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Autore: KiaraGhost    27/12/2018    1 recensioni
Chiudo gli occhi.
Le mie dita si muovono.
Rigide.
Dure.
A volte mi fanno male.
Altre volte ancora, sembra stiano quasi per spezzarsi.
L'energia inizia a fluire, prendendo un colore grigiastro.
Posso plasmarla a mio piacimento.
Potrei spaccare il globo in due, se solo volessi.
Respiro.
Espiro.
Tutto quello che voglio è un mondo senza più notti oscure.
Quando la libero segue i disegni della mia mente.
Muovo le mani per guidarla, per darle una forma.
Diventa quello che voglio.
Può essere forte e impetuosa come il mare in tempesta
Può essere calma e fresca come una brezza primaverile.
Sempre bella, argentea e forte.
Come sono io.
Mi chiamo Kristine, ma molti mi conoscono come Silver Witch.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Appena Toshinori mi accompagnò sotto casa salii in gran fretta e mi feci una doccia. L'acqua calda sciolse i tanti pensieri negativi che mi portavo dietro dalla sera precedente: uscii dal bagno come una persona nuova, del tutto spoglia di ogni negatività.
"Prometto che questa sera non penserò neanche un secondo al Sensei. Saremo solo io e Toshinori, insieme."
Cercai nell'armadio qualcosa che potesse vagamente essere elegante, ma trovai ben poco, così decisi di indossare uno degli outfit che usavo quotidianamente, modificando qualche particolare e rendendolo passabilmente elegante.
"Chissà lui come si vestirà: solitamente indossa camicie e completi quando esce. In questi giorni, però, l'ho sempre visto con una maglietta bianca; magari perché è rimasto a dormire qui, ieri sera."
Mi truccai come meglio potevo, non pensando minimamente al fatto che mi avesse vista appena sveglia, struccata e in versione "mostro delle occhiaie".
Finito di prepararmi guardai l'ora poi presi il telefono per chiamarlo, ma, appena lo toccai, squillò. C'era un nome diverso dal suo, scritto sullo schermo. Decisi di rispondere.
-Pronto?-
-Ciao, Kristine, volevo farti sapere che tra due giorni mi faranno uscire.-
Fissai il vuoto, la promessa che mi ero fatta stava già iniziando ad infrangersi. Non sentendo alcuna risposta, continuò:- mi ha fatto piacere vederti, oggi, specialmente dopo quello che è successo. Ho ripensato alle tue parole e voglio assicurarti che non è colpa tua. Assolutamente.-
Risposi con un filo di voce -ma questo me l'ha già detto, Sensei.-
-Lo so. Voglio solo che ti entri bene in testa. Non sentirti in colpa.-
-Penso di averlo capito, ormai.-
-Mi fa piacere. Ho bisogno che tu mi faccia un grande favore, quando uscirò da qui.-
-Del tipo?-
-La scuola rimarrà chiusa ancora per qualche giorno e io non sarò totalmente autosufficiente. Vorrei che tu venissi con me, a casa mia, avrò bisogno di particolari cure e tu sei una delle poche persone a cui posso affidarmi..-
Sgranai gli occhi. Non poteva essere successo davvero. Non poteva averlo detto seriamente.
-Ok. Mi chiami lei, Sensei, quando necessita del mio aiuto.-
-Certo- una breve pausa, una voce di donna che annunciava la cena -ora devo lasciarti. Dicono che devo mangiare qualcosa. Ci risentiremo a breve. Buonanotte.-
-Buonanotte a lei.-
Attaccò e io rimasi come una stupida, con il telefono ancora attaccato all'orecchio.
Non potevo permettere che quella chiamata rovinasse la nostra serata. Non potevo lasciarlo vincere ancora.
Scossi la testa più e più volte, nel tentativo di non pensare a lui, poi chiamai Toshinori.
-Ehy, sono pronta e ti sto aspettando.-
-Arrivo subito! Dammi solo qualche minuto!- la sua voce era strana, come se la stesse ingrossando. Non ci feci molto caso, poteva essere una delle sue stupidate.
Aspettai una mezz'ora e il telefono squillò di nuovo:
-Sono qui sotto! Scendi e andiamo a divertirci!-
Mi scappò una piccola risata mentre imbracciavo la borsa. 
-Arrivo, arrivo.-
Salii nell'auto che mi aspettava esattamente sotto casa, Toshinori era già dentro e, quando mi vide, non riuscì a trattenersi dallo sbottare sangue.
Salii e mi sedei vicino a lui, cercando "casualmente" il contatto con le sue gambe.
L'auto partì.
-Non ti piaccio?- domandai, anche avendo capito perché tutte le volte reagiva in quel modo. Era bello farsi adulare un po'.
