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Autore: sissi149    26/12/2018    4 recensioni
E' l'ultimo giorno di lezioni per un gruppo di amici. Tutti e cinque si preparano a lasciare il campus universitario per raggiungere le famiglie e trascorrere le vacanze natalizie come programmato da tempo. Ma sarà davvero così o quest'anno le feste riserveranno sorprese inaspettate?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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25 Dicembre
 
Yayoi venne svegliata da alcuni colpi alla porta. Lentamente si stiracchiò ed andò ad aprire.
“Buon Natale!” Yoshiko la travolse con un abbraccio.
“Buon Natale anche a te!” Rispose, ricambiando la stretta.
Nel far accomodare l’amica nella stanza, si accorse per la prima volta del piccolo alberello di Natale che qualche cameriera aveva installato il giorno prima.
“Come stai? – domandò Fujisawa – Ci sei mancata ieri a cena e allo scambio dei doni.”
“Non ero dell’umore adatto, vi avrei rovinato la serata. Immagino invece che la Baronessa abbia fatto i salti di gioia.”
Yoshiko scosse la testa.
“Non più di tanto, ho avuto l’impressione di un certo gelo tra lei e Jun.”
Yayoi rimase colpita dalla notizia e restò pensierosa.
Qualcun altro bussò alla porta.
“Aspetti qualcuno?”
Aoba si strinse nelle spalle.
“Saranno le cameriere. Avanti!”
Ad entrare non fu una delle cameriere, bensì la Contessina Midori, già vestita e festa per l’occasione.
“Buon Natale a voi!”
Le due ragazze scattarono in piedi  per rispondere all’augurio.
“Auguri Contessina. Mi scuso se mi ha trovata ancora in pigiama.”
“Non dire assurdità! E ti avevo detto di chiamarmi Midori. Sono venuta perché ho bisogno di parlare a quattr’occhi con te.”
Yayoi annuì e fece cenno a Yoshiko che poteva andare tranquillamente.
“Ci vediamo più tardi – disse quest’ultima – credo che andrò a fare gli auguri ad Hikaru!” E lasciò la stanza sorridendo.
Rimasta sola con la Contessina, Yayoi si preparò alla battaglia che era certa sarebbe iniziata da lì a poco.
“Cosa volevi dirmi?”
“Jun mi ha raccontato cosa è successo ieri sera.”
“Come sta?” Domandò, ricordandosi improvvisamente che Misugi aveva accusato un piccolo malore.
Midori sorrise a quel moto di interesse spontaneo.
“Sta bene, non preoccuparti. Prima o poi doveva trovare qualcuna che gli facesse girare la testa.”
La frecciata la colpì in pieno stomaco. Avrebbe voluto ribattere, ma la Contessina non gliene diede il tempo.
“Sull’altro versante, gli ho dato una bella lavata di testa. Anche lui ha le sue colpe in quello che è successo. – con un gesto invitò Yayoi a sedersi sul letto – Ti posso però assicurare che Jun non condivide le opinioni retrograde della Baronessa. Nessuno in questa famiglia le condivide. I Conti di Yamamori sono tra le persone più aperte che io conosca. Per esempio, sapevano che mandando loro figlio a studiare lontano da casa avrebbe inevitabilmente frequentato persone non nobili eppure sono stati i primi ad appoggiare la sua scelta.”
Yayoi  annuì.
“A mente fredda posso credere a questo.”
“Jun dice che hai sentito anche altro, ma non ha idea fino a che punto…”
Aoba strinse il copriletto con una mano, era difficile per lei confidarsi con chi conosceva, figurarsi con un’estranea, tuttavia il  sorriso della Contessina era incoraggiante. Ora che lo notava era lo stesso sorriso di Misugi.
“La Baronessa aveva proposto di annunciare il loro fidanzamento al ballo di questa sera.”
Midori fece una smorfia disgustata.
“Tipico di Mayoko pensare che tutti siano disposti ad assecondare ciò che le passa per la testa. Solo perché lei e mio cugino si conoscono da quando sono bambini ha sviluppato la convinzione che si debbano sposare, soprattutto da dopo che la nostra famiglia si avvicinerà alla famiglia reale. Mayoko non è realmente interessata a Jun, quanto alla posizione che occupa e Jun abbastanza sveglio da non lasciarsi abbindolare da una come lei.”
Yayoi seguitava ad essere dubbiosa.
“Ne sei sicura? La Baronessa non è mai stata fidanzata con Jun?”
