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Autore: Reine_De Poiters    28/12/2018    1 recensioni
Dal "Capitolo I":
Dopo quell’episodio, non vide in giro Lily per una settimana. Era quasi sicuro che quella cornacchia di “Tunia” non fosse riuscita a chiuderla in camera per sempre, ci voleva molto di più di una semplice porta per tenere fermo un mago od una strega.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Lily stava osservando distrattamente le foglie che cadevano lente dal suo albero preferito, che lei e suo padre avevano piantato insieme  un paio d’estati prima, quando Petunia entrò in camera loro, tutta ringalluzzita dall’aver ottenuto finalmente giustizia.

-Puoi  fissare la finestra quanto ti pare, non penso uscirai a breve. Ben ti sta!- le disse, buttandosi di peso sul suo letto ancora sfatto.

Non che sua madre avesse propriamente creduto a Petunia, nonostante avesse iniziato a sospettare che ci fosse qualcosa di più strano di un semplice “Lily è sempre stata la più vivace, non c’è nulla che non vada!”, tuttavia le aveva comunque dato una settimana di punizione

-Sei antipatica Petunia, non ti ho fatto nulla! - rispose Lily, imbronciandosi e buttandosi a peso morto sul proprio letto. Di getto, lanciò uno dei suoi unicorni di peluche, Miss Pluff, a sua sorella.

Petunia lo afferrò in volo, senza troppi sforzi, e lo scaraventò a terra, decisamente irritata.

-Invece sì! Mi metti sempre in imbarazzo e attiri tipi loschi. Ho dovuto supplicare sia Cindy che blbl per farle uscire di nuovo con me - Petunia si fece rossa di rabbia nel dirlo, Lily sapeva che supplicare non era mai stato nel vocabolario della sorella.

-Non era losco…- rispose sbuffando Lily, ripensando a quel ragazzino. Sicuramente era strano, si disse, a dirla tutta gli sembrava un pipistrello con quel cappotto nero sformato, ma nemmeno per un attimo aveva pensato potesse essere cattivo.

- Ma hai sentito come ti ha chiamata o con tutte le sciocchezze che fai ti si sono forati i timpani? -

-Non penso lo abbia detto con cattiveria- Lily ripensò subito al tono con cui quel ragazzino aveva appellato sua sorella. Babbana, babbana, babbana. Più ci ragionava più sapeva di non aver mai sentito quella parola, tuttavia non poteva essere una cosa carina.

-Se strega non è un insulto… - Petunia rise forte, per canzonare l’ingenuità della sorellina.

-Ha detto che anche sua madre è una strega e che lui è un mago! - ribatté Lily, sempre più convinta che l’appellativo datogli da quel bambino le calzasse a pennello.

-Ma ti senti, chi ti ha messo tutte queste sciocchezze nella testa? Tu non sai quante storie strane girano sui Piton. Ti sei mai domandata perché non hai mai visto quel ragazzino a scuola?-.

Lily abbassò lo sguardo sui suoi piedi scalzi che ciondolavano, profondamente infastidita dal fatto che sua sorella se la prendesse con tutto e tutti, senza un briciolo di empatia.

-Due mostri come voi potrebbero diventare amici- Petunia sbatté la porta talmente forte da far tremare le pareti della loro cameretta e se ne andò, lasciando Lily sola con i suoi pensieri.
 


Era il terzo giorno di punizione quando le acque tra lei e sua sorella iniziarono a calmarsi, Petunia si fece molto meno scontrosa ed accettò anche di aiutarla a farsi le trecce per il compleanno della loro amichetta Kelly. Sua madre non se l’era sentita di tenerla in punizione anche quel giorno, nonostante i piagnistei e l’irritazione di Petunia.

-Sei molto brava - le disse Lily ,mentre le pettinava la folta chioma ribelle di fronte allo specchio della loro cameretta.

-Lo so - rispose Petunia, mostrando fieramente alla sorellina l’arzigogolata treccia in cui aveva raccolto i suoi capelli biondi. Lily trattenne una risata, nascondendola dietro un sorriso beffardo. Sapeva benissimo il perché di tutto quell’affanno.

-E io so perché ti sei conciata come una signorina! È tutto per quell’attaccapanni del fratello di Olivia- la prese in giro Lily, mentre Petunia diventava sempre più paonazza e le tirava dispettosamente qualche ciocca -Stai zitta! E poi Mitch non sembra un attaccapanni- borbottò offesa, senza però riuscire a nascondere una risatina.

- Senti, mi devi promettere che non farai niente di strano oggi- disse Petunia, facendosi  improvvisamente.
Lily, con tutto il cuore, avrebbe voluto risponderle che sì, gliel’avrebbe promesso, tuttavia le sue stranezze non erano qualcosa che poteva totalmente controllare.

