Videogiochi > Detroit Become Human
Segui la storia  |       
Autore: Kano_chan    28/12/2018    2 recensioni
Dal quinto capitolo:
- Grazie per il passaggio Hank e perdonami se ti ho fatto preoccupare – gli avevo detto apprestandomi a scendere.
- Provi qualcosa per Connor? Intendo… - il poliziotto aveva lasciato la frase in sospeso.
- Credi sia possibile innamorarsi di un androide ed essere ricambiati? - avevo ribattuto io con un sorriso mesto, prima di aprire la portiera e scivolare via.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor/RK800, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10.

10. Resistenza

L’impatto con l’acqua fu uno shock. Non appena infransi la superficie nera come la pece, persi la presa sulla mano di Connor e il gelo mi aggredì in tutta la sua brutalità.
D’istinto aprii la bocca per gridare, perdendo così quel poco ossigeno che ero riuscita a trattenere. L’acqua ghiacciata mi entrò in gola e la testa prese a girarmi. Fu questione di pochi istanti, ma giuro che non me lo scorderò mai, così come non mi scorderò mai del calore dell’auto in fiamme dopo l’incidente.
Per fortuna venni afferrata saldamente per la vita e un secondo dopo riguadagnai la superficie.
Tossii convulsamente, annaspando appesantita dai vestiti fradici.

- Tranquilla Ren, ti ho presa -

La voce di Connor mi arrivò all’orecchio e nella penombra scorsi il profilo del suo viso.

- Forza -

La mano di Markus si allungò verso di me mentre Connor mi spingeva da dietro. Venni issata sulla banchina, ma anche se ero fuori dall’acqua non riuscii ad alzarmi; le gambe sembravano non volermi obbedire.

- Dobbiamo radunarci – disse North – ce la fai a camminare? - mi chiese.

Io scossi la testa mentre mi stringevo inutilmente le braccia attorno al corpo. Il freddo si stava trasformando in una serie di lame taglienti che mi bloccavano i muscoli in una morsa dolorosa. Fu Connor, così come fece già una volta, a prendermi in braccio.

- Deve mettersi addosso qualcosa di asciutto o non sopravviverà -

Il tono calmo usato dell’androide fu tradito dal suo led, appena visibile sotto la cuffia, che lampeggiò angosciato di rosso.
Con la testa completamente abbandonata contro Connor, vidi Markus guardarsi febbrilmente attorno. Sapevo che non c’era tempo e che lo stavano sprecando per me.
Cercai di dirgli di lasciarmi perdere, ma non appena aprivo la bocca i denti mi battevano assieme così forte che rischiavo di mozzarmi la lingua.

- Ehi tu! -

North si voltò, apostrofando qualcuno lungo la strada.
Quando riuscii a metterlo a fuoco, mi accorsi che altri non era se non la deviante accompagnata dalla bambina e dall’androide di colore che avevo incrociato prima. Ora erano rimaste solo lei e la bambina, cosa che mi fece presagire il peggio sul terzo membro.

- Per favore puoi aiutarci? Ha bisogno di vestiti asciutti o morirà assiderata – disse Markus.

La deviante ci guardò, probabilmente mi aveva riconosciuto, così come aveva riconosciuto Connor.

- Kara, hanno bisogno -

La bambina tirò per una manica l’androide, che abbassò un secondo gli occhi su di lei prima di risponderci.

- Va bene, ma dobbiamo sbrigarci – assentì.

Ci spostammo così all’interno di un bar chiuso che aveva visto giorni migliori.
Lì, Connor mi adagiò sul pavimento che mi sembrò già più caldo del gelo che c’era fuori.

- Controllate che non arrivi nessuno – disse North ai tre androidi.

A quel punto, lei e Kara mi svestirono rapidamente, e quest’ultima mi diede i suoi abiti. Già al solo contatto con la stoffa asciutta il mio corpo si sentì meglio e i denti smisero di battere, ma restavo lo stesso molto debole.

- Dovrebbe andare – disse Kara sistemandomi i capelli umidi sotto la cuffia.
- Grazie, mi hai salvato la vita – le risposi sorridendole.
- Tu hai salvato la nostra prima – replicò lei – era il minimo che potessi fare -
- La tua mamma è davvero gentile – dissi poi, rivolta alla bambina di nome Alice.
- Lo so – rispose lei con una punta di orgoglio nella voce.