“Solo nella sua testa. – Rispose Midori con convinzione – Se fosse per mio cugino, l’avrebbe già mandata via dal castello dopo la conversazione di ieri pomeriggio, ma purtroppo è ospite degli zii e non sua.”
Yayoi si sentì improvvisamente sollevata, come se un grosso macigno le fosse stato tolto di dosso.
Midori si alzò per congedarsi.
“Ti do un ultimo consiglio: fidati di Jun. Anche se vi ha tenuto nascoste delle cose, non l’ha fatto con cattive intenzioni. Ora ti lascio vestire, spero che oggi ci raggiungerai.”
“Credo di sì.”
La Contessina si fermò sulla porta.
“Non dimenticare che Jean-Philippe oggi pomeriggio porterà gli abiti per il ballo.”
“Un ballo forse è troppo per me.”
“Sciocchezze! Ti dirò di più, se non indosserai uno dei suoi vestiti, Jean-Philippe ci rimarrà malissimo. Tu non vuoi deludere un povero stilista, vero?”
Midori chiuse la porta e se ne andò senza attendere la risposta.
 
 
Il gran ballo era finalmente arrivato e il nervosismo di Yayoi aveva raggiunto il colmo,  soprattutto perché non aveva avuto modo di scambiare troppe parole con Jun oltre agli auguri di rito. Si era anche scusata con i suoi genitori per l’assenza alla cena della vigilia.
A pranzo si erano recati tutti nella sala dove solitamente consumava i pasti il personale di servizio, poiché i Conti avevano spiegato che tradizionalmente il pranzo di Natale veniva condiviso con chi si occupava tutto l’anno di mantenere efficiente la loro dimora. Chissà come mai della Baronessa Mayoko non si era vista traccia
 Dopodiché Midori aveva sequestrato lei e Yoshiko e le aveva tenute con sé tutto il pomeriggio, in attesa di Jean-Philippe e di tutto lo staff che le avrebbe aiutate a vestirsi e prepararsi.
Prima di lasciare la stanza si guardò un’ultima volta nel grande specchio a figura intera. Lo stilista aveva portato due vestiti magnifici ed entrambi le calzavano a pennello al punto che era stata indecisa fino all’ultimo. Alla fine aveva scelto quello col corpetto verde scuro e la  gonna che  sfumava gradualmente verso tonalità più chiare. Così vestita e truccata poteva sembrare per qualche secondo una nobile.
“Yayoi, andiamo! I ragazzi saranno già nel salone.” La chiamò Yoshiko che indossava un abito blu adornato da una decorazione di cristalli luccicanti.
Al loro ingresso nel salone del ricevimento furono annunciate dal cerimoniere.
Subito si recarono a salutare i Conti, il figlio e la nipote che accoglievano gli ospiti mano a mano che arrivavano.
“Conti di Yamamori, è un onore essere vostri ospiti.” Fecero una riverenza.
“Il piacere di avere tra noi due donne così eleganti è tutto nostro.” Rispose il padre di Jun.
Risollevandosi, Yayoi si soffermò su Jun ed arrossì senza volerlo: era così affascinante in abito da ballo e con la fascia di traverso che indicava il suo grado nobiliare.
Raggiunsero Hikaru e Genzo che le attendevano.
“Matsuyama, impara come si fa.” Subito Wakabayashi si esibì in un galante baciamano con entrambe le amiche.
“Esibizionista!” Fu il commento di Hikaru che offrì il braccio a Yoshiko.
“Immagino che Jun sarà impegnato ancora per un po’ con i suoi genitori. Accetteresti di essere scortata da me?”
“Ma che domande fai? Certo che sì!”
Yayoi si avvicinò con Genzo all’albero di Natale e per la prima volta notò la decorazione che aveva portato in dono che faceva bella mostra di sé appesa ad un ramo centrale, ben visibile a tutti.
“Questa come è finita lì? Avevo dimenticato il pacchetto in giro da qualche parte.”
Genzo si strinse nelle spalle.
“Probabilmente l’hanno trovato le cameriere e l’hanno portato sotto l’albero. Ai Conti è piaciuta tantissimo e hanno voluto che fosse appesa subito. Avresti dovuto esserci ieri sera.”
Aoba si sentì commossa e al tempo stesso una sciocca ad essersi sentita inadatta.
Dopo un po’ la Contessina Midori li raggiunse.
“Finalmente tra poco si apriranno le danze. Solitamente Jun concede il primo ballo a sua madre.”
Invece Misugi non invitò la Contessa, ma andò dritto da Yayoi, inchinandosi davanti a lei.