-Al contrario! Sei bellissima. Non mi aspettavo di vederti così.-
Gli sorrisi mentre guardavo il suo abbigliamento: aveva un bel completo, lo stesso che indossava quando parlammo per la prima volta nella sala relax: giallo a righe blu, cravatta dello stesso colore e camicia bianca. Era elegante davvero, tanto da farmi sentire un tantino a disagio.
-Cosa dire di te, Toshinori? Sei sempre elegante.-
Ringraziò con un cenno del capo, seguendo poi il percorso che stava facendo l'auto, guardando fuori dal finestrino.
-Spero che questa serata sia davvero speciale per te.- mi disse, rimanendo rivolto dall'altro lato.
-Ma certo che sì. È la nostra serata speciale.- gli toccai la spalla e lui si girò, gli sorridevano persino gli occhi. 
Doveva essere davvero felice.
Non impiegammo molto ad arrivare al fatidico ristorante: da quello che sapevo era un posto dove si mangiava un sushi ottimo e si poteva gustare una tempura eccellente. Inutile dire che mi sentii in imbarazzo, dato che era uno dei più costosi della città.
-Davvero hai prenotato qui?- gli chiesi, aspettando che l'auto si arrestasse, per scendere.
- Non è un granché, io ci vengo spesso, ma da soli non è la stessa cosa. Ora che siamo insieme non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di portarti qui.-
Fece il giro della macchina e mi aiutò ad uscire, tenendomi la mano; con suo grande stupore non gliela lasciai neanche per un secondo e, una volta in piedi, camminammo così, mano per mano.
Sembrava che la situazione lo rendesse davvero molto felice: l'avevo visto sorridere, ma mai in quel modo.
Entrammo e il cameriere ci fece accomodare al tavolo, prendemmo qualcosa da bere e qualche antipasto giapponese, per stuzzicarci l'appetito.
-Sai-, disse lui, dopo aver finito la sua porzione -posso sinceramente dirti che non mi sono mai sentito così con nessun'altra. Abbiamo una sintonia speciale, io e te.-
Diventai improvvisamente rossa, le sue parole mi facevano sentire davvero importante.
-Davvero? Io anche ho sentito questa sintonia di cui parli. Buffo, non trovi?-
Annuì, facendo uno dei suoi sorrisi, prima di chiamare il cameriere e ordinare il resto della cena. Le pietanze arrivarono in fretta, il servizio era ottimo e iniziai a capire il motivo per il quale quel ristorante fosse tanto rinomato quanto costoso.
-Capisco perché Aizawa si è preso la responsabilità di allenarti- parlò, dopo essersi pulito la bocca.
-Ah sì? Perché, secondo te?-
-Sei una persona speciale e anche la tua unicità lo è. Puoi fare qualsiasi cosa con essa e lui vuole portarti a quel livello: farti capire quanto sia potente e riuscire ad imbrigliare questo potere per usarlo a tuo piacimento, in ogni modo possibile.- congiunse le mani, sembrava fosse davvero concentrato:- oggi, quando ti ho vista in azione, ho finalmente capito cosa lui vuole farne di te.-
Feci una risata nervosa -lui dice che ha scelto di seguirmi perché sono sempre stata una brava alunna, con grandi capacità di apprendimento e una potenza unica. Quindi sì, credo sia proprio per quello. Mi dispiace non esserne all'altezza, però.- il mio sguardo s'incupì e subito Toshinori cambiò discorso.
-Cosa ne dici di questa cena? Ti sta piacendo?-
Alzai gli occhi, che tornarono lucenti, e lo guardai annuendo -È davvero un ottimo locale, non mi sarei potuta permettere neanche tra cento anni di cenare qui, infatti credo che aprirò un mutuo per ridarti i soldi della cena.- sorrisi imbarazzata, cercando di non darlo a vedere.
-Non dovrai pagare niente! Sarebbe così scortese lasciartelo fare! Io sono un gentiluomo, non permetterei mai una cosa simile.-
-Insisto.- dissi a voce un po' più bassa
-Scordatelo.- rispose lui, con decisione.
-Perfetto, se ne sei così convinto...- alzai le braccia in segno di resa, prima di scoppiare a ridere insieme a lui.
-Bene, lo vuoi il dolce?- mi chiese, cercando di tenere un tono serio.
-Che, il dolce? Ci sei già tu qui con me, da più di due giorni mi stai facendo venire il diabete, per come ti compirti.- sorrisi ancora, con un lieve rossore che si propagò sulle mie guance.
-Pensi sia un male?-
-Scherzi? È così bello trovare qualcuno come te. Qualcuno che mi tratti come ho sempre voluto essere trattata.-
Allungò una mano sul tavolo e io l'afferrai, così iniziò ad accarezzarmela.
