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Autore: Magic_potterhead    28/12/2018    1 recensioni
Stiles è un ragazzo che ha appena compiuto diciott'anni iperattivo e logorroico. Derek è il batterista perennemente imbronciato della sua band preferita. E se i due si incontrassero durante un viaggio che sarà determinante per la vita di entrambi?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPAZIO AUTRICE 
Sono in ritardissimo!!!! Scusate ma con le vacanze e il Natale avevo completamente perso la cognizione del tempo (spero non capiti solo a me hahahah). Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno, recensiranno o aggiungeranno la storia alle preferite/seguite/ricordate (ed ovviamente tutti quelli che l'hanno già fatto). Bacii


CHAPTER VII

Stiles si sentiva davvero la persona più sfortunata di tutto l’universo. Si trovava chiuso in un maledettissimo ascensore, al buio, con l’unica persona che forse lo odiava più del professor Harris. Inoltre, era ancora arrabbiato con il ragazzo, che da dieci minuti a quella parte non aveva pronunciato alcuna parola. Stiles non se ne stava preoccupando molto, se voleva ignorarlo non sarebbe stato lui ad impedirglielo, a patto che lo lasciasse stare. Derek se ne stava poggiato alla parete opposta alla sua, cercando di mettere più distanza possibile tra il suo corpo e quello dell’altro, con gli occhi chiusi. Stiles vedeva che stava respirando molto velocemente, tenendosi una mano sul petto; non voleva interrompere la sua decisione di non rivolgere più la parola al batterista, ma il suo animo di figlio dello sceriffo lo stava spingendo ad aiutare l’altro, anche se sapeva che non ne sarebbe stato molto felice.
-Ehi, tranquillo. È uno di quei black out di cui parlavano, probabilmente tra poco ci tireranno fuori.- Stiles si fece scivolare più vicino all’altro, ma quando vide che stava solo peggiorando la situazione, si fermò a due metri dalla spalla dell’uomo, nell’angolo della parete opposto alla figura tremante di Derek. Il batterista, infatti, sembrava non gradire gli spazi chiusi, o forse gli spazi chiusi con Stiles dentro. -Va tutto bene?- chiese Stiles, preoccupato dal suo colorito cereo: quel ragazzo sembrava star per svenire. - Si, se solo tu stessi zitto potrei riuscire a controllarmi- gli rispose bruscamente, facendo pensare a Stiles che anche nelle situazioni peggiori Derek riusciva comunque ad offenderlo e a farlo sentire inutile. Era stufo di farsi trattare così da lui, aveva capito che non fosse un tipo facile anche prima di conoscerlo, infatti nelle interviste non compariva mai, e di solito i membri del gruppo lo giustificavano dicendo che stesse male. Stiles dovette ammettere che questa parte di lui lo aveva sempre affascinato, da bravo investigatore era sempre stato attratto dal mistero, ma la situazione con Derek era insostenibile e, andando contro ogni sano principio che suo padre aveva cercato di insegnargli, gli urlò contro. - Senti amico, non so che problema tu abbia con me, ma vedi di risolvertelo da solo, perché io sono stato più che gentile con te dopo il modo in cui mi hai trattato e sinceramente non ho tempo di stare a pensare anche ai cazzo di problemi di un depresso!- terminò il suo sfogo con il fiatone, e rimase in silenzio, non aspettandosi una risposta da Derek. Ma il batterista invece lo stupì un'altra volta - Senti, Stiles, io non ho nessun problema con te, il fatto è … il fatto è che non mi piacciono i posti stretti- il ragazzo rimase stupito nel sentire le prime parole prive di cattiveria che Derek gli avesse rivolto; certo erano pur sempre meno di otto sillabe, ma Stiles era sempre stata una persona che si accontentava, quindi cercò di mettere da parte i dissapori con il ragazzo ed aiutarlo. E pensare che in quel momento c'era uno squisito pranzo di Natale che lo stava aspettando, per non parlare di tutti i suoi amici probabilmente preoccupati per lui. -Ho un amico che ha lo stesso problema- gli disse, pensando a Scott che, dopo essere rimasto bloccato per una mattinata intera nello sgabuzzino di casa sua, non amava più trovarsi in un piccolo spazio chiuso (anche