“Mi faresti l’onore di concedermi questo ballo?”
Yayoi restò imbambolata a balbettare, finché non sentì Yoshiko che la spingeva avanti. Misugi la prese per mano e la condusse al centro del salone, iniziando a danzare.
La ragazza avvertiva gli occhi di tutti su di sé, come se fosse uno scandalo quello che era appena accaduto.
“Che cosa hai fatto?” Domandò in un fiato.
“Ti ho invitata a ballare.”
“Ma di solito fai il primo ballo con tua madre, invece…”
“Invece stasera ho scelto te.”
Misugi la fece piroettare, dando il segnale alle altre coppie per unirsi a loro. In poco tempo il salone si riempì di gonne vorticanti.
“Hai scelto la figlia del fioraio.”
“Essere figlia del fioraio ti rende forse meno intelligente? Meno acuta? Meno sensibile? Meno gentile?”
Un’altra piroetta li allontanò per qualche secondo.
“Certo che no.”
“È lo stesso motivo per cui in università non mi sono mai presentato come Jun Misugi Conte di Yamamori, ma come Jun Misugi e basta, per essere visto solo come un uomo. Quando guardo te non vedo la figlia del fioraio, vedo una giovane donna bellissima, dolce, sensibile, intelligente, non invadente, sempre col sorriso sulle labbra.”
La musica terminò in corrispondenza delle ultime parole del ragazzo.
“Ho bisogno di aria.”
Yayoi si separò da Misugi e, evitando a fatica le altre persone presenti, raggiunse la saletta adiacente. Nel percorso aveva intravisto la Baronessa Mayoko con un’espressione scandalizzata dipinta sul volto.
Si portò una mano al petto, dove il cuore le batteva a più del doppio della velocità consueta e non per la fatica della danza, aveva sentito chiaramente l’accelerazione nel momento stesso in cui Jun le aveva afferrato le mani. Se poi sommava il fatto che il giovane Conte si fosse praticamente dichiarato mentre ballavano…
“Hey!” Jun l’aveva raggiunta, chiudendo la porta.
“Dovresti essere di là dai tuoi ospiti.” Ansimò.
“Voglio essere qui con te. Ti ho già lasciato andare via troppe volte. Stai bene?” Aggiunse notando la sua agitazione.
“Sì, cioè no. Sì. Non so. – Spostò la mano alla fronte e iniziò a girare in tondo – Non sta succedendo davvero, le fiabe non esistono. Un castello, un conte, un ballo la sera di Natale, manca solo che…”
“Che tu perda la scarpetta?” Completò Misugi per lei.
“Non è possibile.”
Jun le si avvicinò e con delicatezza arrestò il suo movimento.
“Io sono reale. Non sarò un Principe, solo un semplice Conte, ma esisto davvero e sono qui davanti a te a dirti che ti amo. Yayoi Aoba, ti amo dalla prima volta che mi sei finita addosso nell’aula di Letterature europee.”
Il ricordo del loro primo incontro riuscì a far distendere un poco Yayoi, facendole abbozzare un sorriso. Appoggiò le proprie mani sul petto dell’uomo.
“In realtà, Jun Misugi, non ti ho amato da subito, mi ci è voluta un’intera settimana di università prima di accorgermi di essermi innamorata.”
Erano pericolosamente vicini, le loro labbra stavano per sfiorarsi.
La porta si spalancò di colpo.
“Ecco dov’eravate finiti!”
“Hikaru, sparisci immediatamente!” Tuonò Jun.
Com’era entrato, Matsuyama fece dietro front, lasciandoli nuovamente soli.
“Un giorno o l’altro lo soffocherò nel sonno! Dov’eravamo rimasti?”
“Non daremo scandalo chiusi qua dentro?”
“Non mi importa!”
“E cosa diranno i tuoi genitori?”
“A loro basta che io sia felice, inoltre fonti ben informate mi riferiscono che ti adorino.”
“Jun… Buon Natale!”
Finalmente le loro labbra si incontrarono in un lungo, agognato bacio, realizzando così la loro fiaba di Natale.



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Si conclude qui questa storiella senza troppe pretese, se non quella di fare un po' compagnia durantele feste, come una piccola fiaba natalizia.
Per me ha rappresentato anche l'occasione di cimentarmi con la narrazione attraverso gli occhi di un solo personaggio, nonostante Jun insistesse che vi mostrassi par intero al sua conversazione con Mayoko e Midori volesse pubblicamente bacchettare il cugino. XD
Ancora buone feste a tutti!
  
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