-Tu meriti tutto questo Kristine, sei una persona davvero speciale per me.- si schiarì la voce:- volevo dirti una cosa importante a questo proposito, ma penso tu l'abbia già capita.-
Annuii, ma rimasi in silenzio. Volevo sentire quelle parole uscire dalla sua bocca.
- Ultimamente la vita mi ha sempre offerto tutto ciò che desiderassi, ma mi sentivo davvero solo. Tu hai colmato questa solitudine, questa enorme voragine nel mio cuore.
Kristine, io ti...-
Un urlo di donna interruppe il suo discorso.
Subito ci guardammo intorno: dalla cucina del locale uscì un mostro che aveva un aspetto davvero familiare. Lo guardai bene e subito ebbi un flash di quella sventurata lotta all'USJ. Il mostro che ruppe le braccia al Sensei era davvero simile a questo, non nelle dimensioni quanto nel cervello che fuoriusciva dal cranio.
Toshinori si alzò in piedi e strinse i pugni. Gli altri ospiti erano tutti scappati in preda al panico.
-Sei pazzo?- Gli urlai, cercando di sovrastare le voci delle persone che si ammassavano per cercare scappare dall'unica uscita -quello ti ucciderà! Lascia fare a me!- mi alzai anche io e cercai di camminare verso il mostro, ma Toshinori mi fermò.
-Non preoccuparti, ci sono qui io!- si guardò intorno più volte, poi il suo corpo iniziò a fumare e si gettò addosso al mostro.
Quando il fumo si dissipò non riuscivo a credere allo spettacolo che avevo difronte: 
- All Might...- sgranai gli occhi e caddi sulla sedia, incredula - tu sei All Might...- lo sguardo perso nel vuoto e il fiume di pensieri che ero riuscita a trattenere, straripò.
Un altro urlo, proveniente da fuori, e altri di quei mostri che terrorizzavano i civili. 
Lui voleva rimanere lì a spiegarmi, a parlare, glielo si leggeva negli occhi, ma il dovere lo fece muovere verso l'esterno.
Ero sola nel ristorante e camminai lentamente fuori
"Doveva essere la nostra serata speciale. Dovevamo essere solo noi due.
Cosa è successo? 
Dove ho sbagliato?
Perché mi sono innamorata di un uomo così falso, che agisce solo per la gloria, per la popolarità."
Uscii dal locale e mi trovai faccia a faccia con uno di quei mostri. Mossi una mano e l'energia grigia si propagò lungo le dita, formando degli artigli argentati.
Gli dilaniai il volto. Le ferite erano talmente fonde che non fece in tempo a rigenerarle.
Pensai di essere arrivata a toccarmi le mani dentro la sua faccia, prima di aprirgliela in due
"Io mi sono fidata. Mi sono innamorata di una persona che non esiste. Dell'altra faccia di una stupida medaglia."
Sembrava essere la fiera dei mostri orrendi, quella sera. Ne affrontai altri due, dando ad entrambi lo stesso trattamento del primo. Una volta sconfitti tutti quegli esseri mi allontanai lentamente: le mani sporche di sangue e il cuore infranto.
Molti ne avevo uccisi io, ma ovviamente le persone acclamavano All Might.
Guardai indietro e lo vidi bearsi tra la folla.
"Cosa ti aspettavi, Kristine, da uno così? Che ti volesse bene veramente? Magari il suo piano era solo quello di farsi vedere con una più giovane, per alzare il suo livello di popolarità."
Sospirai e continuai a camminare, prendendo la strada di casa: le vie buie e desolate mi aiutavano a nascondere le lacrime che scorrevano sul mio volto.
"Sei una stupida", continuavo a dirmi, "immatura ragazzina che ancora crede nell'amore. Il Sensei aveva ragione, ha sempre avuto ragione. Su tutto. Dovrei prendere esempio da lui, essere fredda e cinica, mettere la razionalità davanti a tutto."
Strinsi i pugni, accelerando il passo. Mi ritornarono in mente tutti i bei momenti passati insieme e tutte le volte che mi ero lasciata andare.
"Ha dormito accanto a me, abbiamo mangiato la pizza su un letto d'ospedale ed è rimasto una notte intera a casa mia. Pensavo che, dopo questo, si sarebbe fidato abbastanza, perché io in lui riponevo piena fiducia. Chissà cosa sarebbe successo stasera dopo la cena e stanotte... Ha rovinato tutto."
Dopo qualche altro minuto di camminata mi resi conto di quanto era distante il ristorante da casa mia, senza un'auto che mi ci portasse.
