... ho esagerato! Non... non te ne andare... - Regina rimase ferma, non tentò nenache di girarsi nella sua direzione, aspettava un altro segnale per farlo. - Hai ragione... mi sto chiudendo... 
- Vuoi parlarne? - chiese questa volta voltandosi.
Annui - Forse... forse mi farà bene. - tornarono entrambe a sedersi sul divano. 
- Puoi dirmi qualsiasi cosa, siamo tra amiche.
- Sono successe due cose in realtà... la prima è la questione degli incubi che Killian ti ha accennato: da quando mi hanno comunicato di essere una delle possibili persone idonee all'adozione di uno di quei due bambini non faccio altro che fare lo stesso incubo: sono a casa con questa piccola creatura e di punto in bianco suonano alla porta.
- Fammi indovinare: gli assistenti sociali lo riportano indietro? Emma tranquilla ci sono passata anche io: hai paura di non essere all'altezza ma non preoccuparti è solo paura, niente di più.
- Sbagli... non c'entrano niente gli assistenti sociali.
- Chi c'è allora? L'ennesimo mostro che ci da la caccia?
- Nenache... dietro la porta c'è la mamma di quel bambino, la mamma biologica, ed è venuta a riprenderselo. 
- Emma... non succederà. - le sorrise 
- È successo Regina! L'ho vissuto sulla mia pelle e anche tu. Io sono tornata per Henry e fidati che ero convintissima della scelta fatta dieci anni prima. Chi mi dice che non succederà di nuovo? chi mi dice che quella donna non cambierá idea proprio come ho fatto io? 
- Quei due bambini non sono originari di Storybrooke, dove tutto è possibile, appartengono al mondo reale, la magia per loro non esiste, non ci sono sortilegi, niente di niente... nessuno verrà alla tua porta a riprendersi "tuo"figlio. 
- Io anche facevo parte del mondo reale. Non credevo nella magia. 
- Apparentemente ne facevi parte ma in realtà non lo sei mai stata. La tua era una storia già scritta. 
- Non lo so, so solo che sono paralizzata dalla paura...
- Posso capirlo... L'altro problema invece?
- Killian mi ucciderà... - a quella domanda si allarmò leggermente.
- Che hai combinato?
- Sai che stiamo continuando a provare a concepire vero?
- Si...
- Beh i patti erano di non fare nessun test di gravidanza. Lui aveva paura che io ci restassi troppo male nel caso fossero risultati negativi, così mi ha fatto promettere di non farli a meno che non avessi avuto dei sintomi. Anche in quel caso però lui avrebbe dovuto saperlo in modo da farlo insieme. 
- E tu non l'hai fatto...
- Ho provato devi credermi e inizialmente andava bene il non sapere, poi un mesetto fa però ho avuto un ritardo, è difficile che mi capiti quindi ho ingenuamente pensato che magari.... beh stavo per chiamare Killian ma poi ho deciso di non farlo, volevo prima accertarmene da sola per non dargli una falsa speranza. Ho comprato un test e l'ho fatto... negativo. 
- Mi dispiace...
- Da allora non faccio altro che fare test... ogni dannatissima volta che proviamo aspetto i tempi necessari e ne faccio uno, ed ad ogni risultato vado in paranoia. Ecco, ora sai perché sto tornando quella di qualche mese fa. 
- Emma scusa se te lo dico ma penso che a questo punto tu abbia bisogno di farti aiutare da qualcuno che non sia della famiglia. Il tuo stare bene di questi mesi addietro molto probabilmente era solo apparenza perché altrimenti non si spiega come tu sia riuscita a ricadere in questo stato così in fretta. Il problema che hai è serio, ne vade la tua salute mentale, non credi sia giusto farti aiutare da un professionista?
- lo strizza cervelli?
- Sarebbe un'idea, a me aiutò in passato a capire perché mi sentivo vuota, magari riuscirà a farti vedere il mondo da un'altra prospettiva.
- Quindi dovrei ammettere di avere un problema... non voglio che Killian si preoccupi. 
- Lui è già preoccupato Emma possibile che tu non te ne accorga? 
- Ho paura a dirgli che gli ho tenuto nascosto il fatto che pensavo di essere incinta. So che avrebbe voluto saperlo. 
- Come ti sentiresti tu nel sospettare che lui ti stia nascondendo qualcosa?
- Male... 
- preferiresti che ti dicesse la verità o che continui far finta di nulla?
- Che domande.... la verità, mi sembra ovvio.
- E allora perché non dovrebbe essere lo stesso per lui? Dai, facciamolo venire qui e spiegagli cosa c'è che non va. Tienilo partecipe di questo momento, fai di lui il tuo punto di forza.
- Tu però resterai qui vero?
- Sarebbe meglio che foste soli ma se temi di non riuscirci si, vi starò vicino. 
- Grazie!
- Posso chiamarlo? - annuì. Killian arrivò neanche dieci minuti dopo.
- Tesoro.... ma che hai si può sapere? - le chiese gentilmente andandola ad abbracciare e sedendosi sul divano accanto a lei. Ci girò intorno per un po', aveva paura della sua reazione nell'averlo tenuto all'oscuro di tutto, ma quando poi prese il coraggio e confessò lui non poté far altro che stringerla ancora di più. Gli faceva male vedere sua moglie così provata ma preferiva di gran lunga esserle accanto piuttosto che non sapere. 
- va tutto bene amore, non sono arrabbiato! 
- Visto? Che ti dicevo? - disse Regina per poi rivolgersi a Killian - Le ho suggerito di parlare con Hopper magari lui sa che strada prendere.
- Credo tu abbia ragione, non può andare avanti così. Tu amore che ne dici?
- Non vorrei farlo... non voglio che gli altri sappiano.
- Hopper è un medico, ha il segreto professionale, non parlerà però almeno tu sarai più serena e quando arriverà il bambino tu sarai pronta ad accoglierlo nel migliore dei modi. 
- Se può aiutarmi a togliermi dalla dalla testa quel maledetto incubo.... beh allora credo che mi abbiate convinto. 
- Davvero?
- si, Andrò dal grillo.
 
 
Note dell'autore: scusate per il piccolo ritardo ma ho avuto un problemino. Non era in programma e vi garantisco che non ricapiterà. Potrei postare anche il capitolo numero 4 per tornare in paro ma preferisco continuare con uno capitolo al giorno. Di conseguenza questa storia finirà il 25 e non più il 24 come previsto. A domaniiiiiiii





 
  
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