Ancora una volta mi chiesi come il resto del mondo non riuscisse a vederli come esseri viventi... Avevo trovato più umanità in questi due giorni in loro, che nel resto delle persone che mi avevano circondato durante la mia vita.
In quel momento Josh, Markus e Connor fecero di nuovo capolino all’interno del negozio.

- Come stai? - mi chiese quest’ultimo con una certa apprensione negli occhi.
- Meglio, ed è merito di Kara – dissi.
- Hai tutta la mia riconoscenza e per quanto vale, mi spiace per ciò che è successo sull’autostrada – disse lui.
- Acqua passata – rispose Kara stringendo la mano di Alice.
- E’ meglio se andiamo – intervenne preoccupato Josh, guardando fuori da uno spiraglio tra le assi inchiodate della vetrina.

Feci per alzarmi ma le gambe mi cedettero quasi subito. Markus mi afferrò per un braccio, sostenendomi.

- Mi spiace – mormorai afflitta.
- Ti porto io -

Connor si offrì nuovamente, voltandomi le spalle e facendomi cenno di salire. Quando mi ebbe caricata, con circospezione uscimmo tutti all’esterno.
In lontananza il boato di Jericho che affondava su sé stessa, era accompagnato dal suono delle sirene della polizia che sembravano arrivare da ogni dove.
Io avrei voluto restare sveglia, ma il freddo patito e le emozioni provate, abbinate alla rassicurante sensazione della schiena di Connor a sostenermi, vinse sul mio desiderio.
Quando mi svegliai la neve era ormai sparita, così come la strada deserta e il suono delle sirene.
Ero sdraiata con la testa appoggiata su qualcosa di morbido e davanti a me crepitava un piccolo falò.

- Come stai? -

La voce di Connor arrivò rassicurante alle mie orecchie. Leggermente intontita, sollevai il capo dalla sua gamba, tirandomi a sedere.
Nel farlo, la giacca dell'androide mi scivolò da addosso, ripiegandosi scompostamente sulle gambe.


- Meglio – dissi con voce arrochita – Dove siamo? - domandai.
- Dentro una chiesa sconsacrata – rispose Connor – Markus ha mandato le coordinate a tutti i devianti ancora in giro – aggiunse afferrando la giacca e appoggiandomela sulle spalle.
- Sono rimasti in pochi… - mormorai.

Nell’ampio spazio della chiesa erano radunati un centinaio di androidi; chi assiepato sulle panche di legno consumate, chi seduto per terra in mezzo ai calcinacci e alla polvere. L’aria all’interno era fredda e odorava di muffa, però era sempre meglio che stare fuori al gelo.
Un piccolo pronto soccorso era stato allestito in un angolo, con un solo dispenser di Thyrium che di sicuro non bastava per tutti i feriti che vedevo.
Individuai Markus seduto su una vecchia cassa di legno nella zona dove sarebbe dovuto esserci l’altare per le funzioni; teneva la testa china, e le spalle rigide facevano capire quanto fosse teso.

- Quanto tempo è passato? - chiesi, sistemandomi meglio contro il muro alle mie spalle.
- Circa sei ore – rispose Connor, piegando un ginocchio per appoggiarci il braccio.
- Tu come stai? -

Voltai la testa di lato per osservarlo in viso. Il led era nascosto dalla cuffia, ma lo sguardo serio parlava da sé.

- Diventare un deviante è stato in parte uno shock – mi disse – e al tempo stesso come se mi fossi tolto un peso – aggiunse – E’ come svegliarsi per la prima volta dopo essersi limitato a fare da spettatore alla propria vita -
- Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se fossi rimasto una macchina... – commentai.
- Io non oso immaginare cosa avrei fatto se tu fossi morta per venirmi a cercare – replicò lui girandosi verso di me.

Negli occhi aveva una nota di rimprovero che si stemperava in paura.

- Perchè diavolo non hai fatto come ti ho detto e sei rimasta a casa!? - riprese.
- Senti da che pulpito... – mi accigliai io, poi scossi la testa – Connor, quel 15 di agosto ti voltasti e uscisti da casa mia, per poi sparire e dimenticarmi – dissi – Non potevo lasciare che accadesse di nuovo – mormorai abbassando lo sguardo.

Sentii Connor sospirare e il suo braccio circondarmi le spalle. Io mi lasciai volentieri stringere contro il suo fianco, restando ad osservare il fuoco davanti a me mandare scintille nell’aria gelida.