Ero davvero stanca, ma continuai comunque a muovere i piedi, come se non appartenessero a me, come se fossero staccati dal corpo. Le lacrime scendevano a dirotto e le poche persone che mi passavano accanto riuscivano a notarlo subito, certo, non che io volessi nasconderlo in nessun modo: non mi interessava di cosa pensassero gli altri. 
Nessuno avrebbe potuto capire come mi sentivo.
Improvvisamente sentii una forte folata di vento, poi un tonfo. Mi girai, pensando di avere dietro un altro di quei mostri schifosi, ma rimasi sorpresa quando la polvere si dissipò.
-Non mi interessa ciò che hai da dire.- tuonai, girandomi di scatto e riprendendo a camminare
-devi ascoltarmi, ti prego Kristine!- mi prese in braccio e io iniziai a dimenarmi; era davvero impossibile poter scappare alla presa di quell'uomo enorme.
-Ti ho detto che non mi interessa! Mi hai presa in giro fin dall'inizio! Tu sei All Might, perché dovrebbe interessarti di me? Avrai diecimila ragazza diverse e mi sei venuto a parlare di solitudine? Ma per favore!-
Le lacrime non avevano mai smesso di uscire dai miei occhi, ma in quel momento la rabbia prevalse e, almeno per un po', riuscii a contenerle.
-Cosa avrei dovuto fare, secondo te? Dovevo capire che tipo di persona fossi, se non mi avresti tradito alla prima opportunità...-
Risi nervosamente -buffo, detto da qualcuno che ha dormito nel mio stesso letto e nella mia casa. Ah, ma tu non puoi capire, scusa All Might. La tua prova di fiducia cosa doveva essere? Camminare sui carboni ardenti? Oppure gettarsi da un dirupo per farsi salvare da te? Così magari i media avrebbero avuto qualcos'altro da dire.-
Continuai a dimenarmi e, con mia gran sorpresa, alla fine mi lasciò andare. Il suo corpo iniziò a fumare come quando si era trasformato, ma questa volta tornò ad avere l'aspetto che conoscevo bene. 
Guardandolo negli occhi le lacrime riaffiorano, era come se non riuscissi ad essere arrabbiata con lui. Ma dovevo: mi aveva mentito e non si fidava di me.
-Se vuoi andartene e non guardarmi più in faccia puoi farlo, ma, per favore, non dire a nessuno chi sono.-
La rabbia tornò appena udii le sue parole: - ti interessa solo di questo vero? Della tua fama. Sei una persona costruita su un personaggio. Niente di più. Volevi salvare anche me, All Might? Pensi che abbia bisogno di essere salvata?-
Sospirò, guardando a terra -non sei tu quella che ha bisogno di essere salvata, quella che ha paura di stare da sola, sono io. 
All Might sarà anche un personaggio, come dici tu, ma ha portato tanta gioia in molti cuori e pensavo di averne portata un po' anche nel tuo. È la prima volta che qualcuno mi apprezza per come sono realmente, senza guardare la mia popolarità. Insieme a te mi sono sentito a casa per la prima volta. -
-Mi fa piacere per te, Toshinori.-
Ripresi a camminare, lasciandolo indietro e nascondendo il mio viso completamente bagnato dalle lacrime. Pensai che stesse piangendo anche lui, quando mi voltai e mi diressi verso casa.
Quella notte non dormii, rimasi sveglia a guardare la televisione e mangiare del gelato talmente vecchio che aveva dei pezzi di ghiaccio all'interno, non riuscendo a togliermi dalla testa la sua espressione affranta, il suo senso di colpa.
Il mio cellulare continuava ad illuminarsi ogni volta che Toshinori mi mandava un messaggio. Neanche lui dormiva.
"E come fai a chiudere occhio, dopo una serata del genere?" 
Gli show che davano la notte erano orribili, fortuna che in pochi erano svegli per guardare quelle cafonate. 
Mi rasserenai solo notando il cielo che iniziava a colorarsi pian piano con le tante luci dell'alba, così uscii in strada: ero ancora vestita e il trucco colato incorniciava la mia faccia, ma per nulla al mondo mi sarei persa quello spettacolo.
Non feci altro che pensare a quello che era accaduto:
"magari sono stata un po' troppo stronza, so che non lo merita però la fiducia è alla base di ogni rapporto."
Ero davvero innamorata di lui, lo ero con tutta me stessa, ma non di All Might.
Sentivo di aver bisogno di pensare a lungo, meditare su quello che avrei dovuto fare: non c'era mai stato nessuno con la stessa sintonia, lo stesso rapporto che avevamo noi, ma troppi mi avevano usata, nascondendosi dietro delle buone intenzioni e delle belle facce. Figuriamoci se mi sarei mai fidata dell'eroe numero uno, il più popolare di tutti.
Avevo bisogno di tempo.

  
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