-Ci proverò- di quella risposta Petunia non fu molto contenta, per questo si chiuse in un … mutismo, continuando distrattamente a intrecciare i capelli della sorella.
 


I successivi 5 giorni di punizione furono estenuanti, Lily avrebbe fatto di tutto pur di uscire, anche promettere di fare i compiti di Petunia per i prossimi 100 anni.

Era quasi l’inizio dell’estate e di pomeriggio, dalla sua finestra, poteva sentire gli schiamazzi dei suoi coetanei. Scoccò uno sguardo ai bambini sotto la sua finestra, alla ricerca di un vecchio cappotto nero, senza però trovarlo. Lily sapeva che tutto quello era profondamente ingiusto, se veramente era una strega come affermava quello strano bambino lei aveva il diritto di fare tutte quelle stranezze, come le chiamava sua sorella.

Ci aveva ragionato, ed anche molto bene, aveva avuto molto tempo libero per farlo, e aveva deciso che se davvero era una strega, aveva bisogno di qualcuno e che gli insegnasse tutto quello che sapeva, perché di certo non poteva accontentarsi di far volare qualche fiorellino.

Abbracciando Miss Puff e sdraiandosi sul letto, pensò a quante cose avrebbe potuto fare se solo avesse potuto controllare le sue stranezze: rimettere in ordine la sua camera con uno schiocco di dita? Finire i suoi compiti con una sola formula magica? Abbuffarsi di caramelle senza che sua madre la vedesse?

Un largo sorriso solcò le sue guance al sol pensiero di tutte quelle cose fantastiche, ma fu sostituito da un broncio non appena si rese conto che non sapeva nemmeno il nome dell’unico mago che conosceva, nemmeno Petunia aveva voluto dirle come si chiamava perché non voleva stramberie nella sua cameretta.

Nonostante tutto, però, sapeva bene dove cercare.
 




Non appena ebbe finalmente la possibilità di uscire di casa, dopo un’estenuante settimana di noia, sgattaiolò veloce fuori dalla sua camera e, zompettando tutta allegra, si diresse verso  la cucina dove sua mamma era tutta indaffarata ai fornelli. Quella, con i capelli biondi arruffati e una mano ancora ad amalgamare l’impasto che stava preparando, si voltò verso di lei con un grande sorriso .

- Vado a cercare dei fiori per ‘Tunia- le disse Lily, sfoggiando un sorriso altrettanto grande. Se le avesse detto che voleva andare a Spinner’s End probabilmente sua madre l’avrebbe nuovamente chiusa in stanza e questa volta avrebbe buttato la chiave, definitivamente.

Lily dondolò da un piede all’altro, mentre la madre la fissava sospettosa. Lily sorrise nuovamente, e cercando di essere ancora più convincente disse: -Domani è il suo compleanno e non ho potuto farle alcun regalo -.

A quelle parole lo sguardo di sua madre si sciolse e i suoi piccoli occhi verdi brillarono grazie alla luce del sole che penetrava prepotentemente dalle finestre.
-Va- disse, facendo cenno a Lily con il capo  -Ma non fare tardi!- quasi urlò, ma Lily già trotterellava per il vialetto di casa.
 
 


Arrivare a Spinner’s End era stato facile, le era bastato seguire il fumo nero proveniente dalla ciminiera che sovrastava tutta la città, orientarsi per le viuzze grigie del quartiere un po’ meno. A Lily parve di trovarsi in un labirinto quando per la terza volta risbucò di fronte alla stessa, piccola, macelleria subito dopo aver girato l’angolo.

Incrociò le braccia al petto e crucciò le sopracciglia, infastidita. Non era possibile non ci fosse nessuno in tutto l’isolato, non che avesse interesse a incontrare qualcuno in particolare in quel posto, infatti secondo sua sorella non vi si trovavano persone del tutto normali.

Decise di riprendere il suo giro, osservando di nuovo attentamente tutti i campanelli, di tutte le case grigie, che incontrava. Non le ci volle ancora molto per capire che era un lavoro del tutto inutile, molti nomi erano scoloriti, sporchi o del tutto assenti.

Mentre per poco non rischiava di consumare il campanello di una casina meno grigia e più bassa delle altre, a furia di cercare di smacchiare la targhetta con il nome, una vocina tenue la fece sobbalzare. Lily si sentì presa con le mani nella marmellata, ma cercò di stamparsi sul viso il sorriso più rassicurante che aveva.

-Signorina! - cinguettò una signora minute e ricurva, appoggiata a un vecchio bastone metallico.
Le due si scambiarono uno sguardo veloce e l’imbarazzo di Lily scomparve non appena la signora, a piccoli passi, iniziò ad avvicinarsi con un sorriso furbo stampato sul volto.

-Cercava qualcosa? -

-Qualcuno! - rispose prontamente Lily.