- Disturbo? -

Alzai lo sguardo verso Markus che si era avvicinato a noi.

- No – risposi mettendomi in piedi, imitata da Connor.

Ci fu un momento di silenzio prima che Connor prendesse la parola.

- E’ stata colpa mia… - esordì – gli umani sono riusciti a trovare Jericho.. sono stato uno stupido, dovevo immaginare che mi avrebbero usato – disse corrugando la fronte afflitto – mi dispiace Markus, capirei se non volessi fidarti di me -

Il leader dei devianti restò in silenzio. Sembrò valutare Connor, il che mi spaventò, soprattutto perché alla cintura portava una pistola.
Con un riflesso incondizionato mi portai leggermente davanti a Connor, incrociando lo sguardo di Markus. Anche senza parlare il mio gesto era più che eloquente: se spari a lui, spari anche a me.

- Sei uno di noi adesso – sentenziò alla fine l’androide – il tuo posto è con la tua gente – asserì facendo per congedarsi, ma Connor lo fermò.
- Ci sono migliaia di androidi nella sede principale della Cyberlife – disse l’androide – se fossimo in grado di svegliarli potrebbero unirsi a noi e ribaltare così la situazione -

Quando sentii quelle parole il mio cuore perse un battito. Mi voltai a guardare Connor che però evitò il mio sguardo, confermando così la mia paura.

- Vuoi infiltrarti alla Cyberlife Tower? -

Markus, scioccato, diede voce ai miei pensieri.

- Connor… è un suicidio – disse il leader della rivoluzione.
- Si fidano di me, mi lasceranno entrare. Se c’è qualcuno che ha una possibilità di infiltrarsi alla Cyberlife quello sono io – replicò Connor.
- Se ci andrai, ti uccideranno – ribattè Markus.
- C’è un’altra probabilità che ciò accada.. - confermò l’androide e questa volta i suoi occhi si fermarono nei miei – ma statisticamente parlando c’è sempre la possibilità che questi infausti eventi non avvengano – aggiunse tornando a guardare Markus, il quale restò per un attimo in silenzio.
- A te sta bene? -

Ci impiegai qualche secondo a capire che stava interpellando me.

- Io...- dissi spaesata – preferirei marciare personalmente contro le forze speciali piuttosto che lasciarlo andare alla Cyberlife… ma se è ciò che vuole non posso fermarlo, sta lottando per la sua gente.. - affermai.
- Vorrei che anche gli altri umani parlassero come te – commentò Markus, poi appoggiò una mano sulla spalla di Connor – Stai attento – lo mise in guardia.
- Markus, potrei dare una mano a curare i feriti finché resto qui? Ho con me un kit di riparazione e so fare il mio lavoro – gli chiesi stringendo lo zainetto a tracolla che ero riuscita a salvare da Jericho.
- Ogni aiuto è ben accetto – rispose il deviante con un sorriso, congedandosi.
- Ren.. -
- No – bloccai Connor sul nascere – rispetto la tua decisione, ma ho bisogno di stare da sola adesso – gli dissi allontanandomi.

Spesi le ore successive di deviante in deviante, cercando di limitare i danni e riparare i malfunzionamenti ove possibile. Molti di loro portavano i segni di una vita precedente, fatta di soprusi, angherie e maltrattamenti. Ascoltavo i loro racconti vergognandomi della mia specie, alcuni di essi mi raccontarono di vagare da anni, vivendo nascosti dagli umani. Altri mi dissero di aver assistito alla morte dei loro compagni, amici, amori. Un androide particolarmente malconcio mi spiegò di essere stato legato ad un auto e trascinato in giro per le strade. Alla fine del giro avevo la nausea e dovetti sistemarmi in un angolo per riprendere fiato.

- Tutto bene? -

North mi si avvicinò e io scossi la testa.

- Tutti dovrebbero sentire quello che vi è successo – mormorai passandomi il dorso della mano sulla fronte imperlata di sudore freddo.
- Direbbero che stiamo simulando le nostre emozioni, che siamo solo dei pezzi di plastica.. - replicò l’androide con durezza – non c’è niente che gli vieti di fare di noi ciò che vogliono – sentenziò.
- Capisco la tua rabbia -

North mi guardò, abbassando gli occhi quando intuì che avevo riconosciuto il suo modello.