se non aveva avuto problemi quando si era nascosto con Allison nel suo armadio per sfuggire dal padre della ragazza) -devi solo respirare profondamente, chiudere gli occhi ed immaginare di essere in un'enorme foresta, concentrati sulla mia voce- Derek si irrigidì impercettibilmente quando l’altro nominò la foresta, portando il ragazzo a pensare di aver preso l’esempio sbagliato, ma quando vide che Derek si stava rilassando, pensò che forse, in realtà era riuscito ad aiutarlo almeno un po’. Continuò a parlargli del più e del meno per circa un'ora, raccontandogli di Beacon Hills, di suo padre e della scelta del college da fare. Anche se Derek non sembrava un tipo molto sociale, doveva ammettere che sapeva ascoltare. Quando ormai la gola gli si stava seccando, sentirono una voce provenire da fuori le porte metalliche - Ehi lì dentro, tutto bene??- Stiles si alzò di scatto, avvicinandosi alle porte per farsi sentire - Si si, va tutto bene- rispose, felice finalmente di sentire una voce diversa dalla sua -Okay, allontanatevi dalle porte, le stiamo aprendo- il ragazzo seguì quella voce, che in quel momento gli sembrava quella di un angelo, e quando le porte vennero forzate ed aperte, non appena mise piede fuori, venne sommerso dai suoi amici - Che bello, stai bene!!- Li abbracciò di rimando godendosi il calore dei loro corpi stretti al suo -ragazzi tranquilli, sono stato chiuso dentro per poco più di due ore- disse ridacchiando con il viso sprofondato nel maglioncino panna di Lydia, godendosi il profumo alla fragola che la ragazza emanava, quello di cui era stato innamorato per quasi tutta la sua adolescenza -Ci hai fatto preoccupare tantissimo, quando è andata via la luce ti abbiamo cercato ovunque. Se non fosse stato per Jackson che ti aveva visto salire sull'ascensore sarei impazzita- gli disse la rossa una volta lasciato andare. -Ahhh Jackson, ho sempre pensato che tu fossi la mia anima gemella!- esclamò Stiles, facendo ridere tutti. Alla fine, anche se la reazione dei ragazzi era stata esagerata, a Stiles piaceva pensare che tenessero così tanto a lui. Solo in quel momento si ricordò che in fondo non era l'unico ad essere rimasto chiuso dentro l'ascensore, anzi il suo compagno era sembrato quello più spaventato dalla situazione. Stiles si voltò alla ricerca di Derek e lo trovò alcuni metri più in là, anche lui circondato dai membri della band. Incontrò il suo sguardo e, forse per il sollievo di uscire finalmente da quello spazio angusto, ma gli parve che Derek gli avesse quasi sorriso, sorriso che si spense subito quando Isaac, preoccupato per lui, gli venne incontro. -Stiles! Tutto bene?- il biondo era come sempre impeccabile, con i suoi ricci che lo facevano somigliare ad un cherubino. Stiles gli sorrise rassicurante, dicendogli di stare bene e di aver semplicemente passato il pomeriggio di Natale in maniera originale. – Per il caffè che ne dici di fare ora? So che il momento non è dei migliori ma penso che altrimenti non avremo altre occasioni- il ragazzo sembrava un po’ imbarazzato a chiedere all’altro un appuntamento appena dopo essere stato bloccato in un ascensore, ma Stiles non vedeva un motivo per rifiutare e, avendo paura che quella sarebbe stata l’ultima occasione per conoscere meglio Isaac, acconsentii. Tutto l’hotel era ancora al buio, perciò gli addetti avevano riempito gli spazi con un mare di candele che, unite alla neve che cadeva, creavano la perfetta atmosfera natalizia. Il barista disse loro che purtroppo a causa della mancanza di luce non poteva utilizzare la macchina del caffè, ma in alternativa offrì loro dell’eggnog natalizio, sorvolando sul fatto che Stiles non potesse ancora bere alcolici. Si sistemarono sulle poltroncine del bar, e iniziarono a parlare del più e del meno. Stiles si stupii di nuovo di come fosse facile parlare con Isaac: il ragazzo era un grande ascoltatore ma non mancava di raccontare anche ricordi e aneddoti divertenti sulla band. Il ragazzo si accorse che durante tutta la chiacchierata Isaac non nominò mai la sua famiglia, sembrava che la sua vita fosse legata unicamente ai suoi amici, ma non gli chiese nulla.