-Non credo questo sia il posto adatto per trovare qualcuno adatto a lei, signorina. Qui gira molta gente..- - l’ammonì morbidamente la signora, lasciando in sospeso la frase e picchiettandosi la tempia con l’indice a mo’ di spiegazione. 

Lily tentennò, e se avesse avuto ragione Petunia? Scacciò via ogni incertezza pensando al fatto che non avrebbe mai e poi mai dato ragione a sua sorella.

-Cercavo un bambino…- tentennò, incerta su come descriverlo,  non poteva  dicerto dirle cerco un bambino che sembra un pipistrello - con un caschetto nero e uno strano cappotto-.

La signora sembrò pensarci su per qualche secondo, poi, avvicinandosi di molto a Lily le disse:
- Parli del figlio dei Piton, il piccolo Severus?- le disse, poggiandole una mano rugosa sulla spalla -abitano alla fine di Spinner’s End, proprio sotto la fabbrica - si interruppe, facendosi più cupa nello sguardo e stringendole la spalla -ma non ti consiglio di andare a casa sua… cercalo al fiume, sgattaiola lì tutte le mattine -.

A Lily sembrò , dallo sguardo e dalla voce della signora, che quella si fosse tenuta per sé alcuni dettagli non proprio irrilevanti. Tuttavia la signora sgattaiolò verso la porta di casa facendole intendere che non le avrebbe detto di più.

-Grazie signora…- disse Lily, senza poter continuare poiché non era proprio riuscita a leggere il suo nome sul campanello.

-Powell, mia cara- sorrise e svanì velocemente dentro casa.

Lily buttò un’occhiata alla fabbrica a fine via, non era abbastanza coraggiosa per rimanere ancora  un altro minuto in quel posto così orribilmente grigio, per questo scappò via veloce verso il fiume.

Non appena arrivò al parco, ancora senza fiato per la lunga corsa, si mise a urlare a squarciagola , ignorando gli sguardi perplessi degli altri bambini che giocavano.

Fortunatamente non c’era sua sorella che le aveva giurato che sarebbe stata il più possibile lontana da lei e dalle sue stranezze.

-Severus! - urlò più forte che poté, muovendosi goffamente verso il grande salice proprio sotto il parco.

Vide qualcosa muoversi veloce fra gli alberi sulla riva del fiume e rise.

-Sembri un pipistrello Severus! Non ti nascondere!- poi si tappò subito la bocca, pensando a quanto non fosse una cosa carina da dire.

Quando lo raggiunse, correndo fra l’erba, lo trovò dietro il fusto di un albero molto affusolato, forse non si era accorto che era troppo piccolo per coprirlo?

-Non era un insulto! È che sei veloce e ti nascondi sempre - cercò di recuperare, allungando verso di lui la mano tesa -Io sono Lily -.

-S-severus - balebettò. Visibilmente emozionato strinse la mano sottile di Lily -Non volevo spiarti  l’altro giorno, cercavo… cercavo s-so-

-Voglio sapere che cosa sai fare- tagliò corto Lily, squadrandolo dalla testa ai piedi. Per un attimo ebbe l’impressione che le sue gambe fossero di gelatina, tanto tremavano.
Severus l’osservò basito, stringeva al petto alcuni libri e sembrava spaesato. Per essere un mago, non sembrava essere molto perspicace pensò Lily.

-Sì, hai detto che sei un mago!  Tu hai già visto quello che so fare...- disse la rossa con voce morbida, alludendo ai fatti della settimana precedente. Avvicinandosi sempre più all’angolo in cui Severus cercava di nascondersi incrociò , curiosa, il suo sguardo con quello imbarazzato dell’altro bambino. Non appena i loro occhi si incrociarono, Lily gli fece un grande sorriso di incoraggiamento.

Severus balbettò qualcosa che Lily non capì e si affrettò a staccare un ramoscello dalla chioma del salice dietro la sua schiena.
Lily lo osservò, titubante, stringere forte il ramo nella mano ossuta e lasciarlo andare alcuni secondi dopo, non appena gli sembrò di esser sicuro di quello che stava per fare.

Non appena il suo palmo fu totalmente aperto il fuscello prese a danzare sulla sua mano come fosse un piccolo ballerino. Lily rimase stupefatta, gli occhi verdi puntati sul piccolo ballerino, mentre il volto di Severus si aprì in un sorriso soddisfatto.

-Quando saremo adulti faremo cose più grandi di questo - le disse solennemente Severus, sorridendole e poggiando il dorso della sua mano su quella di Lily, cosi che il fuscello prese a ballare sulla sua mano.

-Insegnami- fu l’unica cosa che, un’ammaliata Lily, riuscì a dire.
 
 
 






Note dell’autrice
Il capitolo è leggermente più corto del precedente e anch’esso introduttivo dell’altro personaggio “principale”, tuttavia già dal prossimo capitolo ci troveremo ad Hogwarts e all'interno della storia vera e propria.
Alla prossima e buon anno a tutti!
  
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