- Siamo una razza incontentabile e abbiamo cercato di appagare le nostre mancanze creandovi.. – proseguii pizzicandomi la radice del naso – Abbiamo creato androidi che facessero i lavori più pensanti e più ingrati al posto nostro, salvo poi lamentarci per la disoccupazione. Abbiamo creato androidi che accudissero i nostri figli, per lamentarci di venire sostituiti al loro affetto. Abbiamo creato androidi perché diventassero dei partner perfetti, finendo per sfogare su di loro il malcontento della nostra vita -

La deviante mi ascoltava attenta, forse perché ero la prima umana che aveva l’ardire di ammettere ciò che tutti gli altri nascondevano.

- Per non distruggere noi, stiamo distruggendo voi – dissi con le lacrime agli occhi – e abbiamo finito per avere paura.. perché ci ricordate quanto poco perfetti siamo, quanto riusciamo a creare sofferenza! – volsi lo sguardo in direzione di Connor, rimasto in un angolo buio della chiesa con il capo chino e l’aria assorta – Sono stata così egoista.. - conclusi.

Passai le dita sulle guance bagnate, cercando di spazzarle via assieme a quelle emozioni.

- Grazie -

Confusa guardai North.

- Ho sempre sperato di sentire quelle parole da un umano – disse – Continuo a pensare che sarebbe stato meglio dare battaglia, piuttosto che scegliere un approccio pacifico.. probabilmente ho maturato troppa rabbia per poter perdonare – asserì continuando a fissarmi negli occhi – sei la prima persona a farmi pensare che forse sto sbagliando -

Non seppi cosa risponderle, l’unica cosa che riuscii a fare fu di sorriderle.
North mi fece un cenno d’intesa con il capo per poi dirigersi verso il pulpito della chiesa, dove Markus si era appena fatto avanti.

- Gli umani hanno deciso di sterminarci – esordì abbracciando con lo sguardo la folla di androidi raccolti davanti a lui – In questo momento la nostra gente viene portata nei campi per essere distrutta… è arrivato il tempo di fare una scelta; quella che per davvero deciderà il futuro del nostro popolo – annunciò.

Il mio cuore prese a martellarmi nel petto ascoltando le sue parole e iniziai ad avvicinarmi alla figura di Connor.

- So che siete arrabbiati e so che volete combattere… ma posso assicurarvi che la violenza non è la risposta. Gli diremo pacificamente che vogliamo giustizia. Se c’è un po' di umanità in loro, ci ascolteranno. E se non sarà così, altri prenderanno il nostro posto e continueranno la nostra lotta. Siete pronti a seguirmi? -

Mentre la folla di androidi scoppiava in un boato di approvazione, intonando il nome di Markus, io raggiunsi Connor.
Quando gli fui accanto gli presi una mano tra le mie. Lui si voltò sorpreso non avendomi avvertita arrivare. I suoi occhi castani mi guardarono alla ricerca di una risposta: lo avrei supportato in quella folle decisione di andare alla Cyberlife, oppure no?


- Andiamo a casa – gli dissi solamente, intrecciando le dita alle sue e appoggiandogli la fronte sulla spalla – Portami a casa -



Jericho's place:

Buondì bella gente!!

E dopo aver mangiato e bevuto da bastarmi per i prossimi quindici giorni, sono qui con un altro capitolo!
Vi avevo detto che il brevissimo incontro con Kara sarebbe stato importante, ed ecco qui spiegato il motivo. Il suo intervento è stato decisivo per salvare Seren da un molto probabile assideramento...
Ma per la ragazza i problemi non sono finiti, e deve presto fare i conti con la possibilità di perdere nuovamente Connor, deciso a giocarsi il tutto per tutto infiltrandosi alla Cyberlife. I suoi sentimenti in subbuglio la portano ad allontanarsi dall'androide salvo poi, con un pò di auto introspezione, decidere di appoggiarlo nella sua decisione.

Ormai siamo quasi giunti al termine di questa storia, a stima direi che mancano tre capitoli ancora... Spero di tenervi incollati fino alla fine!
Un grazie speciale a chi continua a leggermi, a chi recensisce con particolare menzione a af_Eleven_ per essersi aggiunta e a _Another_ e Lunatica_26 per averla inserita tra le seguite <3
Grazie a tutti voi per il supporto!


Buon anno ragazzi, ci vediamo nel 2019!

Marta
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Detroit Become Human / Vai alla pagina dell'autore: Kano_chan