Arrivata l’ora di cena Stiles pensò di dover tornare nella stanza, e anche di doversi fare una doccia prima di scendere a mangiare quello che la cucina era riuscita a preparare senza elettricità. Salutò Isaac, sicuro di incontrarlo di nuovo la sera a cena, e così si diresse verso la camera camminando a un metro da terra.
Quello che non si sarebbe mai aspettato è che, una volta entrato in camera, venisse sommerso dai suoi amici, tutti con un’espressione preoccupata. –Stiles, finalmente sei arrivato, abbiamo appena provato a fare il check-in online per il volo di domani, ma sul sito c’è scritto che tutti i voli sono stati cancellati a causa di un incidente avvenuto sulle piste per la tempesta- Scott gli venne subito incontro dandogli la notizia –E quando ci sarà il prossimo volo?- chiese Stiles, con già l’aspettativa di dover rimanere più a lungo nell’hotel. Lydia controllò sul computer che aveva sulle gambe e disse – Sul sito non c’è scritto niente, ma probabilmente i lavori dureranno un paio di giorni- sospirarono tutti sconsolati, la tempesta di neve sembrava essere peggiore di quanto si aspettassero, tra i black out e i voli cancellati quel Natale stava riservando molte sorprese ai ragazzi. –Vado a chiedere alla reception se possiamo rimanere nelle stanze ancora qualche giorno, Scott mi accompagni?- si propose Allison con la solita calma che la contraddistingueva.
Mentre i due si dirigevano di sotto, Stiles si buttò sul letto, la stanchezza che stava prendendo il sopravvento, facendogli dimenticare la doccia che si era proposto di fare. Ma a quanto pare Lydia non aveva intenzione di farlo riposare, visto che si sedette accanto lui sul letto. –Allora, quello di oggi con Isaac era un appuntamento non è vero? - gli chiese, guardandolo con uno sguardo leggermente inquietante – Non era un vero e proprio appuntamento credo. Anche se lui è davvero carino e stranamente non sembra odiare le mie chiacchiere- gli rispose girando la testa sul cuscino per avere il viso rivolto verso di lei –Beh, potresti chiedergli il numero, gli hai chiesto dove vive?- improvvisamente Stiles si rese conto che, nonostante i numerosi argomenti di cui avevano parlato, la loro provenienza non era mai venuta fuori, non che per lui fosse un grande problema, ma voleva vedere se la loro (per ora) amicizia potesse continuare anche dopo quella piccola vacanza allungata. – In realtà no, ma penso che avrò l’occasione questa sera- le rispose Stiles, liberando la testa dai mille pensieri che l’avevano affollata da quel pomeriggio e lasciandosi cullare dalla sensazione di familiarità che parlare con Lydia gli dava. Chiacchierarono per un’altra decina di minuti, fino a che non si ricordò che doveva fare ancora la doccia, cosa che dopo due ore in uno spazio troppo caldo gli serviva sicuramente; in quel momento si vergognò anche un po’ per essere andato all’appuntamento con Isaac così conciato, ma alla fine il ragazzo non gli era sembrato molto infastidito, perciò lasciò correre.
Si diresse verso il bagno, il cuore leggero e felice dei risvolti che stava prendendo la vacanza.
   
 
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